ff x # H ra ati pe di Didier Courbet, Marie-Pierre Fourquet-Courbet e Julien lntartaglia * dl q la pubblicità è tivunque. E anche non la percepiamo consapevolmente incide sulle nostre scelte e sui nostri comportamenti {{, *q :jfr w eJazzr^s ur'l0l9r.l3n0N , - *" rp u0rls09 0p 01001 olnPH Pl ossord pucrlqqnd e bunolreur rp eluocop a vllSvluvlNl NlnnÎ 'o1unt00e aloperp o leqrno3 tu ? ,k rarpr0 rnc !p'(CISUù auolzecrunuroc Bllap o auorzBrurolur,llop azuarcs ur Ecrocu rp olnlusl,l ossald uolecrecrJ ouos e 'er;0rsrey1-xry ,l il lp Plrsr0Arun,lle ru0rzBcrunu0c e euorzeuuotur,llap ozuolcs *lap ,*:ruruilffiJnltî; t'T. :l "*. b\ ;ì b tl $i #{f" '"# T \ \ *{ È ,1 * $ \ iviamo circondati dalÌa pubblicità: per strada, in televisione e sempre di piu su Internet. Inserti pubblicitari in cima alla pagina, finestre che si aprono automaticamente sullo schermo, video che partono da soli; si stima che nel nostro campo visivo entrino ogni giorno oltre 10.000 marche, soprattutto sotto forma di spot pubblicitari. È neile cinque ore che passiamo in media ogni giomo davanti allo schermo di Intemet o della televisione che ci viene proposta, o meglio imposta, buona parte di questa pubblicità. Evidentemente non prestiamo attenzione a tutti questi messaggi, ma numerose ricerche mostrano che anche la pubblicità che non degniamo di uno sguardo e ci sembra di dimenticare immediatamente esercita effetti di cui non ci accorgiamo, ma che favoriscono I'acquisto delle marche in questione. Di ÍÌonte all'abbondanza di messaggi pub- blicitari, per cui di solito non abbiamo alcun interesse, quando navighiamo in Internet mettiamo in atto strategie di percezione ed elaborazione selettiva delle informazioni, che ci inducono a non guardare affatto la pubblicità o a prestarvi pochissima attenzione. Ma anche quando non guardiamo i banner che compaiono sullo schermo, questi en- trano nel nostro campo visivo senza arrivare .1$ \i# Ft -ct f] d {',:' r-rt 'r*l.,,ry 't d* alla nostra coscienza e senza che ne identifichiamo chiaramente gli autori. Ma è possibile che anche così lascino tracce nella nostra memoria? E soprattutto, riescono comunque a influenzare le nostre intenzioni d'acquisto? it,ì' i!1ìr,.ir Iir.,. r,ir 1;';,,I' i.11,,,.,,, t, Per rispondere a queste domande abbiamo realizzafo un primo studio, con volontari che dovevano leggere testi su un sito web mentre nella parte superiore dello schermo, alla periferia del loro campo visivo, comparivano inserti pubblicitari che presentavano marche inedite - i nostri banner sperimentali. Per assicurarci che i banner comparissero solo alla periferia del campo visivo seguivamo in tempo reale i movimenti saccadici degli occhi dei partecipanti, grazie a una telecamera che li registrava e li trasmetteva a un computer (sistema di tracciamento oculare). Non appena il soggetto smetteva di leggere e i suoi occhi andavano al banner pubblicitario, il sistema informatico lo faceva istantaneamente sparire per sostituirlo con un banner non pertinente, e non considerato nei test successivi. Il metodo garantisce che i banner dei quali si cerca di misurare I'effetto siano effet- 32 Adolescenti nel mirino Gli adolescenti sono i massimifruitori di lnternet, e dunque il bersaglio preferito dei pubblicitari. Abbiamo chiesto a 270 bambini e adolescenti tra gli '1 1 e i 17 anni (età media 13 anni) di navigare su un silo web in cui comparivano diversi tipi di pubblicità, come finestre p0p-up accompagnate o meno da una voce fuori campo che nominava con discrezione una marca. Gli adolescenti non hanno fatto attenzione a queste pubblicità, e abbiamo verificato che non ne conservavano alcun ricordo. Tuttavia, una settimana dopo le loro inlenzioni d'acquisto erano cresciute, in particolare quando erano slati esposti alla voce fuori campo. Una semplice