ELOGIO DEL CAMMINARE #2 13 FEBBRAIO 2014 Buongiorno, ringrazio tutti voi per essere intervenuti oggi, ringrazio i due Vice-presidenti Olimpia Tarzia e Cristian Carrara e i Consiglieri per aver collaborato alla buona riuscita di questa importante iniziativa. Ringrazio l’Assessore Ravera che ci raggiungerà nel corso della mattinata e l’assessore Leonori per le loro testimonianze e Mauro Mannocchi per l’accoglienza. Camminare, andare in bici o a cavallo, viaggiare all’aria aperta non sono solo modi nuovi di scoprire le bellezze naturali e turistiche di un territorio ricco come l’Italia, come il Lazio, sono anche modi per riscoprire itinerari che coinvolgono aspetti fondamentali della nostra vita: legati al benessere fisico ma anche alla cultura, alla società, al paesaggio, alla fede religiosa e di cui si sente sempre più il bisogno di riappropriarsi. Siamo oggi al secondo appuntamento di un cammino avviato l’estate scorsa, la seconda tappa di percorso partecipato e di riflessione con le tante anime di questa tipologia di turismo; per mettere a fattor comune gli aspetti legati ai cammini di fede, alla tutela ambientale, alla valorizzazione culturale, al benessere e alla qualità del viaggiare lento. A luglio scorso aprii il mio intervento con una frase di Italo Calvino che così recita: “Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi” ed è con lo stesso spirito che oggi siamo qui per continuare il nostro lavoro di confronto, aperto ai diversi interlocutori del turismo itinerante, sul quale la Regione Lazio ha avviato un nuovo approccio culturale e programmatico. La nostra regione è un territorio di bellezze turistiche e paesaggistiche, di itinerari culturali e religiosi come le Vie Francigene, i Cammini di San Benedetto e di San Francesco, di luoghi storici e naturali, alcuni patrimonio dell’Unesco, che è importante valorizzare e riscoprire attraverso la lentezza, il camminare accanto, la riscoperta della natura e della propria interiorità. Come istituzioni e come politici dobbiamo avere sempre ben presente che le scelte che facciamo impattano sulla vita di ogni singola persona. Parlare di cultura, turismo e rispetto dell’ambiente vuol dire avere ben chiaro un modello, che nel nostro caso parla di sviluppo economico e sociale, di qualità dell’offerta turistica. Abbiamo una città meravigliosa come Roma ma allo stesso tempo abbiamo anche splendidi borghi, chiese e abbazie, parchi in tutto il Lazio, intorno ai quali esistono vivaci comunità di appassionati, associazioni, operatori turistici, volontarie se vogliamo avere a cuore il futuro dei nostri territori, dei nostri giovani, dobbiamo puntare a fare un certo tipo di politica, che sia sinonimo di crescita, di sostenibilità, di qualità. Quando abbiamo terminato i lavori nella prima edizione del workshop, ci siamo incamminati verso questo nuovo modello culturale e turistico, la cui dimensione ecologica non riguardava soltanto la declinazione ambientalista ma la riscoperta e la promozione dei percorsi urbani; nel quale ci è sembrato importante cominciare a lavorare su alcuni aspetti, come forme di sostegno del turismo all'aria aperta, l’importanza del marketing territoriale, l'adozione di specifiche normative di settore. Ed è proprio dalle normative che voglio riprendere il filo per dare impulso al comparto del “turismo verde” che, in sinergia con il sistema delle aree protette regionali, può fare da traino all'economia periferica del Lazio. È infatti attestato da tutte le indagini economiche che il “turismo verde” è uno dei pochi comparti in crescita pur in un momento di profonda crisi economica come quella attuale e che si pone come valido “salvagente” anche rispetto all’offerta turistica tradizionale (Rapporto Ecotur2013). Ed è anche attraverso le normative che dobbiamo puntare a migliorare la qualità dell’offerta turistica laziale. Per quanto riguarda le forme di sostegno, fine dicembre 2013 l’Agenzia turistica del Lazio ha pubblicato una call for proposal per la valorizzazione delle ippovie e delle piste ciclabili, in attuazione del “Piano turistico annuale della Regione Lazio per il 2013”. Il bando, che scadrà il 30 marzo, è destinato ad comuni, Associazioni di Comuni, Comunità montane e pmi, ed è volto promuovere interventi di valorizzazione, riqualificazione, sviluppo, diversificazione e promozione dell’offerta turistica delle aree dell’Appennino laziale attraverso la creazione di una rete di percorsi e di mete alternativi, che integrino tra loro le valenze e le emergenze naturalistiche, archeologiche, architettoniche e paesaggistiche. E non sarà l’unico intervento in questo senso. Il nostro territorio non ha giacimenti di risorse naturali, né petrolio né pietre preziose. Ma ha una delle sue ricchezze più importanti nelle bellezze culturali e paesaggistiche, nei Parchi e nei centri storici, nei luoghi di culto, nei cammini e nelle varietà enogastronomiche che offre ai visitatori. Per questo, come Regione, ci stiamo impegnando per renderle fruibili a tutti, sviluppando il turismo e incentivando gli appassionati a goderne con ogni mezzo. Il mio auspicio, ora, è quello di proseguire insieme, attraverso un successivo momento di lavoro comune, per continuare a dare maggiore linfa a questo nuovo approccio al turismo che coniuga la cultura, la scoperta dell’interiorità, l’opera dell’uomo, il contatto con la natura con il benessere della società e della persona. Grazie a tutti e buon lavoro. Eugenio Patanè Outdoors Experience Workshop: L’elogio del camminare #2 Fiera di Roma, 13 Febbraio 2014 Intervento di Elisabetta Calabri (Dirigente Area Programmazione turistica e Interventi per le Imprese, Agenzia regionale del Turismo) Buon giorno a tutti, ringrazio il Presidente e il Vice Presidente della V Commissione