Via Timpone di Scifariello - Zona P.I.P. 2ª traversa - 87012 Castrovillari (CS) Telefax: +39 0981.483001 - [email protected] www.agm.calabria.it Settimanale di Sport - Anno XVIII n°3 Sabato 7 febbraio 2015 - www.corrieresportivodicalabria.com - [email protected] a cura di Marco Segreto I l Cosenza si è complicato la vita da solo. Basta dare uno sguardo alla classifica per notare che nelle ultime quattro giornate la formazione rossoblù ha incamerato solo 2 punti. Cosenza in crisi di risultati. Sul gioco ci sarebbe molto da dire. Perché la IL COSENZA NON VINCE AL S.VITO DA UN MESE 2 I PUNTI OTTENUTI NELLE ULTIME 4 GARE PAROLA D’ORDINE: INVERTIRE LA ROTTA COPIA OMAGGIO 0,50 € squadra di Roselli crea solo per un tempo, regalandone sistematicamente un altro agli avversari, ma non finalizza. Spesso l’approccio alla gara non è quello giusto. Non è cinica sotto rete, e manca di un vero leader. Che, tradotto in soldoni, significa essere un tantino fragili caratterialmente. E, quando il gioco diventa duro, come nel momento attuale, non è semplice tirarsi fuori dalle sabbie mobili se non sfoderi scimitarra e agonismo. continua a pag. 8 2 STATISTICHE Cosenza Casertana, molto più che una partita di calcio Le due squadre si giocano una fetta importante del loro futuro con potenzialità diverse, ma in un’atmosfera di fratellanza e solidarietà non comune. a cura di Davide Franceschiello O ggi è il giorno di Cosenza Casertana, una partita importante per tanti motivi: per la classifica di ambedue le squadre, perché i lupi devono uscire al più presto dalla zona play-out ed i falchetti, al contrario, consolidare il loro quarto posto, ultimo disponibile per giocarsi la promozione ai play-off. I silani devono fare capire ai propri tifosi di essere una squadra che non ha mollato ancora una volta e pronta a sudare la maglia per strappare la salvezza sul campo; i ragazzi della Terra di Lavoro ricompensare i sacrifici del presidente Lombardi e di una tifoseria appassionata che li segue sempre. Importante anche per l'enorme significato sociale scaturente dal gemellaggio tra le due tifoserie. È difficile trovare un rapporto così consolidato nel mondo dal calcio, fatto di stima reciproca e fonte di grande solidarietà. Due società importanti del panorama calcistico meridionale, il Cosenza con un palmares più importante, frutto di 19 presenze nel campionato di serie B a fronte delle 2 dei casertani, ma soprattutto tanta serie C dove le due compagini si sono affrontate ben 44 volte, poi 2 volte nel campionato cadetto (stagione 1991-92), 8 volte in IV serie e 7 volte in serie D, compresa una gara valida per i play-off e gli incontri, nella stagione 2004-05, con i due Cosenza, l'FC ed il 1914, con quattro vittorie a tavolino. Lo score delle 61 gare complessive vede in vantaggio il Cosenza con 25 vittorie 19 pareggi e 16 sconfitte, 70 reti fatte e 42 subite. Al S. Vito sono 17 le vittorie, 9 i pareggi e 4 le sconfitte con 47 reti segnate e 13 subite. L'ultima vittoria dei rossoblù silani, tra le mura amiche, risale al campionato di serie D 2007-08, il 17 febbraio 2008 con una vittoria per 2 a 0 con reti di Cosa e Occhiuzzi. L'ultima vittoria dei falchetti risale al campionato di serie C1 del 1983-84, il 12 febbraio 1984, 0 a 1 il risultato finale con rete di Mazzeo al 15°. Mentre nei play-off di serie D del 2012-13, il 19 maggio 2013, la partita terminò