ayout 1 - Corriere Sportivo di Calabria

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Settimanale di Sport - Anno XVIII n°3 Sabato 7 febbraio 2015 - www.corrieresportivodicalabria.com - [email protected]
a cura di
Marco Segreto
I
l Cosenza si è complicato la vita da solo.
Basta dare uno sguardo alla classifica per
notare che nelle ultime quattro giornate
la formazione rossoblù ha incamerato
solo 2 punti. Cosenza in crisi di risultati. Sul
gioco ci sarebbe molto da dire. Perché la
IL COSENZA NON VINCE
AL S.VITO DA UN MESE
2 I PUNTI OTTENUTI
NELLE ULTIME 4 GARE
PAROLA D’ORDINE:
INVERTIRE LA ROTTA
COPIA OMAGGIO 0,50 €
squadra di Roselli crea solo per un tempo,
regalandone sistematicamente un altro agli
avversari, ma non finalizza. Spesso l’approccio
alla gara non è quello giusto. Non è cinica
sotto rete, e manca di un vero leader. Che,
tradotto in soldoni, significa essere un tantino
fragili caratterialmente. E, quando il gioco
diventa duro, come nel momento attuale, non
è semplice tirarsi fuori dalle sabbie mobili se
non sfoderi scimitarra e agonismo.
continua a pag. 8
2
STATISTICHE
Cosenza Casertana, molto
più che una partita di calcio
Le due squadre si giocano una fetta importante del loro futuro con potenzialità diverse,
ma in un’atmosfera di fratellanza e solidarietà non comune.
a cura di
Davide Franceschiello
O
ggi è il giorno di Cosenza
Casertana, una partita importante
per tanti motivi: per la classifica di
ambedue le squadre, perché i
lupi devono uscire al più presto dalla zona
play-out ed i falchetti, al contrario,
consolidare il loro quarto posto, ultimo
disponibile per giocarsi la promozione ai
play-off. I silani devono fare capire ai propri
tifosi di essere una squadra che non ha
mollato ancora una volta e pronta a sudare
la maglia per strappare la salvezza sul
campo; i ragazzi della Terra di Lavoro
ricompensare i sacrifici del presidente
Lombardi e di una tifoseria appassionata che
li segue sempre. Importante anche per
l'enorme significato sociale scaturente dal
gemellaggio tra le due tifoserie. È difficile
trovare un rapporto così consolidato nel
mondo dal calcio, fatto di stima reciproca e
fonte di grande solidarietà.
Due società importanti del panorama
calcistico meridionale, il Cosenza con un
palmares più importante, frutto di 19
presenze nel campionato di serie B a fronte
delle 2 dei casertani, ma soprattutto tanta
serie C dove le due compagini si sono
affrontate ben 44 volte, poi 2 volte nel
campionato cadetto (stagione 1991-92), 8
volte in IV serie e 7 volte in serie D, compresa
una gara valida per i play-off e gli incontri,
nella stagione 2004-05, con i due Cosenza,
l'FC ed il 1914, con quattro vittorie a
tavolino. Lo score delle 61 gare complessive
vede in vantaggio il Cosenza con 25 vittorie
19 pareggi e 16 sconfitte, 70 reti fatte e 42
subite.
Al S. Vito sono 17 le vittorie, 9 i pareggi e
4 le sconfitte con 47 reti segnate e 13 subite.
L'ultima vittoria dei rossoblù silani, tra le
mura amiche, risale al campionato di serie
D 2007-08, il 17 febbraio 2008 con una
vittoria per 2 a 0 con reti di Cosa e Occhiuzzi.
