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MONZA - GIUGNO 2014 - ANNO XXXIV - N. 98
Spedizione in abbonamento postale
art. 2 comma 20/C legge 662/96 - Milano
®
Periodico della sezione di Monza
R ADUNO
SEZIONALE A
T REGASIO
SCUSATE IL DISTURBO
ANDREA CREMONESI
Riuscire a scaldare una città come
Monza che storicamente si è sempre
mostrata freddina verso le nostre iniziative: è questa la sfida più impegnativa
che ci attende il 18-19 ottobre quando
per la prima volta nella storia della nostra sezione che ha tagliato il traguardo
degli 85 anni, ospiteremo il raduno del
secondo raggruppamento. I segnali sinora sono stati contraddittori: la mostra
di gennaio, che aveva come tema la tragica avventura della Divisione Vicenza
in Russia, ha riscosso scarso successo,
mentre le conferenze che hanno avuto
come temi la storia del Corpo dalla nascita ai giorni nostri con l’impegno nelle due guerre mondiale e le missioni di
pace hanno avuto un pubblico adeguato. La macchina organizzativa è in moto, il presidente sezionale, Mario
Penati, mi ha segnalato gruppi, consiglieri, singoli alpini che con dedizione
encomiabile si stanno rimboccando le
maniche, l’associazione dei commercianti monzesi ci ha assicurato il massimo sostegno. Ed è di buon auspicio anche l’entusiasmo dei nostri amministratori locali a cominciare dal sindaco
Roberto Scanagatti. «Ci ha detto che
quando arrivano gli alpini, dobbiamo
scattare sugli attenti», è stato il divertito commento di alcuni funzionari comunali.
E allora fa male sentirsi riferire alcuni
commenti non proprio benevoli che sono apparsi recentemente su alcuni siti,
dove qualche cittadino avverte che il
raggruppamento «sarà peggio del gran
premio», invitando così ad andarsene a
trascorrere il fine settimana lontano da
casa. Ok, è chiaro che l’invasione di
qualche migliaio di persone potrà creare qualche disagio, ma questo “fastidio” può essere più forte del desiderio
di fare bella figura con i nostri ospiti –
lombardi ed emiliani – mostrandosi una
Monza ospitale e in grado di gestire
quella che prima di tutto è una grande
festa popolare?
E se proprio questo non basta a … riscaldare i cuori, aggiungiamoci anche i
benefici … economici. Argomento al
quale noi “monsciaschi” e brianzoli,
non siamo insensibili. E allora, dai
Monza, fai vedere di essere vicina ai
tuoi alpini.
NORBERTO MOTTADELLI
La settimana iniziò turbolenta, il vento sventolava e attorcigliava le
bandiere ai pali per le vie di Tregasio. Il detto afferma «dopo il vento, arriva l’acqua»”.
Ma il 60° del gruppo Alpini Tregasio, iniziò a pieno sole, che illuminò il colore azzurro delle nostre camicie da sabato 17 maggio, con
l’inizio dei festeggiamenti animati dai cori “Nikolajewka” del
Gruppo Alpini di Desio e “La Baita” del Gruppo Alpini di Carate
Brianza, seguiti a fine serata, nel campo di calcio dell’oratorio, del
lancio di sessanta lanterne colorate che hanno rappresentato il nostro
tricolore. Proseguendo domenica 18 maggio, nella verde cornice del
giardino della Villa Sacro Cuore, con l’ammassamento degli alpini
dei vent’otto gruppi della Sezione A.N.A. di Monza, iniziando con
l’alzabandiera nel cortile d’onore della villa, proseguendo poi con lo
sfilamento verso il centro di Tregasio accompagnati dal corpo musicale S.Cecilia del comune di Triuggio e la Fanfara alpina di Prezzate
per raggiungere la chiesa parrocchiale con una breve sosta degli alpini di Tregasio dinnanzi alla villa dei Conti Jacini per omaggiare i
Signori Conti essendo stata nel lontano 12 settembre 1954 la Loro
madre Contessa Teresa Jacini madrina della cerimonia di fondazione
del Gruppo. Raggiunta la chiesa parrocchiale di Tregasio, tutti gli alpini, le autorità, e il molto gradito pubblico alpino e non, hanno assistito alla S.Messa celebrata da Monsignor Angelo Bazzari presiden-
te della fondazione “Don Carlo Gnocchi” e animata dal coro alpino
“Lo Chalet” del gruppo di Arcore, fino alla conclusione con “La
Preghiera dell’Alpino” recitata da parte del socio Crippa Ruggero.
Terminata la S.Messa, con gli alpini riuniti sul sagrato, viene reso
omaggio ai caduti, deponendo una corona al monumento, proseguendo poi con la manifestazione sfilando verso la nostra baita, dove dopo aver deposto i fiori al monumento del Beato Don Carlo
Gnocchi, con la gradita presenza del dott. Silvio Colagrande, e fatto
il passaggio della stecca con gli amici del gruppo di Casatenovo, le
autorità si sono alternate per i vari discorsi. Iniziando dall’emozionatissimo capogruppo Sala Adriano che ha ripercorso i momenti e gli
impegni per il sociale che hanno caratterizzato il gruppo in questi
sessant’anni e ricordato i suoi precedenti capigruppo, gli alpini “andati avanti” e il valore di essere alpino, passando poi la parola al primo cittadino il Sindaco Paolo Manzoni, a seguire il Presidente della
Provincia di Monza e Brianza il dott. Dario Allevi, il nostro
Presidente sezionale Mario Penati, per concludere con il referente
della nostra sezione in seno all’A.N.A. nazionale, il dott. Cesare
Lavizzari. Dopo la cerimonia, il gruppo, circondato dalle autorità,
dagli amici alpini e non, si è recato in Villa S.Cuore per il pranzo di
rito, concludendo la manifestazione al tramonto con l’ammaina bandiera. Chi ha assistito a questa manifestazione oltre che all’emozione
porterà con sé un bellissimo ricordo della giornata passata assieme
agli alpini.
Agli Alpini e Amici/e della Sezione
Quando si è iniziato a parlare di 2° Raggruppamento e di 85° di fondazione sembrava che Ottobre 2014 fosse molto lontano con un enorme lasso di tempo per programmare. Siamo ormai all’appuntamento,
siamo già catapultati nelle varie iniziative che ci porteranno ad Ottobre
quando si concentreranno gli eventi più significativi delle celebrazioni.
È doveroso da parte mia ricordare e caldeggiare una CONDIVISIONE
degli eventi da parte di tutti i Gruppi, Consiglieri e singoli Alpini ed
Amici. È un appuntamento molto importante per la nostra Sezione, per
la Città di Monza, probabilmente irripetibile a breve distanza ma soprattutto per tutto il nostro territorio sezionale con i suoi Gruppi. Deve
essere un momento per riscoprire l’unità, la concretezza, l’appartenenza alla stessa e unica Associazione con le sue regole e le sue finalità;
deve essere un momento gioioso di festa e di condivisione; deve esse-
re un abbraccio con la popolazione che sicuramente farà da cornice;
deve essere un momento di ricordo doveroso per quanti sono “andati
avanti”. Dovremo accogliere gli Alpini delle altre 19 Sezioni che compongono il 2° Raggruppamento: sarà una babele di dialetti e idiomi ma
il cappello con la penna farà da traduttore dei nostri sentimenti, della
nostra passione, del nostro attaccamento alla Bandiera e a quanto essa
rappresenta: la Patria. Coraggio Alpini e Amici della Sezione di
Monza, stringiamoci attorno al nostro Vessillo e alla Corona Ferrea
simbolo della nostra Sezione e rispondiamo tutti insieme, tutti all’unisono: PRESENTE. Vi aspetto numerosi, anzi numerosissimi, a tutti una calorosa stretta di mano.
Il vostro Presidente
Mario Penati
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VITA
GIUGNO 2014
DELLA
SEZIONE
Spigolature sul raduno sezionale
MARCO BIFFI
L’articolo ufficiale l’ha fatto Mottadelli … e non si può rovinarlo con intromissioni inopportune! Solo un commento: Adriano Sala si è dimostrato ancora una volta determinante.
Ha iniziato per tempo a organizzare questo evento, fin dalla fine del 2013. Ha sormontato i soliti ostacoli sia del Gruppo che della Sezione (discussioni sulle date e sulle partecipazioni), ma con la sua solita aria sorniona ha tirato, tirato … e tirato, con la sua proverbiale e dolce caparbietà – a noi tutti ben nota – fin quando ha ottenuto ciò che aveva in
mente. Il bello è che te lo fa digerire meglio dell’Alka Selzer! Iniziando dal suo stretto legame con Villa Sacro Cuore e con il cardinal Luigi Tettamanzi, per continuare col suo genuino affetto per la famiglia alpina nel coinvolgere quasi tutti i cori della nostra Sezione,
Carate e Desio, nella bellissima serata di sabato ove, facendo gli onori di casa si è giustamente impappinato per l’emozione nel raccontare la vita dei 60 anni del Gruppo, mentre
il coro di Arcore ha cantato domenica alla messa. Bella ed estrosa l’iniziativa delle 60 lanterne tricolori! Ha invitato tutta la giunta comunale, non per piaggeria, ma per sentita amicizia e per ringraziamento per la loro vicinanza e sostegno al Gruppo sempre dimostrati.
Non ha dimenticato nessuno! Da Mons. Bazzari con Silvio Colagrande della Fondazione
Don gnocchi, al Presidente della Provincia Dario Allevi che ci stima fattivamente. Ha raccolto la stima di tutti i presenti che nei discorsi ufficiali hanno incensato gli alpini, ma soprattutto Adriano per la riuscitissima festa che ha dato lustro al raduno sezionale. E che
dire dei ricordini distribuiti ai presenti e forgiati con le sue mani?! Cappello alpino di legno con penna di legno intagliata a parte. Graaaande! Non è un falegname, ma un artista,
un fine intagliatore! Va rimarcato che per gli alpini dà l’anima. Infatti queste sue opere
d’arte le ha intagliate anche per tutti gli oratori delle 4 conferenze sezionali che si sono tenute, tra febbraio e giugno, al “binario 7” di Monza. Bellissima la foto coi 3 Presidenti
ANA (a scalare Favero, Perona e Parazzini) con i cappelli di legno in testa! È un anno che
sta lavorando “in segreto” e trascurando il suo vero lavoro (con qualche giusta preoccupazione e rimbrotto di sua moglie). Se non è entusiasmo questo!! Nel ringraziare tutti della partecipazione, senza dimenticare proprio nessuno, il più bel gesto l’ha fatto offrendo
pubblicamente alla consorte un bel mazzo di fiori per lenire le sue “colpe” di prolungate
assenze da casa perché lavorava anche di notte … non solo per questo evento di Gruppo,
ma anche per la Sezione per gli eventi inerenti al 2° Raggruppamento. Fossimo tutti come Adriano il Presidente Penati dormirebbe sonni più tranquilli!
Che dire ancora? Adriano è un esempio per tutti noi in quanto a solerzia, lealtà, dedizione, affabilità e soprattutto sempre sorridente, mai polemico e con una barzelletta sempre
pronta per stemperare gli animi.
CONSEGNATA LA “STECCA” AL SINDACO
ROBERTO VIGANO’
È stata una cerimonia semplice ma molto intensa quella
che ha radunato nella Sala Giunta del Comune di Monza
il Sindaco accompagnato dagli amministratori della città e
gli Alpini della Sezione stretti intorno al loro Presidente.
L’occasione è stata la consegna della “Stecca” del 2°
Raggruppamento al Sindaco Roberto Scanagatti dando
così avvio, in maniera ufficiale, a questo grande evento
che vedrà impegnato in uno sforzo comune
l’Amministrazione e l’Associazione
Alpini Monzesi.
Il Presidente Penati, nel consegnare la
“Stecca” su cui già risalta lo stemma
del Comune di Monza, ha voluto ringraziare il Sindaco e tutti coloro che
hanno dato disponibilità a collaborare
alla realizzazione di questo evento che
per noi alpini brianzoli ha il sapore di
una adunata nazionale.
Dal suo canto, il Sindaco Scanagatti ha
sottolineato «l’importanza di questo
evento che non passerà inosservato perché l’invasione delle penne nere porterà
in città tanta allegria e simaptia che tutti saremo chiamati a contraccambiare.
Inoltre questo sarà anche l’occasione
per Monza di far conoscere le sue bellezze e dare visibilità al territorio».
Ormai siamo in dirittura d’arrivo: ci sono però ancora tante cose da preparare
e da organizzare.
Speriamo di riuscire davvero a “stupire” i monzesi perché possano conservare per tanto tempo il ricordo positivo di
un evento nuovo per questa città.
Per ulteriori informazioni ed approfondimenti http://www.anamonza.it
VITA
DELLA
SEZIONE
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Via Crucis ad Agliate
GIGI
Martedì 15 aprile alle 21:00 è iniziato puntualmente il rito religioso, che ormai da quattro
anni si rinnova, seguito da un nutrito gruppo di alpini, molti accompagnati da famigliari.
Mons Angelo Bazzari ha guidato le 14 stazioni collocate sul terreno che circonda la stupenda basilica romanica, illuminate per l’occasione a cura da alcuni volontari della UPC
sezionale.
Davanti alla chiesa era in bella vista un piccola rappresentazione della campagna di
gna di Russia.
