S T A G I O N E D ’ O P E R A 2 0 1 4 - 2 0 1 5 Goyescas di Enrique Granados Suor Angelica di Giacomo Puccini Gennaio 2015: Giovedì 15 ore 20, Domenica 18 ore 15, Martedì 20 ore 20, Venerdì 23 ore 20 , Domenica 25 ore 15 Goyescas Opera in un atto e tre quadri Libretto di Fernando Periquet Zuaznabar Musica di Enrique Granados Prima rappresentazione a Torino Personaggi Rosario, dama di gran casato, amata da Fernando soprano Fernando, capitano della guardia reale tenore Paquiro, torero baritono Pepa, ragazza del popolo amante di Paquiro mezzosoprano Una voce tenore Interpreti Giuseppina Piunti Andeka Gorrotxategui Fabián Veloz Anna Maria Chiuri Alejandro Escobar Direttore d’orchestra Donato Renzetti Regia e scene Andrea De Rosa Costumi Alessandro Ciammarughi Coreografia Michela Lucenti Luci Pasquale Mari Assistente alla regia Paola Rota Assistente ai costumi Sonia Salvatori Direttore dell’allestimento Saverio Santoliquido Maestro del coro Claudio Fenoglio Orchestra e Coro del Teatro Regio Balletto Civile NUOVO ALLESTIMENTO in coproduzione con Maggio Musicale Fiorentino e Teatro di San Carlo di Napoli Restate in contatto con il Teatro Regio Goyescas Argomento Quadro I Presso la chiesa di San Antonio de la Florida, nelle vicinanze di Madrid. Un gruppo di giovani si intrattiene festosamente con danze, scherzi e con il tradizionale gioco del pelele, che consiste nel lanciare in aria un fantoccio di pezza servendosi di un lenzuolo. Il torero Paquiro si avanza nel gruppo pavoneggiandosi e offrendo fiori alle ragazze. Ma tutti sanno che Paquiro è fidanzato con Pepa: poco dopo la ragazza arriva in calesse, festeggiata e corteggiata da tutti gli uomini presenti. L’attenzione della compagnia è poi richiamata dall’arrivo di Rosario, una raffinata dama aristocratica. Portata in lettiga dai suoi servitori, la donna è lì convenuta per incontrare il suo amante Fernando, capitano della guardia reale. Paquiro le si avvicina e, ricordandole di averla già incontrata una volta a un baile del candil (ballo della lanterna), in un luogo malfamato, le propone sfrontatamente di ritornarci in sua compagnia. Le sue parole sono colte da Fernando, che assiste non visto alla scena. Rosario ignora Paquiro, ma il capitano si ingelosisce. La dama nega di aver flirtato col torero, ciononostante Fernando comincia a dubitare della sua fedeltà. Allo stesso tempo Pepa ostenta la propria irritazione per l’atteggiamento di Paquiro nei confronti della dama e, sentendosi trascurata, giura di vendicarsi di Rosario. Fernando infine obbliga l’amante ad accettare l’invito di Paquiro: lui stesso, però, l’accompagnerà al ballo. Allontanatisi Rosario e Fernando, riprende il gioco del pelele. Quadro II Una grande sala illuminata da lanterne. Mentre è in corso una vigorosa danza, Fernando fa il suo ingresso con Rosario, impaurita, che viene immediatamente sbeffeggiata da Pepa. Il capitano ostenta un atteggiamento altezzoso che irrita tutti i presenti. Fernando e Paquiro si scambiano reciprocamente offese, finché gli animi si riscaldano e le donne a malapena impediscono agli uomini di aggredire Fernando. Rosario sviene. Dopo essersi accordato con Paquiro sull’ora e sul luogo della sfida, Fernando si allontana con Rosario. Il quadro si conclude con un fandango che coinvolge tutti i presenti. Quadro III Il giardino del palazzo di Rosario. Al chiaro di luna, Rosario ascolta tristemente il canto di un usignolo. Quando sta per rientrare in casa, viene raggiunta da Fernando. Il loro momento di intimità è rovinato da Paquiro, che passa sulla strada avvolto in un mantello nero e seguito furtivamente da Pepa. Rosario vorrebbe impedire a Fernando di seguirlo, ma Fernando si libera dal suo abbraccio, promettendole di tornare, e si allontana. Rosario, sconvolta, lo segue. La fine del duello è segnata dall’urlo di dolore di Fernando e da quello disperato di Rosario. Paquiro fugge e Rosario trascina Fernando, ferito a morte, alla panchina dove poco prima avevano condiviso l’ultimo momento di