Report Congiuntura I sem 14 - Gruppo Cariparma Crédit Agricole

 Daniele Marini
MONITOR DELLE
IMPRESE
AGROINDUSTRIALI
DEL NORD ITALIA
La congiuntura:
consuntivo 2013 e
previsioni primo
semestre 2014
Collana Osservatori n. 1
maggio 2014
Monitor Agroindustria
promosso da
in collaborazione con
REGIONE VENETO
ASSESSORATO
ASSESSORATO
INNOVAZIONE
REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA
ALL’AGRICOLTURA
ALL’ECONOMIA E
SVILUPPO, RICERCA
E
ASSESSORATO ALLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE, COMMERCIO,
COOPERAZIONE, RISORSE AGRICOLE E FORESTALI
SOMMARIO UNA VISIONE D’INSIEME 1. LA CONGIUNTURA: UN BILANCIO DEL 2013 1.1 Il fatturato 1.2 L’occupazione 1.3 Il costo delle materie prime 1.4 Il prezzo dei prodotti finiti 1.5 Le scorte di magazzino e la liquidità aziendale 1.6 La distribuzione, le vendite e gli incassi 2. LE PREVISIONI: UNO SGUARDO AL PRIMO SEMESTRE 2014 3. APPENDICE 3.1 Nota metodologica 3.2 Risultati 2 COMMUNITY Media Research
Nata nel 2013, Community Media Research è specializzata nella ricerca e nello sviluppo di nuovi strumenti e
nuovi approcci d’analisi, collegati alla comunicazione.
Community Media Research rileva e analizza trend, andamenti e opinioni tramite indagini qualitative e
quantitative, di mercato, e può fornire inoltre output sugli sviluppi attesi in ambito economico e sociale
tramite un approccio innovativo di ricerche e data collection tramite il web.
Oggi la tecnologia web consente, infatti, di strutturare un progetto di advisory, comunicazione o lobby
conoscendo preliminarmente gli orientamenti della popolazione. Community Media Research, quindi, mette a
disposizione delle imprese e degli enti pubblici e privati la possibilità di raccogliere informazioni e dati e di
analizzarli internamente, così da procedere con progetti in linea con le aspettative degli stakeholders.
UNA VISIONE D’INSIEME La rilevazione sul consuntivo del 2013 per le imprese del settore agroindustriale del Nord Italia permette di sottolineare alcune dinamiche generali: -­‐ Nel complesso il settore ha chiuso il 2013 con esiti positivi. Il saldo sul fatturato è pari a +6,6, con un 30,9% di aziende che segnala una dinamica di crescita e un 44,8% di stabilità, contro un 24,3% in diminuzione. Anche l’occupazione non presenta particolari problematicità terminando l’anno con un saldo dello +0,5, ma con una netta prevalenza di stabilità (71,5%). -­‐ La dimensione d’impresa e l’apertura sui mercati esteri, in generale, costituiscono le due variabili che discriminano il campione d’imprese. -­‐ Sotto il profilo delle aree territoriali, il Trentino Alto Adige, il Veneto e il Piemonte appaiono le realtà dove le aziende manifestano le performance migliori. Viceversa, Liguria e Friuli Venezia Giulia evidenziano indicatori problematici. -­‐ Il settore delle bevande risalta come il più dinamico e positivo, seguito da quello della lavorazione della frutta e ortaggi. -­‐ Assumendo il fatturato del 2013 come indicatore principale, è possibile osservare come i punti sopra evidenziati siano confermati. Le imprese più piccole (fino a 9 addetti) manifestano un saldo pari a -­‐11,9 per il 2013, mentre migliora al crescere della strutturazione delle imprese fino a giungere a +39,4 fra quelle con oltre 50 addetti. Le regioni con i migliori risultati sono il Trentino Alto Adige (+25,0), il Veneto (+14,3) e il Piemonte (+10,0). All’interno dei settori, le bevande evidenziano il risultato più brillante (+16,6) seguito dalla lavorazione della frutta e degli ortaggi (+10,9). Le imprese che distribuiscono i loro prodotti solo in Italia hanno un saldo di -­‐10,8, mentre chi esporta sui mercati esteri fino al 20% del proprio prodotto sale a +20,9 e chi supera il 20% giunge a +28,9. -­‐ Il costo delle materie prime è aumentato per il 61,1 delle imprese, ma in modo più consistente per le più piccole (fino a 9 addetti: 66,5), meno per le più grandi (51,7%). -­‐ Gli aumenti delle materie prime si sono tradotti solo in parte in un aumento dei prezzi sui prodotti finiti (31,6%). Tuttavia, le più penalizzate sono state le piccole imprese (fino a 9 addetti) che, a fronte dei costi, hanno mantenuto stabili i prezzi finali (62,7%) ben di più delle più grandi (53,8%), riducendo così i loro margini. -­‐ Le imprese che operano esclusivamente sul mercato domestico sono il 50,9%, quelle che esportano fino al 20% (apertura flebile) sono il 24,3%, quelle con oltre il 20% di export (apertura sostenuta) sono il 24,8%. Il 71,7% delle attività più piccole (fino a 9 addetti) opera solo in Italia, mentre analogamente avviene solo per il 20,3% di quelle con oltre 50 dipendenti. Il settore delle bevande è quello più esposto sui mercati esteri (78,4%), mentre i prodotti da forno sono quelli più locali (64,5%). -­‐ Le vendite delle imprese agroindustriali hanno per l’83,3% destinazione in Italia, il 10,6% nell’UE, il 5,6% nei Paesi extra UE. Mentre le vendite in Italia, nel 2013, hanno conosciuto un saldo pari a -­‐5,8, quelle verso l’estero raggiungono quota +39,6. 3 Complessivamente l’Indice di Perfomance (IPER) è positivo per il 28,1% delle imprese, stazionario per il 52,4%, negativo per il 19,7%, con un saldo complessivo di +8,4. Le previsioni per il primo semestre 2014 sono improntate a segni tendenzialmente positivi: -­‐ Il fatturato conosce un saldo di +12,6. Anche le più piccole mostrano un’aspettativa positiva (+1,8), ma sono soprattutto le più grandi (oltre i 50 addetti) a contribuire alla crescita (+29,1). Ancora una volta, il settore della lavorazione di frutta e ortaggi ha saggi positivi (+21,6), assieme a quello delle bevande (+16,1). -­‐ L’occupazione è considerata stabile (86,8%) e ha un saldo leggermente positivo (+0,4). -­‐ Se gli ordinativi dall’estero sono in campo positivo (+1,0), il saldo di +13,9 dei nuovi ordini sembra provenire dai consumi interni. -­‐ Anche gli investimenti evidenziano un dato positivo attestandosi a un saldo di +9,8. -­‐ La costruzione dell’Indice di Fiducia (IF) mette in luce come il 26,0% delle imprese agroindustriali del Nord mostri un orientamento “ottimista”, il 59,8% di “stabilità” e il 14,2% di “pessimismo” (saldo: +11,8). Le più fiduciose sono le imprese più grandi (oltre 50 addetti: +28,8), del Veneto (+21,1) e del settore delle bevande (+25,5), le più aperte ai mercati esteri (+33,2) e quelle con un Indice IPER più positivo (+41,0). Viceversa, le più pessimiste sono le più piccole (fino a 9 addetti: -­‐3,8), della Liguria (-­‐5,6), del settore della lavorazione della carne (+1,2), quelle che operano esclusivamente sul mercato domestico (-­‐8,4) e hanno avuto in Indice IPER negativo (-­‐22,8). -­‐