voce fuori campo, che menzionava con discrezione il nome della marca, e alla quale iragazzi non accordavano la propria attenzione, ha dunque rinforzato I'influenza esercitata sul pubblico giovane. Lo studio mostra che la vulnerabilità dei giovani al messaggio pubblicitario ne risulta probabilmente accresciuta. Dalo che l'effetto è osservabile anche una settimana d0p0 I'esposizione, la sua influenza sui comportamenti d'acquisto è senza dubbio notevole. E tutto ciò pone la questione della valenza elica di queste pratiche pubblicitarie indirizzate alla parte inconscia della psiche degli adolescenti. n.122, febbraio 2015 \ ru.m rffi presenti nel banner vengono elaborati dal sistema cognitivo del navigatore si puo dire, senza grandi rischi d'errore, che cio awiene in modaìità inconsapevole. F li#{t$:s **seiefiaa t tivamente percepiti con la visione periferica e non con quelìa centrale, dove si focalizza I'attenzione. Le informazioni percepite con la visione periferica sono generalmente trattate secondo una modalità non consapevole: il cervello puo percepirle, e memorizzame certi aspetti, senza che la persona se ne renda conto. La distanza dei banner dal punto in cui si fissava lo sguardo - quando apparivano - era sufficiente a impedire ai partecipanti di riconoscerli; infatti quando li si presentava loro qualche minuto dopo I'esperimento dicevano di non averli mai visti. €' e s ; Questo genere di situazione e frequente nella vita quotidiana: per la strada o in un negozio, davanti al televisore o al computer, percepiamo molteplici informazioni o elementi pubblicitari in modalità periferica, e malgrado cio esercitano comunque un'influenza su di noi. È importante dunque valutare questa influenza. Nella situazione sperimentale da noi realizzata, se alcuni elementi Mente & Cervello Ecco come si e svolto I'esperimento. Abbiamo chiesto a un gruppo di partecipanti di leggere dei testi su Internet mentre apparivano alcuni banner nel loro campo visivo periferico. Poi abbiamo misurato gli effetti di questi stimoli non consapevolmente percepiti in due diverse condizioni: dopo 1 5 minuti per una parte dei 247 soggetti, e dopo una settimana per gli altri. I risultati hanno mostrato I'esistenza di effetti inconsci favorevoli alìe marche che figuravano sui banner sperimentali. Gli effetti erano tanto piu pronunciati quanto piu le pubblicità erano ripetute: quando le presentavamo 15 volte i soggetti le trovavano piir gradevoli, ed esprimevano I'intenzione di acquistare i relativi prodotti molto piu che se vi erano stati esposti solo cinque volte. Le pubblicità ripetute 15 volte avevano lasciato tracce nella memoria 15 minuti dopo I'esposizione e parte di quelle tracce era ancora presente una settimana dopo. Le nostre osservazioni vanno ad aggiungersi a precedenti ricerche, secondo cui la percezione inconscia dei messaggi pubblicitari puo attivare in modo automatico reti di rappresentazioni e stati d'animo legati a marchi già presenti in memoria. Per esempio, in una persona che veda inconsapevolmente la pubbÌicità di una marca di bevanda gassata si attivano autonomamente rappresentazioni mentali legate a questo tipo di bevande. Questo tipo di processi automatici è fatto di attMtà non coscienti, che non consumano I'attenzione e sono inaccessibili all'esperienza soggettiva. Sono involontari, rapidi e insopprimibili - una volta lanciati, non e possibile modificarli. Nel quadro della percezione inconsapevole, se queste attivazioni auto- Un fenomeno chiaue: la fluidità percettiua Banner e finestre pop-up su lnternet modulano le nostre preferenze per le marche associate a questi messaggi pubblicitari. Ma sono stati messi in evidenza anche effetti dovuti allo sfondo di questi messaggi, grazie alle ricerche di Christie Nordhielm, psicologia dell'Università del