«La Cooperazione ora ritiri lo sfratto>; Incontro a breve Negli appartamenti di via Rapina 25 ieri non si è fatto sentire nessuno, ma l'intenzione dei t vertici di Federcoop paiono ' intenzionati a incontrare a breve le tre anziane vedove colpite dallo sfratto. Irraggiungibile il presidente Diego Scheifi, laconico è il commento del dirigente Paolo Tonelii: «Il presidente non c'è, il direttore non c'è e io non so cosa dire se non che dovremo darci da fare rapidissimamente per cercare di trovare una soluzione». UE REAZIONI Il vicesindaco Biasioli: «Non sapevamo nulla ma troveremo una soluzione». Ma con lo sfratto non si ha diritto alla casa Itea «Non lasciamo mai nessuno solo» La casa di via Rapina 25 a Piedicastello che si trova a fianco della fabbrica Italcementi dismessa e che Federcoop intende sgomberare Fino all'altroieri il Comune nulla sapeva dello sfratto intimato alle tre anziane vedove da parte di Piedicastello spa. «Ci stiamo interessando - afferma il vicesindaco Paolo Biasioli - per capire qual è la situazione. Sapevamo che in quella palazzina vivevano ancora delle famiglie ma non eravamo a conoscenza della letteradi fine locazione inviata già sei anni fa. Certo, sull'area Italcementi i tempi non saranno brevissimi, ma «La Federazione della cooperazione ritiri Io sfratto nei confronti delle tre anziane vedove che da oltre cinquant'anni vivono nella casa di via Papiria, a fianco della fabbrica ex Italcementi». quando ci sono di mezzo persone anziane bisogna prestare la massima attenzione per trovare soluzioni condivise. In situazioni simili siamo riusciti a spostare anche più famiglie e quindi penso che si possa trovare un'alternativa, tenendo presente che i lavori in quell'area non inizieranno certo domani. Nel limite del possibile, non lasciamo mai solo nessuno». E se è vero che lo sfratto giudiziale comporterà l'attribuzione di punti per ottenere l'assegnazione di un alloggio Itea, è altrettanto vero che non farà balzare le tre anziane vedove in cima alle graduatorie: «Lo sfratto incide ma non è determinante ai fini della graduatoria», conferma la presidente dell'Itea, Aida Ruffini. Che spiega come le strade percorribili siano due: «Una è quella della graduatoria ordinaria, redatta dal Comune di Trento, utilizzabile nel momento in cui si libera un alloggio di proprietà del nostro Istituto. Se il Comune ravvisa l'esistenza di requisiti di emergenza previsti dalla legge, può però anche assegnare a queste signore un appartamento in via provvisoria per poi farle rientrare nel circolo delle case Itea. È una soluzione adottata finora assai raramente in casi di particolare gravità, quale potrebbe essere anche questo, perché nel nostro territorio ci sono esigenze abitative ma per fortuna non sono molte le persone che vivono sotto un ponte. C'è poi il problema di chi è in testa in graduatoria e si vede scavalcato da altri per motivi d'emergenza. È per questo motivo che uno strumento simile viene usato con molta cautela». «Noi comunque - prosegue la presidente - facciamo quello che ci dice il Comune, non assegniamo gli appartamenti di testa nostra. Peraltro mi par di capire che ci troviamo di fronte a una situazione particolare di persone anziane che non vogliono lasciare la casa in cui abitano da sempre. Sono casi che ci troviamo ad affrontare anche come Itea. Spesso accade che non possiamo bonificare gli appartamenti dall'amianto perché non riusciamo a convincere gli anziani inquilini a spostarsi in un altro alloggio. In questi casi ci muoviamo con molta cautela». Dopo la pubblicazione della notizia da parte dell'Adige, dalle opposizioni in Consiglio provinciale arriva un appello alla giunta perché provi a mediare tra Piedicastello spa, la società per azioni controllata da Federcoop proprietaria dell'area ex Italcementi, e le tre vedove degli operai della fabbrica dismessa morti per un cancro ai polmoni. Anna Baldessari, 92 anni, Onorina Berteotti, 88 anni, e Rosaria Lovoi, 70 anni, sono state convocate in tribunale per il prossimo 11 maggio in cui il giudice, su istanza di Piedicastello spa, dovrebbe emettere lo sfratto giudiziale dagli appartamenti occupati in via Papiria.25. Sul caso ieri si sono moltiplicate le prese di posizione. Vicenda «gravissima», la definisce il consigliere provinciale Pino Morandini che di buon mattino ha presentato un'interrogazione. «È bene che la Provincia non stia a guardare scrive l'esponente del Pdl - ed intervenga da un Iato interfacciandosi con la Federazione trentina della cooperazione affinché ritiri lo sfratto alle tre anziane signore, e, dall'altro, valutando se non ci sono alloggi pubblici disponibili per loro. Il tutto, va da sé, in tempi i più rapidi possibili, non foss'altro perché il Tribunale ha già convocato le'tre signore per lo sfratto». Di «comportamento vergognoso» parla il gruppo consiliare della Lega Nòrd in un'altra interrogazione. «Comportamenti come quelli perpetrati verso le tre anziane inquiline degli edifici ex Italcementi di proprietà della Federazione trentina della cooperazione - si sottolinea nel documento - ci fanno pensare ancora una volta di più che i sacrosanti principi solidaristici del fondatore del movimento cooperativo trentino sono andati definitivamente a farsi benedire». «Molti s'interrogano - si prosegue più avanti - se l'affarismo sia ormai il faro conduttore del movimento cooperativo trentino, quasi fosse una normale impresa commerciale». Nell'interrogazione la Lega Nord chiede perché non si sia «provveduto a preavvisare per tempo e con il dovuto tatto le inquiline... che hanno tutto il diritto di essere trattate da persone e non da numeri da asservire alle logiche del business» e cosa si intenda fare per assicurare alle tre anziane un alloggio confacente alle loro esigenze. «Massima solidarietà» alle tre anziane signore viene espressa in una nota dal capogruppo della Lega, Alessandro Savoi: «Riteniamo doveroso fin da subito, da parte di chi è l'artefice di tutta questa azione speculativa, perlomeno assegnare a queste tre vedove un adeguato ed idoneo alloggio, per concludere in serenità la loro vita e non, come espressamente dichiarato dal pre- sidente Schelfi, che tale sfratto «consentirà di ricevere punti (come il concorso Nutella?) per collocarsi utilmente nelle graduatorie per una casa Itea». Sul caso interviene anche il consigliere leghista Claudio Civettìni: «Rilevo afferma - una disparità di trattamento da parte della Federazione trentina della cooperazione che sfratta tre vecchiette vedove di operai morti di cancro ma non usa gli stessi sistemi con i giovani che occupano il Centro sociale Bruno. Non voglio fare demagogia, ma Federcoop usa due pesi e due misure. È scandaloso. In sei anni la Federazione poteva fare un percorso di accompagnamento nei confronti delle tre signore e trovare per loro una soluzione abitativa diversa». Sulla stessa linea Rodolfo Borga (Pdl): «I figli di papà del Centro sociale Bruno da anni occupano abusivamente l'ex Dogana senza che la Provincia abbia pensato a cacciarli. Ma c'è di più. La Federazione delle Cooperative, se da un lato procede allo sfratto delle tre signore, dall'altro è ben più cauta con il C.S.B., se è vero che Paolo Tonelli, importante dirigente della Federazione, nello scorso agosto ha dichiarato che la questione del Centro sociale "è la maggior preoccupazione di questa operazione" (la permuta) e che "il presidente Schelfi riuscirà a trovare una soluzione"».
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