LA “TRE GIORNI DI TORINO”

anno XXV
numero 6
giugno 2014
TORINO
MEDICA
comunicazione
informazione
formazione
LA RIVISTA DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI TORINO
LA “TRE GIORNI DI TORINO”
PER IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEI MEDICI
Sommario
La Rivista è inviata a tutti gli iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri di Torino e provincia e a tutti i Consiglieri degli Ordini d’Italia.
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numero 6
giugno 2014
anno XXV
numero 6
giugno 2014
TORINO
MEDICA
comunicazione
informazione
formazione
LA RIVISTA DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI TORINO
LA “TRE GIORNI DI TORINO”
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PER IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEI MEDICI
In copertina: Antonio Saitta,
Presidente della Provincia di Torino,
il Sindaco di Torino, Piero Fassino
e Amedeo Bianco, Presidente
dell’OMCeO della provincia di
Torino e della FNOMCeO.
“Sabato 17 maggio, giornata
dell’evento torinese dedicata
al workshop “Deontologia e
Professione: innovare per
migliorare”, è iniziata con il
caloroso saluto del Presidente della
Provincia e del Sindaco di Torino.
Nel ricambiare il saluto, Amedeo
Bianco ha detto: “Questo è un
codice che mette al centro un’idea
di Medicina che ha a cuore la
tutela della salute. È inoltre un
Codice che si pronuncia con
coraggio su nuove tematiche in
ragione dei principi fondamentali
che ci guidano: la tutela della
salute, la tutela della vita, il
rispetto dei diritti civili ed etici
delle persone”.”
Direzione, Redazione
Corso Francia 8
10143 Torino
Tel. 011 58151.11 r.a.
Fax 011 505323
[email protected]
www.omceo.to.it
Presidente
Amedeo Bianco
Vice Presidente
Guido GIUSTETTO
Segretario
Ivana GARIONE
20
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prima pagina
Editoriale
Propaganda e salute
Mario Nejrotti
prima pagina
Tribuna
La “Tre giorni di Torino”
per il nuovo Codice
Deontologico dei medici
Nicola Ferraro
Niente panico da p.o.s.
Roberto Longhin
Il dedalo
Scompenso cardiaco acuto:
oltre 1.500 casi ogni anno
a Torino
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Incidentaloma surrenalico:
una malattia della
tecnologia moderna
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
22
Tesoriere
Guido REGIS
Consiglieri
Domenico BERTERO
Tiziana BORSATTI
Emilio CHIODO
Riccardo DELLAVALLE
Ezio GHIGO
Anna Rita LEONCAVALLO
Elsa MARGARIA
Aldo MOZZONE
26
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32
45
La ricerca in
Provincia
Helicobacter pylori
causa di disturbi
in gravidanza
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Le nostre radici
Il dott. Guglielmo Vigada
parla ai suoi giovani colleghi
Nicola Ferraro
RUBRICHE
In libreria
Bisturi rosso
I servizi dell’Ordine
Comunicati
Corsi e congressi
in pillole
CONGRESSI
Cultura
Tra terra e cielo: quando il
popolo si faceva dottore
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Medical humanities,
una rivoluzione
Nicola Ferraro
Renato TURRA
Roberto VENESIA
Rosella ZERBI
Patrizia BIANCUCCI (Od.)
Gianluigi D’AGOSTINO (Od.)
Bartolomeo GRIFFA (Od.)
Commissione Odontoiatri
Gianluigi D’AGOSTINO
Presidente
Patrizia BIANCUCCI
Claudio BRUCCO
Bartolomeo GRIFFA
Paolo ROSATO
Revisori dei Conti
Riccardo FALCETTA
Presidente
Carlo FRANCO
Angelica SALVADORI
Vincenzo MACRÌ Supplente
TORINO MEDICA
Direttore:
Amedeo Bianco
Direttore responsabile:
Mario Nejrotti
Caporedattore:
Nicola Ferraro
Aut. del Tribunale di Torino
n. 793 del 12-01-1953
Concessionaria esclusiva di pubblicità: SGI Srl Via Pomaro 3-10136 Torino Tel. 011 359908 / 3290702 - Fax 011 3290679 - e-mail: [email protected] - www.sgi.to.it
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Stampa La Terra Promessa Onlus NOVARA
Chiuso in redazione il 27 giugno 2014
GIUGNO 2014
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prima pagina
Editoriale
a cura di
Mario Nejrotti
PROPAGANDA
E SALUTE
PROPAGANDA O INFORMAZIONE?
Spesso le conseguenze negative di un’azione
non stanno nell’azione in sé, ma nelle intenzioni
di chi la compie e nell’effetto che può avere sul
gruppo a cui è diretta.
La propaganda di un prodotto, di un’azione o di
un’idea, non è dannosa di per sé ed è un modo
per far conoscere l’oggetto per cui si ha un interesse.
I confini tra informazione e propaganda stanno
nello scopo del soggetto che la svolge.
L’informazione è obiettiva e prende in considerazione i pro e i contro dell’oggetto che si sta
esaminando.
Quasi sempre è svolta da terzi rispetto ai creatori
o sostenitori.
La propaganda no.
È certo troppo chiedere ad un inventore, a un
produttore, a un piazzista che ci elenchi oggettivamente i pregi e i difetti di ciò per cui ha speso
entusiasmo, energia, tempo e da cui spesso dipende la sua sopravvivenza economica.
Per chi è coinvolto è valido il detto popolare:
“Ogni scarrafone è sempre bello a mamma soja”.
Fin qui tutto bene.
Da una parte c’è chi fa propaganda per ottenere
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GIUGNO 2014
la diffusione di ciò in cui crede, dall’altra c’è chi
ascolta, che dovrebbe avere la maturità e l’equilibrio per distinguere le iperboli del messaggio dal
vero valore dell’oggetto o del pensiero.
Quindi propaganda, comunicazione commerciale, pubblicità sono sostanzialmente dei mezzi per
far conoscere un prodotto, qualunque esso sia.
I pubblicitari sostengono che quando vuoi vendere, tutto è uguale: fede, mortadella, politica.
L’unica cosa che conta è convincere a comprare
o a compiere un’azione: tutti i mezzi sono leciti,
tranne quelli illeciti, ma nell’universo del marketing i confini tra i primi e i secondi sono sempre
più sfumati.
Le televisioni sono invase da migliaia di messaggi
di propaganda e anche la rete è ormai un veicolo
indispensabile per vendere.
PROPAGANDA E REALTÀ
Guardando gli spot commerciali o politici o religiosi ci si rende conto, dai prodotti di consumo ai
suggerimenti per la destinazione del 5 per 1000,
che tutti vogliono conquistare una fetta di potere
o di mercato sempre più grande.
I fini possono essere più o meno nobili, ma mirano comunque e solo a far sì che il pubblico si
convinca a “comprare” quanto viene presentato,
millantandone proprietà sempre più mirabolanti.
Gli spot commerciali preoccupano per la realtà
che rappresentano e per le corde che vengono
toccate per ottenere lo scopo.
Se si rimane una sera davanti alla televisione,
traspare dalle immagini dei frequentissimi “stacchi pubblicitari”, una famiglia Rossi che si alza al
mattino, sempre piena di gioia e di energia, tutta
sorrisi e scherzetti. Si ritrova per incominciare la
giornata in una splendida cucina piena di sole, di
un’abitazione singola, a due piani con le finestre
a est, che si aprono su un giardino fiorito, dove è
sempre maggio.
I figli, belli e allegri, nella loro età indefinitamente adolescenziale, brandiscono gli iPhone, di una
potenza mai vista.
Il padre sa che lo aspetta in fondo al vialetto il
suo suv, che, se renderà la famiglia felice, “lui di
più”. Alla mamma spetta la spesa al supermercato, il cui gestore si è alzato all’alba per ribassare
i prezzi dei prodotti essenziali, che a loro, pur
benestanti, sono indispensabili per sopravvivere
fino alla fine del mese.
Questo dilatarsi
di una realtà
fasulla, sempre
più mistificata per
rendere il messaggio
più accattivante,
più invasivo dello
spazio mentale dei
consumatori, non è
salutare.
Il contrasto tra la città dei sogni, dei desideri
senza limiti e la dura vita di un pianeta in crisi
profonda, dove la povertà è statisticamente la
norma e il benessere è un privilegio strappato ad
altri, è deleterio.
Quando a migrare verso l’Italia due decenni fa
erano essenzialmente gli albanesi, la spinta ad
affrontare i rischi di un viaggio senza certezze era
proprio generata dalle immagini della televisione,
captata di straforo.
Si potrà obiettare che il commercio e i prodotti
non possono essere costretti in regole limitanti,
pena una riduzione dei consumi e una recessione
ancora più galoppante.
Questa obiezione ha il suo fondamento, ma una
riflessione su un punto di equilibrio tra sviluppo
economico e danni collaterali dovrà essere seriamente fatta, prima che questi diventino irreversibili.
SALUTE, POLITICA E RELIGIONE
SONO PRODOTTI?
La prima riflessione riguarda proprio la salute
dell’organismo di ciascuno di noi.
È essa una merce che va promossa con le regole
della propaganda senza limiti?
Si possono pubblicizzare panacee di ogni tipo
senza alcun reale controllo sul benessere fisico e
psichico che veramente procurano?
Possono essere reclamizzati prodotti cosiddetti
naturali che riportano le conoscenze della società a prima del metodo scientifico e che vantano
capacità benefiche dal sapore magico?
In questo caso la prudenza e la necessità di pro-
teggere un bene primario impongono vigilanza
sulla promozione dei prodotti attinenti alla salute e il controllo dovrebbe poter essere fatto a
prescindere dalla salvaguardia della libertà commerciale.
Ancora due campi della “propaganda” meritano
di essere guardati con un occhio critico.
È vero che i programmi politici ed economici
degli Stati debbono essere conosciuti e che le
persone che li rappresentano hanno il diritto dovere di presentarsi al pubblico, che in qualche
modo li deve democraticamente scegliere. Ma
diviene pericoloso che programmi e promesse,
specie in tempo di elezioni, vengano trattati dai
guru della comunicazione, ormai sempre presenti, più o meno nell’ombra, come veri e propri
prodotti commerciali, per convincere gli indecisi
a scegliere questo o quel candidato, con ogni
artificio.
La vuotezza e la pericolosità di questo sistema
sono evidenti.
L’efficacia dell’offerta dipende dai mezzi e dal
potere che è messo in gioco e l’informazione sul
futuro politico viene relegata a pochi sporadici
episodi destinati ad un “consumo di nicchia”.
Il campo del “bene comune” gestito dalla Politica è un altro “non prodotto” e non può soggiacere alle regole della pubblicità, ma deve essere
affidato in giusta misura al controllo condiviso e
all’informazione.
L’ultima “frontiera” della propaganda, ma certo
quella con maggiore esperienza, si muove oggi
nel territorio religioso, che ha acquisito forza e
nuovo slancio negli ultimi decenni, “scoprendo”
l’importanza dei “testimonial” nella diffusione
delle idee, degli stili di vita e nella raccolta fondi.
In questo ambito forse il fine giustifica i mezzi,
ma i mezzi della propaganda forse banalizzano il
fine e rischiano di generare un controproducente
sospetto di informazione fallace e interessata.
Nulla, però, sembra fermare i guru della comunicazione e dell’apparenza senza sostanza
che sono diventati i veri padroni delle menti di
imprenditori, politici e religiosi, timorosi tutti di
perdere punti nella gara alla conquista “del mercato”.
Mano a mano che il distacco tra aspettative e realizzazione dei desideri si allarga e la percentuale
di chi è, almeno in parte, appagato diminuisce, il
rischio di una “deflagrazione” sociale aumenta.
Una soluzione è ancora lontana: per il singolo
sarà frutto di consapevolezza, cultura, limite nei
desideri, rifiuto del paese dei balocchi di collodiana memoria e crescita di una capacità critica
equilibrata e indipendente. Le istituzioni possono ostacolare o favorire questo vero sviluppo,
non solo tecnologico, ma essenzialmente culturale: un vero punto di arrivo di un percorso di
salute. ¢
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prima pagina
Tribuna
LA “TRE GIORNI
PER IL NUOVO COD
a cura di
Nicola Ferraro
A Villa Raby, sede dell’OMCeO della provincia di Torino,
dal 16 al 18 maggio si è tenuta la riunione finale
del Consiglio Nazionale della FNOMCeO per la votazione definitiva
del nuovo Codice Italiano di Deontologia Medica.
... il Presidente
Amedeo Bianco è
intervenuto alle 7
del mattino, dalla
Redazione di Torino
Medica, via Skype,
nella trasmissione
di RAIUNO, “Uno
Mattina”.
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GIUGNO 2014
“Tre giorni di lavoro, in sessioni plenarie, dei Presidenti degli Ordini italiani dei Medici e dei Presidenti
degli Odontoiatri, sul nuovo testo della deontologia medica, che è nato - come afferma Ivana Garione,
Segretario dell’OMCeO di TO - da un lungo processo di consultazione e revisione durato circa due anni
e che ha visto coinvolti, nella discussione, tutti gli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri d’Italia. L’Ordine di Torino è stato, dunque - continua il Segretario dell’OMCeO di Torino - la culla del nuovo testo
normativo della professione medica che nella sua fisionomia presenta numerose innovazioni per mettere
la Medicina al passo con le sfide delle moderne tecnologie e delle nuove sfide culturali.
Otto anni dopo l’approvazione del Codice 2006, a Torino si è quindi consegnato alla professione medica
il suo nuovo testo di deontologia risultato di un dibattito e di un confronto su un lungo percorso di
strutturazione del testo che ha visto impegnate sul tema anche qualificate voci professionali diverse dal
mondo medico”.
“Tre giorni intensi di riunioni e confronti nella nuova sala convegni da 250 posti dell’Ordine - conclude
la dottoressa Ivana Garione - iniziati con la presentazione degli emendamenti e conclusi con la votazione
finale, articolo per articolo, nella giornata del 18 maggio. Unica pausa dei lavori sabato 17 maggio 2014,
con un workshop sul tema della Deontologia, esaminata dal punto di vista storico, filosofico e linguistico, al quale ha fatto seguito un dibattito fra parlamentari, soprattutto esponenti delle Commissioni
Sanità di Camera e Senato, sulla riforma della professione”.
La caratura del workshop è stata di altissimo profilo; due nomi per tutti tra gli intervenuti, tra coloro
che sono stati sottoposti al fuoco di fila delle domande dai convenuti per l’approvazione del Codice:
la prof.ssa Raffaella Scarpa, linguista dell’Università degli Studi di Torino e Presidente di un’interessante
e innovativa istituzione culturale, “Remedia - lingua medicina malattia”, che si propone di studiare i
linguaggi della Medicina, e il prof. Mario Dogliani, Ordinario di Diritto Costituzionale nella nostra Università. L’esperto di Diritto ha trattato il tema della Deontologia tra principi costituzionali e leggi, la studiosa
dei linguaggi della Medicina ha analizzato il significato linguistico delle parole che danno vita al nuovo
Codice di Deontologia Medica.
