Chiesa locale 8 La Voce dei Berici Domenica 16 novembre 2014 VILLA SAN CARLO Iniziato un corso di iconografia di 72 ore che prevede la condivisione di momenti comuni di preghiera, di lavoro e dei pasti Lasciarsi guardare dall’icona È iniziato lo scorso fine settimana e proseguirà nel corrente e nei prossimi due il corso di iconografia tenuto da sorella Cristina Baraldo a Villa San Carlo di Costabissara. Si tratta di una proposta articolata in otto giornate, per un totale di 72 ore, che unisce la preghiera e l’arte, la fraternità e l’accompagnamento. «L’idea mi è venuta perché ritenevo importante far conoscere i servizi e lo spazio che mette a disposizione Villa San Carlo alle persone - spiega sorella Cristina -. Trovavo bello poter offrire una proposta di iconografia, un percorso spirituale attraverso la scrittura di un’icona, nella Casa di spiritualità della diocesi di Vicenza, proprio nel 50° dalla sua fondazione». Sorella Cristina conosce bene Villa San Carlo, dal momento che da due anni abita l’eremo adiacente la struttura e si dedica all’iconografia, anche con una piccola scuola. «Le persone che mi frequentavano per i corsi all’eremo mi chiedevano quali fossero le attività di Villa San Carlo, quindi proprio a loro ho rivolto l’invito al corso di iconografia. Sono sei gli iscritti, il numero ideale per questo percorso, che permette di mantenere un clima raccolto - afferma sorella Cristina -. Ciascuno, nel gruppo, si può sentire seguito in modo personale in questo cammino e può vivere relazioni fraterne nella condivisione del pasto e dei servizi, oltre che nella preghiera comune e nel lavoro. Insieme realizzeremo l’icona del volto di Cristo Pantocratore». Ogni giornata di corso si apre con la preghiera del mattino con l’ascolto della Parola, guidata da uno dei sacerdoti della comunità residente a Villa San Carlo. Segue una meditazione biblica o teologico - spirituale sull’immagine di Cristo. Quindi, vengono introdotte le spiegazioni più pratiche sulla realizzazione dell’icona e inizia il vero e proprio laboratorio. Dopo i lavori del mattino, alle 12.30 il gruppetto si mette a tavola, all’eremo, condividendo quanto ciascuno ha liberamente portato, per poi riprendere nel pomeriggio e concludere la giornata con la preghiera dei vespri, a cui partecipa anche la comunità che vive nella Casa di spiritualità di Costabissara. «Due anni fa avvicinarmi all’iconografia mi ha aiutata ad uscire da un lutto, ad uscire da un periodo in cui avevo accumulato senso di non vita - racconta Annamaria Michielin, una corsista -. I colori e il lavoro secondo una modalità di preghiera, silenzio, pazienza mi hanno suscitato dentro il senso di vita, mi hanno aiutata a mettermi alla presenza di Dio e a trovare pacificazione. Da allora, i corsi di iconografia mi aprono a un mondo anche spiritualmente diverso dal nostro, che dalle tenebre conduce alla luce, mi mette di fronte ai miei limiti e mi chiede pazienza e mi insegna passo passo a farmi discepolo, anche di chi guida il gruppo. In questa proposta cerco e apprezzo la calma, la gradualità del non dare nulla per scontato, che permette di assimilare la tecnica e gustare il lavoro e la spiritualità». «A Villa San Carlo, abbiamo a disposizione la sala del Cenacolo e la cappella accanto, ricchissima di icone - continua sorella Cristina -. Stare in questi bei luoghi ci aiuta a mantenere un clima di raccoglimento e di silenzio che favorisce il percorso spirituale e il lavoro». Sorella Cristina si occupa di iconografia da più di vent’anni. Osserva che all’inizio degli anni Novanta la diffusione era limitata a pochi estimatori, allargatasi, poi, con la visita di alcuni grandi maestri