Spettacoli 31 LA PROVINCIA DI VARESE MARTEDÌ 1 APRILE 2014 Il “Principe” per Polanski E De Gregori strega il Baff Il cantautore romano ha raccontato la “sua” Rosmary’s Baby «Lui è sghembo, fuori dagli schemi: mi ha fatto innamorare» BUSTO ARSIZIO LURA BOTTER De Gregori spiega il cinema al Baff. Non c’era bisogno d’essere fan del “Principe”, come Sorrentino lo è di Maradona, per rimanere stregati dal cantautore romano intento a raccontare “Rosmary’s Baby” di Polanski, al festival del cinema di Busto Arsizio, ieri sera. Ha centrato l’obiettivo, il direttore artistico Steve Della Casa inaugurando, quest’anno la sezione “La memoria del cinema”, nella quale personaggi famosi raccontano una pellicola del passato a loro particolarmente cara o che li ha emozionati. «Una pellicola che non invecchia» La scelta è caduta su De Gregori «perché siamo amici da molti anni» ha spiegato Della Casa «e ha condotto con me per una settimana “Hollywood party”, rotocalco di cinema alla radio. È stato un incontro piacevole e intrigante. Quando parla di cinema è molto bravo e interessato». Quella del primo giorno feriale di festival «è stata una serata molto divertente. Francesco si interessa di film di ieri e oggi, ha gusti precisi e curiosità ampie e sorprende per le sua scelte. Amando tantissimo il cinema, gli ho domandato di scegliere un suo lungometraggio preferito. M’aspettavo “Blow up” o “Easy rider”, invece ha propeso per Rosemary’s Baby». «È un film che non è invecchiato affatto – ha spiegato De Gregori - L’ho riscoperto dieci anni fa, dopo averlo visto ai tempi dell’uscita. Pensavo mi avrebbe deluso, perché il tempo storicizza le cose». Il cantante, che venerdì compirà 63 anni, ha aggiunto: «Mi sono anche innamo- Francesco De Gregori ieri al Baff nell’ambito della sezione “La memoria dei cinema”: un successo rato di quasi tutto quello che ha girato Polanski; lo trovo sghembo, fuori dagli schemi». “Rosemary’s baby” è un film «divertente ed è strano per un film che è continuamente sotto l’ombra del diavolo. La narrazione, la regia e la figura di Mia Farrow danno al tutto un tono di leggerezza». Volutamente nel vago «Viene iscritto nel filone del cinema horror, come “Carrie, lo sguardo di Satana” o “L’esorcista”, film in cui si cerca di fare paura allo spettatore, ma non credo che fosse nelle intenzioni di Polanski». È un film «ambiguo. L’ho visto un po’ di volte: l’ho capito? Non lo so. Polanski in un’intervista ha dichiarato d’essere rimasto volutamente nel vago, perciò non sappiamo se si tratti di una fantasia post parto di Mia Farrow/Rosemary o se, invece, sia una storia “vera” con il diavolo, una congrega satanica e le streghe. Io propendo per la seconda». Religione e paganesimo Ha “fatto i compiti” De Gregori che ha rivisto la pellicola apposta per il Baff ed ha concluso che sia anche «un film su religione e paganesimo. C’è un continuo insistere sulla visita di Paolo VI negli Usa. È come se alcuni personaggi lo prendessero in giro. Paolo VI fu il Papa che disse: “Il diavolo esiste”». Sette sataniche, musica generazionale, citazioni cinemato- grafiche l’autore di “Rimmel” è stato generoso con il pubblico lasciandosi andare ad appassionate riflessioni. E poi ha sostenuto l’inaspettato: «Per me è una parabola sulla maternità. Nella scena finale, che trovo banalmente la più bella, si vede la culla velata di nero». «La protagonista entra nell’appartamento, armata di coltello, e riconosce tutti quelli che l’hanno “messa in mezzo”. Il figlio/diavoletto piange nella culla e nessuno riesce a calmarlo, tranne lei perchè è suo figlio. Direte “strana parabola sulla maternità”, ma è una forte dichiarazione d’amore. Un amore che non si può eludere, anche se il figlio non è quello che avrebbe voluto diavolo o non diavolo». 