LA SICILIA 22. MARTEDÌ 12 AGOSTO 2014 ENNA FESTA GRANDE A GAGLIANO LE INIZIATIVE COLLATERALI LE CATALDA E I CATALDO FIRMERANNO UN APPOSITO REGISTRO Grandi eventi si annunciano per i prossimi giorni di agosto. Giovedì ci sarà una fiaccolata accompagnerà l’icona della “Madre di Dio dall’Angelo Annunziata”. Questa verrà collocata presso la cappella di San Cataldo. Giorno 16 tutti coloro che portano il nome di Cataldo/a e derivati, apporranno la propria firma su una pergamena che sarà sigillata e collocata nell’urna reliquiario di San Cataldo. Oltre ai tradizionali festeggiamenti, quest’anno verrà organizzata la prima Notte bianca. Sabato 30, a partire dalle 22, si susseguiranno: la visita agli scavi della chiesa madre, le visite guidate alla matrice, la degustazione del primo gelato al ficodindia, l’assaggio del vino cotto e di dolci locali, un concerto jazz e artisti del ritratto estemporaneo. Nel pomeriggio, dopo la celebrazione, solenne processione del busto reliquiario di San Cataldo e della reliquia con partecipazione delle autorità civili e militari, delle confraternite locali e provenienti da vari comuni della Sicilia. Al termine della processione sarà accolto il cardinale Salvatore De Giorgi, già arcivescovo di Palermo. Dopo lunghi e impegnativi lavori di restauro torna a splendere il monumento con i suoi affreschi di epoca trecentesca V. L. F. I DEVOTI HANNO GREMITO LA CHIESA MADRE La Chiesa Madre riapre dopo 42 anni La chiusura al culto era avvenuta nel 1972, terminati gli ultimi lavori di restauro cominciati nel 2010 VALENTINA LA FERRERA GAGLIANO. Dopo quarantadue anni di restauri, il suono delle campane ad ogni ora ha annunziato l’evento storico della riapertura della chiesa madre. Sono trascorsi infatti quattro anni dall’inizio dell’ultimo cantiere, avvenuto il 7 gennaio 2010 con fondi europei, per un importo di 3,9 milioni di euro. I lavori sono stati eseguiti dalla Cooperativa Archeologica Restauro, sotto la direzione della Soprintendenza ai beni culturali di Enna e la guida dell’architetto Liborio Calascibetta. «Ci abbiamo messo l’anima – ha detto l’architetto Calascibetta –. Le difficoltà si superano solo se si fa gioco di squadra». Consolidamento strutturale, interventi di riconfigurazione dei dipinti scoperti, restauro dell’apparato decorativo, consolidamento e restauro del cassonato ligneo, pavimentazione, restauro del coro ligneo, impianti tecnologici. Questi gli interventi che hanno fatto riemergere affreschi e antichi «gioielli» di notevole valore storico-artistico. Dal 1972 ad oggi, infatti, sono state numerose le fasi di restauro e consolidamento che hanno riportato la chiesa madre al suo antico splendore. «Gioisce oggi questa chiesa – ha detto l’arciprete don Pietro Antonio Ruggiero all’inizio del solenne rito di dedicazione e consacrazione dell’altare – perché finisce l’esilio per questo popolo e per questa comunità. I meriti sono distribuiti in una sinergia di forze: da monsignor Vasta all’architetto Calascibetta, fino alle maestranze tutte. La responsabilità di custodire questo tempio non è più in mano agli ingegneri e ai responsabili della sicurezza, ma in quelle di tutti noi». I LAVORI DI RESTAURO Il rito di dedicazione è stato presieduto dal vescovo della diocesi di Nicosia, monsignor Salvatore Muratore, con la partecipazione delle autorità civili e militari e con la rappresentanza delle confraternite. «Sono contento ed emozionato - ha detto il vescovo Muratore – di poter rientrare in questo ORA LA MATRICE È COSÌ tempio riportato alla sua bellezza e al suo splendore. Oggi è un giorno di festa per Gagliano per la dedicazione di questo altare a San Cataldo. Sentiamo la gratitudine verso tutti coloro che nei secoli hanno