4 1. LA CONGIUNTURA: UN BILANCIO DEL 2013 Le imprese del settore agroindustriale hanno dimostrato, in questa lunga fase di difficoltà della nostra economia, di sapere reggere meglio di altre le sfide di un mercato che si è progressivamente aperto a competitori internazionali. Le loro performance hanno evidenziato esiti decisamente positivi e in controtendenza, nonostante non manchino situazioni di problematicità in alcuni ambiti. 1.1
Il fatturato Il 2013, rispetto all’anno precedente, si è chiuso complessivamente in modo positivo. Il fatturato evidenzia un saldo di +6,6, con una quota di aziende che ha visto crescere (30,9%) e rimanere stabile (44,8%) il proprio giro d’affari, mentre una situazione di difficoltà ha interessato un quarto delle imprese interpellate (24,3%). Un’analisi di dettaglio consente di osservare alcuni aspetti peculiari: -­‐ La dimensione d’impresa è un fattore discriminante nel generare risultati positivi. Le imprese più piccole (fono a 9 addetti) evidenziano un saldo fortemente negativo (-­‐11,9), mentre al crescere della struttura migliora l’indicatore fino a giungere a +39,4 per le colleghe con più di 50 occupati. -­‐ A livello territoriale le regioni che maggiormente segnalano saldi maggiormente positivi sono il Trentino Alto Adige (+25,0), il Veneto (+14,3) e il Piemonte (+10,0), mentre il Friuli Venezia Giulia (-­‐18,6) e la Liguria (-­‐17,2) nel 2013 hanno segnato il passo. -­‐ I settori che raccolgono un fatturato più cospicuo sono quelli delle bevande (+16,6) e della lavorazione della frutta e ortaggi (+10,9). Tab. 1 – Rispetto al 2012, quali sono stati nel 2013 gli andamenti di: (val. %) Fatturato Occupazione Costo materie prime Prezzi prodotti finiti AUMENTO 30,9 14,5 61,1 31,6 STABILE 44,8 71,5 33,0 61,1 DIMINUITO 24,3 14,0 5,9 7,3 SALDO +6,6 +0,5 +55,2 +24,3 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) 5 Tab. 2 – Rispetto al 2012, quali sono stati gli andamenti del fatturato nel 2013 (val. %) Fatturato CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 30,9 20,3 30,0 31,6 56,5 29,0 31,7 20,7 29,0 33,2 39,3 34,4 18,6 32,1 30,2 35,6 26,0 32,9 29,4 33,1 STABILE 44,8 47,5 46,2 49,2 26,4 45,4 46,6 41,4 43,9 45,6 46,4 45,5 44,2 44,4 44,4 39,7 54,1 39,6 45,6 50,4 DIMINUITO 24,3 32,2 23,8 19,2 17,1 25,6 21,7 37,9 27,1 21,2 14,3 20,1 37,2 23,5 25,4 24,7 19,9 27,5 25,0 16,5 SALDO +6,6 -­‐11,9 +6,2 +12,4 +39,4 +3,4 +10,0 -­‐17,2 +1,9 +12,0 +25,0 +14,3 -­‐18,6 +8,6 +4,8 +10,9 +6,1 +5,4 +4,4 +16,6 6 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) Un ulteriore elemento di discrimine è il grado di apertura sui mercati esteri. Le possibilità di crescita del fatturato, infatti, sono in stretta correlazione con questa dimensione. Abbiamo suddiviso l’universo campionario – utilizzando come proxi la quota percentuale di fatturato in relazione alla distribuzione delle vendite – in tre fasce: quelle che operano esclusivamente in Italia e non esportano (mercato domestico); chi ha una quota di export non superiore al 20% (apertura flebile); infine, quante esportano oltre il 20% della loro produzione (apertura sostenuta). Assumendo questa tripartizione, otteniamo che la metà delle imprese intervistate opera esclusivamente sul mercato domestico (50,9%), quindi è soggetta alle dinamiche del consumo interno. Un quarto delle aziende (24,3%) ha un’esposizione contenuta (apertura flebile) verso i mercati internazionali e una quota analoga (24,8%) evidenzia rapporti consolidati (apertura sostenuta). Tab. 3 – Fatturato e livello di apertura ai mercati esteri (val. %) Fatturato Aumentato Stabile Diminuito Totale Saldo MERCATO DOMESTICO 50,9 21,2 46,8 32,0 100,0 -­‐10,8 APERTURA FLEBILE (<20%) APERTURA SOSTENUTA (>20%) 24,3 24,8 41,0 41,2 38,9 46,5 20,1 12,3 100,0 100,0 +20,9 +28,9 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) Osservando il risultato del fatturato in rapporto al grado di apertura appare evidente come quanto maggiore è la possibilità di accedere ai mercati esteri, tanto più le performance economiche risultano positive. In modo speculare, il saldo di quante operano esclusivamente sul mercato domestico è pari a -­‐10,8, viceversa per chi si proietta all’esterno in modo “flebile” si attesta a +20,9 e quante in modo più “sostenuto” salgono a +28,9. 1.2
