T78 Come scegliere la stufa a pellet

Come scegliere la stufa a pellet
GUIDE ALLA SCELTA
Sicurezza e protezione
L‘installabilità e l'installazione di una stufa a pellet sono disciplinate da legge. Le norme di riferimento sono la Uni
En 14785 per la certificazione degli apparecchi rispetto a prestazioni (rendimento, efficienza, emissioni) e
sicurezza e la Uni 10683 per l’installazione. Prima di scegliere una stufa a pellet ricordarsi di informarsi circa il
costo dell'installazione che deve essere sempre effettuata da un tecnico abilitato a certificare l'impianto
secondo la Uni 10683. La normativa vieta l’installazione in ambienti in cui sono presenti apparecchi a gas di tipo
non stagno e nelle cucine dotate di ventilatori o aspiratori che possano mettere in depressione il locale.
Informazioni generali
Sul mercato sono presenti numerosi modelli, con estetica e tecnologia differente, alimentati a
pellet, piccolo concentrato di segatura di legno non trattato e pressato; la sua resa calorica,
molto alta, lo rende paragonabile ad altri combustibili utilizzati in questi ambiti come il metano
e il gasolio.
La scelta della stufa a pellet
La scelta di una stufa a pellet dipende innanzitutto dall'uso effettivo che se ne deve fare, con particolare
attenzione alla potenza necessaria ad ottenere un certo riscaldamento, e conta quindi molto, in generale, il tipo
di comodità che si vuole ottenere con l'acquisto di questo ecologico impianto di riscaldamento. Al momento della
scelta della stufa a pellet per prima cosa bisogna decidere se optare per la tipologia ad aria oppure per quella ad
acqua (idro). Quest’ultima permette di produrre acqua calda per uso sanitario e per i radiatori. La stufa ad aria
consente di diffondere l’aria calda in più stanze, previo sistema di canalizzazione.
I criteri per la scelta della stufa a pellet variano a seconda di diversi fattori. In primo luogo è necessario conoscere
le dimensioni dell'ambiente da riscaldare. La grandezza dello spazio a disposizione va direttamente ad incidere
sulla potenza della stufa da acquistare e ciò a sua volta determina una scelta per la fascia di prezzo a cui ci si deve
attenere. Ad esempio, se un appartamento ha una superficie di 80 metri quadri ed una altezza di circa 3,0 metri,
la cubatura totale sarà di 240 metri cubi. Tali dimensioni necessitano di una stufa che abbia la potenza di almeno
9,7 KW.
Una volta determinata la potenza si passa alla scelta del modello. Se una casa è disposta su più piani, si può
usufruire lo stesso di una stufa a pellet, l'importante è che la stufa stessa sia presente al piano più basso e che vi
siano una serie di tubi attraverso i quali il calore possa essere trasportato ai piani superiori, come se vi fosse il
normale riscaldamento.
In questo caso si tratta in definitiva di scegliere tra stufe canalizzate, che però hanno dei costi leggermente
superiori rispetto a quelli di altri tipi di stufe a pellet, che offrono una diffusione di calore più ampia e distribuita
su diversi piani. Nelle stufe a pellet canalizzabili l’aria calda prodotta dal fuoco viene spinta dal ventilatore nella
canalizzazione e raggiunge più ambienti della casa, consentendo una distribuzione uniforme del calore dall'alto
senza sollevare polvere e batteri.
Le stufe canalizzate sono pertanto indicate:
• quando si vogliono riscaldare più ambienti con un’unica fonte di calore;
•
•
quando l’esigenza primaria è ottenere un caldo sano e confortevole in tutta la casa, riducendo
drasticamente i consumi;
quando non si vogliono eseguire importanti lavori di muratura.
Per ambienti più piccoli e su un piano unico sono sufficienti le stufe ventilate: sono dotate di un ventilatore che
spinge costantemente l’aria calda prodotta dal focolare.
Le stufe ventilate sono indicate:
•
per integrare il sistema di riscaldamento esistente e ridurre sensibilmente i consumi;
•
per ottenere in brevissimo tempo la temperatura desiderata (infatti, grazie alla
ventilazione forzata, l’aria calda si diffonde rapidamente e in modo omogeneo assicurando un
comfort sano e costante).
