Feudatari, Vassalli, Valvassori e Valvassini!

#CARRARASIRIBELLA
a cura dell’assemblea permanente
Feudatari, Vassalli, Valvassori e Valvassini!
Da: Inchiostro scomodo un articolo di Francesco Sinatti
“…forse serve ricordare che la zona è finita molte altre volte
sott’acqua, non ultima durante l’alluvione del 2012, e che il
problema vero è la cementificazione assoluta che la Regione ha
di fatto autorizzato. Nella provincia ci sono troppe anomalie: il
nuovo ospedale di Massa è costruito su una palude, il piazzale
Città di Massa realizzato con materiali inquinanti sulla foce del
Carrione, il piazzale ad uso del Pignone sarà ampliato di ben
100 mila metri quadri… Si danno appalti a società che non sono
rintracciabili, mentre la Commissione d’inchiesta sull’argine
crollato sarà presieduta da Lucio Boggi, imprenditore del marmo
già citato a giudizio dalla Procura di Massa per appropriazione
indebita. Una delle cose più tristi… quanto siano lontane le
istituzioni dai cittadini e quanto siano disinteressate alle problematiche della comunità – conclude Staccioli – sebbene il
motivo della loro esistenza sia proprio la tutela delle persone
e del territorio”.
Il resoconto inquietante sulle opere autorizzate e costruite,
nonostante siano state oggetto di ripetute segnalazioni, anomalie, sprechi di denaro pubblico e, in molte circostanze, di
vere e proprie situazioni di pericolo. Solo qualche mese fa, in
circostanze analoghe, i vigili del fuoco segnalavano con una
lettera protocollata alla Procura, alla Regione, alla Provincia
e al Comune di Carrara, un evento simile a quello verificatosi
attualmente sull’argine del fiume Carrione, evidenti le responsabilità nella vicenda.
Ma ciò che risulta ancora più sconcertante è che, a quanto
dice l’assessore regionale Bramerini, la missiva non avrebbe
mai raggiunto gli uffici della Regione nonostante che l’appalto
dell’argine (di cui sopra) sia stato assegnato con:
“…progetto omologato che prevedeva un nuovo muro con
propria fondazione, mentre dagli accertamenti che è stato possibile effettuare risulta che sia stato realizzato un sovralzo del
muro preesistente, in netta difformità da quanto omologato”,
come segnala l’ingegner Alessandro Fignani, (allora) dirigente
responsabile del Genio civile di Massa Carrara, in una nota del
17 novembre scorso.
Ma come è possibile che sfugga “tutto a tutti” nell’imminenza
del disastro, che lettere dei Vigili del Fuoco “non giungano a
destinazione” e che nessuno degli altri enti metta in atto procedure di accertamento sull’assegnazione degli appalti, su ditte e
realizzazione dei lavori? Come sono stati assegnati le decine di
milioni stanziati per i lavori di messa in sicurezza del Carrione?
Qual’è la loro dislocazione e qual’è la loro mappatura? Tutte
domande ovvie e legittime considerando quanto finora accaduto
in quel di Carrara.
Per ora impazza il Toto-responsabilità fra Provincia, Regione e Comune assistiamo alla messa in scena che avvicenda i
dirigenti di riferimento, come succede sempre in questi casi, il
“valzer del cerino spento”, insieme alla scontatissima Commissione d’inchiesta di cui sono noti i risultati in questi casi, cioè
nebbia assoluta!
Occupazione – I cittadini imbufaliti hanno occupato il Comune
chiedendo la rimozione del sindaco Zubbani e il commissariamento dell’ente locale. In ultima istanza di chi dovrebbero
essere la responsabilità in una situazione del genere se non
di un sindaco che governa la città da dieci anni? Un sindaco la
cui rielezione ha allungato ombre di brogli elettorali che hanno
visto la soppressione dei risultati elettorali in quattro sezioni
e venti seggi elettorali rendendo “discutibile” la legittimità del
secondo mandato, con il giudice che ha omologato suddetto
risultato elettorale “promosso” fulmineamente sottosegretario!