di icone russi in Italia, con la fondazione di scuole permanenti e con una grande mostra a Roma. «Allora l’icona veniva percepita come immagine di una Chiesa indivisa, capace di ricreare unità tra Chiesa latina e ortodossa. E in realtà, grazie all’icona sono nati tanti percorsi di conoscenza, avvicinamento, legami di amicizia e di collaborazione che resistono al tempo - riflette la sorella -. Nel diffondersi però, l’icona ha rischiato a mio avviso alcune derive. Oggi, dovremmo provare a lasciarci guardare dall’icona, attraverso la sua ricca simbolicità, sempre da recuperare, approfondire ed anche aggiornare. L’icona, inoltre, è un’opera liturgica: ecco perché c’è non solo preghiera personale, ma anche preghiera condivisa, in un corso di iconografia. Non possiamo Incontri del Lunedì Intervista al vaticanista Luigi Accattoli intervenuto il 10 novembre scorso al Centro diocesano A. Onisto «Non dimenticarti dei poveri» Lunedì 17 novembre gli appuntamenti continuano con Severino Dianich su “La Chiesa e la riforma delle sue strutture” «La centralità dei poveri nella vita personale e nell’esercizio del ministero petrino che caratterizza papa Francesco è un’eredità che lui deve da un lato, alla scelta preferenziale per i poveri fatta dalla Chiesa latinoamericana, e dall’altra dall’opzione decisiva in tale direzione compiuta dai Gesuiti». È quanto afferma il vaticanista Luigi Accattoli intervenuto la scorsa settimana all’appuntamento degli Incontri del lunedì dedicato proprio a “Una Chiesa povera per i poveri: torna la grammatica della povertà”. «Questa scelta, peraltro - ricorda Accattoli - è stata evidente fin dall’inizio nella decisione stessa che Bergoglio ha fatto di chiamarsi papa Francesco, come chiaro riferimento al poverello di Assisi». Nei momenti successivi all’elezione di papa Bergoglio, il cardinale Hummes, arcivescovo emerito di San Paolo, che gli era seduto accanto gli raccomandò: «Non dimenticarti dei poveri». È uno dei primi ricordi - evidenzia il giornalista e scrittore, già vaticanista del Corriere - raccontati dal Papa stesso all’indomani della sua elezione che dicono della centralità di questa scelta». Il costante riferirsi ai poveri, ha portato qualcuno, anche all’interno della Chiesa ad accusare il Papa di essere comunista. Come si risponde a questa accusa? «È un’accusa già fatta anche ai suoi predecessori: a Giovanni XXIII, a Paolo VI, a Giovanni Paolo II. Il contesto culturale americano ebbe una grave reazione, per esempio, all’enciclica “Sollecitudo Rei Socialis” di papa Wojtyla. È dunque un dejà vu. Con papa Francesco questa accusa è rafforzata dal fatto che venendo da un Paese povero non conoscerebbe il mondo. Nella sostanza è la priorità già affermata nella storia della Chiesa che comporta questo atteggiamento». Come si traduce concretamente l’opzione preferenziale per i poveri? «Questo segno era già presente nella elezione di un uomo proveniente dal Sud del mondo. Con questa votazione la Chiesa ha fatto una chiara scelta di campo. Questo è avvenuto non a caso in un momento epocale di globalizzazione che vuol dire anche incontro diretto tra miseria e ricchezza, incontro che provoca la ribellione dei poveri. È questo uno dei drammi dell’umanità contemporanea». La tentazione di dimenticarsi dei poveri però è sempre presente. Come si affronta? «È la comodità che provoca dimenticanza. La povertà provoca una conversione continua. Per una Chiesa complessa come quella italiana si tratta di fare questo cammino continuamente. Oggi significa, in particolare, fare i conti con la dimensione inedita dei poveri venuti tra noi. Questa situazione MANTEGANI LAPIDI - LOCULI STATUE IN PIETRA DI