tenerezza. Rosario lo stringe tra le braccia accarezzandolo e sussurrandogli parole d’amore. Quando infine si rende conto che l’uomo è spirato, Rosario si accascia sul suo corpo. Prima rappresentazione assoluta: New York, Metropolitan Opera, 28 gennaio 1916. Suor Angelica Opera in un atto Libretto di Giovacchino Forzano Musica di Giacomo Puccini Personaggi Suor Angelica soprano La zia Principessa mezzosoprano La suora infermiera mezzosoprano La suora zelatrice mezzosoprano Suor Genovieffa soprano La maestra delle novizie mezzosoprano La badessa mezzosoprano Suor Osmina soprano Suor Dolcina soprano Prima sorella cercatrice mezzosoprano Seconda sorella cercatrice mezzosoprano Prima conversa soprano Seconda conversa mezzosoprano Una novizia soprano Prima suora soprano Seconda suora soprano Terza suora mezzosoprano Interpreti Amarilli Nizza Anna Maria Chiuri Valeria Tornatore Silvia Beltrami Damiana Mizzi Claudia Marchi Maria Di Mauro Nicoletta Baù Maria de Lourdes Martins Samantha Korbey Daniela Valdenassi Sabrina Amè Roberta Garelli Eugenia Braynova Paola Isabella Lopopolo Cristiana Cordero Raffaella Riello Direttore d’orchestra Donato Renzetti Regia e scene Andrea De Rosa Costumi Alessandro Ciammarughi Movimenti scenici Michela Lucenti Luci Pasquale Mari Assistente alla regia Paola Rota Assistente ai costumi Sonia Salvatori Direttore dell’allestimento Saverio Santoliquido Maestro dei cori Claudio Fenoglio Orchestra e Coro del Teatro Regio Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” Balletto Civile NUOVO ALLESTIMENTO in coproduzione con Maggio Musicale Fiorentino e Teatro di San Carlo di Napoli Suor Angelica Argomento L’interno di un monastero, al tramonto. Le monache escono dalla chiesetta dopo aver intonato l’Ave Maria. La suora zelatrice rimprovera piccole mancanze ad alcune sorelle: poi, invita tutte alla ricreazione. Suor Genovieffa è elettrizzata: è quella la prima delle tre sere di primavera in cui i raggi del sole al tramonto illuminano l’acqua della fontana, facendola apparire dorata. La circostanza ricorda a tutte che è passato un anno dalla morte di una consorella: suor Genovieffa propone di portare un secchiello dell’“acqua d’oro” sulla sua tomba. Le suore sono certe che la defunta lo avrebbe desiderato. Suor Angelica commenta che solo i vivi desiderano: i desideri dei morti sono presagiti dalla Vergine, che li esaudisce prima ancora che vengano formulati. La zelatrice osserva che, nella loro condizione, le suore non possono desiderare neppure da vive, sconcertando suor Genovieffa la quale, essendo stata una pastorella, non ha remore a confessare di avere il desiderio di abbracciare ancora una volta un agnellino. Anche suor Dolcina confessa di avere un desiderio, destando l’ilarità delle sorelle, che ben conoscono la sua ghiottoneria. Suor Angelica invece nega di provare desideri, suscitando mormorii: le suore sanno infatti che desidera ardentemente avere notizie della sua famiglia (di cui non ha più saputo nulla da quando, sette anni prima, era entrata in convento) e hanno udito voci secondo cui sarebbe stata costretta dalla famiglia a prendere il velo per espiare una misteriosa colpa. Il chiacchiericcio è interrotto dalla suora infermiera, che arriva trafelata: una sorella è stata assalita da uno sciame di vespe. Suor Angelica si precipita a raccogliere erbe medicamentose, e l’infermiera la ringrazia per aver sempre «una ricetta buona, fatta con i fiori». Giungono quindi due sorelle cercatrici: consegnano alla dispensiera le elemosine ricevute e recano la notizia che fuori dal convento sosta una ricca carrozza. Suor Angelica è profondamente emozionata, poiché dalla descrizione capisce che si tratta di una carrozza della sua famiglia. La badessa la invita a calmarsi, le annuncia la visita della zia Principessa e l’ammonisce perché, in parlatorio, tenga un contegno appropriato. La zia Principessa, incontrando suor Angelica, le si rivolge con distaccata alterigia: le chiede di rinunciare alla propria parte di