GIORNATA NAZIONALE DEL SACRIFICIO DEL LAVORO ITALIANO NEL MONDO - 8 AGOSTO 2014 In occasione della ricorrenza dell’8 Agosto, l’Amministrazione Comunale vuole rivolgere un ricordo a tutti i connazionali caduti sul lavoro in Patria e all’Estero. L'Italia è la nazione che detiene il primato delle vittime sul lavoro in Europa. Le cause sono molteplici, e hanno un comune denominatore: il profitto. Infatti molti imprenditori per accrescere il proprio profitto "tagliano" sulla sicurezza. In Italia gli incidenti sul lavoro causano più morti di guerra regionale. Quasi ogni anno più di mille persone perdono la vita durante lo svolgimento dell'attività lavorativa. Senza contare coloro che rimangono invalidi più o meno gravemente a seguito di infortuni sul lavoro. Spesso, infatti, al danno succede la beffa. Le imprese sfuggono alle loro responsabilità, cercando di camuffare la realtà dei fatti vanificando il risarcimento dei danni, che risulta nella maggioranza dei casi incerto, ritardato e insufficiente. Il fenomeno delle cosiddette "morti bianche" risulta essere così inquietante da turbare la nostra coscienza di cittadini. Rappresenta la spia di un malessere diffuso dell'intera società, un'ingiustizia che pochi di noi sono disposti a tollerare. Le principali cause di infortunio sul lavoro e malattia professionale sono la presenza di scarsi standard di qualità sul lavoro e l’incapacità di tenere gli ambienti di lavoro in buone condizioni. Il processo inizia con una buona pianificazione, che dovrebbe essere effettuata prima ancora che il personale addetto alla manutenzione si rechi sul luogo di lavoro, e dovrebbe terminare soltanto dopo che ciascun intervento di manutenzione è stato controllato e approvato. Ciò di cui hanno bisogno gli ambienti di lavoro in Italia è un approccio alla manutenzione integrato, basato sulla valutazione dei rischi, che tenga conto di ogni singola fase del processo di manutenzione e delle diverse esigenze di datori di lavoro e dei lavoratori. La discussione potrebbe sicuramente iniziare ponendo l'accento sul primo articolo della Costituzione italiana; in esso si afferma che l'Italia è fondata sul lavoro; inoltre l'articolo aggiunge che la Repubblica dovrebbe favorire e promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto; qui il condizionale è d’obbligo: “dovrebbe garantire”: è pur vero che pensare che tutto vada bene nel mondo lavorativo di un qualsiasi Paese sarebbe senza dubbio utopistico. Il lavoro, su cui si fonda lo Stato italiano secondo la Costituzione repubblicana, anziché fattore di benessere, di sviluppo e di autorealizzazione, può rivelarsi dunque causa di sofferenze indicibili per i lavoratori e le loro famiglie. Secondo recenti sondaggi gli studenti che frequentano l'università sono consci che le scuole superiori abbiano loro insegnato poco o nulla; sono inoltre ben consapevoli che le facoltà universitarie saranno per loro l'unico appiglio del futuro. Come evidenziato nei vari rapporti sul lavoro, in Italia si è precari per molti anni, ma non per questo deve venir meno il diritto di lavorare preservando l’incolumità fisica dei lavoratori. Tra gli interventi più importanti viene indicato: innanzitutto l'obbligo del datore di lavoro alla formazione nonché l'informazione del lavoratore; sanzioni più importanti per le imprese che violano le norme in materia di sicurezza; nei casi più gravi di incidenti con feriti o morti con colpa dell'azienda sospensione dell'attività, sanzioni amministrative più severe ed interdizione alla collaborazione con la pubblica amministrazione; responsabilità dell'appaltatore in merito agli incidenti che accadono ai lavoratori delle ditte appaltatrici, estendendo le tutele ai lavoratori così detti flessibili. Quello del dramma delle morti sul lavoro è un triste bollettino, che non conosce soste (festivi inclusi), ancora chiamate da molti, con il termine “morti bianche” o peggio ancora “tragiche fatalità”, quasi che, la morte di un lavoratore, sia dovuta al tragico destino e non al fatto che in molti luoghi di lavoro non si rispettano neanche le minime norme di sicurezza e salute sul lavoro. E’ un termine, non rispettoso, è un insulto ai familiari e alle vittime del lavoro, quasi non ci fosse un responsabile dietro, invece c’è sempre, a volte anche più di uno. Queste morti, non sono tragiche fatalità, non sono “morti bianche”, ma molte volte sono delle vere e proprie omissioni delle più elementari misure di sicurezza. Da ultimo, si devono necessariamente fare alcune considerazioni, rivolte alla necessità di promuovere uno stretto rapporto di collaborazione con le istituzioni scolastiche per promuovere e diffondere capillarmente la cultura della sicurezza. Cioè sicurezza sul lavoro insegnata nelle scuole, fin dalle elementari (come si fa in Francia), perché gli studenti di oggi, saranno i lavoratori e gli imprenditori di domani, aumento dei tecnici della prevenzione nei luoghi di lavoro: oggi sono 1850, con circa 4-5 milioni di aziende da controllare, se le dovessero controllare tutte, queste riceverebbero un controllo ogni 33 anni, praticamente MAI. Altre criticità sono la difficoltà di recepimento delle norme nelle imprese di piccole e medie dimensioni e la differente modalità di applicazione della legge nelle diverse regioni, fenomeno dovuto alla compresenza di leggi statali e regionali che a volte intervengono in modo incoerente sullo stesso tema. Allo stesso tempo si auspica maggiore sinergia e collaborazione tra istituzioni anche sul fronte dei controlli, della repressione delle infrazioni e dell’applicazione delle sanzioni. Venendo poi alle situazioni lavorative che presentano ad oggi ancora grandi criticità sono due i comparti lavorativi per cui si evidenzia la necessità di operare con urgenza: il settore agricolo e il settore delle attività edili, cui si imputa una grave carenza di regolamentazione e scarsa applicazione della stessa. Per contrastare gli infortuni e le morti dovute all’uso di macchine nel settore agricolo si auspica di poter certificare specifiche capacità agli operatori e l’adeguamento a tutte le norme di sicurezza delle macchine. Ed infine, una particolare problematica, per il fenomeno infortunistico è rappresentato dal sistema degli appalti e subappalti. Si auspica a tal proposito, un più puntuale controllo e l’adozione di meccanismi di aggiudicazione alternativi al “massimo ribasso” che implica quasi sempre una contrazione dei costi della sicurezza a scapito dei lavoratori. Bareggio, 8.8.2014 L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BAREGGIO
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