consiliare per questa interessante iniziativa. Vi porto i saluti del Direttore dell’Agenzia regionale del Turismo, dott. Giovanni Bastianelli, che sostituisco in questa occasione. A seguito della riorganizzazione regionale dello scorso anno, l’Agenzia ha assorbito tutte le competenze in materia di turismo: programmazione, promozione, Osservatorio regionale del turismo, interventi per le imprese turistiche, agenzie di viaggio, formazione in materia di turismo, professioni. Il tema di questa Sessione è Cammini di fede e prospettive di sviluppo turistico. La nostra regione, come noto, è attraversata da una rete estesa e ramificata di Cammini di fede, generalmente indicati come Vie Francigene del Lazio: - a Nord: Via Francigena, da Proceno a Roma, compresa la c.d. variante Cimina; - a Est: Via di Roma – Via Francigena di San Francesco; Cammino di Francesco nella Valle Santa di Rieti; Via Benedicti; - a Sud: Via Francigena del Sud con le varie ramificazioni, quali Via Appia-Appia Pedemontana e interna ai Monti Lepini e Via Prenestina-Casilina-Latina. Non tutti i rami di tali Cammini sono nelle medesime condizioni per struttura, tracciato, continuità fisica, percorribilità a piedi in sicurezza e segnaletica: in alcuni tratti è inevitabile proseguire il percorso lungo strade carrabili con evidenti problemi di incolumità. Negli ultimi anni sono state comunque intraprese, da parte della Regione, degli Enti Locali, delle istituzioni religiose e delle associazioni attive sul territorio, numerose iniziative per garantire la conoscenza, la realizzazione, la valorizzazione, la fruibilità e la promozione delle Vie Francigene nel Lazio. Mi riferisco in particolare alle iniziative dell’ Assessorato alla Cultura, in attuazione della LR 19/2006, ma anche dell’Ambiente e del Turismo. Per quanto riguarda in particolare il Turismo, la Regione Lazio ha partecipato, dal 2003, come partner o capofila, in attuazione della Legge 135/2001, ad alcuni Progetti interregionali di sviluppo dei Sistemi Turistici Locali, rivolti all’individuazione e al recupero di percorsi e itinerari e, più in generale, allo sviluppo e alla valorizzazione delle aree interne del Lazio. Tra questi, in particolare, i Progetti Itinerari della fede-Cammini di fede (Via di Roma – Via Francigena di San Francesco; Cammino di Francesco nella Valle Santa di Rieti; Via Benedicti), Via Francigena, Via Salaria, Appennino centrale e verde e Vivere i laghi. 1 I Cammini di fede, in quanto itinerari percorribili preferibilmente a piedi o con mezzi lenti, a misura d’uomo (bicicletta, cavallo), hanno necessariamente, oltre alla innegabile rilevanza religiosa e spirituale, anche una valenza turistica e culturale. Il Consiglio d’Europa ha dichiarato la Via Francigena "Itinerario Culturale Europeo", così come il Cammino di Santiago de Compostela in Spagna, collocando pertanto tale percorso in una prospettiva sovranazionale e europea, aspetto importante proprio per il settore turistico, in relazione alla possibilità di attrarre turisti stranieri. I Cammini di fede del Lazio sono percorribili per le più svariate motivazioni turistiche in senso lato: oltre alla fede, anche l’interesse per la cultura e la natura, la passione per l’escursionismo e lo sport o la curiosità per i prodotti enogastronomici. Gli itinerari rappresentano, tradizionalmente e storicamente per il turismo, gli strumenti di fruizione e valorizzazione del territorio, costituiscono la trama e le infrastrutture che consentono di spostarsi e di attraversare città, paesaggi, ambienti naturali, ammirando beni culturali e assaporando prodotti tipici. L’itinerario è il percorso fisico e la sequenza logica delle tappe di un viaggio, di un’escursione, che generalmente si traduce in una rappresentazione grafica o multimediale/georeferenziata. L’itinerario ha comunque una portata spirituale e emozionale, legata all’esperienza che il turista/pellegrino vive di un territorio, conservandone il ricordo e comunicandolo agli amici, spesso attraverso i social network, in modo da contribuire alla reputazione di una regione o di un’area. Il Lazio è un territorio ricchissimo, pieno di spunti e risorse per programmare itinerari e percorsi, anche se spesso la rete dei sentieri presenta alcune criticità, legate alla segnaletica, alla messa in sicurezza, allo stato di manutenzione, agli aspetti gestionali e all’accessibilità. Prima ancora di promuovere gli itinerari, è infatti prioritario realizzarli concretamente, cioè tracciarli e dotarli dei necessari servizi di supporto (segnali e cartelli), individuando nelle vicinanze eventuali aree per il parcheggio e la sosta, punti di ristoro e strutture ricettive per l’ospitalità e soprattutto garantendo la manutenzione nel tempo. In altre parole bisogna costruire itinerari e prodotti turistici integrati con la collaborazione di tutti, Enti locali, associazioni, operatori. Nel Lazio si rileva dunque l’esigenza di mettere a punto percorsi e sentieri, oltre che interessanti e piacevoli, ben segnalati, sicuri, accessibili (sotto gli aspetti fisico e sensoriale), preferibilmente certificati da coloro che, in tale ambito, hanno maturato esperienza e professionalità così da fornire garanzie di fruibilità e sicurezza. A tal proposito, la Regione Lazio, attraverso l’Agenzia del Turismo, potrà valutare l’opportunità di stabilire accordi con i soggetti, gli enti e le associazioni con una pluriennale esperienza nell’escursionismo e nella sentieristica. In relazione alla ricettività di supporto ai Cammini di fede, in alcune Regioni è stata proposta l’individuazione dei c.d. Rifugi dei pellegrini come nuova tipologia extralberghiera. Forse la questione non è tanto istituire altre categorie di strutture ricettive, specificamente mirate a determinati target, attribuendo ulteriori etichette, considerato che, rispetto alla classificazione delle strutture, le Regioni si stanno orientando congiuntamente verso una progressiva semplificazione. La questione è semmai quella di individuare, in prossimità dei percorsi dei Cammini di fede, le strutture alberghiere, extralberghiere e all’aria aperta in grado di offrire ospitalità adeguata alle esigenze dei turisti/pellegrini e soprattutto a costi contenuti, tanto più se tali itinerari sono fruiti in periodi di bassa stagione. 