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1, comma 1, DCB Como” - Prezzo dell’abbonamento:
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nuova
agricoltura
R M A Z I O N E T E C N I C O P R O F E S SIO
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n°5 Maggio 14
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visita il nuovo sito web
www.ciaaltalombardia.it
Per info sulle attività di Cia Alta Lombardia, le notizie
in tempo reale sulla nostra agricoltura a tanti nuovi servizi
05
06
SOMMARIO
EDITORIALE
2
Il cambiamento e l’evoluzione del sistema agricolo. Una
necessità in linea con i tempi e le esigenze delle imprese.
4
Il responsabile del settore fiscale Cia Alta Lombardia ci lascia
per assumere l’incarico di direttore del Caf nazionale Cia
5
La crisi non frena il consumo di suolo
6
Il Mipaaf lancia #campolibero, piano di azioni per
semplificazione e lavoro in agricoltura
Il valore dei pagamenti diretti
8
Aperta fino al 31 maggio la Misura 121 Psr, mmodernamento
della aziende agricole
Assessore Fava: difendere zootecnia
9
Il cambiamento e
l’evoluzione del
sistema agricolo.
Una necessità in
linea con i tempi
e le esigenze delle
imprese.
Di Adonsi Bettoni
(Presidente Cia Alta Lombardia)
Nitrati, Fava: “Bene Mipaaf, ora si convochi il tavolo”
Le radici e il futuro
10
Stabilità: imposta di registro sui terreni agricoli
Galletti firma decreto su sistri. Via obbligo per imprese
agricole che conferiscono in circuiti organizzati
11
Decreto competitività e giustizia sociale: riduzione Irap e
niente Imu sui fabbricati rurali
Spending review, passo indietro sugli esonerati ma resta la
scure sul fotovoltaico
12
Coltivatori diretti e iap: la mini-imu esclude l’irpef (ris. Ag.
Entrate n. 41/E del 18 aprile 2014)
Nuovo appello di Agrinsieme al Parlamento: sopprimere lo
“spesometro” per le piccole aziende
Hai il fotovoltaico? Pagherai più tasse
13
Rinnovabili, Agrinsieme: “Rischio default con misure fiscali
approvate dal Governo”
Agricoltura sotto il tiro del fisco
14
Documenti per il trasporto delle attrezzature di lavoro
15
Intesa tra Ministero del lavoro, Agia e Cia: l’agricoltura apre
le porte a 20mila giovani
Artigiani e commercianti, i modelli F24 2014 dell’Inps da oggi
nel cassetto previdenziale
16
Dati catastali e ipotecari online per tutti e a costo zero
Donne in Campo Lombardia, gli appuntamenti di maggio a
Lecco, Como e Varese
nuova agricoltura
Mensile d’informazione tecnico professionale
della Confederazione Italiana Agricoltori - CIA Alta
Lombardia
Direttore responsabile:
Peppino Titone (e-mail: [email protected])
Edito da: CO.S.AGR.I. S.c.r.l. - Como via Morazzone, 4
Redazione: Como, via Morazzone, 4
Tel. 031.26.45.61 - Fax 031.30.76.55
Stampa: Rindi
Abbonamento annuale Italia:
Euro 5,50
Spedizione in abbonamento postale 45%
Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96.
L’agricoltura italiana sta cambiando a grande velocità la propria fisionomia. Basti pensare ai 3 milioni di ettari di superficie perduti nell’arco
di 20 anni, sottratti dalla cementificazione e non solo; basti pensare
a quante aziende hanno abbandonato negli ultimi 10 anni il mercato
(quasi il 22% di quelle iscritte in Camera di Commercio); basti pensare
al milione di addetti in meno e agli 11 miliardi di Euro di produzione volatilizzatasi per capire quale cambiamento ha subito e, verosimilmente,
continuerà a subire la nostra agricoltura: conseguenza, certamente,
della globalizzazione, ma frutto anche di scelte di politica interna forse
non proprio lungimiranti.
L’agricoltura perde quindi molte delle sue imprese, ma quelle che rimangono - e questa è la buona notizia -aumentano in media le loro
dimensioni, mostrando di avere un approccio più imprenditoriale verso le proprie attività e verso i mercati. Sono aziende, pertanto, che
sempre più necessitano e richiedono, al pari di quanto avviene negli
altri settori, servizi di supporto avanzati per le proprie attività, ed una
rappresentanza presso i tavoli istituzionali che sia capace di far sentire
con forza le proprie istanze.
E’ a partire da tale quadro che, sotto la sigla di Agrinsieme, ha preso avvio da qualche anno il tentativo di dare un’unica rappresentanza
alle molte voci che operano nell’ambito del settore agroalimentare;
un tentativo coraggioso che nasce dalla consapevolezza che la prima
necessità è quella di non dividere il “tavolo verde”, perché senza concertazione fra le diverse sigle sindacali si finisce con il perdere forza.
Ma il mutato quadro della situazione che investe il settore impone ben
altre, e forse ancor più coraggiose, scelte alle associazioni professionali agricole: scelte che riguardano l’erogazione di quei servizi che vengono tradizionalmente forniti alle aziende rappresentate per quanto
riguarda il fisco, la Pac, gli adempimenti ambientali, ecc.
Le politiche che il governo Renzi e il neo ministro Martina promettono di attuare con l’obiettivo di semplificare la vita dei cittadini ed in
particolare degli imprenditori agricoli italiani, è auspicabile possano
contribuire a ridurre l’enorme carico burocratico che incombe sul settore. Ma per quanto incisiva potrà essere l’azione del governo, sarebbe illusorio pensare che questa possa andare in deroga a quel quadro di regole e ai molti adempimenti - per lo più quali di emanazione
Domanda di iscrizione al Registro degli Operatori di
Comunicazione (R.O.C.) presentata in data 09/01/2002.
Appiano Gentile - Via Volta, 24
Tel. 031.97.03.79/031.97.03.80 - Fax 031.35.33.392
Sedi C.I.A.:
Sondrio - Via Nazario Sauro, 44
Tel. 0342.21.75.63 - Fax 0342.21.42.91
Como - Via Morazzone, 4 Tel. 031.26.45.61 - Fax
031.30.76.55
Merate - Via Statale, 5R - Tel. 039.99.00.553 - Fax
039.99.00.193
Merone - Via Pertini, 1 Tel. 031.61.73.93 (Inac)
Tel. 031.651743 (Cia) - Fax 031.61.84.928
Gorle - via Roma, 85 - Tel. 035.214247 - Fax 035.222017
Comerio - via Piave, 16 - Tel. e Fax 0332.732376
nuova agricoltura
comunitaria - ai quali è destinato a rimanere
soggetto chi opera in agricoltura: regole e
adempimenti che riguardano l’ambiente,
l’urbanistica, la sicurezza sul lavoro, l’ igiene
degli alimenti, la gestione dei rifiuti, oltre agli
adempimenti specifici della Condizionalità,
dal cui rispetto dipende l’integrità dei premi
Pac percepiti dalle aziende.
Un quadro di regole, quello cui soggiace l’impresa agricola italiana, che si è fatto sempre
più complesso e sempre più stringente nel
corso degli ultimi anni, reso ancor più complicato dalla nuova Pac, che impone a tutti
coloro che, come noi, operano al servizio del
settore, di ripensare ai propri assetti organizzativi, pena il concreto rischio di venire superati dagli eventi.
E’ da questa considerazione che prende avvio il progetto di riorganizzazione dei servizi
approvato dalla Direzione Cia Alta Lombardia lo scorso novembre e ratificato a grande
maggioranza dall’assemblea elettiva di febbraio: da tale considerazione e dalle seguenti
domande che ci siamo poste.
Un modello organizzativo dei servizi di consulenza nato in un’epoca dove non esisteva
internet, valido fintanto che le domande Pac
si compilavano a mano sulla carta chimica, in
un’era dove nessuno si sarebbe sognato di
dovere elaborare un piano per spandere il
letame nei campi, dove la sicurezza sul lavoro era poco più che un optional; un modello
nato in un periodo dove le dichiarazioni fiscali
si gestivano con la calcolatrice e tale rimasto
fino ai giorni nostri, può essere questo il modello di servizi valido per far fronte al nuovo
quadro di regole che tutti ben conosciamo e
all’agricoltura dei prossimi decenni?
E che dire di quella figura di funzionario “tuttologo” al quale il nostro agricoltore era abituato a riferirsi, così come spesso si ricorre al
buon vecchio medico di famiglia, che al momento del bisogno ti accudisce e ti consola
(salvo poi, magari, mandarti dritto al creatore
per carenza di quei mezzi e delle necessarie
competenze disponibili solo nell’ospedale attrezzato)? E’ ancora quella la figura di consulente che serve alle nostre aziende?
E’ questo ciò che serve ad un’agricoltura
chiamata ad essere sempre più efficiente e
competitiva ma anche, sempre più sostenibile sul piano ambientale, attenta ai problemi
della sicurezza degli addetti e a quella dei
consumatori? O non è piuttosto il caso di co-
minciare ad attrezzarsi per formare all’interno
del sistema Cia quegli elevati livelli di specializzazione che le nostre aziende sempre più
oggi richiedono nei diversi ambiti del fiscale,
del settore tecnico della Pac? Specializzazioni
che solo operando in una logica di squadra è
oggi possibile realizzare.