sul risultato di 1 a 1, poi persa ai rigori (2-5). Particolare curioso, le ultime vittorie delle due squadre sono arrivate nel mese di febbraio, stesso mese in cui si disputa l'attuale partita. Un solo precedente nella serie B 1991-92, 0-1 con rete di Solimeno al 37’, al Pinto di Caserta e 2-0, con doppietta di Marulla al 33’ e al 72’,al ritorno al San Vito. La Casertana, in questa stagione, si presenta però al S. Vito forte dei suoi 41 punti a fronte dei soli 24 del Cosenza, una differenza di ben 17 punti frutto di investimenti copiosi sul mercato da parte dell’ambizioso presidente Lombardi che non ha mai nascosto di avere mire ambiziose. Ha affidato prima a Gregucci e poi a Campilongo una rosa non da primi posti, ma da sicura outsider. Fumagalli, Murolo, Antonazzo e Bianco garantiscono forza ed esperienza in difesa, Carrus, Mancosu, Cruciani e Rajcic sono quattro giocatori che farebbero la fortuna di qualsiasi centrocampo di Lega Pro, Mancino, Cissè, Diakitè, Cunzi, Caccavallo e lo sfortunato Agodirin in avanti rappresentano alternative importanti per qualsiasi allenatore oltre a tutti gli altri per una rosa di complessivi 27 elementi. Il Cosenza invece è costretto in questa stagione a volare più basso. Solo 21 elementi e qualche giovane della Berretti ne fanno uno degli organici più scarni del girone, seppur con potenzialità di non poco conto, purtroppo non sempre espresse. Giocatori come Ravaglia, Ciancio, Tedeschi, Sperotto., Caccetta, Fornito e Statella, Calderini e De Angelis farebbero i titolari in qualsiasi squadra di questo girone, tant’è che molti di loro sono stati richiesti nell’ultimo mercato di riparazione. Ma quest’anno gira male e sarebbe opportuno, a cominciare dalla partita odierna, darsi tutti una bella regolata perché non è possibile più tollerare prestazioni così altalenanti. AMARCORD 3 Dall'archivio dei ricordi: Agide LENZI, "bomber" del Cosenza nei campionati dal 1959/60 al 1962/63 a cura di Vincenzo Segreto A gide Lenzi, livornese di nascita, arrivò al Cosenza nel 1959. Aveva 22 anni e proveniva dal Cral Cirio Barra. Rubavano l'occhio i suoi capelli color grano maturo e la sua struttura fisica: un ammasso di muscoli ben distribuiti su tutto il corpo, particolarmente nelle gambe, che apparivano quasi ipertrofiche. Questo gli consentiva di calciare con potenza e di imprimere al pallone una forza che i portieri avversari soffrivano molto. Poco tempo prima del suo arrivo a Cosenza, si era conclusa l'epoca del trio svedese GreNo-Li (Gren, Nordahl, Liedholm) al Milan; Nordahl era un centravanti potente, forte negli allunghi, devastante in area di rigore. Nell'immaginario collettivo dei tifosi rossoblu, Lenzi rappresentava, per il Cosenza, quello che Nordahl era stato per il Milan: un terminale offensivo con la dinamite nei piedi. Ma, a dispetto di una struttura fisica possente, sapeva muoversi velocemente nello stretto; era abile anche di testa e forte in progressione. Ricordo un suo gol al Cagliari in una giornata grigia, piena di pioggia, del febbraio 1963 (campionato di serie B 1962/63), con il terreno del “Morrone” ridotto ad una risaia: pochi minuti dopo l'inizio del secondo tempo, partì veloce da metà campo; più che correre, sembrava volare sulle pozze d'acqua. Si trascinò dietro un paio di avversari che non riuscirono a fermarlo, scartò i difensori che gli si pararono di fronte al limite