Un sindaco spesso garante di equilibri complessi, intricati,
che vedono le cave al centro di uno scandalo a stento mascherato, ma che a più riprese riemerge carsicamente sotto forma di:
strada dei marmi, di concentrazione di settore da monopolio, di
concessioni ottocentesche e decreti regi che con l’ultimo “colpo
di genio” societario hanno fatto “cascare” la Marmi Carrara in
pochissime mani (ben controllate) da “un direttorio di colletti
bianchi” che controlla guarda caso anche il porto con un regime societario di quasi extraterritorialità garantito dalla legge
Burlando (istituzione delle Porto spa). Che colpo! Un operazione lunga e perseguita con lucida determinazione
espropriare i cittadini e il territorio dell’oro bianco et voilá ecco
arrivare Bin Laden da poco subentrato nella proprietà del 50%
proprio della marmi Carrara. Che dire della regia di Giulio
Andreani, che dire del ruolo del Sindaco Pucci come “mediatore” e poi come consigliere di amministrazione proprio nella
Marmi Carrara oltre che socio di Bogazzi? Quel Bogazzi che
vende le sue quote di Sam – IMEG a quattro volte i multipli del
settore proprio nel 2009 sempre coordinato nell’operazione dal
tributarista – fiscalista Giulio Andreani? Si proprio quel Bogazzi
che è sempre presente a cene e pranzi organizzati in locali off
limits a cui, però, sono sempre portatori d’interessi e giornalisti
compiacenti delle testate locali che suonano la “grancassa” per
far conoscere le scelte dei potenti locali.
Ecco questi personaggi nel momento del dramma “calano” il
carico da undici diventando i “benefattori” con la Marmi Carrara,
le cooperative che detengono quote nella società (Gioia, Lorano
e Canalgrande), Red Graniti famiglia Conti (ex sindaco), Sam e
Nuovo Pignone, a far da capo fila nella promossa e sbandierata
operazione BENEFICIENZA, si fa per dire, agli alluvionati con
200.000 euro (una cifra da barboni) che anche Caval Donato
si rifiuterebbe di digerire aprendo la bocca!
Ma il salotto buono del lapideo ha deciso di metter su “… un
comitato che dovrà decidere i criteri per la distribuzione delle
somme di denaro… parte delle quali verrano utilizzate per
aiutare le famiglie che hanno perso tutto… ” Chi poteva essere
scelto come presidente di tale comitato pro alluvionati di Marina
di Carrara? Sempre LUI, sua eminenza Giulio Andreani (insieme
al Parroco della Santissima Annunziata). Un nuovo Medio Evo:
Feudatari, Vassalli, Valvassori e Valvassini!
IL CURIOSO CASO DELL'INGEGNER FARRO
Progetti ambiziosi e costosissimi, torbide gare d'appalto, condanne, patteggiamenti.
Nell'occhio del ciclone la costante figura dell'"intoccabile" Ingegner Farro:
inevitabilmente legato a doppio filo alla storia recente del Comune di Carrara.
L'intricata trama del nostro approfondimento non poteva
non cominciare con l'entrata in scena dell'Ingegner Gaetano Farro, assunto dalla Progetto Carrara SPA con il ruolo
di responsabile del progetto Strada dei Marmi e capo del
settore operativo.
Sponsorizzato dalla corrente di AN, vicino al segretario
dell'allora Ministro dell'Ambiente Altero Matteoli, Enzo
Ronchieri, viene chiamato a dirigere un'opera costata 129
milioni di euro, nonostante il suo nome venga accostato a
fatti di cronaca inquietanti: nel 2001, patteggia un anno e
cinque mesi per disastro e omicidio colposo in concorso,
in merito alla strage di Secondigliano del 23 gennaio del
1996 (ndr). Farro in quel periodo era amministratore della
ditta appaltatrice che, durante le opere di costruzione di
un tunnel, provocò la voragine che inghiottì tre palazzine
e la conseguente morte di dodici persone.
Ritroviamo poi lo stesso Farro, inquisito per truffa e falso
in atto pubblico ai danni dell’Unione Europea e dunque,
legittimamente, ci poniamo diversi quesiti sulle motivazioni
che abbiano spinto l'amministrazione a selezionare questo
"professionista": meritocrazia o vera e propria spartizione
del potere e degli incarichi da parte dell'apparato amministrativo carrarese? Con quale criterio si seleziona un
profilo che vanta nel suo curriculum un patteggiamento
per disastro e omicidio colposo in cooperazione? Si può
ventilare l'ipotesi di un'asse trasversale di alleanze tra gli
allora DS (ora PD) e Alleanza Nazionale nel progetto di
costruzione della Strada dei Marmi? Nel corso di questi
anni i responsabili della nomina hanno fatto mea culpa,
dicendosi profondamente addolorati per la leggerezza con
cui affrontarono la scelta.
A tal proposito ecco le dichiarazioni dell'allora Presidente della Progetto Carrara SPA, l'avv. Luigi Guccinelli:
"Se avessi saputo i suoi trascorsi non lo avrei mai preso".
