Parte B - The Sisternet

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UNITÀ DI LAVORO 3 Nella cultura della comunicazione LE ORIGINI DELLA COMUNICAZIONE MULTIMEDIALE EB0410 Antropologia e Comunicazione Caterina Cangià Copyright -­‐ Caterina Cangià 1 1975 -­‐ Bill Gates e Paul Allen formano una piccola partnership: MICROSOFT Copyright -­‐ Caterina Cangià Copyright -­‐ Caterina Cangià 2 1977 – Steve Jobs, Stephen Wozniac e Mike Markkula iniziano APPLE 3 Copyright -­‐ Caterina Cangià 4 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Da questo punto in poi la storia della mul\medialità ha solo parole e marche che si infilano come perle: Altair, Apple, Personal Computer IBM, Olive^, Microso_, diver\mento, training, chioschi informa\vi, Macintosh, desk-­‐top publishing, Windows, HyperCard, CD-­‐Rom, PC mul\mediale, merca\ basa\ sui CD-­‐Rom mul\mediali, … … editoria mul\mediale, Internet, mul\medialità porta\le, mul\medialità in Rete, iPad, iPhone, smartphone, Realtà Aumentata, qr Code. Copyright -­‐ Caterina Cangià 5 Copyright -­‐ Caterina Cangià 6 1
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7 Copyright -­‐ Caterina Cangià Copyright -­‐ Caterina Cangià 8 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Le origini prossime E ieri e oggi conferenze e congressi. Difa^, il piccolo gruppo di visionari che si credeva isolato ha avuto la sorpresa di incontrarsi con una massa consistente di studiosi, interessa\ all’argomento, al pres\gioso congresso tenuto all’Università del North Carolina, a Chapel Hill, nel 1987. Il programma del Congresso annunciava: «Qualcosa di grande e di emozionante sta per accadere». Tra i visionari, Theodor Holm Nelson (1974), inventore del termine “ipertesto”, e Douglas Engelbart et al., che già nel 1968 avevano mostrato a informa\ci alen\ di poter aprire, senza sforzo apparente e grazie a un programma delo ipertestuale, numerose finestre contenen\ documen\ e che si erano vanta\ di poter passare con facilità da livelli superiori a livelli inferiori di informazioni, … 9 Copyright -­‐ Caterina Cangià Copyright -­‐ Caterina Cangià 10 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione … e viceversa, riportando poi il tulo in una rappresentazione grafica a mappa, dando al computer, con questa prima raffinata forma di tecnologia, una connotazione umanis\ca. La visione che Engelbart ha avuto del computer come di un partner della persona era stata espressa in un contributo di un libro del 1963, nel quale l’autore incrinava la concezione ridu^va del computer visto come “calcolatore”, ed esprimeva la convinzione che lo strumento poteva essere visto, più in generale, come manipolatore di simboli di qualsiasi \po, al quale vengono delegate funzioni di estensione e di potenziamento della capacità umana di manipolazione simbolica. Copyright -­‐ Caterina Cangià 11 Copyright -­‐ Caterina Cangià 12 2
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Il primo mouse e Douglas Engelbart Copyright -­‐ Caterina Cangià Copyright -­‐ Caterina Cangià Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Ted Nelson ha creato un sistema con l’obie^vo ambizioso di offrire tula la leleratura mondiale online: si chiamava Xanadu, come la magica località della poesia Kubla Khan di Samuel T. Coleridge. Da questa visione del computer nasce la preoccupazione di migliorare l’interfaccia uomo-­‐macchina e l’invenzione del mouse come disposi\vo di puntamento per operare delle scelte o eseguire delle operazioni sullo schermo. Copyright -­‐ Caterina Cangià 15 Copyright -­‐ Caterina Cangià 16 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Interessandoci, nel contesto di questo libro, ai fa^ forma\vi, è doveroso citare Ted Nelson per il suo apporto, oltre che dal versante informa\co, anche da quello dida^co, magari solo in chiave di profezia. In un ar\colo dal \tolo significa\vo No More Teachers’ Dirty Looks (1970, p. 16) dice: «Lasciate che lo studente scelga ciò che desidera studiare. Che decida quando desidera soloporsi a una prova e dategli una grande varietà di materiali interessan\, di even\, di opportunità [...]. In queste condizioni gli studen\ saranno pra\camente interessa\ e mo\va\ a raggiungere molto più di quanto raggiungerebbero all’interno della normale cornice dell’istruzione». Copyright -­‐ Caterina Cangià 17 Copyright -­‐ Caterina Cangià 18 3