1 Oggi il festival entra nel vivo Ecco Arlorio nelle scuole Gag e camei I “Chirurghi” conquistano l’Apollonio BUSTO ARSIZIO Entrano nel vivo le sezioni del Baff. Oggi è la grande giornata di Giorgio Arlorio: doppio appuntamento, nelle scuole e alla radio. Il grande sceneggiatore e documentarista, collaboratore del compianto Carlo Lizzani (il regista che ha legato la sua figura al concorso di sceneggiatura del Baff ), sarà protagonista sia al mattino, alle 9 al cinema San Giovanni Bosco, dove verrà proiettato per gli studenti il film di Lizzani “La vita agra”, con Ugo Tognazzi, che nel pomeriggio, alle 18.40 allo spazio Festival, dove insieme a Steve Della Casa racconterà “I compagni” di Mario Monicelli per la trasmissione di Radiotre “Il cinema alla radio”. Intanto ieri il Baff è entrato nel vivo delle proiezioni per le scuole, con la “masterclass” di Andrea Renzi, attore protagonista del film “Racconti d’amore” di Elisabetta Sgarbi, al liceo Daniele Crespi, mentre stamattina oltre a “La vita agra”, la sezione “Made in Italy-scuole” propone alle 9 al cinema Lux di Sacconago “Zoran il mio nipote scemo” alla presenza del regista Matteo Oleotto. Entra nel vivo anche la sezione “Made in Italy”: ieri sera con il film tv “Una villa per due” con il regista Fabrizio Costa e l’attrice Camilla Filippi, questa sera tocca al lungometraggio “L’estate sta finendo” di Stefano Tummolini, in programma alle 21 al cinema San Giovanni Bosco. Saranno in sala, insieme al regista, l’attrice Nathalie Rapti Gomez (che eseguirà un reading) e il produttore Francesco Pamphili. Altri due appuntamenti oggi pomeriggio allo spazio festival: alle 17 il cortometraggio di Marco Lamanna “Hello bingo”, per la sezione “Avvistamenti”, a seguire alle 18 riflettori sul progetto Icma per il documentario sui 90 anni del liceo classico Crespi di Busto Arsizio. 1 A. Ali. Una scena della commedia VARESE Gli Effetti Collaterali sbancano l’Apollonio: la compagnia varesina torna sul palco di un Teatro di Varese Ucc pieno e davanti a un pubblico coinvolto e divertito mette in scena “Gli Allegri Chirurghi” di Ray Cooney. La farsa sapientemente costruita dal maestro inglese non ha pause, tra battute esilaranti e situazioni ridicole, anche grazie alle trovate originali della regista Laura Botter: e così una sergente di polizia per colpa del sifone della soda esce fradicia da quello che sembrava un banale interrogatorio e stimati chirurghi si improvvisano infermiere dall’improbabile accento francese. Le due ore della commedia scorrono via veloci, interrotte solo dai numerosi applausi e risate del pubblico, oltreché dalla incursioni del direttore del Teatro Filippo De Sanctis, protagonista di un simpatico cameo. Innovativa anche la modalità scelta dagli Effetti, insieme a Club Kiwanis Varese, per coniugare divertimento e soldiarietà: al motto “lo spettacolo è da ridere, ma la beneficenza è seria”, è stato infatti chiesto al pubblico di esprimere la propria preferenza tra una rosa di quattro progetti, decidendo così quale iniziativa affiancare a quelle già individuati in precedenza come destinatari di parte dei fondi raccolti. Per pochi voti di differenza, il più votato è stato il progetto presentato dal SOS Villaggio del fanciullo di Morosolo. 