dell'area e, addomesticando il pallone come per magia, con un tiro secco non diede scampo al portiere Colombo. Peccato che all'epoca non ci fossero i social-network e la televisione desse scarso risalto alla serie B; diversamente, quella gemma calcistica sarebbe stata ammirata ovunque e, probabilmente, portata ad esempio nelle scuole calcio. Poi, Lenzi completò il suo capolavoro, con un altro gol su calcio di rigore, quasi in chiusura di gara. In serie B, furono da scintille i duelli ingaggiati con Melideo, ruvido difensore dell'Alessandria, marcatore arcigno, tignoso, un po' provocatore. Si appiccicava addosso all'avversario fino quasi a soffocarlo, facendo di tutto per innervosirlo, anche con qualche epiteto colorito. Neppure Lenzi sfuggì al "trattamento Melideo" nella gara al Morrone del 17/03/1963, ventiseiesima giornata del campionato di serie B. In quella partita accesa e dai toni agonistici elevati, dalla tribuna si vide chiaramente Lenzi, in una pausa di gioco, fare segno con la mano al difensore alessandrino di stare calmo; ché la partita non era finita e qualcosa poteva sempre accadere. Ed infatti, da lì a poco, al minuto 68, ancora sullo 0-0, da azione di calcio d'angolo ed in un'area alessandrina affollata come un giorno di mercato, una testa bionda andò più in alto di tutti, colpì il pallone con forza e precisione e lo mise alle spalle del portiere ospite Notarnicola. Esultando, con l'indice puntato verso Melideo, Lenzì urlò qualcosa come a dire: “Hai visto che non era finita?” Dopo Gigi Marulla, Lenzi è stato il miglior marcatore di sempre del Cosenza in campionati professionistici. Nei suoi quattro anni di milizia in rossoblu, mise a segno ben 59 reti, vincendo il titolo di capocannoniere per due anni consecutivi nel girone meridionale dell'allora sere C (campionati 1959/60 e 1960/61), con 39 gol complessivi; gli altri 20 li realizzò nei due anni di serie B (9 nella stagione 1961/62 ed 11 in quella 1962/63). Poi, nella stagione 1963/64 fu ceduto al Pisa ed il Cosenza retrocesse nella serie inferiore. Forse era scritto che finisse così. 4 CLASSIFICHE 24° GARE DI OGGI SaBato 7 FeBBraio 2015 - cAsertAnA 14:30 cOsenzA - cAtAnzArO 16:00 mAterA - pAgAnese 15:00 messInA Punti g v n P gF gS +/- Benevento 50 23 14 8 1 38 20 18 Salernitana 48 23 14 6 3 31 17 14 SQuaDra Juve StaBia 43 23 12 7 4 33 24 9 CaSertana 41 23 12 5 6 32 18 14 leCCe 39 23 11 6 6 32 23 9 Foggia *1 38 23 10 9 4 34 21 13 Matera 38 23 10 8 5 33 20 13 Catanzaro 33 23 9 6 8 26 23 3 Barletta 31 23 8 7 8 21 18 3 PaganeSe 28 23 7 7 9 20 26 -6 vigor laMezia 27 23 6 9 8 27 31 -4 luPa roMa 27 23 6 9 8 26 35 -9 Martina 26 23 7 5 11 26 28 -2 MelFi *2 25 23 5 12 6 22 25 -3 CoSenza 24 23 5 9 9 24 29 -5 aCr MeSSina 24 23 5 9 9 25 33 -8 Savoia 20 23 4 8 11 20 32 -12 iSChia 19 23 4 7 12 18 31 -13 reggina 18 23 4 6 13 15 33 -18 averSa 12 23 1 9 13 17 33 -16 DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015 12:30 11:00 16:00 14:30 14:30 18:00 AversA bArlettA juve stAbIA lecce sAlernItAnA v. lAmezIA - fOggIA reggInA mArtInA sAvOIA IschIA melfI DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015 20:45 beneventO - Calil (Salernitana) 11 Moscardelli (Lecce) 8 Marotta (Benvento) Iemmello (Foggia) Ciotola (Ischia) Di Carmine (J. Stab.) Montalto (Martina) Caturano (Melfi) Corona (Messina) Del Sante (V. Lam.) lupA rOmA PROSSIMO TURNO 14/02 15:00 IschIA 14/02 