eredità in favore della sorella minore, prossima alle nozze, e non manca di rinfacciarle di aver disonorato la famiglia. Quando suor Angelica l’accusa di eccessiva durezza, la zia replica che, nel raccoglimento della preghiera, ha la sensazione di intrattenersi con la sorella morta – la madre di Angelica – e, quando si riscuote da quella sorta di estasi mistica, ha in serbo per la nipote solo l’esortazione a espiare. Suor Angelica, prostrata, replica di aver offerto tutto alla Vergine, ma di non poterle offrire di dimenticare il proprio figlio – il frutto della “colpa” – che ha potuto abbracciare e baciare una sola volta, prima che le venisse strappato. Il silenzio della zia Principessa suscita in suor Angelica un presentimento, confermato quando, quasi con noncuranza, la zia rivela che il bambino si è ammalato ed è morto, ormai da due anni. Angelica è sconvolta. La zia, anziché soccorrerla, fa portare un documento che suor Angelica, come priva di volontà, firma. Rimasta finalmente sola, suor Angelica, quasi in trance, commisera il figlio morto senza poter essere confortato dalla mamma. Al pensiero che adesso lui, dal Paradiso, può vederla, si augura di morire, per poterlo riabbracciare. Le suore, di ritorno dal cimitero, ringraziano la Vergine per aver esaudito le loro preghiere: con ciò suscitano in suor Angelica una sorta di estatica esaltazione. È ormai notte. Suor Angelica accende un fuoco sotto una ciotola di terracotta. Ripetendo in una sorta di amara autoironia le parole della suora infermiera, prepara un decotto di fiori velenosi. Ma, non appena ha bevuto la pozione, si rende conto con orrore che, poiché per i suicidi non c’è il Paradiso, con il proprio gesto si è condannata a non rivedere mai più il figlio. Morendo, implora la Madonna perché la salvi. Suor Angelica ode gli angeli cantare un inno alla Madre delle Madri e vede apparire, in una luce sfolgorante, una solenne figura femminile che, con gesto delicato, sospinge un bambino biondo. Il piccolo si avvicina un passo alla volta a suor Angelica, che cade dolcemente riversa. Prima rappresentazione assoluta: New York, Metropolitan Opera, 14 dicembre 1918. Teatro Regio Walter Vergnano, Sovrintendente Gastón Fournier-Facio, Direttore artistico Gianandrea Noseda, Direttore musicale Orchestra Violini primi Stefano Vagnarelli*, Marina Bertolo, Monica Tasinato, Giorgia Burdizzo, Ekaterina Gulyagina, Marcello Iaconetti, Elio Lercara, Carmen Lupoli, Enrico Luxardo, Miriam Maltagliati, Alessio Murgia, Laura Quaglia, Marta Tortia, Giuseppe Tripodi, Roberto Zoppi Violini secondi Cecilia Bacci*, Bartolomeo Angelillo, Silvana Balocco, Paola Bettella, Maurizio Dore, Silvio Gasparella, Fation Hoxholli, Roberto Lirelli, Anselma Martellono, Ivana Nicoletta, Alessia Pallaoro, Paola Pradotto, Valentina Rauseo Viole Enrico Carraro*, Gustavo Fioravanti, Tamara Bairo, Rita Bracci, Maria Elena Eusebietti, Alma Mandolesi, Franco Mori, Roberto Musso, Alessandro Sacco, Claudio Vignetta, Giuseppe Zoppi Violoncelli Jacopo Di Tonno*, Davide Eusebietti, Giulio Arpinati, Fabrice De Donatis, Eduardo Dell’Oglio, Alfredo Giarbella, Armando Matacena, Luisa Miroglio, Marco Mosca Contrabbassi Davide Ghio*, Atos Canestrelli, Alessandro Belli, Fulvio Caccialupi, Michele Lipani, Stefano Schiavolin Ottavino Elisa Parodi Flauti Andrea Manco*, Maria Siracusa Oboi Hernán Garreffa*, Stefano Simondi Corno inglese Alessandro Cammilli Clarinetti Alessandro Dorella*, Luciano Meola Clarinetto basso Edmondo Tedesco Fagotti Martina Lando*, Sergio Pochettino Corni Natalino Ricciardo*, Pierluigi Filagna, Fabrizio Dindo, Evandro Merisio Trombe Ivano Buat*, Paolo Paravagna, Marco Rigoletti Tromboni Vincent Lepape*, Enrico Avico, Marco Tempesta Tuba Rudy Colusso Timpani Ranieri Paluselli* Percussioni Lavinio Carminati, Enrico Femia, Massimiliano Francese, Fiorenzo Sordini, Andrea Vigliocco Arpa Elena Corni Celesta Luca Brancaleon Complesso in palcoscenico Ottavino Roberto Baiocco Trombe Alessandro Caruana, Enrico Negro, Mauro