Grande risalto è stato dato ad alcuni passaggi significativi dei suoi scritti; la profonda
semplicità religiosa dell’alpino che quando non c’era più una goccia d’acqua ha offerto la
sua borraccia intatta a Don Carlo per la celebrazione della S. Messa e poi nella lettera alla mamma riferiva che “senza l’acqua della mia borraccia che nel calice si è trasformata
in sangue di Gesù non si sarebbe potuto celebrare la Messa”; la sensazione più sconvolgente provata da Don Carlo durante la ritirata, in cui la tragicità della situazione causata
dalla mancanza di viveri, di abbigliamento adatto (piedi avvolti in stracci o coperte, neppure un fazzoletto di ricambio, corpo avviluppato in un mantello ormai logoro), egli stesso non avvertiva più la capacità di compassione nell’assistere alle sofferenze estreme degli alpini che si trascinavano esausti lungo la pista sulla neve, di compatirli, di offrire un
goccio d’acqua o una mano per sorreggerli, una parola di conforto o un boccone di pane
per attenuarne la fame estrema.
Questo impietrimento delle coscienze e dei cuori, oggi purtroppo diffuso in ogni parte del
mondo è la cosa più tragica che ogni guerra porta con sé; più ancora delle sofferenze fisiche e delle morti.
A questo punto immediato è stato il passaggio alla possibilità che ognuno di noi ha di rappresentare nello specifico ambiente in cui viviamo la figura del buon cireneo: prestare più
attenzione ai bisogni di chi ci sta vicino, di provare compassione, di porgere aiuto disinteressato, senza attendere ritorni di alcun genere, neppure sotto l’aspetto della considerazione di cui possiamo essere oggetto.
E questo è l’augurio che mons. Bazzari ha rivolto a tutti i presenti, ricambiato dal presidente Penati, il quale ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile la celebrazione
del rito religioso.
Egli ha poi concluso invitando a ricordare nella preghiera la Fondazione, che giovedì nel
suo Centro a Roma riceverà la visita di Papa Francesco per la celebrazione della Coena
Domini e la lavanda dei piedi.
Ogni anno si ripete questo rituale, che nella sua ripetitività riesce sempre a trasmettere
qualcosa di nuovo, sollecitando a partecipare alle edizioni che si succederanno.
Russia, che includeva alcuni pannelli raffiguranti la figura di Don Gnocchi.
Suggestivo il percorso nella natura sotto un cielo sereno e stellato, pregevole come sempre il commento che inframezzava testi estratti dai Vangeli a brani presi dagli scritti di
Don Gnocchi.
Il tutto si è concluso con l’ultima stazione, svoltasi all’interno della basilica gremita di alpini e di gente del luogo convenuta per l’occasione, alla presenza del coro “La baita” di
Carate, il quale ha accompagnato questo ultimo tratto della celebrazione con l’esecuzione
di brani scelti per favorire la riflessione, tra i quali “Stelutis alpinis” (richiesto in punto di
morte da Don Gnocchi) e “Il testamento del capitano” offerto come chiusura di tutta la serata. Il commento del presidente della Fondazione Don Gnocchi, come d’uso ampio e penetrante, ha toccato tre spunti principali, tutti sulla falsariga della figura del buon cireneo,
che nello spazio dei circa 500 metri che separano il pretorio dal Golgota ha sollevato Gesù
dal pesante giogo della Croce: i sacri testi con le varie figure che essi propongono, gli
scritti di Don Gnocchi, la realtà di tutti i tempi e di tutti gli uomini.
Partendo dalla considerazione dei personaggi che allora impersonarono l’odio e la compassione, le insolenze e la pietà, la misericordia e la condanna, sono stati ricordati alcuni
passaggi degli scritti del beato Don Carlo che molto profondamente fanno risaltare l’assurda tragicità della guerra, vissuta come università di apprendimento durante la campa-
PER CHI SUONA LA CAMPANA
G. LUCA GHEZZI
In appendice alla Via Crucis di Agliate, al terzo successore di Don Gnocchi Mons.
Angelo Bazzari è stato donato un quadro con l’effigie in bronzo di Don Carlo alpino.
Perché questo dono? Il tutto nasce da un racconto il cui titolo va bene come il romanzo
famoso di Hemingway ma la cui trama può adattarsi a un episodio del libro Cuore. Alcuni
alpini non identificati: solo un segno particolare un cappello con un penna nera e un cuore alpino. Nella loro parrocchia stanno ristrutturando il concerto campanario di otto campane. Il giorno in cui arrivano le campane rimesse a nuovo vengono, momentaneamente,
messe nel campo sportivo, per farle ammirare al popolo pagante e far sentire la nuova sintonia rinnovata. C’è il problema di far la guardia per tre notti al tesoro di parecchi quintali di bronzo. Prendono l’iniziativa degli alpini e loro amici, su anche l’esperienza fatta dal
gruppo di Casatenovo che anche loro hanno avuto il restauro delle campane e ne prendono l’esempio. «Anche a far la guardia a un fusto di benzina si fa la guerra, e far le sentinelle alle campane si ha la gloria, e ... l’idea». Durante le visite a provar il suono delle
campane del popolo, capitarono i genitori di un ragazzo ben voluto in oratorio e in parrocchia, il quale una sera prima di addormentarsi, salutava la mamma e al mattino non
poté più salutarla: morto improvvisamente nel sonno. Vedevamo che accarezzavano le
campane e da lì scattò la scintilla: come ricordo perenne al giovane amico facciamo fondere una campana che andrà ad ampliare il concerto già esistente. Il tutto viene coordinato da un ragazzo iscritto come amico degli alpini, che meriterebbe il cappello alpino, ma
basta il suo cuore alpino, e l’aiuto tecnico da chi ha ristrutturato il concerto delle campane, tra l’altro alpino del gruppo di Grumello al Monte, che con la ruvidezza bergamasca
disse: «pota ... si può fare!» Così per un anno i cappelli alpini sono diventati il salvadanaio per la raccolta dei fondi. Varie iniziative hanno dato il loro frutto: la vendita di stelle alpine, campanelle di bronzo, pranzi e offerte spontanee, hanno portato alla fusione della nona campana della la “Marcolina” (nome di battesimo adattato del ragazzo). E la figura di Don Carlo Gnocchi cosa c’entra. Dovete sapere che sulle campane vengono fuse
delle figure di santi in questo caso: ci sono i due papi recenti beati Giovanni XXIII e
Giovanni Paolo II, San Andrea d’Avellino, protettore delle morti improvvise e il beato
Don Carlo Gnocchi alpino (in questo caso due fusioni, una donata). Ma perché proprio
Don Carlo? Egli credeva nella Provvidenza, e gli alpini non identificati lo hanno ringraziato così. SURSUM CORDA ALPINI.
Per ulteriori informazioni ed approfondimenti http://www.anamonza.it
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VITA
GIUGNO 2014
DELLA
SEZIONE
Relazione morale anno 2013
MARIO PENATI
A tutti gli Alpini e Associati il mio saluto cordiale e un caloroso benvenuto.
Un saluto particolare e rispettoso al nostro Antonio Fenini
instancabile Segretario del 2° Raggruppamento che purtroppo ha manifestato l’intenzione di mettere lo zaino a
terra: se avverrà già da ora ti ringraziamo e ti stringiamo in
un grande abbraccio.
È comunque doveroso ricordare quanti, Reduci – Alpini e
Aggregati nel corso del 2013 sono “Andati Avanti”: non
ultimi l’avv. Guggeri del Gruppo di Seregno, il Col. Giulio
Rapazzini classe 1917 e aggiungo lo scrittore e amico degli Alpini Eugenio Corti tutti Reduci della Seconda Guerra
Mondiale.
Come è doveroso ricordare l’avvicendamento dei
Capigruppo: a chi lascia l’incarico un grazie pieno di simpatia e di amicizia per il lavoro e la tenacia espressi; a chi
subentra gli auguri più sinceri di buon lavoro rammentando che questo compito comporta delle responsabilità oggettive tra le quali una condivisione e un allineamento ai
dettami statutari: è un INCARICO non una carica.
È quindi la seconda relazione che affronto e sicuramente
avrete imparato a conoscermi e conoscere il mio carattere
e il mio pensiero sul modo di interpretare, proporre e quindi condividere quanto la nostra Associazione propone e invita a portare avanti.
Ho avuto modo di visitare, per un verso o per l’altro, tutti
i Gruppi e devo dire che non sempre la realtà che incontro
è consapevole che noi siamo una Associazione d’Arma.
Spesso e volentieri mi accorgo di parlare un linguaggio diverso da quello di taluni Capigruppo che pensano e si propongono come dei titolari di piccole “isole felici” in cui loro non sembrano appunto Capigruppo ma “capitribù” e
considerano la Sezione, e di riflesso la fanno considerare
anche ai propri Alpini, come un corpo estraneo, una struttura inutile e lontana: “la mangia danè”. La Sezione è e rimarrà il centro delle attività associative dei Gruppi che la
compongono ed è e rimarrà il cordone ombelicale tra il
Nazionale e i Gruppi stessi. Lo statuto prevede questi passaggi gerarchici che vanno da tutti rispettati e condivisi.
È pur vero che ogni Gruppo è autonomo gestionalmente
ma l’art.20 dello Statuto recita che “Base del funzionamento sociale è la Sezione, la quale nell’ambito della propria circoscrizione, approvata dal CDN, realizza direttamente e attraverso i Gruppi dipendenti, la vita della
Associazione nelle sue varie manifestazioni”.
Inoltre l’art.24 sempre dello Statuto prevede che “Le
Sezioni devono disciplinare l’elezione alle cariche sociali
e il funzionamento proprio e dei Gruppi dipendenti con un
regolamento sezionale che dovrà essere approvato dal
CDN” che noi abbiamo e che auspichiamo, sulla sua falsa
riga, sia introdotto nei singoli Gruppi.
Per quanto riguarda la rappresentanza della Sezione, l’art.
34, sempre dello Statuto ANA recita: “Il Presidente della
Sezione ne ha la rappresentanza e agisce in nome e per
conto della stessa, per il conseguimento dei fini associativi”. Come dicevo in molte circostanze mi sembra che la
Sezione ed il suo legale rappresentante siano messi in condizione di sudditanza se non addirittura di comparsa folcloristica e/o di riempimento. Il Vessillo Sezionale è e rappresenta una storia di uomini, di fatti di avvenimenti di carattere locale e nazionale che ci devono in ogni momento
ricordare perché esistiamo e chi siamo.
Quindi quando il Vessillo è invitato deve avere non solo
un posto di riguardo ma deve essere presentato agli astanti per quello che è e che rappresenta. E se succede che il
presidente si presenti senza, per manifestazioni che non ritiene di dover presenziare con il Vessillo, è per dare più risalto al Gagliardetto del Gruppo. Il detto latino “ubi maior
minor cessat” è valido anche per talune nostre manifestazioni. Il fatto poi che il presidente scorti con il Capogruppo
il Gagliardetto locale deve assumere una più ampia e doverosa importanza e collocazione.
Uscite vessillo e manifestazioni
Nel 2013 sono state molteplici le uscite del Vessillo con la
conseguente partecipazione alle manifestazioni.
Le istituzionali nazionali: la Giornata della Memoria in
gennaio presso la stazione ferroviaria di Monza, la Messa
in Duomo per ricordare le foibe, il 25 Aprile. il 2 Giugno
il 4 Novembre, la Messa in Duomo per i Martiri di
Nassirja, e quindi la nostra Adunata Nazionale a Piacenza
che nonostante il percorso un po’ lungo ha visto una sensibile presenza di Alpini della nostra Sezione, il Raduno
Sezionale ad Arcore che ha visto, grazie alla Sezione la
presenza per la prima volta, almeno in questi ultimi 20 anni, di 10 Vessilli Sezionali, di 3 Consiglieri Nazionali oltre
che di S.E. il Prefetto e del Colonnello comandante il
Gruppo Carabinieri di Monza. Organizzazione interessante che ha purtroppo dimenticato che la giornata, oltre che
celebrare l’inaugurazione della nuova Baita del Gruppo
era soprattutto il Raduno della Sezione. Comunque un
plauso per tutto quello che gli Alpini del Gruppo hanno saputo e voluto realizzare con il loro Capogruppo.
Il Raduno del 2° Raggruppamento a Castel S. Pietro
Terme in quel di Bologna in cui la nostra Sezione è stata
protagonista in prima persona del passaggio della stecca,
ha visto una buona partecipazione che lo stesso Sindaco di
Monza Scanagatti ha vissuto con grande entusiasmo. Devo
però ricordare l’assenza di quattro Gruppi che, pur condividendo e accettando le loro motivazioni potevano comunque inviare una rappresentanza, almeno comunicarne l’impedimento in anticipo: invece si è, da parte di qualcuno, tenuto un comportamento nei confronti della Sezione, e si
sbaglia affermare che l’atteggiamento è nei riguardi del
presidente, che fa trasparire una malcelata indisposizione
verso la stessa. La Sezione è aperta il mercoledì e non ha
mai chiuso la porta a nessuno.
Senza poi dimenticare le manifestazioni dei nostri Gruppi
sempre momento di gioia e di incontro, delle altre Sezioni
consorelle, della Messa a Bernareggio per il Beato don
Gnocchi, la nostra Domenica in San Gerardo, con l’incon-
tro con i nostri Reduci, la Messa in Duomo a Milano prima di Natale. Se ho dimenticato qualcosa scusatemi ma
come vedete gli impegni ai quali il presidente e la Sezione
sono chiamati a testimoniare sono tanti. Comunque il
Vessillo ha sempre onorato con la sua presenza le varie
manifestazioni per cui è stato invitato. Comunque cercheremo di far fronte alle richieste con più attenzione e parsimonia.
Tesseramento
Il tesseramento relativo il 2013 vede al 31 dicembre una
forza di 1417 Alpini, 470 Amici degli Alpini e 14 Aiutanti
pari a 1901 iscritti escluso il futuro Gruppo di Biassono.