Perché a distanza di oltre dieci anni abbiamo deciso di
occuparci ancora di questo caso? Poiché è alquanto curioso che pochi mesi fa si è giunti alla nomina proprio dell’ing.
Farro per la direzione dei lavori di risagomazione dell'alveo
del torrente Carrione, nel centro storico di Carrara-Lotto
Monti, dell'importo complessivo di euro 5.259.962,27 milioni. Neppure questa volta si era a conoscenza dei suoi
trascorsi o siamo ancora di fronte al manifestarsi di accordi
politici di spartizione? Qualcosa ci sfugge. Non è forse
bizzarro il fatto che Farro venga "invitato" a partecipare
alla gara d'appalto del 23-06-2014 proprio dopo che lo
stesso ingegnere rescinde il contratto che lo lega alla
Progetto Carrara SPA il 01-01-2014? Forse il contratto di
Gaetano Farro non era come quello degli altri professionisti in forza anch'essi alla Progetto Carrara, Giuseppe
Fruzzetti e Andrea Cerchiai, che avevano concluso il loro
lavoro con l'entrata in funzione della strada dei marmi?
Perchè Farro rimane al suo posto con una retribuzione di
190 mila euro l'anno? Risulta quanto meno atipico che tre
LA CARTA DI AVVISO PUBBLICO
dei cinque professionisti invitati a partecipare al bando di
gara siano proprio Giuseppe Fruzzetti, Andrea Cerchiai e
Gaetano Farro, ex dirigenti della Progetto Carrara SPA?
E non fa sorgere dubbi sulla trasparenza dell'operazione il
fatto che Gaetano Farro sia stato l'unico tra i professionisti
a presentarsi alla gara d'appalto visto il ribasso proposto
dalla sua offerta, meno 0,3% rispetto alla cifra stabilita
dall'Amministrazione, definibile tutt’altro che competitivo?
E ancora, non appare "stranamente" casuale la puntualità
con cui l'ingegnere rescinde il contratto che lo lega alla
Progetto Carrara il 01-01-2014 e il 23-06-2014 vince la
gara per l'assegnazione della direzione dei lavori nell'alveo del torrente, per giunta essendo l'unico partecipante
tra i cinque professionisti invitati? Solo coincidenze? Vale
inoltre la pena ricordare che la Progetto Carrara SPA ha
chiuso il bilancio del 2011 con una perdita di 1,9 milioni
di euro, ha allegerito il monte stipendi e, concordando
una buonuscita, ha licenziato gli ingegneri Giuseppe
Fruzzetti e Andrea Cerchiai che avevano concluso il loro
lavoro con l'entrata in funzione della strada dei marmi. Il
mancato preavviso (un anno prima) del licenziamento ha
costretto la società controllata dal Comune a trattare una
buonuscita, Fruzzetti e Cerchiai si sono "accontetati" di
sei mesi di buonuscita (la metà di quanto avrebbero potuto
reclamare) e la società ha dovuto così sborsare 60 mila
euro: una somma che si sarebbe potuta risparmiare se,
ai due super ingegneri, fosse stato recapitato il preavviso
di licenziamento, senza considerare il fatto che la società
avrebbe potuto farlo prima visto che era perfettamente a
conoscenza della data di consegna dell'opera. Ne consegue una buonuscita di 60 mila euro corrisposta agli
ingegneri Fruzzetti e Cerchiai, e una retribuzione per la
direzione dei lavori di risagomazione dell'alveo del torrente
Carrione assegnata a Gaetano Farro pari a 57 mila euro,
all'incirca la stessa cifra concessa agli altri dirigenti. Solo
coincidenze? Alla luce di questi avvenimenti l'Assemblea
Permanente del Comune di Carrara pretende che sia fatta
chiarezza sull'intera vicenda, nonchè la visione in tempi
rapidi delle lettere d’invito ai professionisti chiamati a partecipare alla gara d'appalto del 23-06-2014.
CODICE ETICO E MORALE PER LA POLITICA
Ex carta di Pisa una soluzione concreta
per la trasparenza amministrativa.
Principi: L’amministratore deve esercitare la funzione pubblica che gli è stata affidata con Diligenza, Lealtà, Integrità,
Trasparenza, Correttezza, Obbiettività e Imparzialità e si "impegna" a esercitare il suo mandato evitando situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all’immagine
dell’Amministrazione. L’amministratore assicura TRASPARENZA TOTALE della sua attività e della sua SITUAZIONE
PATRIMONIALE. I soggetti tenuti all’osservanza del presente
codice si impegnano a conoscerne, rispettarne ed applicarne
disposizioni e sanzioni previste in caso d’inosservanza.