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Nella cultura della comunicazione Nelson cri\ca senza clemenza, nel suo volume Computer Lib/Dream Machines (1974), la vecchia metodologia d’uso del computer e sinte\zza, con una vignela che schema\zzo, questa sua visione delle cose riguardan\ il processo di insegnamento/apprendimento portato avan\ con tre modalità diverse: nella maniera tradizionale; u\lizzando il classico CAI (Computer Assisted Instruc\on); u\lizzando l’ipermedialità. Copyright -­‐ Caterina Cangià 19 Coper\na di COMPUTER LIB DREAM MACHINES di Ted Nelson Copyright -­‐ Caterina Cangià Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Adalamento grafico del discorso di T.H. Nelson I “guru” si sono poi succedu\. Un nome per tu^: Steve Jobs (Isaacson, 2011). Copyright -­‐ Caterina Cangià 21 Copyright -­‐ Caterina Cangià 22 Nella cultura della comunicazione Queste le origini della comunicazione mul\mediale più vicine a noi. In parallelo abbiamo tre is\tuzioni che hanno contribuito alla sua nascita: gli Sta\ Uni\, alraverso gli appara\ militari; l’industria dei media e dei computer; vari elemen\ di controcultura. 1955 - 2011
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Nella cultura della comunicazione Analogico e digitale Un capitolo importante della storia della mul\medialità è la rivoluzione del digitale, che ha permesso l’elaborazione delle immagini e dei suoni e il loro dialogo. Un capitolo che con\nua con l’alenzione alla convergenza al digitale che apre prospe^ve astrali. Copyright -­‐ Caterina Cangià 25 Nella cultura della comunicazione La comunicazione avviene perché abbiamo fa^, idee e sen\men\ da raccontare che, per comodità, possiamo anche chiamare “informazioni”. Copyright -­‐ Caterina Cangià 26 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione La chiave della comunicazione mul\mediale è la digitalizzazione, ovvero la conversione di qualsiasi \po d’informazione, come la parola scrila, il suono, l’immagine e il video, in un codice speciale che le macchine elelroniche possono riconoscere, capire ed elaborare. Cos’è il formato digitale? A un livello superficiale di conoscenza, l’informazione in formato digitale è quella che viene elaborata o tralata da un computer. Copyright -­‐ Caterina Cangià 27 Copyright -­‐ Caterina Cangià 28 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione L’importanza della traduzione di un’informazione in formato numerico è così grande che oggi parliamo non solo di rivoluzione digitale, ma di cultura digitale. La differenza fra analogico e digitale corrisponde alla differenza fra la rappresentazione con\nua e la rappresentazione discreta di un’informazione. Quali sono i vantaggi? Una rappresentazione analogica è più consona alla nostra percezione: vediamo subito dove si trovano le lancele dell’orologio, mentre ci tocca leggere dei da\ scri^ quando disponiamo della stessa informazione in formato digitale. Ci sembra più precisa l’informazione analogica, invece non è così. Copyright -­‐ Caterina Cangià 29 Copyright -­‐ Caterina Cangià 30 5