Rispetto al 2012 abbiamo una flessione di 17 unità come
Alpini (erano 1434), un aumento di 8 unità negli Amici
(erano 462) e una piccola flessione degli aiutanti che erano 16. In definitiva tra il 2012 ed il 2013 c’è stata una flessione di 11 unità complessive dovute anche agli Alpini ed
Amici “Andati Avanti”. Quello che si chiede con cortesia
è di essere solleciti nel portare alla Sezione il completamento del tesseramento e di attenersi allo Statuto A.N.A.
in fatto di nuove affiliazioni.
Rapporto con le istituzioni
La nostra Sezione in questi ultimi anni, grazie anche
all’apporto del mio predecessore Giovanni Paolo Oggioni
al quale va il mio saluto, ha saputo intrecciare dei rapporti
considerevoli innanzitutto con S.E. il Prefetto dott.ssa
Giovanna Vilasi che segue con molto interesse il nostro
cammino e le nostre attività; il Presidente della Provincia
Dario Allevi sempre pronto a partecipare alle nostre iniziative, che purtroppo non sappiamo con certezza se ci potrà ancora seguire nel prossimo futuro; il Sindaco Roberto
Scanagatti che ha aperto con noi una corsia preferenziale
dopo aver partecipato, vissuto e condiviso con la nostra
Sezione il Raduno del 2° Raggruppamento a Castel San
Pietro Terme (BO): la sua voglia di garantire una bella figura e partecipazione della Città glielo si legge in faccia
tutte le volte che ci incontriamo. Per questo motivo, la
“Stecca” che abbiamo ricevuto e che vedete esposta, e intarsiata dal nostro Claudio Vimercati di Cornate d’Adda,
verrà consegnata al Sindaco perché la custodisca nel suo
studio nel Palazzo Comunale. Non dobbiamo dimenticare
che con le Forze dell’Ordine monzesi il rapporto è più che
cordiale. Vorrei comunicarvi che la Sezione partecipa al
Consiglio delle Associazioni d’Arma sorto per gestire con
il Prefetto il IV Novembre e altre manifestazioni in cui siamo chiamati a collaborare. Non ultimo il Prefetto ha istituito un “Comitato per il Centenario della Grande Guerra”
in cui ha inserito di diritto la nostra Associazione. Spero
che per entrambe le attività riesca a trovare un collaboratore interessato.
Giornale sezionale
Anche nel 2013 siamo usciti con i tre numeri canonici anche se per motivi tecnici dovuti alla stamperia l’ultimo è
stato recapitato in dicembre e non in ottobre. Comunque
devo congratularmi con tutta la nostra Redazione in particolare con il nostro Direttore Andrea Cremonesi, il presi-
Per ulteriori informazioni ed approfondimenti http://www.anamonza.it
VITA
DELLA
SEZIONE
GIUGNO 2014
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co elettricista, idraulico, operatore sanitario ecc.
Per quanto ovvio, trattandosi di struttura ANA, essa è costituita esclusivamente da soci dell’Associazione (ordinari
oppure aggregati).
Le caratteristiche richieste a costoro sono: piacere e desiderio di aiutare chi necessita di aiuto, disponibilità di tempo, versatilità di impiego, disponibilità a frequentare corsi
di formazione/addestramento e a operare in qualsiasi contesto. Va comunque un grande plauso e riconoscimento
morale a tutti questi nostri Volontari di Protezione Civile.
dente del comitato di redazione Marco Biffi e i redattori
Diego Pellacini, Roberto Viganò, Piero Schiatti, e Giosuè
Negretti. Un grazie per i tanti articoli giunti in redazione e
soprattutto ai 35 autori che con solerzia, capacità e sobrietà
hanno contribuito alle tre edizioni.
Rammento che il nostro giornale “Monza e Brianza
Alpina” seppure relegato a tre edizioni annuali è pur sempre un veicolo di informazione, di conoscenza e di diffusione della nostra associazione che cerchiamo di migliorare in continuazione e di essere sempre vicini ai nostri
Alpini.
Sport
Abbiamo costituito la Commissione per lo sport e abbiamo
iscritto alla Commissione Nazionale un nostro rappresentante. Devo dire che ai fini locali, nel 2013, qualche attività l’abbiamo sostenuta e vissuta in prima persona vedi la
Gara di Pesca, le gare di sci sezionali o in collaborazione
con Monza Montagna, il Criterium organizzato e gestito
dal Gruppo di Seregno in collaborazione con altre realtà, la
partecipazione a una gara podistica da parte di un alpino di
Villasanta ma. C’è un ma. La nostra Sezione non partecipa
alle gare nazionali che l’A.N.A. propone durante l’anno.
Forse dovremmo capire meglio il significato di appartenere a una Commissione dello Sport Nazionale. Per questo
motivo sono due anni che aspetto l’organizzazione di un
incontro con i nostri Gruppi e i nostri giovani con il responsabile nazionale Peli. Lo sport può essere un veicolo
ottimale per accostare i nostri giovani dormienti che se
aspettiamo a coinvolgerli diventano vecchi come noi.
Auspico che il responsabile sezionale non solo ci dia una
mano ma che si rimetta il più breve tempo possibile dal
suo black-out. Gli facciamo tanti auguri di una pronta guarigione.
Collateralmente abbiamo un gruppo di 7 persone tra
Alpini ed ex della mini naia che partecipano alle gare indette dall’U.N.U.C.I. coordinati dal nostro Marcello
Oggioni. Gare in cui hanno ottenuto dei buonissimi risultati. Quindi partecipazione alle varie manifestazioni sezionali e/o di gruppo. Anche qui auspico una collaborazione
se non addirittura un inserimento nella commissione sportiva sezionale.
Inoltre questo gruppo intrattiene i rapporti con i ragazzi
che avrebbero interesse per una esperienza di mini naia o
che l’hanno vissuta. A tutt’oggi abbiamo una ragazza
iscritta al 2° anno di Accademia a Modena, due ragazzi
che attendono di essere incorporati in VFB (volontari in
ferma breve) nel genio alpini di Trento e uno che è stato
incorporato il 26 febbraio. Sono risorse che dobbiamo accettare e valorizzare in seno alla nostra Associazione.
Libro verde
Riconoscendo il perdurare in negativo dello stato economico e finanziario nazionale, devo comunque dire un grande grazie perché comunque gli Alpini ci sono, sono presenti sia con contributi solidali propri che con ore di lavoro prodotte. Seppure un calo del devoluto da 100.190 euro
del 2012 a76.118 euro del 2013 (una differenza di 24.072
euro), una riduzione di 1631 ore lavorative da 31.681 del
2012 alle 30.050 del 2013, la nostra Sezione è sempre presente, impegnata e pronta.
Si tratta secondo me di aggiustare un po’ il tiro. Conosco
gli impegni di ciascun Gruppo ma credo che la nostra visibilità non si “compra” con certi tipi di interventi: non mi
stancherò mai di ripeterlo noi Associazione Nazionale
Alpini non siamo né una ONLUS né il bancomat di nessuno. Facciamo parte in primis della grande famiglia alpina
denominata comunemente e semplicemente A.N.A.. Se
analizzassimo il grafico della suddivisione dei beneficiari
devo dirvi BRAVI, COMPLIMENTI per quanto avete raccolto, ma riflettiamo comunque su quello e sul come lo devolviamo. Non voglio insegnare nulla a nessuno ma ricordiamoci sempre che ogni Gruppo è un ingranaggio nella
grande macchina associativa dove tutti sono chiamati a
svolgere il proprio compito e il proprio dovere nel rispetto
reciproco dei ruoli.
Protezione Civile
Durante il 2013 i 36 volontari che costituiscono attualmente l’unità di protezione civile sezionale hanno effettuato interventi di vario genere per complessive 5.624 ore la-
vorative, di cui:
h 364 per formazione/addestramento
h 2.740 per ripristino ambientale
h 9 per emergenze
h 606 nell’ambito della convenzione con il Comune di
Monza
h 108 nell’ambito della convenzione con il comune di
Vedano al Lambro
h 77 riunioni tecniche
h 1.720 varie.
I numeri non esprimono però appieno l’impegno a cui i
nostri volontari sono stati sottoposti.
Lo scorso anno grazie a Dio non ha comportato interventi
per calamità, che nel 2012 hanno impegnato sia qualitativamente che quantitativamente la nostra unità. Resta costante l’impegno del nostro volontario abilitato alla guida
di automezzi pesanti, che è utilizzato in modo continuativo
per il trasporto di materiali e mezzi della Colonna Mobile
della Regione Lombardia, la cui cucina mobile è in gestione alla nostra UPC.
L’intera UPC, come del resto tutte le OOVV di PC, restano ormai perennemente coinvolte in modifiche normative
sulla sicurezza che ne rendono più complessa la gestione,
anche se contribuiscono a renderne l’operatività certamente più sicura e perciò stesso più consapevole e serena. A tale fine, sia a livello centrale che locale si stanno individuando possibili percorsi di formazione e addestramento
riconosciuti ufficialmente, per predisporre all’interno
dell’ANA corsi di aggiornamento a cui far partecipare i
volontari senza costi per l’Associazione. Lo scorso anno
comunque hanno frequentato il corso base 6 volontari e un
corso per la guida di macchine movimento terra e carrelli
elevatori 5 volontari. Per quanto concerne i dispositivi di
protezione individuale, fallito il tentativo di farli rientrare
in un contributo di qualche fondazione, stiamo proponendolo al comune di Monza come progetto sul quale esso dovrebbe stanziare il contributo previsto dalla convenzione
in corso di rinnovo triennale. Come già detto lo scorso anno, le nuove procedure da seguire per tutte le attività di tipo amministrativo si susseguono a intervalli sempre più
ravvicinati e ne stanno complicando enormemente la vita,
tanto più che sono rivolte a entità prive di strutture di tipo
amministrativo, che nel nostro ambito sono ridotte veramente all’essenziale. Al momento la dotazione di automezzi per il trasporto di persone e di cose sono tre, di cui
due di recente immatricolazione e con gomme da neve,
grazie al contributo ottenuto dal Dipartimento nazionale di
PC.. Per la sostituzione del terzo abbiamo richiesto un
contributo al Dipartimento, che dovrebbe coprire il 75%
del suo costo e attendiamo il responso. La formazione e
l’addestramento specifico dei volontari sulle rispettive incombenze continuerà, con il conseguente ulteriore loro sacrificio. Concludendo, l’attività complessiva di protezione
civile si sta evolvendo a ritmi incessanti e richiede uno
sforzo sempre maggiore, per cui occorre una maggiore attenzione da parte di ogni singolo gruppo della sezione, sia
a livello di uomini da dedicarvi, sia di risorse economiche.
D’altronde si tratta sicuramente di uno dei fiori all’occhiello della nostra Associazione e vale la pena di dirigere
una seppur piccola quota delle proprie disponibilità al suo
sostentamento. Dai dati riportati nel “libro verde” risulta
che i gruppi sono molto munifici nei confronti di strutture
esterne all’Associazione, ma molto restii ad aiutare quelle
interne. Ciò non significa che non siamo grati a quelli che
hanno destinato cifre anche rilevanti alla UPC, anzi al contrario siamo loro molto riconoscenti. Vorremmo però che
il loro esempio fosse seguito da altri gruppi, specialmente
quelli che hanno maggiori disponibilità. Ci rendiamo anche conto che siamo ormai alla vigilia del raduno di raggruppamento, che dragherà molte risorse finanziarie, ma
contiamo ugualmente sulla sensibilità dei singoli gruppi.
La cosa che però alla UPC sezionale più occorre è la persona del volontario, perché con l’andare del tempo la “vecchia guardia” è giusto che venga affiancata, per poi essere
sostituita e la sua formazione diventa sempre più lunga e
onerosa. A tale proposito il sottoscritto con il Capo Nucleo
Marca, il prossimo sabato 22 marzo saremo a Motta di
Livenza (TV) per una riunione presso la nostra Colonna
Mobile dell’A.N.A. per ulteriori informazioni e comunicazioni operative.
Sono gradite professionalità specifiche come cuoco, tecni-
Raduno 2° Raggruppamento
Ormai sono più di due anni che la Sezione è impegnata nel
programmare e organizzare questo Raduno. Non vi nascondo che è un compito non facile e chi ha contribuito o
contribuirà nell’intento ne sa qualcosa. Il programma stilato è ambizioso ma ricco di momenti che devono coinvolgerci assolutamente e quindi condividere non solo le iniziative, le fatiche organizzative ma anche condividere la
cogestione di tutto l’apparato che è vero si svolgerà tutto
in Monza ma che deve vedere concentrati tutti i Gruppi
che la compongono e la animano. In poche parole dobbiamo anche fare bella figura: davanti ai nostri Alpini, alle
Istituzioni e soprattutto alla nostra Gente di Monza e
Brianza e a quanti ci supporteranno. Il programma è già
iniziato con la Mostra della Divisione Vicenza del gennaio
scorso, è proseguito con la prima serata di Storia lo scorso
13 febbraio e continuerà come da programma che vi abbiamo distribuito. Le spese sono tante, abbiamo cercato di
limare dove possibile senza sciupare nulla. La lotteria, la
vendita dei vini personalizzati e l’eventuale vendita di stelle alpine dovrebbero dare un po’ di respiro alle casse sezionali. Siamo, come sapete, disposti a qualsiasi aiuto da
parte dei Gruppi anche con la sponsorizzazione di attività
o serate mirate. Appena possibile sarete messi al corrente
di tutto nei minimi particolari, da parte mia e nostra aspettiamo la vostra buona volontà nel darci una mano anche
assumendovi degli incarichi precisi.
Per quanto riguarda la previsione di spesa vorrei ricordare
che lo scorso anno si fece una stima di oltre 100.000 euro.