Nella mattinata di sabato 17 maggio, nel cortile della sede, è stata anche allestita una mostra, a cura delle associazioni di malati, volontari e familiari che da circa tre anni costituiscono la rete di comunicazione
attiva presso l’Ordine di Torino: le associazioni, circa una trentina, hanno presentato le loro iniziative e i
loro materiali illustrativi attraverso punti di informazione di dialogo con i cittadini e medici.
Ai convenuti per l’approvazione finale del testo hanno portato il loro saluto il Sindaco della Città di Torino Piero Fassino e Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino.
La stampa e gli organi d’informazione hanno seguito con grande interesse, costanza e impegno i lavori
ad iniziare dall’alba della giornata del 16 quando il Presidente Amedeo Bianco è intervenuto alle 7 del
mattino, dalla Redazione di Torino Medica, via Skype, nella trasmissione di RAIUNO, “Uno Mattina”.
DI TORINO”
ODICE DEONTOLOGICO
DEI MEDICI
Di seguito qualche testimonianza di questo grande impegno professionale,
svolto in modo discreto e con grande passione. La redazione di Torino Medica
ringrazia tutti i colleghi che ci hanno concesso la disponibilità della pubblicazione degli articoli scritti e lanciati a Villa Raby, con la semplice menzione della
testata.
Come complemento doveroso di informazione segnaliamo anche la presenza
in Rete, sul portale dell’Ordine www.videomedica.org delle 23 interviste realizzate dalla redazione di Torino Medica durante questa “Tre giorni del Codice”:
per accedervi basta digitare nell’apposito spazio di ricerca in alto a destra nella
homepage le parole: “codice deontologico”. Insieme a queste interviste sono
scaricabili anche i numerosi servizi realizzati dalla redazione a Villa Raby durante altre due precedenti riunioni preparatorie. ¢
L’ANNUNCIO UFFICIALE
DELL’APPROVAZIONE FINALE
AI MEDIA
APPROVATO A TORINO
IL NUOVO CODICE
DEONTOLOGICO DEI MEDICI
Sedici ore di consultazioni, centoquaranta votazioni, settanta emendamenti
accolti sui trecento presentati: il nuovo Codice Deontologico dei Medici è stato
ieri, 18 maggio, alle 12,55, a Torino, a larghissima maggioranza approvato dal
Consiglio Nazionale della Fnomceo. Ottantasette sono stati i voti favorevoli, dieci i contrari, due i Presidenti astenuti.
Presenti, sino all’ultimo, i presidenti delle Commissioni Odontoiatriche, i quali
hanno proposto, vedendoli tutti accolti, emendamenti di specifico interesse
professionale.
Il “Codice di Torino” nasce dopo un’amplissima consultazione, estesa questa
volta anche a soggetti esterni - Bioeticisti, Giuristi, Società Scientifiche, Organizzazioni Sindacali, Associazionismo Sociale - e con un’attivissima partecipazione dei presidenti d’Ordine e Cao alla definizione del testo.
u
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prima pagina
Tribuna
“Ringrazio le centinaia di colleghi Medici e Odontoiatri - è stato il primo commento che il Presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco, ha rilasciato -, ringrazio le Personalità di cultura impegnate nelle Istituzioni pubbliche e private, nella
vita civile e sociale, che ci hanno accompagnato in questo cammino: le ringrazio per le critiche e per i consensi, quali perfetta testimonianza di una complessità delle questioni trattate, amplificata da una profonda crisi di sistemi e di
valori, che non può e non deve ridursi a un pensiero unico. Resta il larghissimo
consenso su una sintesi, credo ampia e qualificata, che certamente non oscura
quanto di diverso è stato pensato e proposto. Siamo sempre in cammino”.
E proprio questa partecipazione ha fatto sì che i più importanti articoli - il 3 e
13, che definiscono le Competenze del medico, i nuovi articoli 77, sulla Medicina Militare, 78, sulla Cybermedicine, 79, sulla partecipazione all’Organizzazione sanitaria - siano stati approvati con percentuali di “sì” superiori al novanta
per cento.
Sull’articolo 67, riguardante la lotta all’abusivismo, si è raggiunta l’unanimità.
Ma quali sono le principali novità?
Quattro gli articoli inediti, ciascuno corrispondente a una questione bioetica
mai affrontata prima: la Medicina Potenziativa (Art. 76) - volta non a curare ma
a migliorare lo stato di benessere, sino a superare gli stessi limiti della natura - la
Medicina Militare, articolo condiviso con il ministero della Difesa, l’applicazione
Tecnologie informatiche alla Sanità, la partecipazione del Medico alle Organizzazioni sanitarie.
Ma anche un occhio più attento all’Ambiente, alla prevenzione del Rischio clinico e alla Sicurezza delle cure, al controllo del Dolore e alle Cure palliative, alle
Competenze professionali, alla Lotta all’abusivismo, al Consenso Informato.
Torna, in alcuni articoli, il termine “Paziente”, in una prima versione del testo
sostituito sempre da “Persona assistita”. E ciò per dare coerenza al cambio
di paradigma della Medicina moderna, che passa da esclusiva azione di cura
della Malattia, a quella più vasta di promozione e tutela della Salute. La scelta
dell’Assemblea specifica ancor meglio questa vera e propria “Rivoluzione copernicana”, mantenendo la parola “Paziente” quando si parla di “Cure”, e
introducendo “Persona assistita” negli articoli di più ampia accezione.
Il testo del nuovo Codice Deontologico, in versione integrale, sarà presentato
dal Presidente e dal Comitato Centrale alla Stampa venerdì 23 maggio alle
11,30, a Roma, presso la Residenza di Ripetta (Via di Ripetta 231).
“Sarà questa l’occasione - ha affermato Bianco - per estendere i ringraziamenti
ai giornalisti e alle testate che ci hanno seguiti, con interesse, in questi due anni
di lavori, anche loro contribuendo, dal loro osservatorio, a promuovere un più
ampio e efficace dibattito”. ¢
Ufficio Stampa FNOMCeO
Un momento
del workshop su
“Deontologia e
Professione” del
17 maggio. In piedi
il Segretario Ivana
Garione e il Presidente
Amedeo Bianco.
La consolle della
regia, cuore
tecnologico pulsante
della nuova sala
convegni sotterranea
dell’Ordine, dove si
sono tenuti i lavori per
l’approvazione finale
del nuovo Codice
Deontologico.
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GIUGNO 2014
IL NUOVO CODICE
NELLA REALTÀ
SANITARIA ITALIANA:
LE PRIME REAZIONI,
I PRIMI COMMENTI
BIANCO,
DAL NUOVO CODICE
UN IMPULSO
ALLA LEGGE SUGLI ORDINI
SANITARI
L’obbligo di assicurarsi; la sottolineatura che diagnosi e prescrizione sono atti medici; la dicitura
“persona assistita” utilizzata, ma non più ovunque, al posto di “paziente” e le nuove norme sulle visite in remoto, i medici militari e la medicina
potenziativa: sono i temi vagliati dai presidenti
d’ordine a Torino alla tre giorni indetta dal comitato centrale Fnomceo prima di licenziare il
nuovo Codice Deontologico. Il passaggio - che
ha comportato il vaglio di 320 emendamenti e
l’approvazione del testo finale da parte dei 106
consiglieri Omceo con soli 10 voti contrari - avviene a otto anni dal precedente. Il leader della Federazione degli Ordini dei Medici Amedeo
Bianco spiega perché urgesse un lifting:
«Veniamo da casi come Stamina in cui il Ministero della Salute fa una commissione scientifica per valutare la sperimentazione e il Tar la sospende,
giudici che ordinano di curare i pazienti e altri che indagano per motivi gravi
chi ha erogato la terapia, e i medici in mezzo che chiedono di non effettuare trattamenti non validati. Abbiamo una legge che impone la presenza
del paziente per certificare la malattia e nel contempo mezzi per visitare in
remoto come la telemedicina. Vi sembra poco per non sentire l’urgenza di
aggiornare il Codice?».
“Persona assistita” o “paziente”?
«I due concetti non si contrappongono; il paziente resta il nerbo del rapporto a due ma oggi il medico si rivolge anche ai sani, fa manutenzione
dello stato di salute. Fermo restando che parliamo di una “persona”, di un
vissuto, di diritti e doveri in una relazione che resta di cura».
I 108 Presidenti d’Ordine - che devono lasciare l’ultima parola al comitato
centrale - sono perplessi sull’inserimento all’articolo 54 dell’assicurazione
Rc obbligatoria: «Da una parte, la legge impone all’Ordine di fissare i profili
sanzionatori per l’iscritto che non si assicura, dall’altra vi sono il disagio di
colleghi che non trovano coperture o le trovano a prezzi proibitivi, e il timore
che gli obblighi fin qui posti in capo alle aziende possano più facilmente
scivolare sul medico dipendente. Qui il Codice non dà risposte ma dice al
medico: sei chiamato ad assicurarti anche a tutela del tuo paziente, se poi la
legge ti trova inadempiente come fai?» Bianco auspica che il nuovo Codice
dia impulso definitivo al ddl sulle professioni, incardinato questa settimana
in senato: la parte del Ddl omnibus del Ministero della Salute che disciplina
le professioni sanitarie sarà confrontata con i testi dei Ddl di Bianco, Silvestro, D’Ambrosio Lettieri, Bianconi, D’Anna, Mandelli. «Speriamo che la legge arrivi. C’è bisogno non solo di ammodernare la gestione degli ordini, ma
anche di riqualificarli: da enti ausiliari dello stato a sussidiari. In altre parole,
dove la legge non specifica su una materia intervengono loro a disciplinare.
E anche a sanzionare l’iscritto: un potere enorme da utilizzare con cura». ¢
Mauro Miserendino
(Doctor33, del 20 maggio 2014)
Il folto e molto
interessato pubblico
che ha seguito il
workshop.
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Tribuna
RIFORMA DEGLI ORDINI
PER GOVERNARE LA MEDICINA
E LA SANITÀ
Deontologia e professione: innovare per migliorare: il convegno che la
FNOMCeO ha proposto nella giornata di sabato 17 maggio ha visto convergere la riflessione in quel punto di incrocio tra riflessione deontologica e
riforma degli Ordini professionali. Moderate da Amedeo Bianco, Giuseppe
Renzo, Maurizio Benato e Walter Gatti, le sessioni hanno approfondito aspetti
storici, metodologici e linguistici del Codice deontologico dei medici italiani,
analizzando con una serie di interventi di rilievo (Patuzzo, Chersevani, Scarpa,
Dogliani, D’Avack) i rapporti tra deontologia, professione, giurisprudenza e
bioetica.
Ma è stato Giovanni Leonardi, del Ministero della Salute, a creare quella cerniera tra passato e futuro, tra temi professionali e aspettative legislative. È stato
lui, infatti, a ricordare che gli Ordini non sono enti per una difesa corporativa
o per creare barriere all’ingresso dei giovani. Sono state queste sottolineature
che hanno preparato la piattaforma della discussione politica della terza sessione, quella dedicata a “Riforma degli Ordini: un’opportunità per governare i
cambiamenti della medicina e della sanità”, che si è sviluppata con un occhio
rivolto all’Europa, l’altro all’Italia, in questo forse ultimo cross over per la riforma degli Ordini delle professioni sanitarie. Una riforma giunta più volte in
Parlamento quasi al punto di essere approvata e poi più volte l’obiettivo è stato
mancato per lo scioglimento anticipato delle Camere. Circostanze, queste, che
si sono ripetute per più legislature, come ha ricordato Maria Rizzotti, senatrice
di Forza Italia, per la quale “lo Stato deve avere potestà legislativa sugli Ordini,
per la tutela della salute e per la lotta all’abusivismo”.
Tutti d’accordo su questa impostazione, basata sul prinicipio “innovare per
migliorare”, secondo la sintesi di Antonio Tomassini (Forza Italia), ex-senatore,
già a lungo Presidente della Commissione Sanità di Palazzo Madama. Per Tomassini, “la riforma degli Ordini non si può più rinviare”. Facendo riferimento
al contesto europeo, Tomassini ha aggiunto: “Abbiamo il miglior SSN d’Europa, ma dobbiamo pensare anche a idee innovative per coniugare ricerca e
clinica, immaginando, ad esempio, una struttura del tipo Politecnico sanitario.
Il Consiglio Nazionale della FNOMCeO riunito a Villa Raby mentre vota un articolo
del Codice Deontologico.
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In parallelo con la riforma degli Ordini, deve marciare il Ddl sul rischio professionale”.
Annalisa Silvestro, senatrice PD, nel ricordare che
il Codice della FNOMCeO è del 2006 e che quello
dell’IPASVI è del 2009, ha detto che “la riforma
degli Ordini deve andare di pari passo con la revisione dei Codici. Ce la possiamo fare, il clima è
cambiato. La riforma degli Ordini va fatta presto
per dare risposte ai professionisti della salute e
ai cittadini”. La presidente FOFI di Cuneo, Enrica
Bianchi, intervenuta in sostituzione del senatore
Andrea Mandelli, ha osservato: “Gli Ordini non
sono lobby ed è necessaria la riforma proprio perché perseguiamo una più elevata qualità a tutela
della salute pubblica, in una situazione nella quale
i cittadini sono poco e male informati ed è dietro
l’angolo il rischio del fai da te”.
Lucio Romano (Popolari) ha affermato, tra l’altro: “Gli Ordini ci devono essere, specialmente
in riferimento ai tanti aspetti che attengono alla
bioetica. Nell’equilibrio tra i prinicipi dell’etica e
del diritto, la frontiera più avanzata è di arrivare
all’alleanza terapeutica e di cura”. Emilia Grazia
De Biasi (PD), Presidente della Commissione Sanità del Senato, ha ricordato che “le regole sono
importanti perché qualificano e consentono di recepire i cambiamenti della società. In questi anni,
sono cambiati figura e ruolo dei medici, si pone
oggi con forza il tema della dignità delle figure
professionali in campo sanitario, mentre il rapporto tra diritto e morale dev’essere coerente con il
principio della laicità dello Stato”. Circa la tempistica della riforma degli Ordini, De Biasi ha confermato: “Dal 28 maggio si avvieranno le audizioni
in commissione Sanità del Senato, la commissione
licenzierà il testo che approderà in Aula per essere
approvato entro luglio. Quindi ci sarà il passaggio
alla Camera”.
Torna in mente uno dei famosi tweet del Premier
Matteo Renzi: #la volta buona. E davvero nel workshop di Torino l’aria e la speranza erano queste:
con la riforma degli Ordini dovrà partire una nuova stagione di riforme, recuperando lo spirito che
trenta-quaranta anni fa ha guidato alcune scelte
politiche di allora. La senatrice De Biasi ha ricordato la straordinaria data del 1978: in quell’anno
furono varate, infatti, tre riforme epocali per la
Sanità; la legge 833, istitutiva del SSN; la legge
180 sul superamento dei manicomi; la legge 194
sull’interruzione volontaria della gravidanza. Oggi
si spera che torni la volta buona. ¢
Orfeo Notaristefano
(Dalla Newsletter della FNOMCeO
del 23 maggio 14)
Il Consiglio dell’Ordine dà il benvenuto nella sede dell’Ordine al Presidente della Provincia e al Sindaco di Torino.
ECCO IL NUOVO CODICE DEONTOLOGICO DEI
MEDICI E DEGLI ODONTOIATRI ITALIANI.