lavorato per la bellezza di questo tempio. Un particolare grazie ai due sacerdoti Vasta e Ruggiero per aver messo il cuore fino all’ultimo». È stata poi prelevata una reliquia del santo dall’urna lignea e posta in una teca sotto l’altare. Subito dopo si è celebrato il rito della benedizione e dedicazione a San Cataldo. Con il crisma sono stati unti l’altare, l’ambone e le croci nei muri portanti. Infine l’accensione delle luci e la lettura dell’atto di avvenuta dedicazione con la firma di tre testimoni. Una delle tre copie è stata conservata e sigillata a futura memoria nella teca sottostante l’altare insieme alle reliquie di San Cataldo. Le altre due copie verranno conservate presso l’archivio della curia vescovile e nell’archivio della matrice. L’arciprete emerito, monsignor Vito Vasta, che ha seguito tutti i lavori di restauro e consolidamento sin dalla prima ora, vede finalmente ultimata questa opera. «Oggi non riconosco più questa chiesa – dice –. I muri erano sporchi e oscuri, nonostante un restauro degli anni ‘50, mentre oggi sono splendenti. Il pavimento che prima era in scaglie, oggi è in marmo pregiato. Tutti gli affreschi finora nascosti sono rinvenuti. Nella prima volta a destra sono emersi i padri della Chiesa, i santi Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio Magno. La cripta, scoperta negli anni ‘80 dall’architetto Alberti, era stata utilizzata come deposito ed ora è fruibile. Sono emersi anche i muri dell’abside del 1300. La prima inaugurazione di questa chiesa avvenne infatti nel mese di aprile del 1304». Anche il sindaco Salvatore Zappulla ha espresso commozione per l’apertura della più bella di chiesa di Gagliano al culto. Per tutta la cittadinanza è stata insomma una festa perché torna a splendere un monumento che racchiude in sé la storia secolare di Gagliano. O LE PAROLE DEL CARDINALE BOMMARITO «San Cataldo ha fatto un altro miracolo dei suoi» Toccante e solenne la cerimonia religiosa con l’offerta dell’olio e il prelievo di una reliquia del santo sistemata ai piedi dell’altare LA CONSACRAZIONE DELL’ALTARE SUORE ADORNANO L’ALTARE CONSACRATO MONS. VASTA CON LE MAESTRANZE CONSEGNA DELL’OLIO DA MESTIERI E PROFESSIONI LA CONSEGNA DEL QUADRO AL SINDACO LE AUTORITÀ PRESENTI ALLA CELEBRAZIONE GAGLIANO. L’apertura ufficiale della chiesa madre è stata preceduta da una solenne celebrazione vigilare, presieduta dall’arcivescovo metropolita emerito di Catania, mons. Luigi Bommarito. Ad aprire la celebrazione l’arciprete don Pietro Antonio Ruggiero, il quale ha accolto l’arcivescovo emerito presentandolo alla comunità gaglianese ed ha esortato quest’ultima a camminare verso l’unità. Mons. Bommarito ha detto: «Sono venuto in pellegrinaggio dal taumaturgo San Cataldo, vescovo irlandese venerato in tantissime città d’Italia e del mondo, soprattutto a Taranto. Sono in pellegrinaggio anche in questa chiesa, che ha atteso quarantadue anni prima di vedere la luce. E’ bella ed armonica». Ha poi portato in dono alcuni libri ai due sacerdoti presenti, don Ruggiero e mons. Vito Vasta. La messa è stata dedicata agli oltre 100 mila cristiani che soffrono in Iraq perché perseguitati per la loro fede. Sono stati ricordati poi quattro fra i tanti miracoli del santo: quello della ragazza sordomuta che pascolava il gregge, la quale riebbe udito e parola dopo l’incontro con il vescovo di Taranto. Il miracolo della guarigione di una religiosa cieca da tre anni, recatasi a Taranto per pregare il beato Cataldo. Poi il miracolo della guarigione di una donna vedova molto malata, i cui parenti si affidarono con devozione al beato vescovo. Infine il miracolo della tempesta sedata in mare, dove i marinai si rivolsero fiduciosamente in preghiera al beato