Chiediamo con forza che questo documento etico e morale
venga inserito nello statuto speciale e che tramite un incontro
pubblico informare gli interessati sui suoi contenuti in merito al
contrasto di conflitto di interessi, al clientelismo, alle pressioni
indebite, trasparenza degli interessi finanziari e del finanziamento dell’attività politica, scelte pubbliche e meritocratiche
per le nomine interne ed esterne alle amministrazioni, piena
collaborazione con l’autorità giudiziaria in caso di indagini e
obbligo a rinunciare alla prescrizione.
Ma ancora più importante è conoscere le motivazioni di
quegli esponenti politici che non intendono aderire a tale
documento. Ad oggi le persone che hanno rigettato l’adesione sono:
Il Sindaco Angelo Zubbani ed i consiglieri: Luca Tognozzi
Pugnana, Lanmarco Laquidara, Marco Iardella, Luca Barattini, Cristiano Bottici, Lucio Boggi, Leonardo Buselli, Roberto
Conserva, Giuseppe Bergitto, Luciano Tonarelli, Carlo Boni
ed Enrico Isoppi.
Poche e semplici regole per una politica pulita e trasparente nell’interesse del cittadino e anche del funzionario, ma
allora perché non viene presa in considerazione? Interessi?
Ancora non lo sappiamo, ma richiederemmo nuovamente la
sottoscrizione, nel caso non venga fatta una motivazione
pubblica davanti ai cittadini, le risposte e le conclusioni le
lasceremo a voi.
LA MANIFESTAZIONE COME ATTO CONDIVISO
Di: Naila Ricci
Duemila sono le persone che hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal Presidio Permanente di Carrara sabato
22 novembre. Duemila sono i volti che hanno sfilato durante il
corteo affermando il proprio disappunto e la completa sfiducia
nei confronti dell'Amministrazione Comunale: chiedono a gran
voce le dimissioni del Sindaco Zubbani e di tutta la Giunta ritenuti
complici e colpevoli dei fatti accaduti durante l'alluvione del 5
novembre. Visi noti e meno noti decidono così di scendere nelle
strade cittadine manifestando, passo dopo passo, la volontà di
far valere i propri diritti e far sentire la propria voce riversando
la loro fisicità nella città. Essa infatti è il luogo fondamentale
dell'appartenenza e della rivendicazione dell'esserci del cittadino
il quale ricolloca in essa la propria identità. Il corteo come atto
simbolico è partito dal luogo del crollo del muro, in via Argine
destro ad Avenza, ed è confluito nel viale XX Settembre. A mano
a mano che avanzava verso piazza Gino Menconi di Marina
di Carrara, prendeva sempre più consistenza. Un corteo di
solidarietà per tutte le persone che durante l'alluvione hanno
perso tutto. Un corteo per riaffermare la dignità cittadina andata
perduta durante gli anni di questa Amministrazione Comunale,
ritenuta colpevole di aver portato la città al degrado e aver fatto
tutto tranne che proteggere e mettere in sicurezza la popolazione e il territorio. La manifestazione è stata la messa in pratica
del lavoro svolto durante queste settimane dalla cittadinanza
presente al Presidio Permanente: essere stati così numerosi è
l'affermazione palese del coinvolgimento della collettività. L'arrivo in piazza Gino Menconi ha dimostrato tutto questo: centinaia
infatti le persone che sostavano aspettando l'arrivo del corteo.
Nuove idee sono state proposte ai punti informativi allestiti
dal Presidio nel piazzale davanti alla chiesa e raccolte nuove
adesioni. Un momento importante di incontro fra realtà cittadine
diverse che tornano così a scambiarsi opinioni e testimonianze,
riscoprendo l'importanza fondamentale della condivisione e
dell'aggregazione. Cittadini che nonostante abbiano perso tutto,
non hanno perso la forza di contestare e condividere la protesta.
Un momento storico di riscatto è quello che si sta vivendo a
Carrara in questi giorni: una presa di coscienza cittadina che
dimostra la volontà assoluta di cambiare le carte in gioco. La
vecchia politica ha dimostrato nuovamente la sua corruzione
e le sue irresponsabilità. La cittadinanza, stanca e frustrata,
chiede a gran voce una partecipazione diretta che provenga
IL GRIDO DELL’ASSEMBLEA:
dal basso basata su una politica dell'ascolto e delle decisioni
comuni. Contro ogni istituzione verticistica si rivendica il diritto
di amministrare la cosa comune coinvolgendo la collettività.