IN 79 ARTICOLI LA “CARTA”
DEI VALORI DELLA FNOMCEO
Presentato questa mattina a Roma dal presidente Amedeo Bianco.
Sostituisce quello varato nel 2006. Molte le novità, con quattro
articoli inediti su medicina potenziativa, medicina militare, tecnologie
informatiche e organizzazione sanitaria. La diagnosi spetta solo al
medico. E sulle polemiche con alcuni Ordini, Bianco dice: “Mi auguro
che il buon senso, la responsabilità, alla fine prevalgano”.
Il dado è tratto. La Fnomceo ha il suo nuovo codice a distanza di otto anni dall’ultimo aggiornamento
risalente al 2006 (vedi il “vecchio Codice”). Quattro gli articoli inediti, ciascuno corrispondente a una
questione bioetica mai affrontata prima: la Medicina Potenziativa (Art. 76) - volta non a curare ma
a migliorare lo stato di benessere, sino a superare gli stessi limiti della natura - la Medicina Militare,
articolo condiviso con il ministero della Difesa, l’applicazione Tecnologie informatiche alla Sanità, la
partecipazione del Medico alle Organizzazioni sanitarie.
Ma anche un occhio più attento all’Ambiente, alla prevenzione del Rischio clinico e alla Sicurezza delle
cure, al controllo del Dolore e alle Cure palliative, alle Competenze professionali, alla Lotta all’abusivismo, al Consenso Informato.
Torna, in alcuni articoli, il termine “Paziente”, in una prima versione del testo sostituito sempre da
“Persona assistita”. E ciò per dare coerenza al cambio di paradigma della Medicina moderna, che
passa da esclusiva azione di cura della Malattia, a quella più vasta di promozione e tutela della Salute.
La scelta dell’Assemblea specifica ancor meglio questa vera e propria “Rivoluzione copernicana”,
mantenendo la parola “Paziente” quando si parla di “Cure”, e introducendo “Persona assistita” negli
articoli di più ampia accezione.
La diagnosi spetta solo al medico. E poi, come a ribadire la primazia del medico rispetto alle avances
più o meno esplicite di altre professioni, nel nuovo codice viene specificato con chiarezza che “La diagnosi a fini preventivi, terapeutici e riabilitativi è una diretta, esclusiva e non delegabile competenza
del medico e impegna la sua autonomia e responsabilità”.
“Questo non è un codice di difesa della professione”. Ha spiegato Amedeo Bianco presidente della Fnomceo e senatore del Partito democratico, in sede di presentazione alla stampa
del nuovo Codice deontologico dei medici italiani, approvato la scorsa settimana a Torino.
“Ma al contrario - aggiunge - chiama alla responsabilità i professionisti e mette al centro
un’idea di medicina che ha a cuore la tutela della salute. È inoltre un codice che si affaccia su
nuove tematiche e che ha il coraggio di pronunciarsi su determinate materie in ragione dei
principi fondamentali che ci guidano. Tutto ciò che fa un professionista ha come obiettivo
la tutela della salute, la tutela della vita, il rispetto dei diritti civili, etici, delle persone a cui
si rivolge”.
u
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13
prima pagina
Tribuna
Il dissenso di alcuni Ordini. È però anche un codice che ha già scatenato delle
polemiche da parte di 10 ordini provinciali, tra cui Milano e Bologna, che non
lo hanno approvato in sede di votazione, e che hanno promesso battaglia e
persino il ricorso al Tar. Sul perché di questa polemica Amedeo Bianco fa sapere
che le motivazioni dei dissidenti sono di due tipi: “il primo, secondo alcuni è
insufficiente la carica innovative del documento” la seconda obiezione invece risiede nel fatto che secondo alcuni ordini provinciali “non di dove fare un
nuovo codice essendo altri i problemi che attanagliano i medici, primo fra tutti
la responsabilità professionale”. Bianco però in sede di conferenza stampa di
presentazione riconosce “legittimo il pregiudizio di revisionare il codice” certo
aggiunge “in questi due anni di lavori i contributi che sono arrivati da alcuni
ordini provinciali sono stati pari a zero”.
Poi Bianco e con lui i vertici della Federazione cercano di spegnere le polemiche.
“Vedremo se gli ordini provinciali dissidenti decideranno di non applicarlo. Però se posso dire, questo lo considero un aspetto marginale senza offesa per nessuno, senza voler offendere le opinioni altrui. Mi sembra una questione marginale e pericolosa per l’autonomia degli ordini.
Perché chiamare, ammesso che ci sia titolarità, la magistratura amministrativa a intervenire su atti così interni, così delicati che tutti riconoscono di esclusiva competenza degli ordini professionali, mi sembra un
autogol straordinario. Io li invito a ragionare, a far sedimentare le cose.
Tra l’altro ho già ricevuto qualche lettera di presidente che ha votato
contro il quale sostiene che non ha nessuna intenzione di andare oltre.
Mi auguro che il buon senso, la responsabilità, alla fine prevalgano”.
Sull’obbligo delle assicurazioni, altro punto su cui si è creata la polemica Bianco aggiunge “Abbiamo specificato che questo si riferisce al libero professionista, il quale deve provvedere ad idonea copertura. Quanto alle
obiezioni per cui i liberi professionisti si trovano a disagio, magari non
avendo offerta di assicurazioni o avendole a prezzi non sostenibili,
questo è un tema sul quale stiamo lavorando e pensiamo e riteniamo
di dover trovare soluzioni strutturali con la legge sulla responsabilità
professionale. Per l’urgenza invece contiamo la previsione del decreto
Balduzzi, cioè con l’emanazione di un Dpr che guarda in modo specifico
a queste categorie riducendo i costi delle assicurazioni e accogliendo
quei professionisti che non trovano offerta assicurativa”.
Come abbiamo visto ci sono 4 articoli del tutto inediti, ciascuno corrispondente
a una questione bioetica mai affrontata prima, dedicati a: Medicina potenziativa (art. 76), medicina militare (art. 77); tecnologie informatiche (art. 78); organizzazione sanitaria (art. 79).
In particolare sulla medicina potenziativa, Bianco dice: “noi abbiamo aperto
a queste riflessioni deontologiche rispetto a materie che sono oggetto di ricerca e sviluppo. Queste erano tematiche che non abbiamo mai
schiuso e ritengo che ciò sia un fatto positivo perché i problemi dietro
queste tematiche ci sono. Certo le soluzioni che abbiamo trovato possono essere discutibili e migliorabili”. ¢
Quotidianosanità.it del 23 maggio 14
La manifestazione
“Deontologia e
solidarietà: la voce delle
Associazioni”, tenutasi
sabato 17 maggio nel
cortile dell’Ordine come
iniziativa della Rete
creata dall’OMCeO di
Torino tre anni fa.
14
GIUGNO 2014
BIANCO A UNOMATTINA:
“ECCO IL NUOVO CODICE”
“Il Codice Deontologico è l’atto più importante che l’Ordine può offrire”.
Così Amedeo Bianco, presidente della FNOMCeO, ha spiegato poco fa (30 maggio 2014) a Livia Azzariti, Duilio Giammaria e al
pubblico di Unomattina il significato del Codice di Deontologia Medica, la cui nuova stesura è stata appena approvata a Torino.
“Dentro il camice bianco - ha continuato - c’è un soggetto con le sue competenze tecnico professionali, continuamente aggiornate. Ma ci deve essere anche un’etica: quel camice, la nostra Professione, ha contenuti etici e anche civili”.
E sono proprio queste le motivazioni per cui il lavoro preparatorio di due anni “deve coinvolgere e ha coinvolto le Associazioni
di Cittadini, i Giuristi, i Bioeticisti, oltre naturalmente ai centosei presidenti d’Ordine che hanno mandato i loro emendamenti”.
Il frutto di questo lavoro è un “testo condiviso” del quale il presidente si dichiara “soddisfatto”.
Un testo del quale - è stato ricordato dai conduttori - può e deve fruire anche il cittadino. È per questo che è stato divulgato a
tutti i media ed è scaricabile dal Portale della FNOMCeO.
Alla prima parte introduttiva è seguita la lettura, per voce della giornalista Chiara Del Gaudio, di tre dei nuovi articoli del Codice.
E, su ciascuno, è stato chiesto un commento al Presidente.
Si è partiti con l’articolo 76, sulla “Medicina potenziativa ed estetica”, che esprime il cambio di paradigma della Medicina moderna, secondo il quale - come ha spiegato Bianco - si è passati “da curare la malattia a potenziare il sano”.
Alcuni esempi? Il perfezionamento delle capacità visive e acustiche utilizzate dai Top Gun, che possono usufruire di
dispositivi in grado di potenziare l’acutezza visiva fino a raggiungere i 20 decimi di visus.
L’“Uomo bionico”, dunque, ma non solo questo: l’articolo 76 contempla anche la Medicina Estetica. E sono un milione all’anno
gli interventi di questo tipo.
“Abbiamo inserito anche in questo campo della Medicina i principi di Prudenza, Precauzione, Efficacia, Sicurezza” ha
commentato Bianco.
Il secondo articolo “sotto i riflettori” è stato il 78, quello sull’applicazione delle tecnologie informatiche in Medicina e Sanità, la
cosiddetta Cybermedicine. Vale a dire, l’introduzione del Fascicolo Sanitario Elettronico, della Certificazione di Malattia per via
Telematica, della Telemedicina.
“Queste innovazioni - ha esplicitato il Presidente - non sono da leggersi esclusivamente nel senso del risparmio di
risorse, ma della facilità di cura”.
Le nuove tecnologie, ha ricordato sempre Bianco, hanno straordinarie potenzialità anche in campo scientifico: pensiamo alla
proteomica, che identifica la struttura delle proteine, le loro funzioni e interazioni, o alla metabolomica, che individua le impronte
chimiche lasciate da specifici processi cellulari, scattando una fotografia della fisiologia delle cellule. Il tutto, in pochi click.
Infine, l’articolo 79, sulle Organizzazioni sanitarie. Il significato profondo, ha sintetizzato Giammaria, è che “il medico deve continuare a fare il medico”, anche quando è impegnato in compiti organizzativi o manageriali.
“Le organizzazioni sanitarie - ha aggiunto Bianco - hanno il fine di garantire la salute di tutti. Il medico deve sempre
garantire questo fine primario, che va rispettato e tutelato”.
La domanda del pubblico ha connesso il Codice all’attività disciplinare degli Ordini, chiedendo a quali sanzioni vada incontro il
medico che non rispetti le norme sancite dal testo.
Il Codice, ha ricapitolato Livia Azzariti (personaggio televisivo che nasce come medico, ndr) anche, è dunque uno strumento di
autodisciplina, che vede al centro il paziente, anzi la persona assistita, colta ed accolta nella sua complessità.
Perché, ha concluso Bianco, un principio è emerso chiaro, elaborando il testo: “Il tempo delle parole è tempo di cura”.
Grazie alla collaborazione dei colleghi della Rai, sul canale Youtube della FNOMCeO, trovate la clip con l’intervento del Presidente
a Unomattina. ¢
A cura dell’Ufficio Stampa FNOMCeO
La manifestazione
“Deontologia e solidarietà:
la voce delle Associazioni”:
i cittadini entrano nel cortile
di Villa Raby per chiedere
informazioni ai volontari.
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Tribuna
NIENTE
Avv. Roberto
Longhin
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PANICO
DA P.O.S.
Serpeggia tra i medici e tra gli odontoiatri un
ingiustificato allarmismo sul presunto obbligo di
dotarsi del POS (point of sale) che dal 30 giugno
2014 tutti i professionisti dovrebbero possedere
per consentire di essere pagati mediante carte di
credito. Per sfatare angosce prive di ogni reale
giustificazione, merita fare chiarezza sulla materia
conosciuta dai più solo per sentito dire. Il decreto “mille proroghe” (D.L. 30.12.2013 n. 150) ha
modificato l’art. 15, comma 4, del D.L. 18 ottobre
2012 n. 179 (noto come “decreto sviluppo bis”),
il quale dispone:
“a decorrere dal 1 gennaio 2014, i soggetti che
effettuano l’attività di vendita di prodotti di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche i pagamenti effettuati
attraverso carte di debito. Sono in ogni caso fatte
salve le disposizioni del decreto legislativo 21 novembre 2007 n. 231. Con uno o più decreti del
ministro dello sviluppo economico, dell’economia
e delle finanze, sentita la Banca d’Italia, vengono
disciplinati gli eventuali importi minimi, le modalità e i termini, anche in relazione ai soggetti
interessati, di attuazione della disposizione di cui
al comma precedente. Con i medesimi decreti
può essere disposta l’estensione degli obblighi a
ulteriori strumenti di pagamento elettronici anche
con tecnologie mobili.”
Come appare evidente dalla semplice lettura della
norma, la stessa non obbliga affatto i professionisti a dotarsi di POS, ma dispone semplicemente
che a partire dal mese di luglio, nel caso il cliente
voglia pagare la prestazione con una carta di credito, il medico o il dentista è tenuto ad accettare
tale forma di pagamento. L’indisponibilità del POS
dunque impedirà di essere pagati, ma non libererà il debitore dal suo obbligo e neppure comporterà sanzioni per il professionista che sia sprovvisto di tale nuovo strumento per il pagamento
elettronico. Va ancora aggiunto che, in ogni caso,
il professionista potrà sempre stabilire nel primo
contatto con il cliente anche la modalità con cui
dovrà essere pagato il suo onorario, perché questa obbligazione continua ad essere lasciata alla
libera determinazione delle parti. Niente panico
dunque, ma semplice valutazione della convenienza di una opportunità in base alla tipologia
della propria clientela.
Tra gli odontoiatri il sistema di pagamento mediante POS è utilizzato ormai da anni, ma altre
categorie si sono dimostrate invece più restie al
punto che, qualcuna, come quella degli architetti
si è addirittura rivolta al Tar per contestare la legittimità del D.M. 24 gennaio 2014 che ha fissato al
1 luglio 2014 l’entrata in vigore del nuovo sistema
di pagamento elettronico, sostenendone l’illegittimità per contrasto con i principi costituzionali.
Il Tar per il Lazio con ordinanza 30 aprile 2014 n.
1932 ha però respinto la richiesta cautelare di sospensione dell’entrata in vigore del POS per tutti i
professionisti che, di conseguenza, non potranno
rifiutare i pagamenti effettuati attraverso carte di
debito. L’indisponibilità dello strumento necessario per la transazione in via elettronica potrà quindi comportare per il professionista solo il rischio
di un ritardo nel pagamento delle sue spettanze
da parte del cliente, ma nient’altro anche se in un
momento di penuria quale quello attraversato dal
nostro Paese in cui è difficile farsi pagare, credo
sia preferibile accogliere la novità di sistema. ¢
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Il dedalo
SCOMPENSO
CARDIACO ACUTO
OLTRE 1.500 CA
OGNI ANNO
A TORINO
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
(Ufficio Stampa
Città della Salute e
della Scienza
di Torino)
Dei pazienti colpiti, il 7% non sopravvive al
primo episodio, il 35% muore nell’arco di un
anno, il 70% entro 5 anni1. Lo scompenso cardiaco è più letale di molte patologie tumorali;
considerando una finestra temporale di cinque
anni, ha un tasso di mortalità doppio rispetto
a quella dovuta al tumore al seno (35%) ed è
superiore a quella causata dal tumore all’intestino (65%)2.