2 Vorrei riepilogare brevemente alcune rilevanti iniziative, intraprese dall’Agenzia regionale del Turismo, a seguito della riorganizzazione, che potranno avere riflessi anche sul Turismo itinerante. Sono state infatti avviate le attività propedeutiche alla definizione della proposta per il nuovo Piano turistico triennale 2014-2016, nell’ottica del rilancio del ruolo strategico della programmazione. La proposta di Piano partirà dall’analisi dei dati sul turismo e dei punti di forza e di debolezza dell’offerta turistica regionale per definire poi le strategie, gli obiettivi e le linee di azione, finalizzate a migliorare la competitività del Lazio a scala internazionale e nazionale e a sviluppare la politica dell’accoglienza. Il processo di definizione si svolgerà secondo un metodo condiviso e partecipativo con il coinvolgimento degli Enti territoriali e delle Associazioni di categoria. È stata inoltre intrapresa una importante attività di revisione normativa, in particolare della LR 13/2007 (Organizzazione del sistema turistico laziale) e dei relativi Regolamenti autorizzati nn. 16, 17 e 18, rispettivamente per le strutture extralberghiere, alberghiere e all’aria aperta. Si tratta di una normativa regionale relativamente recente che, come tutte le norme, nella fase concreta di attuazione, ha mostrato la necessità di parziali aggiornamenti e soprattutto semplificazioni, anche per risolvere difficoltà di interpretazione o applicazione e per adeguarsi a modifiche introdotte dalla normativa statale. Il turismo, come noto, è un settore in continua evoluzione, condizionato da cambiamenti rapidi e talvolta poco prevedibili del contesto economico, sociale e culturale, dalla concorrenza internazionale, dai progressi dei mezzi di trasporto e delle telecomunicazioni, che hanno inciso profondamente sulle aspirazioni, sulle abitudini dei turisti, sulla durata e sulle modalità di organizzazione e prenotazione di un viaggio. Con particolare riferimento al Turismo itinerante, disciplinato dal Regolamento regionale n. 18/2008, è stata avviata una riflessione, in collaborazione con le associazioni di categoria, rivolta alla predisposizione di una proposta di semplificazione normativa. In attuazione del Piano turistico annuale 2013 (approvato con DGR 325/2013), che rappresenta l’ultimo anello del Piano turistico triennale 2011/2013, sono stati intrapresi, ai fini della qualificazione e della diversificazione dell’offerta turistica nel Lazio, i seguenti progetti di valorizzazione e promozione degli itinerari: 1) Avviso pubblico per il Turismo accessibile o per tutti, per la presentazione di progetti di valorizzazione e promozione turistica e per il miglioramento dell’accoglienza, della fruibilità e dell’attrattività del Lazio nei confronti di turisti con esigenze speciali (disabili motori e sensoriali, allergici alimentari, etc.), pubblicato il 5/11/2013, scadenza il 5/12/2013, budget € 60.000. L’Avviso è rivolto a iniziative, proposte da istituzioni sociali private (onlus), specializzate nel segmento del turismo accessibile, riguardanti l'individuazione di itinerari turistici-culturaliambientali e di mappe sull'accessibilità delle strutture, dei servizi e dell'offerta turistica del Lazio, nonché la promozione del turismo per tutti attraverso materiali di comunicazione anche a carattere innovativo. 2) Avviso pubblico per la presentazione di manifestazione di interesse per il potenziamento e la riqualificazione della rete di percorsi naturalistici, piste ciclabili e ippovie, pubblicato il 31/12/2013, scadenza il 31/3/2014. Con tale Avviso si intende promuovere gli interventi di valorizzazione, riqualificazione, sviluppo, diversificazione e promozione dell’offerta turistica delle aree dell’Appennino laziale (già 3 ricomprese in un precedente Programma triennale integrato di intervento per la Promozione del Turismo Montano, LR 10/2001), attraverso la creazione di una rete di percorsi e mete alternativi, che integrino tra loro valenze e emergenze naturalistiche, archeologiche, architettoniche e paesaggistiche. L’ambito territoriale di riferimento (Comuni dell’Appennino laziale delle Province di Rieti, Roma e Frosinone) è riconducibile all’individuazione di cui alla DGR 912/2008. Destinatari dell’Avviso sono, oltre a Comuni e Amministrazioni pubbliche (e forme associate), anche imprese private singole e/o associate proprietarie e/o titolari di autorizzazione all’esercizio della struttura ricettiva extralberghiera, oggetto della proposta. Da rilevare che, nonostante si tratti di una manifestazione di interesse (al momento priva di finanziamenti) il tema sembra riscuotere grande interesse, considerato l’elevato numero di richieste di informazioni che pervengono. 