Carla Baroni Parmiani I classificata

Sezione Poesia edita
I classificata Carla Baroni Parmiani
La ballata della strega
L'ala bagna.
ta della rabbia freme
gemmando l'aria d'iridato pianto.
M'hanno appeso un rondone crocifisso
allo stipite nero della porta
un segnale per farmi impaurire
un segnale per farmi allontanare.
Ma son scesi per me gli storni a branchi
son venuti dai monti e dalle vigne
per riempire di strida quel silenzio
che attraversa le ombre dell'autunno.
Le mie ombre, le ombre di coloro
che mi hanno un po' voluto bene
io l'albina “diversa”, io la donna
che vedere sa anche nella notte.
Hanno detto di me ch'ero una strega
e che faccio magie con ragni e topi
ed allora ho inventato gli amuleti
con i fiori del colchico e con l'aglio:
sono innocui, son piccoli placebo
per le pene del cuore e della mente.
Su venite bambine senz'affanno
sono strega soltanto dell'amore:
vi dirò della mano ogni segreto
rapirò luminarie dalle stelle
e il profumo dei mandorli fioriti
darò ali leggere di farfalla
a ogni sogno nascostoe ai desideri.
Non temete che faccia malefici
io regalo soltanto la speranza.
Su venite, io sono l'alba bianca
che mentire non sa, che della vita
mostra un cielo rosato che s'accende.
2 Classificata Fulvia Marconi
La casa tra i ciliegi
Quella casa tra i ciliegi, oltre il colle,
chiude stanca i suoi occhi a non vedere
le rose che appassiscono fra l’erba
tanto alta da rubar la luce al grano.
La casa dei ciliegi ha dei ricordi
di stelle scese a incorniciar capelli
a giovani fanciulle innamorate
all’ombra fresca dei longevi pioppi.
La casa oltre il colle più non spera.
Preghiere già pregate e rifiutate
ora scolpite sulla pietra fredda
che non riflette più chiaror lunare.
I suoi gerani rossi sui balconi,
rimembrano, confuso con gli odori,
il sangue sparso preda d’una guerra,
che più non sa chi è vinto o vincitore.
La casa dei ciliegi ha gli occhi tristi
e s’agita sgomenta in cupi sogni,
ripensa a quelle grida di bambini
dai piedi scalzi e dai vestiti a fiori.
E più non si sorride nella valle,
il fiume scorre e mormora domande,
soltanto dieci croci senza effigi
in quella casa estinta tra i ciliegi.
3 classificata Giovanna Silvestri
Padre 27c
Ti affidammo al silenzio
di un sacello in cemento
e sublimasti lieve
nella luce e nel vento
e mentre il crepitìo delle tue membra
ci fremeva in petto
quieta, la fornace
che sbriglia la materia
dalla stringa del tempo
intesseva nell’aria
minareti d’amore
poi, nel contrarsi delle spoglie
in un polverìo grigio
si stagliò la tua essenza
chiara
come l’impronta che lascia un corpo astrale
sulla vita che resta
perché gli angeli padri
hanno ali di terra
e depongono nidi
nell’istante del volo
Sezione Poesia inedita
1 Classificato
Carmelo Salvaggio
PASSIONE
Ed io
che respiravo
gli odori buoni
del pane
e dei fianchi accesi
nei silenti mattini
colmi d'amore...
quante carezze ebbero
i tuoi seni...
non lo ricordo...
neanche il mare
ricorda le volte
che baciò la rena
della sponda.
2 Classificato
Rodolfo Vittorello
AL FONDO DEL POZZO 182a
(ad Antonia Pozzi, poetessa infelice)
Avanza la donna sul filo,
la nota in bemolle rimbalza
nel rigo di sotto poi torna
più in alto.
Riprende leggiadra la danza
la ballerina e volteggia rinchiusa,
preziosa,
di dentro a una teca
di vetro soffiato.
Se parlo
è solo per dire ch’è l’ora di farlo.
Di accendere il lume
e andare a vedere
se dorme.
Antonia non lascia capire
che cosa le passi nel cuore.
Si tolga dal suo comodino
la scatola intera.
Non sono nemici i sonniferi
eppure…
il sonno fa a volte paura.
Riparte la musica dolce,
non serve che un giro di molla.
La donna che balla riprende
la strada sul filo.
Antonia che dorme
non esce dal sonno
e inizia il suo viaggio, da sola.
La nota in bemolle rimbalza
sul rigo di sotto,
poi giù,
fino al fondo del pozzo.