Cataldo, cercando di recuperare il timone smarrito tra la furia delle onde. «Abbiamo sentito i miracoli di San Cataldo – ha detto mons. Bommarito – ma oggi stiamo assistendo ad un altro miracolo: l’apertura di questa chiesa». In riferimento allo splendore della matrice, l’arcivescovo emerito ha poi IL CARD. LUIGI BOMMARITO elencato le quattro luci che devono brillare nella vita del cristiano: identità («cristiano diventa quello che sei»), santità («diventalo sempre di più»), comunità («diventalo nella comunità»), missionarietà («aiuta gli altri a diventarlo»). Uno dei momenti più solenni della celebrazione ha visto l’offerta dell’olio versato in una lampada, come simbolo di unità della cittadinanza. Circa cinquanta uomini e donne, rappresentanti di vari mestieri e categorie professionali, hanno versato l’olio che alimenta la lampada di San Cataldo. «Come l’olio si miscela per far ardere la fiamma – ha detto don Pietro Antonio Ruggiero – così i cuori di tutti si fondono per alimentare la fiamma dell’amore fraterno». La lampada arderà giorno e notte davanti la cappella contenente le reliquie del santo. «Sono emozionato per quello che ho visto», ha commentato mons. Bommarito al termine dell’offerta dell’olio. In conclusione, don Ruggiero ha donato al sindaco di Gagliano, Salvatore Zappulla, una copia della tela originale che si trova nella chiesa Santa Maria di Gesù, raffigurante la Madonna che consegna il paese di Gagliano nelle mani di San Cataldo, perché venga collocata nel palazzo municipale. V. L. F. AGOSTO CATALDIANO. Domenica in programma la Giornata del Padre Nostro: c’è tutto il paese Un mese intero dedicato alla preghiera DEVOTI IN FILA DURANTE LA CELEBRAZIONE GAGLIANO. Agosto mese di preghiera. La devozione per il patrono San Cataldo culmina in una serie di iniziative religiose di forte richiamo per i fedeli. Uno dei momenti più significativi del mese cataldiano sarà la Giornata del Padre nostro, che si terrà domenica prossima. Una preghiera corale, unanime, abbraccerà l’intero paese. Alle 10, con partenza da Santa Maria delle Grazie, un gruppo di settantadue fedeli si diramerà tra vicoli e piazze, con pergamene contenenti il Padre nostro da consegnare a 1.500 famiglie gaglianesi. Ciascuna di queste sarà chiamata a recitare, prima del pranzo, la preghiera per eccellenza del cristiano. Entro mezzogiorno tutte quante ne saranno in possesso. Obiettivo è quello di unire contemporaneamente tutta la comunità locale, da un estremo all’altro del paese, attraverso una preghiera che aiuti a diventare «testimoni di Gesù risorto, a perdonare i nemici e a combattere l’invidia». Queste, secondo don Pietro Antonio Ruggiero, le tre urgenze cui deve far fronte Gagliano. I settantadue fedeli inviati presso le famiglie richiamano alla memoria i settantadue discepoli che Gesù inviò in ogni città e in ogni luogo in cui stava per recarsi. La giornata di preghiera prose- guirà fino a sera. Nel pomeriggio l’arcivescovo metropolita di Siracusa, mons. Salvatore Pappalardo, già vescovo della diocesi di Nicosia, celebrerà in chiesa madre la messa solenne e consegnerà ad alcune famiglie una lampada, che verrà accesa al grande cero pasquale. A tutte le altre famiglie, la lampada sarà consegnata al termine della celebrazione eucaristica, perché possano metterla ad ardere sui davanzali delle proprie case la sera del 30 agosto, festa della reliquia di San Cataldo, come simbolo della fede viva. «Il grande coinvolgimento delle persone – dice don Ruggiero – sta risvegliano forze sopite e sta dimostrando come il cuore buono di questo popolo segua ancora il Signore». V. L. F. La processione che ha preceduto il primo ingresso in chiesa
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