3) Gli itinerari costituiscono infine uno dei temi portanti del nuovo Portale del Turismo, non ancora reso pubblico nella versione definitiva, derivante dall’evoluzione del Portale www.ilmiolazio.it, in corso di progressiva e costante implementazione da alcuni mesi. Nel nuovo Portale, in considerazione dell’importanza sempre maggiore, per il grande pubblico, della comunicazione turistica via web, sono stati individuati e proposti numerosi itinerari turistici integrati, anche abbinati ad eventi culturali, religiosi, sportivi, enogastronomici e tradizionali, al fine di promuovere il territorio del Lazio in tutti i suoi aspetti. Roma 13 Febbraio 2014 Elisabetta Calabri 4 15.417 car Workshop “L’elogio del Camminare #2 13 febbraio 2014 INTERVENTO dott. LUIGI FIORELLI – presidente Associazione Laziale Vie Francigene ALVF Buongiorno. È con grande piacere che ho accolto l‟invito del Presidente Patané a partecipare a questo momento di riflessione sul tema del turismo itinerante, finalizzato alla valorizzazione del patrimonio turistico, paesistico, ambientale e culturale della Regione Lazio. Porto in questa sede anche la voce dell‟Associazione Europea delle Vie Francigene ed i saluti del suo presidente on.le Massimo Tedeschi, assente per un precedente impegno istituzionale Il mio intervento si svilupperà sul tema dell‟offerta turistica - escursionistica ed itinerante – come opportunità di sviluppo economico nel lazio visto nella prospettiva della Via Francigena e del turismo religioso dei pellegrini che sempre più numerosi in questi anni la scelgono per raggiungere Roma e San Pietro Analizziamo il rapporto fra VIA FRANCIGENA e CAMMINO DI FEDE, TURISMO SOSTENIBILE e SVILUPPO ECONOMICO, cioè con i tre elementi portanti del nostro workshop La VIA FRANCIGENA è un CAMMINO DI FEDE Dopo di me altri approfondiranno il tema dei CAMMINI: a me serve solo ricordare che da tempi lontani il territorio europeo è attraversato da “itinerari”, che in nome della fede portano da una regione all‟altra pellegrini alla ricerca di spiritualità , che è più facile da trovare tra angoli di natura incontaminata… Da sempre in un Cammino di Fede FEDE E CULTURA, STORIA E TRADIZIONI sono legati e questo comporta un approccio turistico nuovo, fondato su valori culturali locali ma letto in dimensione di europea. La Via Francigena è uno strumento d’integrazione tra tradizioni e culture diverse e necessita di compartecipazione di esperienze economiche, culturali e sociali tra i vari Paesi, con prospettive interregionali e transnazionali. La VIA FRANCIGENA è strumento di TURISMO SOSTENIBILE La VIA FRANCIGENA coniuga perfettamente sviluppo economico - turismo - cultura e rappresenta una delle vie maestre per ripensare la nostra regione e il nostro paese in una nuova politica di sviluppo. La VIA FRANCIGENA è sviluppo e turismo in regime di sostenibilità: - perché è un particolare cammino di fede – è un PELLEGRINAGGIO - perché il pellegrino ha un approccio particolare al suo viaggio ed al territorio con il quale va ad interagire nel suo camminare. Pellegrinare è incamminarsi lungo percorsi valorizzati da un senso spirituale - il pellegrinaggio nella sua globalità acquisisce valore dal viaggio intrapreso per raggiungere la meta, dal percorso in sé, dalle scoperte che si incontrano lungo il cammino, che portano il “pellegrino” a penetrare nella storia, nel paesaggio naturale ed antropologico, per fare un passo avanti nella conoscenza di sé stesso. - il pellegrinaggio è un cammino di pace e il pellegrino è un essere dialogante, una persona che sceglie un consumo attento ed un rapporto solidale improntato all‟aiuto reciproco, un viaggiatore che reca poco disturbo all'ambiente sociale che attraversa, che cammina in condivisione e cerca il tragitto per crescere, più che il traguardo Il pellegrino è anche un vero e proprio turista nel momento in cui chiede di usufruire di vitto, alloggio, trasporti e servizi vari ma la sua natura di pellegrino/turista rende la Via Francigena perfettamente in armonia con il concetto di sviluppo sostenibile, perché è un soggetto che pratica un turismo esperienziale, ha scelto il cammino lento, un viaggio lento e consapevole – come opportunità o come stile di vita - percorre sentieri, strade sterrate in mezzo alla campagna assaporando ogni momento, disponibile a conoscere attraverso tutti i cinque sensi ed aprire la sfera delle sensazioni interiori e sceglie di camminare e di svolgere attività spirituali - amante della natura e rispettoso dei luoghi. 15.417 car Il percorso della Francigena nel territorio italiano - il più interessante per i paesaggi attraversati, per la cultura, per le tradizioni - è turismo all'aria aperta, è una importante opportunità per i territori di ampliare le occasioni di sviluppo, soprattutto per le realtà di piccole e medie dimensioni. Il plein air, infatti, rappresenta sempre più una delle forme ideali per lo sviluppo turistico sostenibile nei comuni minori o più decentrati, che sono maggiormente in grado di conciliare l'offerta turistica con un impulso concreto verso lo sviluppo di nuove attività. La VIA FRANCIGENA è volano di SVILUPPO ECONOMICO La Via Francigena è una risorsa importantissima per lo sviluppo del nostro paese ma necessita di molte risorse umane e materiali per il suo potenziamento: Dobbiamo puntare ad ottimizzare la sua FRUIBILITÀ E PERCORRIBILITÀ; sviluppare OFFERTE E PROPOSTE TURISTICHE adeguate alla domanda ed alla particolare natura di PELLEGRINAGGIO DI FEDE; promuovere e valorizzare i LUOGHI RELIGIOSO – CULTURALI; incrementare MATERIALE PROMOZIONALE e INFORMATIVO; divulgare informazioni utili al turista/pellegrino per muoversi nel territorio, privilegiando forme di movimento alternativo e di turismo slow; elaborare proposte turistiche, organizzate e strutturate stabilmente, pacchetti di offerte e iniziative in armonia con il pellegrinaggio spirituale ed anche individuale del pellegrino/turista; proporre iniziative verso luoghi religiosi e di particolare interesse culturale, spirituale ed ecumenico; coinvolgere le strutture ricettive alberghiere ed extralberghiere nell'accoglienza - assistenza lungo gli itinerari, supporto organizzativo dei pellegrinaggi, anche con la partecipazione di diocesi, parrocchie, enti, associazioni ed istituti religiosi