Questa manifestazione è stata per il Presidio una conferma per
continuare e perseguire gli obiettivi prestabiliti e lavorare con
la consapevolezza del sostegno di tutti i cittadini. Questa è la
palese dimostrazione che l'unione delle persone può fermare e
cambiare i tradizionali processi politici e, insieme, raggiungere
un traguardo importante nell'affermazione del singolo sia come
individuo sia come cittadino appartenente ad una data comunità. Acquisita questa consapevolezza, il cittadino si trova ad
abbandonare la sua vecchia posizione di personaggio passivo
nel teatrino politico e finalmente ad affermarsi e attualizzarsi da
protagonista nei processi decisionali. Questo è il punto chiave
e di svolta che rende così importante quello che sta accadendo a Carrara: la ri-presa di coscienza e di consapevolezza del
potere popolare. Ed è proprio attraverso la coscienza cittadina
che si comincia a far traballare il potere forte che ci ha tenuto
inchiodati tutti questi anni ponendo così le basi per un futuro
benessere collettivo e partecipativo.
BASTA SCHERNITORI DI NOI CARNE UMANA!
La gente del presidio si riunisce in assemblea e protesta. La
gente del presidio si riunisce in assemblea e snocciola storie,
dispensa racconti, propone idee, ricerca e rinviene soluzioni
virtuose, sforna dati, numeri, nomi. La gente del presidio si riunisce in assemblea perché si è stufata di facce finte e tristi, si
è stufata di demagogie, di è stufata da promesse da marinaio,
si è stufata di denaro pubblico sperperato, di ingiustizie, della
totale mancanza di solidarietà ed aiuto reciproco tra coloro che
scherniscono il popolo e coloro che subiscono tale imposizione,
calata dall’alto come un temporale.
Chi ci schernisce rappresenta le nuvole che ci impediscono
di scaldarci della luce del sole, almeno per un po’. Chi ci schernisce ha volto e nome, ed in assemblea nessuno ha paura di
nominarli, questi personaggi, né di infangare le loro facce e
le loro mani già sporche, che frugano nelle tasche già gonfie.
Tasche gonfie del nostro denaro, puntualmente mal speso
da chi governa.
La gente del presidio conosce i propri schernitori: il sindaco, la giunta, i politicanti locali, le diciassette famiglie mafiose
infiltrate in zona e nominate dalla Fondazione Caponnetto e da
Piero Grasso, presidente del Senato, oltre agli altri poteri locali
che aleggiano su di noi.
La gente del presidio di riunisce in assemblea e discute di
una società migliore, in cui gli scherniti si trasformino in vigili
controllori sulle malefatte di chi mal governa, in cui gli scherniti
partecipino attivamente al bilancio della città che abitano, che
vivono e nella quale quotidianamente soffrono, in cui gli scherniti
abbiano veramente voce in capitolo riguardo alla realtà sociale
di cui sono protagonisti.
Gente diversa abita il presidio e l’assemblea, gente in cui la
solidarietà si eleva davvero a valore e virtù, gente che condivide
speranze e cose materiali, spazi e tempi, idee ed ideali, se non
proprio ideologie.
Chiunque avrà voce in assemblea, per urlare forte ciò che
non va. Ci vorrebbe un’enciclopedia per scrivere ciò che non
va, e perché non va. Ci vorrebbe un mago per comprendere il
perché delle mancate dimissioni di sindaco e giunta, che il presidio chiede a gran voce da un mese, a seguito di responsabilità
oggettive e morali più che schiaccianti, ribadite in assemblea in
un mese di dibattiti, discussioni e conferenze.
L’assemblea dà voce a chi vuole reale giustizia sociale, che
presuppone una reale solidarietà tra persone, come dà voce
a chi ribadisce le enormi nefandezze di chi ci amministra in
maniera malvagia e malsana.
Personaggi già sotto inchiesta per abuso d’ufficio e danno
erariale riguardo alla mancata riscossione di un’equa tassa marmi, con inusitati ammanchi alle già disastrate casse comunali.
Gente priva di umanità, buonsenso, idee virtuose, valori morali. Gente che fa sì che le varie forme di malavita organizzata si
infiltrino, da anni, nel nostro territorio, in cerca di denaro facile.
Biechi e foschi personaggi che fan sì che la tutela e l’incolumità
di tutti i cittadini siano garantite solamente da insulsi carteggi
tra burocrati. Personaggi che fan sì che ad ogni temporale
di grande intensità Carrara si allaghi, in virtù di un equilibrio
idrogeologico e di un impianto fognario ridicoli. Gente che fa
sì che vengano costruiti argini di cartapesta, che cadono alla
prima piena causando devastazione, con la natura che si ribella
all’uomo ed al cemento che la ricopre, suoi massimi carnefici.