15:00 sAvOIA 14/02 16:00 mArtInA 14/02 16:00 fOggIA 15/02 14:00 cAtAnzArO 15/02 12:30 reggInA 15/02 14:30 lupA rOmA 15/02 16:00 cAsertAnA 15/02 17:00 melfI - 13/02 20:45 pAgAnese MARCATORI 12 Eusepi (Benevento) 25° lecce AversA bArlettA beneventO v. lAmezIA cOsenzA juve stAbIA mAterA messInA sAlernItAnA U. Eusepi (Benevento) * punti di penalizzazione Presidente Onorario nino rao Direttore Responsabile gianfranco Morelli SETTIMANALE SPORTIVO DI INFORMAZIONE Aut. Trib. di Cosenza n. 654 del 28/09/2000 Hanno Collaborato a questo numero: Marco Segreto, Davide FranCeSChiello, vincenzo D’atri, vincenzo Segreto, Mimmo MuSaCChio, enzo Battaglia, Serena a. gaBriele, Impaginazione: essedi graphic - www.sdgraphic.it Stampa: tipografia agM - Castrovillari (CS) Foto: tony Mancina Serie D - girone I CLASSIFICHE Classifica SQuaDra torreCuSo aKragaS renDe agroPoli neaPoliS MarCianiSe n. FratteSe Due torri roCCella hinterreggio leonForteSe BattiPaglieSe tiger Sorrento nuova gioieSe noto (-1) C. Montalto orlanDina (-2) Gare di domenica Punti g v n S 42 41 38 37 35 33 31 29 28 27 27 23 21 21 19 19 13 6 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 20 13 11 11 11 10 9 9 8 8 7 7 6 5 6 3 5 3 1 3 8 5 4 5 6 4 5 4 6 6 5 6 3 10 5 4 5 4 1 4 5 5 5 7 7 8 7 7 9 9 11 7 10 13 14 21° Prossimo turno Domenica 8 febbraio 2015 ore 14:30 rende neApOlIs hInterreggIO rOccellA n. gIOIese sOrrentO OrlAndInA n. frAttese tIger tOrrecusO leOnfOrtese nOtO AgrOpOlI due tOrrI c. mOntAltO AkrAgAs mArcIAnIse bAttIpAglIese Marcatori 16 reti 12 reti Galizia (Torrecuso) Longo (N. Frattese) Meloni (Akragas) 11 reti Improta G. (Neapolis) 10 reti Tarallo (Agropoli) 9 reti Caputa (Leonfortese) Perna (Torrecuso) Iadaresta (Marcianise) 22° Domenica 15 febbraio 2015 ore 14:30 n. frAttese rende OrlAndInA hInterreggIO tOrrecusO mArcIAnIsew bAttIpAglIese c. mOntAltO sOrrentO leOnfOrtese nOtO tIger due tOrrI AkrAgAs rOccellA n. gIOIese neApOlIs AgrOpOlI Salvatore Galizia (Torrecuso) 5 6 IL COMMENTO China pericolosa per il Cosenza Zona Playout a cura di Mimmo Musacchio I l verdetto dei risultati dopo la 23^ giornata di campionato non è stato certamente favorevole al Cosenza. L’inopinata sconfitta ad Aprilia contro la Lupa Roma, diretta concorrente nelle zone basse della classifica, ha innescato un pericoloso campanello d’allarme, alla luce anche dei risultati delle altre squadre pericolanti. Ci saremmo aspettati un risultato diverso, un impegno diverso. Piangere sulle topiche arbitrali è ormai un luogo comune di chi ha perso, semmai bisognerebbe analizzare altre componenti certamente più importanti. Personalmente non sono un denigratore del tecnico il quale ha ereditato un parco giocatori scelto da altri ed ha cercato in qualche modo di sopperire a lacune strutturali, rispolverando giocatori posti nel dimenticatoio dall’ex di Tortoreto. Quanti danni! Perciò non fasciamoci la testa, nessuno ha la bacchetta magica, questi sono i giocatori, bisogna solamente amalgamarli ed utilizzarli nel proprio ruolo secondo le loro caratteristiche tecniche. Io non propendo per nessuno, avevo polemicamente condannato la sciagurata conduzione dell’ex Cappellacci, non mi sento invece di mettere alla gogna un tecnico serio, preparato quale Roselli. Ho visto sul web, su alcuni forum specifici attacchi anche virulenti contro l’attuale allenatore rossoblù. Non li condivido. D’altronde il Presidente