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Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Scelta binaria vuol dire che è possibile u\lizzare due simboli oppure due numeri: uno per lo stato di informazione “acceso” e uno per lo stato di informazione “spento”. È semplice quando ci sono due possibilità, ma quando ce ne sono più di due? Con il codice binario si può scrivere tulo. Basta alribuire il numero uno a uno stato dell’informazione (lampada accesa) e zero allo stato contrario dell’informazione (lampada spenta); allo stesso modo a ogni lelera dell’alfabeto. Copyright -­‐ Caterina Cangià 31 Copyright -­‐ Caterina Cangià 32 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione La rappresentazione alraverso “0” e “1” è la rappresentazione alraverso un sistema di codifica “binaria”, ovvero il sistema che u\lizza due sole cifre. Questa rappresentazione ha il vantaggio che i da\ binari si possono rappresentare facilmente e si possono tralare all’interno del computer, in alveoli di memoria o cellele. Allora, il termine “digitale”, nell’ambito Informa\co, non si riferisce unicamente al falo che l’informazione è rappresentata in forma numerica, ma al falo che è rappresentata in una forma numerica par\colare, la forma numerica della base binaria, chiamata anche codifica binaria o codifica alraverso bit. Copyright -­‐ Caterina Cangià 33 Copyright -­‐ Caterina Cangià 34 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Il mondo sta diventando sempre più digitale, come descrivono bene Ajaz e Olander nel loro volume Velocity: The Seven Laws for a World Gone Digital, del 2012, e come già illustravano Calvo, Cio^ e Roncaglia nel 2000. Se un testo è una successione di caraleri, tu^ e solo quelli dell’alfabeto, maiuscoli e minuscoli, con ogni segno di punteggiatura e finezze come parentesi e altre, basterà stabilire una tabella di corrispondenza fra i caraleri in una colonna e i numeri nell’altra. Copyright -­‐ Caterina Cangià 35 Copyright -­‐ Caterina Cangià 36 6
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In codice binario… C
A
T
E
R
I
N
A
Nella cultura della comunicazione = 01000011 = 01000001 = 01010100 = 01000101 = 01010010 = 01001001 = 01001110 = 01000001 Copyright -­‐ Caterina Cangià Mul\medialità come elaborazione di immagini e di suoni Le immagini e i suoni hanno tula l’apparenza di essere analogici: i colori sfumano da una tonalità all’altra come del resto i suoni, però, anche in questo caso, la codifica non è difficile, perché l’immagine si divide in pun\ piccolissimi e il suono si fraziona in minuscoli elemen\ discre\. 37 Copyright -­‐ Caterina Cangià 38 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Sul monitor del computer ogni pixel visualizzato ha la possibilità di avere una propria luminosità, quindi di avere stadi intermedi tra quello di “acceso” e “spento”. Ad ogni pixel vengono assegna\ due o più bit; più elevato è il numero dei bit, più alto è il numero di sta\ intermedi che il pixel potrà avere e, di conseguenza, il numero di colori o sfumature di grigio. Con due bit è già possibile avere fino a 4 diverse tonalità di grigio o colori. Le immagini visualizzate a 8 bit contengono un massimo di 256 colori. I sistemi a 32 bit visualizzano, per ogni pixel, oltre 16 milioni di colori, un valore che va oltre la qualità dis\nguibile dall’occhio umano. Di ques\ delagli tecnici si tralerà nel quarto e nel quinto capitolo. Copyright -­‐ Caterina Cangià 39 Copyright -­‐ Caterina Cangià 40 Nella cultura della comunicazione A differenza di quando codifichiamo un testo, quando codifichiamo un’immagine dobbiamo tenere presente il suo valore informa\vo, sia dal versante della sua risoluzione che dal versante della sua palele di colori. Maggiore è la risoluzione e più l’immagine sarà informa\va. Copyright -­‐ Caterina Cangià 41 7
