anno XXV numero 6 giugno 2014 TORINO MEDICA comunicazione informazione formazione LA RIVISTA DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI TORINO LA “TRE GIORNI DI TORINO” PER IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEI MEDICI Sommario La Rivista è inviata a tutti gli iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Torino e provincia e a tutti i Consiglieri degli Ordini d’Italia. 4 6 numero 6 giugno 2014 anno XXV numero 6 giugno 2014 TORINO MEDICA comunicazione informazione formazione LA RIVISTA DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI TORINO LA “TRE GIORNI DI TORINO” 16 18 PER IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEI MEDICI In copertina: Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, il Sindaco di Torino, Piero Fassino e Amedeo Bianco, Presidente dell’OMCeO della provincia di Torino e della FNOMCeO. “Sabato 17 maggio, giornata dell’evento torinese dedicata al workshop “Deontologia e Professione: innovare per migliorare”, è iniziata con il caloroso saluto del Presidente della Provincia e del Sindaco di Torino. Nel ricambiare il saluto, Amedeo Bianco ha detto: “Questo è un codice che mette al centro un’idea di Medicina che ha a cuore la tutela della salute. È inoltre un Codice che si pronuncia con coraggio su nuove tematiche in ragione dei principi fondamentali che ci guidano: la tutela della salute, la tutela della vita, il rispetto dei diritti civili ed etici delle persone”.” Direzione, Redazione Corso Francia 8 10143 Torino Tel. 011 58151.11 r.a. Fax 011 505323 [email protected] www.omceo.to.it Presidente Amedeo Bianco Vice Presidente Guido GIUSTETTO Segretario Ivana GARIONE 20 28 prima pagina Editoriale Propaganda e salute Mario Nejrotti prima pagina Tribuna La “Tre giorni di Torino” per il nuovo Codice Deontologico dei medici Nicola Ferraro Niente panico da p.o.s. Roberto Longhin Il dedalo Scompenso cardiaco acuto: oltre 1.500 casi ogni anno a Torino Nicola Ferraro Pierpaolo Berra Incidentaloma surrenalico: una malattia della tecnologia moderna Nicola Ferraro Pierpaolo Berra 22 Tesoriere Guido REGIS Consiglieri Domenico BERTERO Tiziana BORSATTI Emilio CHIODO Riccardo DELLAVALLE Ezio GHIGO Anna Rita LEONCAVALLO Elsa MARGARIA Aldo MOZZONE 26 30 32 45 La ricerca in Provincia Helicobacter pylori causa di disturbi in gravidanza Nicola Ferraro Pierpaolo Berra Le nostre radici Il dott. Guglielmo Vigada parla ai suoi giovani colleghi Nicola Ferraro RUBRICHE In libreria Bisturi rosso I servizi dell’Ordine Comunicati Corsi e congressi in pillole CONGRESSI Cultura Tra terra e cielo: quando il popolo si faceva dottore Nicola Ferraro Pierpaolo Berra Medical humanities, una rivoluzione Nicola Ferraro Renato TURRA Roberto VENESIA Rosella ZERBI Patrizia BIANCUCCI (Od.) Gianluigi D’AGOSTINO (Od.) Bartolomeo GRIFFA (Od.) Commissione Odontoiatri Gianluigi D’AGOSTINO Presidente Patrizia BIANCUCCI Claudio BRUCCO Bartolomeo GRIFFA Paolo ROSATO Revisori dei Conti Riccardo FALCETTA Presidente Carlo FRANCO Angelica SALVADORI Vincenzo MACRÌ Supplente TORINO MEDICA Direttore: Amedeo Bianco Direttore responsabile: Mario Nejrotti Caporedattore: Nicola Ferraro Aut. del Tribunale di Torino n. 793 del 12-01-1953 Concessionaria esclusiva di pubblicità: SGI Srl Via Pomaro 3-10136 Torino Tel. 011 359908 / 3290702 - Fax 011 3290679 - e-mail: [email protected] - www.sgi.to.it Grafica e Design SGI Srl Stampa La Terra Promessa Onlus NOVARA Chiuso in redazione il 27 giugno 2014 GIUGNO 2014 3 prima pagina Editoriale a cura di Mario Nejrotti PROPAGANDA E SALUTE PROPAGANDA O INFORMAZIONE? Spesso le conseguenze negative di un’azione non stanno nell’azione in sé, ma nelle intenzioni di chi la compie e nell’effetto che può avere sul gruppo a cui è diretta. La propaganda di un prodotto, di un’azione o di un’idea, non è dannosa di per sé ed è un modo per far conoscere l’oggetto per cui si ha un interesse. I confini tra informazione e propaganda stanno nello scopo del soggetto che la svolge. L’informazione è obiettiva e prende in considerazione i pro e i contro dell’oggetto che si sta esaminando. Quasi sempre è svolta da terzi rispetto ai creatori o sostenitori. La propaganda no. È certo troppo chiedere ad un inventore, a un produttore, a un piazzista che ci elenchi oggettivamente i pregi e i difetti di ciò per cui ha speso entusiasmo, energia, tempo e da cui spesso dipende la sua sopravvivenza economica. Per chi è coinvolto è valido il detto popolare: “Ogni scarrafone è sempre bello a mamma soja”. Fin qui tutto bene. Da una parte c’è chi fa propaganda per ottenere 4 GIUGNO 2014 la diffusione di ciò in cui crede, dall’altra c’è chi ascolta, che dovrebbe avere la maturità e l’equilibrio per distinguere le iperboli del messaggio dal vero valore dell’oggetto o del pensiero. Quindi propaganda, comunicazione commerciale, pubblicità sono sostanzialmente dei mezzi per far conoscere un prodotto, qualunque esso sia. I pubblicitari sostengono che quando vuoi vendere, tutto è uguale: fede, mortadella, politica. L’unica cosa che conta è convincere a comprare o a compiere un’azione: tutti i mezzi sono leciti, tranne quelli illeciti, ma nell’universo del marketing i confini tra i primi e i secondi sono sempre più sfumati. Le televisioni sono invase da migliaia di messaggi di propaganda e anche la rete è ormai un veicolo indispensabile per vendere. PROPAGANDA E REALTÀ Guardando gli spot commerciali o politici o religiosi ci si rende conto, dai prodotti di consumo ai suggerimenti per la destinazione del 5 per 1000, che tutti vogliono conquistare una fetta di potere o di mercato sempre più grande. I fini possono essere più o meno nobili, ma mirano comunque e solo a far sì che il pubblico si convinca a “comprare” quanto viene presentato, millantandone proprietà sempre più mirabolanti. Gli spot commerciali preoccupano per la realtà che rappresentano e per le corde che vengono toccate per ottenere lo scopo. Se si rimane una sera davanti alla televisione, traspare dalle immagini dei frequentissimi “stacchi pubblicitari”, una famiglia Rossi che si alza al mattino, sempre piena di gioia e di energia, tutta sorrisi e scherzetti. Si ritrova per incominciare la giornata in una splendida cucina piena di sole, di un’abitazione singola, a due piani con le finestre a est, che si aprono su un giardino fiorito, dove è sempre maggio. I figli, belli e allegri, nella loro età indefinitamente adolescenziale, brandiscono gli iPhone, di una potenza mai vista. Il padre sa che lo aspetta in fondo al vialetto il suo suv, che, se renderà la famiglia felice, “lui di più”. Alla mamma spetta la spesa al supermercato, il cui gestore si è alzato all’alba per ribassare i prezzi dei prodotti essenziali, che a loro, pur benestanti, sono indispensabili per sopravvivere fino alla fine del mese. Questo dilatarsi di una realtà fasulla, sempre più mistificata per rendere il messaggio più accattivante, più invasivo dello spazio mentale dei consumatori, non è salutare. Il contrasto tra la città dei sogni, dei desideri senza limiti e la dura vita di un pianeta in crisi profonda, dove la povertà è statisticamente la norma e il benessere è un privilegio strappato ad altri, è deleterio. Quando a migrare verso l’Italia due decenni fa erano essenzialmente gli albanesi, la spinta ad affrontare i rischi di un viaggio senza certezze era proprio generata dalle immagini della televisione, captata di straforo. Si potrà obiettare che il commercio e i prodotti non possono essere costretti in regole limitanti, pena una riduzione dei consumi e una recessione ancora più galoppante. Questa obiezione ha il suo fondamento, ma una riflessione su un punto di equilibrio tra sviluppo economico e danni collaterali dovrà essere seriamente fatta, prima che questi diventino irreversibili. SALUTE, POLITICA E RELIGIONE SONO PRODOTTI? La prima riflessione riguarda proprio la salute dell’organismo di ciascuno di noi. È essa una merce che va promossa con le regole della propaganda senza limiti? Si possono pubblicizzare panacee di ogni tipo senza alcun reale controllo sul benessere fisico e psichico che veramente procurano? Possono essere reclamizzati prodotti cosiddetti naturali che riportano le conoscenze della società a prima del metodo scientifico e che vantano capacità benefiche dal sapore magico? In questo caso la prudenza e la necessità di pro- teggere un bene primario impongono vigilanza sulla promozione dei prodotti attinenti alla salute e il controllo dovrebbe poter essere fatto a prescindere dalla salvaguardia della libertà commerciale. Ancora due campi della “propaganda” meritano di essere guardati con un occhio critico. È vero che i programmi politici ed economici degli Stati debbono essere conosciuti e che le persone che li rappresentano hanno il diritto dovere di presentarsi al pubblico, che in qualche modo li deve democraticamente scegliere. Ma diviene pericoloso che programmi e promesse, specie in tempo di elezioni, vengano trattati dai guru della comunicazione, ormai sempre presenti, più o meno nell’ombra, come veri e propri prodotti commerciali, per convincere gli indecisi a scegliere questo o quel candidato, con ogni artificio. La vuotezza e la pericolosità di questo sistema sono evidenti. L’efficacia dell’offerta dipende dai mezzi e dal potere che è messo in gioco e l’informazione sul futuro politico viene relegata a pochi sporadici episodi destinati ad un “consumo di nicchia”. Il campo del “bene comune” gestito dalla Politica è un altro “non prodotto” e non può soggiacere alle regole della pubblicità, ma deve essere affidato in giusta misura al controllo condiviso e all’informazione. L’ultima “frontiera” della propaganda, ma certo quella con maggiore esperienza, si muove oggi nel territorio religioso, che ha acquisito forza e nuovo slancio negli ultimi decenni, “scoprendo” l’importanza dei “testimonial” nella diffusione delle idee, degli stili di vita e nella raccolta fondi. In questo ambito forse il fine giustifica i mezzi, ma i mezzi della propaganda forse banalizzano il fine e rischiano di generare un controproducente sospetto di informazione fallace e interessata. Nulla, però, sembra fermare i guru della comunicazione e dell’apparenza senza sostanza che sono diventati i veri padroni delle menti di imprenditori, politici e religiosi, timorosi tutti di perdere punti nella gara alla conquista “del mercato”. Mano a mano che il distacco tra aspettative e realizzazione dei desideri si allarga e la percentuale di chi è, almeno in parte, appagato diminuisce, il rischio di una “deflagrazione” sociale aumenta. Una soluzione è ancora lontana: per il singolo sarà frutto di consapevolezza, cultura, limite nei desideri, rifiuto del paese dei balocchi di collodiana memoria e crescita di una capacità critica equilibrata e indipendente. Le istituzioni possono ostacolare o favorire questo vero sviluppo, non solo tecnologico, ma essenzialmente culturale: un vero punto di arrivo di un percorso di salute. ¢ GIUGNO 2014 5 prima pagina Tribuna LA “TRE GIORNI PER IL NUOVO COD a cura di Nicola Ferraro A Villa Raby, sede dell’OMCeO della provincia di Torino, dal 16 al 18 maggio si è tenuta la riunione finale del Consiglio Nazionale della FNOMCeO per la votazione definitiva del nuovo Codice Italiano di Deontologia Medica. ... il Presidente Amedeo Bianco è intervenuto alle 7 del mattino, dalla Redazione di Torino Medica, via Skype, nella trasmissione di RAIUNO, “Uno Mattina”. 6 GIUGNO 2014 “Tre giorni di lavoro, in sessioni plenarie, dei Presidenti degli Ordini italiani dei Medici e dei Presidenti degli Odontoiatri, sul nuovo testo della deontologia medica, che è nato - come afferma Ivana Garione, Segretario dell’OMCeO di TO - da un lungo processo di consultazione e revisione durato circa due anni e che ha visto coinvolti, nella discussione, tutti gli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri d’Italia. L’Ordine di Torino è stato, dunque - continua il Segretario dell’OMCeO di Torino - la culla del nuovo testo normativo della professione medica che nella sua fisionomia presenta numerose innovazioni per mettere la Medicina al passo con le sfide delle moderne tecnologie e delle nuove sfide culturali. Otto anni dopo l’approvazione del Codice 2006, a Torino si è quindi consegnato alla professione medica il suo nuovo testo di deontologia risultato di un dibattito e di un confronto su un lungo percorso di strutturazione del testo che ha visto impegnate sul tema anche qualificate voci professionali diverse dal mondo medico”. “Tre giorni intensi di riunioni e confronti nella nuova sala convegni da 250 posti dell’Ordine - conclude la dottoressa Ivana Garione - iniziati con la presentazione degli emendamenti e conclusi con la votazione finale, articolo per articolo, nella giornata del 18 maggio. Unica pausa dei lavori sabato 17 maggio 2014, con un workshop sul tema della Deontologia, esaminata dal punto di vista storico, filosofico e linguistico, al quale ha fatto seguito un dibattito fra parlamentari, soprattutto esponenti delle Commissioni Sanità di Camera e Senato, sulla riforma della professione”. La caratura del workshop è stata di altissimo profilo; due nomi per tutti tra gli intervenuti, tra coloro che sono stati sottoposti al fuoco di fila delle domande dai convenuti per l’approvazione del Codice: la prof.ssa Raffaella Scarpa, linguista dell’Università degli Studi di Torino e Presidente di un’interessante e innovativa istituzione culturale, “Remedia - lingua medicina malattia”, che si propone di studiare i linguaggi della Medicina, e il prof. Mario Dogliani, Ordinario di Diritto Costituzionale nella nostra Università. L’esperto di Diritto ha trattato il tema della Deontologia tra principi costituzionali e leggi, la studiosa dei linguaggi della Medicina ha analizzato il significato linguistico delle parole che danno vita al nuovo Codice di Deontologia Medica. Nella mattinata di sabato 17 maggio, nel cortile della sede, è stata anche allestita una mostra, a cura delle associazioni di malati, volontari e familiari che da circa tre anni costituiscono la rete di comunicazione attiva presso l’Ordine di Torino: le associazioni, circa una trentina, hanno presentato le loro iniziative e i loro materiali illustrativi attraverso punti di informazione di dialogo con i cittadini e medici. Ai convenuti