Un fenomeno in crescita - si tratta della
più comune causa di ospedalizzazione per
65 anni - che
in Italia fa registrare quasi 200
mila nuove diagnosi ogni anno, oltre
1.500 solo a Torino.
i pazienti con più di
Oggi, finalmente, dalla ricerca arrivano nuove
speranze di cura.
“Lo scompenso cardiaco rappresenta una vera
e propria epidemia nei paesi occidentali.” spiega Davide Castagno, ricercatore presso la
Divisione di Cardiologia Universitaria diretta dal
Prof. Fiorenzo Gaita della Città della Salute e
della Scienza di Torino - “I progressi della cardiologia moderna, in particolare quelli nel trattamento dell’infarto miocardico acuto, hanno
infatti contribuito al progressivo aumento dei
casi di scompenso cardiaco che rappresenta lo
stadio terminale della maggior parte delle cardiopatie. Ad allarmare sono anche i dati relativi
alla prognosi dei pazienti colpiti da scompen-
18
GIUGNO 2014
so cardiaco: nella realtà torinese la mortalità a
30 giorni è del 10%, mentre a un anno dalla
dimissione raggiunge quasi il 30%. Lo scompenso cardiaco si caratterizza inoltre per le frequenti riacutizzazioni e per l’elevato rischio di
ricoveri ospedalieri ripetuti che determinano un
significativo dispendio di risorse pubbliche”.
Oltre alla cardiopatia ischemica e all’infarto
del miocardio, le cause che più comunemente
possono condurre all’insorgenza di scompenso
cardiaco sono l’ipertensione, le patologie delle valvole cardiache, l’aterosclerosi, l’eccessivo
consumo di alcol e alcune forme di aritmia. I
numeri confermano che si tratta di una sindrome che non deve essere sottovalutata. Oltre
a un forte impatto sulla qualità di vita del paziente anche gli sforzi economici a carico del
Servizio Sanitario Nazionale non sono affatto
trascurabili, se si considera che questi ultimi
sono la seconda voce di costo per ricoveri dopo
quelli per il parto.
Nonostante il notevole impatto epidemiologico, le modalità di trattamento delle forme
acute di scompenso sono rimaste invariate
negli ultimi anni. “Quando il paziente arriva al
Pronto Soccorso durante un episodio acuto” spiega Castagno - “i trattamenti convenzionali
consistono nella somministrazione di ossigeno
e diuretici, talvolta di vasodilatatori, per ridurre
la dispnea e il sovraccarico di liquidi (congestione). Purtroppo, le armi a disposizione non
sono molte e gli studi scientifici che negli ultimi vent’anni hanno testato l’utilizzo di nuove
molecole per il trattamento dello scompenso
cardiaco acuto hanno fornito risultati neutri o
negativi”.
O:
ASI
Lo scompenso cardiaco acuto è una condizione patologica
potenzialmente letale, diagnosticata in quasi 200 mila persone in Italia
ogni anno. È caratterizzata da dispnea, rapido aumento di peso dovuto
all’accumulo di liquidi, tachicardia e talvolta aritmia: sono questi i
sintomi più frequenti causati da un cuore che perde progressivamente
la capacità di pompare in modo adeguato il sangue nell’organismo.
LA RICERCA ALLE MOLINETTE DI TORINO
La ricerca tuttavia continua a lavorare per ridurre i sintomi, proteggere gli organi e abbattere
le riospedalizzazioni e la mortalità, così come
sottolinea Castagno: “Le divisioni di Cardiologia Universitaria e di Medicina d’Urgenza della
Città della Salute e della Scienza di Torino sono
attivamente coinvolte nella ricerca di nuove
strategie per il trattamento dello scompenso
cardiaco acuto. Entrambe le divisioni infatti
partecipano a uno studio multicentrico internazionale che coinvolgerà circa 6.500 pazienti
e che testerà gli effetti di una versione ricombinante della relaxina-2, un ormone ad azione
vasodilatatrice prodotto dalle donne in gravidanza. In uno studio preliminare questa molecola si è dimostrata in grado di migliorare la
dispnea e i segni clinici di congestione con una
riduzione significativa della mortalità. Se questi
risultati venissero confermati dal nuovo studio,
avremmo finalmente a disposizione un farmaco
in grado di migliorare la sintomatologia e la sopravvivenza del paziente affetto da scompenso
cardiaco acuto”.
Accanto alle terapie farmacologiche, un ruolo
fondamentale nella lotta allo scompenso cardiaco è giocato dalla prevenzione. “Uno stile
di vita sano che preveda attività fisica e dieta
equilibrata a basso contenuto di sodio sono
cruciali, soprattutto in quei soggetti che vengono considerati a rischio.”- conclude Castagno “È sicuramente utile aiutare i pazienti a riconoscere e distinguere i principali sintomi e i segni
premonitori dello scompenso cardiaco acuto e
sensibilizzarli in modo da evitare le condizioni
di rischio che sottendono questa sindrome”. ¢
1. Joffe et al. J Am Heart Assoc. 2013
2. Stewart et al. European Journal of Heart Failure 2001
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19
prima pagina
Tribuna
Il dedalo
INCIDENT
N. Ferraro
Pierpaolo Berra
Uff. Stampa Città
della Salute e della
Scienza di Torino
Il 13 maggio scorso, presso l’Aula
Magna dell’Accademia di Medicina di
Torino in via Po 18, si è tenuta la nona
seduta del 2014 dell’Accademia di
Medicina di Torino, che ha trattato il
tema “Incidentaloma surrenalico: una
malattia della tecnologia moderna”.
Il relatore è stato il professor
Massimo Terzolo (Direttore di
Medicina Interna I universitaria
ad indirizzo Endocrinologico
dell’Ospedale San Luigi di Orbassano).
Nel corso della seduta è stata
riconosciuta la Menzione d’Onore
2013 alla dottoressa Vittoria Basile,
che ha esposto la sua tesi sulle
“Implicazioni cliniche di un approccio
farmaco - genetico alla terapia
con Mitotane in pazienti affetti da
carcinoma surrenalico”.
20
GIUGNO 2014
APRILE
TALOMA SURRENALICO:
UNA MALATTIA
DELLA
TECNOLOGIA
MODERNA
I TUMORI SURRENALICI
I tumori surrenalici sono neoplasie ad alta prevalenza e sono per lo più di
riscontro occasionale: sono cioè scoperti con esami radiologici effettuati
per una patologia non correlata, da cui la definizione di incidentalomi
surrenalici*. In studi autoptici, la frequenza di masse surrenaliche, non
sospettate in vita, sfiora 10%. Nelle casistiche radiologiche, la frequenza
stimata è di circa il 4%, ma si giunge fino al 10% nella popolazione anziana. Considerando che ogni anno vengono effettuati milioni di TC addominali (nel Regno Unito il dato è di 2.8 milioni nel 2008), si può facilmente
considerare che si tratta di un problema di salute pubblica.
La scoperta occasionale di un tumore surrenalico complica l’iter diagnostico-terapeutico della patologia di base e causa una grande ansia sia nel
paziente sia nel medico curante, il che comporta spesso l’effettuazione di
numerosi e costosi esami, con un grande rischio di inappropriatezza ed
elevati costi.
Sebbene la lesione di più frequente riscontro sia di natura benigna, una
percentuale non irrilevante di incidentalomi surrenalici può essere di natura maligna, o può avere capacità secernente. Pertanto, la scoperta occasionale di una massa surrenalica clinicamente non sospettata può costituire un’occasione di diagnosi precoce di una neoplasia potenzialmente
pericolosa. È però indispensabile effettuare un approccio diagnostico ben
calibrato per evitare esami diagnostici ed interventi chirurgici inutili e persino potenzialmente dannosi.
Il problema “incidentaloma surrenalico” interessa un gran numero di specialisti, dal radiologo, all’internista, al medico di medicina generale, che
nel corso della loro pratica clinica si possono imbattere in queste lesioni.
La gestione ottimale dell’incidentaloma surrenalico deve essere multidisciplinare ed è complicata dal basso livello di evidenza disponibile per molte
raccomandazioni diagnostico-terapeutiche**.
EPIDEMIOLOGIA, PATOGENESI, ITER DIAGNOSTICO, LA SINDROME
DI CUSHING SUBCLINICA
Nella relazione del professor Terzolo è stata discussa l’epidemiologia e la
patogenesi delle neoplasie surrenaliche a scoperta occasionale ed è anche
stata presentata una proposta di iter diagnostico. Nella relazione è stata
anche trattata la sindrome di Cushing subclinica: un’entità nosologica di
recente riconoscimento che entra a far parte dell’ampio capitolo della patologia endocrina silente, a basso impatto clinico, che viene scoperta in
virtù dell’impiego di tecniche diagnostiche sofisticate. La sindrome di Cushing subclinica è caratterizzata da un modesto eccesso di secrezione di
cortisolo da parte di un adenoma surrenalico, di
entità non sufficiente a creare il classico quadro
clinico cushinghiano, ma comunque sufficiente a
predisporre alle classiche complicanze dell’eccesso di cortisolo: obesità, diabete, ipertensione ed
osteoporosi. Verranno discussi l’indicazione chirurgica ed il trattamento conservativo, ponendo
l’attenzione sulle molte aree grigie delle nostre
attuali conoscenze scientifiche e sulle aree di ricerca futura. ¢
* Come si può leggere sul sito www.orpha.net:
“L’incidentaloma dei surreni identifica una massa
surrenalica >1 cm di diametro, scoperta casualmente durante un esame di imaging per un’indicazione
non correlata con la malattia surrenalica.
La prevalenza di queste lesioni varia tra il 3 e il 7%
della popolazione generale e quindi non si tratta
di una malattia rara. Si tratta di lesioni identificate
sempre con maggiore frequenza, grazie al diffondersi della diagnostica toraco-addominale mediante
imaging. L’incidenza aumenta con l’età”.
** Sempre sullo stesso sito della Rete si può leggere: “Gli esami mirano a diagnosticare le lesioni
maligne e secernenti. Tutti i pazienti devono sottoporsi a test ormonali e a specifici esami di imaging
per il feocromocitoma o la sindrome di Cushing…
Nella maggior parte dei casi, gli incidentalomi sono
adenomi surrenalici, anche se le indagini per gli incidentalomi surrenalici possono diagnosticare anche
il feocromocitoma, il carcinoma corticosurrenale, le
metastasi, i tumori non surrenalici (Schwannoma,
sarcoma).
L’intervento chirurgico è indicato solo per i soggetti
sintomatici (feocromocitomi, adenoma surrenalico
secernente, tumore del surrene), o per i pazienti
con una crescita rapida del tumore”.
GIUGNO 2014
21
Cultura
Venerdì 21 marzo, nell’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino, di fronte ad una sala
colma, Alessandro Bargoni (*), docente universitario di Storia della Medicina, e Francesco Scaroina,
primario Emerito di Medicina Interna dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e appassionato
cultore di storia della sanità, soprattutto piemontese, hanno tenuto una conferenza a “quattro mani”
sulla “Medicina popolare”.
Il prof. Bargoni si è soffermato soprattutto sulle credenze e sulle pratiche in vigore nei secoli XVII e
XVIII, mentre il dott. Scaroina ha rappresentato soprattutto lo scenario del XIX e di inizio XX secolo.
Il medico e la Medicina sono per molti secoli apparsi lontani, estranei alla cultura popolare: anche
nelle nostre vallate montane il medico veniva chiamato poco prima del decesso, soprattutto perché in
fondo esisteva una diffidenza più o meno esplicita verso la Medicina Ufficiale. Ecco perché guaritrici,
santoni e rimedi popolari hanno fatto da padrone sino almeno agli anni ‘50 del Secolo scorso. Poi, col
progressivo ridursi dell’importanza economica dell’agricoltura a favore dell’industria, la maggiore
TRA TERRA E CIELO:
N. Ferraro
Pierpaolo Berra
Uff. Stampa Città
della Salute e della
Scienza di Torino
22
GIUGNO 2014
Venerdì 21 marzo, nell’Aula Magna dell’Accademia di Medicina di Torino, di fronte ad una sala colma,
Alessandro Bargoni (*), docente universitario di Storia della Medicina, e Francesco Scaroina, primario
Emerito di Medicina Interna dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino e appassionato cultore di
storia della sanità, soprattutto piemontese, hanno tenuto una conferenza a “quattro mani” sulla
“Medicina popolare”.
Il prof. Bargoni si è soffermato soprattutto sulle credenze e sulle pratiche in vigore nei secoli XVII e
XVIII, mentre il dott. Scaroina ha rappresentato soprattutto lo scenario del XIX e di inizio XX secolo.
Il medico e la Medicina sono per molti secoli apparsi lontani, estranei alla cultura popolare: anche
nelle nostre vallate montane il medico veniva chiamato poco prima del decesso, soprattutto perché in
fondo esisteva una diffidenza più o meno esplicita verso la Medicina Ufficiale. Ecco perché guaritrici,
santoni e rimedi popolari hanno fatto da padrone sino almeno agli anni ‘50 del Secolo scorso. Poi,
col progressivo ridursi dell’importanza economica dell’agricoltura a favore dell’industria, la maggiore
disponibilità di risorse ha indotto comportamenti consumistici anche sul fronte sanitario che hanno
modificato anche la cultura: quella diffidenza continua esistere ma ha cambiato volto. Oggi si pretende dalla Medicina basata sulle evidenze che sappia rispondere a tutti i quesiti e alle domande di
salute (anche le più incongrue), non contempla la minima possibilità di errore e deve costituire un’assicurazione sempre in vigore contro la morte e la vecchiaia. Quando questo non può avvenire l’eredità
culturale del passato (metabolizzata poco, visto il repentino passaggio da una società agricola ad una
industriale) si riaffaccia creando le condizioni di mercato per la permanenza e la diffusione delle medicine che non si basano sul metodo scientifico. Una condizione che è diventata ancora più evidente
con l’aumento dell’immigrazione.
La serata all’Accademia è continuata infatti con un bel dibattito che ha toccato soprattutto gli aspetti
delle “nuove medicine alternative” portate nel nostro Paese dagli uomini e dalle donne migrate da
altre nazioni e continenti.
u
disponibilità di risorse ha indotto comportamenti consumistici anche sul fronte sanitario che
hanno modificato anche la cultura: quella diffidenza continua esistere ma ha cambiato volto. Oggi si
pretende dalla Medicina basata sulle evidenze che sappia rispondere a tutti i quesiti e alle domande
di salute (anche le più incongrue), non contempla la minima possibilità di errore e deve costituire
un’assicurazione sempre in vigore contro la morte e la vecchiaia. Quando questo non può avvenire
l’eredità culturale del passato (metabolizzata poco, visto il repentino passaggio da una società
agricola ad una industriale) si riaffaccia creando le condizioni di mercato per la permanenza e la
diffusione delle medicine che non si basano sul metodo scientifico. Una condizione che è diventata
ancora più evidente con l’aumento dell’immigrazione.
La serata all’Accademia è continuata infatti con un bel dibattito che ha toccato soprattutto gli aspetti
delle “nuove medicine alternative” portate nel nostro Paese dagli uomini e dalle donne migrate da
altre nazioni e continenti.