Guarascio, al quale tutti i tifosi hanno un debito di riconoscenza per quello che ha potuto fare e per l’abnegazione che ha verso il Cosenza, -di allestire una compagine con i pochi mezzi economici a disposizione-, per potersi salvare agevolmente. Ma il Presidente non è un tecnico, si è per forza dovuto adeguare alle scelte che hanno i suoi più stretti collaboratori. Del resto Guarascio ha sempre dichiarato: “Sono solo, ma non farò morire il calcio a Cosenza. I tifosi e la città meritano traguardi più ambiti”. Perciò nel calcio mercato appena conclusosi, nessun botto, nessun calciatore eclatante, bensì tutto nell’ottica dell’economia, del resto il badget è quello che è. Ci sono state partenze importanti, però un sacrificio l’avrei fatto: Biccio Arcidiacono! L’urlo dopo la rete al Catanzaro è un segnale da “libro Cuore”. Il Cosenza del futuro dovrà partire da lui. Dunque un mercato in sordina, però ora serve ricompattare la squadra, l’ambiente, la tifoseria, l’obiettivo iniziale era quello della salvezza, resta oggi soltanto questo. Chi vuol bene al Cosenza non deve fomentare polemiche pretestuose, né alimentare sospetti, sfiducia, maldicenze, congetture, bisogna stare uniti sapendo che sarà un anno difficile, di sacrificio, di transizione. Ho sentito, ho letto le critiche verso Roselli per non aver utilizzato alcuni giocatori chiave. In particolare De Angelis e Fornito. Soltanto su questo resto d’accordo. Sono giocatori importanti e meritano ben altre attenzioni. Sicuramente Roselli avrà sentito i rumors e certamente converrà che qualche cambio tattico sarà necessario. A proposito, è doveroso da parte mia porgere le scuse al ds Meluso, reo di aver ingaggiato il calciatore Carrieri e di avergli stipulato un contratto biennale. Le colpe non sono sue bensì da addebitarsi a chi lo aveva preceduto. Ora non resta che concentrarsi sulla difficile gara con la Casertana. Una partita casalinga importantissima per la classifica. I campani per le zone di classifica che contano, il Cosenza per la salvezza. Del resto in tante gare con squadre blasonate abbiamo dimostrato di non meritare una posizione così precaria in classifica. Ho fiducia nelle scelte tecniche di Roselli, alla luce dei ricambi necessari richiesti a gran voce da buona parte della tifoseria e dagli addetti ai lavori ma, soprattutto, nella professionalità dei giocatori. Perciò tutti al San Vito a sostenere la nostra squadra del cuore. Sempre un solo grido: “Forza Lupi!”. AMARCORD Erano gli anni 60! Una passione protratta nel tempo a cura di Enzo Battaglia p er ogni “tifoso”, potrebbe essere abbastanza curioso tentare di recuperare iniziali frammenti di una passione che, nel caso personale, dura ormai da oltre mezzo … secolo!! Così datati, alcuni flashback di quei “fasti”, appaiono idonei a poter stimolare memorie di tifosi coetanei! L’intreccio di varie storie, personaggi e curiosi frangenti, sembrano tradotti da migliaia di volti, da immagini e da significati tali da poter redigere nutriti volumi di esperienze e di aneddoti! L’intento naturalmente, non dovrebbe essere quello di annoiare ma di destare un timido interesse (soprattutto per i tifosi silani più imberbi) e, magari, qualche nostalgico e passionale strascico, appunto, per i più … maturi! E’ il caso, allora, di riportare “a galla” alcuni personaggi o curiose situazioni di un tempo “pedatorio” ormai