per l’approvazione finale del testo hanno portato il loro saluto il Sindaco della Città di Torino Piero Fassino e Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino. La stampa e gli organi d’informazione hanno seguito con grande interesse, costanza e impegno i lavori ad iniziare dall’alba della giornata del 16 quando il Presidente Amedeo Bianco è intervenuto alle 7 del mattino, dalla Redazione di Torino Medica, via Skype, nella trasmissione di RAIUNO, “Uno Mattina”. DI TORINO” ODICE DEONTOLOGICO DEI MEDICI Di seguito qualche testimonianza di questo grande impegno professionale, svolto in modo discreto e con grande passione. La redazione di Torino Medica ringrazia tutti i colleghi che ci hanno concesso la disponibilità della pubblicazione degli articoli scritti e lanciati a Villa Raby, con la semplice menzione della testata. Come complemento doveroso di informazione segnaliamo anche la presenza in Rete, sul portale dell’Ordine www.videomedica.org delle 23 interviste realizzate dalla redazione di Torino Medica durante questa “Tre giorni del Codice”: per accedervi basta digitare nell’apposito spazio di ricerca in alto a destra nella homepage le parole: “codice deontologico”. Insieme a queste interviste sono scaricabili anche i numerosi servizi realizzati dalla redazione a Villa Raby durante altre due precedenti riunioni preparatorie. ¢ L’ANNUNCIO UFFICIALE DELL’APPROVAZIONE FINALE AI MEDIA APPROVATO A TORINO IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEI MEDICI Sedici ore di consultazioni, centoquaranta votazioni, settanta emendamenti accolti sui trecento presentati: il nuovo Codice Deontologico dei Medici è stato ieri, 18 maggio, alle 12,55, a Torino, a larghissima maggioranza approvato dal Consiglio Nazionale della Fnomceo. Ottantasette sono stati i voti favorevoli, dieci i contrari, due i Presidenti astenuti. Presenti, sino all’ultimo, i presidenti delle Commissioni Odontoiatriche, i quali hanno proposto, vedendoli tutti accolti, emendamenti di specifico interesse professionale. Il “Codice di Torino” nasce dopo un’amplissima consultazione, estesa questa volta anche a soggetti esterni - Bioeticisti, Giuristi, Società Scientifiche, Organizzazioni Sindacali, Associazionismo Sociale - e con un’attivissima partecipazione dei presidenti d’Ordine e Cao alla definizione del testo. u GIUGNO 2014 7 prima pagina Tribuna “Ringrazio le centinaia di colleghi Medici e Odontoiatri - è stato il primo commento che il Presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, ha rilasciato -, ringrazio le Personalità di cultura impegnate nelle Istituzioni pubbliche e private, nella vita civile e sociale, che ci hanno accompagnato in questo cammino: le ringrazio per le critiche e per i consensi, quali perfetta testimonianza di una complessità delle questioni trattate, amplificata da una profonda crisi di sistemi e di valori, che non può e non deve ridursi a un pensiero unico. Resta il larghissimo consenso su una sintesi, credo ampia e qualificata, che certamente non oscura quanto di diverso è stato pensato e proposto. Siamo sempre in cammino”. E proprio questa partecipazione ha fatto sì che i più importanti articoli - il 3 e 13, che definiscono le Competenze del medico, i nuovi articoli 77, sulla Medicina Militare, 78, sulla Cybermedicine, 79, sulla partecipazione all’Organizzazione sanitaria - siano stati approvati con percentuali di “sì” superiori al novanta per cento. Sull’articolo 67, riguardante la lotta all’abusivismo, si è raggiunta l’unanimità. Ma quali sono le principali novità? Quattro gli articoli inediti, ciascuno corrispondente a una questione bioetica mai affrontata prima: la Medicina Potenziativa (Art. 76) - volta non a curare ma a migliorare lo stato di benessere, sino a superare gli stessi limiti della natura - la Medicina Militare, articolo condiviso con il ministero della Difesa, l’applicazione Tecnologie informatiche alla Sanità, la partecipazione del Medico alle Organizzazioni sanitarie. Ma anche un occhio più attento all’Ambiente, alla prevenzione del Rischio clinico e alla Sicurezza delle cure, al controllo del Dolore e alle Cure palliative, alle Competenze professionali, alla Lotta all’abusivismo, al Consenso Informato. Torna, in alcuni articoli, il termine “Paziente”, in una prima versione del testo sostituito sempre da “Persona assistita”. E ciò per dare coerenza al cambio di paradigma della Medicina moderna, che passa da esclusiva azione di cura della Malattia, a quella più vasta di promozione e tutela della Salute. La scelta dell’Assemblea specifica ancor meglio questa vera e propria “Rivoluzione copernicana”, mantenendo la parola “Paziente” quando si parla di “Cure”, e introducendo “Persona assistita” negli articoli di più ampia accezione. Il testo del nuovo Codice Deontologico, in versione integrale, sarà presentato dal Presidente e dal Comitato Centrale alla Stampa venerdì 23 maggio alle 11,30, a Roma, presso la Residenza di Ripetta (Via di Ripetta 231). “Sarà questa l’occasione - ha affermato Bianco - per estendere i ringraziamenti ai giornalisti e alle testate che ci hanno seguiti, con interesse, in questi due anni di lavori, anche loro contribuendo, dal loro osservatorio, a promuovere un più ampio e efficace dibattito”. ¢ Ufficio Stampa FNOMCeO Un momento del workshop su “Deontologia e Professione” del 17 maggio. In piedi il Segretario Ivana Garione e il Presidente Amedeo Bianco. La consolle della regia, cuore tecnologico pulsante della nuova sala convegni sotterranea dell’Ordine, dove si sono tenuti i lavori per l’approvazione finale del nuovo Codice Deontologico. 8 GIUGNO 2014 IL NUOVO CODICE NELLA REALTÀ SANITARIA ITALIANA: LE PRIME REAZIONI, I PRIMI COMMENTI BIANCO, DAL NUOVO CODICE UN IMPULSO ALLA LEGGE SUGLI ORDINI SANITARI L’obbligo di assicurarsi; la sottolineatura che diagnosi e prescrizione sono atti medici; la dicitura “persona assistita” utilizzata, ma non più ovunque, al posto di “paziente” e le nuove norme sulle visite in remoto, i medici militari e la medicina potenziativa: sono i temi vagliati dai presidenti d’ordine a Torino alla tre giorni indetta dal comitato centrale Fnomceo prima di licenziare il nuovo Codice Deontologico. Il passaggio - che ha comportato il vaglio di 320 emendamenti e l’approvazione del testo finale da parte dei 106 consiglieri Omceo con soli 10 voti contrari - avviene a otto anni dal precedente. Il leader della Federazione degli Ordini dei Medici Amedeo Bianco spiega perché urgesse un lifting: «Veniamo da casi come Stamina in cui il Ministero della Salute fa una commissione scientifica per valutare la sperimentazione e il Tar la sospende, giudici che ordinano di curare i pazienti e altri che indagano per motivi gravi chi ha erogato la terapia, e i medici in mezzo che chiedono di non effettuare trattamenti non validati. Abbiamo una legge che impone la presenza del paziente per certificare la malattia e nel contempo mezzi per visitare in remoto come la telemedicina. Vi sembra poco per non sentire l’urgenza di aggiornare il Codice?». “Persona assistita” o “paziente”? «I due concetti non si contrappongono; il paziente resta il nerbo del rapporto a due ma oggi il medico si rivolge anche ai sani, fa manutenzione dello stato di salute. Fermo restando che parliamo di una “persona”, di un vissuto, di diritti e doveri in una relazione che resta di cura». I 108 Presidenti d’Ordine - che devono lasciare l’ultima parola al comitato centrale - sono perplessi sull’inserimento all’articolo 54 dell’assicurazione Rc obbligatoria: «Da una parte, la legge impone all’Ordine di fissare i profili sanzionatori per l’iscritto che non si assicura, dall’altra vi sono il disagio di colleghi che non trovano coperture o le trovano a prezzi proibitivi, e il timore che gli obblighi fin qui posti in capo alle aziende possano più facilmente scivolare sul medico dipendente. Qui il Codice non dà risposte ma dice al medico: sei chiamato ad assicurarti anche a tutela del tuo paziente, se poi la legge ti trova inadempiente come fai?» Bianco auspica che il nuovo Codice dia impulso definitivo al ddl sulle professioni, incardinato questa settimana in senato: la parte del Ddl omnibus del Ministero della Salute che disciplina le professioni sanitarie sarà confrontata con i testi dei Ddl di Bianco, Silvestro, D’Ambrosio Lettieri, Bianconi, D’Anna, Mandelli. «Speriamo che la legge arrivi. C’è bisogno non solo di ammodernare la gestione degli ordini, ma anche di riqualificarli: da enti ausiliari dello stato a sussidiari. In altre parole, dove la legge non specifica su una materia intervengono loro a disciplinare. E anche a sanzionare l’iscritto: un potere enorme da utilizzare con cura». ¢ Mauro Miserendino (Doctor33, del 20 maggio 2014) Il folto e molto interessato pubblico che ha seguito il workshop. GIUGNO 2014 9 prima pagina Tribuna RIFORMA DEGLI ORDINI PER GOVERNARE LA MEDICINA E LA SANITÀ Deontologia e professione: innovare per migliorare: il convegno che la FNOMCeO ha proposto nella giornata di sabato 17 maggio ha visto convergere la riflessione in quel punto di incrocio tra riflessione deontologica e riforma degli Ordini professionali. Moderate da Amedeo Bianco, Giuseppe Renzo, Maurizio Benato e Walter Gatti, le sessioni hanno approfondito aspetti storici, metodologici e linguistici del Codice deontologico dei medici italiani, analizzando con una serie di interventi di rilievo (Patuzzo, Chersevani, Scarpa, Dogliani, D’Avack) i rapporti tra deontologia, professione, giurisprudenza e bioetica. Ma è stato Giovanni Leonardi, del Ministero della Salute, a creare quella cerniera tra passato e futuro, tra temi professionali e aspettative legislative. È stato lui, infatti, a ricordare che gli Ordini non sono enti per una difesa corporativa o per creare barriere all’ingresso dei giovani. Sono state queste sottolineature che hanno preparato la piattaforma della discussione politica della terza sessione, quella dedicata a “Riforma degli Ordini: un’opportunità per governare i cambiamenti della medicina e della sanità”, che si è sviluppata con un occhio rivolto all’Europa, l’altro all’Italia, in questo forse ultimo cross over per la riforma degli Ordini delle professioni sanitarie. Una riforma giunta più volte in Parlamento quasi al punto di essere approvata e poi più volte l’obiettivo è stato mancato per lo scioglimento anticipato delle Camere. Circostanze, queste, che si sono ripetute per più legislature, come ha ricordato Maria Rizzotti, senatrice di Forza Italia, per la quale “lo Stato deve avere potestà legislativa sugli Ordini, per la tutela della salute e per la lotta all’abusivismo”. Tutti d’accordo su questa impostazione, basata sul prinicipio “innovare per migliorare”, secondo la sintesi di Antonio Tomassini (Forza Italia), ex-senatore, già a lungo Presidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama. Per Tomassini, “la riforma degli Ordini non si può più rinviare”. Facendo riferimento al contesto europeo, Tomassini ha aggiunto: “Abbiamo il miglior SSN d’Europa, ma dobbiamo pensare anche a idee innovative per coniugare ricerca e clinica, immaginando, ad esempio, una struttura del tipo Politecnico sanitario. Il Consiglio Nazionale della FNOMCeO riunito a Villa Raby mentre vota un articolo del Codice Deontologico. 10 GIUGNO 2014 In parallelo con la riforma degli Ordini, deve marciare il Ddl sul rischio professionale”. Annalisa Silvestro, senatrice PD, nel ricordare che il Codice della FNOMCeO è del 2006 e che quello dell’IPASVI è del 2009, ha detto che “la riforma degli Ordini deve andare di pari passo con la revisione dei Codici. Ce la possiamo fare, il clima è cambiato. La riforma degli Ordini va fatta presto per dare risposte ai professionisti della salute e ai cittadini”. La presidente FOFI di Cuneo, Enrica Bianchi, intervenuta in sostituzione del senatore Andrea Mandelli, ha osservato: “Gli Ordini non sono lobby ed è necessaria la riforma proprio perché perseguiamo una più elevata qualità a tutela della salute pubblica, in una situazione nella quale i cittadini sono poco e male informati ed è dietro l’angolo il rischio del fai da te”. Lucio Romano (Popolari) ha affermato, tra l’altro: “Gli Ordini ci devono essere, specialmente in riferimento ai tanti aspetti che attengono alla bioetica. Nell’equilibrio tra i prinicipi dell’etica e del diritto, la frontiera più avanzata è di arrivare all’alleanza terapeutica e di cura”. Emilia Grazia De Biasi (PD), Presidente della Commissione Sanità del Senato, ha ricordato che “le regole sono importanti perché qualificano e consentono di recepire i cambiamenti della società. In questi anni, sono cambiati figura e ruolo dei medici, si pone oggi con forza il tema della dignità delle figure professionali in campo sanitario, mentre il rapporto tra diritto e morale dev’essere coerente con il principio della laicità dello Stato”. Circa la tempistica della riforma degli Ordini, De Biasi ha confermato: “Dal 28 maggio si avvieranno le audizioni in commissione Sanità del Senato, la commissione licenzierà il testo che approderà in Aula per essere approvato entro luglio. Quindi ci sarà il passaggio alla Camera”. Torna in mente uno dei famosi tweet del Premier Matteo Renzi: #la volta buona. E davvero nel workshop di Torino l’aria e la speranza erano queste: con la riforma degli Ordini dovrà partire una nuova stagione di riforme, recuperando lo spirito che trenta-quaranta anni fa ha guidato alcune scelte politiche di allora. La senatrice De Biasi ha ricordato la straordinaria data del 1978: in quell’anno furono varate, infatti, tre riforme epocali per la Sanità; la legge 833, istitutiva del SSN; la legge 180 sul superamento dei manicomi; la legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza. Oggi si spera che torni la volta buona. ¢ Orfeo Notaristefano (Dalla Newsletter della FNOMCeO del 23 maggio 14) Il Consiglio dell’Ordine dà il benvenuto nella sede dell’Ordine al Presidente della Provincia e al Sindaco di Torino. ECCO IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEI MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI ITALIANI. IN 79 ARTICOLI LA “CARTA” DEI VALORI DELLA FNOMCEO Presentato questa mattina a Roma dal presidente Amedeo Bianco. Sostituisce quello varato nel 2006. Molte le novità, con quattro articoli inediti su medicina potenziativa, medicina