Dopo alcune rivisitazioni siamo giunti a quota 75.000 circa che sicuramente non riflette appieno la realtà perché alcune voci non possono essere definite anzitempo: speriamo con l’aiuto di tutti di poter diminuire ancora il preventivo e di conseguenza il consuntivo finale che sicuramente
non siamo in grado di fornire ora.
Conclusione
Come avete notato ho cercato di sviscerare tutto quello che
io vivo in prima persona quale presidente della nostra
Sezione. È un incarico che in certi momenti si propone pesante e che ti fa dire “ma chi me lo fa fare”. Lo so di avere un carattere a volte pessimo ma è il mio modo di vivere
in piena fedeltà l’incarico ricevuto e l’attaccamento alla
nostra Associazione. Ringrazio tutti i Consiglieri che mi
continuano a sopportare e supportare e con i quali ci sono
degli alti e bassi ma ai quali va la mia stima e la mia riconoscenza anche se li vorrei più partecipi alle uscite del
Vessillo. L’unione fa la forza ci hanno insegnato: cerchiamo quindi di rendere ragione a questo detto. Ai Gruppi
non posso che rinnovare il mio apprezzamento e l’invito a
essere coesi con la propria Sezione e di viverne la vita associativa che è si fatta di impegni gioiosi e di visibilità ma
è anche collaborazione, condivisione di quanto istituzionalmente ci viene proposto.
Non vi rubo più tempo, ho parlato troppo ma un ultima affermazione dal cuore:
Viva gli Alpini, Viva l’Italia, Viva la nostra Sezione.
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VITA
GIUGNO 2014
DELLA
SEZIONE
Eugenio Corti:
parla assai bene degli alpini
GIAN LUCA GHEZZI
La sera di martedì 4 febbraio si è spento a Besana in Brianza lo scrittore Eugenio
Corti, l’autore de “Il cavallo rosso”. In questo poderoso romanzo che ha avuto a suo
tempo una recensione da parte delle nostre riviste “Monza e Brianza Alpina” e da
“L’alpino”, si parla assai bene degli alpini. La storia di Luca, generoso e semplice
alpino del “Morbegno”. Figlio della terra della Brianza che per pochi chilometri
rientrava nella provincia di Como che a suo tempo era terra di reclutamento alpino.
Lo scrittore fa dalla sua singola storia la grande storia della ritirata della Russia.
È per questo che sabato 8 febbraio alla celebrazione del funerale dello scrittore besanese, che pur non essendo stato un alpino – anche se in un refuso giornalistico sui
giornali locali è stato scritto: ufficiale d’artiglieria alpino – c’erano tante associazioni presenti sul territorio e vi erano diversi gruppi alpini. Dal sindaco di Besana
che ha proclamato il lutto cittadino, ha chiesto al gruppo alpini di Villa Raverio
l’organizzazione logistica della celebrazione funebre. Il corteo partito dalla villa ottocentesca ha attraversato le vie S.Caterina e Viarana per poi approdare sulla piazza rinnovata della chiesa. Qui e all’interno della chiesa degli alpini facevano, anche
se il ruolo di vigilanza non gli si addice, ordine d’importanza del corteo. Qui è subentrato un signore importante con il basco militare a scompaginare le carte, signo-
re che noi poveri alpini non conoscevamo. Cosicché si è preso il posto del nostro reduce di russia, coetaneo del 21 di
Eugenio Corti. Essere reduce fa più grado anche di un generale! Fortunatamente
l’umiltà è una virtù alpina.
Questa è la parte pubblica del ricordo di
Eugenio Corti. Ora invece vi racconto un
episodio personale che interessa gli alpini e lo scrittore del Cavallo Rosso. Aprile
1989, con alcuni amici stiamo scrivendo
un libro “Besana in Brianza 1869-1989
immagini di vita”. Bisogna intervistare i
personaggi più illustri della città e dal
1983 Eugenio Corti con il Cavallo Rosso
comincia a diventar famoso. Ma come si
poteva chiedere un intervista? In quel periodo avevo letto il romanzo nel quale
viene menzionato marginalmente mio
papà, allora mi presento. «Sono Luca, figlio del magazziniere ...». Risponde lo
scrittore: «Ah sì, l’ho conosciuto bene
suo papà, la voglio conoscere». Così andammo una sera, io e un altro amico. Lo
trovammo seduto su una poltrona nel suo
studio. Un volto da scrittore ottocentesco
russo, uno sguardo penetrante. Cominciammo l’intervista, molto particolare sulla guerra.
Alla fine volle sapere qualchecosa più di me, se avevo fatto il militare. Io – che a quel tempo ero un alpino dormiente – risposi senza entusiasmo che avevo fatto l’alpino. Vidi il suo
viso illuminarsi e dalla scrivania prese un appunto che stava nel mezzo di un libro “La mia
naja alpina” di Gaetano Maggi e me lo lesse: «L’Alpinità: ... l’alpinità, una parola che cercherete invano sul vocabolario. Perchè tra coloro che nascono e coloro che diventano alpini si crea una specie di simbiosi, quella che fa accorrere tutti alle adunate, quello che fa portare con orgoglio un piccolo distintivo verde all’occhiello; e tra essi v’è gente dai capelli
grigi e bianchi ... e ragazzi dagli occhi fiduciosi con in testa un cappello che pare acquistato il giorno prima. Tutti pronti a darsi una mano l’un l’altro, come se facessero parte di una
forza tutta speciale. Perché dove sono le adunate dei marinai? O quelle degli aviatori? Dove
sono le fiumane di fanti a riempire le città? No, a paralizzare l’intero traffico di una grossa
città basta un’adunata alpina: è questo che io intendo per alpinità».
Alla fine ci congediamo da Eugenio Corti che ci offre del whisky mentre a me opta sulla
grappa e lasciandomi con una dedica sul suo libro «A Luca l’alpino figlio del magazziniere. Con amicizia Eugenio Corti».
Maggio denso di avvenimenti
RV
Che mese per la sezione di Monza il mese di maggio 2014!!
Dapprima l’Adunata Nazionale a Pordenone che ha visto una notevole partecipazione di Alpini brianzoli.
È stata, come al solito, un grande successo: ottima accoglienza da parte della città
che si è ben organizzata per ricevere così tanta gente, e grande simpatia da parte di
tutti.
La sfilata della domenica mattina si è svolta con regolarità e perfino quasi in perfetto orario. Agli alpini monzesi va riconosciuto di avere sfilato in ordine. L’allineamento era da rivista militare e bello anche l’impatto cromatico del settore (vedere video della sfilata per conferma).
Erano presenti tutti i gagliardetti dei gruppi della sezione.
Per quanto mi è parso anche il commento dello speaker è stato adeguato: sono stati
sottolineati gli aspetti che caratterizzano la nostra Sezione chiamata questo anno ad
organizzare il raduno del 2° Raggruppamento
Il fine settimana successivo a Tregasio si è tenuto il Raduno Sezionale 2014 in occasione
del 60° di fondazione del Gruppo locale.
Anche in questo caso gli alpini hanno risposto con entusiasmo e buona partecipazione dando alla popolazione triuggese un segnale forte di vigore e forza, di unità e passione che scaturiscono dal condividere il cappello con la penna.
Ormai le nostre manifestazioni hanno raggiunto un livello qualitativo elevato, segnale molto importante perché l’eleganza di queste manifestazioni insieme alla sobrietà e all’ordine
che contraddistingue alcuni momenti particolari di queste come l’Alzabandiera e
l’Onorcaduti, sono gli elementi che la gente che ci guarda porta a casa, segno di pulizia interiore e onestà dell’alpino che fa sempre gridare a chi ci guarda “Bravi alpini!”.
Un grazie pertanto a chi partecipa a queste manifestazioni sfilando in maniera ordinata e
senza troppa confusione, ma grazie soprattutto agli alpini del Servizio d’ordine sezionale
che sono sempre presenti e si impegnano perché tutto vada al meglio.
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VITA
DELLA
SEZIONE
GIUGNO 2014
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La Storia degli Alpini
FULVIO MOSCA
A volte capita di provare sensazioni esaltanti, di sentirsi parte di un qualcosa che ti coinvolge fino nel profondo, di farti sentire orgoglioso e protagonista, in qualche
modo, della Storia.
Questo è quello che ho provato partecipando alle tre
conferenze organizzate per celebrare la storia degli
Alpini, dalla nascita fino ai giorni nostri.
I relatori sono stati ,ognuno a modo proprio,fantastici,
hanno saputo trasmettere emozioni che attraversavano
la sala, sempre gremita, andando a coinvolgere tutti i
presenti.
Nella prima serata lo storico Gianni Oliva ci forniva notizie e aneddoti relativi ai primi periodi della storia degli alpini fino all’epopea della prima guerra mondiale
dandoci informazioni, e soprattutto suggerendoci delle
chiavi di lettura, sul perchè il “mito” dell’Alpino si sia
fu la prima guerra mondiale, arricchendo la sua esposizione con un’evidente partecipazione.
Nella seconda serata il Gen Cesare Di Dato ci ha illustrato alcuni episodi, poco famosi ma emblematici, della guerra combattuta dagli Alpini in Africa e sul fronte
greco-albanese dandoci una magistrale dimostrazione
di un’analitica esposizione delle operazioni di guerra.
Il giornalista e scrittore Alfio Caruso ha fornito interessanti spunti di riflessione su alcuni aspetti della seconda
guerra mondiale.
sempre più affermato in quel periodo.
Vittorio Brunello,giornalista, già direttore de “L’alpino”, ci riportava con la voce della memoria a quello che
Nella terza serata il Gen C.A. Alberto Primicerj con una
perfetta esposizione ci ha mostrato chi sono e cosa fanno gli Alpini ai giorni nostri, la struttura, i compiti, le
caratteristiche dei nostri reparti alpini.
Il relatore, probabilmente, più coinvolgente è stato il
giornalista Toni Capuozzo. Ha saputo, in maniera molto colloquiale, raccontare aneddoti, esperienze, emozioni del suo lavoro come inviato di guerra, di giornalista,
di uomo, di amico degli Alpini.
Una sua affermazione mi è rimasta profondamente impressa, quando ha collegato la parola “padre” alla parola “Patria”. Ha sottolineato come spesso noi “figli” da
giovani critichiamo nostro padre salvo rivalutarlo molto
più avanti e lo stesso facciamo verso la nostra Patria,
critichiamo, ne sottolineiamo i difetti, le mancanze, dimenticando quanto la nostra Patria fa di positivo per
noi.
Sono state serate emozionanti, istruttive e in alcuni momenti molto divertenti. Penso che le foto del Gen C.A.
Primicerj con in testa il “Bantam made in Tregasio”,
(cappello alpino in legno) capolavoro vero e proprio
preparato dalle mani dell’alpino Sala Adriano e distribuito a tutti i relatori, rimarranno negli annali.
Queste serate ci hanno fatto sentire, ammesso che ciò
sia possibile, sempre più orgogliosi del nostro essere
ALPINI.
LA MIA PRIMA ADUNATA
ALBERTO TEVISIO
Quest’anno, dopo diversi anni dal congedo, ho deciso di
partecipare all’adunata nazionale che si è tenuta a
Pordenone.
Durante il mio viaggio, man mano mi avvicinavo alla città
dell’adunata, il paesaggio si tingeva con i nostri colori di
bandiera e striscioni che davano il benvenuto, non nego
che questa sorta di viale fiorito che ho percorso fino a
Pordenone, mi ha emozionato e reso orgoglioso di essere
italiano, un alpino italiano.
Giunto a destinazione ho trovato la città “invasa” da una
moltitudine di persone e attrezzata con diversi bivacchi,
punti di ristoro e accampamenti, ma tutta questa confusione non mi infastidiva affatto, perché si percepiva l’ordine
e il rispetto della comune convivenza.
Partecipando alle diverse iniziative proposte, musei, cori,
cittadella-militare, mi è sembrato di essere entrato in
un’altra realtà dove si respirava un’aria di amicizia e solidarietà, e per un attimo ho dimenticato i problemi e le difficoltà della nostra vita quotidiana.
Davanti alle immagini, riconducibili agli anni difficili della grande guerra, che ritraevano i “nostri alpini” sia nei
momenti belli che in quelli più tragici e, vedendo con quale equipaggiamento hanno dovuto affrontare quegli atroci
momenti … come non fermarsi a pensare al valore della
“memoria”. Sono ancora più convinto nell’affermare che il
passato non va dimenticato, ma deve essere la base essenziale per costruire il nostro futuro. In questo mi piacerebbe
coinvolgere tutti, in particolare i giovani magari con l’utilizzo delle nuove tecniche di comunicazione oggi disponibili e a loro più congeniali, cercando di interessarli, incuriosirli, per far riscoprire loro i veri ideali della vita, che
non sono quelli “falsi” creati ultimamente dalla società
moderna. Come mi avevano anticipato, ho avuto modo di
constatare che l’adunata si articola su diversi giorni, quelli
che precedono la sfilata, dove regna una sensazione surreale di libertà e serenità, con libero sfogo al divertimento
e incontro con vecchi commilitoni, complice anche l’allegria provocata dall’ingestione dell’immancabile vino, a
cui veniamo storicamente associati, oltre la birra natural-
mente. Situazione in cui ti trovi coinvolto nel segno
dell’amicizia e senso di partecipazione.