Gente che, appena si muove, crea buchi con la compostezza
di un pachiderma, siano essi nella sanità, nello smaltimento dei
rifiuti, nelle aziende con partecipazione pubblica o nel bilancio
comunale a seguito di folli ed inconcepibili spese.
E’ di questa gente, e delle sue connivenze, che il presidio
si è stufato, e lo rimarca quotidianamente, puntando deciso il
dito contro chi permette che tutto sia lecito, contro chi permette
il decadimento culturale, sociale, morale, economico e politico
della nostra città. Carrara potrebbe essere una delle più ricche
città d’Italia ed invece è solo una delle più povere ed indebitate,
anche e soprattutto a causa di un Regolamento degli Agri Marmiferi di epoca settecentesca, causa primaria di una oligarchia
che spadroneggia sul pubblico demanio, e se la ride, a braccetto
con politicanti locali, istituzioni, forze dell’ordine ed esponenti
delle mafie, con il clientelismo che tutto fa marcire.
Queste sono le nuvole che il popolo deve spazzare via, e
questo sarà il fine ultimo da perseguire per il presidio, far luce
sui mali della nostra piccola comunità, ma comuni a tutte le
altre, a tentare di risolverli, in una collettiva presa di coscienza.
La gente del presidio si incontra, ne parla, si riunisce in
assemblea e sforna idee e spunti. La gente del presidio si fa
sentire forte. Per far trapelare qualche raggio di sole, che ci
scaldi un po’.
Comunicato della Federazione degli studenti
in merito alla manifestazione del 10 dicembre
"La manifestazione di questa mattina ha rappresentato per
noi un punto di partenza fondamentale.
Non possiamo che ritenerci soddisfatti della posizione
assunta da parte della Provincia, nella persona del neoeletto
presidente Narciso Buffoni augurandoci che questa nuova
amministrazione rispetti, con coscienza, gli impegni che si è
data: non solo davanti alla componente studentesca, ma anche
davanti ad una cittadinanza attenta e presente, fatta di madri,
padri, genitori e quant'altro.
Soprattutto non possiamo che ritenerci, fortemente, orgogliosi dei nostri studenti, della forza e dell'energia con cui, oggi,
hanno rivendicato un diritto primario, fondamentale e dovuto:
la sicurezza all'interno delle strutture scolastiche.
Ed è proprio a loro che vogliamo rivolgere il nostro appello
affinché la forza dimostrata oggi non si esaurisca ma costituisca
la base di una presa di coscienza collettiva, fondamentale per
la riuscita dell'intento.
Fondamentale affinché sia restituita dignità alle nostre strutture scolastiche.
Affinché non si parli più di scuole pericolanti ed inagibili.
Affinché "tetti che crollano" (istituto alberghiero "G. Minuto),
"vetri che cadono dal niente" (liceo classico "E. Repetti"), scale
di sicurezza non a norma (liceo artistico "A. Gentileschi") o prive
di qualsiasi logica di costruzione (istituto tecnico commerciale e
per geometri "D. Zaccagna"), vaste aree inagibili (liceo scientifico "G. Marconi") o allagate per la più tenue goccia di pioggia
(liceo linguistico "M. Montessori") non costituiscano, per noi
studenti, che i fantasmi di una politica scolastica che ha smesso
per sempre di appartenerci.
Affinché le nostre scuole ritornino ad essere posti sicuri, di
confronto e di crescita personale e, soprattutto, affinché ogni
passo di questa rivendicazione cammini sulle nostre gambe.
Noi come federazione studentesca ci saremo e voi?
Iniziamo supportando, attraverso la pagina Attiva-mente
scuola, la raccolta di materiale e segnalazioni in vista dell'incontro che si terrà martedì 16 Dicembre tra Provincia e Commissione comunale per cultura e istruzione."
IERI ED OGGI; E DOMANI?
Due realtà a confronto, l’alluvione del 2012 e l’ultima del 05
Novembre, raccontate in prima persona da chi quelle ore le ha
vissute e come ha affrontato o sta affrontato l’inferno burocratico
dei rimborsi.
Di Elisa Marrone
Un’intervista doppia, storie che si intrecciano per una sera
fra il ricordo ed il racconto di un’alluvione. Due esperienze
cronologicamente distanti ma strettamente collegate da tanti
piccoli fili conduttori che rendono ben evidente l’immobilismo
di un’amministrazione che ha fallito sia nella prevenzione sia
nella gestione delle successive fasi, la sciando i suoi cittadini
in un presente pieno di rabbia e dubbi.