militare, tecnologie informatiche e organizzazione sanitaria. La diagnosi spetta solo al medico. E sulle polemiche con alcuni Ordini, Bianco dice: “Mi auguro che il buon senso, la responsabilità, alla fine prevalgano”. Il dado è tratto. La Fnomceo ha il suo nuovo codice a distanza di otto anni dall’ultimo aggiornamento risalente al 2006 (vedi il “vecchio Codice”). Quattro gli articoli inediti, ciascuno corrispondente a una questione bioetica mai affrontata prima: la Medicina Potenziativa (Art. 76) - volta non a curare ma a migliorare lo stato di benessere, sino a superare gli stessi limiti della natura - la Medicina Militare, articolo condiviso con il ministero della Difesa, l’applicazione Tecnologie informatiche alla Sanità, la partecipazione del Medico alle Organizzazioni sanitarie. Ma anche un occhio più attento all’Ambiente, alla prevenzione del Rischio clinico e alla Sicurezza delle cure, al controllo del Dolore e alle Cure palliative, alle Competenze professionali, alla Lotta all’abusivismo, al Consenso Informato. Torna, in alcuni articoli, il termine “Paziente”, in una prima versione del testo sostituito sempre da “Persona assistita”. E ciò per dare coerenza al cambio di paradigma della Medicina moderna, che passa da esclusiva azione di cura della Malattia, a quella più vasta di promozione e tutela della Salute. La scelta dell’Assemblea specifica ancor meglio questa vera e propria “Rivoluzione copernicana”, mantenendo la parola “Paziente” quando si parla di “Cure”, e introducendo “Persona assistita” negli articoli di più ampia accezione. La diagnosi spetta solo al medico. E poi, come a ribadire la primazia del medico rispetto alle avances più o meno esplicite di altre professioni, nel nuovo codice viene specificato con chiarezza che “La diagnosi a fini preventivi, terapeutici e riabilitativi è una diretta, esclusiva e non delegabile competenza del medico e impegna la sua autonomia e responsabilità”. “Questo non è un codice di difesa della professione”. Ha spiegato Amedeo Bianco presidente della Fnomceo e senatore del Partito democratico, in sede di presentazione alla stampa del nuovo Codice deontologico dei medici italiani, approvato la scorsa settimana a Torino. “Ma al contrario - aggiunge - chiama alla responsabilità i professionisti e mette al centro un’idea di medicina che ha a cuore la tutela della salute. È inoltre un codice che si affaccia su nuove tematiche e che ha il coraggio di pronunciarsi su determinate materie in ragione dei principi fondamentali che ci guidano. Tutto ciò che fa un professionista ha come obiettivo la tutela della salute, la tutela della vita, il rispetto dei diritti civili, etici, delle persone a cui si rivolge”. u GIUGNO 2014 13 prima pagina Tribuna Il dissenso di alcuni Ordini. È però anche un codice che ha già scatenato delle polemiche da parte di 10 ordini provinciali, tra cui Milano e Bologna, che non lo hanno approvato in sede di votazione, e che hanno promesso battaglia e persino il ricorso al Tar. Sul perché di questa polemica Amedeo Bianco fa sapere che le motivazioni dei dissidenti sono di due tipi: “il primo, secondo alcuni è insufficiente la carica innovative del documento” la seconda obiezione invece risiede nel fatto che secondo alcuni ordini provinciali “non di dove fare un nuovo codice essendo altri i problemi che attanagliano i medici, primo fra tutti la responsabilità professionale”. Bianco però in sede di conferenza stampa di presentazione riconosce “legittimo il pregiudizio di revisionare il codice” certo aggiunge “in questi due anni di lavori i contributi che sono arrivati da alcuni ordini provinciali sono stati pari a zero”. Poi Bianco e con lui i vertici della Federazione cercano di spegnere le polemiche. “Vedremo se gli ordini provinciali dissidenti decideranno di non applicarlo. Però se posso dire, questo lo considero un aspetto marginale senza offesa per nessuno, senza voler offendere le opinioni altrui. Mi sembra una questione marginale e pericolosa per l’autonomia degli ordini. Perché chiamare, ammesso che ci sia titolarità, la magistratura amministrativa a intervenire su atti così interni, così delicati che tutti riconoscono di esclusiva competenza degli ordini professionali, mi sembra un autogol straordinario. Io li invito a ragionare, a far sedimentare le cose. Tra l’altro ho già ricevuto qualche lettera di presidente che ha votato contro il quale sostiene che non ha nessuna intenzione di andare oltre. Mi auguro che il buon senso, la responsabilità, alla fine prevalgano”. Sull’obbligo delle assicurazioni, altro punto su cui si è creata la polemica Bianco aggiunge “Abbiamo specificato che questo si riferisce al libero professionista, il quale deve provvedere ad idonea copertura. Quanto alle obiezioni per cui i liberi professionisti si trovano a disagio, magari non avendo offerta di assicurazioni o avendole a prezzi non sostenibili, questo è un tema sul quale stiamo lavorando e pensiamo e riteniamo di dover trovare soluzioni strutturali con la legge sulla responsabilità professionale. Per l’urgenza invece contiamo la previsione del decreto Balduzzi, cioè con l’emanazione di un Dpr che guarda in modo specifico a queste categorie riducendo i costi delle assicurazioni e accogliendo quei professionisti che non trovano offerta assicurativa”. Come abbiamo visto ci sono 4 articoli del tutto inediti, ciascuno corrispondente a una questione bioetica mai affrontata prima, dedicati a: Medicina potenziativa (art. 76), medicina militare (art. 77); tecnologie informatiche (art. 78); organizzazione sanitaria (art. 79). In particolare sulla medicina potenziativa, Bianco dice: “noi abbiamo aperto a queste riflessioni deontologiche rispetto a materie che sono oggetto di ricerca e sviluppo. Queste erano tematiche che non abbiamo mai schiuso e ritengo che ciò sia un fatto positivo perché i problemi dietro queste tematiche ci sono. Certo le soluzioni che abbiamo trovato possono essere discutibili e migliorabili”. ¢ Quotidianosanità.it del 23 maggio 14 La manifestazione “Deontologia e solidarietà: la voce delle Associazioni”, tenutasi sabato 17 maggio nel cortile dell’Ordine come iniziativa della Rete creata dall’OMCeO di Torino tre anni fa. 14 GIUGNO 2014 BIANCO A UNOMATTINA: “ECCO IL NUOVO CODICE” “Il Codice Deontologico è l’atto più importante che l’Ordine può offrire”. Così Amedeo Bianco, presidente della FNOMCeO, ha spiegato poco fa (30 maggio 2014) a Livia Azzariti, Duilio Giammaria e al pubblico di Unomattina il significato del Codice di Deontologia Medica, la cui nuova stesura è stata appena approvata a Torino. “Dentro il camice bianco - ha continuato - c’è un soggetto con le sue competenze tecnico professionali, continuamente aggiornate. Ma ci deve essere anche un’etica: quel camice, la nostra Professione, ha contenuti etici e anche civili”. E sono proprio queste le motivazioni per cui il lavoro preparatorio di due anni “deve coinvolgere e ha coinvolto le Associazioni di Cittadini, i Giuristi, i Bioeticisti, oltre naturalmente ai centosei presidenti d’Ordine che hanno mandato i loro emendamenti”. Il frutto di questo lavoro è un “testo condiviso” del quale il presidente si dichiara “soddisfatto”. Un testo del quale - è stato ricordato dai conduttori - può e deve fruire anche il cittadino. È per questo che è stato divulgato a tutti i media ed è scaricabile dal Portale della FNOMCeO. Alla prima parte introduttiva è seguita la lettura, per voce della giornalista Chiara Del Gaudio, di tre dei nuovi articoli del Codice. E, su ciascuno, è stato chiesto un commento al Presidente. Si è partiti con l’articolo 76, sulla “Medicina potenziativa ed estetica”, che esprime il cambio di paradigma della Medicina moderna, secondo il quale - come ha spiegato Bianco - si è passati “da curare la malattia a potenziare il sano”. Alcuni esempi? Il perfezionamento delle capacità visive e acustiche utilizzate dai Top Gun, che possono usufruire di dispositivi in grado di potenziare l’acutezza visiva fino a raggiungere i 20 decimi di visus. L’“Uomo bionico”, dunque, ma non solo questo: l’articolo 76 contempla anche la Medicina Estetica. E sono un milione all’anno gli interventi di questo tipo. “Abbiamo inserito anche in questo campo della Medicina i principi di Prudenza, Precauzione, Efficacia, Sicurezza” ha commentato Bianco. Il secondo articolo “sotto i riflettori” è stato il 78, quello sull’applicazione delle tecnologie informatiche in Medicina e Sanità, la cosiddetta Cybermedicine. Vale a dire, l’introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico, della Certificazione di Malattia per via Telematica, della Telemedicina. “Queste innovazioni - ha esplicitato il Presidente - non sono da leggersi esclusivamente nel senso del risparmio di risorse, ma della facilità di cura”. Le nuove tecnologie, ha ricordato sempre Bianco, hanno straordinarie potenzialità anche in campo scientifico: pensiamo alla proteomica, che identifica la struttura delle proteine, le loro funzioni e interazioni, o alla metabolomica, che individua le impronte chimiche lasciate da specifici processi cellulari, scattando una fotografia della fisiologia delle cellule. Il tutto, in pochi click. Infine, l’articolo 79, sulle Organizzazioni sanitarie. Il significato profondo, ha sintetizzato Giammaria, è che “il medico deve continuare a fare il medico”, anche quando è impegnato in compiti organizzativi o manageriali. “Le organizzazioni sanitarie - ha aggiunto Bianco - hanno il fine di garantire la salute di tutti. Il medico deve sempre garantire questo fine primario, che va rispettato e tutelato”. La domanda del pubblico ha connesso il Codice all’attività disciplinare degli Ordini, chiedendo a quali sanzioni vada incontro il medico che non rispetti le norme sancite dal testo. Il Codice, ha ricapitolato Livia Azzariti (personaggio televisivo che nasce come medico, ndr) anche, è dunque uno strumento di autodisciplina, che vede al centro il paziente, anzi la persona assistita, colta ed accolta nella sua complessità. Perché, ha concluso Bianco, un principio è emerso chiaro, elaborando il testo: “Il tempo delle parole è tempo di cura”. Grazie alla collaborazione dei colleghi della Rai, sul canale Youtube della FNOMCeO, trovate la clip con l’intervento del Presidente a Unomattina. ¢ A cura dell’Ufficio Stampa FNOMCeO La manifestazione “Deontologia e solidarietà: la voce delle Associazioni”: i cittadini entrano nel cortile di Villa Raby per chiedere informazioni ai volontari. GIUGNO 2014 15 prima pagina Tribuna NIENTE Avv. Roberto Longhin 16 GIUGNO 2014 PANICO DA P.O.S. Serpeggia tra i medici e tra gli odontoiatri un ingiustificato allarmismo sul presunto obbligo di dotarsi del POS (point of sale) che dal 30 giugno 2014 tutti i professionisti dovrebbero possedere per consentire di essere pagati mediante carte di credito. Per sfatare angosce prive di ogni reale giustificazione, merita fare chiarezza sulla materia conosciuta dai più solo per sentito dire. Il decreto “mille proroghe” (D.L. 30.12.2013 n. 150) ha modificato l’art. 15, comma 4, del D.L. 18 ottobre 2012 n. 179 (noto come “decreto sviluppo bis”), il quale dispone: “a decorrere dal 1 gennaio 2014, i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche i pagamenti effettuati attraverso carte di debito. Sono in ogni caso fatte salve le disposizioni del decreto legislativo 21 novembre 2007 n. 231. Con uno o più decreti del ministro dello sviluppo economico, dell’economia e delle finanze, sentita la Banca d’Italia, vengono disciplinati gli eventuali importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti interessati, di attuazione della disposizione di cui al comma precedente. Con i medesimi decreti può essere disposta l’estensione degli obblighi a ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche con tecnologie mobili.” Come appare evidente dalla semplice lettura della norma, la stessa non obbliga affatto i professionisti a dotarsi di POS, ma dispone semplicemente che a partire dal mese di luglio, nel caso il cliente voglia pagare la prestazione con una carta di credito, il medico o il dentista è tenuto ad accettare tale forma di pagamento. L’indisponibilità del POS dunque impedirà di essere pagati, ma non libererà il debitore dal suo obbligo e neppure comporterà sanzioni per il professionista che sia sprovvisto di tale nuovo strumento per il pagamento elettronico. Va ancora aggiunto che, in ogni caso, il professionista potrà sempre stabilire nel primo contatto con il cliente anche la modalità con cui dovrà essere pagato il suo onorario, perché questa obbligazione continua ad essere lasciata alla libera determinazione delle parti. Niente panico dunque, ma semplice valutazione della convenienza di una opportunità in base alla tipologia della propria clientela. Tra gli odontoiatri il sistema di pagamento mediante POS è utilizzato ormai da anni, ma altre categorie si sono dimostrate invece più restie al punto che, qualcuna, come quella degli architetti si è addirittura rivolta al Tar per contestare la legittimità del D.M. 24 gennaio 2014 che ha fissato al 1 luglio 2014 l’entrata in vigore del nuovo sistema di pagamento elettronico, sostenendone l’illegittimità per contrasto con i principi costituzionali. Il Tar per il Lazio con ordinanza 30 aprile 2014 n. 1932 ha però respinto la richiesta cautelare di sospensione dell’entrata in vigore del POS per tutti i professionisti che, di conseguenza, non potranno rifiutare i pagamenti effettuati attraverso carte di debito. L’indisponibilità dello strumento necessario per la transazione in via elettronica potrà quindi comportare per il professionista solo il rischio di un ritardo nel pagamento delle sue spettanze da parte del cliente, ma nient’altro anche se in un momento di penuria quale quello attraversato dal nostro Paese in cui è difficile farsi pagare, credo sia preferibile accogliere la novità di sistema. ¢ GIUGNO 2014 17 Il dedalo SCOMPENSO CARDIACO ACUTO OLTRE 1.500 CA OGNI ANNO A TORINO Nicola Ferraro Pierpaolo Berra (Ufficio Stampa Città della Salute e della Scienza di Torino) Dei pazienti colpiti, il 7% non sopravvive al primo episodio, il 35% muore nell’arco di un anno, il 70% entro 5 anni1. Lo scompenso cardiaco è più letale di molte patologie tumorali; considerando una finestra temporale di cinque anni, ha un