Diverso il giorno dell’adunata, tutti pronti e ordinati fin dal
mattino, ogni gruppo si prepara alla sfilata, nel rigoroso rispetto delle regole. La sfilata è sicuramente il momento
principe, è una sensazione indescrivibile, passare tra due
ali di folla che ti incita, ti ringrazia, per quello che i “nostri
alpini” hanno fatto e per quello che oggi noi facciamo e
rappresentiamo, per i valori che ci vengono attribuiti –
sempre presenti e disponibili a intervenire dove c’è bisogno, senza aspettare che ci venga chiesto di fare, nello spirito che da sempre ci contraddistingue – gente volonterosa,
semplice e concreta, attaccata ai propri valori e dediti al
raggiungimento dell’obbiettivo.
Tra i momenti più significati ho nella mente lo sguardo di
una signora di una certa età, nel quale erano racchiusi le
emozione vissute in momenti storici della sua vita, e ci incitava a proseguire su questa strada al fine di non dimenticare. Molto apprezzata è la stata la partecipazione dei nostri sindaci, che sono stati oggetto di applausi e incitamento a sostenere gli alpini e al buon governo.
Infine, direi che è stata sicuramente una bella esperienza,
un evento che ti tocca profondamente che ti fa riflettere e
pensare sui valori della nostra esistenza, riflettere e ricordare i famigliari e le persone che sono andate avanti, su cosa hanno fatto e come noi possiamo continuare a mantenere vivo l’entusiasmo e i valori che ci hanno permesso di arrivare fin qua, nella consapevolezza che i tempi sono cambiati e molte regole sono state stravolte.
Quindi sta a ognuno di noi fare in modo che tutto quello
che abbiamo, esperienza, conoscenza e disponibilità di
strumenti sempre più evoluti tecnologicamente, venga utilizzato a favore dell’uomo.
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GIUGNO 2014
VITA
DELLA
SEZIONE
Gli striscioni dell’adunata
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VITA
DEI
GRUPPI
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VITA
GIUGNO 2014
DEI
GRUPPI
Gli alpini incontrano gli studenti, 12ma edizione
GIANCARLO CRESPI
«Incontro con il nostro futuro - conoscervi per farci conoscere» questo il proposito che ha guidato l’iniziativa
che giovedì 22 Maggio si è svolta, nell’Auditorium
della Scuola Media Falcone e Borsellino, la 12ma
Edizione della manifestazione “Gli Alpini incontrano
gli Studenti”.
Erano presenti le Autorità civili (Sindaco e
Vicesindaco), Scolastiche (Dirigente Scolastico /
Corpo Segretariale / Corpo
Docenti), il Presidente della
Sezione Alpini di Monza e il
Consigliere Sezionale di riferimento, e ultimi ma non meno
importanti i rappresentanti degli
Ex Combattenti e Reduci e degli
ex Partigiani D’Italia. Assente
“giustificato” per la concomitanza
della
Festa
del
Carabiniere, a cui non poteva
mancare, il Maresciallo
Baldassarre il quale ha inviato al
gruppo i suoi più fervidi auguri
per la manifestazione alla quale
è stato sempre presente a testimonianza della profonda amicizia che lo lega agli alpini.
La manifestazione, fortemente
voluta e presidiata dall’alpino
Luigi Boscarelli, ha come obiettivo quello di trasmettere ai giovani della 3° media la storia degli alpini in armi e in
tempo di pace e in particolare i valori che hanno fatto
di questa specializzazione d’Arma e della Associazione
Nazionale Alpini (ANA), una realtà unica nel suo genere.
Dopo i discorsi delle autorità e del Capogruppo Adelio
Ravasi, ha preso la parola proprio Luigi Boscarelli, che
dopo aver illustrato lo scopo della manifestazione, ha
dato il “via”.
Quest’anno le due responsabili della stesura del programma e della sua realizzazione che sono, la
Professoressa Giuliana Accarini per la narrativa e le
immagini e la Professoressa Daniela Agrati, per le musiche e dei giovani “musicisti in erba”, hanno voluto
introdurre tante novità che hanno tenuta viva l’attenzione e coinvolto piacevolmente il pubblico presente,
tra cui i genitori dei ragazzi.
Molto apprezzata la splendida poesia “OMAGGIO
ALL’ALPINO” composta dai ragazzi della 3° B e dalle due responsabili. Al termine delle rappresentazioni,
si è passati alla premiazione dei temi che più hanno
“colto nel segno” gli spunti, le riflessioni, portati all’attenzione dei giovani durante l’anno scolastico da una
delegazione di alpini del gruppo “capitanata” appunto
dall’alpino Boscarelli.
Tutti i temi pervenuti alla “commissione alpina” erano
OMAGGIO ALL’ALPINO
“quasi” un rap
Su distese di gelo,
a due passi dal cielo,
gli sci sulle spalle,
il sole sulla pelle
e di notte … le stelle.
Su per valli e per monti
noi beviamo alle fonti,
alla marcia siam pronti;
più leggero è il cammino
se hai un amico vicino…
Non mi piace la guerra,
che distrugge la Terra;
ma se incontro un nemico,
ho un coraggio infinito.
Il mio cuore è una roccia,
il mio sangue è una goccia,
per la patria versata,
alla patria donata.
degni di menzione; i seguenti sono stati ritenuti i migliori:
1. classificato : Grassi Andrea
2. classificato: Stucchi Gianluca
3. classificato: Cometti Martina
Tutti hanno ricevuto in premio, da parte degli alpini e
dalle autorità presenti, i CREST personalizzati.
Prima di lasciare l’auditorium, le autorità e in particolare il Dirigente Scolastico professor Franco Maria
Franci, nel ringraziare tutti gli organizzatori per la
splendida riuscita della manifestazione, hanno fortemente avanzato al gruppo alpini una richiesta che sa
tanto di un augurio: «ci rivediamo fra un anno».
La cerimonia dell’alzabandiera, accompagnata
dall’Inno di Mameli in una atmosfera coinvolgente da
parte di tutti i convenuti, ha infine sancito il commiato
al grido “rompete le righe”.
Il deserto mi aspetta,
devo star di vedetta.
La mia patria è distante,
il mio passo pesante,
sulle rocce rimbomba,
ma che dico … è una bomba.
L’ha lanciata un bambino,
ma che triste destino!
Ogni anno un raduno
e non manca nessuno.
Anche chi se n’è andato
è comunque tornato.
Siamo insieme, siam in tanti:
se qualcuno è andato avanti,
sempre dona il suo cuore
dal paradiso di Cantore.
Gli alunni della 3°B
ALPINI A SCUOLA
DIEGO PELLACINI
Fino allo scorso anno nella nostra sezione non vi era stato
un approccio sistematico alla scuola, ad eccezione della lodevole iniziativa del gruppo di Bellusco ad opera di Luigi
Boscarelli, in genere vi erano stati solo vari episodi isolati
d’incontro con le classi. Progettando le iniziative per il raduno del 2° raggruppamento a Monza si è colta l’occasione per un avvicinamento del mondo scolastico, è nata così
l’idea di un concorso letterario sugli alpini dedicato agli allievi dell’ultimo anno della scuola media inferiore (ufficialmente scuola secondaria di primo grado), in quanto solo in quelle classi viene studiato il periodo storico relativo
agli alpini. Da cosa nasce cosa così si è pensato di organizzare in modo più strutturato i nostri interventi nell’ambito scolastico, perciò dopo aver redatto il regolamento del
concorso, per agevolare l’inserimento nelle scuole si è
pensato di interessare l’ufficio scolastico provinciale a patrocinare il concorso. Inoltre si sono predisposti richieste
ai vari istituti in modo di presentare i nostri incontri e le
proposte di gite come supporto per la preparazione degli
elaborati del concorso. Per superare le titubanze e perplessità degli alpini si sono organizzati un paio di riunioni in
cui si sono spiegate le finalità e si è distribuito il materiale
didattico fornitoci dal Centro studi ANA, arrivando a simulare una lezione-incontro con una classe avvalendoci
anche dell’esperienza di chi l’aveva già effettuato tra cui
Gianluca Marchesi. Grazie a questi supporti e incontri al-
cuni Gruppi, si sono resi indipendenti (Bernareggio,
Concorezzo,
Desio,
Gorgonzola, Nova M. e
Seregno), altri Gruppi hanno coinvolto militari che
hanno partecipato alla missione
di
pace
in
Afghanistan (Trezzo e
Vedano), infine altri hanno
utilizzato risorse della sezione
(Casatenovo,
Tregasio e Villa Raverio).
Un grazie particolare al
sempre
disponibile
Cornelio Menoncin, reduce
di Russia, che è intervenuto
a Triuggio e Vedano. Da
segnalare anche una mostra
con reperti militari fatta da
Andrea Motta nella scuola
di Aicurzio. Purtroppo alcuni Gruppi, nonostante tutti i
tentativi, non sono riusciti a ottenere dei risultati soddisfacenti, non scoraggiamoci ritenteremo magari avremo più
fortuna la prossima volta. Tirando le somme dobbiamo
considerare positivo il fatto che 12 Gruppi sono riusciti a
effettuare incontri in ben 14 istituti (3 elementari, 11 medie) contattando oltre 65 classi e circa 1600 studenti. Mi
auguro che questo sia solo l’inizio in quanto l’attività nelle scuole diverrà una delle più importanti per l’ANA, anche in funzione del centenario della Grande Guerra, ma soprattutto perché incontrando gli studenti abbiamo la possibilità di ricordare loro i valori fondanti della società, troppo spesso dimenticati, come i concetti di Patria, dovere, e
solidarietà che noi alpini abbiamo nel DNA.
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VITA
DEI
GRUPPI
GIUGNO 2014
11
50 anni insieme
ROBERTO DECIS VIGANO’
E IGOR DELL’ORTO
Sabato 5 Aprile 2014, con l’alzabandiera alle ore
14,30 presso la baita in via Comina, hanno avuto inizio i festeggiamenti per il 50° della fondazione del
gruppo di Seregno.
La mostra, allestita all’interno e all’esterno della baita, ha voluto raccontare con documenti e fotografie la
storia di questi 50 anni insieme: dalla fondazione del
gruppo fino ad oggi. È stata realizzata grazie al contributo di alcuni nostri soci, di amici degli alpini e altre associazioni d’arma che hanno messo a disposizione cimeli, oggetti e mezzi storici.
La serata di sabato si è conclusa con il concerto dei
cori “Il Rifugio” Città di Seregno e il coro “Voci
d’Alpe di Santa Margherita Ligure, svoltosi presso la
chiesa Maria Ausiliatrice del Don Orione di Seregno.
Concerto molto apprezzato durante il quale sono stati eseguiti alcuni canti cari agli alpini e pezzi inediti.
A fine manifestazione l’alpino Francesco Calonego
presentatore della serata ha letto la preghiera
dell’Alpino e i cori unificati hanno intonato “Il
Signore delle cime”.
Nella mattinata di domenica 6 Aprile, presso Largo
degli Alpini, alla presenza delle autorità il Sindaco
Giacinto Mariani, del presidente sezionale Mario Penati, delle rappresentanze degli autieri, dei bersaglieri, della Protezione Civile comunale,
della Protezione Civile ANA, di
Seregno Soccorso, dei Vigili del
Fuoco, dei Carabinieri, della Guardia
di Finanza, si è tenuto l’alzabandiera.
Il gagliardetto del nostro gruppo,
portato dal nostro alfiere Andrea
Villa e scortato dal capogruppo, è
stato affiancato dal vessillo sezionale e da altri 40 gagliardetti in rappresentanza dei gruppi delle sezioni di
Monza, Milano, Como, e
Vallecamonica e di alcune altre associazioni che hanno voluto condividere con noi questa giornata di festa.
La sfilata con in testa lo striscione dedicato a Don
Gnocchi, accompagnata dalle note festose della
Fanfara della Valcamonica – che ha fatto da colonna
sonora a tutta la giornata – ha percorso le vie imbandierate della città. Dopo aver deposto le corone al
monumento dei caduti e al monumento all’alpino e
dopo i discorsi ufficiali del nostro capogruppo, del
Sindaco, del presidente sezionale, si è diretta presso
la Basilica di San Giuseppe dove all’entrata ci attendeva il nostro reduce Giuseppe Paleari, al quale sono
stati rivolti i dovuti onori. Abbiamo assistito alla
Santa Messa celebrata da Monsignor Bruno Molinari.
Durante l’Omelia Monsignor Molinari ha rivolto gli
auguri al gruppo anche da parte di Monsignore
Angelo Frigerio vicario generale militare, che per
impegni istituzionali non è potuto essere presente.
Al termine della Messa la sfilata è proseguita verso il
collegio Ballerini. Era presente in coda allo sfilamento la mula “Gianna” congedata dall’Esercito, corredata di bastino e portata con maestria dal nostro socio
Sergio Dell’Orto. “Gianna” ha avuto la pazienza di
seguirci per tutto il percorso quasi a ricordare i tempi
della naja.
Giunti al Collegio Ballerini, grazie anche al clima
primaverile, che ha fatto da cornice a questa bellissima festa, gli ospiti hanno potuto gustare, in giardino,
il pranzo conviviale offerto in collaborazione con
l’Associazione Macellai di Seregno, l’Associazione
Cuochi della Brianza, e con la collaborazione degli
alunni dell’istituto alberghiero.
La festa si è conclusa con una piccola sfilata che ha
ripercorso le vie del centro, accompagnata dalla
Fanfara della Valcamonica, che si è recata presso il
monumento all’alpino alle ore 17,00 per l’ammainabandiera.
Il numero elevato dei tanti alpini presenti a questa
giornata dimostra ancora una volta il senso di fratellanza, lealtà, amicizia e unità che da sempre caratterizza il corpo degli Alpini.