Da una parte la “rabbia” del sig. Perfetti, presidente del comitato Fossone Vitae, che da due anni oramai si scontra contro
una macchina burocratica fallacea e insoddisfacente. Dall’altra
la sig.ra D’antongiovanni, impiegata e madre di famiglia, residente in quella che è stata “battezzata la zona rossa” che con
disarmate chiarezza lascia trasparire quanta poca speranza le
sia rimasta in queste istituzioni e nei loro provvedimenti.
Alla luce di questi ultimi avvenimenti si sente sicuro e
tutelato di vivere in questo comune?
Sig. Perfetti:
“ma assolutamente no, nel modo più assoluto dopo due anni
dall’alluvione del 2012, dove nonostante, la buona volontà di
aziende come il Consorzio di Bonifica e L’Unione dei Comuni
sono solo stati fatti lavori per limitare il danno ma, è sempre
alle porte. Gli alvei dei canali sono molto più in alto di com’era
in origine e di conseguenza non hanno una portata d’acqua tale
da consentire la sicurezza di un paese come Fossone che si
trova alla base di 3 colline.
Non si può pensare che un canale importante come il Pelucara non sia messo in sicurezza, per tutto quello che può cadere
giù dalla montagna, non parlo solo di detriti ma anche di oggetti
ingombranti come pneumatici o frigoriferi. Il canale Peluccara
è scoppiato perché tombato, e dentro vi era di tutto, completamente intasato. Io in casa ho ricevuto 1,70 mt d’acqua in soli 2
minuti. Successivamente abbiamo fatto presente che per cercare
di limitare i danni bisognava eseguire dei lavori importanti ma
non l’hanno mai fatto, dopo due anni rimane tutto così”.
A distanza di 2 anni quali sono gli interventi concreti e
risolutivi per la messa in sicurezza?
“Ma si sono limitati alla pulizia degli sfalci e in somma urgenza, la stessa ditta dichiarò che non poteva effettuare la pulizia
del canale al 100% in quanto il canale è tombato. Fino ad un
certo punto è pulito perché un uomo si è infilato nel condotto
togliendo quello che ha potuto ma oltre non ci sono più tombini
e non sono potuti andare avanti. Da quel momento in poi non è
più stato fatto nulla. Quindi la sicurezza per me è zero”.
Ad oggi quali sono stati i risarcimenti ottenuti dalla cittadinanza dopo l’alluvione?
“Per quanto ne so io, almeno per la nostra frazione, non credo
che nessuno abbia ricevuto ancora nulla. Io ho avuto 10000 €
di danni e non ho ricevuto nulla di concreto, quei pochi che mi
hanno offerto li ho rifiutati e dati in beneficenza”.
Che procedimenti ha dovuto fare per avere questi risarcimenti?
“È stato abbastanza semplice: ho dovuto riempire un modulo
con allegate le fotografie nelle quali si vedono i danni subiti in
casa nel novembre 2012, intonaci, pavimenti, infissi e il mobilio,
tutta roba scontrinata per un ammontare di 10.840 €.
Successivamente è venuto un incaricato del Comune che
ha fatto una stima dei danni redigendo un documento in cui si
elencano le spese da me sostenute per risanare gli ambienti,
acquistare nuovi elettrodomestici e arredi. In seguito ho ricevuto una raccomandata che mi comunicava l’ammissione ad un
contributo di € 6500, di cui parti non strutturali 4000, ed impianti
2500. Però le verrà erogato un contributo massimo del 40%
dell’importo totale (€ 6500), scendiamo quindi a 2500 pochi
giorni fa hanno fatto delle rettifiche su alcuni scontrini pensavo
a qualcosa come uno scontrino illeggibile. Se non che, dopo
l’elenco di tutte le cose non ammesse restavano veramente
degli spiccioli.
Ho chiuso e me ne sono venuto via”
Voi del comitato avete ancora fiducia in questa amministrazione comunale?
“No, assolutamente No. Perché oltretutto il nostro sindaco
abita proprio a Fossone e chi meglio di lui si può rendere conto
della situazione. Quindi ne io ne i cittadini di Fossone ci sentiamo al sicuro.”
Sig.ra D’antongiovanni a fronte di questi ultimi avvenimenti si sente sicura in questo Comune ?
“Assolutamente no non lo vedo un comune sicuro. Ne per
me ne per mio figlio di 2 anni”
Che cosa è successo il 5 novembre?
“Siamo rimasti bloccati, io mio figlio e mio marito, per 4 ore
e mezzo sul pianerottolo delle scale, in 10 minuti la casa si è
riempita d’acqua per più di un metro, siamo rimasti spaventati
soprattutto il bambino. L’acqua ha divelto la porta, non abbiamo
fatto in tempo a salvare nulla di quello che era in casa ciò che
è rimasto, è in una stanza, una vita in 3 metri quadrati”.