E’ da queste domande che nasce il progetto
di riorganizzazione dei servizi Cia Alta Lombardia: progetto - ci teniamo a dirlo - che
prende corpo non per volontà dei dipendenti
dell’organizzazione, ma per volere di una Direzione composta in grande maggioranza da
agricoltori e ratificato alla quasi unanimità da
un’Assemblea di agricoltori.
Una decisione di grande lungimiranza, quella
dei nostri agricoltori-dirigenti, e anche molto
coraggiosa, perché imboccare la strada di un
tale cambiamento in organizzazioni complesse come la nostra, se il cambiamento è vero
e non di facciata, significa anche mettere in
conto di doversi scontrare con le inevitabili
resistenze di chi, a torto o a ragione, resta geloso del proprio ruolo, magari della propria
fetta di potere e di qualche privilegio, primo
fra tutti quello di dovere riferire solo a se stessi.
E’ trascorso solo qualche mese dall’avvio del
progetto di riorganizzazione dei servizi: un
periodo decisamente troppo breve per consentirci di trarre un bilancio per quanto parziale. Un periodo, tuttavia, già sufficiente per
poter riferire di alcuni significativi risultati che
stiamo registrando proprio grazie al nuovo
assetto che la nostra organizzazione ha deciso di darsi.
Un primo importante risultato è quello che
vede Cia Alta Lombardia essere oggi, al momento in cui scriviamo, l’unico soggetto in
tutto il territorio regionale al quale si rivolgono le imprese agricole per richiedere i servizi
di consulenza in materia di sicurezza sul lavoro e di condizionalità; servizi finanziati al 70%
dalla Regione nell’ambito della misura 114 del
PSR. Non c’è domanda di accesso a tale Misura che, ad oggi, non sia rivolta alla nostra
organizzazione; e questo qualcosa vorrà pur
significare, perché tale risultato non può essere frutto del caso, ma semmai di quel nuovo assetto organizzativo che ha consentito,
ottimizzando ciò che vi era da ottimizzare, di
liberare importanti risorse professionali da
dedicare a nuovi ed avanzati servizi di consulenza.
Altrettanto significativa è la recente approvazione da parte di Foragri (l’ente bilaterale
che finanza la formazione dei dipendenti nel
settore agricolo) del progetto tramite il quale
Cia Alta Lombardia organizzerà nei prossimi
mesi la formazione di oltre cento dipendenti
delle azienda associate (formazione obbligatoria in materia di sicurezza, per l’utilizzo delle macchine, per i responsabili dei servizi di
primo soccorso e di prevenzione incendi): risultato, anche in questo caso, semplicemente
impensabile senza quel cambiamento che ha
investito la struttura confederale dei servizi
tecnici.
E risultati altrettanto importanti non mancano
anche nel settore dei servizi fiscali, soprattutto per quanto riguarda il coordinamento, l’informazione e l’aggiornamento dei nostri operatori: condizioni, tutte queste, indispensabili
per consentirci di porre in totale sicurezza la
gestione fiscale delle aziende associate.
L’agricoltura italiana, dicevamo, ha bisogno
di unità nella rappresentanza, e ha bisogno
anche (lo dimostrano questi primi risultati)
di fare sistema sul fronte dei servizi ad essa
dedicati.
Questo è ciò che vogliono i nostri agricoltori
e questo è ciò che oggi i dirigenti e tutto il
personale è impegnato a realizzare con grande dedizione e generosità.
Dobbiamo dire anche, però, che qualcun
altro ha fatto una scelta che va in senso diametralmente opposto alla direzione tracciata
dalla nostra Direzione; una scelta che va, cioè,
verso la rottura del fronte della rappresentanza e verso una frammentazione dei servizi
che, a nostro parere, non può che significare
un ritorno al passato ed un danno per la nostra agricoltura.
Una scelta che viviamo con rammarico ma
che non fatichiamo a comprendere, ben sapendo quanto difficile sarebbe stato, da parte di chi ha imboccato tale strada, accettare
l’idea di non essere più dominus assoluto del
proprio territorio, di dover accettare “regole
del gioco” frutto non del proprio arbitrio, ma
decise dagli agricoltori in organismi democraticamente eletti; accettare l’idea, infine, di
essere parte di una squadra dove ciascuno è
importante, qualcuno magari più importante
degli altri, ma dove nessuno può considerarsi
insostituibile, né tantomeno al di sopra delle
regole che il sistema si è dato.
03
nuova agricoltura
Il responsabile del
settore fiscale Cia
Alta Lombardia ci
lascia per assumere
l’incarico di
direttore del Caf
nazionale Cia
Il collega Maurizio Scaccia, che da pochi mesi aveva assunto l’incarico di responsabile del nostro settore fiscale, ci comunica di essere
stato chiamato a ricoprire il ruolo di direttore del Caf nazionale e
che, di conseguenza, è costretto suo malgrado a rinunciare all’incarico assunto in Cia Alta Lombardia.
La lettera di commiato, che pubblichiamo in forma integrale, illustra
il motivo di tale trasferimento, rendendoci partecipi dello stato d’animo che accompagna il nostro collega in questo passaggio.
Per quanto ci riguarda, possiamo solo dire che è davvero raro incontrare persone che abbiano le qualità umane e professionali che
Maurizio ha saputo esprimere in questo breve lasso di tempo.
Per quanto l’abbiamo conosciuto, colui che ci lascia è un grande professionista ma, soprattutto, un grandissimo amico che tale resterà a
prescindere dal diverso percorso di vita imboccato.
Unica consolazione, quella di sapere che la nostra collaborazione
non finisce ma prosegue per altra strada.
Un sincero auguri da tutti noi, caro Maurizio.
Cari Colleghi, Dirigenti, Associati,
con estrema difficoltà e con un nodo in gola devo comunicarvi un cambiamento che riguarda la mia vita lavorativa.
A gennaio ho intrapreso con estrema soddisfazione l’avventura lavorativa con la Cia Alta Lombardia nel ruolo di responsabile del settore fiscale
ed amministrazione. La scelta era nata da una mia esigenza personale di vita in terra lombarda, coniugata con l’esigenza e la disponibilità della
dirigenza Cia Alta Lombardia. Oggi, gli Organismi dirigenti della Cia nazionale, hanno deciso che io debba diventare il Direttore generale del CAF
CIA srl, dandone comunicazione oltre che a me anche al Presidente Bettoni e al Direttore Ferrario.
È innegabile che tale scelta riempie di orgoglio professionale la mia persona, come altrettanto innegabile mi mette in difficoltà verso la Cia Alta
Lombardia e gli stimoli lavorativi che in essa ho trovato.
La Cia è una unica famiglia e, per un territorio è motivo di estrema soddisfazione esprimere un suo dipendente come futuro dirigente nazionale,
motivo per il quale essendo io uomo di sistema non posso rinunciare alla scelta che tutto il sistema confederale ha fatto sulla mia persona. Mi corre
però l’obbligo morale ed emotivo di fare alcune considerazioni.
Mi sono calato in una realtà nuova, che conoscevo in maniera residuale. Devo dire, dopo quattro mesi, che la Cia Alta Lombardia, con tutte le
sue particolarità e con tutte le sue problematiche è una realtà sana e vitale.
Sana perché ha un bilancio encomiabile ed una alta patrimonializzazione, frutto di una gestione concreta e funzionale che con lungimiranza
ha condotto alla situazione attuale. Vitale perché, ha un numero di associati giovani, con aziende vitali ed intraprendenti, che poche altre realtà
agricole italiane hanno. In pratica un’oasi felice nel panorama agricolo italiano, che è la base per un futuro ricco di soddisfazione sia per le aziende
associate che per la Cia stessa. Un territorio fertile per la crescita della nostra organizzazione che, con la riforma che da sola ha deciso di darsi e la
conseguente riorganizzazione, con l’atteggiamento collaborativo di tutti gli attori coinvolti (nessuno escluso), può crescere in termini di rappresentatività e di bilancio in maniera esponenziale.
E questo, vista la giovane età degli organismi dirigenti, e di molti del corpo dipendenti, non è poca cosa, in un panorama di crisi come quello
che tutti stiamo vivendo. Un ruolo importantissimo nel passato, nel presente e anche nel futuro di questa organizzazione (grazie alla sua lungimiranza) lo ricopre il direttore Enrico Ferrario; persona di una umanità e correttezza fuori dal comune.
Persona che oltre alle sue doti umane, porta come valore aggiunto alla Cia una competenza, una capacità lavorativa ed organizzativa fuori dal
comune (e non è piaggeria).
Al posto suo, molti avrebbero “tirato a campare”, ma lui no, lui ha preferito pensare al futuro della Cia, delle aziende associate e dei dipendenti
tutti, nessuno escluso!!!!
A lui la mia riconoscenza sarà eterna: mai avevo incontrato una persona così, il padre ideale, non un datore di lavoro, non un capo, ma un
UOMO. Grazie Enrico di cuore. Il direttore, in tutto ciò, non è solo.
Ha un gruppo dirigente affiatato e coeso che lo sostiene (Titone, Brambilla, Molteni) ed ha in Adonis Bettoni un Presidente presente, capace,
coerente e soprattutto serio. Serio negli impegni, nell’abnegazione al ruolo e nella coerenza della sua attività rispetto agli interessi di tutti i soci.