VICENZA Il giornalista Luigi Accattoli in un recente incontro con papa Francesco ci chiede di aggiornare la grammatica della povertà in ogni giorno della Chiesa». Cosa rende difficile questa conversione? «Come Chiesa italiana abbiamo una buona esperienza di impegno per i poveri. Ci manca l’esperienza di lasciarci evangelizzare dai poveri. Questo è avvenuto con i tanti Santi della nostra Chiesa, innanzitutto i cosiddetti santi sociali, ma le nostre comunità non hanno ancora fatto questo passaggio». Cosa significa lasciarsi evangelizzare dai poveri? «Vuol dire che ci è chiesto non solo di aiutare il povero, ma di farlo diventare nostro amico, fino ad arrivare a parlargli di Gesù e magari anche pregare con lui. Questa evangelizzazione cambia il nostro cuore e ci porta ad assumere le sue lotte e a diventare operatori di cambiamento del sistema». Dal 1940 PREZZI DI FABBRICA SERIETÀ • QUALITÀ Quando si parla di povertà il pensiero va alla politica che ha la responsabilità prima di rimuovere le cause di tante sperequazioni. Cosa possiamo ricavare dal messaggio di papa Francesco al riguardo? «Il pontefice è molto refrattario ad entrare direttamente nei temi politici. Pone l’esigenza che la scelta dei poveri abbia delle conseguenze politiche nella riforma del sistema, ma lascia libera elaborazione al laicato. Possiamo dire che si ferma nel prepolitico apostolico, affidando ai laici la responsabilità di proporre dei progetti concreti». Gli appuntamenti degli Incontri del lunedì proseguono il 17 novembre con mons. Severino Dianich, docente emerito della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze, che interverrà su “La Chiesa e la riforma delle sue strutture”. L’incontro si svolgerà al Centro Onisto, in Borgo S. Lucia, 51 a Vicenza con inizio alle ore 9.15. Lauro Paoletto SEDE: Sorella Cristina mentre lavora ad una icona scordarci che l’icona è nata da una Chiesa in preghiera ed è destinata a una Chiesa, a persone, a famiglie che pregano». Margherita Scarello UCIIM Incontri sulla questione nazionale Ucraina L'Unione Cattolica Italiana Insegnanti Dirigenti Educatori Formatori sezione di Vicenza ha organizzato due incontri sulla “Questione Nazionale Ucraina”, relatore il prof. Andrea Franco Università di Udine. Il primo incontro si è tenuto lo scorso giovedì 13 novembre sul tema: “La Questione Nazionale Ucraina della metà dell'Ottocento”. Il secondo appuntamento sarà lunedì 17 novembre ore 16.30-18.30, sul tema: “I Rapporti Russo - Ucraini dall'inizio dell'Ottocento ad oggi”. L'incontro, a ingresso libero, si terrà al Centro Onisto Seminario Vescovile, borgo Santa Lucia 43 – Vicenza. «Le due lezioni - spiega la responsabile del gruppo UCIIM di Vicenza, Maria Angela Miazzon - sono inserite nel nostro piano di formazione per insegnanti e aperti al pubblico. Data l'importanza attuale dell'argomento, sono state invitate tutte le associazioni che fanno parte della Pastorale della Scuola, Insegnanti di Religione e il MEIC, con il quale abbiamo un rapporto di collaborazione per lo sviluppo spirituale dei soci UCIIM e AIMC». A dicembre inizierà il percorso “Storie di curve e omaggi geometrici”, curato dal prof. Giuliano Testa sulla matematica nel contesto culturale storico filosofico sociale. La prima lezione: “Johannes Kepler e il De Nive Sexangula”, si terrà mercoledì 3 dicembre, al Palazzo Opere Sociali a Vicenza, Sala dell’Arco, alle ore 16. Giuseppe Bedin S.S. Postumia, 79 (Ospedaletto) Vicenza - Tel. 0444 535210 - 0444 535561 FILIALE: Viale Trieste, 1/5 - Vicenza Tel. 0444 510400 Lapidi in marmo a partire da € 550,00 - Pagamenti rateali (senza interessi)
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