Il giorno dopo l’alluvione quali sono stati gli interventi
della Protezione Civile o dei Vigili del Fuoco che sono arrivati in soccorso?
“La protezione civile è intervenuta subito il giorno stesso, e
almeno per questa zona di Marina si è preoccupata in un primo
momento delle situazioni più critiche, ossia anziani e bambini,
il giorno successivo è intervenuta anche Polizia, mentre i sub
hanno provato, con molte difficoltà ad aprire i tombini per far
defluire l’acqua.
L’aiuto maggiore però, è stato quello degli angeli del fango senza il loro soccorso nessuno di noi avrebbe fatto nulla.
Dell’Amministrazione invece non si è visto nessuno e chi faceva
le veci del comune più che dirigere il traffico non sono stati
capaci di fare. Veramente grazie agli angeli del fango”.
A distanza di un mese dall’alluvione come si sente?
“Male, mi sento male perché ho perso tutto, e quel poco che
ho costruito con mio marito e mio figlio è andato perso. E andata
persa la nostra dignità, è andato persa la nostra speranza noi
quest’anno non festeggeremmo in casa nostra il natale.
Viviamo alla giornata, oggi qua domani la. Non sappiamo
bene dove siano le nostre cose un po’ da parenti un po’ da amici.
Non ci sono più nemmeno i giocattoli del bimbo”.
Cosa vi ha detto di fare l’amministrazione dopo questa
alluvione?
“L’Amministrazione comunale ci ha chiesto di presentare le
domande per un risarcimento straordinario, ci stiamo provando,
abbiamo presentato i documenti ma giorno dopo giorno continuano a dirci che non sono mai completi o errati. Parlano di tempi
rapidi io però non li vedo così rapidi. Sono spaventata perché
tutti i giorni un dipendete comunale mi chiama e mi dice che
qualcosa nella domanda non va. Ho paura di non poter avere
questo contributo di non poter ricominciare e di non poter dare
una casa a mio figlio”.
Cosa si sente di chiedere all’Amministrazione Comunale?
“Presenza, sicurezza, certezza e protezione. Ma anche una
città vivibile soprattutto per mio figlio.
Il comune dovrebbe essere casa mia e non lo è”.
Con questa intervista deduciamo che questa burocrazia è
ormai storia scritta, per avere certezze cosa bisogna fare? Bisogna portare tutti gli scontrini dei danni avuti!? Oppure bisogna
subire una burocrazia malata e lunga per risolvere oggi?
Signori cosa è stato fatto oggi per la popolazione dopo
il 5 novembre 2014?
ACCENDIAMO LE LUCI
Dicembre, spuntano mille luci sgargianti e intere zone della
città si vestono a festa, illuminate di tutto punto sfoggiano il loro
vestito migliore, mentre altre zone rimangono volutamente nella
penombra, rischiarate solo a tre quarti e da un genere particolare
di luce, una luce cenerina, che vuole nascondere il degrado in
cui la nostra città imperversa. È così che in questa vergognosa penombra si nasconde quello che con gelida indifferenza
l’Amministrazione non ci vuol far vedere o sapere. Teatri pericolanti restano chiusi e recintati oramai da anni, strade interdette
veicolano tonnellate di marmo a ritmi folli, tasse alle stelle per
risanare un debito pubblico ai massimi storici, e nessun piano
sociale o occupazionale concreto viene attuato. Tutto ciò ormai
va avanti da troppo tempo. E mentre questo lento degradare
avanza, loschi individui affettano già il panettone natalizio su
tavole imbandite mentre migliaia di cittadini per colpa loro un
tavolo non lo hanno neanche più.
Bene, cioè male, ma è arrivato il momento di guardarsi in
faccia e di dirsi un po’ di verità anche quelle più scomode, gettando un po’ di luce dove non vogliono farci guardare.
Carrara si Ribella, il giornale del Presidio Permanente, è
una voce fuori dal coro della solita carta stampata che rivolta
i contenuti secondo il vento che tira. Un punto di vista nuovo,
cittadino, libero da dogmi e condizionamenti partitici, nessuna
idea preconcetta. Sono pagine libere e gratuite, frutto di una
nuova coscienza collettiva che riporta il cittadino a interessarsi
del territorio e della sua gestione.
Numero Unico
a cura dell’Assemblea Permanente
stampato presso
la cooperativa Tipolitografica
via San Piero 13/A, Carrara
dicembre 2014