SPIGOLATURE SUL 50° DI SEREGNO
Domenica 6 aprile 2014 il buon Dio ha voluto gratificare con una stupenda giornata di sole questo importante piacevole evento: 50 anni di vita di un gruppo alpino nato nel lontano 1964 per iniziativa di uno
sparuto gruppetto di alpini che avevano chiaro nella
loro mente e soprattutto nel loro cuore il vero e
profondo significato dell’essere “alpini”.
Attraverso questo lungo periodo sono state affrontate
svariate prove e difficoltà, tutte superate con la determinazione che deriva dalla certezza di essere destinatari di una missione: perpetuare il patrimonio di valori lasciati dai nostri veci, in particolare da coloro che
hanno superato la tremenda prova della guerra, ma
ancor più da chi “non è tornato a baita”.
Alcuni piccoli esempi: lo sfratto dalla sede di via
Bologna 86, dopo che l’avevamo arricchita di tutto
ciò che ci poteva servire. E la motivazione?
Occorreva al figlio, che si sarebbe dovuto sposare.
Quella casetta è ormai in completo abbandono fin dal
lontano 2006.
Poi abbiamo dovuto accettare la scomparsa di
Gioanela, colpito da ictus e mai ripresosi.
Era l’anima del gruppo, uno dei fondatori, tra i primi
ad accorrere nel 1976 in Friuli sconvolto dal terremoto, sempre attento a perseguire in ogni occasione le
GIGI
scelte associative più appropriate ai dettami dello
Statuto.
Ora, grazie all’interessamento del socio Riccardo,
possiamo avvalerci di una comoda e dignitosa baita e
siamo qui a festeggiare i primi 50 anni di vita!
I tempi da allora sono profondamente cambiati e sono state radicalmente stravolte le condizioni di vita
della società in cui viviamo e che potrebbero minare
dall’interno il “sano buonsenso montanaro” dell’alpino.
Oggi però abbiamo potuto vedere volti gioiosi, scambi calorosi di saluti fra alpini di gruppi e addirittura
sezioni diverse, abbracci sinceri tra bocia e veci, nonché fra alpini e mogli di altri alpini. Tutto ciò lascia
nell’animo un senso di incoraggiamento a non lasciare il vecchio faticoso ma sicuro sentiero che attraverso una genuina voglia di onorare la memoria dei nostri veci con le scelte di ogni giorno, con una ferrea
volontà di perseguire i fini statutari, specialmente
quelli più ardui da raggiungere (rispetto alle “mode”
del momento e agli altri pseudo valori che la società
moderna ci propina), andando al sodo col privilegiare l’essere all’apparire.
Alcuni piccoli esempi possono guidarci nel verificare
le cose che rimangono rispetto a quelle destinate a vita breve.
Uno dei capigruppo che all’epoca delle azioni
dell’ANA in difesa della leva in consiglio comunale
avevano avversato l’approvazione di un apposito
OdG per tale finalità, proprio davanti al monumento
all’alpino si presentava al nostro rappresentante di allora per scusarsi del suo ritardo alla cerimonia: le iniziative importanti lasciano un segno indelebile!
Altro piccolo flash: Angela, sposa fedele ed attenta,
ha accompagnato alla manifestazione del 50° del
gruppo Luigi Mariani, uno dei nostri soci più anziani,
che per tanti anni ha collaborato alle iniziative associative.
Tra gli alpini convenuti per l’occasione, una rappresentanza proveniente da Cimbergo viene a portare il
suo saluto con l’usuale cordialità: cambiano i vertici
dei gruppi, ma i rapporti veri non mutano nel tempo,
ma durano negli anni. Grazie per questa vicinanza.
Ultimo piccolo flash che riguarda la nostra madrina:
quasi giunti al collegio Ballerini, ella sta osservando
lo sfilamento davanti alla propria abitazione in compagnia di alcuni suoi famigliari: un semplice cenno di
saluto con la mano le suscita un bel sorriso: una carezza leggera ha sfiorato sul volto tanto amato dal
“suo Piero”, il dottor Redaelli.
Questi sono solo alcuni dei gioielli che hanno punteggiato il giorno della celebrazione del 50° di
Seregno.
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VITA
GIUGNO 2014
DEI
GRUPPI
In memoria del soldato Giulio Viganò
GUIDO SALA
Le celebrazioni del 4 novembre sono state dedicate alla memoria del soldato Giulio
Viganò, nato a Veduggio il 22 febbraio 1909, e morto a Essen, in Germania, il 22 marzo 1944 come I.M.I. – internato militare italiano – l’acronimo usato dai tedeschi per
definire i militari italiani che non avevano voluto aderire alla Repubblica Sociale
Italiana, e di conseguenza deportati in Germania come traditori. Le spoglie di Giulio
Viganò sono state rimpatriate dopo quasi 70 anni dalla sua ultima partenza da
Veduggio, grazie al grande lavoro svolto dalla figlia Rosangela, che dal cimitero di
Amburgo dove era deposto ha deciso di
riportarlo al suo paese natale. Le celebrazioni sono iniziate venerdì 1 novembre, il giorno di Tutti i Santi, quando alle 17.00 si sono deposte le spoglie di
Giulio Viganò nella Cappella della
Sacra Famiglia dove, resi gli onori delle
bandiere, sono state vegliate ininterrottamente fino alla mattina di domenica 3
novembre. Alle ore 21.00 dello stesso
giorno, presso la sede ANA/CAI di Via
della Valletta si è tenuto un interessante
convegno da parte del Dott. Andrea
Trotti sul forte di Colico e sulla linea
Cadorna: un sistema di fortificazioni
non molto conosciuto – si tratta in verità
della seconda linea difensiva approntata
appunto dal Generale Cadorna per contrastare un eventuale attacco da parte
degli Imperi Centrali nel caso la
Svizzera avesse lasciato il via libera al
passaggio dei loro eserciti – che passa
sulle Alpi Lepontine e le Alpi Orobie. I
bastioni più importanti sono a ovest il Monte Bisbino, la fortezza naturale del Sasso
Gordona e il Monte Galbiga, a est i formidabili contrafforti del Legnone e del Pizzo
Alto: tutte località molto interessanti che offrono, oltre ad incantevoli sentieri escursionistici, un interesse storico da non sottovalutare. Sabato 2 novembre presso la Sala
Teatrale Martino Ciceri si è svolta invece l’ottava edizione del tradizionale appuntamento “Canti e immagini per non dimenticare” dove il Coro Alpino Orobico di
Boccaleone – Sezione ANA di Bergamo – ha omaggiato i caduti di tutte le guerre e in
particolar modo il nostro soldato Giulio Viganò. Il Coro di Boccaleone, fondato nel
2001, ha proposto lungo la serata, grazie anche al Maestro Mauro Zappella, una serie
di canti della prima e della seconda guerra mondiale, fino a canti popolari della montagna. Si è voluto ricordare in particolar modo i 70 anni dalla Ritirata di Russia – quella sciagurata guerra voluta da Mussolini per compiacere l’alleato tedesco – un intervento, tra l’altro, non richiesto dal Fuhrer – con “La Ballata del Soldato”, “Va’
l’Alpin” e “Joska la Rossa”. La guerra di Russia costò agli Alpini 84.000 morti, qualcosa come una media di 6 morti al minuto: cifre spaventose, che non si riescono nemmeno a immaginare. Si è inoltre omaggiato il 95° dalla fine della prima guerra mondiale con i tradizionali “Monte Canino” e “Monte Pasubio”. Non sono mancati momenti più leggeri con “Trentatrè”, la celebre marcia degli Alpini, “Rifugio Bianco” e
il finale con un toccante “Signore delle Cime”. Durante la serata, condotta dal Sig.
Ambrogio Beretta, sono seguiti gli interventi del Sindaco e del Capogruppo di
Veduggio, il Sig. Enrico Fumagalli. Sono stati infine consegnati tre premi: il primo al
reduce di Russia Sig. Elia Riva – che tra l’altro compiva proprio il 2 novembre 92 anni – e i premi “Montagna e Solidarietà” al
Sig. Carlo Valsecchi – per l’impegno nella
costruzione delle baite e l’instancabile attività a servizio della montagna – e al Sig.
Giuseppe Negri, per il servizio durante il
terremoto del Friuli nel 1976. Domenica 3
novembre si è proceduto infine alle esequie
solenni del fante Giulio Viganò, con ritrovo
presso la Cappella della Sacra Famiglia alle
8.30 da dove, fatti nuovamente gli onori
delle bandiere, il corteo è avanzato per le
strade del paese fino alla Piazza del Ricordo,
dove è stata deposta una corona commemorativa, e alla Chiesa Parrocchiale, con la S.
Messa officiata da Don Antonio Bertolaso.
Si è proceduto quindi alla benedizione dei
cippi commemorativi dei Caduti e Dispersi,
con interventi da parte del Sindaco Gerardo
Fumagalli e del vicepresidente della Sezione
Alpini di Monza Sig. Robertò Viganò. Da
ultimo, le spoglie del soldato Giulio Viganò
sono state accompagnate al cimitero dove
sono state solennemente tumulate.
Cosa rimane di queste giornate? In tutti i discorsi tenuti si è voluto ricordare il 4 novembre, le guerre mondiali, l’Unità d’Italia, le Forze Armate, l’impegno e il sacrificio
di tanti soldati per la libertà che ora godiamo. Tutte cose giustissime, soprattutto in un
paese come il nostro affetto da diffuse amnesie e scarsa conoscenza del proprio passato. Personalmente l’intervento che mi è piaciuto di più è stato quello di Giuseppe
Negri. Cito a memoria, non avendo potuto trascriverlo: “Una volta si diceva che i fiumi e le montagne – lo spartiacque insomma – dividessero le nazioni e i popoli. Ora è
più bello pensare che i fiumi e le montagne uniscono i popoli”. Ed è vero. Basti pensare alle Alpi: sul lato sud l’Italia, sul lato nord la Francia, la Svizzera, la Germania,
l’Austria e la Slovenia: tutti stati che si sono sgozzati allegramente per secoli,
Svizzera inclusa. E proprio per evitare che si torni a fare ciò, e che il bel pensiero di
Giuseppe Negri continui a trovare attuazione, che è necessario ricordare il 4 novembre.
RICORDANDO BERETTA ELIA
SCHIPIE
Un altro amico carissimo, di vecchissima data, è andato
avanti. Beretta Elia classe 1931 del 5° Rgt Alpini, Btg
Tirano nel 1953-54 a Malles. Si è spento nel mese di dicembre 2013, un mese dopo che il fratello, Don Natale lo
aveva preceduto.
È stato socio della sezione nel 1958. Quando mi sono
iscritto per la prima volta all’ANA lui c’era già e da allora
è nata una profonda e sincera amicizia perché, oltre ad essere alpini, ci legava la grande passione per la montagna.
Infatti è stato uno dei fondatori della società alpinistica
monzese Penna Azzurra assieme al comune amico Dino
Frigerio. Grande e instancabile camminatore e atleta di inverno indossando gli sci di fondo, sembrava colui che abbassa la testa alla partenza e la rialza all’arrivo dopo parecchie ore di scarpinata. Pur non avendo l’auto si avvicinava
alla montagna in treno o in pullman. Aggirava o scavalcava monti e valli scattando infinite diapositive di panorami,
visti dalle cime a tutte le ore per rimarcarne la bellezza,
non tralasciando di ritrarre fiori e animali che incrociava
sul proprio cammino. Amava tutti gli aspetti della natura, e
amava la solitudine ma sapeva stare in compagnia risultando simpatico.
Ha ricoperto per diversi anni la carica di consigliere sezionale, ha collaborato per la fondazione del gruppo Monza
Centro avvenuta nel 1984, poi giunto all’età pensionabile
chiuse la bottega di Little Shoemaker che era diventata un
luogo di ritrovo per tutti gli amici cha andavano a trovarlo
per svariati motivi. Ci si recava a scambiare opinioni, a
chiedere consigli, oppure per comprare scarpe o farle riparare. Lo si trovava seduto davanti al banchetto con martello per battere il cuoio, chiodini tenuti in bocca, e con la lesina per cucire.
Ha lasciato Monza, quartiere Cederna, per essere vicino al
fratello, Parroco di Olgiate Molgora. Si è quindi iscritto al
gruppo alpini locale, ma non dimenticava di tornare saltuariamente a Monza per ritrovare gli amici alpini o della
Penna Azzurra fino al momento in cui doveva correre per
non perdere l’ultimo treno.
C’eravamo anche noi alpini del gruppo di Olgiate e del
gruppo di Monza alle esequie concelebrate da Padre
Illuminato Colombo – ora Padre Guardiano del Convento
di Sabbioncello – vecchia nostra e sua cara conoscenza risalente al periodo dell’anno giubilare 2000, nel Santuario
Francescano della Madonna delle Grazie di Monza.
Ciao Elia, lassù avrai certamente incontrato Dino,
Valentino, Giuseppe, Tullio, Tino, Alberto, Vincenzo,
Ulisse e tutti gli alpini monzesi e gli amici della Penna
Azzurra che ti hanno preceduto e che ora potrai riabbracciare e riprendere il rapporto amichevole interrotto. Non ti
dimenticheremo.
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VITA
DEI
GRUPPI
GIUGNO 2014
13
L’Italia unita a scuola
ROBERTO TESSER
I ragazzi e i docenti della scuola primaria di via Tolstoj di Desio ci hanno invitato per
partecipare alle celebrazioni dell’unità Italiana, dell’inno Nazionale, e della Bandiera
Tricolore, che si è svolta lunedì 17 marzo, anniversario della nascita del Regno d’Italia
nel lontano 1861. Prima della celebrazione principale si è svolto un prologo il venerdì
precedente in auditorium dove abbiamo tenuto una piccola lezione descrittiva del come è
nata la nostra Bandiera, e abbiamo ricevuto dai ragazzi le loro impressioni sul tricolore.