trascorso. Al quesito di quale possa essere stato il personale nutrimento calcistico agli albori di un tale percorso da tifoso (e da sportivo), le virtuali immagini, si legano, velocemente, ad un distacco dalla “serie cadetta” (era l’inizio degli anni 60) che aveva lasciato tanta amarezza nel cuore dei tifosi! Allora bambino, rimanevo a cullare le speranze di un immediato ritorno in palcoscenici calcistici capace di “contare”! In realtà, si trattava di sogni che finirono per scortare un’infanzia, una prima ed una tarda adolescenza sino a raggiungere l’età di giovane uomo (occorsero, infatti, oltre 25 anni) per divenire realtà! Durante quel tempo, tuttavia, parlare di Tom Rosati, di Oscar Montez, di Renato Campanini, di Vanni Peressin, di Sergio Codognato o di Mauro Pantani (anche se per quest’ultimo grandissimo calciatore, la me- 7 moria si accosta a periodi ancora più bui, addirittura, del non professionismo) rappresentava (e lo è tuttora) un immenso piacere ed un nutrimento di calcio (e, per le peculiarità umane di alcuni di essi, non solo!) di grandissimo spessore. Proseguendo, fu possibile poter incontrare tanti altri “esempi”, sino ad arrivare a mostri sacri come Di Marzio e Bruno Giorgi! Si tratta di autentiche “icone” che hanno aiutato a donare qualità ad una passione già consolidata da “cuori” trepidanti di gioia e di nuove attese! Calcio e stile, football e prerogative, sport e modelli, tutto sembrava confluire in quell’essere immensi protagonisti e veri interpreti della materia! Corti, Vita, Gioannetto…! Così, in quei tempi (e di domenica!) iniziava ad annunciare lo speaker di un San Vito appena affidato ai pulsanti battiti dei tifosi rossoblù! E da allora, altri infiniti fremiti hanno inteso accompagnare sequenze di gioia, di trepidazione ma anche di sofferenza e di mortificazioni! Proprio come quelle due lunghe squalifiche del terreno di gioco (Internapoli e Paganese) che hanno arrecato dispiacere, tante difficoltà e segnato “sconvenientemente” le pagine di una società calcistica che ambiva soltanto alla gloria ed a dignitose affermazioni! Oggi, in verità, il gioco del calcio appare abbastanza trasformato. Tra accresciuti interessi, manie di cambiamenti e spezzatini vari, continua ad essere fatalmente minato nella propria essenza. Il tifo, no! Non più esserlo perché impegna la forza e l’autenticità del cuore!! E, quando si tratta di sentimenti veri, è davvero impossibile poter pensare a manipolazioni ed … inganni! Una riflessione, rivolta soprattutto ai giovani tifosi che, inconsciamente, mentre sale la passionale febbre di un attaccamento verso quei precisi colori, forse non badano al fatto che inevitabilmente provano a colmare le pagine di un “diario”di inestimabile valore! Intensità, slancio e lealtà dovranno sempre raffigurare quegli aspetti per poter rivivere, un domani, bellissimi ricordi e tante straordinarie emozioni. 