Non sono certo gli eventi disgustosi e riprovevoli, frutto di egoismi, egocentrismi e opportunismi orribili (da parte di persone che hanno vissuto con
la CIA) di questi ultimi periodi che mineranno alle basi una struttura così sana, un progetto così vitale ed innovativo ed un gruppo dirigente che,
oltre ad essere competente e capace, ha un vero punto di forza: l’umanità in senso lato, per i soci e per i dipendenti tutti.
E’ raro trovare “datori di lavoro” che si preoccupano in ogni particolare dei propri dipendenti, ed è davvero sgradevole pensare che qualcuno
addirittura si senta sotto pressione. Sgradevole non in assoluto, ma in riferimento al gruppo dirigente storico che, ripeto, umanamente prima, aziendalmente poi, affronta ogni problematica della struttura Confederale.
Mi dispiace tantissimo non poter proseguire direttamente con Voi tutti questa avventura che culminerà di certo in nuovi successi per la Cia, i
suoi soci e i suoi dipendenti tutti, ma indirettamente, io sono con Voi e gioirò con Voi tutti per il futuro ricco di soddisfazioni e successi che l’Alta
Lombardia avrà. Un grazie di cuore a tutti, a prescindere dalla accettazione o meno, dalla simpatia o meno, un grazie di cuore è davvero per tutti
perché da ognuno di voi ho “preso” qualcosa.
Grazie ai colleghi con cui ho avuto una collaborazione più stretta, ai responsabili di settore con cui il confronto ha sempre arricchito ogni visone
e decisione. Un grazie ed una riconoscenza eterna a chi mi ha dato la possibilità di lavorare per l’Alta Lombardia e che ha voluto (nella logica di
sistema) non cedere a egoismi territoriali ma mettere a disposizione un proprio dipendente alla causa della Cia Nazionale.
Seppur a distanza continuerò a seguire la struttura, sarò presente settimanalmente per portare a termine la campagna reddituale 2014 e per
formare chi dovrà subentrare nei miei compiti quotidiani. Ho lasciato posti senza nemmeno accorgermene, ho interrotto un rapporto lavorativo
durato 13 anni senza troppi rimpianti, questa volta non è così. Per nessun altro motivo non interno a CIA avrei mai lasciato questa realtà.
Non è retorica, non è ipocrisia, ma lo stato d’animo che prevale.
Il mio cuore resta in “Altissima Lombardia”, il mio lavoro si svolgerà a Roma, ma il mio occhio e la mia attenzione saranno sempre per questa
bella realtà e per i suoi splendidi amministratori.
Grazie di cuore a tutti.
Maurizio Scaccia
04
nuova agricoltura
La crisi non frena il consumo di suolo
Nonostante la crisi economica ogni giorno in Italia si perdono 70 ettari di suolo.
Michele Munafò*
Come dimostrano i dati pubblicati dall’Ispra nel recente
Rapporto sul consumo di
suolo in Italia, nonostante la
crisi non diminuisce la velocità di trasformazione del territorio in aree artificiali: negli
ultimi 3 anni, altri 720 km2 di
territorio - 0,3 punti percentuali in più rispetto al 2009
- sono stati coperti da cemento e asfalto, un’area pari
alla somma dei comuni di Milano, Firenze, Bologna, Napoli
e Palermo. In termini assoluti, si è passati da poco più di
21.000 km2 del 2009 ai quasi 22.000 km2 del 2012, mentre
in percentuale è ormai perso irreversibilmente il 7,3% del
nostro territorio (era il 2,9% negli anni 50 del secolo scorso,
il 5,4% nel 1989). A dimostrarlo, anche la rapidità con cui
si perde terreno la quale, contrariamente alle aspettative,
non rallenta, anzi continua a procedere al ritmo di 8 m2 al
secondo, circa 70 ettari al giorno, con oscillazioni marginali
intorno a questo valore nel corso degli ultimi vent’anni. Si
tratta di un suolo che continua a essere coperto, ininterrottamente, da edifici, capannoni, strade, cave, discariche,
cantieri, cortili, piazzali, serre, aeroporti, porti, ferrovie,
pannelli fotovoltaici e tutte le altre aree impermeabilizzate,
non necessariamente urbane, con la conseguente perdita
di aree aperte naturali o agricole.
I valori percentuali più elevati si registrano nel nord Italia.
Ma, mentre nelle regioni del nord-ovest assistiamo a una
fase di rallentamento della crescita, nel Triveneto e in Emilia Romagna si mantiene un tasso di consumo di suolo elevato, dovuto principalmente alla continua diffusione urbana che si riscontra nella pianura padano-veneta. Nel 2012,
in 15 regioni viene superato il 5% di suolo consumato, con
le percentuali più elevate in Lombardia e in Veneto (oltre il
10%) e in Emilia Romagna, Lazio, Campania, Puglia e Sicilia
dove troviamo valori compresi tra l’8 e il 10%.
I risultati ottenuti per i principali comuni evidenziano percentuali generalmente molto più elevate del resto del territorio, confermando la drammatica situazione di alcune
delle nostre città, dove lo spazio comunale è stato consumato con percentuali che superano anche il 60% della
superficie amministrata.
Ma non è solo colpa dell’edilizia. In Italia si consuma suolo
anche per costruire infrastrutture, che insieme agli edifici,
ricoprono quasi l’80% del territorio artificiale: infrastrutture (strade asfaltate e ferrovie 28% e strade sterrate e infrastrutture di trasporto secondarie 19%), seguite da edifici
(30%) e parcheggi, piazzali e aree di cantiere (14%).
I dati proposti mostrano la gravità dell’erosione della risorsa suolo a fini edificatori e infrastrutturali con la progressiva trasformazione di città compatte in insediamenti diffusi,
caratterizzati da bassa densità abitativa. Queste dinami-
che non sono, infatti, giustificate da analoghi aumenti
di attività economiche o di
popolazione: se negli anni 50
del secolo scorso erano irreversibilmente persi 178 metri
quadrati per ogni italiano,
nel 2012 il valore raddoppia,
passando a quasi 370 metri
quadrati. La dispersione insediativa, inoltre, frammenta
e causa il deterioramento del
territorio, del paesaggio e dell’ambiente anche laddove
questo non è direttamente investito da coperture artificiali, rendendo gli spazi interclusi difficilmente recuperabili.
Ogni variazione di uso da agricolo/naturale a urbano, inoltre, compromette per sempre la capacità futura di stoccaggio di carbonio da parte del suolo. Si può stimare che negli
ultimi tre anni la sola riduzione dello stock di carbonio nel
suolo è stata di quasi 6 milioni di tonnellate, che potrebbe
corrispondere a una emissione di CO2 in atmosfera potenzialmente pari a 21 milioni di tonnellate. Per comprendere
questi numeri si può dire che la trasformazione di suolo
agricolo o naturale in suolo cementificato ha prodotto un
effetto in termini di emissione equivalente di CO2 comparabile a quello di aver introdotto nella rete viaria 4 milioni
di utilitarie con una percorrenza di 15.000 km/anno, un numero pari all’11% dei veicoli circolanti nel 2012.
La trasformazione del suolo naturale in cemento non produce impatti solo sui cambiamenti climatici, ma anche sul
ciclo dell’acqua. In questi 3 anni, tenendo presente che un
terreno pienamente funzionante può immagazzinare acqua fino a 3.750 tonnellate per ettaro - circa 400 mm di
precipitazioni - per via della conseguente impermeabilizzazione, abbiamo perso una capacità di ritenzione pari a
270 milioni di tonnellate d’acqua che, non potendo infiltrarsi nel terreno, deve essere gestita. In base a uno studio del
Central europe programme, secondo il quale 1 ettaro di
suolo consumato comporta una spesa di 6.500 euro (solo
per la parte relativa al mantenimento e la pulizia di canali e
fognature), il costo della gestione dell’acqua non infiltrata
per il consumo di suolo in Italia dal 2009 al 2012, può essere stimato intorno ai 500 milioni di euro.
La Commissione europea richiede di limitare il consumo
del suolo, per arrivare all’obiettivo del suo azzeramento
entro il 2050. È un obiettivo ambizioso, ma necessario e
ormai condiviso nel nostro Paese, oggetto di un disegno
di legge al vaglio del Parlamento che, se approvato, avrà
il difficile compito di attuare e garantire la progressiva e
rapida riduzione del consumo di questa preziosa risorsa
ambientale.
* primo tecnologo presso l’Istituto superiore per la protezione
e la ricerca ambientale dove è responsabile del settore Banche
dati monitoraggio e fattori di pressione
05
nuova agricoltura
Il Mipaaf lancia #campolibero,
piano di azioni per semplificazione
e lavoro in agricoltura
#campolibero, è il nome del piano di
azioni per il settore agricolo e agroalimentare a cui sta lavorando il ministero delle Politiche agricole.
Le parole d’ordine ispiratrici sono creare occupazione e semplificare.
Al momento le azioni elaborate sono
18. Il Mipaaf valuterà comunque altre proposte inviate a campolibero@
mpaaf.gov.it entro il 30 aprile.