del territorio regionale; avviare azioni di marketing territoriale con la progettazione di servizi, pacchetti commerciali, eventi e manifestazioni correlate all'arte, alla cultura e alle iniziative di viaggio/pellegrinaggio; favorire lo sviluppo di iniziative inserite in forma stabile nei cataloghi dei principali tour operators internazionali e nei grandi circuiti globali del turismo le destinazioni e i luoghi sacri e di fede “francigeni” e mantenere sempre una visione integrata di sviluppo IN SINTESI - partire dall’adeguamento strutturale e infrastrutturale dei percorsi - passare per l’organizzazione strutturale dei punti di interesse turistico - arrivare alla fidelizzazione del transito dei pedoni - predisporre maggiori aree di sosta per i pellegrini Se vogliamo potenziare la Via Francigena dobbiamo partire dalla spinta spirituale del pellegrinare e pensare ad un viaggio lento e ricco di contenuto A mio parere il potenziamento e lo sviluppo della Via Francigena devono ripartire dalla rievocazione dello spirito del passato, dalla tensione conoscitiva interiore che alimentava nei viandanti il desiderio di affrontare un‟avventura, ed il cammino valeva come e forse più della meta. Allora pensiamo da camminatori: dobbiamo poter ntercettare bellezze godibili, con itinerari noti e sempre percorribili senza problemi, disporre di cartografie di facile consultazione con allegate guide ove sono riportati nel dettaglio i punti di ristoro, di alloggio, i collegamenti, i percorsi alternativi, poter contare su percorsi messi in sicurezza e muniti di una segnaletica uniforme nella simbologia. Così il tracciato pensa al suo reale fruitore: decine di migliaia di turisti saranno sedotti con lo spirito della fede senza dimenticare strumenti molto più terreni. 15.417 car SVILUPPO ECONOMICO STRATEGIE Se la Via Francigena è una grande risorsa, quali le possibili strategie per potenziarla? Senza dubbio A) sicurezza e fruibilità B) ricchezza e varietà di proposte di attrazione Un territorio che accoglie i pellegrini propone anche attrattive con spettacoli, pubblicazioni, conferenze incontri … I Comuni affacciati sul percorso DEVONO produrre materiale utile ed interessante per un pellegrino moderno; adottare una politica turistica ad impatto zero, che punti sulla riscoperta e la promozione dei percorsi urbani, sul turismo all‟aria aperta, sul marketing territoriale. In particolare mi sembra urgente il potenziamento sulla Via Francigena di percorsi percorribili a cavallo, con punti tappa attrezzati per ospitare cavalli e cavalieri La Via Francigena può diventare un giusto contesto/scenario per opere letterarie: immaginiamo un concorso di narrativa - a livello nazionale - che „costringere‟ lo scrittore proveniente da qualsiasi parte dell‟Italia ad ambientare il proprio racconto LUNGO LA VIA FRANCIGENA, documentandosi sulle nostre bellezze ambientali ed artistiche. Inoltre si possono invitare a soggiornare nei territori della Via Francigena degli scrittori a livello nazionale che vengono accompagnati lungo i siti più interessanti ed affascinanti si che poi possano creare il loro racconto ambientato lungo la VIA FRANCIGENA… Pensate ad una serie di DON MATTEO alle prese con pellegrini sulla Francigena! Oppure ad un COMMISSARIO MONTALBANO… La Via Francigena può essere promossa valorizzando le testimonianze della cristianità: per esempio, nella VIA FRANCIGENA DEL SUD nel Lazio, Latina e dintorni appartengono a un territorio che proprio oggi celebra i 110 anni del Martirio di Santa Maria Goretti, la santa bambina: Borgo Montello e Le Ferriere, nella periferia di Latina e Nettuno conservano ancora oggi la storia della santa che incarna il perdono. Per brevità, infine, scelgo una rapida successione di spunti di riflessione sicurezza per le donne La VIA FRANCIGENA come VIA DI PELLEGRINAGGIO che sostiene le donne, quelle forti e coraggiose che camminano da sole…. : la presenza femminile sul cammino cresce e ha raggiunto il 40%. Il cammino si sta connotando al femminile? Occorre mantenere alta la vigilanza, la Via Francigena deve essere sicura… programmazione integrata La programmazione integrata è uno strumento di programmazione che favorisce lo sviluppo locale, rafforza l'identità del territorio attraverso la valorizzazione di tutti i suoi elementi naturali, antropici, culturali, storici e tradizionali, mette a sistema tutti gli interventi e servizi della filiera turistica promozione di sinergie È questo un argomento che mi sta molto a cuore: SINERGIA è una rete operativa di gestione dell‟accoglienza e della manutenzione condivisa nei territori; è interesse e senso di appartenenza da parte delle comunita locali, protagoniste attive e propositive nello sviluppo dell‟itinerario; è collaborazione tra operatori turistici e associazioni di volontari, parrocchie, scuole, amministrazioni locali; è integrazione territoriale per un progetto di più ampio respiro qual è quello della via Francigena… Il confronto tra le diverse amministrazioni attraversate dalla Francigena è fondamentale: senza il contributo attivo di tutte le municipalità la Via Francigena non può crescere e consolidarsi 15.417 car le tre gambe della Francigena Se MASSIMO TEDESCHI ora fosse qui, userebbe la metafora delle tre gambe: a. la gamba delle istituzioni pubbliche – b. la gamba delle associazioni no-profit - c. la gamba delle attività di natura economica che possono far crescere una vera e propria economia collegata. In occasione del III FORUM delle ASSOCIAZIONI per la VIA FRANCIGENA – svoltosi a Campagnano di Roma il 25 gennaio scorso – Tedeschi ha ampliato il concetto, giustamente aggiungendo agli enti pubblici, alle associazioni ed agli operatori economici i pellegrini, sempre più protagonisti della Francigena – ed ha scelto