L'autonomia di una stufa a pellet domestica varia dalle 15 alle 45 ore; passato questo tempo il serbatoio del
pellet deve essere di nuovo riempito. Comunque, l'autonomia varia anche in funzione della qualità del pellet e
dalla potenza dell'impianto. Esistono in commercio anche stufe automatiche, che prelevano direttamente il
materiale combustibile, quindi il pellet, dal serbatoio di scorta, ed esistono anche in commercio stufe a pellet
semiautomatiche.
Anche il tipo di accensione determina i diversi modelli e quindi i diversi prezzi delle stufe a pellet: i tipi più
tradizionali di stufe sono quelle che hanno una accensione manuale, quindi data tramite fiammiferi o liquido
infiammabile per avviare la combustione.
Altri modelli, invece, sono da considerare semi automatici e self starting in quanto prevedono di accendere la
stufa premendo un pulsante posto direttamente sopra di essa oppure tramite un telecomando. Esistono in
commercio anche modelli completamente automatici, che sono dotati di un termostato al quale poter indicare
la temperatura e l'orario di avvio e spegnimento.
Si ritrovano in commercio stufe a pellet in ceramica, maiolica, ghisa, acciaio e pietra ollare.
• Le stufe rivestite in ceramica hanno il vantaggio di mantenere le proprie superfici fredde, quindi di non
scottare, ma raggiungono temperature elevate di calore in maniera abbastanza lenta. Spesso sono
decorate con le maioliche e quindi realizzate con pannelli di argilla refrattaria, che hanno smalti che
mantengono i decori a qualsiasi temperatura.
• Le stufe con rivestimento in ghisa raggiungono elevate temperature ma permettono meno elementi
decorativi, quindi si presentano con una linea più sobria oppure ispirata al design vintage.
• I rivestimenti in acciaio permettono di seguire un design che meglio si accosta ad un ambiente
contemporaneo, con rivestimento dalla facile pulizia e dal risultato immediato di ordine e linearità,
puntando sull'efficienza.
• Il rivestimento in pietra ollare probabilmente è il migliore, in quanto permette un grande accumulo di
calore e quindi una migliore sua distribuzione nell'ambiente circostante.
•
Per chi necessita di perseguire uno stile rustico nella propria abitazione, il rivestimento adatto è invece
il cotto, che offre anche una elevata capacità di trasmissione del calore nell'ambiente circostante.
Calcolare il fabbisogno termico
Esiste una formula matematica che consente un calcolo approssimativo del fabbisogno termico. Bisogna però
tenere presente che è un risultato indicativo e, appunto, approssimativo, poiché ci sono moltissime variabili che
possono incidere sul reale fabbisogno dell’abitazione, alcune delle quali difficilmente quantificabili. Quindi
quanto esposto di seguito deve essere considerato un puro orientamento alla fascia di prodotto che può essere
più idonea alla vostra esigenza.
Il calcolo matematico fornisce il totale delle Kilocalorie necessarie a scaldare l’abitazione utilizzando come dati
di partenza
•
•
il totale dei metri cubi da scaldare;
un coefficiente termico che indica le calorie necessarie per metro cubo e che può oscillare tra un valore
che va da 30 a 40 kcal/mc, a seconda delle condizioni termiche dell’abitazione e del suo posizionamento
geografico.
Per comprendere meglio il concetto facciamo un semplice esempio. Per calcolare il fabbisogno termico di: un
appartamento in pianura in zona non particolarmente fredda; di 80 mq e soffitti non più alti di 3 mt; Isolamento
termico medio con monovetri alle finestre
Il fabbisogno termico si calcola:
superficie x h x coefficiente termico = Kcal necessarie
80 mq x 3 mt x 35 Kcal/mq = Kcal 8.400
E' stato scelto un coefficiente termico pari a 35 in quanto ci si trova in una condizione ambientale media, ovvero
non si è in una zona particolarmente fredda ed esiste un minimo di isolamento. Se invece ci si trovasse in
condizioni peggiori ovvero, ad esempio, un'abitazione priva di qualsiasi forma di isolamento situata oltre i 1000
mt, si deve impostare il coefficiente termico a 40, ovvero al valore più elevato. Contrariamente, se la casa si trova
in una zona dell'Italia Meridionale, dove il clima è sicuramente più mite, allora si può valorizzare a 30 il
coefficiente termico. Tornando all'esempio pratico, la formula ha dato come risultato 8400 Kcal/h. Per
trasformare questo valore in Kw utilizzare la seguente formula:
Kcal/862 = kW
Nell'esempio: 8400 Kcal/h/862 = 9.7 Kw - si possono considerare per l'acquisto stufe che producono circa 9.7 –
10 Kw.