L’occupazione L’andamento dell’occupazione rappresenta un secondo indicatore di performance delle imprese. Il 2013 si chiude con una situazione di sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente: il saldo si colloca leggermente in campo positivo, con un +0,5, e con la grande maggioranza dei titolari intervistati (71,5%) che dichiara di avere mantenuto stabile i propri livelli occupazionali. Anche in questo caso, tuttavia, possiamo registrare alcune differenze significative: -­‐ Sono le imprese di dimensioni più contenute (fino a 9 addetti) a essere le uniche a segnalare un saldo pesantemente negativo (-­‐13,0), mentre tutte le altre classi dimensionali evidenziano esiti positivi via via crescenti in relazione alla strutturazione. Basti pensare che il 20,4% della aziende con oltre 50 dipendenti hanno assunto nel 2013. -­‐ Se il Veneto (+8,1) e il Trentino Alto Adige (+7,2) sono le realtà regionali con valori più positivi, il Friuli Venezia Giulia (-­‐16,6) e la Liguria (-­‐10,6) manifestano anche da questo punto di vista le situazioni più critiche. -­‐ I settori delle bevande (+6,5) e il lattiero-­‐caseario (+3,4) trainano positivamente la media delle performance agroindustriali, mentre la lavorazione della carne (-­‐3,7) e, soprattutto, la lavorazione della frutta e degli ortaggi (-­‐6,8) portano segni negativi. In quest’ultimo caso, evidentemente, ai risultati positivi in termini di fatturato, non hanno corrisposto effetti altrettanto favorevoli sotto il profilo dell’occupazione, segno probabile di processi di ristrutturazione all’interno del comparto. Come in precedenza, è possibile sottolineare una correlazione stretta fra il grado di apertura all’internazionalizzazione e saldi positivi per l’occupazione. Chi opera esclusivamente sul mercato domestico vede diminuire significativamente la propria 7 occupazione (-­‐10,4), viceversa chi ha un’apertura “sostenuta” (>20%) sui mercati esteri presenta un saldo largamente positivo (+10,6). Tab. 4 – Rispetto al 2012, quali sono stati gli andamenti dell'occupazione nel 2013 (val. %) AUMENTO STABILE DIMINUITO SALDO Occupazione 14,5 71,5 14,0 +0,5 CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 6,6 73,8 19,6 -­‐13,0 10-­‐19 addetti 17,4 71,2 11,4 +6,0 20-­‐49 addetti 16,8 71,9 11,3 +5,5 Oltre 50 addetti 20,4 65,5 14,1 +6,3 AREA TERRITORIALE Nord Ovest 15,3 70,7 14,0 +1,3 - Piemonte -­‐ VdA 16,8 71,5 11,7 +5,1 - Liguria 10,5 68,4 21,1 -­‐10,6 Lombardia 11,4 73,0 15,6 -­‐4,2 Nord Est 16,8 70,6 12,6 +4,2 - Trentino Alto Adige 16,1 75,0 8,9 +7,2 - Veneto 20,0 68,1 11,9 +8,1 - Friuli Venezia Giulia 2,4 78,6 19,0 -­‐16,6 Emilia Romagna 14,7 71,3 14,0 +0,7 SETTORE Lavorazione carne e pesce 10,5 75,3 14,2 -­‐3,7 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 11,0 71,2 17,8 -­‐6,8 Lattiero-­‐caseario 12,2 79,0 8,8 +3,4 Prodotti da forno, farinacei 16,2 67,6 16,2 +0,0 Altri prodotti alimentari 15,1 71,4 13,5 +1,6 Bevande 19,5 67,5 13,0 +6,5 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) 1.3
8 Il costo delle materie prime Il costo delle materie prime vede un aumento per quasi i due terzi degli intervistati (61,1%), generando un saldo complessivo pari a +55,2. Sono in particolare le imprese di più ridotta dimensione (fino a 9 addetti) a denunciare il peso maggior (saldo: +62,3) e quelle situate nelle regioni del Friuli Venezia Giulia (+74,3), della Liguria (+60,3) e del Piemonte (+59,5). In assoluto, il settore più penalizzato è il lattiero-­‐caseario (+71,5), mentre le bevande registrano l’incremento tendenziale inferiore (+45,5). Tab. 5 – Rispetto al 2012, quali sono stati gli andamenti del costo delle materie prime nel 2013 (val. %) Costo materie prime CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 61,1 66,5 60,9 57,0 58,0 67,1 66,7 67,2 61,2 59,3 57,1 56,4 76,7 58,1 56,3 56,8 72,9 61,0 64,3 52,0 STABILE 33,0 29,3 32,6 36,2 35,7 25,7 26,1 25,9 34,7 35,2 41,1 36,5 20,9 34,7 40,0 37,8 25,7 32,2 27,4 41,5 DIMINUITO 5,9 4,2 6,5 6,8 6,3 7,2 7,2 6,9 4,1 5,5 1,8 7,1 2,4 7,2 3,7 5,4 1,4 6,8 8,3 6,5 SALDO +55,2 +62,3 +54,4 +50,2 +51,7 +59,9 +59,5 +60,3 +57,1 +53,8 +55,3 +49,3 +74,3 +50,9 +52,6 +51,4 +71,5 +54,2 +56,0 +45,5 9 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) 1.4
Il prezzo dei prodotti finiti L’aumento dei costi delle materie prime si è riverberato solo parzialmente nei confronti dei prezzi dei prodotti finiti, mettendo in luce però strategie diverse fra le imprese agroalimentari. In generale, quasi due terzi degli interpellati hanno dichiarato d’aver mantenuto stabili i prezzi (61,1%) e poco meno di un terzo, invece, li ha aumentati (31,6%). Il saldo complessivo ammonta così a +24,3. Tuttavia, tale comportamento non è generalizzabile. Mentre il saldo fra quanti hanno aumentato e coloro che hanno diminuito si assesta a +22,9 per le imprese di più piccola dimensione (fino a 9 addetti), lo stesso sale a +32,2 fra quelle di taglia più grande (oltre 50 addetti). In altri termini, mentre le più piccole per mantenere il proprio mercato hanno ristretto i margini, già peraltro esigui come s’è potuto notare con i risultati sul fatturato, le più grandi hanno potuto essere più flessibili, fruendo di spazi maggiori in termini di distribuzione dei costi e utilizzando le economie di scala. Gli aumenti maggiori si registrano soprattutto in Trentino Alto Adige (+56,4), mentre proprio nelle due regioni che hanno dimostrato le performance meno positive (Friuli Venezia Giulia e Liguria) osserviamo il più basso incremento di prezzi: rispettivamente +16,6 e + 17,2. Relativamente ai settori, mentre quello dei prodotti da forno risulta avere meno di altri aumentato i prezzi sui prodotti (+15,7), le imprese ascrivibili alle bevande – le cui performance sono fra le migliori – hanno manifestato il saldo più elevato: +36,6. Tab. 6 – Rispetto al 2012, quali sono stati gli andamenti dei prezzi dei prodotti finiti nel 2013 (val. %) Prezzi prodotti finiti CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 31,6 30,1 28,7 33,0 39,2 28,9 30,5 22,4 28,9 34,6 56,4 31,6 21,4 33,6 30,4 37,3 38,5 22,0 34,1 43,1 STABILE 61,1 62,7 63,6 59,9 53,8 64,7 62,7 72,4 64,4 59,5 43,6 60,7 73,8 55,9 62,3 50,7 52,7 71,7 58,7 50,4 DIMINUITO 7,3 7,2 7,7 7,1 7,0 6,4 6,8 5,2 6,7 5,9 0,0 7,7 4,8 10,5 7,3 12,0 8,8 6,3 7,2 6,5 SALDO +24,3 +22,9 +21,0 +25,9 +32,2 +22,5 +23,7 +17,2 +22,2 +28,7 +56,4 +23,9 +16,6 +23,1 +23,1 +25,3 +29,7 +15,7 +26,9 +36,6 10 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) 1.5