la metafora delle QUATTRO RUOTE far conoscere il territorio e i percorsi minori Dobbiamo far riscoprire territori della FRANCIGENA innanzitutto dalle Comunità locali; valorizzare le risorse turistiche, inclusi gli itinerari minori; potenziare i collegamenti, l‟offerta di servizi integrati con le iniziative del Comune; valorizzare una rete stradale minore si favorisce quel turismo "on the road" che oggi fa la fortuna di molte zone della Toscana e dell'Umbria: un tipo di turismo che ben si presta alla scoperta di affascinanti località minori e di paesaggi splendidi ma ancora sconosciuti, e che allo stesso tempo concorre pure alla fruizione (e allo sviluppo) di b&b, agriturismi, ristoranti. puntare su competenze gestionali e manageriali della destinazione turistica La Via Francigena è un volano per l‟economia e l‟occupazione nel territorio e permette uno sviluppo sostenibile? Allora pensiamo a strategie di ecoturismo, turismo rurale, turismo enogastronomico; Turismo esperienziale, ma con nuovi modelli di organizzazione e di nuove competenze gestionali e manageriali L‟AEVF nel maggio 2012 – in qualità di organismo abilitato dal Consiglio d‟Europa quale réseau porteur della Via Francigena, in collaborazione con la Regione Toscana, capofila del progetto interregionale Via Francigena (legge n. 135/2001) - ha promosso un seminario formativo per conoscere meglio la Via Francigena e lo “slow tourism” – organizzato in collaborazione con la Regione Toscana, capofila del progetto interregionale Via Francigena e realizzato dalla società Itineraria. Per la Via Francigena dobbiamo parlare di competenze di ACCOGLIENZA, accoglienza fisica, spirituale, culturale, che sostenga con originalità ogni passo dell'amico pellegrino. Questa ottica di accoglienza può senz‟altro giovare al pellegrino: secondo me la Via Francigena appartiene a chi la percorre, con spirito religioso o laico, da pellegrino o da viaggiatore. attrarre investimenti La Via Francigena è in grado di attrarre investimenti grazie alla qualità dell’ambiente, dei servizi e delle infrastrutture Gli Enti Pubblici devono recuperare economie di scala e ottimizzare i costi; il Commercio ha un ruolo strategico: penso alla valorizzazione e la qualificazione dei centri storici – un esempio? Incentivando l‟iniziativa di chi investe in dehors dei ristoranti e caffè e nelle esposizioni di banchetti promozionali riducendo o eliminando tasse di occupazione di suolo pubblico. Un ultimo cenno al concetto di OFFERTA RICREATIVA: al recente III Forum delle Associazioni per la Francigena SANDRO POLCI, architetto e direttore artistico del Festival europeo della Francigena – ha sottolineato come la Via possa essere un contenitore che diversifichi l‟offerta di spettacolo e cultura in modo da rispondere meglio all‟evoluzione della domanda. Penso ad una Via Francigena che sia attraente anche dal punto di vista degli investimenti, mediante un piano strutturato di “marketing d‟attrazione” nei confronti di aziende operanti nel settore dei servizi, del terziario avanzato, della ricerca, dell‟alta tecnologia e un percorso di ricerca di partnership con grande capacità finanziaria. 15.417 car collegamenti, comunicazione, aggregazione Affinché la Via Francigena possa realmente crescere è importante potenziare i collegamenti su gomma e su ferro; giovarsi della comunicazione on line: auspichiamo importanti investimenti finalizzati a migliorare la qualità; scegliere politiche che incoraggino l’associazionismo - una risorsa straordinaria per tutta la comunità guardare all’Europa La VIA FRANCIGENA guarda ad un‟Europa integrata ed unita ed il progetto della Via Francigena e dello sviluppodella rete degli itinerari culturali del Consiglio d‟Europa deve essere ben presente nelle aule del Parlamento Europeo con una giusta azione di lobbing e grazie all‟attiva presenza dei nostri rappresentanti politici MI FERMO QUI: penso che il vantaggio competitivo della VIA FRANCIGENA dipenderà dalla nostra capacità di proporre un insieme di più attrattive, caratterizzate dalla valorizzazione delle risorse e della cultura locale gestite attraverso il coordinamento dei diversi “partecipanti” all‟azione turistica, comunità locale inclusa è una sfida, ma siamo pronti ad accoglierla Sintesi intervento PAOLO PIACENTINI Anche il secondo incontro sul tema del camminare e delle attività outdoor, organizzato dalla V^ Commissione del Consiglio Regionale del Lazio, ha riscosso un buon successo di pubblico e di relatori e quindi va dato atto, di nuovo, al Presidente Eugenio Patanè e a tutti gli altri componenti della Commissione che su questo settore, fino a ieri trascurato dalla Regione Lazio, qualcosa si sta muovendo. Credo che siamo sulla buona strada visto anche l’impegno che l’Assessore Lidia Ravera ha dichiarato di voler mettere per il rilancio delle Vie di lunga percorrenza, in particolare della Via Francigena Nord e della Via di Francesco nel tratto Rieti-Roma. L’aver stanziato 500 mila euro per la messa in sicurezza dei percorsi e 300 mila per la promozione, sono una buon risultato che va gestito con molta attenzione per evitare gli errori del passato in cui le risorse a disposizione erano di molto superiori ma non c’è stato il coordinamento necessario tra associazioni, operatori del settore ed istituzioni; capace di far decollare il progetto delle cosiddette “Vie Francigene”, sul modello francese e spagnolo, solo per fare due esempi. Quello che quindi oggi va fatto senza indugio è un coinvolgimento, il più possibile ampio anche se non dispersivo, delle realtà territoriali e degli operatori, sia volontari che professionali, che ormai da decenni promuovono il turismo escursionistico nella nostra Regione. Va fatta rete anche all’interno della Regione per evitare che su