Nel dettaglio il piano di azioni per
semplificazioni, lavoro, competitività
e sicurezza nell’agroalimentare è così
composto:
Competitività e Lavoro
- Mutui a tasso zero per imprese
agricole condotte da giovani under 40
- Incentivi all’assunzione di giovani
(sgravio di un terzo della retribuzione lorda)
- Stabilizzazione ed emersione dei
rapporti di lavoro (contratto agricolo stabile)
- Credito d’imposta per e-commerce
- Credito d’imposta per piattaforme
distributive all’estero
- Termine per l’attuazione della legge sull’etichettatura e avvio consultazione pubblica
- Taglio dei costi Enti e Società vigilate dal Ministero delle Politiche
agricole alimentari e forestali
- Avvio Sistema nazionale consulenza aziendale agricola
- Estensione generalizzata della diffida prima delle sanzioni amministrative pecuniarie
- Semplificazioni per la vendita diretta
- Sportello telematico automobilistico anche per settore agricolo
- Semplificazioni per settori biologico e vitivinicolo
- Dematerializzazione registri carico/scarico per diversi prodotti
- Estensione della possibilità di
adempimento volontario laddove
è già consentito il pagamento in
misura ridotta
Semplificazioni
- Registro unico dei controlli aziendali
- Apertura Società agricola in 60
giorni (Riduzione dei tempi del silenzio/assenzo)
Sicurezza
- Rafforzamento azioni per interventi nella Terra dei fuochi
- Più poteri di confisca dei beni contro chi trae profitto dal traffico illecito di rifiuti
Il valore dei pagamenti diretti
Fonte: Angelo Frascarelli, Terra e Vita
Quattro mesi fa, esattamente il 17 dicembre 2013, sono stati
pubblicati i regolamenti Ue sulla nuova Pac. Ancora oggi, molto
agricoltori hanno difficoltà a conoscere quale sarà l’importo dei
pagamenti diretti 2015-2020.
Solo dopo le scelte nazionali, saremo in grado di rispondere
esattamente a questa domanda, ma già oggi ci sono gli elementi per stimare il futuro dei pagamenti diretti di ogni agricoltore.
Le scelte nazionali
Le decisioni che influiscono sul valore dei pagamenti diretti
06
sono principalmente tre:
- le tipologie di pagamenti diretti;
- la regionalizzazione;
- la convergenza.
Le scelte relative a questi tre punti saranno adottate dalla
Conferenza Stato-Regioni entro il 1° agosto 2014. Il dibattito è
ancora aperto, ma alcune scelte sono già preannunciate (vedi
box) e il Ministro Maurizio Martina ha manifestato l’intenzione
di prendere tutte decisioni entro il 15 maggio 2014.
Ipotizziamo alcuni esempi aziendali di pagamenti diretti, partendo da alcuni punti fermi sulle scelte nazionali (vedi box): regione unica, modello di convergenza “irlandese” e greening
individuale.
Il modello “irlandese”
Il modello di convergenza “irlandese” prevede un graduale
passaggio dagli attuali livelli dei pagamenti diretti verso livelli
più omogenei, senza raggiungere un valore uniforme dei pagamenti diretti nel 2019.
Il modello “irlandese” fissa regole per il pagamento di base e
per il pagamento greening.
Relativamente al pagamento di base, il modello “irlandese”
prevede che (art. 25, Reg. 1307/2013):
- i titoli di ogni agricoltore non potranno diminuire di oltre il
30% rispetto al suo valore unitario iniziale;
- all’anno di domanda 2019 nessun titolo avrà un valore unita-
nuova agricoltura
Dal 2015 al 2019, il valore dei titoli dipenderà dal loro valore
unitario iniziale, calcolato per ogni singolo agricoltore. Il valore
unitario iniziale viene fissato nel 2015, ma sulla base degli importi del 2014.
Il valore unitario iniziale (VUI) si ottiene dalla seguente formula:
Non perdete tempo!
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VUI = (x / y) * (A / B)
x = massimale nazionale del pagamento di base nel
2015;
y = importo dei pagamenti erogati o valore dei titoli a
livello nazionale per il 2014.
A = pagamenti ricevuti o valore dei titoli detenuti
dall’agricoltore per il 2014.
B = numero dei titoli (= numero ettari ammissibili) nel
2015 a livello nazionale.
Il rapporto (x / y) dipende dallo Stato membro ed è
indipendente dalla situazione di ogni agricoltore.
L’Italia sceglierà il “modello irlandese”, con un pagamento di base di circa 54%, a cui si aggiunge il pagamento greening al 30%. In tal caso, il rapporto (x / y) potrebbe
assumere un valore di circa 53,3%.
Il rapporto (A / B), invece, dipende dalla situazione individuale
di ogni agricoltore.
Il valore A può essere calcolato, a discrezione dello Stato membro, in due modi:
1. a partire dai pagamenti ricevuti dall’agricoltore nel 2014;
2. a partire dal valore dei titoli detenuti dall’agricoltore al
15.05.2014, compresi i titoli speciali.
L’ipotesi più accreditata è che l’Italia scelga il metodo dei pagamenti ricevuti.
In sintesi, è rilevante sottolineare che il valore unitario iniziale
tiene conto di due fattori:
- i riferimenti storici, riferiti all’anno 2014;
- il numero di ettari ammissibili riferiti all’anno 2015.
Il valore unitario iniziale non è il valore dei titoli nel 2015, ma
è un valore di riferimento di ogni agricoltore che consente di
determinare il valore dei titoli per ogni anno dal 2015 al 2020.
Se il VUI è inferiore al VUN, i pagamenti diretti aumenteranno
dal 2015 al 2019 secondo le regole del modello “irlandese”;
viceversa se il VUI è superiore al VUN dal 2015 al 2019 i pagamenti diretti diminuiranno secondo le regole del modello
“irlandese”.
L’obiettivo finale del modello “irlandese” è di erogare pagamenti diretti a tutti gli agricoltori attivi e di avvicinare i valori dei
pagamenti diretti ad ettaro. In altre parole, di raggiungere un
pagamento per ettaro più uniforme, ma questo obiettivo non
sarà realizzato entro il 2019, per evitare di penalizzare eccessivamente i beneficiari storici dei pagamenti diretti.
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rio più basso del 60% del valore unitario nazionale
al 2019;
- gli agricoltori che ricevono meno del 90% del valore unitario nazionale otterranno un aumento
graduale, pari a un terzo della differenza tra il loro
valore unitario iniziale e il 90% del valore unitario
nazionale nel 2019.
Relativamente al pagamento greening, il modello “irlandese” prevede che gli Stati membri possano fissarlo a livello individuale ovvero il pagamento greening
sarà calcolato per ogni agricoltore come percentuale
del pagamento di base (art. 43, par. 9, comma 3, Reg.
1307/2013).
Di conseguenza, gli agricoltori che avranno un titolo del pagamento di base più elevato, avranno anche un pagamento greening più elevato.
Nel modello “irlandese” ci sono due parametri importanti: il
valore unitario nazionale al 2019 (VUN) e il valore unitario iniziale (VUI).
Il valore unitario nazionale (VUN)
Il valore unitario nazionale (VUN) del pagamento di base si ottiene dalla seguente formula:
VUN = (X / Y) * (P / R)
X = massimale nazionale del pagamento di base nel 2015.
Y = massimale nazionale per il 2015.
R = numero dei titoli all’aiuto assegnati dallo Stato nel 2015
(esclusi quelli della riserva nazionale).
P = massimale nazionale del pagamento di base nel 2019.
Per l’Italia significa circa 167 euro/ha. Questo valore scaturisce
dai seguenti calcoli:
- il pagamento di base al 54%, il pagamento greening al
30%, il pagamento giovani agricoltori al 1%, il pagamento
accoppiato al 13% e la riserva nazionale al 2%;
- il massimale nazionale per il 2019 a 3,902 milioni di euro;
- il massimale nazionale per il 2015 a 3,704 milioni di euro.
Il valore unitario iniziale (VUI)
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07
nuova agricoltura
Aperta fino al 31 maggio la Misura 121 Psr,
Ammodernamento della aziende agricole
Introdotte alcune novità, come per
esempio, l’eliminazione della possibilità di presentare domanda con la modalità “pacchetto giovani”.
La Direzione Generale Agricoltura di
Regione Lombardia, con decreto n.
3292 del 16 aprile 2014, ha approvato
le nuove disposizioni attuative della
Misura 121 Psr “Ammodernamento
delle aziende agricole”.
Rispetto alle precedenti sono state introdotte le seguenti novità:
- eliminata la possibilità di presentare domanda con la modalità “pacchetto- giovani”;
- innalzata la soglia di punteggio minimo per l’ammissione all’istruttoria- delle domande di contributo;
- introdotto un punteggio di priorità, la cui attribuzione è subordinata- all’approvazione del Comitato
di Sorveglianza, connesso a interventi aziendali nell’ambito della
manifestazione EXPO 2015.
Il contributo, espresso in percentuale
della spesa ammessa, varia dal 35% al
50%, sulla base del tipo azienda (condotta da giovane o da non giovane)
e della ubicazione dell’azienda del
richiedente (zona non svantaggiata o
zona svantaggiata di montagna).
La dotazione complessiva ammonta a
- 25.000.000,00.
Il periodo per la presentazione delle
domande scadrà 31 maggio 2014.
