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Diocesi suburbicaria di Porto-Santa Rufina
Via del Cenacolo, 53 – 00123 Roma
Parrocchia Immacolata Concezione
della Beata Vergine Maria.
Piazza Alessandrina, 9
Indirizzo internet:
00052 Ceri - Cerveteri (Roma)
Tel-fax: 06/99207028
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XXXI I I DOM EN I CA DEL TEM P O ORDI N ARI O – 16 N ovem bre 2014 - (Anno A)
Beato chi teme il Signore. (Salmo 127)
16 novembre: Santa Geltrude (Gertrude), la Grande Vergine
Martirologio Romano: Santa Geltrude, detta Magna, vergine, che, fin dall’infanzia si dedicò con
grande impegno e ardore alla solitudine e agli studi letterari e, convertitasi totalmente a Dio,
entrò nel monastero cistercense di Helfta vicino a Eisleben in Germania, dove percorse
mirabilmente la via della perfezione, consacrandosi alla preghiera e alla contemplazione di Cristo
crocifisso. Il suo transito si celebra domani.
17 novembre: Sant' Elisabetta d'Ungheria, Religiosa
Martirologio Romano: Memoria di santa Elisabetta di Ungheria, che, ancora fanciulla, fu data in
sposa a Ludovico, conte di Turingia, al quale diede tre figli; rimasta vedova, dopo aver
sostenuto con fortezza d’animo gravi tribolazioni, dedita già da tempo alla meditazione delle
realtà celesti, si ritirò a Marburg in Germania in un ospedale da lei fondato, abbracciando la
povertà e adoperandosi nella cura degli infermi e dei poveri fino all’ultimo respiro esalato all’età
di venticinque anni.
18 novembre: Dedicazione delle basiliche dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli
Martirologio Romano: Dedicazione delle basiliche dei santi Pietro e Paolo, Apostoli, delle quali la
prima, edificata dall’imperatore Costantino sul colle Vaticano al di sopra del sepolcro di san
Pietro, consunta dal tempo e ricostruita in forma più ampia, in questo giorno fu nuovamente
consacrata; l’altra, sulla via Ostiense, costruita dagli imperatori Teodosio e Valentiniano e poi
distrutta da un terribile incendio e completamente ricostruita, fu dedicata il 10 dicembre. Nella
loro comune commemorazione viene simbolicamente espressa la fraternità degli Apostoli e
l’unità della Chiesa.
21 novembre: Presentazione della Beata Vergine Maria
Martirologio Romano: Memoria della Presentazione della beata Vergine Maria. Il giorno dopo la
dedicazione della basilica di Santa Maria Nuova costruita presso il muro del tempio di
Gerusalemme, si celebra la dedicazione che fece di se stessa a Dio fin dall’infanzia colei che,
sotto l’azione dello Spirito Santo, della cui grazia era stata riempita già nella sua immacolata
concezione, sarebbe poi divenuta la Madre di Dio.
22 novembre: Santa Cecilia Vergine e martire
Martirologio Romano: Memoria di santa Cecilia, vergine e martire, che si tramanda abbia
conseguito la sua duplice palma per amore di Cristo nel cimitero di Callisto sulla via Appia. Il
suo nome è fin dall’antichità nel titolo di una chiesa di Roma a Trastevere.
Accade in Parrocchia:
21 Novembre 2014 Venerdì:
 ore 15,00: Santa Messa nella chiesa di San Sebastiano presso il cimitero di Ceri;
Il Sabato e la Domenica, è possibile portare generi alimentari, per i bisogni della nostra parrocchia, utilizzando
il cesto posto all’ingresso della chiesa.
Accade in Diocesi:
23 Novembre 2014 Domenica:
 ore 16,00: XII Raduno dei cori e corali della diocesi: «I colori del canto: i canti della Pentecoste», presso
la Parrocchia Santi Pietro e Paolo (Via Antonio Conti snv – Olgiata Roma);
Segue
Accade nella Chiesa universale:
Dal sito della Santa Sede: Bollettino Radio Giornale del Vaticano [email protected]
Francesco: vescovi non siano autoritari, ascoltino anche i “lontani”
I vescovi non assumano atteggiamenti autoritari e ascoltino anche i “lontani” dalla Chiesa. E’ l’esortazione rivolta ai pastori
da Papa Francesco nell’udienza generale in Piazza San Pietro, dove migliaia di fedeli si sono raccolti nonostante il maltempo.
Il Pontefice ha ribadito che i vescovi non devono pensare di avere “sempre la risposta giusta” e li ha esortati a guidare la
Chiesa facendola crescere sulla via della santità. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Come deve essere un buon pastore che ha cuore il suo gregge? All’udienza generale, Francesco è tornato a parlare di un
tema a lui particolarmente caro, facendosi guidare dalle “Lettere pastorali” inviate da San Paolo a Tito e Timoteo. L’Apostolo
delle Genti, ha rammentato, elenca le qualità che non devono mancare in un vescovo, un presbitero, un diacono:
“l’accoglienza, la sobrietà, la pazienza, la mitezza, l’affidabilità, la bontà di cuore”. E’ questo, ha commentato, “l’alfabeto, la
grammatica di base di ogni ministero!”. E tanto più “deve essere la grammatica di base di ogni vescovo”, altrimenti non è
possibile offrire un servizio e una testimonianza davvero gioiosi e credibili:
“Questo significa che deve essere sempre viva la consapevolezza che non si è vescovi, sacerdoti o diaconi
perché si è più intelligenti, più bravi e migliori degli altri, ma solo in forza di un dono, un dono d’amore
elargito da Dio, nella potenza del suo Spirito, per il bene del suo popolo”.