tasso di mortalità doppio rispetto a quella dovuta al tumore al seno (35%) ed è superiore a quella causata dal tumore all’intestino (65%)2. Un fenomeno in crescita - si tratta della più comune causa di ospedalizzazione per 65 anni - che in Italia fa registrare quasi 200 mila nuove diagnosi ogni anno, oltre 1.500 solo a Torino. i pazienti con più di Oggi, finalmente, dalla ricerca arrivano nuove speranze di cura. “Lo scompenso cardiaco rappresenta una vera e propria epidemia nei paesi occidentali.” spiega Davide Castagno, ricercatore presso la Divisione di Cardiologia Universitaria diretta dal Prof. Fiorenzo Gaita della Città della Salute e della Scienza di Torino - “I progressi della cardiologia moderna, in particolare quelli nel trattamento dell’infarto miocardico acuto, hanno infatti contribuito al progressivo aumento dei casi di scompenso cardiaco che rappresenta lo stadio terminale della maggior parte delle cardiopatie. Ad allarmare sono anche i dati relativi alla prognosi dei pazienti colpiti da scompen- 18 GIUGNO 2014 so cardiaco: nella realtà torinese la mortalità a 30 giorni è del 10%, mentre a un anno dalla dimissione raggiunge quasi il 30%. Lo scompenso cardiaco si caratterizza inoltre per le frequenti riacutizzazioni e per l’elevato rischio di ricoveri ospedalieri ripetuti che determinano un significativo dispendio di risorse pubbliche”. Oltre alla cardiopatia ischemica e all’infarto del miocardio, le cause che più comunemente possono condurre all’insorgenza di scompenso cardiaco sono l’ipertensione, le patologie delle valvole cardiache, l’aterosclerosi, l’eccessivo consumo di alcol e alcune forme di aritmia. I numeri confermano che si tratta di una sindrome che non deve essere sottovalutata. Oltre a un forte impatto sulla qualità di vita del paziente anche gli sforzi economici a carico del Servizio Sanitario Nazionale non sono affatto trascurabili, se si considera che questi ultimi sono la seconda voce di costo per ricoveri dopo quelli per il parto. Nonostante il notevole impatto epidemiologico, le modalità di trattamento delle forme acute di scompenso sono rimaste invariate negli ultimi anni. “Quando il paziente arriva al Pronto Soccorso durante un episodio acuto” spiega Castagno - “i trattamenti convenzionali consistono nella somministrazione di ossigeno e diuretici, talvolta di vasodilatatori, per ridurre la dispnea e il sovraccarico di liquidi (congestione). Purtroppo, le armi a disposizione non sono molte e gli studi scientifici che negli ultimi vent’anni hanno testato l’utilizzo di nuove molecole per il trattamento dello scompenso cardiaco acuto hanno fornito risultati neutri o negativi”. O: ASI Lo scompenso cardiaco acuto è una condizione patologica potenzialmente letale, diagnosticata in quasi 200 mila persone in Italia ogni anno. È caratterizzata da dispnea, rapido aumento di peso dovuto all’accumulo di liquidi, tachicardia e talvolta aritmia: sono questi i sintomi più frequenti causati da un cuore che perde progressivamente la capacità di pompare in modo adeguato il sangue nell’organismo. LA RICERCA ALLE MOLINETTE DI TORINO La ricerca tuttavia continua a lavorare per ridurre i sintomi, proteggere gli organi e abbattere le riospedalizzazioni e la mortalità, così come sottolinea Castagno: “Le divisioni di Cardiologia Universitaria e di Medicina d’Urgenza della Città della Salute e della Scienza di Torino sono attivamente coinvolte nella ricerca di nuove strategie per il trattamento dello scompenso cardiaco acuto. Entrambe le divisioni infatti partecipano a uno studio multicentrico internazionale che coinvolgerà circa 6.500 pazienti e che testerà gli effetti di una versione ricombinante della relaxina-2, un ormone ad azione vasodilatatrice prodotto dalle donne in gravidanza. In uno studio preliminare questa molecola si è dimostrata in grado di migliorare la dispnea e i segni clinici di congestione con una riduzione significativa della mortalità. Se questi risultati venissero confermati dal nuovo studio, avremmo finalmente a disposizione un farmaco in grado di migliorare la sintomatologia e la sopravvivenza del paziente affetto da scompenso cardiaco acuto”. Accanto alle terapie farmacologiche, un ruolo fondamentale nella lotta allo scompenso cardiaco è giocato dalla prevenzione. “Uno stile di vita sano che preveda attività fisica e dieta equilibrata a basso contenuto di sodio sono cruciali, soprattutto in quei soggetti che vengono considerati a rischio.”- conclude Castagno “È sicuramente utile aiutare i pazienti a riconoscere e distinguere i principali sintomi e i segni premonitori dello scompenso cardiaco acuto e sensibilizzarli in modo da evitare le condizioni di rischio che sottendono questa sindrome”. ¢ 1. Joffe et al. J Am Heart Assoc. 2013 2. Stewart et al. European Journal of Heart Failure 2001 GIUGNO 2014 19 prima pagina Tribuna Il dedalo INCIDENT N. Ferraro Pierpaolo Berra Uff. Stampa Città della Salute e della Scienza di Torino Il 13 maggio scorso, presso l’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino in via Po 18, si è tenuta la nona seduta del 2014 dell’Accademia di Medicina di Torino, che ha trattato il tema “Incidentaloma surrenalico: una malattia della tecnologia moderna”. Il relatore è stato il professor Massimo Terzolo (Direttore di Medicina Interna I universitaria ad indirizzo Endocrinologico dell’Ospedale San Luigi di Orbassano). Nel corso della seduta è stata riconosciuta la Menzione d’Onore 2013 alla dottoressa Vittoria Basile, che ha esposto la sua tesi sulle “Implicazioni cliniche di un approccio farmaco - genetico alla terapia con Mitotane in pazienti affetti da carcinoma surrenalico”. 20 GIUGNO 2014 APRILE TALOMA SURRENALICO: UNA MALATTIA DELLA TECNOLOGIA MODERNA I TUMORI SURRENALICI I tumori surrenalici sono neoplasie ad alta prevalenza e sono per lo più di riscontro occasionale: sono cioè scoperti con esami radiologici effettuati per una patologia non correlata, da cui la definizione di incidentalomi surrenalici*. In studi autoptici, la frequenza di masse surrenaliche, non sospettate in vita, sfiora 10%. Nelle casistiche radiologiche, la frequenza stimata è di circa il 4%, ma si giunge fino al 10% nella popolazione anziana. Considerando che ogni anno vengono effettuati milioni di TC addominali (nel Regno Unito il dato è di 2.8 milioni nel 2008), si può facilmente considerare che si tratta di un problema di salute pubblica. La scoperta occasionale di un tumore surrenalico complica l’iter diagnostico-terapeutico della patologia di base e causa una grande ansia sia nel paziente sia nel medico curante, il che comporta spesso l’effettuazione di numerosi e costosi esami, con un grande rischio di inappropriatezza ed elevati costi. Sebbene la lesione di più frequente riscontro sia di natura benigna, una percentuale non irrilevante di incidentalomi surrenalici può essere di natura maligna, o può avere capacità secernente. Pertanto, la scoperta occasionale di una massa surrenalica clinicamente non sospettata può costituire un’occasione di diagnosi precoce di una neoplasia potenzialmente pericolosa. È però indispensabile effettuare un approccio diagnostico ben calibrato per evitare esami diagnostici ed interventi chirurgici inutili e persino potenzialmente dannosi. Il problema “incidentaloma surrenalico” interessa un gran numero di specialisti, dal radiologo, all’internista, al medico di medicina generale, che nel corso della loro pratica clinica si possono imbattere in queste lesioni. La gestione ottimale dell’incidentaloma surrenalico deve essere multidisciplinare ed è complicata dal basso livello di evidenza disponibile per molte raccomandazioni diagnostico-terapeutiche**. EPIDEMIOLOGIA, PATOGENESI, ITER DIAGNOSTICO, LA SINDROME DI CUSHING SUBCLINICA Nella relazione del professor Terzolo è stata discussa l’epidemiologia e la patogenesi delle neoplasie surrenaliche a scoperta occasionale ed è anche stata presentata una proposta di iter diagnostico. Nella relazione è stata anche trattata la sindrome di Cushing subclinica: un’entità nosologica di recente riconoscimento che entra a far parte dell’ampio capitolo della patologia endocrina silente, a basso impatto clinico, che viene scoperta in virtù dell’impiego di tecniche diagnostiche sofisticate. La sindrome di Cushing subclinica è caratterizzata da un modesto eccesso di secrezione di cortisolo da parte di un adenoma surrenalico, di entità non sufficiente a creare il classico quadro clinico cushinghiano, ma comunque sufficiente a predisporre alle classiche complicanze dell’eccesso di cortisolo: obesità, diabete, ipertensione ed osteoporosi. Verranno discussi l’indicazione chirurgica ed il trattamento conservativo, ponendo l’attenzione sulle molte aree grigie delle nostre attuali conoscenze scientifiche e sulle aree di ricerca futura. ¢ * Come si può leggere sul sito www.orpha.net: “L’incidentaloma dei surreni identifica una massa surrenalica >1 cm di diametro, scoperta casualmente durante un esame di imaging per un’indicazione non correlata con la malattia surrenalica. La prevalenza di queste lesioni varia tra il 3 e il 7% della popolazione generale e quindi non si tratta di una malattia rara. Si tratta di lesioni identificate sempre con maggiore frequenza, grazie al diffondersi della diagnostica toraco-addominale mediante imaging. L’incidenza aumenta con l’età”. ** Sempre sullo stesso sito della Rete si può leggere: “Gli esami mirano a diagnosticare le lesioni maligne e secernenti. Tutti i pazienti devono sottoporsi a test ormonali e a specifici esami di imaging per il feocromocitoma o la sindrome di Cushing… Nella maggior parte dei casi, gli incidentalomi sono adenomi surrenalici, anche se le indagini per gli incidentalomi surrenalici possono diagnosticare anche il feocromocitoma, il carcinoma corticosurrenale, le metastasi, i tumori non surrenalici (Schwannoma, sarcoma). L’intervento chirurgico è indicato solo per i soggetti sintomatici (feocromocitomi, adenoma surrenalico secernente, tumore del surrene), o per i pazienti con una crescita rapida del tumore”. GIUGNO 2014 21 Cultura Venerdì 21 marzo, nell’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino, di fronte ad una sala colma, Alessandro Bargoni (*), docente universitario di Storia della Medicina, e Francesco Scaroina, primario Emerito di Medicina Interna dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e appassionato cultore di storia della sanità, soprattutto piemontese, hanno tenuto una conferenza a “quattro mani” sulla “Medicina popolare”. Il prof. Bargoni si è soffermato soprattutto sulle credenze e sulle pratiche in vigore nei secoli XVII e XVIII, mentre il dott. Scaroina ha rappresentato soprattutto lo scenario del XIX e di inizio XX secolo. Il medico e la Medicina sono per molti secoli apparsi lontani, estranei alla cultura popolare: anche nelle nostre vallate montane il medico veniva chiamato poco prima del decesso, soprattutto perché in fondo esisteva una diffidenza più o meno esplicita verso la Medicina Ufficiale. Ecco perché guaritrici, santoni e rimedi popolari hanno fatto da padrone sino almeno agli anni ‘50 del Secolo scorso. Poi, col progressivo ridursi dell’importanza economica dell’agricoltura a favore dell’industria, la maggiore TRA TERRA E CIELO: N. Ferraro Pierpaolo Berra Uff. Stampa Città della Salute e della Scienza di Torino 22 GIUGNO 2014 Venerdì 21 marzo, nell’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino, di fronte ad una sala colma, Alessandro Bargoni (*), docente universitario di Storia della Medicina, e Francesco Scaroina, primario Emerito di Medicina Interna dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e appassionato cultore di storia della sanità, soprattutto piemontese, hanno tenuto una conferenza a “quattro mani” sulla “Medicina popolare”. Il prof. Bargoni si è soffermato soprattutto sulle credenze e sulle pratiche in vigore nei secoli XVII e XVIII, mentre il dott. Scaroina ha rappresentato soprattutto lo scenario del XIX e di inizio XX secolo. Il medico e la Medicina sono per molti secoli apparsi lontani, estranei alla cultura popolare: anche nelle nostre vallate montane il medico veniva chiamato poco prima del decesso, soprattutto perché in fondo esisteva una diffidenza più o meno esplicita verso la Medicina Ufficiale. Ecco perché guaritrici, santoni e rimedi popolari hanno fatto da padrone sino almeno agli anni ‘50 del Secolo scorso. Poi, col progressivo ridursi dell’importanza economica dell’agricoltura a favore dell’industria, la maggiore disponibilità di risorse ha indotto comportamenti consumistici anche sul fronte sanitario che hanno modificato anche la cultura: quella diffidenza continua esistere ma ha cambiato volto. Oggi si pretende dalla Medicina basata sulle evidenze che sappia rispondere a tutti i quesiti e alle domande di salute (anche le più incongrue), non contempla la minima possibilità di errore e deve costituire un’assicurazione sempre in vigore contro la morte e la vecchiaia. Quando questo non può avvenire l’eredità culturale del passato (metabolizzata poco, visto il repentino passaggio da una società agricola ad una industriale) si riaffaccia creando le condizioni di mercato per la permanenza e la diffusione delle medicine che non si basano sul metodo scientifico. Una condizione che è diventata ancora più evidente con l’aumento dell’immigrazione. La serata all’Accademia è continuata infatti con un bel dibattito che ha toccato soprattutto gli aspetti delle “nuove medicine alternative” portate nel nostro Paese dagli uomini e dalle donne migrate da altre nazioni e continenti. u disponibilità di risorse ha indotto comportamenti consumistici anche sul fronte sanitario che hanno modificato anche la cultura: quella diffidenza continua esistere ma ha cambiato volto. Oggi si pretende dalla Medicina basata sulle evidenze che sappia rispondere a tutti i quesiti e alle domande di salute (anche le più incongrue), non contempla la minima possibilità di errore e deve costituire un’assicurazione sempre in vigore contro la morte e la vecchiaia. Quando questo non può avvenire l’eredità culturale del passato (metabolizzata poco, visto il repentino passaggio da una società agricola ad una industriale) si riaffaccia creando le condizioni di mercato per la permanenza e la diffusione delle medicine che non si