8 IN PRIMO PIANO segue da pag. 1 a cura di Marco Segreto Il campionato è entrato nel vivo (Reggina docet!) e gli alibi servono a poco. Si dirà che ad Aprilia l’arbitro Capillupo di Lecce (da fermare per un periodo di riposo, signori dell’AIA!) non ha concesso un calcio di rigore nettissimo su Magli. Si dirà che il gol di Ciancio era regolare. Ma se ti fai infilare da una squadra come la Lupa Roma -con tutto il rispetto, per carità- che potrebbe navigare tranquillamente in serie D, significa che qualcosa non ha funzionato. E le sconfitte in trasferta aumentano col passare delle settimane. Fin qua 7 delle quali 4 sotto la gestione Roselli: Lecce, Benevento, Foggia e Lupa Roma. I conti non tornano e la classifica piange. Se a tutto ciò si aggiunge che il Cosenza è atteso da un ciclo terribile di partite, Casertana, Catanzaro e Reggina, il quadro è completo. Spetterà a Roselli rimettere in pista dal punto di vista mentale un gruppo che ultimamente è apparso scarico. Qualcuno, forse, si era illuso di avere già in tasca la salvezza. Non e così! Il mercato invernale per il Cosenza non ha detto granché. Inseguito Arcidiacono per più di un mese, alla fine si è focalizzata l’attenzione su Statella proveniente dalla Pro Vercelli. Un esterno d’attacco che Roselli conosce bene per averlo avuto alle dipendenze due anni fa a Pavia, ma che in Piemonte in un anno e mezzo ha giocato 20 partite. L’altro atleta arrivato in città è Serpieri, giovane promettente della Primavera della Lazio, reduce da un lungo infortunio. Un difensore di prospettiva, ma la rosa è comunque striminzita. 21 calciatori in tutto dopo le partenze di Alessandro, Mosciaro, Bertolucci e Sassano. Molti i diffidati: Arrigoni, Calderini, Corsi, Sperotto, Tortolano e Zanini. Occhio ai cartellini gialli. Ospite del S. Vito la Casertana di Sasà Campilongo, un allenatore scafato, un “lusso” per la categoria. Ultimamente i “Falchetti” stanno andando a corrente alterna. Pari con Reggina e Aversa Normanna, sconfitta con la Juve Stabia, vittoria interna nel derby con la Paganese. Campani comunque in piena zona playoff, decisi a dare continuità al risultato dell’ultimo turno. Rientreranno elementi importanti (domenica scorsa 5 gli squalificati), col Cosenza che dovrà fare attenzione alle giocate di Mancino, Murolo e Caccavallo, un ex. Roselli dovrà sciogliere alcuni dubbi. Magli, ad esempio, che si è allenato poco in settimana per noie al ginocchio, e Sperotto che lamenta una lesione muscolare all’addome. Ma è davanti che il tecnico dovrà incidere con le scelte giuste. De Angelis scalpita, mentre a centrocampo Fornito potrebbe rappresentare la fantasia che nell’ultimo periodo nel Cosenza è mancata. Poi ci sarà da gestire il “caso” Calderini, se di caso si può parlare, tenendo sempre presente gli “equilibri” in campo tanto cari a Roselli. Arbitrerà Baroni di Firenze, sperando che sia in giornata di vena. Determinazione, grinta ed impegno potrebbero far (ri)tornare il Cosenza alla vittoria che manca al S. Vito dal giorno dell’Epifania (2-0 col Melfi). Un mese esatto. ATTUALITà Sport e disabilità Una frontiera da abbattere a cura di Serena A. Gabriele O rmai da diversi anni, nel nostro paese e non solo, si è diffusa la pratica sportiva per atleti diversamente abili, ognuno dei quali recante una tipologia e un grado diversi di disabilità. Percorriamo insieme le principali tappe storiche che hanno trasformato le attività ludico-motorie per disabili in vere e proprie discipline sportive, raggiungendo livelli di eccellenza al pari delle pratiche per normodotati. La comparsa di attività finalizzate alla pratica sportiva per i diversamente abili è un fatto abbastanza recente nella storia dello sport, e gli affetti da paralisi spinale traumatica furono tra i primi a prendervi parte in modo sistematico, nel 1944, nell’ospedale inglese di Stoke Mandeville, grazie all’intervento