Pavese Organo Giannandrea Agnoletto Pianoforti Achille Lampo, Marco Rimicci * prime parti Coro Soprani Sabrina Amè, Nicoletta Baù, Chiara Bongiovanni, Anna Maria Borri, Caterina Borruso, Sabrina Boscarato, Eugenia Braynova, Serafina Cannillo, Cristina Cogno, Cristiana Cordero, Eugenia Degregori, Alessandra Di Paolo, Manuela Giacomini, Rita La Vecchia, Laura Lanfranchi, Paola Isabella Lopopolo, Maria de Lourdes Martins, Pierina Trivero, Giovanna Zerilli Mezzosoprani / Contralti Angelica Buzzolan, Shiow-hwa Chang, Ivana Cravero, Corallina Demaria, Maria Di Mauro, Roberta Garelli, Rossana Gariboldi, Elena Induni, Antonella Martin, Raffaella Riello, Marina Sandberg, Teresa Uda, Daniela Valdenassi, Tiziana Valvo, Barbara Vivian Tenori Pierangelo Aimé, Janos Buhalla, Marino Capettini, Gian Luigi Cara, Antonio Coretti, Alejandro Escobar, Giancarlo Fabbri, Sabino Gaita, Mauro Ginestrone, Roberto Guenno, Leopoldo Lo Sciuto, Vito Martino, Matteo Mugavero, Matteo Pavlica, Dario Prola, Gualberto Silvestri, Sandro Tonino, Franco Traverso, Valerio Varetto Baritoni / Bassi Leonardo Baldi, Mauro Barra, Lorenzo Battagion, Enrico Bava, Giuseppe Capoferri, Umberto Ginanni, Desaret Lika, Riccardo Mattiotto, Davide Motta Fré, Gheorghe Valentin Nistor, Franco Rizzo, Enrico Speroni, Marco Sportelli, Marco Tognozzi, Vincenzo Vigo Coro di voci bianche Gaia Albonico, Flavio Allegretti, Valentina Almiron, Matilde Angelillo, Beatrice Benvenuti, Gaia Bertolino, Bianca Bonora, Giulia Buriola, Virginia Clerico, Beatrice Cozzula, Niccolò Cozzula, Sara Daneo, Francesca Demarchi, Margherita Derossi, Matilda Elia, Manuela Escobar, Valentina Escobar, Alessandro Ferraris, Giulia Ferri, Giorgio Fidelio, Alice Fiorella, Veronica Fratino, Matteo Galati, Carlotta Gianoglio, Alice Gossa, Giulia Graziano, Sara Jahanbakhsh, Rebecca Leidi, Sophie Lepape, Emma Longo Valente, Eleonora Macrì, Anita Maiocco, Lorena Mantia, Angelica Vittoria Marciano, Celeste Mostert, Gabriele Nora, Denisa Maria Paisa, Giacomo Perniciaro, Carlotta Petruccioli, Fiammetta Piovano, Lucrezia Piovano, Carol Poma, Irene Porpora Anastasio, Sara Rastello, Elena Scalzo, Elena Scamuzzi, Ottavia Sentina, Vittoria Sentina, Isabel Marta Sodano, Irene Tozzi Ballerini Monica Bianchi, Maurizio Camilli, Ambra Chiarello, Valentina Dal Mas, Guendalina Di Marco, Massimiliano Frascà, Francesco Gabrielli, Carlo Massari, Alessandro Pallecchi, Marco Pericoli, Livia Porzio, Giulia Spattini Direttori di scena Riccardo Massa, Carlo Negro • Direttore dei complessi musicali in palcoscenico Giulio Laguzzi • Maestri collaboratori di sala Giannandrea Agnoletto, Giulio Laguzzi • Maestro rammentatore Andrea Mauri • Maestro alle luci Francesca Zamponi Maestri collaboratori di palcoscenico Achille Lampo, Marco Rimicci • Assistente del maestro del coro Paolo Grosa • Archivio musicale Enrico Maria Ferrando • Sopratitoli a cura di Sergio Bestente • Servizi tecnici di palcoscenico Antonio Martellotto Realizzazione allestimenti Claudia Boasso • Servizi di vestizione Laura Viglione • Luci di scena e fonica Andrea Anfossi Coordinatore di progetto Enzo Busco Scene e attrezzeria Teatro Regio • Costumi Nicolao Atelier, Cannaregio (Venezia) • Calzature C.T.C. Divisione calzature, Milano Parrucche e trucco Mario Audello, Torino Si ringrazia la Fondazione Pro Canale di Milano per aver messo i propri strumenti a disposizione dei professori Stefano Vagnarelli (violino Francesco Ruggeri, Cremona 1686), Cecilia Bacci (violino Santo Serafino, Venezia 1725), Enrico Carraro (viola Giovanni Paolo Maggini, Brescia 1600 ca.) e Marina Bertolo (violino Carlo Ferdinando Landolfi, Milano 1751). Si ringrazia la Fondazione Zegna per il contributo dato al vincitore del Concorso per Prima viola. Le attività del Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi” si avvalgono del sostegno del Lions Club Torino Regio e in particolare della famiglia Ferri. © Teatro Regio Torino Prezzo: € 0,50 (IVA inclusa)
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