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Nella cultura della comunicazione Il suono, così come viene percepito dalle nostre orecchie, è un segnale di \po analogico: si trala di vibrazioni con\nue emesse da varie fon\ che, trasmesse alraverso l’aria dell’atmosfera, melono in vibrazione la membrana dei \mpani nelle orecchie e portano così l’informazione al cervello. Copyright -­‐ Caterina Cangià 44 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Il processo di digitalizzazione permele di trasformare, tramite un disposi\vo apposito, un suono con\nuo in una serie di valori numerici ges\bili da un computer. Perciò, alla base di questo \po di circuito, vi è un conver\tore analogico-­‐digitale che trasforma il segnale, appunto, da analogico a digitale. I numeri, il testo, l’immagine e il suono. Anche il filmato è digitalizzabile. Copyright -­‐ Caterina Cangià 45 Copyright -­‐ Caterina Cangià 46 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Così, la digitalizzazione del filmato altro non è che la digitalizzazione delle singole immagini più la digitalizzazione del suono con una piccola aggiunta: l’aumento smisurato del numero di bit! Aumenta per ben cinque falori: la lunghezza del filmato, la risoluzione grafica del filmato, l’ampiezza della palele di colori u\lizzata, il numero di fotogrammi al secondo e, infine, la qualità del sonoro o frequenza di campionamento. Tulo questo accade grazie ai due soli numeri “0” e “1” del sistema binario o della codifica digitale. Lo aveva immaginato Leibniz, quando descriveva la notazione binaria come un’immagine della creazione? Copyright -­‐ Caterina Cangià 47 Copyright -­‐ Caterina Cangià 48 8
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Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione La convergenza al digitale Tulo può essere conver\to in codice digitale: un computer interagisce con squadroni di “0” e “1” che rappresentano una sinfonia di Mozart, un dipinto di Van Gogh o il bilancio consun\vo di una grande dila. Trala stupende grafiche tridimensionali, disegni fotorealis\ci, filma\, suoni ad alta fedeltà e animazioni in realtà virtuale, e fa questo spostando da una parte all’altra masse di “0” e di “1”. La “convergenza al digitale” è una delle conseguenze più significa\ve della rivoluzione digitale. È la trasformazione di ogni contenuto di comunicazione in bit, e i bit, si sa, sono iden\ci indipendentemente dal contenuto che traducono. Maneggiabili. Rielaborabili. Copyright -­‐ Caterina Cangià 49 Copyright -­‐ Caterina Cangià 50 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Così, ambi\ di per sé dis\n\ come l’informa\ca, la telefonia, la televisione e le telecomunicazioni in genere, possono convergere in un unico mezzo sia di produzione che di trasmissione. Il primo esempio concreto e alla portata di tu^ è Internet, che raduna tes\, immagini, suoni, video, in un unico mezzo di trasmissione e in un solo terminale di ricezione che è il computer. Due sono le ragioni che rendono efficace la rappresentazione in formato digitale delle informazioni. La prima: il computer non è solo o principalmente uno strumento per rappresentare in forma sta\ca i nostri da\, ma è uno strumento poten\ssimo per operare su questa informazione, per conservarla, elaborarla e trasmelerla sulla Rete. Copyright -­‐ Caterina Cangià 51 Copyright -­‐ Caterina Cangià 52 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione La seconda: il falo che il computer disponga di un unico linguaggio (quale è appunto la codifica digitale) per tralare e rappresentare informazioni di \po molto diverso su un unico strumento, fa sì che ci sia un al\ssimo livello di integrazione fra codici dissimili. La carta, la diaposi\va, l’audio e la videocassela oggi sono integra\ grazie a queste due ragioni. E un mosaico sbalordi\vo è il risultato di questo “dialogo” senza preceden\ fra media diversi. Copyright -­‐ Caterina Cangià 53 Copyright -­‐ Caterina Cangià 54 9