QUANDO IL POPOLO
SI FACEVA DOTTORE
GIUGNO 2014
23
Cultura
TRA ANTROPOLOGIA E MEDICINA IL BISOGNO DI CURA
L’antropologo Levi - Strauss, nel 1966, nella prefazione del suo saggio, Antropologia Strutturale, esprimeva questo pensiero: “Là dove i popoli prendono coscienza della loro originalità, debbono studiare la loro cultura e mantenere tutto ciò che è nato all’interno della comunità”.
Durante il corso dei secoli la Medicina ha attraversato diversi stadi ed è sempre stata il riflesso di situazioni sociali, dello sviluppo intellettuale e culturale,
nonché della situazione economica, del pensiero filosofico e religioso e, soprattutto, della conoscenza sulla natura e sul mondo fisico.
Le sue tappe evolutive possono essere grossolanamente classificate: medicina istintiva, medicina magica, medicina empirica, medicina scientifica (**).
Un’attenzione a questi percorsi potrebbe portare dei vantaggi, sviluppando
nuovi linguaggi e nuovi metodi di ricerca, in modo da far avanzare sia la ricerca empirica, sia di aprire il campo a una pratica di cura più vicina all’uomo.
Nella tradizione popolare, abbastanza uniforme in tutte le regioni italiane
(senza sconfinare nelle altre infinite realtà occidentali e orientali), il pensiero
terapeutico e quello magico spesso hanno finito per trovarsi in stretto contatto. In questi due ambiti la malattia poteva essere vissuta come un’infrazione, una maledizione, un’alterazione di un equilibrio.
Era una spiegazione utilizzata dai popoli più semplici per dare un senso al
dolore.
Per avvicinarci alla conoscenza della Medicina popolare è indispensabile
comprendere la possibilità di una convivenza tra razionale e irrazionale, così
da creare un modus operandi, non sempre ascrivibile alla superstizione, ma
frutto di millenni di esperienze, tradizioni e credenze, nate quando la magia,
la religione e la scienza erano così vicine da sembrare un’unica realtà.
LA MEDICINA POPOLARE OGGI
Noi oggi definiamo Medicina Popolare quell’organizzazione capace di ricomporre, simbolicamente, e poi praticamente, l’equilibrio uomo-natura nel
rispetto delle regole di una biologia-mitica che è stata parte del patrimonio
culturale collettivo per moltissimo tempo.
Secondo Arthur Kleimann (***) l’insieme delle pratiche terapeutiche si può
suddividere in tre settori, per comprendere le risposte individuali e sociali alle
malattie.
Quello popolare che comprende credenze e pratiche dell’individuo malato,
della sua famiglia e della comunità; un settore professionale che comprende pratiche e conoscenze degli operatori istituzionalizzati; quello etnico che
implica l’azione di operatori tradizionali che assumono lo status ufficiale di
terapeuta.
La distinzione tra popolare ed etnica, dunque, è stata mantenuta considerando Medicina Popolare quella legata all’automedicazione, e etnica quella
basata sull’attività di operatori ai quali la comunità riconosce lo status ufficiale di terapeuta (maghi, guaritori).
Sono mantenuti separati dalle due tipologie i culti carismatici, soprattutto
religiosi, perché argomento ben più complesso.
Ij dotor e son come ‘j bòrgno: a van al toch (i dottori sono come i ciechi:
vanno a tentoni)
Un elemento di sopravvivenza della medicina popolare, fino ad una certa
epoca anche recente, è stata la sfiducia dei nostri nonni verso la medicina
ufficiale, come il proverbio vuol dire.
La medicina scientifica, paludata e accademica, veniva vista come pratica
non affidabile, forse perché spersonalizzata e spersonalizzante e, soprattutto, perché esercitata da qualcuno che “veniva da fuori”.
Per far fronte agli attacchi delle malattie i nostri antenati si servivano di mezzi
empirici provenienti dalla tradizione ed elaborati via via sulla base dell’esperienza e dell’osservazione.
Affidandosi al soprannaturale, all’insondabile, il malato si lasciava trasporta-
24
GIUGNO 2014
re quasi passivamente in una dimensione in cui
anche gli aspetti più paradossali delle pratiche
terapeutiche reclamavano una loro ragione d’essere e cercavano di condurre a risultati concreti.
Nella cultura contadina, inoltre, la malattia era
socializzata all’interno della comunità e il malato
era posto sotto la sua protezione che attivava i
propri sistemi empirici di terapie e di controllo.
La prospettiva di una ospedalizzazione era ben
rimossa: alla fine dell’800 si diceva ancora che
chi entrava in ospedale ci entrava per morirci e
non per guarire. L’idea poi di partorire all’ospedale veniva subito associata a quella di una nascita
illegittima, immorale e vergognosa.
Un’ultima precisazione: il “sapere del popolo”
(folk-lore), dopo il 1950 entrò con vivo interesse nelle aule universitarie, e la sapienza popolare italiana, e regionale, divenne oggetto di uno
studio sistemico e scientifico, raggiungendo livelli
ben più ampi di quelli immaginabili, sino a vertici
internazionali.
Uno studioso particolarmente attento e preparato, Paolo Toschi, definì anche le costanti che
devono caratterizzare tale aspetto culturale. Un
fatto folkloristico può essere definito tale solo se
fatto proprio da un numero più o meno grande
di persone, deve essere mantenuto vivo nel tempo, essere diffuso ad un’area più o meno ampia,
e rispecchiare con semplicità di toni la psicologia
e la vita delle classi popolari.
La Medicina popolare potrebbe quindi essere
considerata un mondo perduto, ma che può ancora suscitare interessi speculativi: conoscere un
po’ meglio il nostro passato in cui sono innegabilmente adagiati frammenti importanti, e ancora attuali, della nostra storia. ¢
* Dal 1997 svolge attività didattica di Storia della
Medicina presso numerosi Corsi universitari. Tra
questi, quelli delle lauree Magistrali in Medicina e
Chirurgia di Torino e di Novara, quelle triennali di
infermieristica (canali A,B,C), e tecnici di neurofisiopatologia, di ortottistica di Torino, di infermieristica
di Asti, Aosta e Ivrea.
** Byron J. Good - Narrare la malattia. Lo sguardo
antropologico sul rapporto medico-paziente. 1999
*** A. Kleinman - The Illness Narratives: Suffering,
Healing, And The Human Condition. 1989
Cultura
MEDICAL HUMANITIES,
UNA RIVOLUZIONE
Nicola Ferraro
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GIUGNO 2014
Il ritorno sempre meno silenzioso della Medicina e della Sanità al patrimonio culturale umanistico delle sue origini produce effetti positivi a ripetizione e con ritmo uniformemente accelerato.
È una rivoluzione culturale che ci chiama ad essere protagonisti, che ci invita a portare il testimone in ambiti e luoghi che fino a poco tempo fa nessuno avrebbe potuto immaginare. Sono
chiamate “a risposta multipla” che sembrano ignorare la crisi epocale che stiamo vivendo e che
giorno dopo giorno stanno cambiando, in modo a volte colorato e vivace, la realtà di ospedali,
ambulatori, Università…
E così, mentre il teatro entra nella formazione universitaria*, mentre i murales colorano i corridoi
di alcuni ospedali**, mentre la Medicina scopre una possibile dimensione “slow”***… un’altra
piccola notizia (che piccola in realtà non è per niente) modifica la percezione “severa” e diffusa
che un Museo di Anatomia umana fatalmente possiede.
Ci riferiamo alla recente iniziativa “Disegniamo con i bambini, LE FORME DELLA SCIENZA”, di
cui riproduciamo il manifesto, che fa seguito ad altre iniziative culturali e di spettacolo organizzate per aprire le porte del Museo Luigi Rolando alla città e ai turisti che stanno cambiando
la natura di Torino.
Portare i bambini a disegnare tra i reperti anatomici è una rivoluzione nella rivoluzione perché
permette di superare, d’incanto, tutte quelle mitologie gotiche che impropriamente possono
aleggiare su un’istituzione culturale di questo tipo, facendo in modo che il “mistero” primeggi
a scapito delle possibilità di conoscenza offerte.
Di più. Mettere a disposizione dei bambini le sale di un Museo come questo può contribuire
a creare la percezione solida che la Medicina basata sulle evidenze ha abbracciato il metodo
scientifico perché ha come fondamento lo studio della realtà che è iniziato proprio con l’osservazione del corpo umano.
Speriamo che questo incontro tra sapere medico antico e infanzia funzioni in qualche modo
come una vaccinazione contro le cialtronerie che incombono pericolosamente sulla nostra salute perché hanno imparato a viaggiare sulle ali della tecnologia rimanendo però le stesse dei
“Secoli bui”, delle fiere con i saltimbanchi, i divinatori del futuro e i venditori di elisir.
Sui riferimenti a questa nuova interessante realtà culturale evidenziati con asterischi informiamo che la redazione di Torino Medica ha realizzato servizi e interviste scaricabili dal portale
dell’Ordine, www.videomedica.org
Di seguito le modalità operative per accedere a questo materiale audiovisivo:
* digitare nell’home page del Portale, nell’apposito spazio di ricerca in alto a destra, le parole
chiave: Valerio Dimonte e Antonella Enrietto
** digitare nell’home page del Portale, nell’apposito spazio di ricerca in alto a destra, le parole
chiave: San Giovanni Bosco
*** digitare nell’home page del Portale, nell’apposito spazio di ricerca in alto a destra, le
parole chiave: Slow Medicine ¢
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La ricerca in Provincia
HELICOBACTER PYLORI
CAUSA DI DISTURBI IN
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Uff. Stampa Città
della Salute e della
Scienza di Torino
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GLI EFFETTI POSSIBILI DEL BATTERIO SULLA GESTAZIONE
Per la prima volta è stata presa in considerazione non solo la possibile associazione tra l’infezione
da Helicobacter pylori ed i disturbi gastrici, come l’iperemesi gravidica (grave forma di nausea e
vomito che si manifesta nelle prime settimane di gravidanza), ma anche l’associazione con altre
importanti patologie della gravidanza che non coinvolgono direttamente l’apparato gastroenterico. Infatti è ormai noto che l’infezione da Helicobacter pylori non è solo alla base di gastrite ed
ulcera, ma è spesso associato a patologie non gastriche di vario tipo come le patologie cardiovascolari, le malattie autoimmuni, il diabete, ecc. Nel caso della correlazione tra l’infezione da
H. pylori e disturbi legati alla gravidanza gli studi si sono concentrati principalmente sull’anemia
da carenza di ferro, le malformazioni fetali, l’aborto spontaneo, la pre-eclampsia e la restrizione
della crescita fetale.
L’infezione da H. pylori può avere un ruolo nella patogenesi dei succitati disordini della gravidanza attraverso diversi meccanismi. Ad esempio, questo batterio è in grado di sottrarre micronutrienti come ferro e vitamina B12, e la carenza di tali elementi può essere alla base dell’anemia
sideropenica materna e di difetti del tubo neurale del feto, come la spina bifida. L’infezione da
Helicobacter causa una risposta infiammatoria e stress ossidativo sia a livello locale, con conseguenti disturbi gastrointestinali, sia a livello sistemico come nel caso della pre-eclampsia.
È stato inoltre dimostrato che gli anticorpi specifici anti-H. pylori sono in grado di cross-reagire
con antigeni localizzati nel tessuto placentare e sulle cellule endoteliali. Il conseguente danno
cellulare può essere alla base dell’aborto spontaneo, della pre-eclampsia e della restrizione di
crescita fetale, due gravi patologie della gravidanza attualmente non suscettibili di trattamento.
GRAVIDANZA
L’Helicobacter Pylori è responsabile non solo di ulcera e
gastrite ma anche di altre patologie ed ha un collegamento con
diversi disturbi che possono emergere durante la gravidanza.
A rilevarlo uno studio dal titolo “Helicobacter pylori
and pregnancy-related disorders”, pubblicato a marzo di
quest’anno sulla prestigiosa rivista internazionale World
Journal of Gastroenterology, a cura della professoressa
Todros (Direttore di Ginecologia ed Ostetricia Universitaria 2
dell’Ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino), dalla
dottoressa Simona Cardaropoli e dal dottor Alessandro Rolfo.
Nella comunicazione per la prima volta è stata analizzata in
modo approfondito la letteratura scientifica internazionale
riguardante l’eventuale associazione tra questo batterio e le
patologie della gravidanza.
EFFETTI DI UN’INFEZIONE ESISTENTE PRIMA DELLA GRAVIDANZA MA
SILENTE
Dal momento che l’infezione da H. pylori è probabilmente acquisita prima della gravidanza, si ritiene che i cambiamenti ormonali ed immunologici che si verificano durante la gravidanza possono attivare l’infezione
latente da H. pylori e questo può avere un impatto non solo sulla salute
della madre, ma anche sul suo bambino.
È interessante notare che la trasmissione dell’H. pylori dalla madre al
bambino non sembra verificarsi durante la gravidanza o il parto. Inoltre è
stato dimostrato che gli anticorpi specifici contro questo microrganismo
sono trasferiti al feto/neonato sia attraverso la
placenta sia tramite il latte materno. Questo
potrebbe essere un aspetto positivo di difesa
del neonato, tuttavia non è chiaro se gli anticorpi materni sono in grado di proteggere i
bambini contro la colonizzazione dell’H. pylori.
L’ATTIVITÀ MEDICO SCIENTIFICA
DEL GRUPPO TORINESE
Tuttora il gruppo del Sant’Anna è impegnato
a studiare in modo più approfondito queste
associazioni ed a valutare la possibile correlazione tra l’infezione da H. pylori ed altre
malattie legate alla gravidanza di eziologia
sconosciuta, come il diabete mellito gestazionale, la colestasi gestazionale ed il parto pretermine spontaneo. Dal momento che l’infezione da H. pylori è curabile, la dimostrazione
del suo ruolo causale nei disturbi legati alla
gravidanza può avere importanti implicazioni
socio-economiche. È probabile che la diagnosi pre-gravidanza e l’eradicazione preventiva
dell’H. pylori riducano l’incidenza di alcune di
queste complicazioni. La progettazione di un
vaccino efficace sarà ancor più utile al fine di
evitare problemi di farmaco-resistenza e reinfezione. ¢
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Le nostre radici
Riceviamo questo
tenero e dolce
messaggio dai
famigliari di un
nostro iscritto
recentemente
scomparso
che volentieri
pubblichiamo: come
partecipazione al
dolore della sua
famiglia, scusandoci
per l’involontario
dispiacere procurato.
N. Ferraro
IL DOTT. GUGLIELMO VIGADA PARLA
AI SUOI GIOVANI COLLEGHI
L’8 dicembre scorso il dott. Guglielmo Vigada è stato premiato dalll’OMCeO
di Torino con medaglia d’oro in occasione dei 50 anni di Laurea. Egli aveva
preparato un “paio di righe” da proiettare al momento della consegna della
sua medaglia; purtroppo questo non avvenne ma, fatto ancora ancora più
triste, il 21 di aprile scorso il dott. Vigada è deceduto: siamo per questo a
chiederLe cortesemente, se fosse possibile, pubblicare nel prossimo numero
di Torino Medica quel suo scritto preparato per quell’occasione.