Le scorte di magazzino e la liquidità aziendale Infine, ai titolari interpellati è stato chiesto di offrire un’indicazione sul livello di scorte di magazzino e sulla liquidità aziendale. Nel caso delle scorte di magazzino, quasi i nove decimi (89,4%) le considera normali senza che si registrino particolari differenziazioni all’interno del campione. L’unico aspetto di rilievo è il settore delle carni e pesci, dove si registra un livello di eccesso nelle scorte (10,1%) superiore alla media generale (5,8%). Invece, la liquidità aziendale è considerata normale dal 74,2% degli intervistati e insufficiente dal 23,3%. Qui si registrano significative diversità. Com’è facile intuire, il problema insiste maggiormente fra le più piccole (il 32,2% denuncia un’insufficienza di liquidità, contro l’11,9 di quelle con oltre 50 addetti). Ancora una volta, le imprese liguri (29,3%) e quelle friulane (33,3%) paiono più esposte alle difficoltà. Tab. 7 – Giudizio sul livello delle scorte di magazzino (val. %) IN ECCESSO 5,8 6,6 6,3 4,6 5,6 6,3 7,2 3,5 5,1 4,9 1,9 5,7 2,5 7,2 10,1 6,8 6,2 3,4 6,0 5,0 Scorte di magazzino CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande NORMALI 89,4 87,4 88,9 91,5 90,9 88,6 88,9 87,6 88,9 91,8 98,1 90,0 95,0 87,7 85,6 82,2 87,6 92,9 88,0 93,3 INSUFFICIENTI 4,8 6,0 4,8 3,9 3,5 5,1 3,9 8,9 6,0 3,3 0,0 4,3 2,5 5,1 4,3 11,0 6,2 3,7 6,0 1,7 11 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) Tab. 8 – Giudizio sul livello di liquidità aziendale (val. %) Liquidità CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande IN ECCESSO 2,5 2,4 3,4 1,0 3,5 1,3 1,7 0,0 0,9 2,0 5,4 1,4 0,0 5,4 1,6 1,3 0,7 1,4 3,9 7,3 NORMALI 74,2 65,4 72,7 80,6 84,6 73,4 74,3 70,7 77,3 72,6 76,7 73,2 66,7 73,3 77,5 78,7 78,6 70,2 72,9 74,8 INSUFFICIENTI 23,3 32,2 23,9 18,4 11,9 25,3 24,0 29,3 21,8 25,4 17,9 25,4 33,3 21,3 20,9 20,0 20,7 28,4 23,2 17,9 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) 1.6
La distribuzione, le vendite e gli incassi Come già anticipato abbiamo suddiviso le imprese intervistate in tre fasce: quelle che operano esclusivamente in Italia e non esportano (mercato domestico: 50,9%); chi ha una quota di export non superiore al 20% (apertura flebile: 24,3%); infine, quante esportano oltre il 20% della loro produzione (apertura sostenuta: 24,8%). Analizzando più in profondità il campione è possibile evidenziare i seguenti aspetti: -­‐ La dimensione dell’impresa incide fortemente sulla capacità di esposizione. Se poco più di un quarto (28,3%) delle imprese fino a 9 addetti si rapporta complessivamente con i mercati oltre confine, tale soglia cresce progressivamente fino a giungere al 79,7% fra quelle con oltre 50 dipendenti. Dunque, esiste una relazione diretta fra dimensione e capacità di internazionalizzazione. -­‐ La capacità di proiettarsi verso l’estero è particolarmente evidente nelle imprese agroindustriali del Trentino Alto Adige (64,3%), del Veneto (54,2%) e del Piemonte (51,9%). Viceversa, al contrario, quelle più dedite al mercato domestico sono rinvenibili in Liguria (60,3%) e in Friuli Venezia Giulia (73,8%). Tab. 9 – Livello di apertura ai mercati esteri (val. %) MERCATO DOMESTICO CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande 50,9 71,7 51,3 41,9 20,3 51,1 48,1 60,4 51,6 47,6 35,7 45,8 73,8 53,2 53,4 35,2 54,7 64,5 46,5 21,6 APERTURA FLEBILE (<20%) 24,3 14,6 26,3 30,6 28,0 20,3 19,7 22,4 26,4 27,0 41,1 25,7 14,3 22,3 34,6 27,0 26,7 19,9 21,5 23,2 APERTURA SOSTENUTA (>20%) 24,8 13,7 22,4 27,5 51,7 28,6 32,2 17,2 22,0 25,4 23,2 28,5 11,9 24,5 12,0 37,8 18,6 15,6 32,0 55,2 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) 12 Il settore delle bevande (78,4%) assieme a quello della lavorazione della frutta e ortaggi (64,8%) e degli altri prodotti alimentati (53,5%) conoscono la maggiore esposizione verso l’estero, mentre le imprese dei prodotti da forno (64,5%) vivono maggiormente del mercato domestico. Mediamente, l’83,3% della produzione delle imprese agroindustriali viene distribuito in Italia, il 10,6% nei paesi dell’UE e il 5,6% raggiunge nazioni al di fuori dell’UE. Ancora una volta, al mercato italiano guardano in particolare le imprese più piccole (fino a 9 addetti: 89,9%), mentre al crescere della dimensione il peso del mercato nazionale tende a diminuire (71,9% fra quelle con oltre 50 dipendenti), pur mantenendo comunque un ruolo di rilievo. Il mercato locale è particolarmente importante per le imprese liguri (88,1%) e friulane (91,1%), mentre incide relativamente in misura inferiore per quelle piemontesi (77,8%), trentine (79,9%) e venete (78,9%). E così pure per quelle dei settori della lavorazione della carne (90,8%) e dei prodotti da forno (88,9%). Tab. 10 – Distribuzione vendite 2013 per mercato di destinazione (media, val. %) -­‐
CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande ITALIA 83,8 89,9 84,5 80,1 71,9 81,7 77,8 88,1 85,0 80,8 79,9 78,9 91,1 85,2 90,8 77,2 86,3 88,9 79,6 63,6 UE 10,6 5,9 10,3 13,4 17,2 11,3 14,0 7,9 10,2 12,4 12,5 14,2 6,9 7,9 6,4 16,2 9,1 8,4 12,6 18,9 EXTRA UE 5,6 4,2 5,2 6,5 10,9 7,0 8,2 4,0 4,8 6,8 7,6 6,9 2,0 6,9 2,8 6,6 4,6 2,7 7,8 17,5 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) L’analisi delle vendite delle imprese agroindustriali mette in luce, una volta di più, le difficoltà dei consumi interni che attanagliano il nostro paese. Nel 2013 le imprese hanno registrato una diminuzione delle vendite in Italia (29,5%) superiore a quante segnalano un incremento (23,7%), portando così il saldo a -­‐5,8. Viceversa, le vendite all’estero mettono a segno un saldo pari a +39,6. Dunque, si conferma come l’export 13 costituisca l’ancora di salvezza per il sistema produttivo. Nel dettaglio, è possibile osservare come: -­‐ Le uniche dimensioni d’impresa che registrano un saldo positivo per le vendite sul mercato domestico siano quelle con oltre 50 addetti (+14,8), mentre tutte le altre portano davanti un segno negativo, soprattutto fra le più piccole (meno di 9 addetti: -­‐19,4). -­‐ Le regioni più penalizzate risultano ancora la Liguria (-­‐24,5) e il Friuli Venezia Giulia (-­‐19,1), mentre risentono di meno il Piemonte (+3,3) e il Trentino Alto Adige (+0,1). Tab. 11 – Nel 2013 qual è stato l'andamento di (val. %) AUMENTO 23,7 46,1 41,4 45,7 Vendite Italia Vendite all'estero (totale) Vendite UE Vendite extra UE STABILE 46,8 47,4 50,0 47,1 DIMINUZIONE 29,5 6,5 8,6 7,2 SALDO -­‐5,8 +39,6 +32,8 +38,5 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) Tab. 12 – L’andamento delle vendite in Italia nel 2013 (val. %) Vendite Italia CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 23,7 16,4 24,0 24,2 38,7 26,5 28,2 21,1 21,4 25,7 23,7 27,6 19,0 21,9 24,1 18,9 16,3 27,5 24,9 20,8 STABILE 46,8 47,8 48,0 48,7 37,4 43,6 46,9 33,3 48,2 44,0 52,7 42,0 42,9 50,8 48,2 43,3 58,5 42,4 45,0 48,4 DIMINUZIONE 29,5 35,8 28,0 27,1 23,9 29,9 24,9 45,6 30,4 30,3 23,6 30,4 38,1 27,3 27,7 37,8 25,2 30,1 30,1 30,8 SALDO -­‐5,8 -­‐19,4 -­‐4,0 -­‐2,9 +14,8 -­‐3,4 +3,3 -­‐24,5 -­‐9,0 -­‐4,6 +0,1 -­‐2,8 -­‐19,1 -­‐5,4 -­‐3,6 -­‐18,9 -­‐8,9 -­‐2,6 -­‐5,2 -­‐10,0 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) -­‐
Va sottolineato come i settori più penalizzati siano quelli della lavorazione della frutta e degli ortaggi (-­‐18,9) e soprattutto delle bevande (-­‐10,0), paradossalmente se si pensa alle ottime performance economiche. Segno che i consumi di bevande e 14 alcolici si sono ridotti in Italia, ma stiano conoscendo un’espansione sui mercati esteri. Per converso, considerando le vendite all’estero nel loro complesso, le condizioni si ribaltano. Come detto, il saldo è largamente positivo (+39,6) e mostra saggi di rilievo soprattutto per le imprese di più grandi dimensioni (oltre i 50 addetti: +51,3), del Piemonte (+49,4) del Veneto (+47,7). All’interno dei settori, spiccano quelle appartenenti alle bevande (+53,8) e al lattiero-­‐caseario (+50,0). Tab. 13 – L’andamento delle vendite all'estero in totale nel 2013 (val. %) Vendite all'estero (totale) CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 46,1 41,7 41,8 44,0 58,3 46,7 50,6 31,8 40,1 48,7 44,1 51,4 40,0 49,6 32,5 48,9 53,2 42,4 46,1 58,2 STABILE 47,4 50,0 51,0 51,1 34,7 49,5 48,2 54,6 50,7 46,8 52,9 44,9 50,0 42,3 59,1 40,0 43,6 52,8 45,3 37,4 DIMINUZIONE 6,5 8,3 7,2 4,9 7,0 3,8 1,2 13,6 9,2 4,5 3,0 3,7 10,0 8,1 8,4 11,1 3,2 4,8 8,6 4,4 SALDO +39,6 +33,4 +34,6 +39,1 +51,3 +42,9 +49,4 +18,2 +30,9 +44,2 +41,1 +47,7 +30,0 +41,5 +24,1 +37,8 +50,0 +37,6 +37,5 +53,8 15 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) Infine, ma non per importanza l’andamento degli incassi divide quasi egualmente il campione di imprese agroindustriali interpellate. Nel 2013 il 50,5% dichiara di registrare una situazione di sostanziale normalità e il corrispondente 49,5%, invece, denuncia ritardi. Una volta ancora, le più penalizzate sono le imprese di dimensioni contenute (fino a 9 addetti: 51,4). I settori che denunciano i maggiori ritardi sono quelli delle bevande (60,0%) e della lavorazione della carne (55,9%). Tab. 14 – L’andamento degli incassi nel 2013 (%) CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande NORMALI 50,5 48,6 50,6 48,7 59,6 49,8 46,9 58,6 52,7 44,1 45,3 44,5 39,5 56,4 44,1 53,5 56,9 53,0 52,8 40,0 IN RITARDO 49,5 51,4 49,4 51,3 40,4 50,2 53,1 41,4 47,3 55,9 54,7 55,5 60,5 43,6 55,9 46,5 43,1 47,0 47,2 60,0 16 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) Per offrire un indicatore di sintesi sulla condizione delle imprese agroindustriali vissuta nel 2013, abbiamo creato un indicatore di performance: IPER. Tale indicatore considera gli andamenti del fatturato, dell’occupazione, delle vendite in Italia e di quelle all’estero. In questo modo, è possibile identificare tre aree tendenziali: quella delle imprese che si trovano in una situazione “positiva”, le cui indicazioni sono tutte o in netta prevalenza di crescita; quella in “stazionarietà”, le cui indicazioni complessivamente stabili; quella “negativa”, dove prevalgono le espressioni, o sono totalmente, negative. In questo modo, nel 2013, poco più di un quarto (28,1%) delle imprese agroindustriali del Nord evidenzia una condizione di “positività“ (33,0%), il 52,4% di “stazionarietà” e il 19,7% di “negatività”. Analizzando questi esiti con le variabili di riferimento possiamo sottolineare i seguenti aspetti: -­‐ Le imprese a maggiore criticità sono le più piccole (saldo di -­‐11,5 fra quelle con meno 9 dipendenti), mentre tutte le altre classi dimensionali presentano risultati progressivamente positivi in proporzione alla struttura, per giungere a un saldo pari a +34,3 fra quelle con oltre 50 addetti. -­‐ Le regioni che dimostrano una particolare vivacità positiva sono il Piemonte (+14,5), il Trentino Alto Adige (+20,8), il Veneto (+17,0) e l’Emilia Romagna (+11,3). -­‐ Il settore delle bevande (+16,4) assieme a quello della lavorazione della frutta (+10,5) e degli altri prodotti alimentari (+10,2) raggiungono gli esiti più elevati. Incide anche il livello di esposizione sui mercati esteri: chi opera esclusivamente sul “mercato domestico” somma un saldo decisamente negativo (-­‐10,4). Viceversa, un’esposizione “flebile” già segna un +23,1 per raggiungere +27,5 per chi ha un’apertura “sostenuta”. Dunque, i consumi interni sono fiacchi e penalizzano le imprese che operano sul mercato domestico. Capacità di essere presenti sui mercati esteri e dimensioni d’impresa costituiscono i due fattori oggi favorevoli per ottenere buone performance economiche. Tab. 15 – Indice di Performance IPER (val. %) -­‐
CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande LIVELLO DI EXPORT Mercato domestico Apertura flebile (<20%) Apertura sostenuta (>20%) POSITIVO 28,1 17,5 27,9 28,8 48,9 28,4 31,0 20,8 22,3 32,6 34,0 33,5 23,3 29,2 25,9 29,9 23,4 29,6 27,8 31,9 18,5 38,1 35,0 STAZIONARIO 52,4 53,5 52,2 58,6 36,5 49,8 52,5 41,5 56,4 49,1 52,8 50,0 40,0 52,9 55,3 50,7 62,5 44,9 54,6 52,6 52,6 46,9 57,5 NEGATIVO 19,7 29,0 19,9 12,6 14,6 21,8 16,5 37,7 21,3 18,3 13,2 16,5 36,7 17,9 18,8 19,4 14,1 25,5 17,6 15,5 28,9 15,0 7,5 SALDO +8,4 -­‐11,5 +8,0 +16,2 +34,3 +6,6 +14,5 -­‐16,9 +1,0 +14,3 +20,8 +17,0 -­‐13,4 +11,3 +7,1 +10,5 +9,3 +4,1 +10,2 +16,4 -­‐10,4 +23,1 +27,5 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) 17 2. LE PREVISIONI: UNO SGUARDO AL PRIMO SEMESTRE 2014 È complicato fare previsioni in un contesto così incerto e mutevole. Ciò non di meno, gli imprenditori interpellati – pur considerando implicito un “ottimismo razionale” – consegnano una previsione moderatamente positiva. Anzi, rispetto a un 2013 chiuso con esiti generalmente positivi, paiono rilanciare per il primo semestre 2014. Se il consuntivo del fatturato 2013 si è chiuso con un’indicazione di saldo positiva (+6,6), la previsione di quello del primo semestre 2014 si attesta a +12,6. La stessa indicazione sul livello di occupazione, che nel 2013 giungeva a +0,5, oggi si colloca a +0,4. Quindi, si prevede una crescita del fatturato, ma in generale i livelli occupazionali rimarranno identici. Anche per quanto riguarda gli ordini, il trend appare positivo e il fatto che a crescere siano più che gli ordinativi dall’estero (+1,0), quelli del mercato domestico (+13,9), parrebbe indicare che gli imprenditori individuino – finalmente – qualche chance di risalita dei consumi interni. Anche le prospettive degli investimenti, seppure con qualche cautela, evidenziano un esito positivo (+9,8), benché modesto nella quantità d’imprese disposte a rilanciare il proprio sviluppo. Tab. 16 – Le previsioni nel primo semestre 2014 (val. %) Fatturato Occupazione Nuovi ordini Ordini estero Investimenti AUMENTO 26,3 6,8 24,3 21,8 21,9 STABILE 60,0 86,8 65,3 57,4 66,0 DIMINUZIONE 13,7 6,4 10,4 20,8 12,1 SALDO +12,6 +0,4 +13,9 +1,0 +9,8 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) All’interno di un quadro generale generalmente positivo, non possono mancare accenti diversi. Considerando le prospettive per il fatturato aziendale emergono alcune differenze significative. -­‐ La dimensione d’impresa gioca ancora un ruolo discriminante. Se va segnalato che anche le imprese più piccole (fino a 9 addetti) mettono a segno un saldo positivo (+1,8), al crescere della strutturazione aumenta la prospettiva positiva, fino a raggiungere +29,1 fra quelle con oltre 50 addetti. -­‐ Le regioni del Veneto (+18,2) e del Trentino Alto Adige (+16,1) risultano le più positive, mentre va segnalato che l’unica regione a distinguersi per una prospettiva leggermente negativa è il Friuli Venezia Giulia (-­‐2,3). -­‐ Le aziende dei settori della lavorazione della frutta (+21,6), delle bevande (+16,1) e dei prodotti da forno (+15,7) presentano una previsione migliore degli altri comparti. 18 Tab. 17 – Le previsioni per il primo semestre 2014 per il fatturato (val. %) Fatturato CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 26,3 19,8 27,4 27,6 35,5 27,3 27,8 25,9 24,4 28,5 25,0 31,7 16,7 24,8 17,4 35,1 23,6 28,4 26,9 29,7 STABILE 60,0 62,2 58,5 60,4 58,1 56,3 56,6 55,1 62,6 58,4 66,1 54,8 64,3 62,3 69,4 51,4 64,9 58,9 56,1 56,7 DIMINUZIONE 13,7 18,0 14,1 12,0 6,4 16,4 15,6 19,0 13,0 13,1 8,9 13,5 19,0 12,9 13,2 13,5 11,5 12,7 17,0 13,6 SALDO +12,6 +1,8 +13,3 +15,6 +29,1 +10,9 +12,2 +6,9 +11,4 +15,4 +16,1 +18,2 -­‐2,3 +11,9 +4,2 +21,6 +12,1 +15,7 +9,9 +16,1 19 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) I livelli occupazionali conoscono, invece, un maggior livello di stabilità: le imprese tendono ancora a non volersi sbilanciare, nonostante le previsioni positive sui fatturati. Ben l’86,8% degli interpellati pensa di mantenere gli assetti attuali, con un saldo prossimo allo 0 (+0,4). Solo le imprese più strutturate (oltre i 50 addetti) prevedono un leggero incremento dell’occupazione (+12,7), mentre un ulteriore segnale di difficoltà proviene da quelle più piccole (-­‐1,8: fino a 9 addetti; -­‐2,6: 10-­‐19 addetti). Per le imprese liguri (-­‐7,0) e soprattutto quelle friulane (-­‐16,6) la prospettiva è ancora di una riduzione del personale, pur avendo anche in queste due regioni una larga prevalenza di imprese che ritiene di non intaccare i livelli occupazionali (rispettivamente 86,0% e 78,6%). Se i settori delle bevande (+7,5) e della lavorazione della frutta (+4,1) ipotizzano un leggero incremento di occupati, quelli della lavorazione della carne (-­‐2,6) e dei prodotti da forno (-­‐2,0) immaginano ancora una leggera riduzione. Tab. 18 – Le previsioni per il primo semestre 2014 per l'occupazione (val. %) Occupazione CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 6,8 5,4 5,4 6,2 14,8 8,0 9,4 3,5 4,4 8,6 10,7 9,3 2,4 6,5 3,2 12,3 3,4 6,9 7,9 10,8 STABILE 86,8 87,4 86,6 87,9 83,1 86,2 86,2 86,0 90,8 82,5 78,6 83,9 78,6 87,7 91,0 79,5 92,5 84,2 86,2 85,9 DIMINUZIONE 6,4 7,2 8,0 5,9 2,1 5,9 4,4 10,5 4,7 8,9 10,7 6,8 19,0 5,8 5,8 8,2 4,1 8,9 5,9 3,3 SALDO +0,4 -­‐1,8 -­‐2,6 +0,3 +12,7 +2,1 +5,0 -­‐7,0 -­‐0,3 -­‐0,3 +0,0 +2,5 -­‐16,6 +0,7 -­‐2,6 +4,1 -­‐0,7 -­‐2,0 +2,0 +7,5 20 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) L’acquisizione di nuovi ordini registra un significativo balzo positivo. A una diminuzione prevista dal 10,4% degli interpellati, fa riscontro un 24,3% che prevede un incremento, portando così il saldo a +13,9. Se questo esito interessa, seppur di poco, anche le imprese più piccole (fino a 9 addetti: +3,9), al crescere della dimensione aumentano anche le prospettive positive: quelle con oltre 50 dipendenti raggiungono un saldo pari a +25,2. In tutte le regioni si segnalano esiti positivi con un picco in Veneto il cui saldo si attesta a +31,1. L’unico saldo negativo si registra in Friuli Venezia Giulia con -­‐19,1. Considerando i settori, se la lavorazione della carne registra il dato positivo più basso (+6,3), quello delle bevande (+22,5) appare