settori tra loro intersecati si vada ad ordine sparso. In questo senso le politiche di rilancio delle vie di lunga percorrenza o del turismo escursionistico in generale devono coordinarsi con il percorso legislativo, molto importante e necessario, messo in piedi dalla V^ Commissione e che prevede le due proposte di legge di cui si è parlato anche oggi: quella sulla sentieristica e quella sulle guide ambientali escursionistiche. L’ottima intuizione avuta dal Presidente Patanè e dagli altri consiglieri, in modo assolutamente trasversale, è stata quella di arrivare, dopo anni di tentativi andati a vuoto, ad un riconoscimento ed inquadramento normativo di un settore che, come dimostra il dibattito vario ed appassionato di oggi, non è più un settore di nicchia. Oggi al sfida che la Regione ha davanti è quella di far diventare il settore dell’outdoor un segmento strategico dentro le politiche di pianificazione e bilancio. Il camminare e l’attività sportiva all’aria aperta, in generale come ci dicono gli esperti dell’OMS, gli amici della montagna-terapia e gli analisti del turismo ambientale, è un’attività che per i benefici di benessere individuale e sociale che determina, sia in città che nel meraviglioso paesaggio naturale e culturale, è in forte crescita e quindi è maturo il momento perché le istituzioni periferiche e centrali ci investano seriamente mettendo in conto, oggi sono parametri facilmente quantificabili, anche il forte risparmio in termini di spesa sanitaria: quel pozzo di “San Patrizio” che affossa tutti i bilanci regionali e statali. Allora per concludere, ancora ok per quello che sta accadendo ma proprio perché si sente una certa attenzione facciamo in modo di muoverci tutti in rete e coordinati per fare in modo, ad esempio, che la nuova stagione dei Fondi 2014 – 2020 ricada anche su queste settore e soprattutto che favorisca quella nuova occupazione giovanile di cui tanta si parla. Mettersi in cammino, piedi per terra e testa nel cloud Le azioni che caratterizzano Urban Experience, nelle sue esplorazioni urbane ed ambientali, esercitano uno spirito ludico-partecipativo che trova nell'uso del web un'opportunità particolare, quella di attingere ad informazioni non solo funzionali ma anche creative, narrative ed educative. C'è un modo di dire che definisce bene queste pratiche: “piedi per terra e testa nel cloud”. Usiamo le risorse informative che posizioniamo nel cloud di internet per alimentare il gioco dell'esplorazione e dell'educazione ambientale, secondo le poetiche del performing media che sottende un'animazione culturale ed educativa delle nuove tecnologie della comunicazione. Ci interroghiamo (e agiamo per trovare le risposte) su come dinamizzare i processi di partecipazione. Su questo fronte, nell'ambito del progetto RomaSmartCity , in collaborazione con Stati Generali dell'Innovazione, abbiamo condotto a Testaccio un open talk su “dare forma alla partecipazione“. Proprio in quel contesto abbiamo realizzato uno dei nostri format, il più caratterizzante: il walk show, si tratta di conversazioni nomadi che permettono di confrontarsi con un approccio particolare: ci si mette in cammino, insieme, e con i sistemi radio (associati all’uso di smart-phone, mappe interattive e twittering) si riesce a sviluppare un efficace scambio d’idee che si coniuga con lo scenario urbano (e il paesaggio) che si attraversa. Grazie al sistema radio è possibile conversare, si parla “ a fianco” e non di fronte, cambia il registro dell'impostazione vocale: si parla a bassa voce, si sottrae modalità di auto-rappresentazione per esprimere disponibilità di partecipazione. Funziona. Si stemperano le contraddizioni, si gestisce in modo creativo il conflitto, s’instaura un principio d’empatia possibile. Come è accaduto a Tuturano (Brindisi) in un cantiere di rigenerazione urbana (vedi il report video). Queste nostre azioni poetiche-politiche di partecipazione attiva esprimono la necessità di riqualificare i termini della consapevolezza culturale e di fatto creano delle “palestre dell’attenzione” nell’attraversare gli ambienti naturali, dal sistema dei Parchi al “corridoio culturale d’Europa che è la Via Francigena. In questo breve report video c’è traccia di un altro nostro intervento nel contesto di un seminario “francigeno”, a Campagnano Romano dove s’era svolto mesi fa un percorso nella via francigena che attraversa il centro storico, ascoltando le “fontane parlare”, attraverso le voci delle abitanti di quel borgo. Ecco una descrizione dettagliata del format del walk show. I walk show sono delle passeggiate con performing media: conversazioni nomadi caratterizzate dall’ausilio di smartphone (e tablet) e cuffie collegate ad una radioricevente (whisper radio) che permette di ascoltare le voci dei walking-talking heads e repertori audio predisposti. Protagonisti dell'azione ludico-partecipativa sono gli spettatori-cittadini attivi che si mettono in gioco attraversando uno spazio urbano o qualsiasi altro territorio da esplorare passeggiando. Una strategia dei walk show è quella di attivare “palestre dello sguardo”, per cogliere i dettagli del paesaggio che si attraversa e interpretarli, per input di pensiero laterale, lungo la passeggiata peripatetica. Si tratta di un format funzionale sia in ambito educativo (per il principio della “porosità pedagogica”), sia urbanistico (per qualificare e dinamizzare la partecipazione degli stakeholder) nel promuovere cittadinanza attiva, secondo la metafora dello sciame intelligente, sia culturale e sociale (per il brainstorming nomade inscritto nei contesti territoriali). Insieme alle voci itineranti si ascolteranno in cuffia paesaggi sonori e insert audio pertinenti, attraverso l'uso degli smartphone anche attraverso la lettura di