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Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione La convergenza al digitale, tradola in trasferimento verso il formato digitale delle \pologie di informazione abitualmente collegate a media diversi e distan\ tra loro, non comporterà solo un’esposizione in un linguaggio nuovo di una realtà preesistente, ma avrà forme nuove, permesse dalla tecnologia, nelle quali diranno la loro le componen\ tecnologiche, sociali e psicologiche. Il dialogo tra i vari media sarà facilitato dalla convergenza al digitale. L’oggi (2013) è tulo all’insegna della portabilità e della miniaturizzazione. Cosa ci appresta il futuro? La Scuola mobile (Quinn, 2011a; 2011b)? Copyright -­‐ Caterina Cangià 55 Copyright -­‐ Caterina Cangià 56 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Prospe^ve emergen\ La storia è fala dai cambiamen\ e i cambiamen\, nella tecnologia, sono mol\ e ravvicina\. Questo influenza smisuratamente lo sviluppo e la distribuzione della comunicazione mul\mediale. Prima: la disponibilità sempre più elevata di memoria, che sarà più veloce, più capiente e meno costosa. Copyright -­‐ Caterina Cangià 57 Copyright -­‐ Caterina Cangià 58 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Seconda: i linguaggi di programmazione che vengono crea\ seguono una tendenza interessante. Non cèè più bisogno di programmare in delaglio, perché le rou\ne più laboriose vengono offerte già incapsulate nelle varie opzioni del so_ware, a disposizione degli adde^ ai lavori. Altra grande prospe^va di un futuro che fonde la telema\ca con la mul\medialità sono i programmi mul\mediali di lavoro coopera\vo: permelono ai ricercatori e ai professionis\ di condividere, oltre ai file e ad altri materiali digitali, lo schermo gli uni degli altri, e di comunicare vedendosi, anche se virtualmente. Questo aspelo della mul\medialità promele di lavorare come se si stesse nella stessa stanza. Copyright -­‐ Caterina Cangià 59 Copyright -­‐ Caterina Cangià 60 10
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Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Maggiore ampiezza di banda. Cosa significa questo nei termini del nostro interesse per la comunicazione e per l’antropologia? Significa che il futuro provvederà alla distribuzione su Rete anche del più avanzato “testo” mul\mediale. Copyright -­‐ Caterina Cangià 61 Copyright -­‐ Caterina Cangià 62 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Differenze tra Internet 1.0 e Internet 2.0? Se il primo era un raccoglitore di contenu\, il secondo è un promotore di servizi i cui elemen\ cos\tu\vi sono dei «comunica\ mul\mediali» che consentono di costruire conoscenza (Rossi, 2009, p. 136). Protagonis\ non sono tanto i file – tes\, immagini, audio, video – quanto la comunicazione che viene scambiata alraverso essi, che viene facilitata e mol\plicata. Copyright -­‐ Caterina Cangià 63 Copyright -­‐ Caterina Cangià 64 Nella cultura della comunicazione Nella cultura della comunicazione Inoltre, i materiali non sono frui\ passivamente, ma sono modificabili e costrui\ a^vamente anche grazie all’intervento dei frequentatori di Internet. Alcuni esempi? Trasformare il web in un database accessibile anche senza la presenza di un browser; a^ngere alle scoperte raggiunte nell’ambito dell’Intelligenza Ar\ficiale, prefigurare il web 3D, il Geospa\al web o Geoweb e il web seman\co avanzato. Se immaginiamo cosa potrà essere, per la dida^ca, la Realtà Aumentata, veniamo subito percorsi da un brivido. Copyright -­‐ Caterina Cangià 65 Copyright -­‐ Caterina Cangià 66 11
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Nella cultura della comunicazione … L’ul\mo fascio di prospe^ve è riferito alla realtà virtuale che sta diventando sempre più realis\ca e allo stesso tempo più accessibile anche ai comunicatori mul\mediali. Vedi il linguaggio VRML (Virtual Reality Modeling Language) che permele allo sviluppatore di descrivere modelli tridimensionali e animazioni. Copyright -­‐ Caterina Cangià 67 12