quello più effervescente. Tab. 19 – Le previsioni per il primo semestre 2014 per i nuovi ordini (val. %) Nuovi ordini CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 24,3 16,8 24,5 30,0 28,7 25,6 19,0 23,9 21,9 31,1 17,9 39,8 7,1 19,2 17,9 30,7 22,6 21,4 27,9 33,3 STABILE 65,3 70,3 63,9 60,6 67,8 65,0 67,2 65,6 68,6 57,4 73,2 51,5 66,7 70,3 70,5 57,3 69,2 67,8 62,9 55,9 DIMINUZIONE 10,4 12,9 11,6 9,4 3,5 9,4 13,8 10,5 9,5 11,5 8,9 8,7 26,2 10,5 11,6 12,0 8,2 10,8 9,2 10,8 SALDO +13,9 +3,9 +12,9 +20,6 +25,2 +16,2 +5,2 +13,4 +12,4 +19,6 +9,0 +31,1 -­‐19,1 +8,7 +6,3 +18,7 +14,4 +10,6 +18,7 +22,5 21 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) Come anticipato, le previsioni per gli ordini dall’estero appaiono mediamente più modeste (saldo a +1,0), tuttavia nascondono situazioni molto diverse e, ovviamente, in relazione all’esposizione sui mercati esteri. Così, mentre le imprese più piccole (fino a 9 addetti) segnano un saldo fortemente negativo (-­‐14,7), quelle più grandi (oltre 50 addetti) prevedono possibilità di incremento ulteriore (+22,0). Ancora una volta, le imprese liguri (-­‐11,0) e friulane (-­‐20,0) appaiono quelle più penalizzate, così come quelle dei settori della lavorazione della carne (-­‐12,7) e dei prodotti da forno (-­‐7,5). Viceversa, il settore delle bevande (+23,9) prevede un incremento degli ordini esteri significativo. Tab. 20 – Le previsioni per il primo semestre 2014 per gli ordini dall'estero (val. %) Ordini estero CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 21,8 12,4 22,9 28,0 27,0 24,2 28,0 14,5 21,9 23,2 17,6 27,2 6,7 17,9 15,8 29,0 22,1 14,6 26,0 35,0 STABILE 57,4 60,5 55,5 50,9 68,0 54,5 52,3 60,0 57,3 56,9 68,7 52,4 66,6 60,6 55,7 56,5 57,4 63,3 53,7 53,9 DIMINUZIONE 20,8 27,1 21,6 21,1 5,0 21,3 19,7 25,5 20,8 19,9 13,7 20,4 26,7 21,5 28,5 14,5 20,5 22,1 20,3 11,1 SALDO +1,0 -­‐14,7 +1,3 +6,9 +22,0 +2,9 +8,3 -­‐11,0 +1,1 +3,3 +3,9 +6,8 -­‐20,0 -­‐3,6 -­‐12,7 +14,5 +1,6 -­‐7,5 +5,7 +23,9 22 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) Il quadro delle previsioni degli investimenti segnala alcuni elementi d’interesse. Il saldo si attesta generalmente a +9,8, con un quinto delle imprese (21,9%) che ipotizza un loro aumento nel primo semestre del 2014. Se le più piccole (fino a 9 addetti) si presentano in difficoltà su questo versante (-­‐1,2), al crescere della dimensione la propensione aumenta fino a giungere a +24,5 fra le più grandi (oltre 50 dipendenti). Sotto questo profilo, è interessante osservare come le imprese della regione Friuli Venezia Giulia, che nelle indicazioni precedenti dimostravano significative condizioni di sofferenza, risultino quelle più propense a realizzare investimenti per la competitività delle proprie aziende (+14,3), quasi a voler recuperare lo svantaggio accumulato. I prodotti da forno (+11,4), gli altri prodotti alimentari (+13,2) e le bevande (+12,7) sono i settori dove maggiormente si manifestano le intenzioni di incrementare gli investimenti. Non è secondario sottolineare come esista un connubio molto forte fra apertura ai mercati esteri e propensione a realizzare investimenti. Se, fra le imprese che operano esclusivamente sul mercato domestico, tale previsione ottiene un saldo pari a +0,3. Osservando quelle che, invece, operano anche con i mercati esteri, il saldo raggiunge +20,1 fra quante hanno un’apertura “flebile” e +18,8 fra le “sostenute”. Quindi, l’esposizione sui mercati esteri “obbliga” a investire se si vuole aumentare la propria competitività. Tab. 21 – Le previsioni per il primo semestre 2014 per gli investimenti (val. %) Investimenti CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 10-­‐19 addetti 20-­‐49 addetti Oltre 50 addetti AREA TERRITORIALE Nord Ovest - Piemonte -­‐ VdA - Liguria Lombardia Nord Est - Trentino Alto Adige - Veneto - Friuli Venezia Giulia Emilia Romagna SETTORE Lavorazione carne e pesce Lavorazione frutta, ortaggi, oli Lattiero-­‐caseario Prodotti da forno, farinacei Altri prodotti alimentari Bevande AUMENTO 21,9 15,9 22,5 23,8 30,1 23,3 25,3 17,2 19,2 22,4 20,4 22,8 23,8 22,8 21,6 18,7 17,4 21,1 25,6 23,7 STABILE 66,0 67,0 66,5 64,8 64,3 64,4 63,5 67,3 70,4 64,7 61,1 65,5 66,7 64,0 63,7 66,6 68,7 69,2 62,0 65,3 DIMINUZIONE 12,1 17,1 11,0 11,4 5,6 12,3 11,2 15,5 10,4 12,9 18,5 11,7 9,5 13,2 14,7 14,7 13,9 9,7 12,4 11,0 SALDO +9,8 -­‐1,2 +11,5 +12,4 +24,5 +11,0 +14,1 +1,7 +8,8 +9,5 +1,9 +11,1 +14,3 +9,6 +6,9 +4,0 +3,5 +11,4 +13,2 +12,7 23 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) Come in precedenza, per ottenere una valutazione di sintesi sulle prospettive future delle imprese agroindustriali, abbiamo costruito un indicatore di fiducia (IF) fondato sulle previsioni circa il fatturato, i livelli occupazionali, l’acquisizione di nuovi ordini, gli ordinativi dall’estero, gli investimenti. Sono state così individuate tre aree prevalenti. La prima identifica un sostanziale “ottimismo”, dove le previsioni sono tutte o in larga prevalenza di aumento: tale area raccoglie il 26,0% delle imprese. La seconda è l’area della “stabilità”, dove gli imprenditori ritengono di non variare gli assetti attuali, e aggrega il 59,8% dei titolari. Infine, l’area dei “pessimisti” ovvero di quanti ritengono di conoscere un totale o parziale diminuzione degli assetti per l’impresa: 14,2%. Nel complesso, il saldo risulta essere pari a +11,8. Come in precedenza, considerando in modo più analitico le risposte, possiamo individuare alcune fratture di rilievo nell’universo delle imprese agroindustriali del Nord interpellato: -­‐ Una volta di più, la dimensione d’impresa gioca un ruolo fondamentale. Le unità più piccole (fino a 9 addetti) evidenziano un saldo negativo di -­‐3,8, ma esso passa in campo positivo già nella classe di addetti immediatamente superiore per salire progressivamente fino a giungere a +28,8 fra quelle con oltre 50 addetti. -­‐ Le regioni del Veneto (+21,1) e del Piemonte (+18,6) esprimono un più elevato tasso di fiducia nelle prospettive a breve termine. -­‐