Ebbene i ragazzi ci hanno stupito con le loro dichiarazioni e commenti sulla nostra bel-
lissima Bandiera Nazionale. Il lunedi successivo la manifestazione si è svolta nel cortile
scolastico con la presenza dei genitori, degli Alpini, del gruppo Bersaglieri,dei
Carabinieri, della Protezione Civile, dei Pompieri, della Croce Rossa, della Polizia
Locale, della Direzione scolastica e del Sig. Sindaco. Meravigliosa la coreografia creata
dai ragazzi che hanno composto la Bandiera con i loro abiti raffiguranti i tre colori della
Bandiera appunto e intonato poi l’Inno Nazionale. Abbiamo poi fatto l’alzabandiera con
i ragazzi e quando la nuova bandiera, donato alla scuola da noi Alpini, è giunto all’apice
del pennone terminato l’inno Nazionale un fragoroso applauso ha riempito i nostri vecchi ma felici cuori.
Che onore
FELICE ELLI
Quando il nostro Parroco, don Luigi Caimi, ci ha fermato per strada comunicandoci di essere in possesso di una reliquia di don Carlo Gnocchi, oltre all’emozione e all’orgoglio che
ci ha subito pervasi, ha iniziato a frullare nella mente di tutti noi, e in particolare del capogruppo Graziano, come omaggiare questo dono giunto inaspettato a Nova Milanese. Si
è subito organizzato un direttivo per soddisfare questa voglia che fremeva. Il primo pensiero è stato di contattare il Gruppo Alpini di Bernareggio che già da qualche anno celebra
la data di beatificazione del nostro Cappellano. L’idea era di creare un’alternanza annuale
delle celebrazioni per non avere troppi
appuntamenti con lo stesso intento celebrativo. Ci siamo però accorti che i nostri amici ormai fanno di questo giorno
un momento importante della vita annuale del proprio Gruppo e dell’intera
Sezione di Monza. È stato quindi inevitabile creare un obiettivo diverso, ma
comunque legato al compianto don
Carlo Gnocchi. Nessuno ancora aveva
inserito nelle celebrazioni la data della
sua morte, il 28 febbraio del 1956, quando don Carlo si spense a 54 anni con ancora tanto da donare agli altri. Ma questi
54 anni sono bastati per renderlo indimenticabile nei nostri cuori. Definito
Cappellano per amore, come prete insegnante ha voluto seguire da volontario i
suoi giovani sui fronti di guerra più martoriati: prima in Grecia e in Albania, poi
in quella campagna di Russia contrassegnata da una disfatta, in una guerra che
loro non hanno voluto. Con la sua presenza accanto ai suoi giovani è diventato emblema e memoria del sacrificio degli Alpini in quelle terre lontane e da
quella tragica esperienza è nato il progetto di don Gnocchi: portare l’amore e
il conforto dove c’è dolore, disperazione
e sofferenza. Ciò che ha saputo creare
poi, in tempo di pace, lo ha reso ancor
più amato da tutti gli Alpini che oggi lo pongono, in una ideale graduatoria di affetti, al pari del proprio Santo protettore San Maurizio. Noi di Nova lo avevamo già scelto come simbolo centrale del nostro monumento, in particolare per il grande valore della solidarietà
che ha saputo trasmettere in tutti noi. Alla base del nostro monumento è riportata questa
sua frase: “Ogni disordine morale è un atto di guerra. La vita rinasce nella dolcezza
dell’amicizia”. Oggi abbiamo l’occasione di venerarlo ancora di più per questo dono speciale che ci è stato fatto grazie all’amicizia fraterna del nostro parroco con un suo concittadino, don Maurizio Rivolta, Rettore a Milano del Santuario dedicato a don Carlo
Gnocchi, che ha fatto pervenire a Nova Milanese un frammento osseo del nostro Beato.
Questa reliquia non poteva trovare posto migliore perché va ad aggiungersi a quelle di un
capello di Giovanni Paolo II e ad un pezzetto di veste di Giovanni XXIII nel reliquiario
della Sacrestia in Chiesa Sant’Antonino di Nova Milanese. Il 1 marzo 2014, ci si è dati appuntamento al Parco degli Alpini di via Zara, e in corteo con le nostre maggiori autorità
pervenute, dal nostro Sindaco Rosaria Longoni al nostro Presidente di Sezione Mario
Penati, alle penne nere, giunte dalla
Sezione di Monza e da alcuni Gruppi
Brianzoli, accorse ancora una volta intorno al loro Cappellano, abbiamo raggiunto la piazza principale nonostante le
difficoltà di una giornata piovosa che ha
messo a dura prova la Banda Santa
Cecilia che ci accompagnava.. Nella
suggestione della nostra chiesa colma di
gente, ci siamo ritrovati commossi attorno alla reliquia per ricordare don Carlo
Gnocchi a 58anni dalla sua scomparsa.
Una gigantografia del Beato dominava
da sopra l’altare tutta la platea e qualcuno ha sottolineato di non averla mai vista tanto in alto, issata ad almeno venti
metri dal suolo dove si è celebrata la
Santa Messa. Non bisogna dimenticare
la preziosa presenza di una rappresentanza degli ex-allievi del Beato, tra i primi a essere ospitati nella sua casa di
Arosio. Presente anche una folta rappresentanza dell’AIDO novese, niente affatto casuale perché don Gnocchi è ricordato come uno tra i primi donatori di
organi. I canti del coro alpino
Nikolaevka di Desio ci hanno invogliato
a dire sì al progetto voluto da Dio per
ciascuno di noi e dividerlo nella fiducia
e umile generosità di ogni giorno come
ci ha insegnato don Carlo Gnocchi. Al
termine della celebrazione il nostro arrivederci è stato esteso ai tanti appuntamenti che caratterizzeranno questo importante 2014 della Sezione Monzese, senza però dimenticare
che anche nel prossimo anno omaggeremo ancora il ricordo del nostro Beato come evento ormai entrato di diritto nelle attività annuali del Gruppo Alpini di Nova Milanese.
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VITA
GIUGNO 2014
DEI
GRUPPI
L’emozione di un incontro
GIANCARLO PADOVAN
Mi diceva il nostro Vice Presidente sezionale dott. Biffi: «mi piace scrivere sui giornali,
però soltanto quando posso raccontare le emozioni che provo per fatti personali, oppure
quando posso descrivere le emozioni altrui nelle quali mi sento avvolto da un riflesso pregnante».
Come non condividere tale pensiero del nostro eclettico Vice Presidente!
Che cos’è dunque questo sentimento così tanto diffuso e così tanto personale, che chiamiamo emozione? A mio parere esso è l’essenza della vita.
Ma, come la vita, anche l’emozione ha diverse sfaccettature e per
ciascuna di esse è alquanto difficile raccontare ciò che si prova.
Diventa quindi complicato far comprendere, a chi ci legge o ci ascolta, il turbinio di pensieri, di ricordi, di dimenticanze e anche di confusione che si vivono in quei momenti.
È ciò che sta capitando a me adesso mentre provo a comunicarvi il
calore, il cuore che batteva forte e la lacrima con i quali sabato 18
u.s. a Ronco Briantino, a margine della riunione del Consiglio di
Sezione allargato ai Capigruppo, ho avuto l’opportunità di rivedere
dopo quasi 45 anni l’alpino Negri Luigi, con il quale nel 1969 ho
vissuto alcuni mesi di naia al distaccamento alpino di Prato alla
Drava, propaggine del battaglione Alpini d’Arresto “Val Brenta” di
S. Candido in alta valle Pusteria, a ridosso del confine con l’Austria.
Erano tempi in cui le spinte separatiste e gli attentati terroristici in
Alto Adige purtroppo erano ancora di grande attualità (due anni prima vi fu la strage di cima Vallona in Comelico Superiore) e la vita
nel distaccamento militare, autonoma e faticosa, era sempre sottilmente pervasa, giorno e notte, da un alone di ansia e di allerta.
Dopo un istintivo e commovente abbraccio tra noi due, nei concitati
racconti che seguirono, le situazioni, le vicende, le figure ormai sbiadite degli altri compagni d’arme di quel tempo, sembravano consegnate al passato soltanto ieri. In tre quarti d’ora ci siamo raccontati
quasi tutto: come eravamo, come siamo, il tutto in gran fretta quasi temendo che il tempo
ci sfuggisse ancora e che frapponesse tra noi altri 45 anni, vale a dire ... l’eternità.
Ed è piacevolmente rimarchevole e forse ovvio come il rapporto gerarchico, che pure a
quel tempo c’era stato tra noi due, si sia dissolto sotto l’egida del nostro “comune” cappello pennuto, come si deve e si usa fra uomini che si trovano ad affrontare insieme la
montagna, parimenti aspra e difficile per tutti e per ciascuno.
Ciao Luigi, chissà che il futuro ci riservi altri graditi incontri alpini come il nostro e allora sarà ancora una grande festa di cuori per tutti (... sperando che reggano alla troppa emozione).
UN BERSAGLIERE CHE AMA GLI ALPINI
ADRIANO LACCHIN
Da diversi numeri potete leggere regolarmente sul nostro
giornale articoli interessanti che riguardano la nostra storia
a firma di Alessandro Brignole. Ebbene questo signore non
è un alpino ma bensì un bersagliere ed è iscritto al gruppo
di Gorgonzola come Amico. Incuriosito da tale conoscenza e interesse per il corpo degli alpini ho chiesto un suo
commento e una spiegazione in proposito e che qui di seguito Alessandro mi racconta:
«L’affetto e la profonda stima per gli alpini cominciai a
elaborarla alle scuole elementari, la prima lettura che
adottò la maestra fu: “Le scarpe al sole” memorie di Paolo
Monelli che narravano il sacrificio degli alpini durante la
guerra del 15/18, le sue esperienze personali vissute durante la terribile battaglia dell’Ortigara. Ancora oggi ritengo il
corpo degli alpini e l’Associazione Nazionale Alpini uno
dei pochi punti di riferimento della nostra società, uno degli ultimi baluardi a difesa delle nostre tradizioni, dei nostri valori. Al momento di svolgere il servizio militare nel
1990 espressi la preferenza di svolgere servizio nelle
Truppe Alpine ma invece fui destinato alla Scuola di
Fanteria e Cavalleria. Rimasi deluso, ma poi mi innamorai
del corpo dei Bersaglieri al quale ero stato assegnato.
Frequentai così il 141° Corso Allievi Ufficiali poi destinato al 23° Battaglione Bersaglieri di stanza a Tauriano di
Spilimbergo in provincia di Pordenone e proprio a
Tauriano incontrai l’umanità alpina.»
Qui, Alessandro, mi racconta un episodio significativo degno di essere conosciuto che io sono felice di riportare.
«Era il 4 novembre 1991 e il Comandante la caserma aveva organizzato una cerimonia per commemorare la Vittoria
del 1918. Quel giorno fui comandato Ufficiale di Picchetto
ed ebbi la consegna di accogliere tutti gli invitati e di controllare i relativi accreditamenti. Fu una mattinata caotica,
che lasciò me e le guardie senza respiro. Una moltitudine
di auto blu e Gallonati. Tutti, dico tutti, dal Generale
Comandante il V° corpo d’Armata al sindaco di Pordenone,
erano di fretta e stizziti, anzi scocciati di doversi dichiarare a questo sbarbatello con il cappello piumato e la fascia
azzurra. Ad un tratto udii il Sergente d’ispezione chiamar-
mi concitato; Tenente!! c’è stà una penna bianca.
Ordinai per l’ennesima volta il fuori la guardia, puntai lo
sguardo verso l’ingresso e vidi una Fiat Tipo verde
dell’esercito, una vettura di servizio che normalmente non
era addibita al trasporto di ufficiali superiori, lì ferma.
Sgranai gli occhi e vidi un Generale degli alpini fermo davanti alla vettura, davanti all’ingresso. Con un perfetto saltino-partenza raggiunsi di corsa l’ufficiale porgendogli il
saluto militare, ricordo il sorriso bonario e semplice di quel
Generale che mi aprì il cuore. Ricambiò educatamente il
saluto e dopo avermi esibito l’invito e le dovute credenziali, mi chiese, con squisita gentilezza, se era possibile accedere con l’auto???!!!!!!. Rimasi sbigottito sia dal suo contegno cosi informale e umano per essere un Generale, e per
Periodico dell’Associazione Nazionale Alpini
Sezione di Monza
Corso Milano 39 - 20052 Monza - Tel. e Fax
039/367.068
C/C postale n. 3199200
Gratuito ai soci
Direttore responsabile: Andrea Cremonesi
Hanno collaborato: Biffi Marco, Caccia Clemente,
Cremonesi Andrea, Crespi Giancarlo, Cuomo Giovanni,
Dell’Orto Igor, Elli Felice, Ghezzi Gian Luca, Lacchin
Adriano, Marca Luigi, Morelli Federico, Mosca Fulvio,
Mottadelli Norberto, Padovan Giancarlo, Pellacini Diego,
l’autorizzazione richiesta chiaramente risposi positivamente, lui ringraziò, mi strinse la mano, salutò i soldati di guardia, risalì sulla Tipo di fianco all’autista, ed entrò.
Prima di essere un Generale, era un alpino, prima di essere
un alpino,era Uomo e quell’uomo mi insegnò che per essere un buon ufficiale è necessario possedere un cuore. Quel
Generale che poi scoprì era il Comandante la Brigata
Cadore contribuì a accrescere in mè l’affetto per gli alpini.»
Grazie Alessandro per questa bellissima testimonianza di
affetto. Comunque, W anche i Bersaglieri!