Assessore Fava: difendere zootecnia
“La settimana che si apre sarà decisiva per prendere quelle scelte che auspichiamo per il futuro del comparto. Serve una
decisione concreta, che vada nella direzione di difendere il territorio dove si concentra il futuro dell’agricoltura”. Lo ha
detto l’assessore all’Agricoltura della Lombardia all’inaugurazione della Fiera agricola di Treviglio e della bassa bergamasca, alla quale ha partecipato anche il ministro alla partita. «Il mio è un ruolo territoriale e mi fido del ministro delle
Politiche agricole, come mi fido dei bergamaschi - ha proseguito l’assessore lombardo -. Mi sono impegnato a chiudere
l’accordo entro la fine di aprile, non farò catenaccio, ma gli aiuti devono andare prevalentemente alla zootecnia e al riso.
Devono essere fatte delle scelte strategiche, come i grandi Paesi in Europa hanno fatto, orientandosi verso il comparto
zootecnico. Se sarà così anche da noi, sono pronto a firmare».
BILANCIO DELLA SITUAZIONE TRA DUE ANNI - L’assessore all’Agricoltura della Lombardia ha anche avanzato l’ipotesi
di fare «una sorta di pit stop nel giro di due anni, per verificare i livelli di spesa delle Regioni e destinare maggiori risorse
a chi è riuscito a investire in progetti utili alla crescita del comparto». La Lombardia, d’altronde, ha speso «quasi il 100 per
cento delle risorse disponibile e si conferma leader a livello nazionale con 42 per cento del latte prodotto, oltre il 40 per
cento delle carni suine, il 45 per cento del riso. Sono settori cruciali per il futuro del sistema agricolo e se dovessero trovare
adeguato sostegno, allora potremmo farcela. Diversamente aspettiamoci forti difficoltà».
08
nuova agricoltura
Nitrati, Fava:
“Bene Mipaaf, ora si convochi il tavolo”
Così l’assessore lombardo: “Si difendano le imprese agricole su base scientifica”
“Finalmente il ministro delle Politiche
agricole Martina ha riposto la propria
attenzione al tema dei nitrati, annunciando un imminente tavolo di lavoro
col ministero dell’Ambiente. È un anno
che sto sollecitando i due ministeri a
condividere la strategia della Regione
Lombardia, basata su posizioni scientifiche e non ideologiche, come invece
ha mostrato in questi anni di avere l’Unione europea”. A dirlo è l’assessore
all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, che auspica tempi rapidi per
“difendere il diritto degli agricoltori e
allevatori del Nord a svolgere il proprio lavoro”.
“In questi mesi hanno pesato l’assenza del ministero delle Politiche agricole, al quale mi sono più volte appellato, così come la latitanza di Ispra, che
continua a rimandare la pubblicazione
degli studi sulla reale portata dell’in-
quinamento dei nitrati e soprattutto
sulle fonti inquinanti - ha specificato
l’assessore -. Per questi motivi la Lombardia si è mossa autonomamente,
perché è manifestamente iniquo addossare ogni responsabilità e tutti i
vincoli al mondo agricolo e non farsi carico di un problema delimitato
territorialmente, ma con una portata
sul piano economico e produttivo di
grande rilevanza”.
“Confido - ha concluso Fava - nel senso di responsabilità del ministro delle
Politiche agricole e in una convocazione del tavolo con i dicasteri e le Regioni coinvolte in tempi rapidi”.
Le radici e il futuro
Sguardi sull’impegno delle donne nell’agricoltura dell’Alta Lombardia
Como 23 Maggio 2014
Biblioteca Comunale Piazzetta Venosto Lucati
9:30
SALUTI
Adonis Bettoni - Presidente CIA Alta
11:15
Parco Regionale Campo dei Fiori
Lombardia
Gisella Introzzi- Assessore alle Politiche
Agricoltura contadina e nuove forme di
impresa
Proiezione video
economiche, attività produttive e lavoro del
Comune di Como
10:00
Introduzione
Chiara Nicolosi - coordinatrice Donne in
12:00
Recupero delle produzioni tradizionali per
lo sviluppo dell’economia montana
Bianca Pastori e Sara Roncaglia
Associazione AVoce. Etnografia e storia del
lavoro dell’impresa e del territorio
Agricoltrici per scelta. Parole di pratiche,
parole di biografie nelle montagne
comasche
Proiezione di video interviste alle
produttrici di Donne in Campo
Chiara Bassanelli
Università della Montagna di Edolo
Campo Lombardia
10:30
Marco Pistocchini e Camilla Crugnola
12:30
Michela Zucca
Antropologa
Lavoro condiviso e agricoltura di montagna
DIBATTITO
13:15
CHIUSURA DEI LAVORI
Valeria Reggiani - Presidente Donne in
Campo Lombardia
09
nuova agricoltura
Stabilità: imposta di registro sui terreni agricoli
La nuova “tassazione” sui trasferimenti immobiliari, efficace dal 1° Gennaio
2014, frutto del combinato disposto
dell’art. 10, D.Lgs. 23/2011 (Decreto
IMU) e dell’art. 26, D.L. 104/2013 (Decreto Istruzione), convertito dalla L.
128/2013, ha subito delle modifiche a
opera della Legge di Stabilità 2014
(L. 147/2013).
Nello specifico, la L. 147/2013 è intervenuta sul tema prevedendo:
• misure particolari per l’acquisto di
terreni agricoli;
• un’esplicita eccezione all’abrogazione generalizzata delle agevolazioni ed esenzioni in tema di imposta di registro.
La nuove “tassazione” dei trasferimenti immobiliari - Il combinato disposto dell’art. 10, D.Lgs. 23/2011 (Decreto IMU) e dell’art. 26, D.L. 104/2013
(Decreto Istruzione), convertito dalla
L. 128/2013, ha ridisegnato l’applicazione dell’imposta di registro sui trasferimenti immobiliari.
Di notevole impatto le modifiche introdotte, a partire dalla rimodulazione dell’imposta di registro sui trasferimenti immobiliari, con l’innalzamento
dell’aliquota ordinaria dal 7% al 9% e
la riduzione dal 3% al 2% dell’imposta
applicata per l’acquisto della «prima
casa», senza dimenticare l’introduzione di un importo minimo dell’imposta
di registro (1.000 euro) e l’applicazione delle imposte ipotecarie e catastali nella misura di euro 50 in tutti i casi
in cui trovano applicazione le nuove
aliquote dell’imposta di registro con
contestuale abrogazione dell’imposta di bollo e delle tasse ipotecarie
per la trascrizione nei pubblici registri
immobiliari.
Si prevede, inoltre, l’aumento ad euro
200 della misura fissa dell’imposta di
registro, ipotecaria e catastale per
tutti gli atti che al 31.12.2013 scontavano imposta di registro, ipotecarie
e catastali nella misura fissa di euro
168.
Si segnala, infine, che il co. 4, art. 10,
D.L. 23/2011 ha previsto in relazione
agli atti di trasferimento immobiliare
la soppressione di tutte le esenzioni e le agevolazioni tributarie, anche se previste in leggi speciali.
L’acquisto di terreni agricoli - La Legge di Stabilità 2014 (L. 147/2013) in-
10
terviene sul tema introducendo per i
soggetti diversi dai coltivatori diretti
e imprenditori agricoli professionali (IAP), l’acquisto di terreni agricoli
e relative pertinenza con imposta di
registro nella misura del 12% e, conseguentemente, quella ipotecaria e
catastale nella misura fissa di 50 euro
ciascuna (co. 609, art 1, Legge di Stabilità per il 2014).
Per tali operazioni, fino al 31.12.2013,
si prevedeva, l’applicazione dell’imposta di registro nella misura del
15%, con imposte ipotecarie e
catastali da applicarsi in misura
proporzionale,rispettivamente nella
misura del 2% e dell’1%.
Cambiano, dunque, sia l’imposta di
registro proporzionale (che passa dal
15% al 12%) che le imposte ipotecarie
e catastali che passano da proporzionali a fisse nella misura di euro 50.
L’applicazione pratica di tali misure
evidenza l’ottenimento di un risparmio d’imposta.
Infatti, prendendo ad esempio il trasferimento di un terreno agricolo del
valore di euro 100.000,00, verificandosi i requisiti soggettivi e trovando applicazione l’imposta di registro in misura proporzionale, fino al
31.12.2013 si scontava un’imposizione di 18.000,00 euro (imposta di registro 15.000,000 + imposte ipotecarie
e catastali 3.000,00 euro), mentre a
partire dal 1° Gennaio 2014 si sconta
un’imposizione pari a euro 12.100 (imposta di registro 12.000 euro + imposte ipotecarie e catastali 100,00 euro).
Il risparmio d’imposta sarebbe stato
maggiore in assenza d’intervento della Legge di Stabilità 2014, in quanto
avrebbe trovato applicazione la nuova imposta di registro nella misura
del 9% e, conseguentemente, imposte ipotecarie e catastali nella misura
fissa di 50 euro ciascuna. Nel trasferimento preso ad esempio, a partire dal
1° Gennaio 2014 e senza l’intervento
della Legge di Stabilità 2014, la tassazione sarebbe stata pari ad euro 9.100
(imposta di registro 9.000 + imposte
ipotecarie e catastali 100,00 euro).