Michigan. Nella prima fase del suo esperimento Nordhielm ha esposto a più riprese alcuni volontari a un'immagine in cui eran0 rappresentate forme astratte. Nella seconda fase la stessa immagine era usata come sfondo di un messaggio pubblicitario per un prodotto poco noto ai consumatori. Senza saperne spiegare la ragione, i partecipanti hanno apprezzato di più il prodotto e hanno manifestato più forti intenzioni d'acquisto. f esperimento mostra I'impatto della fluidità percettiva sulle intenzioni d'acquisto: la percezione di uno sfondo familiare facilita I'attivazione inconscia di una traccia mnestica preesistente, e la sensazione di facilità si estende al prodotto associato, così che il soggetto gli attribuisce qualità suscitate invece dalla fluidità con cui ha percepito lo sfondo familiare. matiche si ripetono, avranno in particolare Ìa conseguenza di far apprezzare di più una marca e di aumentare la probabilità che in seguito venga preferita a quelle concorrenti. r+ iir, ,;iìtr*rt {i* fiìfiìilifirifù Che succede quando siamo esposti a questo tipo di pubblicità? Prendiamo il caso di una marca nuova e ancora sconosciuta, la cui pubblicità appaia a piu riprese nel campo visivo periferico. Secondo gli psicologi, se una 33 persona ha molteplici contatti sensoriali con il logo della marca, quella forma - come disegno o come rappresentazione - viene immagazzinata nella sua memoria senza che se ne renda conto. In un secondo momento, quando entra di nuovo in contatto con quella marca (per esempio, in una situazione d'acquisto), il logo immagazzinafo in memoria si attiva automaticamente senza che il soggetto ne sia cosciente. Dato che esiste già una traccia costituita in memoria, il sistema percettivo, al di sotto della coscienza del soggetto, elabora la marca nel negozio assai piu rapidamente. Si parla di un effetto di fluidità percettiva: la percezione è resa piu rapida e naturale dal fatto che c'è già una rappresentazione mentale sottostante della forma o del disegno del logo. La fluidità percettiva porterebbe con sé un senso di familiarità verso quella marca. George Mandler, psicologo dell'Università della California a San Diego, è stato ffa i primi a spiegare il processo che c'è sotto questo meccanismo: nel momento in cui si fa un'opinione su una marca, e decide se comprare o no il prodotto, il consumatore commetterebbe quello che si chiama un enore di attribuzione: in altre parole, il consumatore crede che I'athazione che sente verso la marca - che deriva dalla fluidità percettiva - sia dovuta ad alcune caratteristiche obiettive della marca stessa (buona qualità, probabile solidità del prodotto e così via). ll gioco dei meccanismi cognitM fa si che il consumatore dia dei giudizi e decida di acquistare il prodotto unicamente a causa della facilità con cui awiene I'elaborazione dell'informazione quando entra in contatto con quella marca. ) Percezione cosciente b Percezione cosciente facilitata Senso di familiarità e scelta L ro, I tffetti persistenti Un altro tipo di influenza di cui non siamo consapevoli riguarda la pubblicità appena intravista e subito dimenticata. Quando il soggetto è in qualche misura cosciente di vedere una pubblicità ne conserva una traccia mnemonica, usata dal sistema cognitivo per formare giudizi spesso favorevoli alla marca in questione. Questo tipo di influenza è all'opera soprattutto nella pubblicità presentata nelIe finestre pop-up che compaiono su Internet. Per mostrare questo meccanismo abbiamo messo a punto una procedura sperimentale. Mentre alcuni volontari navigavano in Internet, apparivano tre finestre pop-up relative a una nuova marca, per tre secondi, in quat- I I \_' Una traccia indelebile. 