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L’Associazione Musicale degli Studenti Universitari del Piemonte
è nata nel 1999 per iniziativa dell’Università degli Studi di Torino e
dell’EDISU Piemonte. Tale Associazione ha come fine principale la
promozione di attività e di iniziative atte a fornire la diffusione della
cultura musicale in ambito universitario nonché la crescita e
l’educazione musicale degli studenti, dei docenti e del personale
universitario. L’Associazione si propone allo stesso tempo di
rappresentare un nuovo ed ulteriore soggetto di proposte musicali
per la città e per la Regione.
In origine le sezioni dell’Associazione erano tre: Orchestra Sinfonica,
Coro dell’Università e Corale Universitaria, le quali hanno già alle spalle
un’attività pluriennale, con significativi risultati e progetti concreti
di notevole rilievo per il futuro. Attualmente è costituita da cinque
sezioni: infatti sono state attivate nel 2007 la sezione di Musica da
camera ed il Gruppo Jazz.
Il Gruppo di Musica da camera è stato creato con lo scopo di
favorirne la diffusione all’interno dell’Università.
In primo luogo se ne vuole sollecitare la pratica cercando di
formare dei gruppi da camera fra gli studenti ed il personale
dell’Università, senza limitazioni di organico e repertorio. Allo
scopo verranno programmate audizioni periodiche per reclutare
i musicisti disponibili e per formare i gruppi sulla base delle loro
caratteristiche e attitudini artistiche. L’Associazione metterà a
disposizione i locali idonei allo svolgimento periodico delle varie
attività e, ove richiesto dai vari gruppi, le competenze musicali
necessarie per seguire le stesse. In prospettiva vi è poi la
formazione di una vera e propria Orchestra da Camera che
dovrebbe affiancare nell’attività l’Orchestra Sinfonica.
In secondo luogo si vuole favorire la conoscenza della musica da
camera mediante l’organizzazione di concerti, conferenze,
lezioni-concerto e ascolti guidati realizzati con i gruppi interni e
con il contributo di musicologi e musicisti di chiara fama esterni.
Allo scopo l’Associazione ha dato il via alla rassegna “Accademica”.
Incontri con la musica che dovrebbe assumere nel tempo un
carattere sempre più regolare e stabile e fornire un’opportunità
importante di avvicinare la musica da camera intesa come
fenomeno socio-culturale di rilievo.
Giovedì 23 ottobre 2014 - ore 20,00
Mensa Universitaria “Galliari”, via Ormea 11 bis/e
IL PASTOR FIDO
Op. 13 di
Nicolas Chédeville – Antonio Vivaldi
Sonata n° 1 in do maggiore
Sonata n° 4 in la maggiore
Sonata n° 6 in sol minore
esegue il Gruppo di musica da camera
dell’Università di Torino
M° Ugo Piovano, flauti
M°Antonio Canino, violoncello
Menu “campagnolo”
Risotto alle verdure
PER INFORMAZIONI:
Segreteria
Dott.ssa Sabrina Doria
Via S. Ottavio, 10 b - 10124 Torino
Cell: 3495671035
Fax: 011882165
e-mail: [email protected]
Torta rustica della casa
Carotine prezzemolate
Dolce alle mele
Per molti anni si è creduto che le sei sonate op. 13 “Il Pastor
Fido” fossero di Vivaldi, visto che erano state pubblicate a
Parigi col suo nome.
Recentemente si è scoperto che il vero autore era Nicolas
Chédeville e che l’editore aveva voluto usare il nome di Vivaldi
perché si vendeva bene dopo il successo riportato dalle
Quattro Stagioni ai Concert Spirituel. Però il falso resse bene
anche perché Chèdeville utilizzò molto materiale tematico
preso da composizioni realmente di Vivaldi In particolare le
sonate in la maggiore e in sol minore sono praticamente di
Vivaldi...
Nicolas Chédeville
(Serez, 20 febbraio 1705 – Parigi, 6 agosto 1782)
Oboista e compositore francese. Iniziò a suonare l’oboe e lamusette
(uno strumento simile alla cornamusa tipico del barocco francese)
nell’orchestra dell’Opéra National de Paris negli anni ’20 del ‘700.