Resta l’agevolazione per i coltivatori
diretti e i soggetti IAP - Inoltre, con il
co. 608 della Legge di Stabilità 2014
il Legislatore ha voluto preservare le
agevolazioni per la piccola proprietà
contadina.
Viene infatti integrato il co. 4, art.
10, D.L. 23/2011 prevedendo l’abolizione di agevolazione ed esenzioni “ad eccezione delle disposizioni
di cui all’articolo 2, comma 4-bis, del
decreto-legge 30 dicembre 2009, n.
194, convertito, con modificazioni,
dalla legge 26 febbraio 2010, n. 25”.
Tale norma riguarda gli atti di trasferimento a titolo oneroso di terreni e
relative pertinenze qualificati agricoli
in base a strumenti urbanistici vigenti,
posti in essere a favore di coltivatori
diretti ed imprenditori agricoli professionali, iscritti nella relativa gestione
previdenziale e assistenziale, nonché
le operazioni fondiarie operate attraverso l’Istituto di servizi per il mercato
agricolo alimentare (ISMEA), prevedendo che tali operazioni scontino:
• imposte di registro e ipotecaria
nella misura fissa;
• all’imposta catastale nella misura
dell’1 per cento.
Per tali operazioni l’unico effetto
consisterà nell’incremento della misura fissa dell’imposta di registro e
dell’imposta ipotecaria da euro 168
ad euro 200.
GALLETTI FIRMA
DECRETO SU SISTRI.
VIA OBBLIGO PER
IMPRESE AGRICOLE
CHE CONFERISCONO IN
CIRCUITI ORGANIZZATI
“E’ stato firmato dal ministro
dell’ambiente Gian Luca Galletti il
decreto ministeriale che prevede
l’obbligo di adesione al sistri solo
per le imprese e gli enti produttori
iniziali di rifiuti speciali pericolosi
che abbiano piu’ di 10 dipendenti”, rende noto il ministero dell’ambiente. “nel decreto, che esclude
dal sistema di tracciabilita’ dei rifiuti tutte le imprese agricole che
conferiscono i rifiuti prodotti nei
circuiti organizzati di raccolta - informa il ministero - sono previste
anche altre disposizioni di semplificazione amministrativa, chiarite le
modalita’ di gestione dei trasporti
intermodali e prorogato al 30 giugno 2014 il versamento del contributo annuale”.
nuova agricoltura
Decreto competitività e giustizia sociale:
riduzione Irap e niente Imu sui fabbricati rurali
Approvato la scorsa settimana in Consiglio dei Ministri il decreto legge “Misure urgenti per la competitività e la
giustizia sociale - Per un’Italia coraggiosa e semplice”.
Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha diffuso un comunicato in cui si evidenzia che risultano
molto ridimensionati gli interventi sul
comparto primario rispetto alle bozze
circolate nei giorni precedenti all’approvazione.
In particolare il provvedimento non
contiene la reintroduzione dell’Imu sui
fabbricati rurali ad uso strumentale.
Sono state inoltre salvaguardate le
agevolazioni per il gasolio agricolo,
l’esenzione IRES per le cooperative
agricole e di piccola pesca e il regime
speciale dell’Iva per le imprese agrico-
le.
Il decreto contiene una rimodulazione della base imponibile per i terreni
montani e collinari e una correzione
fiscale sulla produzione di energie rinnovabili da imprese agricole.
Infine un significativo taglio del cuneo
fiscale per il settore agricolo deriva
dalla riduzione dell’aliquota Irap del
10%.
Spending review, passo indietro sugli esonerati
ma resta la scure sul fotovoltaico
Rimane salvo il regime agevolato
per gli agricoltori che non superano
i 7 mila euro. Confermata l’esclusione
dal reddito agrario dei proventi da
cessione di energia da fonti rinnovabili. A cura di Consulenza Agricola
Con l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto legge
Spending review, è stato cancellato
dalla bozza del decreto il comma 1
dell’art. 22 che prevedeva la fine del
regime di esonero dei piccoli agricoltori.
Pertanto rimane salvo il regime agevolato per gli operatori che non superano i 7 mila euro di volume di affari.
Il comma equiparava gli esonerati a
tutti gli altri operatori del settore, con
il conseguente obbligo della tenuta
della contabilità.
Resta invece l’obbligo per i produttori
agricoli con volume di affari inferiore
a 7 mila euro di presentare l’elenco
clienti e fornitori (Spesometro).
Sono confermate ed inalterate le novità riguardanti l’esclusione dal reddito agrario dei proventi derivanti dalla
cessione di energia da fonti rinnovabili.
Il dl, limitando l’applicabilità delle
nuove disposizioni alle operazioni
soggette Iva, sembra riservare l’introduzione del coefficiente di redditività
del 25% ai soli redditi derivanti dalla cessione di energia, escludendo i
contributi (tariffa incentivante), esclusi dall’ambito di applicazione dell’imposta.
Quest’ultima interpretazione è strettamente legata al tenore letterale
della norma, ma non si nasconde che
ci si aspetta un intervento anche su
questo punto, teso a tassare anche i
contributi sulla base del coefficiente
di redditività del 25%.
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11
nuova agricoltura
Coltivatori diretti e iap:
la mini-imu esclude l’irpef
(ris. Ag. Entrate n. 41/E del 18 aprile 2014)
In risposta a diverse richieste di chiarimenti, da parte delle associazioni di
categoria, in merito alle modalità di
compilazione della dichiarazione dei
redditi in presenza di redditi dei terreni e, in particolare, di quelli posseduti
e condotti dai coltivatori diretti e dagli
imprenditori agricoli professionali, per
i quali risulti dovuta la cd. “mini Imu”
per l’anno d’imposta 2013, l’Agenzia
delle Entrate ha precisato come i red-
diti dominicali in oggetto:
- sono soggetti a IRPEF (e relative addizionali) se per essi non era dovuta
l’IMU 2013;
- non sono soggetti a IRPEF, se per
essi era dovuta la mini-IMU per il 2013.
Il principio di sostituzione tra IMU ed
IRPEF opera quindi anche in presenza della sola mini-IMU. Il riferimento è
all’art. 8 co. 1 del DLgs. 23/2011, in cui
viene precisato come l’IMU sostitui-
sce, per la componente immobiliare,
l’IRPEF e le relative addizionali, regionali e comunali, dovute in relazione ai
redditi fondiari concernenti i beni non
locati o non affittati.
Ancora, la risoluzione precisa che l’effetto sostitutivo tra le imposte opera
anche nel caso in cui l’IMU risulti giuridicamente dovuta ma l’imposta non
sia stata effettivamente versata, ad
esempio, per effetto di detrazioni.
Nuovo appello di Agrinsieme al Parlamento:
sopprimere lo “spesometro” per le piccole aziende
Sopprimere l’obbligo di comunicazione all’Amministrazione finanziaria delle operazioni ai fini Iva (il cosiddetto “Spesometro”) per i piccoli produttori agricoli, quelli, cioè, che
non superano i 7 mila euro di vendite l’anno. È la reiterata
richiesta di Agrinsieme, il coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane del settore
agroalimentare. La reintroduzione di questo obbligo, effettuata con la legge di Stabilità, è una misura penalizzante
che accresce la burocrazia, aumenta i costi e rischia di mettere in ginocchio le imprese, spiega Agrinsieme. La sua sop-
pressione, che non avrà oneri per la spesa pubblica, diventa
urgente in quanto i piccoli agricoltori dal prossimo aprile
sono tenuti agli adempimenti previsti dal provvedimento.
Agrinsieme rimarca ancora una volta i gravosi effetti per le
piccole aziende agricole, che saranno costrette a registrare
tutte le fatture d’acquisto e le autofatture di vendita. Con
l’aggravante di inviare in modo telematico l’elenco di tali
operazioni. E questo comporterà, inevitabilmente, spese
aggiuntive da parte dell’agricoltore, già alle prese con costi
crescenti e con non poche difficoltà di ordine burocratico.
Hai il fotovoltaico? Pagherai più tasse
Gli immobili con un impianto fotovoltaico avranno una rendita catastale maggiore
che farà aumentare le imposte ad essa connesse come Imu e Tasi
Le politiche per l’ambiente e la
riconversione alle energie rinnovabili si sostengono con la
defiscalizzazione di chi sceglie
strade alternative investendo su
impianti che su medio e lungo
termine diventeranno una fonte
di risparmio. Una delle eredità
del Governo Letta che bene illustrano quanto l’Italia voglia investire nelle energie rinnovabili è la
circolare numero 36/e dell’Agenzia delle Entrate che comunica
che la presenza di un impianto
fotovoltaico aumenterà la rendita catastale dell’immobile, facendo aumentare le imposte ad
essa connessa come Imu e Tasi.
12
Decisamente un colpo basso a
tutti coloro che, con uno sforzo economico non indifferente,
si sono impegnati per ridurre
le emissioni e contribuire a una
rete energetico maggiormente
sostenibile. Va specificato che
la novità non riguarderà tutti
coloro che hanno installato un
pannello solare, ma solamente
coloro il cui impianto supera una
potenza di 3 kilowatt e il cui valore è superiore al 15% della rendita catastale.
