comunicato stampa - Comune di Valle Lomellina

Valle Lomellina, 4 luglio 2014
COMUNICATO STAMPA
Venerdì 5 settembre 2014, alle ore 21,15, la biblioteca “Giuseppe Marucchi” e l’amministrazione comunale
di Valle Lomellina presenteranno il libro “Nebbie e altri miracoli. Racconti di straordinarietà quotidiana”
(edizioni Giallomania) nell’ex chiesa di Santa Maria di Castello (locale climatizzato) alla presenza dell’autore
Davide Zardo. Condurranno la serata Gianluca Chiesa e Anna Albertario del consiglio della biblioteca,
mentre al leggio, per dare voce ai personaggi della raccolta, troveremo Mara Cherubini, Pinuccia Zanone, e
Gianpiero Fusani. Laura Fusani eseguirà alla tastiera alcuni brani musicali, al cospetto degli affreschi della
prima metà del ‘400. Saranno presenti l’editore Riccardo Sedini e Mauro Ottonelli, direttore del mensile “Il
Tam Tam”, che per primo ha ospitato questi racconti.
La nebbia, metafora esistenziale capace di trasformare il reale in frammenti onirici, cala silente sui quindici
racconti di Davide Zardo e avvolge i corpi, l’anima, le cose. La scrittura, di chiarezza cartesiana, è fluida, ben
ritmata e sempre sottesa da un alto e coinvolgente registro lirico che non risente dello spazio breve
assegnato alla forma narrativa: il racconto.
Le storie descritte conducono il lettore, senza soluzione di continuità, al cospetto del gioco assurdo della
vita e della morte, dove l’arte letteraria dell’autore, tutta intrisa di garbo ed eleganza, ha rimosso la linea di
demarcazione che separa l’esperienza terrena dalla condizione prospettata al di là dei confini della realtà.
La vocale riposa sulla consonante e la trama dell’ordito che scaturisce, diviene il non luogo in cui la prosa si
trasfigura in poesia e dove Zardo tratteggia in forma compiuta i suoi personaggi naturalistici che regalano
vita ed emozione a queste pagine.
Sono uomini e donne che incontriamo tutti i giorni, corpi reali, vite complesse, fissati su tanti fotogrammi
che appartengono alla stessa sequenza in bianco e nero; è la pluralità dell’esistenza, che a volte sembra
trascinare con sé i protagonisti nel baratro della disperazione. La risposta a questa umana angoscia,
l’autore la riprende anche in alcune sue poesie, lasciando trapelare una luce di speranza, a volte di fede,
capace di compiere il miracolo e squarciare così le tenebre più profonde. Dopo la nebbia, le rondini.
Quindici racconti, come altrettante sceneggiature per un film a episodi, narrati con una dinamica contraria
alla logica del pensiero razionale.
Le creature letterarie di Zardo, a modo loro, volano tutte verso un altrove forse immaginato, forse
desiderato; comunque lontano dal mondo come una fortezza Bastiani. I racconti che presenteremo venerdì
5 settembre, per argomento e struttura, avrebbero certamente richiamato l’attenzione e riscosso il
consenso di Dino Buzzati, un impareggiabile maestro del “genere”, ma ancora poco apprezzato.
Dimensione terrena e ultraterrena si incontrano ad ogni pagina di “Nebbie e altri miracoli”, vivono un
singolare confronto e lasciano traccia di sé nella coscienza del lettore, catturato come non mai in questo
vortice inebriante che cancella spazio e tempo, richiamando con forza vecchi e nuovi interrogativi. A volte
angoscianti.
Sono tanti frammenti di specchio che evocano e riflettono, di ognuno di noi, il flusso della nostra coscienza,
unitamente al bilancio esistenziale; ergo, racconti attraversati da una chiara indagine introspettiva. Chi
sono i personaggi in ordine di apparizione di questa immaginaria sequenza cinematografica?
Il primo, in “Carnevale infernale”, si presenta con un nome che non è il suo, e vive una drammatica storia
in un hotel di Venezia, che per atmosfere, richiama alla memoria il famigerato hotel Lux di staliniana
memoria e, per dirla con l’autore, “…l’ultima tappa per anime perdute”. L’ultimo, o meglio, l’ultima
protagonista è Marika, di “Saldi infernali”, una di noi, la vicina della porta accanto, alla fine vittima di sé
medesima.
E il popolo che vive impresso nei fotogrammi di mezzo, chi è? Uno spaccato di varia umanità di cui non
anticipiamo nulla, ma proprio nulla, per non sottrarre al lettore il piacere dell’incontro e della conoscenza.
In tutta l’opera di Zardo, finito e infinito, immanente e trascendente si rincorrono, si scambiano ruoli e
prospettive, assumono la cromìa del bianco e del nero, per scivolare poi nella gamma del grigio che traccia
da sempre la nostra precaria condizione di esseri umani. E’ bello, per chi legge, smarrirsi tra queste pagine.
Marco Feccia
Presidente della biblioteca