“Gentile Presidente,
essere qui oggi è per me un gran orgoglio e ringrazio Lei ed il direttivo dell’Ordine
di Medici, per avermi dato la possibilità di ricordare a me, alla mia famiglia ed ai
giovani qui presenti oltre 50 anni della più bella e gratificante professione che un
uomo possa pensare di intraprendere.
Ripassare la mia carriera, da quel giorno in cui, con somma emozione coronai sei
anni di sforzi e sacrifici, attraverso anni di ulteriore dedizione agli studi per conseguire le mie specializzazioni, senza tralasciare la creazione della mia famiglia, è
un esercizio carico di emozioni.
Il primo posto di lavoro, il mio primo polmone, le nottate passate di guardia, i
miei periodi passati in Africa, la gente semplice delle mie campagne bisognosa di
aiuto... Un cammino lungo e a volte difficile, ma mai faticoso.
La passione e il senso del dovere, hanno sempre prevalso e mi hanno portato a
ricoprire ruoli differenti ed entusiasmanti.
Vorrei trasmettere ai giovani laureandi questo messaggio per un cammino pieno
di soddisfazioni professionali così come è stato e così com’è il mio.
In bocca al lupo”
Dott. Guglielmo Vigada
30
GIUGNO 2014
rubriche
IN LIBRERIA
Una lacuna colmata
Letto da Nicola Ferraro
Savino D’Amelio
CATARATTA PEDIATRICA
Diagnosi, Trattamento
Chirurgico, Complicazioni,
Trattamento otticoortottico
TESTO-ATLANTE
Sperling & Kupfer, 2013
Pagine 351, Euro 180,00
(In Rete viene però
venduto anche a Euro 153)
Con questo libro Savino D’Amelio, Direttore del Dipartimento di malattie oculistiche
dell’Ospedale Oftalmico di Torino, già Presidente della Società Italiana di Oftalmogia
Pediatrica (SIOP) e Global Advisory Council
Member della WSPOS (Word Society of Paediatric Ophthalmology and Strabismus) ha
riempito una lacuna editoriale scientifica a
livello nazionale ed europeo. Si tratta di un’opera originale che, ad un testo rigoroso e suffragato da riferimenti bibliografici abbina una
ricca iconografia che rafforza la sua validità
didattica.
La cataratta del bambino è una patologia di
grande impatto socio-economico: nel mondo
i bambini con grave deficit visivo per cataratta
pediatrica sono circa due milioni. Considerando la loro più lunga aspettativa di vita, almeno 50 anni, se non trattata, risulta un ammontare di “anni cecità” di circa 90 milioni
(1,8 x 50).
Rispetto a quella dell’adulto, la cataratta pediatrica è un argomento complesso e il suo
trattamento molto controverso; vi sono numerose difficoltà e differenze nell’approccio
dalla diagnosi al trattamento e al percorso
post operatorio. Il bambino non è un adulto
in miniatura ma ha delle specifiche caratteristiche anatomiche, fisiologiche, psicologiche,
sociali. L’occhio del bambino non soltanto è
più piccolo di quello dell’adulto, ma i suoi
tessuti hanno una particolare consistenza ed
elasticità. Quando la cataratta compare nei
primi mesi o nei primi anni di vita, oltre a ridurre l’acuità visiva, interferisce con il normale sviluppo cerebrale, condizionando la maturazione delle vie e dei centri visivi, con gravi e
irreversibili conseguenze sulla funzione visiva
monoculare e binoculare.
La peculiarità della cataratta pediatrica non
è solo limitata all’atto chirurgico, ma coinvolge i processi diagnostici e decisionali preoperatori, il trattamento post operatorio e il
follow-up, in quanto le complicanze possono
presentarsi anche a distanza di anni.
“Questo testo - afferma l’autore - è indirizzato a tutti gli oculisti e in particolare ai chirurghi oftalmologi pediatri, agli ortottisti, ai
medici pediatri, ai chirurghi della cataratta e
della vitreo-retinica dell’adulto allorché si accingono ad operare un bambino.
La speranza è che esso stimoli riflessioni utili,
senza voler tuttavia condizionare il comportamento del chirurgo oftalmologo o dell’ortottista. Ogni operatore deve decidere in piena
autonomia, adattando la propria esperienza e
la propria scienza e coscienza al paziente che
si presenterà, di volta in volta, con caratteristiche peculiari”. ¢
Se il fascino
per la montagna
diventa cultura
Letto da Nicola Ferraro
Maurizia Cavallero
MONTAGNE INCANTATE E
DISINCANTATE
SAGGIO
Lorenzo Editore
Pagine 72, Euro 14,00
32
GIUGNO 2014
L’autrice, medico chirurgo, specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, è nata ad Udine ma
vive e lavora a Torino ed è anche laureata in Scienze Politiche. In sostanza la scrittrice di questo saggio
davvero particolare appartiene alla folta schiera dei
professionisti della salute torinesi che realizzano libri
interessanti di varia natura e umanità. La dottoressa
Cavallero ha un approccio eclettico con la scrittura:
passa con disinvoltura dalla narrativa, alla poesia, alla
saggistica che tratta soprattutto di pittura.
Questa piccola opera riguarda non a caso il rapporto
tra montagna e pittura, esaminato in una prospettiva
rigorosa di Storia dell’Arte che spazia dal Medioevo e
dal Rinascimento, si sofferma sul Rinascimento italiano, riflette sulle elaborazioni del Secolo dei Lumi, esamina approfonditamente il rapporto che lega la montagna a Giovanni Segantini, descrive la perdita della
enigmatica sacralità della montagna nella pittura del
Ventesimo secolo, fino da arrivare all’esame
delle produzioni delle avanguardie artistiche.
Un libro in apparenza agile, perché scritto
in un italiano che, pur rispettando la complessità di contenuti a volte non facili, risulta
fruibile e piano ed ha il pregio di svelare, in
modo perfettamente ripercorribile, gli stimoli
culturali ed estetici da cui nasce. Stimoli che
rivelano frequentazioni colte ma esplicitate
senza spocchia e anzi con un piglio didascalico che restituisce gli echi di una personale
fruizione estetica appagante. Ad esempio il
richiamo a Michelangelo Antonioni, pittore
forse meno tormentato dell’Antonioni regista
cinematografico, e in particolare il riferimento ad una rassegna di suoi quadri di soggetto
montanaro tenutasi all’Aquila nel 2007, anno
della sua morte.
Un approccio davvero originale, quello del
rapporto montagna/pittura, che nelle mani
dell’autrice aiuta a tracciare (ma anche a
meglio comprendere) l’evoluzione culturale degli ultimi secoli in Italia, in Europa e in
buona parte dell’Occidente. “Le montagne scrive l’autrice - fanno parte del paesaggio,
ma, attraverso i secoli, sono state interpretate
in maniera diversa, non soltanto dal punto di vista
figurativo. Sono state limiti inviolabili e invalicabili,
poi luoghi remoti buoni per ogni sorta di stregoneria; recessi di spiriti maligni capaci di scatenare e/o gli
eventi naturali più avversi…”
“Sotto un altro punto di vista - prosegue la dottoressa Cavallero - la montagna può essere interpretata
come l’elemento naturale che più avvicina la terra al
cielo: questione di opinioni che coinvolgono anche le
credenze religiose di ognuno di noi”.
In un momento dell’anno che sta per essere votato al
riposo e alla vacanza, la cui simbologia mediatica è di
questi tempi soltanto di natura volgarmente balneare, le parole con cui si conclude il capitolo di questo
libro dedicato alla “montagna disincantata”, suonano come uno spot efficace di alto profilo culturale per
una vacanza “diversa”. “L’immagine della montagna
- scrive la dottoressa Cavallero - resta sempre attuale,
impastata di visioni, di emozioni e di constatazioni
che fanno parte organica della storia dell’arte e delle
problematiche sociali contemporanee. Quella della
montagna è un’immagine che va preservata da ogni
eccesso; una parte di natura affascinante, da studiare
e da metabolizzare con calma e a lungo nel vissuto
di tutti noi”. ¢
APERTA DA LUGLIO 2013
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GIUGNO 2014
33
rubriche
IN LIBRERIA
Quello che ignoriamo
di Internet
Letto da Nicola Ferraro
Leonida Reitano
ESPLORARE INTERNET
Manuale di investigazioni
digitali e Open Source
Intelligence
SAGGIO
Minerva Edizioni
Pagine 262, Euro 29,00
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MAGGIO 2014
La polemica sul diritto all’oblio in Internet, le
rassicurazioni circa la sicurezza dei nostri dati
stivati nelle “nuvole” informatiche, gli strumenti per proteggerci dalla violabilità della nostra
identità spiattellata nei social network… sono
tutte mistificazioni colossali di una realtà incontrovertibile: in Rete tutto si crea (o si può creare)
e nulla si può distruggere. Tanto che una buona parte delle “notizie riservate” che servono
al Potere per mantenere quella “P” maiuscola
fluiscono dai nostri PC collegati in Rete senza
che noi nemmeno ce ne accorgiamo.
Questa inconsapevolezza è frutto dell’intima
natura di Internet e dell’accesso casuale (random) con cui in informatica si privilegia l’accesso ai dati: per banali motivi di risparmio
energetico e di semplicità costruttiva dell’hardware (dei computer). Questa casualità che
permea il mondo dell’informatica a volte ci viene spacciata per democrazia; una condizione
politica di alto profilo che declinata sui tempi
e sui modi della Rete diventa molto più modestamente “reciprocità” praticabile: se il Potere
mi può spiare anch’io posso spiare il Potere venendo a conoscenza di quello che ha saputo
di me e di chiunque altro e non soltanto oggi.
Un’affermazione presuntuosa? Forse velleitaria, ma presuntuosa no perché perfettamente
realizzabile avendo le conoscente tecniche per
poterla realizzare. Il libro di Leonida Reitano,
un po’ manuale da leggere come se si trattasse di un testo di matematica o di formazione
musicale (le analogie tra i due ambiti sono tra
l’altro… note) e un po’ romanzo di spionaggio, è lo strumento idoneo per acquisire le conoscenze che ci permettono di guardare nella
Rete come se fossimo incollati all’oculare di un
telescopio puntato sulla volta celeste.
Il punto di forza dell’autore, paradossalmente
ma nemmeno poi tanto a pensarci bene, è che
è un sociologo della Comunicazione e non un
informatico, uno smanettone allergico in genere alla lettura e alla riflessione su quanto si è
letto. Questa condizione intellettuale dell’autore restituisce al lettore lo stupore per quello
che si può scoprire in Rete e non la vanità legata alla capacità di violare segreti che, il libro
spiega, tanto segreti non possono essere per la
stessa natura tecnologica di Internet.
E così, pagina dopo pagina, si scopre che in
Rete rimane sempre traccia di quanto cancellato, che il diritto all’oblio (non soltanto
personale ma per siti e portali) non è che una
chimera, che nella Rete esistono reti occulte
perfettamente navigabili che come un fiume
carsico o le fogne di Parigi nei “Miserabili”
possono portare al malaffare o alla scoperta,
anche storica, del malaffare. Si scopre che la
più navigabile di quelle reti nella Rete si chiama TOR e che attraverso la sua frequentazione
si può arrivare ad identificare “in chiaro” siti
creati ad arte per manipolare la coscienza sociale della gente, instillando in maniera quasi
subliminale semi, ad esempio, di odio razziale.
Chi scrive ha seguito un corso all’Ordine dei
Giornalisti del Piemonte di Giornalismo investigativo, tenuto dall’autore. Attraverso la navigazione in TOR mi è stato permesso di scoprire
che un inoffensivo (in apparenza) sito americano dedicato a Martin Luther King, pagina
dopo pagina, ti guidava verso una descrizione
di questo personaggio storico definito alla fine
soltanto come pervertito sessuale e criminale
incallito e non come vittima di un complotto
politico ancora non rivelato.
La Rete è uno strumento formidabile: di conoscenza e di annichilimento della conoscenza. La
sua realtà virtuale, ha una potenzialità che può
essere costruttiva o distruttiva in termini probabilmente superiori agli altri media. Per costruire
il proprio sapere e non farsi manipolare la coscienza occorre avere gli strumenti idonei che
questo libro concede a piene mani. ¢
rubriche
BISTURI ROSSO a cura di Roberto Lalario
Care colleghe e cari
colleghi, questa volta vi
presento due… novità: una
assoluta e l’altra relativa!
DUE NOVITÀ
ENOGASTRONOMICHE
URBANE
OSTERIA LES RACINES
OSTERIA
LES RACINES
TORINO
Via Carlo Capelli 4,
Tel. 3297239782
www.osterialesracines.it
Chiuso il lunedi
Provato a
maggio 2014
RISTORANTE
“SOLFERINO”
TORINO
Piazza Solferino 3,
Tel. 011535851
Aperto tutti i giorni
Provato a
maggio 2014
La novità assoluta è un locale nuovo di zecca molto interessante; rappresenta l’impresa coraggiosa
di due giovani chef che hanno aperto da poche
settimane un’osteria in Borgata Parella, con buon
gusto, abilità culinaria e un pizzico di avventura!
Il locale si chiama “Osteria Les Racines”: è un ambiente arioso e allegramente dipinto di giallo con
tavoli ben distanziati e sedie comodissime, arricchito dall’ascolto di ottima musica.
Premetto, a lode dei proprietari, che non soltanto accettano con piacere i nostri amici a quattro
zampe, ma se li avvertite prima, li coccolano dando anche a loro la cena in ciotola! (La mia cagnona scodinzola ancora adesso al ricordo).
L’organizzazione prevede menù fisso, che cambia
ogni settimana, impostato sulla spesa del giorno
e sulle “materie prime” trovate al mercato: quindi
cibi freschissimi e piatti “ruspanti”.
La semplicità gustosa è servita con stile e cortesia.
Nel menù da me provato c’erano: fetta di salame
cotto su pane casereccio, mousse di barbabietola rossa con pezzetti di Roquefort e sottili fette
di pane abbrustolito, orecchiette con salsiccia e
crema di porri (sublimi!), salsiccia al profumo di
finocchio con patate dolci e una vera macedonia
fresca (deliziosa), vino (un calice di buon barbera)
acqua, caffè (servito con autentica caffettiera napoletana) e liquorini (vi consiglio il mirto) compresi nel prezzo che è di 30 €. Ogni tanto compaiono
“menù a tema”, tipo fritto misto alla piemontese,
giornata dell’asparago, gran bollito…
RISTORANTE “SOLFERINO”
La seconda novità è relativa, nel senso che si tratta di un cambio di gestione di un locale di antica
tradizione, il “Solferino” nell’omonima piazza.
Questa volta posso dire che il cambio ha mantenuto e ulteriormente arricchito il menù classico
con molti grandi piatti della tradizione piemontese migliorando ed abbellendo l’arredo e l’ambiente.
Servizio di gran classe e simpatia.
Ho iniziato con una sontuosa cruda di fassona
battuta a coltello condita direttamente al tavolo:
di una delicatezza unica. Ho assaggiato anche i
fiori di zucchino ripieni di crema di formaggio e
mentuccia: squisiti.
Come primo ho gustato i tagliolini agli asparagi,
cotti alla perfezione e con un generosa quantità
di asparagi. Ho assaggiato anche gli gnocchi al
Castelmagno: deliziosi.
Il secondo l’ho saltato, ma sbirciando il menù, fra
le molte prelibatezze mi ha colpito un coniglio
all’astigiana che credo meritevole di attenzione.