Lombardia e Veneto saranno le
due regioni maggiormente colpite dalla “tassa” sul fotovoltaico. Nel solo Veneto sono 74mila
le abitazioni dotate di impianto
fotovoltaico e 53mila dispongono dei parametri minimi per far
scattare l’aumento.
Una delle prime conseguenze
di questa nuova normativa - un
vero e proprio assist a chi produce energia da fonti fossili e non
rinnovabili - sarà la contrazione
dell’installazione di pannelli fotovoltaici domestici da parte di
privati e aziende. Giuliano Rosolen, segretario provinciale di Cna
Treviso parla di “barbarie” e si fa
portavoce della preoccupazione delle numerose aziende che
operano nel settore delle rinnovabili.
nuova agricoltura
Rinnovabili, Agrinsieme: “Rischio default con
misure fiscali approvate dal Governo”
Il Coordinamento sottolinea la necessità di rivedere l’impianto delle nuove norme
“Dopo gli interventi normativi introdotti con il decreto ‘Destinazione italia’, che ha ridotto pesantemente i
prezzi minimi di vendita dell’energia
elettrica da fonti rinnovabili, l’aggravio
fiscale previsto con il provvedimento
approvato dal Governo venerdì scorso
rischia di compromettere definitivamente l’equilibrio economico-finanziario delle imprese agricole che hanno
investito nel settore delle rinnovabili”.
Così Agrinsieme, il Coordinamento tra
Cia, Confagricoltura e Alleanza delle
Cooperative agroalimentari, commenta le nuove misure fiscali introdotte dal
governo sul settore delle agroenergie.
La determinazione del reddito con
l’aliquota del 25% sull’ammontare dei
corrispettivi, con il cambio delle regole d’imposizione “in corso d’opera”,
produce effetti dirompenti sui piani
d’investimento e sulle fonti di finanziamento bancario. “Peraltro - sottolinea
Agrinsieme - la pesante tassazione genera un gettito di gran lunga superiore
a quanto stimato dal Governo, che impone un profondo ripensamento della
misura, in particolare per i settori del
biogas e delle biomasse, che utilizzano
materia prima agroforestale, effluenti
zootecnici, sottoprodotti, con positive
ricadute economiche sul territorio”.
Occorre, a parere del coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza
delle Cooperative agroalimentari, assolutamente rivedere l’impianto delle
nuove norme, per assicurare un futuro alle rinnovabili agricole che stanno dando un grande contributo alla
diminuzione delle emissioni e più in
generale alla tutela dell’ambiente. “In
questo ambito è indispensabile rilanciare una strategia di settore che eviti
provvedimenti estemporanei, con
effetti retroattivi”.
Agricoltura sotto il tiro del fisco
ConsulenzaAgricola.it: “Emesse sentenze e circolari che hanno rivoluzionato alcuni
concetti cardine del sistema di tassazione delle imprese agricole”
“Premesso che il nostro compito non è quello di alimentare
polemiche, riteniamo comunque opportuno segnalare che
ultimamente, nell’assoluta indifferenza di chi dovrebbe preoccuparsi anche di queste problematiche, si stia perpetrando un attacco giuridicamente infondato al sistema fiscale
agricolo”.
A dirlo è ConsulenzaAgricola.it, società forlivese di consulenza formata da un pool di esperti preparati sulle novità in
fatto di legislazione e fisco.
“In questi ultimi tre mesi sono state emesse sentenze e
circolari che ancorchè prive di ogni fondamento giuridico
hanno rivoluzionato alcuni concetti cardini del sistema di
tassazione delle imprese agricole”.
In ordine di apparizione:
• la tassazione come attività speculativa delle cessione
dei terreni in diritto di superficie (Circolare 36/E del
19/12/2013);
• la tassazione degli immobili urbani separatamente dai
terreni quando vengono ceduti fondi rustici con annessi
immobili (Circolare 2/E del 21/02/2014);
• l’attività di allevamento non più legata ai mangimi “ot-
tenibili” ma effettivamente “ottenuti” (Sentenza Cassazione n. 3487 del 14/02/2014);
Tutti questi provvedimenti sono stati ampiamente illustrati sul portalewww.consulenzaagricola.it con le circolari
13/2014 - 48/2014 - 57/2014.
«Riteniamo che questo sia un attacco trasversale al sistema
agricolo non gestito adeguatamente dalla politica, la quale
in questo momento è impegnata in altre questioni e quindi
non in grado di intervenire - continuano gli esperti di ConsulenzaAgricola.it - Conseguenza di ciò è che queste problematiche vengano delegate e gestite dai ministeri, dalle
Commissioni Tributarie e, in misura ancor più «pericolosa»,
dalla Corte di Cassazione».
«Tutte queste questioni non fanno altro che alimentare la
burocrazia, il contenzioso e la già difficile situazione economica in cui versa il settore agricolo e rappresentano
una violenza inaudita contro una categoria di imprenditori
che ancora una volta ha dimostrato di essere in grado
di garantire stabilità economica, prospettive di lavoro e
“pane” per tutti».
13
nuova agricoltura
DOCUMENTI PER IL TRASPORTO
DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO
Nella prassi dell’attività artigianale e delle
attività agricole connesse, sorgono spesso
dubbi in merito alla documentazione fiscale
necessaria al fine di trasportare ed utilizzare
beni che verranno installati presso il cantiere
del committente-cliente.
È bene evidenziare, fin da ora, che la normativa non prevede una regolamentazione specifica per ogni caso concreto e che, molto spesso, un atteggiamento documentale prudente,
se non eccessivamente oneroso dal punto di
vista amministrativo, è sempre la strada corretta per evitare fastidi in ordine a presunzioni
da parte degli organi verificatori.
Inquadramento contrattuale
I contratti che solitamente vengono stipulati,
in linea generale, sono riconducibili a due fattispecie: 1) il contratto d’appalto; 2) la cessione di beni con posa in opera.
La linea di confine tra queste due tipologie
contrattuali è alquanto sfumata. Infatti, la
nozione che il codice civile offre di appalto,
all’articolo 1655, è la seguente: “L’appalto è
il contratto col quale una parte assume, con
organizzazione dei mezzi necessari e con
gestione a proprio rischio, il compimento di
un’opera o di un servizio verso un corrispettivo
in danaro.”
L’opera in particolare, ma anche il servizio in
generale, possono prevedere l’impiego di
beni al fine della loro realizzazione o compimento. In termini pratici, ciò vuol dire che
ogni qualvolta, oltre alla mera prestazione di
manodopera, vi sia anche l’impiego/fornitura
di materiale per l’esecuzione delle specifiche
richieste da parte di un cliente, può sorgere il
dubbio se la disciplina applicabile sia quella
dell’appalto o della fornitura di beni con posa
in opera.
La distinzione, in particolare ai fini fiscali (ma
non solo), assume un’importanza notevole.
Infatti, questa determina l’applicazione di aliquote Iva agevolate o meno, tempistiche di
fatturazione diverse, ecc.
Che cosa allora distingue, in estrema sintesi,
l’appalto dalla cessione di beni con posa in
opera?
Non vi è un orientamento univoco, ma
senz’altro si può affermare che l’appalto concerna principalmente in una prestazione di
«fare», la cessione di beni con posa in opera,
diversamente, essenzialmente in un «dare». In
pratica, occorre fare riferimento al complesso
delle clausole contrattuali per stabilire se le
parti abbiano voluto porre in essere un contratto di appalto o di vendita (anche da ciò
scaturisce l’importanza di stipulare sempre
contratti per iscritto).
Il documento di trasporto
Il documento di trasporto, disciplinato
dall’art. 1, co. 3, del D.P.R. n. 472 del 1996, è
obbligatorio per la sola fatturazione differita.
In sostanza, serve quando vengono ceduti
beni/prodotti e ci si vuole avvalere di un termine più ampio per emettere la fattura (entro
il giorno 15 del mese successivo alla spedizione o consegna). Lo stesso documento di
trasporto (ddt) è utile anche al fine di vincere
le presunzioni di cessione/acquisto cui all’articolo 53 del D.P.R. n. 633/1972. In buona sostanza, il documento di trasporto è utile ed
utilizzabile qualora si consegnino beni/prodotti a terzi (o si ricevano da terzi) senza che
ne sia, contestualmente, trasferita la proprietà
(ad esempio: deposito, visione, lavorazione,
ecc.), onde evitare che gli organi verificatori
ne presumano l’omessa fatturazione (od autofatturazione).
Il quesito: gli artigiani debbono utilizzare il
documento di trasporto per il trasferimento di beni presso cantieri ove svolgono prestazioni sulla base di contratti di appalto?
prima vista si dovrebbe poter giustificare, durante un’eventuale verifica, che
i beni/prodotti eventualmente rinvenuti
nel cantiere sono beni inerenti alla esecuzione di un contratto d’appalto (che
è assolutamente fondamentale che sia
stipulato per iscritto, non solo per questo motivo) e, come tali, non soggetti
all’obbligo di emissione del documento
di trasporto. In pratica non è così facile
dimostrarlo, anche con riferimento alla
problematica - solamente accennata sopra - che attiene alla sottile distinzione
giuridica tra appalto e cessione di beni/
prodotti con posa in opera.