0uando navighiamo in lnternet, percepiamo consapevolmente determinati contenuti, come il nome del sito (a) ma anche banner e pop-up lasciano unatraccia, senza che ce ne rendiamo conto. Quando poi vedremo di nuovo quella marca in un supermercato, la percepiremo in modo facilitato grazie alla traccia mnestica preesistente (b). Ne risulta un senso di facilità e familiarità che induce a scegliere il prodotto (c). tro diversi momenti. La prima finestra con- 34 n.l2z,febbraio 2015 6 6 dei 400 volontari coinvolti si è ricordato di aver già visto quella marca o Ia relativa pubblicità. Per capire quale traccia inconsapevole avessero lasciato le finestre pop-up abbiamo misurato, al millisecondo, il tempo impiega- Rinforzo associativo to da queste persone a emettere un'opinione sulla marca. ) ÈiE--.*-:r Riattivazione Retisemantiche Quando una finestra pop-up presenta il logo della marca insieme a un'immagine del prodotto, le intenzioni d'acquisto aumentano e i soggetti apprezzaîo maggiormente quella marca. Al contrario, quando la finestra contiene il logo accompagnato dal nome del prodotto scritto a grandi lettere, il soggetto memorizza meglio il legame tra il nome della marca e il prodotto commercializzato. Nella pubblicità su Internet, dunque, immagini e nomi funzionerebbero in maniera diversa: le immagini awebbero effetti di tipo emotivo, e spingerebbero di piu all'acquisto, mentre le parole awebbero effetti semantici piu forti, in particolare nella costruzione dell'im- rappresentazioni, una per la marca e l'altra per il prodotto, e le associa. magine della marca. Pensiamo che la proiezione rapida delle parole faccia scattare una lettura automatica e inevitabile, piu o meno cosciente, che conduce ad associare nella memoria una determinata marca a un certo tipo di prodotti. Dopo ripetute esposizioni all'associazione tra il logo di una marca e il nome di un prodotto si creano alcune reti semantiche che rafforzano i legami tra i due stimoli nella memoria. NelIa nostra mente, a livello inconsapevole, si stabilisce un rapporto tra marca e prodotto. Successivamente, un contatto con il prodotto in questione - magari esposto sullo scaffale del supermercato - attiva piu facilmente la rappresentazione semantica della relativa Nella misura in cui le due rappresentazioni vengono riattivate allo stesso marca. Rinforzo associativo. ln un esperimento una finestra pop-up appena intravista e subito dimenticata presenta il nome di una marca (per esempio Loomis) e il relativo tipo di prodotto (acqua minerale). ll cervello produce allora, automaticamente, due tempo dal pop-up, le connessioni che le associano si rafforzano: è la Il tempo che i soggetti impiegano a rico- a questa connessione: il soggetto avrà una più forte intenzione d'acquisto per noscere un marchio ne misura I'accessibilità alla mente degli stessi. Quando un cliente arriva in un certo settore del supermercato, I'acqua di marca Loomis il fatto di pensare a una determinata marca fase del rintorzo associativo (a). Più tardi, è sufficiente I'attivazione della rappresentazione dell'acqua minerale per attivare quella della marca, grazie (D). il logo della marca. La seconda presentava un'immagine del prodotto commercializzato. La terza finestra presentava a grandi lettere, insieme al logo, il nome del prodotto. Gli effetti dell'esposizione a questa forma di pubblicità sono stati misurati, per una parte dei partecipanti, dopo sette giorni, e per gli altri dopo tre mesi. Nessuno teneva soltanto Mente & Cervello mezzo secondo prima che a un'altra può essere lo stimolo che fa decidere di comprare. Se le parole danno luogo a quella che vie- - ossia familiarità del concetto associato alla parola - per le immagini non è la stessa cosa. Limmagine viene elaborata in modo piu globale delle ne detta fluidità concettuale parole e, non essendo tradotta in parole nella testa dello spettatore, dà luogo a una