Dal punto di vista dei settori, quello delle bevande (+25,5) svetta su tutti gli altri, mentre le imprese appartenenti al settore della lavorazione della carne appaiono le più critiche (+1,2). Tab. 22 – Indice generale di Fiducia IF (val. %) AREA OTTIMISMO AREA STABILITÀ AREA PESSIMISMO 26,0 59,8 14,2 CLASSE DIMENSIONALE Fino a 9 addetti 16,4 63,4 20,2 10-­‐19 addetti 25,9 60,9 13,2 20-­‐49 addetti 33,0 52,6 14,4 Oltre 50 addetti 32,4 64,0 3,6 AREA TERRITORIALE Nord Ovest 28,1 56,2 15,7 - Piemonte -­‐ VdA 32,1 54,4 13,5 - Liguria 17,0 60,4 22,6 Lombardia 22,6 64,1 13,3 Nord Est 31,3 53,8 14,9 - Trentino Alto Adige 21,6 66,6 11,8 - Veneto 35,4 50,3 14,3 - Friuli Venezia Giulia 21,4 53,6 25,0 Emilia Romagna 22,0 64,7 13,3 SETTORE Lavorazione carne e pesce 21,6 58,0 20,4 Lavorazione frutta, ortaggi, oli 30,4 55,1 14,5 Lattiero-­‐caseario 21,5 65,3 13,2 Prodotti da forno, farinacei 24,7 61,8 13,5 Altri prodotti alimentari 26,8 59,6 13,6 Bevande 36,0 53,5 10,5 LIVELLO EXPORT Mercato domestico 13,7 64,2 22,1 Apertura flebile (<20%) 30,8 62,2 7,0 Apertura sostenuta (>20%) 41,7 49,8 8,5 INDICE PERFORMANCE IPER Positivo 46,5 48,0 5,5 Stazionario 20,1 67,0 12,9 Negativo 10,0 57,2 32,8 SALDO +11,8 -­‐3,8 +12,7 +18,6 +28,8 +12,4 +18,6 -­‐5,6 +9,3 +16,4 +9,8 +21,1 -­‐3,6 +8,7 +1,2 +15,9 +8,3 +11,2 +13,2 +25,5 -­‐8,4 +23,8 +33,2 +41,0 +7,2 -­‐22,8 24 Fonte: Community Media Research -­‐ FriulAdria Crédit Agricole, aprile 2014 (n. casi: 1.149) -­‐
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L’esposizione sui mercati esteri, al pari della dimensione, condiziona fortemente le prospettive. Chi opera sul mercato domestico denuncia ancora, in prevalenza, un orientamento negativo. Nonostante il 64,2% nel complesso preveda una situazione di stabilità, il saldo risulta comunque negativo (-­‐8,4). Viceversa, l’apertura ai mercati esteri fa vedere in modo più roseo le prospettive sia per quanti hanno una proiezione “flebile” (+23,8), sia soprattutto per i “sostenuti” (+33,2). Infine, incrociando l’indice IF (Indice di Fiducia) con quello di performance (IPER) possiamo verificare come anche fra le imprese agroindustriali si stia generando un effetto di polarizzazione. Quelle aziende che non hanno avuto un risultato complessivamente positivo nel 2013, manifestano una minore positività nei confronti delle prospettive: il saldo è negativo e risulta pari a -­‐22,8. Viceversa, quanto migliorano le performance, in proporzione migliorano anche le previsioni che risultano ottenere un saldo di +41,0 fra gli imprenditori che hanno visto crescere la propria azienda nel 2013. 25 3. APPENDICE 3.1
NOTA METODOLOGICA Il Monitor sulle imprese agroindustriali del Nord Italia è stato progettato e realizzato da Community Media Research (CMR), per FriulAdria Crédit Agricole, in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e la Regione Veneto. L’indagine si è svolta nel periodo 28 marzo – 24 aprile 2014. Sono state intervistate 1.149 imprese estratte in modo rappresentativo dall’anagrafe di Infocamere e appartenenti ai seguenti comparti: lavorazione delle carni; lavorazione del pesce; frutta-­‐ortaggi; bevande; oli-­‐grassi; lattiero-­‐caseario; granaglie; prodotti da forno; alimenti animali e altri prodotti alimentari. Inoltre, si è considerato l’ambito territoriale delle regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna. Il campione così estratto ha assicurato un tasso di copertura dell’universo pari a circa il 20%. Al fine di uniformare il campione ai dati Istat (2014) sull’universo di riferimento, le eventuali distorsioni sono state bilanciate in fase di elaborazione post-­‐rilevazione attraverso procedure di ponderazione che hanno tenuto in considerazione le variabili di stratificazione campionaria sopra citate. L’indagine si è svolta tramite interviste telefoniche realizzate con il sistema C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interviewing) e interviste realizzate via web con il sistema C.A.W.I. (Computer Assisted Web Interviewing). Le interviste sono state realizzate dalla società di rilevazione Questlab srl di Venezia Mestre. Daniele Marini ha impostato, progettato e diretto la ricerca. 26 3.2
RISULTATI Quante persone lavorano nella sua azienda? < 9 addetti 29,3 10-­‐19 addetti 31,0 20-­‐49 addetti 27,2 > 50 addetti 12,5 In base all'ultimo bilancio approvato, qual è il fatturato della sua impresa: < 2 mln € 45,8 2,1-­‐4 mln € 17,5 4,1-­‐6 mln € 7,7 6,1-­‐10 mln € 8,8 10,1-­‐25 mln € 9,2 25,1-­‐50 mln € 5,8 > 50 mln € 5,1 Nel corso del 2013 come si sono distribuite le vendite in percentuale tra Italia, UE e paesi extra-­‐UE? Italia 83,8 Paesi UE 10,6 Paesi extra UE 5,6 Rispetto al 2012, nel 2013 quali sono stati gli andamenti di: Aumento Stabile Diminuito Fatturato 30,9 44,8 24,3 Occupazione 14,5 71,5 14,0 Costo materie prime 61,1 33,0 5,9 Prezzi prodotti finiti 31,6 61,1 7,3 E come giudica i livelli delle scorte di magazzino e la liquidità aziendale nel corso del 2013? In eccesso Normali Insufficienti Scorte di magazzino 5,8 89,4 4,8 Liquidità aziendale 2,5 74,2 23,3 Nel 2013, quale è stato l’andamento di: Aumento Stabile Diminuzione Vendite in Italia 23,7 46,8 29,5 Vendite all’estero in totale 46,1 47,4 6,5 Vendite ai Paesi UE 41,4 50,0 8,6 Vendite ai Paesi extra UE 45,7 47,1 7,2 Sempre nel 2013, come sono risultati gli incassi rispetto ai termini di pagamento pattuiti? Normali 50,5 In ritardo 49,5 Rispetto al periodo gennaio-­‐giugno 2013, quali saranno nei prossimi sei mesi del 2014 gli andamenti: Aumento Stabile Diminuzione Fatturato dell’azienda 26,3 60,0 13,7 Occupazione 6,8 86,8 6,4 Acquisizione nuovi ordini 24,3 65,3 10,4 Ordini dall’estero 21,8 57,4 20,8 Investimenti 21,9 66,0 12,1 27