Ruga Gianni, Sala Guido, Schiatti Piero, Tesser Roberto,
Tevisio Alberto, Viganò Roberto, Viganò Decìs Roberto
Autorizzazione del Tribunale di Monza n. 350
del 27-9-1979
Stampa: A.G.BELLAVITE srl, Missaglia (Lc)
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VITA
DEI
GRUPPI
GIUGNO 2014
15
La mostra “L’Alpino non sta bene...
se non fa del bene!”
GIOVANNI CUOMO
In questa fatidica data del 24 maggio, provate a ritornare con la mente a 99 anni orsono,
quando s’iniziò quella che a ragione fu definita la IV Guerra d’Indipendenza, ebbene è
stata inaugurata nella meravigliosa cornice di Villa Brivio, a Nova Milanese, ove ha sede
l’Ufficio Cultura, la mostra storico-postale di cui sopra. Il titolo è alquanto emblematico,
impegnativo, sono semplici parole che però esprimono compiutamente il significato
dell’essere Alpini, e al giorno d’oggi Alpine, sia in armi, sia soprattutto in congedo.
Questa manifestazione organizzata dal Gruppo Alpini di Nova Milanese, appartenente alla Sezione A.N.A. di Monza, e con il supporto espositivo di collezioni di Consoci del CIFR, è una delle varie tappe, svolte e che si svolgeranno, nell’ambito del solenne Raduno
del 2^ Raggruppamento delle Sezioni a Gruppi A.N.A. di Lombardia ed EmiliaRomagna, un percorso iniziato nel gennaio scorso e tuttora in atto con diversi eventi e manifestazioni, di cui questa Mostra ne ha fatto parte, il momento culminante saranno i giorni 18 e 19 ottobre, con la grande sfilata che si terrà nella capitale briantea.
La manifestazione novese ha avuto un eccellente successo, a cui mi sento di aggiungere
per completezza e verità storica, l’aggettivo: splendida, vuoi per la partecipazione totale
delle penne nere novesi, vuoi per la partecipazione del Presidente e del Consiglio della
Sezione ANA di Monza, e per l’importante e preziosa partecipazione di due grandi generali alpini: Cesare Di Dato, già Direttore della Rivista dell’ANA, “L’Alpino” e di
Giuseppe Affini, già Comandante della prestigiosa Scuola Militare Teulié di Milano e di
compatta cornice di pubblico. Si è iniziato con l’alzabandiera e relativi onori ed il canto
corale che accompagnava le note dell’Inno nazionale. Quindi dopo i saluti e i ringraziamenti, anche per le importanti e belle espressioni rivolte al pubblico dalle Autorità militari e civili presenti, si è proceduto, da parte del Sindaco, Rosaria Longoni alquanto com-
mossa, al taglio inaugurale del nastro tricolore: la Mostra era così ufficialmente aperta. I
ringraziamenti debbono essere anche estesi al personale componente l’Ufficio Cultura,
che con grande professionalità e dedizione hanno contribuito alla realizzazione.
La Mostra è stata oggetto di visita da parte di scolaresche, alquanto interessate … e chissà che fra queste ragazze e ragazzi non si trovi qualche futura Penna nera o addirittura
bianca!
Incontro con Piergiorgio Boschiero
GIANNI RUGA
In questa fatidica data del 24 maggio, provate a ritornare con la mente a 99 anni orsono,
quando s’iniziò quella che a ragione fu definita la IV Guerra d’Indipendenza, ebbene è
stata inaugurata nella meravigliosa cornice di Villa Brivio, a Nova Milanese, ove ha sede
l’Ufficio Cultura, la mostra storico-postale di cui sopra. Il titolo è alquanto emblematico,
impegnativo, sono semplici parole che però esprimono compiutamente il significato
dell’essere Alpini, e al giorno d’oggi Alpine, sia in armi, sia soprattutto in congedo.
Questa manifestazione organizzata dal Gruppo Alpini di Nova Milanese, appartenente alla Sezione A.N.A. di Monza, e con il supporto espositivo di collezioni di Consoci del CIFR, è una delle varie tappe, svolte e che si svolgeranno, nell’ambito del solenne Raduno
del 2^ Raggruppamento delle Sezioni a Gruppi A.N.A. di Lombardia ed EmiliaRomagna, un percorso iniziato nel gennaio scorso e tuttora in atto con diversi eventi e manifestazioni, di cui questa Mostra ne ha fatto parte, il momento culminante saranno i giorni 18 e 19 ottobre, con la grande sfilata che si terrà nella capitale briantea.
La manifestazione novese ha avuto un eccellente successo, a cui mi sento di aggiungere
per completezza e verità storica, l’aggettivo: splendida, vuoi per la partecipazione totale
delle penne nere novesi, vuoi per la partecipazione del Presidente e del Consiglio della
Sezione ANA di Monza, e per l’importante e preziosa partecipazione di due grandi generali alpini: Cesare Di Dato, già Direttore della Rivista dell’ANA, “L’Alpino” e di
Giuseppe Affini, già Comandante della prestigiosa Scuola Militare Teulié di Milano e di
compatta cornice di pubblico. Si è iniziato con l’alzabandiera e relativi onori ed il canto
corale che accompagnava le note dell’Inno nazionale. Quindi dopo i saluti e i ringraziamenti, anche per le importanti e belle espressioni rivolte al pubblico dalle Autorità militari e civili presenti, si è proceduto, da parte del Sindaco, Rosaria Longoni alquanto commossa, al taglio inaugurale del nastro tricolore: la Mostra era così ufficialmente aperta. I
ringraziamenti debbono essere anche estesi al personale componente l’Ufficio Cultura,
che con grande professionalità e dedizione hanno contribuito alla realizzazione.
La Mostra è stata oggetto di visita da parte di scolaresche, alquanto interessate … e chissà che fra queste ragazze e ragazzi non si trovi qualche futura Penna nera o addirittura
bianca!
A TREZZO GLI ALPINI NELLE SCUOLE MEDIE
CLEMENTE CACCIA
Giovedì 3 aprile 2014 nell’ambito delle celebrazioni dell’Ottantacinquesimo di
fondazione della Sezione di Monza, in occasione del raduno del II
Raggruppamento e per rendere edotti gli studenti per il concorso letterario, abbiamo avuto l’autorizzazione dalla Dirigenza Scolastica dell’Istituto Comprensivo
“Ai Nostri Caduti” di poter avere un’incontro con gli studenti delle classi 3^ della scuola primaria di secondo grado.
All’incontro hanno partecipato il presidente della nostra sezione Mario Penati e il
Ten. Col. Mario Renna, il quale ha tenuto una lezione con un video girato sulla
missione in Afganistan e uno sulle attività che svolgono gli alpini attualmente in
servizio.
Prima dell’intervento dell’alto ufficiale, gli studenti, guidati dall’insegnante di
musica hanno eseguito l’Inno di Mameli e hanno seguito in religioso silenzio
l’Onore ai Caduti suonato alla tromba dall’amico Paolo Pagnoncelli.
I ragazzi hanno seguito con molta attenzione l’intervento del Colonnello e hanno
impegnato lo stesso con molte domande.
Un sentito ringraziamento al Dirigente Scolastico Prof. Benedetto Caressa per la
cortesia e la disponibilità dimostrata e per l’intervento fatto, alla collaboratrice vicaria Prof.ssa Vera Cantù e al corpo docenti presente.
Al termine dell’incontro, dopo lo scambio di omaggi, abbiamo avuto l’onore di
accompagnare il Colonello sulla Torre del nostro Castello per contemplare il paesaggio trezzese.
Per ulteriori informazioni ed approfondimenti http://www.anamonza.it
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VITA
GIUGNO 2014
PASSO DOPO PASSO
5-7 Settembre
Stand in piazza in occasione Gran Premio
Nazionale d’Italia in piazza Trento e Trieste,
Monza
11-26 Ottobre
Mostra “Alpini ieri, Alpini oggi, Alpini sempre”
presso la Galleria Civica, Monza
11 Ottobre dalle 10,00 alle 18,00
Esposizione automezzi militari d’epoca piazza
Roma, Monza
11-12 Ottobre dalle 15,00 alle 19,00
Castagnata Sezionale e carosello fanfare
piazza Trento e Trieste, Monza
11 ottobre ore 21,00
Concerto dei cori alpini “Congedati Brigata
Orobica e Tridentina” Teatro Binario 7,
Monza
14 ottobre ore 11,00
Conferenza stampa di presentazione Raduno
2° Raggruppamento Palazzo Comunale, Sala
Giunta
17 ottobre ore 18,00
Concerto “Note Alpine” con Orchestra
Giovanile Provinciale Teatro Manzoni, Monza
DELLA
SEZIONE
17 ottobre ore 21,00
Concerto con i cori alpini della Sezione di
Monza e premiazione concorso letterario
Teatro Manzoni, Monza
18 ottobre ore 14,30
Le Autorità civili ricevono il Presidente
Nazionale e i Presidenti Sezionali del 2°
Raggruppamento ANA Palazzo
Comunale, Monza
18 ottobre ore 15,00
Carosello Fanfara Alpina Militare piazza
Trento e Trieste, Monza
18 ottobre ore 17,00
Onorcaduti e sfilata verso piazza Duomo
piazza Trento e Trieste, Monza
18 ottobre ore 18,00
Santa Messa Duomo di Monza
18 ottobre ore 21,00
Spettacolo teatrale “Frammenti: una storia
italiana” Teatro Manzoni, Monza
19 ottobre dalle 8,30
Ammassamento Giardini Villa Reale, Monza
Alzabandiera – Onori – Discorsi autorità –
Inizio sfilata
Onori finali e passaggio stecca piazza Trento
e Trieste, Monza
43° Campionato Nazionale ANA di corsa
in montagna
FEDERICO MORELLI
Dopo aver saltato l’anno scorso per infortunio il campionato nazionale ANA di corsa in
montagna, eccomi pronto a difendere i colori della Sezione di Monza in questa gara.
Quest’anno per la prima volta si svolgono le Alpiniadi estive, che comprendono le gare di
staffetta, marcia di regolarità, duathlon, torneo di calcio e gara individuale di corsa in
montagna.
Sono gare suddivise in tre giorni che hanno come quartier generale Borgo San Dalmazzo,
cittadina in provincia di Cuneo vicina alle montagne, competizioni che si svolgono nelle
località delle vallate circostanti.
Riesco a trovare un socio del mio gruppo di Villasanta, Gianni Colnago, che mi accompagna e supporta, così da rendere più agevole la trasferta.
Partenza da Villasanta domenica mattina alle 4.30, dopo circa tre ore siamo a Cervasca,
piccolo paesino ai piedi delle montagne cuneesi pieno di tricolori sui balconi e lungo le
vie.
Ottima la logistica e l’accoglienza da parte degli alpini locali, è sempre piacevole l’atmosfera che si respira in queste manifestazioni, piena di entusiasmo e allegria.
Dopo aver scattato qualche fotografia, ritiro il pettorale, faccio un giretto in paese con
Gianni e sulla cartina visiono il percorso che misura 11,500 km e un dislivello di 500 mt.
Dalla planimetria le salite e le discese non sembrano particolarmente ripide, ciò mi fa ben
sperare in quanto soffro le discese strette e sconnesse.
Guardiamo la partenza alle 9.00 delle categorie over 50, accompagnata dalla musica della banda locale, vado negli spogliatoio a prepararmi e alle 9.30 esco a fare riscaldamento.
La giornata è calda, confidando nella frescura del bosco, vado alla punzonatura ed entro
nella zona partenza; siamo circa 240 atleti provenienti da tutto l’arco alpino e appenninico, suddivisi in 4 categorie.
La tensione sale, l’orologio con il cardio mi segnala 110 battiti al minuto, sono pronto,
dopo le raccomandazioni di rito, ecco finalmente il colpo di pistola liberatorio.
Cerco di partire forte ma la strada è stretta e rimango un pò imbottigliato, nella prima salita riesco a rimontare posizioni correndo come desidero.
La prima parte del percorso è tutta in salita per circa 5 km con tratti in falsopiano, dopo
ci sono 2 km con salite e discese, riesco a correre bene, al 7° km si gira intorno a un
Santuario degli Alpini e inizia la discesa.
Riesco a difendermi mantenendo la posizione e mi presento per gli ultimi 2 km, in leggera discesa, bene in spinta.
Riesco a fare il rush finale, mi sembra di essere andato bene, infatti Gianni non mi aspetta così presto e non riesce a fotografarmi all’arrivo.
Puntuali alle 12.30 ottimo pranzo alpino nella struttura locale, dove io prendo dolcetti per
la famiglia e Gianni la bottiglia di vino delle Alpiniadi.
Alle 14.00 espongono le classifiche dove mi piazzo 29esimo assoluto e 5° di categoria.
Sono soddisfatto della mia prestazione, credo di aver ben rappresentato la sezione di
Monza.
Nel pomeriggio facciamo un giro a Borgo San Dalmazzo, quartier generale delle
Alpiniadi, paese vestito a tricolore, nella piazza principale c’è il tripode acceso e una tribuna per la cerimonia di apertura/chiusura.
Visitiamo un vicino Santuario, dedicato alla Madonna del Monserrato, con alcuni ex-voto degli alpini, ritorniamo alla macchina e rientriamo a Villasanta.
Ringrazio la sezione di Monza, il capogruppo di Villasanta Gabriele Ancri e tutto il consiglio del gruppo, che mi hanno supportato e sostenuto, infine il socio Gianni che mi ha
accompagnato.
Le prossime Alpiniadi si svolgeranno a Saluzzo nel 2016, sempre vicino a Cuneo, speriamo che insieme a me ci sia qualcun’altro alpino a gareggiare per la nostra Sezione.
Per ulteriori informazioni ed approfondimenti http://www.anamonza.it