mobtag (particolari codici digitali, detti anche QRcode) che linkano al web, disseminati, a volte, lungo il percorso e inscritti, quando vi sono le condizioni produttive per realizzare dei geoblog, in mappe interattive gestite come Web App (SoLoMo: Social Local Mobile). Un'altra caratteristica dei walk show è quella di usare twitter (#urbexp e altri hashtag) mentre si cammina, in un'interazione tra web e territorio che esprime un gesto di design pubblico, per poter eventualmente visualizzare la tag cloud generata dall'azione di urban experience. Carlo Infante [email protected] Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione Consiglio Nazionale delle Ricerche Progetto internazionale“La città dei bambini” L’elogio del Camminare Oltre il contesto urbano: il benessere e la qualita’ del turismo all’aria aperta Commissione Cultura Regione Lazio - Roma, 13 febbraio 2014 Antonella Prisco (ISTC- CNR) Buongiorno; sono qui per parlarvi di una proposta per far camminare i bambini… mi spiego; faccio parte di un gruppo di ricerca del Consiglio Nazionale delle Ricerche che promuove il progetto “La citta’ dei bambini”: e’ un progetto che si rivolge a sindaci ed amministratori locali perche’ si facciano carico di restituire autonomia e di ascoltare le parole dei bambini. Perché proprio i bambini? Primo – perché prendendo il bambino come parametro di cambiamento si abbassa l’ottica della amministrazione fino all’altezza del bambino, per non perdere nessuno. Si tratta di accettare la diversità che il bambino porta con sé a garanzia di tutte le diversità. Secondo - perchè i bambini sono quelli che pagano il prezzo più alto del degrado dell’ambiente, soprattutto quello urbano. In Italia le persone si spostano troppo in auto e ci sono automobili in sosta o in movimento ovunque, che occupano quasi tutto lo spazio pubblico (e ormai anche quello privato comune come i cortili…) Abbiamo il rapporto auto/abitanti più alto d’Europa 60 auto ogni 100 abitanti (rispetto invece alle 50 vetture della Germania e alle 47 della media dell'Unione Europea); il nostro parco-auto ammonta a 36 milioni di auto e 6 milioni di motocicli. (Dati relativi al 2011 Fondazione ANIA per la sicurezza stradale e del Rapporto annuale di Legambiente). A causa di questa invasione prepotente di auto i bambini hanno perso quasi totalmente la possibilità di muoversi autonomamente e di camminare: vengono accompagnati sempre in automobile a scuola e nei luoghi delle attività pomeridiane; questa perdita influisce negativamente sulla loro salute e sul loro sviluppo psicologico e fisico. Nel 2011 abbiamo partecipato come partner italiano ad una ricerca internazionale con altri 16 paesi sulla autonomia dei bambini e ragazzi dai 7 ai 15 anni: la nostra posizione è risultata al penultimo posto…. Invece la possibilità di muoversi in autonomia ha per i bambini un’importanza enorme ed irrinunciabile per queste ragioni: 1. permette l’esperienza fondamentale del gioco, 2. aiuta a prevenire sovrappeso e obesità (che sarà un’epidemia nel 2020 in Europa, secondo l’OMS); 3. aiuta ad acquisire maggiore sicurezza, autostima e capacità di interagire con gli altri, 4. rafforza i legami con le persone che del proprio quartiere e sviluppa un senso di identità e responsabilità, diminuendo la probabilità di sviluppare sentimenti di solitudine durante l’adolescenza. E’ necessario ed urgente recuperare questa autonomia. La nostra proposta: andare a scuola da soli e con gli amici La proposta del progetto internazionale “la città dei bambini” è quella di andare a scuola e tornare da soli e con gli amici; e’ una proposta difficile ma necessaria: richiede il sostegno della scuola, delle famiglie, degli amministratori; è difficile anche perché deve combattere contro una duplice paura dei genitori: la paura del pericolo fisico rappresentato dal traffico delle automobili e la paura del pericolo morale rappresentato dalle persone pericolose; per quanto riguarda il primo punto, le limitazioni di autonomia sono dovute più alle paure degli adulti che non alle reali incapacità dei bambini rispetto ai pericoli del traffico. Gli incidenti stradali, per esempio, sono da loro considerati come gli eventi più probabili. Invece, recenti studi indicano che il più alto numero di incidenti automobilistici mortali che coinvolgono i bambini sono quelli che capitano quando sono in auto con i loro genitori e nelle fasce orarie di entrata ed uscita da scuola. Molte città in Italia e all’estero hanno aderito a questa proposta con benefici per i bambini e per la città stessa: ne cito solo due. A Pesaro: dal 2000 ad oggi a scuola andiamo con gli amici in 10 scuole con la partecipazione di circa 3000 bambini, l’autonomia e’ passata dal 10% al 50%. In Argentina, a Buenos Aires: l’iniziativa chiamata “Caminos seguros al cole” ha prodotto un significativo abbassamento del livello di criminalità, che là colpisce spesso ragazzi per mano di coetanei. Sappiamo che esiste una proposta chiamata Piedibus, che riscuote una certa adesione: ha lo scopo di diminuire le auto davanti alle scuole e far andare i bambini a piedi, raccogliendoli in punti fissati. E’ una proposta molto diversa dalla nostra, che coinvolge degli adulti che accompagnano e quindi non promuove alcuna autonomia e ha dei costi notevoli. “A scuola ci andiamo da soli” non ha uno scopo educativo, ma politico; e’ un progetto di mobilita’ sostenibile, che dimostra che CON i bambini si può innovare. Non dobbiamo solo dare loro servizi, ma concedere loro maggiore autonomia di camminare: questo farà bene a loro, alla città e ai cittadini. Sulla proposta “A scuola ci andiamo da soli” abbiamo redatto un manuale, che si trova sul nostro sito: www.lacittadeibambini.org
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