Questa “consapevolezza – ha soggiunto – è davvero importante e costituisce una grazia da chiedere ogni giorno”:
“Infatti, un Pastore che è cosciente che il proprio ministero scaturisce unicamente dalla misericordia e dal
cuore di Dio non potrà mai assumere un atteggiamento autoritario, come se tutti fossero ai suoi piedi e la
comunità fosse la sua proprietà, il suo regno personale”.
La consapevolezza, ha rimarcato, che “tutto è dono, tutto è grazia, aiuta un Pastore anche a non cadere nella tentazione di
porsi al centro dell’attenzione e di confidare soltanto in se stesso”:
“Guai se un vescovo, un sacerdote o un diacono pensassero di sapere tutto, di avere sempre la risposta giusta
per ogni cosa e di non avere bisogno di nessuno. Al contrario, la coscienza di essere lui per primo oggetto
della misericordia e della compassione di Dio deve portare un ministro della Chiesa ad essere sempre umile e
comprensivo nei confronti degli altri”.
“Pur nella consapevolezza di essere chiamato a custodire con coraggio il deposito della fede – ha proseguito – egli si metterà
in ascolto della gente”:
“E’ cosciente, infatti, di avere sempre qualcosa da imparare, anche da coloro che possono essere ancora
lontani dalla fede e dalla Chiesa. Con i propri confratelli, poi, tutto questo deve portare ad assumere un
atteggiamento nuovo, improntato alla condivisione, alla corresponsabilità e alla comunione”.
Francesco ha quindi esortato i vescovi a guidare la Chiesa “facendola crescere lungo la via della santità”. Al momento dei
saluti ai pellegrini giunti numerosi nonostante il maltempo, il Pontefice ha ricordato in particolare gli ammalati, più di 200,
che hanno seguito l’udienza dall’Aula Paolo VI e che aveva incontrato prima di recarsi in Piazza San Pietro. Dal Papa anche
un sentito pensiero per le famiglie delle vittime di incidenti stradali e di persone scomparse. Francesco ha inoltre ringraziato
le suore scalabriniane per il loro impegno con migranti e rifugiati. Dal Papa infine un saluto alle Carmelitane missionarie di
Santa Teresa di Gesù Bambino e agli studenti e docenti della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale dell’Università
Pontificia Salesiana, in occasione del 25.mo anniversario di fondazione.
Francesco: fermiamo assurda violenza contro cristiani
Le “drammatiche vicende dei cristiani che in varie parti del mondo sono perseguitati e uccisi a motivo del loro credo
religioso”, preoccupano fortemente il Papa, che ha rivolto un speciale appello al termine dell’udienza generale. Il servizio di
Roberta Gisotti:
Con “grande trepidazione” Francesco segue le vicende dei cristiani che sono duramente colpiti da “un’assurda violenza – ha
sottolineato – che non accenna a fermarsi” e che “hanno diritto di ritrovare nei propri Paesi sicurezza e serenità, professando
liberamente” la propria fede. Da qui l’incoraggiamento “ad essere forti e saldi nella speranza”:
"Ancora una volta rivolgo un accorato appello a quanti hanno responsabilità politiche a livello locale e
internazionale, come pure a tutte le persone di buona volontà, affinché si intraprenda una vasta
mobilitazione di coscienze in favore dei cristiani perseguitati”.
E, tra i drammi dimenticati dalla comunità internazionale, è quella dei cristiani in fuga dall’Iraq, come denuncia p. Raymond
Moussalli, vicario del vescovado caldeo ad Amman, in Giordania, dove sono stati di recente accolti oltre 100 mila profughi a
causa dell’avanzata delle milizie dello Stato islamico a Mossul e nella Piana di Ninive. Ascoltiamolo, al microfono di Romilda
Ferrauto, descrivere la disperazione in cui versa questa povera gente:
R. – Arrivano in maniera tragica: non hanno soldi, né vestiti, hanno lasciato le loro case in un giorno, 100 mila persone.
D. – C’è ancora un futuro per loro lì, secondo lei?
R. – Penso che se non troveranno la sicurezza e la pace di poter rientrare nelle loro case, protetti del governo centrale
iracheno, e di essere accolti come cittadini di "serie A", non vogliano più ritornare. Quindi, la questione è questa: di essere
accettati dal popolo iracheno come iracheni.
D. – Dunque, la soluzione non è che i Paesi occidentali accolgano questa gente. Qual è la soluzione?
R. – Se loro hanno lasciato le loro case, devono essere accettati dalla comunità internazionale. Se sono rimasti lì devono
essere protetti dalla comunità internazionale, dal governo centrale iracheno e dal governo del Kurdistan. Quelli che sono già
andati via devono essere accettati dalla comunità internazionale e dai Paesi all’estero.
D. – Lei è soddisfatto del modo in cui la comunità internazionale sta reagendo a questa tragedia?
R. – Fino ad adesso, non abbiamo sentito alcuna presa di posizione dai leader delle comunità internazionale. Solo il Santo
Padre ha reagito e ogni giorno fa un appello o un accenno. Gli altri sono venuti in visita, ma non hanno fatto nulla. Quindi,
noi vogliamo essere incoraggiati e che si faccia di più.
D. – La Giordania in questo momento sta accogliendo tantissimi rifugiati sia dalla Siria che sall’Iraq…
R. – Grazie al Signore, speriamo continui in questo. In tutti i Paesi del Medio Oriente ci sono guerre, problemi interni. Solo la
Giordania vive in pace con il suo popolo e la sua gente.