Data: mercoledì 11 giugno 2014 Testata: CORRIERE DEL TRENTINO Pagina: 1 - 3 Istruzione I nodi La polemica L’Usb contesta l’accordo L’Unione sindacale di base (settore scuola) critica il protocollo firmato dalla Provincia con i sindacati (ad eccezione di Uil e Gilda). Ezio Casagranda contesta, in particolare, il metodo usato («Le argomentazioni usate dai firmatari del protocollo hanno tutte la stessa radice politica. Sostituire la lotta con la concertazione») e merito: «Riteniamo che rinunciare a lottare per difendere i lavoratori esponga il sindacato ad accordi al ribasso, difficili da difendere senza cedere in contraddizione». Nel mirino è soprattutto la posizione della Cgil. Formazione Iorfida: «Tutta propaganda». Cgil, Cisl, Uil e Gilda bocciano Stazione Futura: «Gli studenti non possono valutare i docenti» Settimana corta a scuola, sindacati scettici Galli e Di Fiore: «Sul personale non si risparmia». Mazzacca: «Serve un confronto» TRENTO — Settimana corta a scuola? I sindacati del settore accolgono le intenzioni annunciate dal presidente della Provincia Ugo Rossi (Corriere del Trentino di ieri) con scetticismo. Cgil, Cisl, Uil e Gilda non solo non si dicono convinti dell’opportunità di condensare le lezioni sui primi cinque giorni della settimana, ma accolgono con qualche dubbio anche la proposta dei ragazzi di Stazione Futuro di lasciare agli studenti il compito di valutare i propri docenti. «Non una riforma, ma innovazione per blocchi»: questo il piano d’azione del governatore. Che Pietro Di Fiore, segretario della Uil Scuola, accoglie criticamente: «Alle scuole secondarie, medie e superiori, prevedere un giorno di meno in settimana significa riempire i pomeriggi ai ragazzi e rendere più difficile lo studio a casa. Non credo che questa sia una buona cosa in termini di offerta formativa. Poi la competenza è del presidente, forse dovrebbe presentare il cambiamento alle famiglie». Di Fiore parla poi dell’aspetto più prettamente sindacale: «La scuola può essere su cinque giorni, ma il personale Ata e i docenti rimangono su sei. Non credo ci sarebbe un risparmio sul personale, tutt’al più sull’energia e il riscaldamento». Favorevole al trilinguismo («A patto che tutti i progetti Clil siano messi in legittimità»), il segretario della Uil Scuola riprende poi la proposta di Stazione Futuro: «Siamo d’accordissimo, ci deve essere una rendicontazione del lavoro. Ma, attenzione, la valutazione deve essere finalizzata ad aumentare la qualità dell’offerta didattica, non a mettere gradi ai professori». «Usiamo il quinto anno per fare corsi post-diploma e di indirizzo per l’università», dichiara Di Fiore riguardo la professionalizzazione. Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Critici Stefania Galli (Cisl) e Pietro Di Fiore (Uil) (foto Rensi) Secondo Isaia Iorfida (Gilda), invece, «quello della settimana corta è un falso problema»: «Buona parte delle scuole trentine già adottano quest’orario e funziona. Accade ad esempio al Pozzo. Così il sabato diventa per tutti i docenti il giorno libero e si eliminano i favori dei dirigenti ad alcuni insegnanti». «È solo propaganda — prosegue Iorfida —, vogliamo vedere i fatti nella contrattazione. Io lascerei comunque libertà alle singole scuole sul da farsi. Altrimenti si rischia di imporre una riforma, come quella delle ore da 50 minuti, non gradita da tutti». Sulla valutazione il rappresentante di Gilda non si dice contrario di principio, ma solleva un’obiezione: «Essere valutati dagli studenti potrebbe portare a una forma di ricatto. La professionalità va misurata da pari: la scuola non è un’azienda». Convinto che la formazione professionale dopo il quarto anno sia «uno sbocco naturale», Iorfida si preoccupa soprattutto della contrattazione in corso con Apran. «Quelli proposti da Rossi — dichiara Cinzia Mazzacca, segretario della Flc Cgil — sono tutti punti caldi. Chiederemo di poter entrare nel merito per poter- ne discutere. Non vogliamo su- settimana corta: «Fare la scuola bire le decisioni, ma portare il di cinque giorni potrà forse pornostro contributo». «Quando si tare a un risparmio nella gestioparla di riorganizzazione dell’of- ne degli immobili, ma la conciferta sul territorio — ricorda — liazione dei tempi scuola-famibisogna pensare a chi sta for- glia dipende sempre dal lavoro nendo servizio, personale Ata, dei genitori. Se non sono messi docenti, tecnici e amministra- in gioco gli organici Ata e dozione. La riorganizzazione deve centi ci si può comunque ragioessere fatta tenendo conto di nare da qui al 2018. La valutachi lavora. La settimana corta, non è La posizione impossibile già adesso, ma passa Il sindacato al governatore Rossi attraverso il colle«La scuola non è un’azienda gio docenti che deNecessaria libertà d’insegnamento» libera. È una scelta degli istituti. Il Don Milani di Rovereto la pratica già, ma è stata zione proposta dai ragazzi può una scelta pensata a lungo coin- essere comunque uno spunto volgendo il personale. Non può su cui lavorare, ma non si può essere una scelta calata dall’al- certo proporre di valutare la docenza, quanto semmai la propoto». Stefania Galli (Cisl Scuola), sta formativa della scuola riinfine, non si mostra entusiasta spetto alle aspettative». Marta Romagnoli della possibilità di una valutazione degli studenti, né della © RIPRODUZIONE RISERVATA Cgil, Cisl e Uil: serve un confronto. Bottamedi contro Rossi: le priorità sono altre Scuola, stop dei sindacati Settimana corta, molte perplessità. Affondo dei grillini TRENTO — I sindacati sono scettici sull’intenzione, annunciata dal governatore Rossi, di applicare la settimana corta a scuola. «Sul personale non si può risparmiare» avvertono i sindacati, critici anche sulle proposte di Stazione Futuro. «Le priorità sono altre» osserva anche Bottamedi (5 stelle). A PAGINA 3 Papayannidis, Romagnoli
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