basano sul metodo scientifico. Una condizione che è diventata ancora più evidente con l’aumento dell’immigrazione. La serata all’Accademia è continuata infatti con un bel dibattito che ha toccato soprattutto gli aspetti delle “nuove medicine alternative” portate nel nostro Paese dagli uomini e dalle donne migrate da altre nazioni e continenti. QUANDO IL POPOLO SI FACEVA DOTTORE GIUGNO 2014 23 Cultura TRA ANTROPOLOGIA E MEDICINA IL BISOGNO DI CURA L’antropologo Levi - Strauss, nel 1966, nella prefazione del suo saggio, Antropologia Strutturale, esprimeva questo pensiero: “Là dove i popoli prendono coscienza della loro originalità, debbono studiare la loro cultura e mantenere tutto ciò che è nato all’interno della comunità”. Durante il corso dei secoli la Medicina ha attraversato diversi stadi ed è sempre stata il riflesso di situazioni sociali, dello sviluppo intellettuale e culturale, nonché della situazione economica, del pensiero filosofico e religioso e, soprattutto, della conoscenza sulla natura e sul mondo fisico. Le sue tappe evolutive possono essere grossolanamente classificate: medicina istintiva, medicina magica, medicina empirica, medicina scientifica (**). Un’attenzione a questi percorsi potrebbe portare dei vantaggi, sviluppando nuovi linguaggi e nuovi metodi di ricerca, in modo da far avanzare sia la ricerca empirica, sia di aprire il campo a una pratica di cura più vicina all’uomo. Nella tradizione popolare, abbastanza uniforme in tutte le regioni italiane (senza sconfinare nelle altre infinite realtà occidentali e orientali), il pensiero terapeutico e quello magico spesso hanno finito per trovarsi in stretto contatto. In questi due ambiti la malattia poteva essere vissuta come un’infrazione, una maledizione, un’alterazione di un equilibrio. Era una spiegazione utilizzata dai popoli più semplici per dare un senso al dolore. Per avvicinarci alla conoscenza della Medicina popolare è indispensabile comprendere la possibilità di una convivenza tra razionale e irrazionale, così da creare un modus operandi, non sempre ascrivibile alla superstizione, ma frutto di millenni di esperienze, tradizioni e credenze, nate quando la magia, la religione e la scienza erano così vicine da sembrare un’unica realtà. LA MEDICINA POPOLARE OGGI Noi oggi definiamo Medicina Popolare quell’organizzazione capace di ricomporre, simbolicamente, e poi praticamente, l’equilibrio uomo-natura nel rispetto delle regole di una biologia-mitica che è stata parte del patrimonio culturale collettivo per moltissimo tempo. Secondo Arthur Kleimann (***) l’insieme delle pratiche terapeutiche si può suddividere in tre settori, per comprendere le risposte individuali e sociali alle malattie. Quello popolare che comprende credenze e pratiche dell’individuo malato, della sua famiglia e della comunità; un settore professionale che comprende pratiche e conoscenze degli operatori istituzionalizzati; quello etnico che implica l’azione di operatori tradizionali che assumono lo status ufficiale di terapeuta. La distinzione tra popolare ed etnica, dunque, è stata mantenuta considerando Medicina Popolare quella legata all’automedicazione, e etnica quella basata sull’attività di operatori ai quali la comunità riconosce lo status ufficiale di terapeuta (maghi, guaritori). Sono mantenuti separati dalle due tipologie i culti carismatici, soprattutto religiosi, perché argomento ben più complesso. Ij dotor e son come ‘j bòrgno: a van al toch (i dottori sono come i ciechi: vanno a tentoni) Un elemento di sopravvivenza della medicina popolare, fino ad una certa epoca anche recente, è stata la sfiducia dei nostri nonni verso la medicina ufficiale, come il proverbio vuol dire. La medicina scientifica, paludata e accademica, veniva vista come pratica non affidabile, forse perché spersonalizzata e spersonalizzante e, soprattutto, perché esercitata da qualcuno che “veniva da fuori”. Per far fronte agli attacchi delle malattie i nostri antenati si servivano di mezzi empirici provenienti dalla tradizione ed elaborati via via sulla base dell’esperienza e dell’osservazione. Affidandosi al soprannaturale, all’insondabile, il malato si lasciava trasporta- 24 GIUGNO 2014 re quasi passivamente in una dimensione in cui anche gli aspetti più paradossali delle pratiche terapeutiche reclamavano una loro ragione d’essere e cercavano di condurre a risultati concreti. Nella cultura contadina, inoltre, la malattia era socializzata all’interno della comunità e il malato era posto sotto la sua protezione che attivava i propri sistemi empirici di terapie e di controllo. La prospettiva di una ospedalizzazione era ben rimossa: alla fine dell’800 si diceva ancora che chi entrava in ospedale ci entrava per morirci e non per guarire. L’idea poi di partorire all’ospedale veniva subito associata a quella di una nascita illegittima, immorale e vergognosa. Un’ultima precisazione: il “sapere del popolo” (folk-lore), dopo il 1950 entrò con vivo interesse nelle aule universitarie, e la sapienza popolare italiana, e regionale, divenne oggetto di uno studio sistemico e scientifico, raggiungendo livelli ben più ampi di quelli immaginabili, sino a vertici internazionali. Uno studioso particolarmente attento e preparato, Paolo Toschi, definì anche le costanti che devono caratterizzare tale aspetto culturale. Un fatto folkloristico può essere definito tale solo se fatto proprio da un numero più o meno grande di persone, deve essere mantenuto vivo nel tempo, essere diffuso ad un’area più o meno ampia, e rispecchiare con semplicità di toni la psicologia e la vita delle classi popolari. La Medicina popolare potrebbe quindi essere considerata un mondo perduto, ma che può ancora suscitare interessi speculativi: conoscere un po’ meglio il nostro passato in cui sono innegabilmente adagiati frammenti importanti, e ancora attuali, della nostra storia. ¢ * Dal 1997 svolge attività didattica di Storia della Medicina presso numerosi Corsi universitari. Tra questi, quelli delle lauree Magistrali in Medicina e Chirurgia di Torino e di Novara, quelle triennali di infermieristica (canali A,B,C), e tecnici di neurofisiopatologia, di ortottistica di Torino, di infermieristica di Asti, Aosta e Ivrea. ** Byron J. Good - Narrare la malattia. Lo sguardo antropologico sul rapporto medico-paziente. 1999 *** A. Kleinman - The Illness Narratives: Suffering, Healing, And The Human Condition. 1989 Cultura MEDICAL HUMANITIES, UNA RIVOLUZIONE Nicola Ferraro 26 GIUGNO 2014 Il ritorno sempre meno silenzioso della Medicina e della Sanità al patrimonio culturale umanistico delle sue origini produce effetti positivi a ripetizione e con ritmo uniformemente accelerato. È una rivoluzione culturale che ci chiama ad essere protagonisti, che ci invita a portare il testimone in ambiti e luoghi che fino a poco tempo fa nessuno avrebbe potuto immaginare. Sono chiamate “a risposta multipla” che sembrano ignorare la crisi epocale che stiamo vivendo e che giorno dopo giorno stanno cambiando, in modo a volte colorato e vivace, la realtà di ospedali, ambulatori, Università… E così, mentre il teatro entra nella formazione universitaria*, mentre i murales colorano i corridoi di alcuni ospedali**, mentre la Medicina scopre una possibile dimensione “slow”***… un’altra piccola notizia (che piccola in realtà non è per niente) modifica la percezione “severa” e diffusa che un Museo di Anatomia umana fatalmente possiede. Ci riferiamo alla recente iniziativa “Disegniamo con i bambini, LE FORME DELLA SCIENZA”, di cui riproduciamo il manifesto, che fa seguito ad altre iniziative culturali e di spettacolo organizzate per aprire le porte del Museo Luigi Rolando alla città e ai turisti che stanno cambiando la natura di Torino. Portare i bambini a disegnare tra i reperti anatomici è una rivoluzione nella rivoluzione perché permette di superare, d’incanto, tutte quelle mitologie gotiche che impropriamente possono aleggiare su un’istituzione culturale di questo tipo, facendo in modo che il “mistero” primeggi a scapito delle possibilità di conoscenza offerte. Di più. Mettere a disposizione dei bambini le sale di un Museo come questo può contribuire a creare la percezione solida che la Medicina basata sulle evidenze ha abbracciato il metodo scientifico perché ha come fondamento lo studio della realtà che è iniziato proprio con l’osservazione del corpo umano. Speriamo che questo incontro tra sapere medico antico e infanzia funzioni in qualche modo come una vaccinazione contro le cialtronerie che incombono pericolosamente sulla nostra salute perché hanno imparato a viaggiare sulle ali della tecnologia rimanendo però le stesse dei “Secoli bui”, delle fiere con i saltimbanchi, i divinatori del futuro e i venditori di elisir. Sui riferimenti a questa nuova interessante realtà culturale evidenziati con asterischi informiamo che la redazione di Torino Medica ha realizzato servizi e interviste scaricabili dal portale dell’Ordine, www.videomedica.org Di seguito le modalità operative per accedere a questo materiale audiovisivo: * digitare nell’home page del Portale, nell’apposito spazio di ricerca in alto a destra, le parole chiave: Valerio Dimonte e Antonella Enrietto ** digitare nell’home page del Portale, nell’apposito spazio di ricerca in alto a destra, le parole chiave: San Giovanni Bosco *** digitare nell’home page del Portale, nell’apposito spazio di ricerca in alto a destra, le parole chiave: Slow Medicine ¢ GIUGNO 2014 27 La ricerca in Provincia HELICOBACTER PYLORI CAUSA DI DISTURBI IN Nicola Ferraro Pierpaolo Berra Uff. Stampa Città della Salute e della Scienza di Torino 28 GIUGNO 2014 GLI EFFETTI POSSIBILI DEL BATTERIO SULLA GESTAZIONE Per la prima volta è stata presa in considerazione non solo la possibile associazione tra l’infezione da Helicobacter pylori ed i disturbi gastrici, come l’iperemesi gravidica (grave forma di nausea e vomito che si manifesta nelle prime settimane di gravidanza), ma anche l’associazione con altre importanti patologie della gravidanza che non coinvolgono direttamente l’apparato gastroenterico. Infatti è ormai noto che l’infezione da Helicobacter pylori non è solo alla base di gastrite ed ulcera, ma è spesso associato a patologie non gastriche di vario tipo come le patologie cardiovascolari, le malattie autoimmuni, il diabete, ecc. Nel caso della correlazione tra l’infezione da H. pylori e disturbi legati alla gravidanza gli studi si sono concentrati principalmente sull’anemia da carenza di ferro, le malformazioni fetali, l’aborto spontaneo, la pre-eclampsia e la restrizione della crescita fetale. L’infezione da H. pylori può avere un ruolo nella patogenesi dei succitati disordini della gravidanza attraverso diversi meccanismi. Ad esempio, questo batterio è in grado di sottrarre micronutrienti come ferro e vitamina B12, e la carenza di tali elementi può essere alla base dell’anemia sideropenica materna e di difetti del tubo neurale del feto, come la spina bifida. L’infezione da Helicobacter causa una risposta infiammatoria e stress ossidativo sia a livello locale, con conseguenti disturbi gastrointestinali, sia a livello sistemico come nel caso della pre-eclampsia. È stato inoltre dimostrato che gli anticorpi specifici anti-H. pylori sono in grado di cross-reagire con antigeni localizzati nel tessuto placentare e sulle cellule endoteliali. Il conseguente danno cellulare può essere alla base dell’aborto spontaneo, della pre-eclampsia e della restrizione di crescita fetale, due gravi patologie della gravidanza attualmente non suscettibili di trattamento. GRAVIDANZA L’Helicobacter Pylori è responsabile non solo di ulcera e gastrite ma anche di altre patologie ed ha un collegamento con diversi disturbi che possono emergere durante la gravidanza. A rilevarlo uno studio dal titolo “Helicobacter pylori and pregnancy-related disorders”, pubblicato a marzo di quest’anno sulla prestigiosa rivista internazionale World Journal of Gastroenterology, a cura della professoressa Todros (Direttore di Ginecologia ed Ostetricia Universitaria 2 dell’Ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino), dalla dottoressa Simona Cardaropoli e dal dottor Alessandro Rolfo. Nella comunicazione per la prima volta è stata analizzata in modo approfondito la letteratura scientifica internazionale riguardante l’eventuale associazione tra questo batterio e le patologie della gravidanza. EFFETTI DI UN’INFEZIONE ESISTENTE PRIMA DELLA GRAVIDANZA MA SILENTE Dal momento che l’infezione da H. pylori è probabilmente acquisita prima della gravidanza, si ritiene che i cambiamenti ormonali ed immunologici che si verificano durante la gravidanza possono attivare l’infezione latente da H. pylori e questo può avere un impatto non solo sulla salute della madre, ma anche sul suo bambino. È interessante notare che la trasmissione dell’H. pylori dalla madre al bambino non sembra verificarsi durante la gravidanza o il parto. Inoltre è stato dimostrato che gli anticorpi specifici contro questo microrganismo sono trasferiti al feto/neonato sia attraverso la placenta sia tramite il latte materno. Questo potrebbe essere un aspetto positivo di difesa del neonato, tuttavia non è chiaro se gli anticorpi materni sono in grado di proteggere i bambini contro la colonizzazione dell’H. pylori. L’ATTIVITÀ MEDICO SCIENTIFICA DEL GRUPPO TORINESE Tuttora il gruppo del Sant’Anna è impegnato a studiare in modo più approfondito queste associazioni ed a valutare la possibile correlazione tra l’infezione da H. pylori ed altre malattie legate alla gravidanza di eziologia sconosciuta, come il diabete mellito gestazionale, la colestasi gestazionale ed il parto pretermine spontaneo. Dal momento che l’infezione da H. pylori è curabile, la dimostrazione del suo ruolo causale nei disturbi legati alla gravidanza può avere importanti implicazioni socio-economiche. È probabile che la diagnosi pre-gravidanza e l’eradicazione preventiva dell’H. pylori riducano l’incidenza di alcune di queste complicazioni. La progettazione di un vaccino efficace sarà ancor più utile al fine di evitare problemi di farmaco-resistenza e reinfezione. ¢ GIUGNO 2014 29 Le nostre radici Riceviamo questo tenero e dolce messaggio dai famigliari di un nostro iscritto recentemente scomparso che volentieri pubblichiamo: come partecipazione al dolore della sua