IL QUOTIDIANO - Martedì 16 Settembre 2014 Terracina, manca l’ok urbanistico. Ma se non si chiude la Conferenza dei servizi non si può accedere ai fondi Un parere tiene fermo il treno La Regione non riesce a ottenerlo da sé stessa: stazione ostaggio della burocrazia DI FRANCESCO AVENA gni giorno ne salta fuori una. Per la stazione ferroviaria di Terracina, chiusa da due anni esatti per la caduta di un masso sulla tratta che la collega a Priverno-Fossanova, i guai non finiscono mai. Adesso si scopre che se la stazione rischia di perdere la possibilità di accedere ai finanziamenti destinati ai lavori di messa in sicurezza del Monte Cucca, la causa va ricercata in Regione Lazio. Dove per un parere urbanistico - a quanto pare l’unico che manca - si sta temporeggiando da mesi quando invece bisognerebbe andare spediti come... un treno. È l’assessore ai trasporti del Comune di Terracina Emilio Perroni a chiarire cosa stia succedendo intorno allo scalo ferroviario cittadino. «Non rimarremo fermi e faremo di tutto per riavere il servizio» garantisce. Ma intanto l’unica cosa che si dovrebbe muovere, il tanto desiderato treno, è fermo a Priverno e costringe i pendolari terracinesi a un’odissea lunga ormai due anni. Senza contare i riflessi negativi dovuti al fatto che la città turistica - vogliamo ricordarlo - resta sprovvista di un servizio essenziale per il suo sviluppo. Comunque, tanto per restare ai guai di Comune e Regione, torniamo pure indietro alla Conferenza dei servizi dell’8 luglio scorso. «Ebbene - sbotta Per- O L’ULTIMO TRENO PARTITO DA TERRACINA DUE ANNI FA, POI LA FRANA DEL MONTE CUCCA A LA FIORA CHE HA BLOCCATO LO SCALO FERROVIARIO roni - da Roma hanno recapitato il verbale di quella seduta soltanto il 3 settembre. Ben due mesi dopo! Per una semplice pratica da svolgersi in tempi rapidissimi». Ma il peggio va cercato altrove. «A oggi - continua il delegato - la Regione non è stata in grado di ottenere dal proprio ufficio urbanistico, in qualche modo da sé stessa, un parere indispensabile per chiudere il tavolo tecnico e poterci consentire di andare al Ministero delle Infrastrutture a chiedere i contributi». Che non sono spicci: si parla di 810 milioni di euro. Tanta roba in- somma, forse pure troppa. «Ma se non chiudiamo al più presto questa Conferenza non riusciremo a presentarci al Ministero, che è la nostra tappa obbligata». Chissà che non ci si ritrovi fra due anni nelle stesse condizioni. Maledetta burocrazia, in cui si è impantanato il treno di Terracina. E con esso la comodità di centinaia di pendolari che ogni giorno subiscono le conseguenze di ritardi e lungaggini. Da parte sua il Comune ha garantito di voler sbattere i pugni sul tavolo. Basterà? ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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