VEDI - TorinoMedica.com

GEMELLI DIVERSI: COME NASCONO E SI RINNOVANO
I PROGENITORI DEGLI OLIGODENDROCITI MIELINIZZANTI
Dalla fine degli anni ’80 è noto che gli oligodendrociti, le cellule mielinizzanti del sistema
nervoso centrale (SNC), originano da una popolazione di cellule gliali chiamate progenitori
degli oligodendrociti (PO) che popolano uniformemente il tessuto nervoso dei mammiferi
durante lo sviluppo e la vita adulta. Da diversi anni nel nostro laboratorio portiamo avanti
una linea di ricerca finalizzata allo studio dei meccanismi molecolari e cellulari che
regolano le funzioni di questi progenitori, con l’obiettivo finale di identificare processi o
molecole bersaglio sui quali si possano costruire nuovi approcci terapeutici per la cura di
patologie de- o dis-mielinizzanti come la Sclerosi Multipla o le leucodistrofie. Nel nostro
ultimo lavoro, pubblicato nel mese di settembre dalla rivista internazionale Glia (Boda et
al., 2014) ci siamo concentrati sullo studio dei meccanismi con cui i PO regolano
l’equilibrio fra la loro proliferazione e il loro differenziamento in cellule mielinizzanti.
L’identificazione di questi meccanismi è un elemento chiave per la comprensione di come
queste cellule vengano fisiologicamente mantenute nel SNC adulto senza esaurirsi e, sul
versante patologico, di come alterazioni del loro mantenimento possano invece contribuire
alla mancata sostituzione della mielina persa durante l’invecchiamento o a causa di insulti
o patologie.
LA RICERCA DEL “NICO”
La nostra ricerca, eseguita in collaborazione con Maria Pia Abbracchio (Università degli
Studi di Milano, vedi), Patrizia Rosa (Istituto di Neuroscienze, CNR, Milano, vedi) e Verdon
Taylor (Università di Basilea, vedi), ha rivelato che nel cervello murino i PO si automantengono con meccanismi simili a quelli operanti nelle cellule staminali vere e proprie, e
cioè attraverso delle divisioni cellulari di tipo asimmetrico che producono cellule figlie
gemelle ma già diverse e predestinate al momento della loro nascita: una delle due
mantiene le caratteristiche della cellula madre e continuerà a dividersi e a funzionare
come progenitore; l’altra sorella “spegne” l’espressione dei caratteri materni e procederà
nel differenziamento verso la produzione di mielina. Il nostro studio ha inoltre rivelato che
l’ambiente nel quale la cellula nasce (un cervello giovane o anziano, sano o malato) ne
influenza fin da subito il destino. Il momento della divisione cellulare rappresenta quindi
una finestra di opportunità importante per l’intervento terapeutico finalizzato alla rideterminazione del destino cellulare in condizioni di demielinizzazione: agendo sui
meccanismi che regolano la divisione dei PO si potrebbe re-indirizzandare le cellule allo
scopo di aumentare il numero di quelle che maturando generano la mielina. I nostri sforzi
attuali sono appunto volti all’identificazione di specifiche molecole-bersaglio presenti nelle
cellule figlie fin dai primi istanti della loro vita su cui si possa intervenire
farmacologicamente per indirizzarne il destino prima che la loro identità cellulare progenitore o cellula mielinizzante - si fissi irreversibilmente. I risultati di queste analisi
sono di potenziale grande interesse non solo nell’ambito dello studio dell’invecchiamento
fisiologico e delle patologie de- o dis-mielinizzanti, ma anche nel contesto dei tumori
cerebrali, per i quali le terapie esistenti sono scarsamente efficaci. I PO, infatti, sono
cellule che hanno un’alta propensione alla formazione di tumori e decifrare i fattori che ne
regolano l’amplificazione o la fermano può aiutare a definire trattamenti per interferire con
la progressione della malattia.
Il nostro studio è stato condotto nei laboratori del Neuroscience Institute Cavalieri
Ottolenghi (NICO, Dipartimento di Neuroscienze Rita Levi-Montalcini dell’Università degli
Studi di Torino) e finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla e dalla Fondazione Cariplo. Il lavoro di Enrica
Boda, la giovane ricercatrice del NICO che ha condotto lo studio, è stato invece
sostenuto dalla Fondazione Giuseppe Levi (Accademia Nazionale dei Lincei) e dalla
Fondazione Umberto Veronesi.
LA DIVISIONE DEI PO: UN EVENTO MOLTO RARO NEL SNC ADULTO
La divisione dei PO è evento molto raro nel sistema nervoso adulto (solo il 2% di tutti i
progenitori si dividono attivamente nel tessuto sano) e la sua caratterizzazione con
tecniche convenzionali richiede analisi istologiche molto accurate e tempi lunghi. In questi
anni abbiamo acquisito una serie di linee di topi transgenici che ci hanno permesso di
seguire il destino delle cellule sorelle anche per mesi e abbiamo messo a punto modelli
sperimentali animali di trauma e demielinizzazione allo scopo di studiare il comportamento
dei PO in condizioni che riproducessero le caratteristiche delle più frequenti lesioni
demielinizzanti dell’uomo. Nel 2015, in collaborazione con la Prof. Akiko Nishiyama (vedi)
dell’Università del Connecticut, saremo in grado di applicare le più moderne tecnologie di
microscopia a due fotoni (vedi) in vivo per lo studio delle nostre tematiche. Questo “salto
tecnologico” ci permetterà di seguire le dinamiche di divisione e differenziamento degli
OPC nell’animale vivo e di riuscire finalmente a studiare in modo appropriato il contributo
delle alterazioni dei PO al declino cognitivo durante l’invecchiamento.