famiglia, scusandoci per l’involontario dispiacere procurato. N. Ferraro IL DOTT. GUGLIELMO VIGADA PARLA AI SUOI GIOVANI COLLEGHI L’8 dicembre scorso il dott. Guglielmo Vigada è stato premiato dalll’OMCeO di Torino con medaglia d’oro in occasione dei 50 anni di Laurea. Egli aveva preparato un “paio di righe” da proiettare al momento della consegna della sua medaglia; purtroppo questo non avvenne ma, fatto ancora ancora più triste, il 21 di aprile scorso il dott. Vigada è deceduto: siamo per questo a chiederLe cortesemente, se fosse possibile, pubblicare nel prossimo numero di Torino Medica quel suo scritto preparato per quell’occasione. “Gentile Presidente, essere qui oggi è per me un gran orgoglio e ringrazio Lei ed il direttivo dell’Ordine di Medici, per avermi dato la possibilità di ricordare a me, alla mia famiglia ed ai giovani qui presenti oltre 50 anni della più bella e gratificante professione che un uomo possa pensare di intraprendere. Ripassare la mia carriera, da quel giorno in cui, con somma emozione coronai sei anni di sforzi e sacrifici, attraverso anni di ulteriore dedizione agli studi per conseguire le mie specializzazioni, senza tralasciare la creazione della mia famiglia, è un esercizio carico di emozioni. Il primo posto di lavoro, il mio primo polmone, le nottate passate di guardia, i miei periodi passati in Africa, la gente semplice delle mie campagne bisognosa di aiuto... Un cammino lungo e a volte difficile, ma mai faticoso. La passione e il senso del dovere, hanno sempre prevalso e mi hanno portato a ricoprire ruoli differenti ed entusiasmanti. Vorrei trasmettere ai giovani laureandi questo messaggio per un cammino pieno di soddisfazioni professionali così come è stato e così com’è il mio. In bocca al lupo” Dott. Guglielmo Vigada 30 GIUGNO 2014 rubriche IN LIBRERIA Una lacuna colmata Letto da Nicola Ferraro Savino D’Amelio CATARATTA PEDIATRICA Diagnosi, Trattamento Chirurgico, Complicazioni, Trattamento otticoortottico TESTO-ATLANTE Sperling & Kupfer, 2013 Pagine 351, Euro 180,00 (In Rete viene però venduto anche a Euro 153) Con questo libro Savino D’Amelio, Direttore del Dipartimento di malattie oculistiche dell’Ospedale Oftalmico di Torino, già Presidente della Società Italiana di Oftalmogia Pediatrica (SIOP) e Global Advisory Council Member della WSPOS (Word Society of Paediatric Ophthalmology and Strabismus) ha riempito una lacuna editoriale scientifica a livello nazionale ed europeo. Si tratta di un’opera originale che, ad un testo rigoroso e suffragato da riferimenti bibliografici abbina una ricca iconografia che rafforza la sua validità didattica. La cataratta del bambino è una patologia di grande impatto socio-economico: nel mondo i bambini con grave deficit visivo per cataratta pediatrica sono circa due milioni. Considerando la loro più lunga aspettativa di vita, almeno 50 anni, se non trattata, risulta un ammontare di “anni cecità” di circa 90 milioni (1,8 x 50). Rispetto a quella dell’adulto, la cataratta pediatrica è un argomento complesso e il suo trattamento molto controverso; vi sono numerose difficoltà e differenze nell’approccio dalla diagnosi al trattamento e al percorso post operatorio. Il bambino non è un adulto in miniatura ma ha delle specifiche caratteristiche anatomiche, fisiologiche, psicologiche, sociali. L’occhio del bambino non soltanto è più piccolo di quello dell’adulto, ma i suoi tessuti hanno una particolare consistenza ed elasticità. Quando la cataratta compare nei primi mesi o nei primi anni di vita, oltre a ridurre l’acuità visiva, interferisce con il normale sviluppo cerebrale, condizionando la maturazione delle vie e dei centri visivi, con gravi e irreversibili conseguenze sulla funzione visiva monoculare e binoculare. La peculiarità della cataratta pediatrica non è solo limitata all’atto chirurgico, ma coinvolge i processi diagnostici e decisionali preoperatori, il trattamento post operatorio e il follow-up, in quanto le complicanze possono presentarsi anche a distanza di anni. “Questo testo - afferma l’autore - è indirizzato a tutti gli oculisti e in particolare ai chirurghi oftalmologi pediatri, agli ortottisti, ai medici pediatri, ai chirurghi della cataratta e della vitreo-retinica dell’adulto allorché si accingono ad operare un bambino. La speranza è che esso stimoli riflessioni utili, senza voler tuttavia condizionare il comportamento del chirurgo oftalmologo o dell’ortottista. Ogni operatore deve decidere in piena autonomia, adattando la propria esperienza e la propria scienza e coscienza al paziente che si presenterà, di volta in volta, con caratteristiche peculiari”. ¢ Se il fascino per la montagna diventa cultura Letto da Nicola Ferraro Maurizia Cavallero MONTAGNE INCANTATE E DISINCANTATE SAGGIO Lorenzo Editore Pagine 72, Euro 14,00 32 GIUGNO 2014 L’autrice, medico chirurgo, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, è nata ad Udine ma vive e lavora a Torino ed è anche laureata in Scienze Politiche. In sostanza la scrittrice di questo saggio davvero particolare appartiene alla folta schiera dei professionisti della salute torinesi che realizzano libri interessanti di varia natura e umanità. La dottoressa Cavallero ha un approccio eclettico con la scrittura: passa con disinvoltura dalla narrativa, alla poesia, alla saggistica che tratta soprattutto di pittura. Questa piccola opera riguarda non a caso il rapporto tra montagna e pittura, esaminato in una prospettiva rigorosa di Storia dell’Arte che spazia dal Medioevo e dal Rinascimento, si sofferma sul Rinascimento italiano, riflette sulle elaborazioni del Secolo dei Lumi, esamina approfonditamente il rapporto che lega la montagna a Giovanni Segantini, descrive la perdita della enigmatica sacralità della montagna nella pittura del Ventesimo secolo, fino da arrivare all’esame delle produzioni delle avanguardie artistiche. Un libro in apparenza agile, perché scritto in un italiano che, pur rispettando la complessità di contenuti a volte non facili, risulta fruibile e piano ed ha il pregio di svelare, in modo perfettamente ripercorribile, gli stimoli culturali ed estetici da cui nasce. Stimoli che rivelano frequentazioni colte ma esplicitate senza spocchia e anzi con un piglio didascalico che restituisce gli echi di una personale fruizione estetica appagante. Ad esempio il richiamo a Michelangelo Antonioni, pittore forse meno tormentato dell’Antonioni regista cinematografico, e in particolare il riferimento ad una rassegna di suoi quadri di soggetto montanaro tenutasi all’Aquila nel 2007, anno della sua morte. Un approccio davvero originale, quello del rapporto montagna/pittura, che nelle mani dell’autrice aiuta a tracciare (ma anche a meglio comprendere) l’evoluzione culturale degli ultimi secoli in Italia, in Europa e in buona parte dell’Occidente. “Le montagne scrive l’autrice - fanno parte del paesaggio, ma, attraverso i secoli, sono state interpretate in maniera diversa, non soltanto dal punto di vista figurativo. Sono state limiti inviolabili e invalicabili, poi luoghi remoti buoni per ogni sorta di stregoneria; recessi di spiriti maligni capaci di scatenare e/o gli eventi naturali più avversi…” “Sotto un altro punto di vista - prosegue la dottoressa Cavallero - la montagna può essere interpretata come l’elemento naturale che più avvicina la terra al cielo: questione di opinioni che coinvolgono anche le credenze religiose di ognuno di noi”. In un momento dell’anno che sta per essere votato al riposo e alla vacanza, la cui simbologia mediatica è di questi tempi soltanto di natura volgarmente balneare, le parole con cui si conclude il capitolo di questo libro dedicato alla “montagna disincantata”, suonano come uno spot efficace di alto profilo culturale per una vacanza “diversa”. “L’immagine della montagna - scrive la dottoressa Cavallero - resta sempre attuale, impastata di visioni, di emozioni e di constatazioni che fanno parte organica della storia dell’arte e delle problematiche sociali contemporanee. Quella della montagna è un’immagine che va preservata da ogni eccesso; una parte di natura affascinante, da studiare e da metabolizzare con calma e a lungo nel vissuto di tutti noi”. ¢ APERTA DA LUGLIO 2013 Residenza per Anziani IL PORTO PeR InfORmazIOnI e PRenOTazIOnI Via Torre Pellice, 25 - 10156 Torino (TO) Tel. 011 2239164 [email protected] www.puntoservice.org PeR InfORmazIOnI e PRenOTazIOnI Via delle Primule, 7 - 10151 Torino (TO) Tel. 011 4530692 - [email protected] •Assistenza qualificata 24h/24 •Fisioterapia •Servizi alberghieri •Servizio medico •CONVENZIONIASL •Servizio infermieristico GIUGNO 2014 33 rubriche IN LIBRERIA Quello che ignoriamo di Internet Letto da Nicola Ferraro Leonida Reitano ESPLORARE INTERNET Manuale di investigazioni digitali e Open Source Intelligence SAGGIO Minerva Edizioni Pagine 262, Euro 29,00 34 MAGGIO 2014 La polemica sul diritto all’oblio in Internet, le rassicurazioni circa la sicurezza dei nostri dati stivati nelle “nuvole” informatiche, gli strumenti per proteggerci dalla violabilità della nostra identità spiattellata nei social network… sono tutte mistificazioni colossali di una realtà incontrovertibile: in Rete tutto si crea (o si può creare) e nulla si può distruggere. Tanto che una buona parte delle “notizie riservate” che servono al Potere per mantenere quella “P” maiuscola fluiscono dai nostri PC collegati in Rete senza che noi nemmeno ce ne accorgiamo. Questa inconsapevolezza è frutto dell’intima natura di Internet e dell’accesso casuale (random) con cui in informatica si privilegia l’accesso ai dati: per banali motivi di risparmio energetico e di semplicità costruttiva dell’hardware (dei computer). Questa casualità che permea il mondo dell’informatica a volte ci viene spacciata per democrazia; una condizione politica di alto profilo che declinata sui tempi e sui modi della Rete diventa molto più modestamente “reciprocità” praticabile: se il Potere mi può spiare anch’io posso spiare il Potere venendo a conoscenza di quello che ha saputo di me e di chiunque altro e non soltanto oggi. Un’affermazione presuntuosa? Forse velleitaria, ma presuntuosa no perché perfettamente realizzabile avendo le conoscente tecniche per poterla realizzare. Il libro di Leonida Reitano, un po’ manuale da leggere come se si trattasse di un testo di matematica o di formazione musicale (le analogie tra i due ambiti sono tra l’altro… note) e un po’ romanzo di spionaggio, è lo strumento idoneo per acquisire le conoscenze che ci permettono di guardare nella Rete come se fossimo incollati all’oculare di un telescopio puntato sulla volta celeste. Il punto di forza dell’autore, paradossalmente ma nemmeno poi tanto a pensarci bene, è che è un sociologo della Comunicazione e non un informatico, uno smanettone allergico in genere alla lettura e alla riflessione su quanto si è letto. Questa condizione intellettuale dell’autore restituisce al lettore lo stupore per quello che si può scoprire in Rete e non la vanità legata alla capacità di violare segreti che, il libro spiega, tanto segreti non possono essere per la stessa natura tecnologica di Internet. E così, pagina dopo pagina, si scopre che in Rete rimane sempre traccia di quanto cancellato, che il diritto all’oblio (non soltanto personale ma per siti e portali) non è che una chimera, che nella Rete esistono reti occulte perfettamente navigabili che come un fiume carsico o le fogne di Parigi nei “Miserabili” possono portare al malaffare o alla scoperta, anche storica, del malaffare. Si scopre che la più navigabile di quelle reti nella Rete si chiama TOR e che attraverso la sua frequentazione si può arrivare ad identificare “in chiaro” siti creati ad arte per manipolare la coscienza sociale della gente, instillando in maniera quasi subliminale semi, ad esempio, di odio razziale. Chi scrive ha seguito un corso all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte di Giornalismo investigativo, tenuto dall’autore. Attraverso la navigazione in TOR mi è stato permesso di scoprire che un inoffensivo (in apparenza) sito americano dedicato a Martin Luther King, pagina dopo pagina, ti guidava verso una descrizione di questo personaggio storico definito alla fine soltanto come pervertito sessuale e criminale incallito e non come vittima di un complotto politico ancora non rivelato. La Rete è uno strumento formidabile: di conoscenza e di annichilimento della conoscenza. La sua realtà virtuale, ha una potenzialità che può essere costruttiva o distruttiva in termini probabilmente superiori agli altri media. Per costruire il proprio sapere e non farsi manipolare la coscienza occorre avere gli strumenti idonei che questo libro concede a piene mani. ¢ rubriche BISTURI ROSSO a cura di Roberto Lalario Care colleghe e cari colleghi, questa volta vi presento due… novità: una assoluta e l’altra relativa! DUE NOVITÀ ENOGASTRONOMICHE URBANE OSTERIA LES RACINES OSTERIA LES RACINES TORINO Via Carlo Capelli 4, Tel. 3297239782 www.osterialesracines.it Chiuso il lunedi Provato a maggio 2014 RISTORANTE “SOLFERINO” TORINO Piazza Solferino 3, Tel. 011535851 Aperto tutti i giorni Provato a maggio 2014 La novità assoluta è un locale nuovo di zecca molto interessante; rappresenta l’impresa coraggiosa di due giovani chef che hanno aperto da poche settimane un’osteria in Borgata Parella, con buon gusto, abilità culinaria e un pizzico di avventura! Il locale si chiama “Osteria Les Racines”: è un ambiente arioso e allegramente dipinto di giallo con tavoli ben distanziati e sedie comodissime, arricchito dall’ascolto di ottima musica. Premetto, a lode dei proprietari, che non soltanto accettano con piacere i nostri amici a quattro zampe, ma se li avvertite prima, li coccolano dando anche a loro la cena in ciotola! (La mia cagnona scodinzola ancora adesso al ricordo). L’organizzazione prevede menù fisso, che cambia ogni settimana, impostato sulla spesa del giorno e sulle “materie prime” trovate al mercato: quindi cibi freschissimi e piatti “ruspanti”. La semplicità gustosa è servita con stile e cortesia. Nel menù da me provato c’erano: fetta di salame cotto su pane casereccio, mousse di barbabietola rossa con pezzetti di Roquefort e sottili fette di pane abbrustolito, orecchiette con salsiccia e crema di porri (sublimi!), salsiccia al profumo di finocchio con patate dolci e