del neurochirurgo Ludwig Guttmann. Tra i partecipanti alle attività sportive, vi figuravano giovani di entrambi i sessi recanti lesioni belliche. Merito del noto dottore, fu di aver scoperto una relazione di causa-effetto tra l’attività sportiva e la motivazione psicologica del malato: grazie alla pratica motoria e alla partecipazione attiva, i portatori di handicap superavano con relativo successo il trauma psichico causato dal loro stato di salute e vivevano meglio la loro condizione permanente. Ricreando delle discipline calibrate al tipo di handicap posseduto, si allestisce un ambiente salutare e favorevole affinché il soggetto diminuisca gradualmente la depressione psichica. Il 28 luglio 1948 si tennero i primi Giochi di Stoke Mandeville per atleti disabili, e nel 1960 tali giochi si tennero alle Olimpiadi di Roma. Nacque allora la Federazione Internazionale dei Giochi di Stoke Mandeville (ISMGF), comprendente vari tipi di sport; prima, solo per atleti affetti da handicap del midollo spinale e, dopo, per tutti coloro i quali presentavano tipi diversi di disabilità. Fu così fondata l'ISOD nel 1964, e nel 1980 nacquero l'IBSA ed il CP-ISRA. Nel 1982 venne fondato il Comitato Internazionale di Coordinamento (ICC) delle organizzazioni sportive mondiali per disabili. Grazie alla nascita di tali federazioni, i diversamente abili cominciarono a partecipare regolarmente e attivamente alle Olimpiadi. Dal ’76 in poi, con l’introduzione graduale di nuove discipline, si istituirono i Giochi Olimpici Invernali per disabili. Oggigiorno, le principali pratiche sportive svolte dai diversamente abili sono le seguenti: automobilismo, atletica leggera, bocce, bowling, calcio, canoa, ciclismo, curling, equitazione, judo, lotta, nuoto, pallacanestro, pallanuoto, pallavolo, pattinaggio, scherma, sci alpino, sci nautico, slittino, sollevamento pesi, tennis da tavolo, tiro a segno, tiro con l'arco e hockey sul ghiaccio. In Italia tali attività sono gestite dalla Federazione Italiana Sport Handicappati, che si occupa di disabilità psichiche e motorie, fondata nel 1980, dalla Federazione Italiana Ciechi Sportivi, fondata nel 1980, e dalla Federazione Italiana Sport silenziosi , per atleti non udenti, fondata nel 1929. Dal 1990, tali Federazioni sono rappresentate da un organismo unitario denominato Federazione Italiana Sport Disabili. Di notevole rilevanza fu il fatto che, nel corso del tempo, le varie Federazioni allargarono le attività sportive riservando un posto anche alle donne portatrici di handicap di vario tipo. Recentemente, si sono messi in evidenza i problemi e le difficoltà tecniche provenienti dall’integrazione di attività da svolgersi contemporaneamente sia per atleti sani, e sia per i portatori di handicap. A tale problema, ha cercato di porvi rimedio la FISARCO, organizzando attività integrate, in modo tale da eliminare o quantomeno lenire la distanza psicologica tra normodotato e diversamente abile, e per promuovere con manifestazioni annuali lo sport per handicappati. Tra gli atleti diversamente abili di fama internazionale, ricordiamo l’ungherese Oliver Halassy nello sport della pallanuoto, l’americano Jeff Float, nel nuoto stile libero, l’italiana Paola Fanato, per quanto riguarda il tiro con l’arco femminile, e la sudafricana Natalie Du Toit, nel nuoto di fondo.
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