Il documento di trasporto, in questi casi,
è, pertanto, quantomeno utile ed una
sua utilizzazione fortemente consigliabile. Caso diverso quando il cantiere è
stato «denunciato» ai fini Iva, ai sensi
dell’art. 35 del D.P.R. n. 633/1972, come
luogo in cui, temporaneamente, viene
svolta l’attività d’impresa. Se tale adempimento fosse posto in essere (cosa, a
dire il vero, quasi mai effettuata nella
pratica), il verificatore non potrà eccepire presunzioni in quanto i beni si troverebbero in un luogo appositamente
dichiarato per l’esercizio (temporaneo)
della propria attività.
L’obbligatorietà della «denuncia» del
cantiere (di rilevante durata e consistenza) quale luogo di esercizio dell’attività,
pur non ricavandosi letteralmente dalla norma, è desumibile dalla stessa, da
alcune pronunce giurisprudenziali e da
una circolare del Ministero delle Finanze. In sintesi, l’utilizzo del documento di
trasporto, relativamente al caso in questione, può essere così schematizzato:
Il linea teorica, la risposta più immediata è - o meglio, sarebbe - no. Infatti, il
contratto d’appalto è una prestazione di
servizi e non una
Committente
cessione di beni
e, come precisaContratto di appalto (comprensivo di fornitura di beni)
to sopra, il documento di trasporto è obbligatorio
Artigiani (idraulico, elettricista, ecc.)
solo per avvalersi
della fatturazione
Effettuazione denuncia art. 35 del D.P.R. n. 633/1972
differita in caso di
vendita di beni/
prodotti.
NO
SI
Tuttavia,
resta
aperta tutta la
è quantomeno utile emettere il “ddt”,
Non è obbligatorio emettere il “ddt”
problematica delcon causale simile a “beni da utilizzare
le
presunzioni
per l’esecuzione di contratto d’appalto
di cessione e di
del ...........”
acquisto. Ora, a
Vendo
terreno agricolo mq. 16000 con annesso capannone per uso agricolo mq. 1200 e
villetta mq. 220 in comune di Rogeno (LC)
Per informazioni telefonare al numero 331 5837385 dopo le 18.00
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nuova agricoltura
Intesa tra Ministero del lavoro, Agia e Cia:
l’agricoltura apre le porte a 20mila giovani
Con il protocollo d’intesa siglato
martedì scorso a Roma fra il Ministero del Lavoro, la Cia- Confederazione italiana agricoltori e la sua
Associazione giovani imprenditori
agricoli (Agia), nei prossimi mesi
nelle campagne italiane si potranno creare oltre ventimila nuovi
posti di lavoro. Il protocollo, che è
stato firmato, presso la sede della
Cia, dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dal presidente della
Confederazione Dino Scanavino e
dal presidente di Agia Luca Brunelli, consentirà alle imprese agricole associate di attivare tirocini
e rapporti di apprendistato con
giovani che intendono avvicinarsi
all’agricoltura. Nello stesso tempo sono previste anche azioni per
l’autoimprenditorialità.
Si tratta di un atto concreto del
Piano nazionale “Garanzia per i
giovani” che prevede uno stanziamento complessivo per tutti i
settori produttivi di 1,7 miliardi di
euro.
“Garanzia per i giovani” è il piano
lanciato dalla Commissione europea e prevede che “under 25” europei ricevano un’offerta di lavoro,
di formazione o di stage entro
quattro mesi dalla fine degli studi
o dalla perdita del posto di lavoro.
Il dramma della disoccupazione
giovanile, spiega la Cia, è ormai
un fatto acclarato. Gli ultimi dati
Istat segnalano la continua crescita di giovani senza lavoro. Siamo
davanti a percentuali che superano il 40%. Sono oltre 4 milioni gli
“under 35” che non studiano e
non lavorano.
Rispetto a questo catastrofico
scenario l’occupazione dipendente del settore agricolo continua,
però, a rappresentare una quota
importante del mercato del lavoro. Malgrado la sfavorevole congiuntura, il comparto ha mostrato
una sostanziale tenuta riuscendo
a mantenere i livelli occupazionali
pre-crisi, ovvero 1 milione circa di
lavoratori agricoli.
Secondo i dati Istat nell’ultimo
anno sono stati i giovani a contribuire in modo tangibile alla crescita nei campi del lavoro dipendente, visto che gli occupati con meno
di 35 anni sono cresciuti del 5,1%.
Con la firma del protocollo da parte di Cia e Agia di intende mettere
sul tavolo le potenzialità del mondo agricolo e dei giovani imprenditori e vedere quali strumenti,
quali risorse, quali investimenti, il
governo è realmente disposto a
mettere in gioco.
Artigiani e commercianti,
i modelli F24 2014
dell’Inps da oggi nel
cassetto previdenziale
Con l’accesso al cassetto
previdenziale, è possibile da oggi
per artigiani e commercianti trovare
i modelli F24 precompilati per il
versamento dei contributi 2014
A partire da oggi, artigiani e commercianti, accedendo al cassetto previdenziale
dell’Inps tramite Pin dell’Inps, troveranno
nella sezione “Posizione assicurativa - Dati
del modello F24” il prospetto ed i modelli F24 precompilati per il versamento dei
contributi dovuti per l’anno 2014. A breve,
sarà poi resa disponibile anche la lettera in
formato Pdf nella sezione “Comunicazione
bidirezionale - Modelli F24” e sarà inviata
un’email di avviso agli iscritti ed ai loro delegati di cui risulta l’indirizzo di posta elettronica.
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nuova agricoltura
Dati catastali e ipotecari online per tutti e a costo zero
Dal 31 marzo 2014 i contribuenti possono ottenere tutte le informazioni
relative ai propri immobili (visura catastale, mappa con la particella terreni,
planimetria, visura ipotecaria) tramite
i servizi telematici dell’Agenzia delle
Entrate; Comunicato dell’Agenzia del
31.03.2014. A decorrere dal 31 marzo
2014 è attivo il servizio, gratuito e
in esenzione da tributi, di consultazione telematica delle banche
dati ipotecaria e catastale relativo
a beni immobili dei quali il soggetto
richiedente risulta titolare, anche in
parte, del diritto di proprietà o di altri
diritti reali di godimento, servizio pre-
visto dal Provvedimento del direttore
dell’Agenzia del 4 marzo 2014. In più
sempre in un’ottica di semplificazione si inserisce l’invio telematico, con il
modello unico informatico, degli atti
alle Conservatorie dei registri immobiliari che viene adesso esteso anche
a tutti i pubblici ufficiali e agli agenti
della riscossione, oltre che ai notai
(Provvedimento del 10 marzo 2014.
In fase di prima attuazione, la consultazione è consentita solo alle persone
fisiche; il servizio di consultazione telematica rende disponibile il relativo
esito solo se il codice fiscale presente
nelle banche dati ipotecaria e cata-
stale
coincide con
quello
del
titolare dell’abilitazione ai servizi
Fisconline o Entratel.
La consultazione riguarda,
relativamente agli atti catastali, gli immobili di cui il soggetto
risulta intestatario e, relativamente
ai registri immobiliari, le formalità informatizzate in cui siano presenti sia
il soggetto, sia gli immobili di cui il
medesimo risulta intestatario negli
atti catastali.
Donne in Campo Lombardia,
gli appuntamenti di maggio a Lecco, Como e Varese
Visite guidate e convegni nel calendario del mese di maggio di Donne in Campo Lombardia Il 5 maggio si svolgerà
dalle 11,30 alle 16,30 la visita aziendale all’agriturismo “
Amici della Ratta” a Perego ( Lecco) in via Curone 7.
La giornata sarà dedicata in particolare all’uso delle erbe
spontanee e relatrici saranno Liliana Rota e Cinzia De Gani
, la titolare dell’azienda. Il 14 maggio dalle 14,30 alle 18,30
si terrà la visita guidata all’azienda agricola biologica “Ortobiobroggini” in via Duca degli Abruzzi 68 a Calcinate
del Pesce ( Varese) e relatrice sarà Camilla Crugnola.
Il 23 maggio si svolgerà a Como presso la Biblioteca Comunale in piazzetta Venosto Lucati il Convegno “Le radici
ed il futuro- sguardi sull’impegno delle donne nell’agricoltura dell’Alta Lombardia”.
Gli incontri si sviluppano nell’ambito di un progetto di informazione previsto dal Piano di Sviluppo Rurale (Misura
331B).
http://www.cialombardia.org/donneincampo/index.htm
Risparmio fino al 50% - RCA delle Macchine Agricole
utilizzate per l’attività dell’Azienda (escluso conto terzi) al costo
esclusivo di _ 78 annui con un massimale di _ 6.000.000.
Tutte le informazioni presso le Agenzie Unipol di:
MERATE
Via Monsignor Colombo, 3
Tel. 039 9906941
[email protected]
OGGIONO
Via 1° Maggio, 2
Tel. 0341 260426
LUINO
Via Manzoni, 33
16
CASATENOVO
Via Castelbarco, 1
Tel. 039 9208022
LOMAZZO
FINO MORNASCO
Via Trento, 11
Via Garibaldi, 71
Tel. 02 96370863
Tel. 031 921888
[email protected]
VARESE
LAVENO MOMBELLO
Viale Milano, 15
Via Fortino, 25
Tel. 0332 236337
Tel. 0332 666865
[email protected]