una vera macedonia fresca (deliziosa), vino (un calice di buon barbera) acqua, caffè (servito con autentica caffettiera napoletana) e liquorini (vi consiglio il mirto) compresi nel prezzo che è di 30 €. Ogni tanto compaiono “menù a tema”, tipo fritto misto alla piemontese, giornata dell’asparago, gran bollito… RISTORANTE “SOLFERINO” La seconda novità è relativa, nel senso che si tratta di un cambio di gestione di un locale di antica tradizione, il “Solferino” nell’omonima piazza. Questa volta posso dire che il cambio ha mantenuto e ulteriormente arricchito il menù classico con molti grandi piatti della tradizione piemontese migliorando ed abbellendo l’arredo e l’ambiente. Servizio di gran classe e simpatia. Ho iniziato con una sontuosa cruda di fassona battuta a coltello condita direttamente al tavolo: di una delicatezza unica. Ho assaggiato anche i fiori di zucchino ripieni di crema di formaggio e mentuccia: squisiti. Come primo ho gustato i tagliolini agli asparagi, cotti alla perfezione e con un generosa quantità di asparagi. Ho assaggiato anche gli gnocchi al Castelmagno: deliziosi. Il secondo l’ho saltato, ma sbirciando il menù, fra le molte prelibatezze mi ha colpito un coniglio all’astigiana che credo meritevole di attenzione. Per dessert ho preso delle pesche con cioccolato ed amaretto per le quali dovrei scomodare di nuovo magna Pina per dire quanto fossero buone. Ho bevuto un calice di ottimo Nebbiolo. La carta dei vini è comunque ricca e piacevole! Spesa sui 35-40 €. GIUGNO 2014 35 rubriche I servizi dell’Ordine CASELLE PEC L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino ha deliberato di rinnovare la convenzione con POSTECOM per la gestione delle caselle di Posta Elettronica Cer tificata (PEC), attivate nel 2010. Il rinnovo della convenzione prevede le stesse modalità di adesione precedentemente adottate e cioè il pagamento a carico di questo Ordine provinciale delle caselle attivate da par te degli iscritti. PER INFORMAZIONI: telefonare allo 011.5815108 oppure inviare mail a [email protected] PORTALE WEB www.torinomedica.com Il portale d’informazione indipendente e senza pubblicità dell’OMCEO della provincia di Torino. Oltre a notizie e articoli su sanità, salute, farmaci...dall’Italia e dal mondo, potrete vedere filmati, interviste, serivzi, inchieste, quando lo desiderate voi. Non tutte le notizie, ma notizie per tutti! ATTRIBUZIONE CODICE PIN Per la compilazione del certificato di malattia on line. Continua il servizio, attivato dall’Ordine, per l’attribuzione del codice PIN a favore dei medici liberi professionisti (non dipendenti e non convenzionati) per la compilazione della certificazione di malattia on line. Per attivare la procedura di attribuzione, telefonare alla Segreteria Amministrativa allo 011.5815111 36 GIUGNO 2014 WEB area www.omceo.to.it Tutto ciò che occorre sapere sull’Ordine ad iniziare dall’Albo degli iscritti www.torinomedica.com Cultura per la salute e le più importanti notizie di aggiornamento medico-scientifico con accesso diretto alle fonti www.videomedica.org La nostra rivista audiovisiva con servizi, inchieste e interviste www.omceotorinoservizi.com Il portale dedicato alle Associazioni riconosciute dall’Ordine ed ai servizi erogati Newsletter Iscrivetevi da torinomedica.com per riceverla gratuitamente sulla vostra mail www.facebook.com/omceo GIUGNO 2014 37 rubriche I servizi dell’Ordine COMUNICAZIONE DELL’ORARIO DEGLI UFFICI DAL 1° LUGLIO 2014 al 29 AGOSTO 2014 Lunedì Martedì Mercoledì Giovedì Venerdì 8.30-13.30 8.30-13.30 8.30-13.30 8.30-13.30 8.30-12.30 | | | | 14.00-17.00 14.00-17.00 14.00-17.00 14.00-17.00 Si comunica anche che l’Ufficio Previdenza (pratiche Enpam), per motivi organizzativi, osserva il seguente orario: Lunedì 8.30-13.30 Martedì 8.30-13.30 Mercoledì8.30-13.30 Giovedì 8.30-12.30 Venerdì 8.30-12.30 IL SEGRETARIO DELL’ORDINE Ivana Garione Agli iscritti La “Federazione Sanitari Pensionati e Vedove” si occupa della risoluzione dei problemi economicosociali dei medici, farmacisti, veterinari che godono di una pensione e dei loro famigliari. Per maggiori informazioni o per accedere ai servizi dell’Ente, si può telefonare alla signora Teresa Gariglio, 333/8440475, Presidente provinciale dell’Ente, o al dott. Giorgio Cappitelli, 348/6703250, Presidente regionale. (RTM) 38 GIUGNO 2014 Per comunicare un cambio di indirizzo Si chiarisce agli iscritti che la procedura corretta per la segnalazione all’ordine di un cambio di residenza o di indirizzo prevede obbligatoriamente la compilazione dell’apposito modulo scaricabile all’indirizzo: www.omeco.to.it à contatti à modulistica à modulo variazione indirizzo Questo modulo deve essere inviato via mail all’indirizzo [email protected] o inviato tramite fax al numero 011505323 Inoltre si pregano gli iscritti di segnalare alla segreteria amministrativa eventuali disguidi di spedizione della rivista “torino medica” La Redazione di Torino Medica (RTM) AVVISO AI MEDICI IN POSSESSO DI DIPLOMA DI FORMAZIONE SPECIFICA IN MEDICINA GENERALE I Medici che hanno conseguito il diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale possono darne comunicazione alla segreteria dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino: il titolo sarà inserito nell’Albo dei Medici Chirurghi analogamente a quanto avviene per i titoli di Specializzazione. L’attestato potrà essere inviato anche via mail al seguente indirizzo: [email protected],it o via fax al numero: 011/505323. Il Segretario OMCeO Dr.ssa Ivana Garione AVVISO DI SELEZIONE PER TUTOR VALUTATORI PER LO SVOLGIMENTO DELLA PROVA PRATICA DEI LAUREATI CANDIDATI ALL’ESAME DI STATO ABILITANTE ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI MEDICO-CHIRURGO L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Torino ha sottoscritto una Convenzione con l’Università di Torino per gli adempimenti previsti dal Regolamento concernente gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della professione di medico-chirurgo modificato con decreto n. 445 del 19 ottobre 2001 e pubblicato sulla G.U. n. 299 del 27 dicembre 2001 e reso applicativo dall’Ordinanza ministeriale del 23 febbraio 2004. Le sopra citate norme prevedono che l’esame di Stato di abilitazione alla professione consista in una prova pratica e in una prova scritta. Alla prova scritta si accede solo dopo il superamento di una prova pratica a carattere continuativo consistente in una prova clinica pratica della durata complessiva di tre mesi articolati in un mese svolto presso un reparto di medicina, un mese presso un reparto di chirurgia e per un mese presso un medico di medicina generale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale e realizzati, dopo il conseguimento della laurea (art. 1 DM 19.10.2001, n. 445). In forza alla Convenzione con l’Università, il Consiglio Direttivo dell’Ordine è tenuto a predisporre un elenco di medici operanti in qualità di dirigente medico in reparti di medicina generale, medicina d’urgenza o geriatria, medici operanti in qualità di dirigente medico in reparti di chirurgia generale, chirurgia d’urgenza, ortopedia, otorinolaringoiatria, urologia o ginecologia e medici di medicina generale convenzionati con il SSN, che possano dichiarare, sotto la propria responsabilità, di possedere i requisiti minimi di seguito elencati per ciascuna categoria. Medici operanti in qualità di dirigente medico in reparto di medicina generale e chirurgia generale 1. essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino 2. assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio della professione nei dodici mesi precedenti 3. possedere almeno cinque anni di anzianità di servizio in un reparto ospedaliero o universitario di medicina o chirurgia 4. svolgere normalmente sia attività di reparto che ambulatoriale 5. avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno 6. impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto Medici di medicina generale convenzionati con il SSN 1. essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino 2. assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio della professione nei dodici mesi precedenti 3. possedere almeno dieci anni di anzianità di convenzione per la Medicina Generale con il SSN 4. avere in carico al momento della domanda un numero di scelte superiore a 750 5. disporre di un sistema informativo adeguato 6. avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno 7. impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto L’elenco così costituito, formato da tutti gli aspiranti alla attività di Tutore in possesso dei requisiti minimi, verrà sottoposto alla Commissione Paritetica composta dai membri dell’Università e dell’Ordine per l’individuazione dei Tutori. La Commissione Paritetica Ordine-Università, preso atto dell’elenco dei Medici che sono in possesso dei requisiti minimi, dovrà procedere alla formazione di un elenco che verrà trasmesso alla Regione (combinato art.1, comma 2 Tirocinio, DM n. 445 del 19 ottobre 2001 e art. 27, comma 3, DL n. 368 del 17 agosto 1999). Per la validità della domanda farà fede la data di protocollo della stessa, che può essere inoltrata o per lettera raccomandata (C.so Francia 8 - cap.10143) o per raccomandata a mano direttamente agli uffici dell’Ordine o per fax al numero 011- 505323 o per e-mail [email protected]. Il candidato dovrà consegnare la domanda, come da modelli allegati, attestante il possesso dei requisiti minimi. Torino, 8/7/2013 Il Presidente dell’Omceo della provincia di Torino Dr. Amedeo Bianco I modelli per le domande sono scaricabili dal sito www.omceo.to.it GIUGNO 2014 39 rubriche Comunicati COMUNICAZIONI SU CORSI FAD DELLA FNOMCeO PROGRAMMA NAZIONALE ESITI NUOVO CORSO ECM AGENAS/FNOMCEO Dal 23 settembre 2013, e lo sarà fino al 1° settembre 2014, è attivo il corso on line ECM sul Programma Nazionale Esiti (PNE) realizzato da Agenas e FNOMCeO con il coinvolgimento della Federazione IPASVI. Per accedere al corso è necessario connettersi alla Homepage del sito web del Programma Nazionale Esiti (PNE) tramite link presenti sui siti internet di Agenas, FNOMCeO, Ministero della Salute, IPASVI. Attraverso le attività di PNE, il Ministero della Salute si avvale di AGENAS per lo svolgimento delle funzioni di valutazione dei risultati (outcomes) delle prestazioni assistenziali e delle procedure medico-chirurgiche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Obiettivi del corso sono la diffusione delle competenze necessarie a una corretta lettura e interpretazione dei contenuti di PNE, attraverso l’apprendimento di alcuni fondamenti di metodologia epidemiologica applicata alla valutazione comparativa di esito. Crediti: il corso, del tutto gratuito, eroga 12 crediti ECM (Codice ECM 69597). L’attestazione dei crediti, una volta superato il corso, è disponibile nella “Situazione crediti” in alto a destra, appena entrati sulla piattaforma. Le professioni accreditate sono: medico, odontoiatra, infermiere, infermiere pediatrico, assistente sanitario. Accesso: chi si è registrato per i precedenti corsi ricordiamo che è necessario passare sito FNOMCEO o IPASVI può accedere ai corsi; È necessario passare dal sito della propria Federazione per il controllo ogni anno. ATTENZIONE: il sistema è basato su sessioni di lavoro; qualora si rimanga inattivi per più di 20 minuti la sessione scade e si deve quindi effettuare nuovamente l’accesso con ID e PIN. CORSO FAD APPROPRIATEZZA 2013 - 2014 N° EVENTO 2603 - 79138 Si comunica che la validità del corso è stata prorogata fino al 18/11/2014 (salvo diverse disposizioni che saranno comunicate). Si ricorda che questo corso ECM può essere seguito soltanto in modalità on line. Il servizio HELP DESK, erogato direttamente da FNOMCeO (sede Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino) è attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 tel. 011/5815110 e-mail: [email protected] Si ricorda che è necessario passare dal sito FNOMCeO www.fnomceo.it o IPASVI www.ipasvi.it per accedere al corso. GIUGNO 2014 41 rubriche Comunicati PIANO FORMATIVO ECM 2014 E LAVORO DELLE COMMISSIONI Il piano formativo ECM dell’OMCeO di Torino per l’anno 2014 prevede circa 20 corsi formativi che nascono anche dal lavoro delle singole commissioni ordinistiche. Si tratta di un numero di corsi organizzati che pone il nostro OMCeO ai vertici degli Ordini italiani dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri per quanto riguarda quest’attività istituzionale. L’Ordine si occupa e si fa carico dell’accreditamento, sulla piattaforma ECM, dei programmi approvati dal Comitato Scientifico interno e di tutta la parte organizzativa (compresa la progettazione e la stampa delle locandine, la diffusione dei programmi e l’invio dei crediti formativi acquisiti). Per coordinare meglio il lavoro organizzativo e renderlo più rapido sono stati decisi alcuni compiti da affidare ai Responsabili Scientifici: 1) Elaborazione e supervisione dei programmi in bozza (che vengono poi sottoposti alla valutazione del Comitato Scientifico). 2) Elaborazione, in accordo con i docenti, di brevi presentazioni (estratti dei curricula) ad uso della segreteria dell’OMCeO per l’elaborazione delle locandine e per il completamento dei documenti richiesti dalla procedura ECM. 3) Elaborazione e supervisione dei questionari ECM (tre domande per ogni ora di relazione con quattroopzioni di risposta). I questionari vengono poi raccolti e sistemati dalla Segreteria dell’OMCeO. Ovviamente ad ogni partecipante del corso sarà sottoposto il questionario da compilare; la compilazione corretta o meno pregiudicherà la consegna dei crediti formativi assegnati all’evento (circa l’80% delle risposte devono essere corrette per ottenere i crediti). Ne consegue che il questionario finale non può essere discusso durante lo svolgimento del corso. 4) Elaborazione di una eventuale bibliografia (non obbligatoria) nel caso in cui l’argomento proposto sia particolarmente articolato e interdisciplinare. 5) Supervisione finale di tutta la documentazione sistemata e preparata dalla Segreteria dell’OMCeO della provincia di Torino. 6) I corsi Accreditati dall’Ordine non possono avere sponsor. 