Per dessert ho preso delle pesche con cioccolato
ed amaretto per le quali dovrei scomodare di nuovo magna Pina per dire quanto fossero buone.
Ho bevuto un calice di ottimo Nebbiolo. La carta
dei vini è comunque ricca e piacevole!
Spesa sui 35-40 €.
GIUGNO 2014
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rubriche
I servizi dell’Ordine
CASELLE PEC
L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino
ha deliberato di rinnovare la convenzione con POSTECOM
per la gestione delle caselle di Posta Elettronica Cer tificata (PEC), attivate nel 2010.
Il rinnovo della convenzione prevede le stesse modalità
di adesione precedentemente adottate e cioè il pagamento
a carico di questo Ordine provinciale delle caselle attivate da par te degli iscritti.
PER INFORMAZIONI: telefonare allo 011.5815108
oppure inviare mail a [email protected]
PORTALE WEB
www.torinomedica.com
Il portale d’informazione indipendente e senza pubblicità dell’OMCEO della provincia di Torino.
Oltre a notizie e articoli su sanità, salute, farmaci...dall’Italia e dal mondo, potrete vedere filmati,
interviste, serivzi, inchieste, quando lo desiderate voi.
Non tutte le notizie, ma notizie per tutti!
ATTRIBUZIONE CODICE PIN
Per la compilazione del certificato di malattia on line.
Continua il servizio, attivato dall’Ordine, per l’attribuzione del codice PIN
a favore dei medici liberi professionisti (non dipendenti e non convenzionati)
per la compilazione della certificazione di malattia on line.
Per attivare la procedura di attribuzione, telefonare alla Segreteria Amministrativa allo 011.5815111
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GIUGNO 2014
WEB area
www.omceo.to.it
Tutto ciò che occorre sapere sull’Ordine
ad iniziare dall’Albo degli iscritti
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Cultura per la salute e le più importanti notizie
di aggiornamento medico-scientifico
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inchieste e interviste
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I servizi dell’Ordine
COMUNICAZIONE DELL’ORARIO DEGLI UFFICI DAL 1° LUGLIO 2014 al 29 AGOSTO 2014
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
8.30-13.30
8.30-13.30
8.30-13.30
8.30-13.30
8.30-12.30
|
|
|
|
14.00-17.00
14.00-17.00
14.00-17.00
14.00-17.00
Si comunica anche che l’Ufficio Previdenza (pratiche Enpam),
per motivi organizzativi, osserva il seguente orario:
Lunedì
8.30-13.30
Martedì
8.30-13.30
Mercoledì8.30-13.30
Giovedì
8.30-12.30
Venerdì
8.30-12.30
IL SEGRETARIO DELL’ORDINE
Ivana Garione
Agli iscritti
La “Federazione
Sanitari Pensionati
e Vedove” si occupa
della risoluzione dei
problemi economicosociali dei medici,
farmacisti, veterinari
che godono di una
pensione e dei loro
famigliari.
Per maggiori
informazioni o
per accedere ai
servizi dell’Ente,
si può telefonare
alla signora
Teresa Gariglio,
333/8440475,
Presidente
provinciale
dell’Ente, o al dott.
Giorgio Cappitelli,
348/6703250,
Presidente regionale.
(RTM)
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Per comunicare un cambio di indirizzo
Si chiarisce agli iscritti che la procedura corretta per la segnalazione all’ordine di un cambio di
residenza o di indirizzo prevede obbligatoriamente la compilazione dell’apposito modulo scaricabile all’indirizzo: www.omeco.to.it à contatti à modulistica à modulo variazione indirizzo
Questo modulo deve essere inviato via mail all’indirizzo
[email protected]
o inviato tramite fax al numero 011505323
Inoltre si pregano gli iscritti di segnalare alla segreteria amministrativa eventuali disguidi di spedizione della rivista “torino medica”
La Redazione di Torino Medica (RTM)
AVVISO AI MEDICI IN POSSESSO DI DIPLOMA DI FORMAZIONE
SPECIFICA IN MEDICINA GENERALE
I Medici che hanno conseguito il diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale possono
darne comunicazione alla segreteria dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia
di Torino: il titolo sarà inserito nell’Albo dei Medici Chirurghi analogamente a quanto avviene per
i titoli di Specializzazione.
L’attestato potrà essere inviato anche via mail al seguente indirizzo:
[email protected],it o via fax al numero: 011/505323.
Il Segretario OMCeO
Dr.ssa Ivana Garione
AVVISO DI SELEZIONE PER TUTOR VALUTATORI PER LO SVOLGIMENTO DELLA
PROVA PRATICA DEI LAUREATI CANDIDATI ALL’ESAME DI STATO ABILITANTE
ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI MEDICO-CHIRURGO
L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Torino ha sottoscritto una Convenzione con l’Università
di Torino per gli adempimenti previsti dal Regolamento concernente gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della
professione di medico-chirurgo modificato con decreto n. 445 del 19 ottobre 2001 e pubblicato sulla G.U. n. 299 del 27
dicembre 2001 e reso applicativo dall’Ordinanza ministeriale del 23 febbraio 2004.
Le sopra citate norme prevedono che l’esame di Stato di abilitazione alla professione consista in una prova pratica e in
una prova scritta. Alla prova scritta si accede solo dopo il superamento di una prova pratica a carattere continuativo consistente in una prova clinica pratica della durata complessiva di tre mesi articolati in un mese svolto presso un reparto di
medicina, un mese presso un reparto di chirurgia e per un mese presso un medico di medicina generale convenzionato
con il Servizio sanitario nazionale e realizzati, dopo il conseguimento della laurea (art. 1 DM 19.10.2001, n. 445).
In forza alla Convenzione con l’Università, il Consiglio Direttivo dell’Ordine è tenuto a predisporre un elenco di medici
operanti in qualità di dirigente medico in reparti di medicina generale, medicina d’urgenza o geriatria, medici operanti in
qualità di dirigente medico in reparti di chirurgia generale, chirurgia d’urgenza, ortopedia, otorinolaringoiatria, urologia o
ginecologia e medici di medicina generale convenzionati con il SSN, che possano dichiarare, sotto la propria responsabilità, di possedere i requisiti minimi di seguito elencati per ciascuna categoria.
Medici operanti in qualità di dirigente medico in reparto di medicina generale e chirurgia generale
1. essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino
2. assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio
della professione nei dodici mesi precedenti
3. possedere almeno cinque anni di anzianità di servizio in un reparto ospedaliero o universitario di medicina o chirurgia
4. svolgere normalmente sia attività di reparto che ambulatoriale
5. avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno
6. impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto
Medici di medicina generale convenzionati con il SSN
1. essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino
2. assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio
della professione nei dodici mesi precedenti
3. possedere almeno dieci anni di anzianità di convenzione per la Medicina Generale con il SSN
4. avere in carico al momento della domanda un numero di scelte superiore a 750
5. disporre di un sistema informativo adeguato
6. avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno
7. impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto
L’elenco così costituito, formato da tutti gli aspiranti alla attività di Tutore in possesso dei requisiti minimi, verrà sottoposto
alla Commissione Paritetica composta dai membri dell’Università e dell’Ordine per l’individuazione dei Tutori.
La Commissione Paritetica Ordine-Università, preso atto dell’elenco dei Medici che sono in possesso dei requisiti minimi,
dovrà procedere alla formazione di un elenco che verrà trasmesso alla Regione (combinato art.1, comma 2 Tirocinio, DM
n. 445 del 19 ottobre 2001 e art. 27, comma 3, DL n. 368 del 17 agosto 1999).
Per la validità della domanda farà fede la data di protocollo della stessa, che può essere inoltrata o per lettera raccomandata (C.so Francia 8 - cap.10143) o per raccomandata a mano direttamente agli uffici dell’Ordine o per fax al numero
011- 505323 o per e-mail [email protected].
Il candidato dovrà consegnare la domanda, come da modelli allegati, attestante il possesso dei requisiti minimi.
Torino, 8/7/2013
Il Presidente dell’Omceo della provincia di Torino
Dr. Amedeo Bianco
I modelli per le domande sono scaricabili dal sito www.omceo.to.it
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Comunicati
COMUNICAZIONI
SU CORSI FAD DELLA FNOMCeO
PROGRAMMA NAZIONALE ESITI
NUOVO CORSO ECM AGENAS/FNOMCEO
Dal 23 settembre 2013, e lo sarà fino al 1° settembre 2014, è attivo il corso on line ECM sul
Programma Nazionale Esiti (PNE) realizzato da Agenas e FNOMCeO con il coinvolgimento della
Federazione IPASVI.
Per accedere al corso è necessario connettersi alla Homepage del sito web del Programma Nazionale Esiti (PNE) tramite link presenti sui siti internet di Agenas, FNOMCeO, Ministero della Salute,
IPASVI.
Attraverso le attività di PNE, il Ministero della Salute si avvale di AGENAS per lo svolgimento delle
funzioni di valutazione dei risultati (outcomes) delle prestazioni assistenziali e delle procedure
medico-chirurgiche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale.
Obiettivi del corso sono la diffusione delle competenze necessarie a una corretta lettura e interpretazione dei contenuti di PNE, attraverso l’apprendimento di alcuni fondamenti di metodologia
epidemiologica applicata alla valutazione comparativa di esito.
Crediti: il corso, del tutto gratuito, eroga 12 crediti ECM (Codice ECM 69597). L’attestazione dei
crediti, una volta superato il corso, è disponibile nella “Situazione crediti” in alto a destra, appena
entrati sulla piattaforma.
Le professioni accreditate sono: medico, odontoiatra, infermiere, infermiere pediatrico, assistente sanitario.
Accesso: chi si è registrato per i precedenti corsi ricordiamo che è necessario passare sito
FNOMCEO o IPASVI può accedere ai corsi;
È necessario passare dal sito della propria Federazione per il controllo ogni anno.
ATTENZIONE: il sistema è basato su sessioni di lavoro; qualora si rimanga inattivi per più di 20
minuti la sessione scade e si deve quindi effettuare nuovamente l’accesso con ID e PIN.
CORSO FAD APPROPRIATEZZA 2013 - 2014
N° EVENTO 2603 - 79138
Si comunica che la validità del corso è stata prorogata fino al 18/11/2014 (salvo diverse disposizioni che saranno comunicate).
Si ricorda che questo corso ECM può essere seguito soltanto in modalità on line.
Il servizio HELP DESK, erogato direttamente da FNOMCeO (sede Ordine Medici Chirurghi e
Odontoiatri della Provincia di Torino) è attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00
tel. 011/5815110 e-mail: [email protected]
Si ricorda che è necessario passare dal sito FNOMCeO www.fnomceo.it o IPASVI www.ipasvi.it
per accedere al corso.
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Comunicati
PIANO FORMATIVO ECM 2014 E LAVORO DELLE COMMISSIONI
Il piano formativo ECM dell’OMCeO di Torino per l’anno 2014 prevede circa 20 corsi formativi
che nascono anche dal lavoro delle singole commissioni ordinistiche. Si tratta di un numero di
corsi organizzati che pone il nostro OMCeO ai vertici degli Ordini italiani dei Medici Chirurghi e
degli Odontoiatri per quanto riguarda quest’attività istituzionale.
L’Ordine si occupa e si fa carico dell’accreditamento, sulla piattaforma ECM, dei programmi
approvati dal Comitato Scientifico interno e di tutta la parte organizzativa (compresa la progettazione e la stampa delle locandine, la diffusione dei programmi e l’invio dei crediti
formativi acquisiti).
Per coordinare meglio il lavoro organizzativo e renderlo più rapido sono stati decisi alcuni compiti
da affidare ai Responsabili Scientifici:
1) Elaborazione e supervisione dei programmi in bozza (che vengono poi sottoposti alla valutazione del Comitato Scientifico).
2) Elaborazione, in accordo con i docenti, di brevi presentazioni (estratti dei curricula) ad uso della
segreteria dell’OMCeO per l’elaborazione delle locandine e per il completamento dei documenti
richiesti dalla procedura ECM.
3) Elaborazione e supervisione dei questionari ECM (tre domande per ogni ora di relazione
con quattroopzioni di risposta). I questionari vengono poi raccolti e sistemati dalla Segreteria
dell’OMCeO. Ovviamente ad ogni partecipante del corso sarà sottoposto il questionario da compilare; la compilazione corretta o meno pregiudicherà la consegna dei crediti formativi assegnati
all’evento (circa l’80% delle risposte devono essere corrette per ottenere i crediti). Ne consegue
che il questionario finale non può essere discusso durante lo svolgimento del corso.
4) Elaborazione di una eventuale bibliografia (non obbligatoria) nel caso in cui l’argomento proposto sia particolarmente articolato e interdisciplinare.
5) Supervisione finale di tutta la documentazione sistemata e preparata dalla Segreteria
dell’OMCeO della provincia di Torino.
6) I corsi Accreditati dall’Ordine non possono avere sponsor.
7) Spetta alla Commissione decidere per quante persone va accreditato il corso tenendo presente
che è disponibile anche il nuovo salone conferenze che può contenere 250 persone. Naturalmente i crediti attribuibili ad un corso si riducono con l’aumento dei partecipanti. Risulta possibile,
se un corso ha particolare successo ed è molto richiesto, farne una riedizione l’anno successivo.
8) Per qualsiasi altra ulteriore informazione di natura tecnica rivolgersi alla Signora Noemi (Ufficio
di Presidenza), al n° telefonico 011.5815104.
Il Segretario OMCeO
Dr.ssa Ivana Garione
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rubriche
Corsi e congressi in pillole
Vengono qui pubblicate GRATUITAMENTE, di ogni congresso approvato dalla redazione:
- data del convegno - titolo del convegno - luogo del convegno. Gli eventi di cui si dà notizia sono, come
sempre, quelli che si tengono dal mese successivo a quello del numero pubblicato.
CORSI ECM DELL’OMCEO DI TORINO
I corsi, che annunciamo soltanto come titolo, sono in corso di definizione conclusiva di programma mentre
stiamo elaborando questo numero di TORINO MEDICA.
Preferiamo quindi non fornire altre informazioni che potrebbero rivelarsi non corrispondenti ad una realtà
che ancora non conosciamo.
Ci sembra utile tuttavia dare informazioni sugli argomenti che l’OMCeO di Torino sta elaborando da un
punto di vista formativo.
L’aggiornamento tempestivo del programma di ciascun evento formativo e del relativo numero di crediti
assegnato, oltre alla scheda d’iscrizione, sono però scaricabili in Rete sia dal sito istituzionale www.omceo.
to.it (sezione corsi ECM) sia dal Portale di informazione e aggiornamento medico-scientifico e culturale www.
torinomedica.com. (homepage, in alto a destra).
Ecco le date e i titoli dei prossimi eventi che si terranno tutti presso la sede dell’Ordine,
Villa Raby, C.so Francia 8 a Torino:
PRIMO INCONTRO 13/9/2014
SECONDO INCONTRO 25/10/2014
20/09/2014
u PRENDERSI CURA DEL BAMBINO CON LE MEDICINE
COMPLEMENTARI/NON CONVENZIONALI (CAM):
COME E QUANDO?
u I MEDICI E LA VIOLENZA:
RICONOSCERE, GESTIRE, CURARE
26/09/2014
PRIMO INCONTRO 27/9/2014
SECONDO INCONTRO 11/10/2014
29/09/2014 - 30/09/2014
u CELLULE STAMINALI: EVIDENZE SCIENTIFICHE
u LE DIFFERENZE IGNORATE.