Dopo la morte di Jean Hotteterre nel 1732, prese il suo posto nella
Les grands hautbois, l’orchestra di oboi reale. Le sue composizioni
erano destinate al divertimento e allo svago di benestanti musicisti
dilettanti; l’aristocrazia francese dell’epoca amava svagarsi
suonando strumenti che richiamavano un’atmosfera pastorale,
come il flauto, lasciandosi andare a romantiche fantasie di vita
contadina (prima della Rivoluzione vista in modo completamente
diverso). Le prime pubblicazioni delle sue opere furono raccolte di
pezzi per musette o ghironda intitolate Amusements
champêtres(“divertimenti campestri”), del 1729. Lui stesso si
chiamava “Chédeville le jeune”, e più tardi “Chédeville le cadet”.
In seguito pubblicò un’altra raccolta di Amusements champêtres,
musicalmente e tecnicamente più complessi rispetto alla prima
serie. Più varietà si trova nell’op. 6, i cui pezzi portano nomi di
battaglie ed evocano immagini di guerra, ispirati a una campagna
militare cui Chédeville aveva partecipato insieme al Principe di
Conti. Ritornò brevemente a uno stile più serio e dall’influenza
italiana con l’op. 7, scritta specificamente per flauto, oboe o violino.
Nel 1737 Chédeville fece un accordo segreto con Jean-Noël Marchand
per pubblicare una raccolta di propri pezzi come op. 13 di Antonio
Vivaldi, intitolata Il pastor fido. Chédeville fornì il denaro e ricevette
i proventi, come attestato in un atto notarile di Marchand del 1748.
Probabilmente fu un tentativo di dare al proprio strumento, la
musette, l’appoggio di un grande compositore che fino a quel
momento mancava. Il suo interesse per la musica italiana gli
consentì, nell’agosto del 1739, di ottenere il privilegio di pubblicare
arrangiamenti per musette, ghironda o flauto di concerti e sonate
di dieci specifici autori italiani, oltre a Johann Joachim Quantz e
Antoine Mahaut. Le printems, ou Les saisons amusantes (1739) è un
risultato particolarmente interessante di questo privilegio; si tratta
di un arrangiamento delle Quattro stagioni di Vivaldi per ghironda o
musette, violino e flauto (il semplice termine “flauto” allora si
riferiva al flauto dolce). Sostituì l’originale Estate con il concerto n.
9 dell’op. 8 dello stesso Vivaldi, spostò il movimento centrale
dell’Inverno all’Autunno e sostituì l’Inverno con il concerto 12 dell’op.
8. Il tutto fu arrangiato e combinato in modo estremamente libero
da Chédeville con altro materiale vivaldiano.
Antonio Lucio Vivaldi
(Venezia, 4 marzo 1678 – Vienna, 28 luglio 1741)
Compositore e violinista italiano, cittadino della Repubblica di
Venezia, è stato un esponente di spicco del tardo barocco veneziano.
Detto il Prete Rosso per il colore dei suoi capelli, fu uno dei violinisti
più virtuosi del suo tempo e uno dei più grandi compositori di musica
barocca. Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del
concerto, soprattutto solistico, genere iniziato da Giuseppe Torelli,
e della tecnica del violino e dell’orchestrazione. Non trascurò inoltre
l’opera lirica. Vastissima la sua opera compositiva che comprende
inoltre numerosi concerti, sonate e brani di musica sacra. Le sue
opere influenzarono numerosi compositori del suo tempo tra cui
Bach,Pisendel, Heinichen, Zelenka, Boismortier, Corrette, De Fesch
e Quantz. Le sue composizioni più note sono i quattro concerti per
violino conosciuti come Le quattro stagioni, celebre esempio di
musica a soggetto. Innovando dal profondo la musica dell’epoca,
Vivaldi diede più evidenza alla struttura formale e ritmica del
concerto, cercando ripetutamente contrasti armonici e inventando
temi e melodie inconsuete. Il suo talento consisteva nel comporre
una musica non accademica, chiara ed espressiva, tale da poter
essere apprezzata dal grande pubblico e non solo da una minoranza
di specialisti.
Da ricordare il fatto che la Biblioteca Nazionale Universitaria di
Torino possiede la più importante collezione di partiture autografe
di Vivaldi.