7) Spetta alla Commissione decidere per quante persone va accreditato il corso tenendo presente che è disponibile anche il nuovo salone conferenze che può contenere 250 persone. Naturalmente i crediti attribuibili ad un corso si riducono con l’aumento dei partecipanti. Risulta possibile, se un corso ha particolare successo ed è molto richiesto, farne una riedizione l’anno successivo. 8) Per qualsiasi altra ulteriore informazione di natura tecnica rivolgersi alla Signora Noemi (Ufficio di Presidenza), al n° telefonico 011.5815104. Il Segretario OMCeO Dr.ssa Ivana Garione 42 GIUGNO 2014 rubriche Corsi e congressi in pillole Vengono qui pubblicate GRATUITAMENTE, di ogni congresso approvato dalla redazione: - data del convegno - titolo del convegno - luogo del convegno. Gli eventi di cui si dà notizia sono, come sempre, quelli che si tengono dal mese successivo a quello del numero pubblicato. CORSI ECM DELL’OMCEO DI TORINO I corsi, che annunciamo soltanto come titolo, sono in corso di definizione conclusiva di programma mentre stiamo elaborando questo numero di TORINO MEDICA. Preferiamo quindi non fornire altre informazioni che potrebbero rivelarsi non corrispondenti ad una realtà che ancora non conosciamo. Ci sembra utile tuttavia dare informazioni sugli argomenti che l’OMCeO di Torino sta elaborando da un punto di vista formativo. L’aggiornamento tempestivo del programma di ciascun evento formativo e del relativo numero di crediti assegnato, oltre alla scheda d’iscrizione, sono però scaricabili in Rete sia dal sito istituzionale www.omceo. to.it (sezione corsi ECM) sia dal Portale di informazione e aggiornamento medico-scientifico e culturale www. torinomedica.com. (homepage, in alto a destra). Ecco le date e i titoli dei prossimi eventi che si terranno tutti presso la sede dell’Ordine, Villa Raby, C.so Francia 8 a Torino: PRIMO INCONTRO 13/9/2014 SECONDO INCONTRO 25/10/2014 20/09/2014 u PRENDERSI CURA DEL BAMBINO CON LE MEDICINE COMPLEMENTARI/NON CONVENZIONALI (CAM): COME E QUANDO? u I MEDICI E LA VIOLENZA: RICONOSCERE, GESTIRE, CURARE 26/09/2014 PRIMO INCONTRO 27/9/2014 SECONDO INCONTRO 11/10/2014 29/09/2014 - 30/09/2014 u CELLULE STAMINALI: EVIDENZE SCIENTIFICHE u LE DIFFERENZE IGNORATE. LA MEDICINA DI GENERE, SFIDA E OBIETTIVO STRATEGICO PER LA FORMAZIONE MEDICA. Studio delle differenze tra le funzioni vitali e sociali di uomini e donne e conseguente risposta alla medesima malattia. u LA FINE DELLA VITA: ACCOMPAGNAMENTO E CONGEDO Percorsi e strumenti di consapevolezza e sostegno sulla morte ed il morire 10/10/2014 u LA VITAMINA D: EFFETTI E SPERANZE GIUGNO 2014 43 rubriche Corsi e congressi in pillole quando Sabato 13 settembre e sabato 25 ottobre 2014 dove u RELAZIONI PATOLOGICHE: IL TRAUMA E LA VIOLENZA. DISPOSITIVI DI TRATTAMENTO: WORKSHOP TORINO - Educatorio della Provvidenza, Corso Trento 13 (ZONA PEDONALE CROCETTA) quando Giovedì 2 ottobre 2014, dalle ore 8:30 alle ore 16:30 dove u FOCUS ON: GLI OPPIACEI NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE CRONICO TORINO - Aula Magna Achille Dogliotti, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, C.so Bramante 88 quando Inizio del Corso: venerdì 3 ottobre 2014 dove TORINO - AULA MAGNA FACOLTÀ TEOLOGICA Via XX Settembre 83 quando 3 ottobre, 17 ottobre, 31 ottobre, 28 novembre Venerdì, 9,00 ‐13,00 - 14.00‐18,00 dove SETTIMO TORINESE (TO) Aula di Formazione dell’Ospedale Civico “Città di Settimo Torinese”, Via Santa Cristina 3 quando 3-4 ottobre 2014 dove VAL DELLA TORRE, TORINO Fondazione “Un Passo Insieme Onlus”, Via Alpigiano 123/B quando 3 ottobre 2014 dove u MASTER UNIVERSITARIO BIENNALE IN BIOETICA Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale Sezione parallela di Torino Ciclo di Specializzazione in Teologia Morale con indirizzo sociale Anno Accademico 2014-2015 in collaborazione con: Arcidiocesi di Torino, Centro Cattolico di Bioetica, Ufficio per la Pastorale della Salute Ufficio per la Pastorale della Cultura, della Scuola e dell’Università, Associazione Medici Cattolici Italiani, Associazione Bioetica & Persona - Onlus u STRATEGIE DI DIAGNOSI E DI INTERVENTO SULL’AUTISMO CORSO DI ALTA QUALIFICAZIONE APPROCCIO GLOBALE AI DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO IN ADOLESCENZA ED IN ETÀ ADULTA AFFRONTARE LA PATOLOGIA u “COME NEURODEGENERATIVA - FOCUS SUI PARKINSONISMI” In collaborazione con ASSOCIAZIONE FAMILIARI PSP 3° CONVEGNO SU COGNITIVITÀ, u MALATTIE NEUROLOGICHE TORINO - Circolo dei Lettori, Palazzo Graneri della Roccia, Via Bogino 9 quando Sabato 11, domenica 12 ottobre 2014 dove MILANO - NH Hotel Macchiavelli Via Lazzaretto 5 44 GIUGNO 2014 u TERAPIE PER LA MENOPAUSA congressi I MEDICI E LA VIOLENZA: RICONOSCERE, GESTIRE, CURARE INFORMAZIONE IMPORTANTE Cari lettori, molti iscritti certamente sanno che questa rivista da anni non rappresenta un peso per il bilancio del nostro Ordine in quanto i costi più onerosi di composizione, stampa e spedizione sono sostenuti direttamente dalla società editoriale SGI (Società Generale dell’Immagine). Infatti la raccolta delle inserzioni pubblicitarie ha consentito fin ora alla SGI di sostenere tali costi. La crisi economica che ha colpito tutti i settori e che tutti viviamo in prima persona ha determinato però uno squilibrio in questo bilancio di entrate-uscite: infatti, a fronte dell’aumento dei costi di carta, stampa e spedizione si è verificata una diminuzione della raccolta delle inserzioni pubblicitarie. In queste condizioni non sarebbe pertanto possibile, per Torino Medica, proseguire la pubblicazione e la propria missione istituzionale a costo zero come da noi desiderato. Tra le tante soluzioni possibili, quella meno gravosa e più praticabile è apparsa la riduzione del numero di pagine della rivista, realizzata pur senza rinunciare ai contenuti. Ma ciò purtroppo non è sufficiente. Pertanto d’accordo con l’editore, dal numero di ottobre 2012 della rivista, gli annunci dei convegni e degli eventi sul giornale e sul sito Web saranno pubblicati a titolo oneroso. La documentazione di questi eventi, una volta decisa la loro pubblicabilità, unita alla richiesta di pubblicazione, sarà trasmessa alla concessionaria SGI che provvederà ad indicare l’ammontare del costo in relazione alla dimensione dello spazio richiesto. Per informazioni preliminari sulle condizioni economiche gli inserzionisti possono rivolgersi direttamente alla dottoressa Daniela Cazzaro, presso SGI, al n° telefonico 011.359908 L’Esecutivo e la Direzione auspicano che tempi migliori possano consentire di poter tornare a fornire questo servizio gratuitamente agli organizzatori dei convegni e degli eventi formativi. Il Presidente dell’OMCeO della provincia di Torino Amedeo Bianco La Violenza di genere è un fenomeno in costante emersione e costituisce un problema di salute pubblica globale. È un fenomeno complesso che richiede per la sua soluzione il coinvolgimento delle Istituzioni e del tessuto sociale. È necessario che i sistemi di salute pubblica svolgano un ruolo sempre più attivo nel contrasto alla violenza, spesso prevedibile e prevenibile. Le indagini cliniche ed epidemiologiche in Italia ed in Europa hanno evidenziato una rilevante frequenza di situazioni di disagio intrafamiliari o nelle convivenze, fino a quadri veri e propri di Violenza nelle relazioni intime (evidenti o misconosciuti). La Violenza nelle relazioni intime causa disagio morale psichico e danni alla salute immediati o secondari. La Violenza nelle relazioni intime è anche Violenza di genere che ripropone un modello patriarcale di rapporti ed è in grado di trasmettersi fra le generazioni anche con le modalità della Violenza assistita. Essa genera patologie inerenti molti distretti ma anche e soprattutto disfunzioni nelle funzioni vitali e sociali e di conseguenza nei sintomi, nelle manifestazioni cliniche, nelle risposte ad indagini diagnostiche non mirate. Ogni Medico deve essere in grado di riconoscere la Violenza nelle relazioni intime e gestire efficacemente e correttamente l’analisi delle manifestazioni sintomatologiche, per attivare un corretto iter diagnostico e terapeutico. Sia per donne che per bambini, anziani o uomini. Deve affrontare la sistematicità delle alterazioni fisiche, gli effetti sulla salute fisica e mentale, le conseguenze della violenza sui minori. Il Medico deve diventare cosciente dei costi socio-economici e sanitari della Violenza e delle ricadute sulla salute pubblica globale. Questo Corso di aggiornamento, attraverso una serie di interventi preordinati che esplorano gli aspetti culturali, antropologici e sociali della Violenza di genere e i dati epidemiologici italiani ed internazionali, vuole introdurre in primo luogo la coscienza della vastità e della pericolosità del fenomeno. È garantito un approccio multiprofessionale attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori Istituzionali che intervengono sui casi (sanitari, sociali, giudiziari) e attraverso la rete dei servizi messi a disposizione delle utenti. Medici di Medicina Generale e Specialisti svolgono un ruolo fondamentale nella diagnosi e nell’intervento precoce su donne e bambini che subiscono violenza. L’assistenza primaria infatti ha una capillarità sul territorio ed è facilmente accessibile. Il Medico di Medicina Generale ed il Pediatra incontrano le vittime di violenza anche nel loro domicilio ed hanno con loro un rapporto di fiducia e ne raccolgono le confidenze, si trovano quindi in una situazione privilegiata di osservazione del fenomeno. Gli odontoiatri rivolgono le loro cure ad un distretto frequente sede di lesioni da violenza di genere. Il confronto con i Professionisti e gli altri attori protagonisti della relazione d’aiuto alle vittime di violenza consente al medico di uscire dalla situazione di incapacità a gestire strumenti idonei ed a gestire le situazioni di violenza oltre che a fornire un supporto adeguato. Nel lavoro quotidiano il Medico specialista o di Medicina generale deve diventare GIUGNO 2014 45 capace di cogliere gli aspetti anamnestici, clinici e di indagini strumentali Violenza nelle relazioni intime, grazie alle competenze acquisite durante il corso effettuare le scelte più opportune sia diagnostiche che terapeutiche, riducendo sia i possibili ritardi che le eventuali conseguenze, in termini sia clinici che economici, della mancata individuazione del problema e della mancata prevenzione dei suoi sviluppi. Il Medico deve approfondire le dinamiche presenti nelle coppie violente e comprendere i motivi per cui la donna ha difficoltà ad uscire dalla relazione violenta. Deve essere al corrente delle conseguenze psichiche della violenza, dei meccanismi di difesa e delle patologie da stress, sia nella reazione acuta che in quella post-traumatica cronica, deve essere al corrente delle modalità di accoglienza delle vittime nello studio medico e acquisire competenze nella gestione di un percorso di sostegno alle vittime ed ai loro familiari. Il Medico deve essere in grado di condurre una visita medica, di valutare i fattori di rischio, deve essere in grado di raggiungere i nodi della rete territoriale socio-sanitaria di riferimento. Lo Specialista deve saper riconoscere i quadri patognomonici della Violenza di sua competenza ed orientare il MMG alla gestione ottimale dei casi. Patrizio Schinco - A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino Direzione Sanitaria dei Presidi Molinette/SGAS Centro Supporto Vittime di Violenza DEMETRA - Commissione Pari Opportunità OMCEO-TO Torino - 20 Settembre 2014 Villa Raby - Corso Francia 8 I MEDICI E LA VIOLENZA: RICONOSCERE GESTIRE CURARE PROGRAMMA 8,30 - 9,00 SALUTI DELL’OMCEO-TO SALUTI COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ OMCEO-TO AMEDEO BIANCO - GABRIELLA TANTURRI PROIEZIONE DEL FILM RITRATTO DI DONNA DI E. TRUCCO 9,00 - 10,30 I SESSIONE MODERA PIERA VERRUA LA VIOLENZA DI GENERE ED IL FEMMINICIDIO UNA VISIONE INTERNAZIONALE PROF.SSA ANITA SILVIA GILETTI - UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO EPIDEMIOLOGIA DELLA VIOLENZA DI GENERE IN ITALIA E NEI PAESI OCCIDENTALI DR. CARLO MAMO - SERVIZIO SOVRAZONALE DI EPIDEMIOLOGIA - ASL TO 3 EFFETTI DELLA VIOLENZA SULLA SALUTE: RICONOSCERE IL MALTRATTAMENTO DR. PATRIZIO SCHINCO- DIR. SANITARIA PRESIDI MOLINETTE/SGAS RESP.CENTRO SUPPORTO VITTIME DI VIOLENZA DEMETRA A.O.U. CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO COFFEE BREAK 11 - 12 II SESSIONE MODERA CARMEN ROSSO VIOLENZA SESSUALE: UN SERVIZIO DEDICATO DR.SSA SILVIA DONADIO - DIP. DIR. SANITARIA - RESP. CENTRO SVS - ABUSO MINORI A.O.U. CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO VIOLENZA SUI MINORI: UN APPROCCIO SPECIFICO DR.LUCA GASTALDO - S.C. PEDIATRIA D’URGENZA - CENTRO BAMBI A.O.U. CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO VIOLENZA ASSISTITA: UN CONCETTO NON SOLO GIURIDICO DR.SSA MARILENA VOTTERO BERNARDINA - PSICOLOGA - 46 GIUGNO 2014 PSICOTERAPEUTA RESP. EQ. MTA (MALTRATTAMENTO, TRASCURATEZZA E ABUSO) - ASLTO4 12 - 13 TAVOLA ROTONDA “SPECIALISTI A CONFRONTO” MODERA MARIASUSETTA GROSSO CHIRURGO: DR.SSA A. DI MARTINO OCULISTA: DR.SSA L. BENAZZO RADIOLOGO: DOTT.SSA T. SORRENTINO ODONTOIATRA: DOTT.SSA P. BIANCUCCI OTORINOLARINGOIATRA: DOTT.SSA G. TANTURRI ORTOPEDICO: PROF. A. MASSÈ 13 - 14,30 BUFFET 14,30 - 16,00 IV SESSIONE MODERA CLAUDIA PITARI LA VIOLENZA DI GENERE: DENUNCIA E REFERTO ALL‘AUTORITÀ GIUDIZIARIA PROF.SSA SARAH GINO - MEDICINA LEGALE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO SINDROME POST-TRAUMATICA E PSICOPATOLOGIA DR. SERGIO LAGUZZI - RESP. C. S.M. VILLAR PEROSA ASLTO3 INTERVENTO PSICOLOGICO PRECOCE DR.SSA SARA RANDACCIO - RESP.PSICOLOGIA CLINICA A.O.U.CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO COME CONTRASTARE LA VIOLENZA DI GENERE IN MEDICINA DI FAMIGLIA DOTT. GUIDO GIUSTETTO MEDICO DI FAMIGLIA ASL TO5 VICE PRESIDENTE ORDINE PROVINCIALE DEI MEDICI-CHIRURGHI E DEGLI ODONTOIATRI DI TORINO. 16 - 17,30 TAVOLA ROTONDA “INTERVENTO MULTIPROFESSIONALE” MODERA PATRIZIO SCHINCO MAGISTRATO: DR. FULVIO ROSSI AVVOCATO: AVV.TO SILVIA LORENZINO COMUNE DI TORINO: DR.SSA GABRIELLA BIANCIARDI CENTRO ANTIVIOLENZA DEL COMUNE DI TORINO: DR.SSA PATRIZIA CAMPO NUCLEO VIGILI DI PROSSIMITÀ COMUNE DI TORINO: ISP. FABRIZIO VOLPATO ARMA DEI CARABINIERI: MAGG. FILIPPO VANNI ASSISTENTE SOCIALE: DR.SSA ROSANNA BAZZANO È STATA INVITATA LA POLIZIA DI STATO 17,30 - 18 CONCLUSIONI E VERIFICA ECM
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