minore fluidità concettuale. D'altra parte, è probabile 35 3*' Puhblicità alcinema. Gon discrezione Meccanismi di cui non siamo consapevoli agiscono anche alla televisione o al cinema. ln alcuni film, un computer, un'auto, un orologio possono comparire in una certa scena: si chiama product placement.E la marca sarà sempre visibile, anche se non ostentata. È raro che attiri l'attenzione, perché siamo concentrati sull'intrecci0 e sui personaggi; eppure queste pubblicità occulte hanno un effetto sui nostri processi psichici. Abilmente mescolate in sequenze cariche di emozioni positive, le immagini di una marca si trovano awolte dello stesso sentimento. 0uando viviamo un momento piacevole in un certo contesto, un contesto simile basterà a suscitare le stesse emozioni positive. Se proviamo emozioni intense (gioia, eccitazione, compassione) durante certe scene di un film dove appare, anche solo alla visione periferica, il logo di una marca, quest'ultimo tenderà a far rinascere in futuro emozioni dello stesso tipo. È una strategia relativamente sicura, perché anche quando lo spettatore si accorge che il prodotto è stato messo lì apposta le sue eventuali reazioni negative - potrebbe avere I'impressione che si abusi della sua buona fede - risulteranno smorzate dalle emozioni positive che oaddormentano, lo spirito critico e impediscono di analizzare con precisione tutto ciò che si vede in un film. Grazie all'effetto di familiarità suscitato dall'esposizione alla marca, quest'ultima sarà in seguito accettata con maggiore favore. 36 che associando un'immagine a una marca Ia pubblicità sviluppi soprathrtto la fluidità percettiva: nel vedere in negozio un determinato prodotto si ha una percezione piu facile, unita a una sensazione di fluidità percettiva e familiarità. Nel nostro esperimento le persone esposte a finestre pop-up che mischiavano immagine e logo delle marche apprezzavano di piu Ia marca, la trovavano di migliore qualità e mostravano un'intenzione maggiore di acquistarla. E tutto ciò anche tre mesi dopo la fase di esposizione. ) Atteggiamento indotto Gli effetti inconsapevoli della pubblicità operano sia sulla fluidità percettiva sia sulla fluidità concettuale. Quest'ultima attiva automaticamente elementi semantici associati nella memoria alla marca. Così quando si entra, per esempio, nel settore bevande di un supermercato, ciò darebbe luogo a una preattivazione - si parla a questo proposito anche di innesco - e quella marca di bevande diventa piri accessibile in memoria, anche se ancora non ce I'abbiamo sotto gli occhi. E, quan- do poi la scorgiamo sullo scaffale tendiamo a sceglierla, visto che è piu familiare. La fluidità percettiva influisce soprattutto sui giudizi e sui processi decisionali al momento della scelta, per esempio fra i banchi del supermercato. La fluidità concettuale esercita poi i suoi effetti quando il consumatore fa una scelta senza avere sott'occhio un determinato marchio. Secondo la teoria della memoria di Endel Tulving, I'elaborazione percettiva si svolge a un livello piu superficiale dell'elaborazione concettuale. Non è detto dunque che per una certa marca Ia fluidità percettiva sia necessariamente accompagnata da quella concettuale. Ma la fluidità concettuale, quando c'è, è sempre accompagnata dalla fluidità percettiva. I due tipi di fluidità, percettiva e concettuale, che vengono a stabilirsi con I'esposizione ai messaggi pubblicitari, informano sull'atteggiamento del consumatore verso una determinata marca e anche sulle sue intenzioni d'acquisto. Piu in generale, I'influenza inconscia esercitata dalla pubblicità ci spinge a interrogar- n.122, febbraio 2015 r .