1 L. Bot. L’intervista MAX PISU «Le risate coraggiose di chi ha perso tutto» udi e Crudi”, questa sera al Teatro di Luino alle 21.15, chiude la stagione del Sociale. Sul palco per interpretare la pièce tratta dal racconto di Alan Bennet ci saranno Max Pisu, Alessandra Faiella e Claudio Moneta. A raccontarci quest’ultimo spettacolo il comico milanese Pisu. N “Nudi e Crudi”, un ever green della letteratura: com’è la sua trasposizione teatrale? È la prima volta che viene portato in scena. Per noi è stato un privilegio essere riusciti ad avere il diritto di rappresentato, di portare in scena questo racconto molto conosciuto. Proprio il fatto che molti lo abbiano letto è un invito a venire a teatro a vederlo. La chiave dello spettacolo, al di là delle risate, delle battute, è quella di aver perso tutto. Marito e moglie inglesi vengono derubati di tutto quello che hanno in casa,si ritrovano a dover ripartire da zero. scioccata, prende la situazione come uno stimolo per ricostruirsi una casa nuova . Il fatto di rimanere senza niente ti può far reagire in modo diverso. Come se ne esce secondo lei? Nel mondo di oggi c’è gente che rimane senza lavoro e forse il messaggio che arriva dalla commedia è che l’importante è essere e non avere, nel senso che una persona è tale indipendentemente dalle cose che possiede. Se si perdono delle cose, sono cose materiali, ma non si perde quello che uno è. Anche perché spesso oggi il biglietto da visita di una persona è quello che ha, quello che ha fatto, e non quello che è. In scena con lei ci sono Alessandra Failla e Claudio Moneta: com’è lavorare con loro? Ci siamo trovati bene. Claudio, noto soprattutto per come doppiatore, è un grande attore, fa cinque personaggi diversi. Un lavoro molto difficile, però molto divertente, lui è molto bravo. Come fanno? Mentre il marito è destabilizzato, la moglie inizialmente rimane Com’è stato per lei vestire i panni di Mr Ransome? È l’opposto di quello che sono io nella realtà. Un avvocato sempre preciso e pignolo su tutto, guai a spostare le sue cose. È stato bello vestire i panni di un personaggio che è l’opposto di quello che in realtà sono io come persona. Lo humor inglese conquista anche gli italiani? Lo stile inglese è quello originale, qualcosa di nostro c’è, ma non «Sono di Legnano e conosco Luino Qui sono di casa amo la gente» abbiamo toccato nulla, né del testo, né della storia. È rimasto ambientato a Londra, loro sono inglesi c’è solo qualche riferimento all’Italia. Dal cabaret alla commedia: com’è il passaggio? Questa è un’altra parte del mio lavoro, un percorso che è passato dalla tv, dalle fiction, dalle sitcom, dal cinema. Va a completare il mio percorso artistico. Marco Rampoldi che è il regista mi ha dato l’opportunità di fare sia questo lavoro che “Stanze comunicanti”, portato in scena al Teatro della cooperativa, così come l’altro spettacolo con Leonardo Manera. È una strada che mi piace percorrere. Cosa le piace di più? Il contatto con il pubblico, che sia cabaret o commedia la risposta è la stessa. Poi c’è la tv e il cinema, ma il contatto con il pubblico è quello che preferisco. Che sensazione c’è a entrare nel teatro di Iacchetti a Luino? Sono di Legnano e conosco bene Luino. Ho già fatto tre o quattro spettacoli nell’anfiteatro all’aperto, mi sento di casa. Dove la vedremo dopo l’impegno teatrale? Finiremo la tournèe in aprile, dopo di che le stagioni teatrali chiudono e ci saranno gli spettacoli estivi e poi si riprende con la stagione nuova, ancora in teatro. C’è in ballo un altro progetto, “Forbici e Follie”. 1 L. Bot.
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