LA MEDICINA DI GENERE, SFIDA E OBIETTIVO
STRATEGICO PER LA FORMAZIONE MEDICA.
Studio delle differenze tra le funzioni vitali e
sociali di uomini e donne e conseguente risposta
alla medesima malattia.
u LA FINE DELLA VITA:
ACCOMPAGNAMENTO E CONGEDO
Percorsi e strumenti di consapevolezza e sostegno
sulla morte ed il morire
10/10/2014
u LA VITAMINA D: EFFETTI E SPERANZE
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Corsi e congressi in pillole
quando
Sabato 13 settembre
e sabato 25 ottobre 2014
dove
u RELAZIONI PATOLOGICHE:
IL TRAUMA E LA VIOLENZA.
DISPOSITIVI DI TRATTAMENTO: WORKSHOP
TORINO - Educatorio della Provvidenza,
Corso Trento 13 (ZONA PEDONALE CROCETTA)
quando
Giovedì 2 ottobre 2014,
dalle ore 8:30 alle ore 16:30
dove
u FOCUS ON:
GLI OPPIACEI NEL TRATTAMENTO
DEL DOLORE CRONICO
TORINO - Aula Magna Achille Dogliotti,
AOU Città della Salute e della Scienza di Torino,
C.so Bramante 88
quando
Inizio del Corso: venerdì 3 ottobre 2014
dove
TORINO - AULA MAGNA FACOLTÀ TEOLOGICA
Via XX Settembre 83
quando
3 ottobre, 17 ottobre, 31 ottobre, 28 novembre
Venerdì, 9,00 ‐13,00 - 14.00‐18,00
dove
SETTIMO TORINESE (TO) Aula di Formazione dell’Ospedale Civico
“Città di Settimo Torinese”, Via Santa Cristina 3
quando
3-4 ottobre 2014
dove
VAL DELLA TORRE, TORINO Fondazione “Un Passo Insieme Onlus”,
Via Alpigiano 123/B
quando
3 ottobre 2014
dove
u MASTER UNIVERSITARIO BIENNALE
IN BIOETICA
Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale Sezione parallela di Torino
Ciclo di Specializzazione
in Teologia Morale con indirizzo sociale
Anno Accademico 2014-2015
in collaborazione con:
Arcidiocesi di Torino, Centro Cattolico di Bioetica,
Ufficio per la Pastorale della Salute
Ufficio per la Pastorale della Cultura, della Scuola e dell’Università, Associazione Medici Cattolici Italiani, Associazione
Bioetica & Persona - Onlus
u STRATEGIE DI DIAGNOSI E DI INTERVENTO
SULL’AUTISMO
CORSO DI ALTA QUALIFICAZIONE
APPROCCIO GLOBALE AI DISTURBI DELLO SPETTRO
AUTISTICO IN ADOLESCENZA ED IN ETÀ ADULTA
AFFRONTARE LA PATOLOGIA
u “COME
NEURODEGENERATIVA - FOCUS SUI PARKINSONISMI”
In collaborazione con ASSOCIAZIONE FAMILIARI PSP
3° CONVEGNO SU COGNITIVITÀ,
u MALATTIE NEUROLOGICHE
TORINO - Circolo dei Lettori,
Palazzo Graneri della Roccia, Via Bogino 9
quando
Sabato 11, domenica 12 ottobre 2014
dove
MILANO - NH Hotel Macchiavelli
Via Lazzaretto 5
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u TERAPIE PER LA MENOPAUSA
congressi
I MEDICI E LA VIOLENZA:
RICONOSCERE, GESTIRE, CURARE
INFORMAZIONE IMPORTANTE
Cari lettori,
molti iscritti certamente sanno che questa rivista da anni non rappresenta un peso per il
bilancio del nostro Ordine in quanto i costi
più onerosi di composizione, stampa e spedizione sono sostenuti direttamente dalla società editoriale SGI (Società Generale dell’Immagine).
Infatti la raccolta delle inserzioni pubblicitarie
ha consentito fin ora alla SGI di sostenere tali
costi.
La crisi economica che ha colpito tutti i settori
e che tutti viviamo in prima persona ha determinato però uno squilibrio in questo bilancio
di entrate-uscite: infatti, a fronte dell’aumento dei costi di carta, stampa e spedizione si è
verificata una diminuzione della raccolta delle
inserzioni pubblicitarie.
In queste condizioni non sarebbe pertanto
possibile, per Torino Medica, proseguire la
pubblicazione e la propria missione istituzionale a costo zero come da noi desiderato.
Tra le tante soluzioni possibili, quella meno
gravosa e più praticabile è apparsa la riduzione del numero di pagine della rivista, realizzata pur senza rinunciare ai contenuti.
Ma ciò purtroppo non è sufficiente.
Pertanto d’accordo con l’editore, dal numero
di ottobre 2012 della rivista, gli annunci dei
convegni e degli eventi sul giornale e sul sito
Web saranno pubblicati a titolo oneroso.
La documentazione di questi eventi, una volta decisa la loro pubblicabilità, unita alla richiesta di pubblicazione, sarà trasmessa alla
concessionaria SGI che provvederà ad indicare l’ammontare del costo in relazione alla
dimensione dello spazio richiesto.
Per informazioni preliminari sulle condizioni
economiche gli inserzionisti possono rivolgersi direttamente alla dottoressa Daniela Cazzaro, presso SGI, al n° telefonico 011.359908
L’Esecutivo e la Direzione auspicano che tempi migliori possano consentire di poter tornare a fornire questo servizio gratuitamente
agli organizzatori dei convegni e degli eventi
formativi.
Il Presidente dell’OMCeO
della provincia di Torino
Amedeo Bianco
La Violenza di genere è un fenomeno in costante emersione e costituisce un problema di salute
pubblica globale. È un fenomeno complesso che
richiede per la sua soluzione il coinvolgimento delle
Istituzioni e del tessuto sociale. È necessario che i
sistemi di salute pubblica svolgano un ruolo sempre
più attivo nel contrasto alla violenza, spesso prevedibile e prevenibile.
Le indagini cliniche ed epidemiologiche in Italia ed
in Europa hanno evidenziato una rilevante frequenza di situazioni di disagio intrafamiliari o nelle convivenze, fino a quadri veri e propri di Violenza nelle
relazioni intime (evidenti o misconosciuti).
La Violenza nelle relazioni intime causa disagio
morale psichico e danni alla salute immediati o secondari.
La Violenza nelle relazioni intime è anche Violenza
di genere che ripropone un modello patriarcale di
rapporti ed è in grado di trasmettersi fra le generazioni anche con le modalità della Violenza assistita. Essa genera patologie inerenti molti distretti
ma anche e soprattutto disfunzioni nelle funzioni
vitali e sociali e di conseguenza nei sintomi, nelle
manifestazioni cliniche, nelle risposte ad indagini
diagnostiche non mirate.
Ogni Medico deve essere in grado di riconoscere
la Violenza nelle relazioni intime e gestire efficacemente e correttamente l’analisi delle manifestazioni sintomatologiche, per attivare un corretto iter
diagnostico e terapeutico. Sia per donne che per
bambini, anziani o uomini. Deve affrontare la sistematicità delle alterazioni fisiche, gli effetti sulla
salute fisica e mentale, le conseguenze della violenza sui minori. Il Medico deve diventare cosciente
dei costi socio-economici e sanitari della Violenza e
delle ricadute sulla salute pubblica globale.
Questo Corso di aggiornamento, attraverso una serie di interventi preordinati che esplorano gli aspetti culturali, antropologici e sociali della Violenza di
genere e i dati epidemiologici italiani ed internazionali, vuole introdurre in primo luogo la coscienza
della vastità e della pericolosità del fenomeno. È
garantito un approccio multiprofessionale attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori Istituzionali
che intervengono sui casi (sanitari, sociali, giudiziari) e attraverso la rete dei servizi messi a disposizione delle utenti.
Medici di Medicina Generale e Specialisti svolgono
un ruolo fondamentale nella diagnosi e nell’intervento precoce su donne e bambini che subiscono
violenza. L’assistenza primaria infatti ha una capillarità sul territorio ed è facilmente accessibile. Il Medico di Medicina Generale ed il Pediatra incontrano
le vittime di violenza anche nel loro domicilio ed
hanno con loro un rapporto di fiducia e ne raccolgono le confidenze, si trovano quindi in una situazione privilegiata di osservazione del fenomeno. Gli
odontoiatri rivolgono le loro cure ad un distretto
frequente sede di lesioni da violenza di genere.
Il confronto con i Professionisti e gli altri attori protagonisti della relazione d’aiuto alle vittime di violenza consente al medico di uscire dalla situazione
di incapacità a gestire strumenti idonei ed a gestire
le situazioni di violenza oltre che a fornire un supporto adeguato. Nel lavoro quotidiano il Medico
specialista o di Medicina generale deve diventare
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capace di cogliere gli aspetti anamnestici, clinici e di indagini strumentali Violenza nelle relazioni intime, grazie alle competenze
acquisite durante il corso effettuare le scelte più opportune sia diagnostiche che terapeutiche, riducendo sia i possibili ritardi che le
eventuali conseguenze, in termini sia clinici che economici, della mancata individuazione del problema e della mancata prevenzione
dei suoi sviluppi.
Il Medico deve approfondire le dinamiche presenti nelle coppie violente e comprendere i motivi per cui la donna ha difficoltà ad
uscire dalla relazione violenta. Deve essere al corrente delle conseguenze psichiche della violenza, dei meccanismi di difesa e delle
patologie da stress, sia nella reazione acuta che in quella post-traumatica cronica, deve essere al corrente delle modalità di accoglienza delle vittime nello studio medico e acquisire competenze nella gestione di un percorso di sostegno alle vittime ed ai loro
familiari.
Il Medico deve essere in grado di condurre una visita medica, di valutare i fattori di rischio, deve essere in grado di raggiungere i
nodi della rete territoriale socio-sanitaria di riferimento.
Lo Specialista deve saper riconoscere i quadri patognomonici della Violenza di sua competenza ed orientare il MMG alla gestione
ottimale dei casi.
Patrizio Schinco
- A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino
Direzione Sanitaria dei Presidi Molinette/SGAS Centro Supporto Vittime di Violenza DEMETRA
- Commissione Pari Opportunità OMCEO-TO
Torino - 20 Settembre 2014
Villa Raby - Corso Francia 8
I MEDICI E LA VIOLENZA:
RICONOSCERE GESTIRE CURARE
PROGRAMMA
8,30 - 9,00
SALUTI DELL’OMCEO-TO
SALUTI COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ OMCEO-TO
AMEDEO BIANCO - GABRIELLA TANTURRI
PROIEZIONE DEL FILM
RITRATTO DI DONNA DI E. TRUCCO
9,00 - 10,30 I SESSIONE MODERA PIERA VERRUA
LA VIOLENZA DI GENERE ED IL FEMMINICIDIO UNA VISIONE
INTERNAZIONALE
PROF.SSA ANITA SILVIA GILETTI - UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI
TORINO
EPIDEMIOLOGIA DELLA VIOLENZA DI GENERE IN ITALIA E NEI PAESI
OCCIDENTALI
DR. CARLO MAMO - SERVIZIO SOVRAZONALE DI EPIDEMIOLOGIA
- ASL TO 3
EFFETTI DELLA VIOLENZA SULLA SALUTE:
RICONOSCERE IL MALTRATTAMENTO
DR. PATRIZIO SCHINCO- DIR. SANITARIA PRESIDI MOLINETTE/SGAS
RESP.CENTRO SUPPORTO VITTIME DI VIOLENZA DEMETRA
A.O.U. CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO
COFFEE BREAK
11 - 12 II SESSIONE MODERA CARMEN ROSSO
VIOLENZA SESSUALE: UN SERVIZIO DEDICATO
DR.SSA SILVIA DONADIO - DIP. DIR. SANITARIA - RESP. CENTRO
SVS - ABUSO MINORI
A.O.U. CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO
VIOLENZA SUI MINORI: UN APPROCCIO SPECIFICO
DR.LUCA GASTALDO - S.C. PEDIATRIA D’URGENZA - CENTRO
BAMBI
A.O.U. CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO
VIOLENZA ASSISTITA: UN CONCETTO NON SOLO GIURIDICO
DR.SSA MARILENA VOTTERO BERNARDINA - PSICOLOGA -
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PSICOTERAPEUTA
RESP. EQ. MTA (MALTRATTAMENTO, TRASCURATEZZA E ABUSO)
- ASLTO4
12 - 13 TAVOLA ROTONDA “SPECIALISTI A CONFRONTO”
MODERA MARIASUSETTA GROSSO
CHIRURGO: DR.SSA A. DI MARTINO
OCULISTA: DR.SSA L. BENAZZO
RADIOLOGO: DOTT.SSA T. SORRENTINO
ODONTOIATRA: DOTT.SSA P. BIANCUCCI
OTORINOLARINGOIATRA: DOTT.SSA G. TANTURRI
ORTOPEDICO: PROF. A. MASSÈ
13 - 14,30 BUFFET
14,30 - 16,00 IV SESSIONE MODERA CLAUDIA PITARI
LA VIOLENZA DI GENERE: DENUNCIA E REFERTO ALL‘AUTORITÀ
GIUDIZIARIA
PROF.SSA SARAH GINO - MEDICINA LEGALE UNIVERSITÀ DEGLI
STUDI DI TORINO
SINDROME POST-TRAUMATICA E PSICOPATOLOGIA
DR. SERGIO LAGUZZI - RESP. C. S.M. VILLAR PEROSA ASLTO3
INTERVENTO PSICOLOGICO PRECOCE
DR.SSA SARA RANDACCIO - RESP.PSICOLOGIA CLINICA
A.O.U.CITTÀ DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO
COME CONTRASTARE LA VIOLENZA DI GENERE IN MEDICINA DI
FAMIGLIA
DOTT. GUIDO GIUSTETTO MEDICO DI FAMIGLIA ASL TO5
VICE PRESIDENTE ORDINE PROVINCIALE DEI MEDICI-CHIRURGHI E
DEGLI ODONTOIATRI DI TORINO.
16 - 17,30 TAVOLA ROTONDA
“INTERVENTO MULTIPROFESSIONALE”
MODERA PATRIZIO SCHINCO
MAGISTRATO: DR. FULVIO ROSSI
AVVOCATO: AVV.TO SILVIA LORENZINO
COMUNE DI TORINO: DR.SSA GABRIELLA BIANCIARDI
CENTRO ANTIVIOLENZA DEL COMUNE DI TORINO: DR.SSA
PATRIZIA CAMPO
NUCLEO VIGILI DI PROSSIMITÀ COMUNE DI TORINO: ISP. FABRIZIO
VOLPATO
ARMA DEI CARABINIERI: MAGG. FILIPPO VANNI
ASSISTENTE SOCIALE: DR.SSA ROSANNA BAZZANO
È STATA INVITATA LA POLIZIA DI STATO
17,30 - 18 CONCLUSIONI E VERIFICA ECM