{ *, tT Una strategia a lungo termine r ! r$t\b_ **r ìi \ Alcune marche desiderano apparire in televisione subito prima o subito dopo un programma da esse patrocinato. È una strategia efficace, perché le sequenze di presentazione dello sponsor sono abbastanza brevi da non procurare rigetto. A livello sia formale che semantico, la sequenza sembra inserirsi naturalmente nella trasmissione. Per esempio il logo di una marca che vende prodotti che non hanno nulla a che fare con la meteorologia potrebbe essere messo in scena e presentato sotto un bel sole in mezzo a una cartina dell'ltalia. La presenza ripetuta della stessa marca, per diversi anni, in prossimità del bollettino metereologico induce i telespettatori a includerla fra gli scriptdella loro memoria: la marca fa parte della loro vita quotidiana, al pari del bollettino meteo stesso. A ogni nuova esposizione allo script, le loro difese psicologiche si ridurranno, fino a sparire. Senza che se ne siano resi conto la marca è stata memorizzata e associata alle emozioni provate. Dato che i programmi televisivi sono fatti in modo da far provare agli spettatori prevalentemente emozioni positive, le marche che li sponsorizzano sono in genere associate a emozioni piacevoli. E più i telespettatori guardano le trasmissioni sponsorizzate più I'associazione si rafforza. ci sul tipo di società in cui desideriamo vivere. La questione è resa piu seria dal fatto che certi effetti di cui non siamo consapevoli sembrano essere piu forti di quelli di cui ci rendiamo conto. Quale può essere il ruolo dei ricercatori in questo contesto? ) Gapire per resistere Nella nostra pratica quotidiana di ricerca- tori ci sforziamo in primo luogo di chiarire i processi in atto nella ricezione della pubblicità. Al di là di questo, pero, si tratta di trasmettere ai consumatori le chiavi del funzionamento della pubblicità, partendo dal principio che in una democrazia futti hanno diritto di sapere se c'è qualcuno che sta cercando di influenzarli, e in che modo. Una persona che conosca bene le tecniche di condizionamento che sfuggono alla coscienza può cercare di attenuarne I'impatto. Se ritiene di essere stata indiizzata a sua insaputa veno I'acquisto di questa o quella marca può correggere Ia sua scelta inizia- condizioni di produzione e cosÌ via. Si noti che in certe situazioni si può correggere in modo eccessivo, tanto da assumere un atteggiamento opposto. Si tratta dell'effetto di contrasto, messo in evidenza soprattutto da Joan Meyers-Levy, psicologa dell'Università di Chicago, che ha dimostrato che se un consumatore si rende conto di apprezzare una marca solo perche ricorda di esseni trovato in uno stato emotivo positivo la prima volta che I'ha vista in televisione, potrebbe addirittura capovolgere volontariamente il proprio giudivalutare negativamente la marca. Più in generale, questi effetti di correzio- zio e rilprÙCoURBET D. e altri, The long- term effect of e-adveftising. The influence of Internet pop- ne fanno parte del più largo insieme degli oeffetti di reattanzar che si osservano quando una persona tenta di recuperare una maggior libertà di decisione dopo essersi accorta di aver subito una manipolazione. In futuro, se tutti prenderanno coscienza dell'enorme potere esercitato dalla pubblicità sui no- ups viewed at a low level of attention in implicit memory,in *Journal of Computer-Mediated stri comportamenti d'acquisto, le tecniche comnerciale: manipulation et étique - Une critique du Communication,, Vol. 19, n. 2, pp.274-293,2014. C0URBET D. e altri, Neurosciences au service de Ia comnunication le concentrandosi su una riflessione razionale pubblicitarie che puntano ad aggirare i nostri criteri razionali di giudizio potrebbero subire de Communication,, Vol. 40, che tenga conto di qualita, prezzo, resistenza, seri contraccolpi. pp.28-40,2013. Mente & Cervello neuromarketing, in nEtudes 37
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