L'ultima vittoria dei falchetti risale al
campionato di serie C1 del 1983-84, il 12
febbraio 1984, 0 a 1 il risultato finale con
rete di Mazzeo al 15°. Mentre nei play-off di
serie D del 2012-13, il 19 maggio 2013, la
partita terminò sul risultato di 1 a 1, poi persa
ai rigori (2-5). Particolare curioso, le ultime
vittorie delle due squadre sono arrivate nel
mese di febbraio, stesso mese in cui si
disputa l'attuale partita. Un solo precedente
nella serie B 1991-92, 0-1 con rete di
Solimeno al 37’, al Pinto di Caserta e 2-0, con
doppietta di Marulla al 33’ e al 72’,al ritorno
al San Vito. La Casertana, in questa stagione,
si presenta però al S. Vito forte dei suoi 41
punti a fronte dei soli 24 del Cosenza, una
differenza di ben 17 punti frutto di
investimenti copiosi sul mercato da parte
dell’ambizioso presidente Lombardi che
non ha mai nascosto di avere mire ambiziose.
Ha affidato prima a Gregucci e poi a
Campilongo una rosa non da primi posti, ma
da sicura outsider. Fumagalli, Murolo,
Antonazzo e Bianco garantiscono forza ed
esperienza in difesa, Carrus, Mancosu,
Cruciani e Rajcic sono quattro giocatori
che farebbero la fortuna di qualsiasi
centrocampo di Lega Pro, Mancino, Cissè,
Diakitè, Cunzi, Caccavallo e lo sfortunato
Agodirin in avanti rappresentano alternative
importanti per qualsiasi allenatore oltre a
tutti gli altri per una rosa di complessivi 27
elementi. Il Cosenza invece è costretto in
questa stagione a volare più basso. Solo 21
elementi e qualche giovane della Berretti ne
fanno uno degli organici più scarni del
girone, seppur con potenzialità di non poco
conto, purtroppo non sempre espresse.
Giocatori come Ravaglia, Ciancio, Tedeschi,
Sperotto., Caccetta, Fornito e Statella,
Calderini e De Angelis farebbero i titolari in
qualsiasi squadra di questo girone, tant’è che
molti di loro sono stati richiesti nell’ultimo
mercato di riparazione. Ma quest’anno gira
male e sarebbe opportuno, a cominciare
dalla partita odierna, darsi tutti una bella
regolata perché non è possibile più tollerare
prestazioni così altalenanti.
AMARCORD
3
Dall'archivio dei ricordi:
Agide LENZI, "bomber" del Cosenza nei
campionati dal 1959/60 al 1962/63
a cura di
Vincenzo Segreto
A
gide Lenzi, livornese di nascita,
arrivò al Cosenza nel 1959. Aveva
22 anni e proveniva dal Cral Cirio
Barra.
Rubavano l'occhio i suoi capelli color grano
maturo e la sua struttura fisica: un ammasso
di muscoli ben distribuiti su tutto il corpo,
particolarmente nelle gambe, che
apparivano quasi ipertrofiche. Questo gli
consentiva di calciare con potenza e di
imprimere al pallone una forza che i portieri
avversari soffrivano molto.
Poco tempo prima del suo arrivo a Cosenza,
si era conclusa l'epoca del trio svedese GreNo-Li (Gren, Nordahl, Liedholm) al Milan;
Nordahl era un centravanti potente, forte
negli allunghi, devastante in area di rigore.
Nell'immaginario collettivo dei tifosi
rossoblu, Lenzi rappresentava, per il
Cosenza, quello che Nordahl era stato per
il Milan: un terminale offensivo con la
dinamite nei piedi.
Ma, a dispetto di una struttura fisica
possente, sapeva muoversi velocemente
nello stretto; era abile anche di testa e forte
in progressione. Ricordo un suo gol al
Cagliari in una giornata grigia, piena di
pioggia, del febbraio 1963 (campionato di
serie B 1962/63), con il terreno del
“Morrone” ridotto ad una risaia: pochi minuti
dopo l'inizio del secondo tempo, partì
veloce da metà campo; più che correre,
sembrava volare sulle pozze d'acqua. Si
trascinò dietro un paio di avversari che
non riuscirono a fermarlo, scartò i difensori
che gli si pararono di fronte al limite dell'area
e, addomesticando il pallone come per
magia, con un tiro secco non diede scampo
al portiere Colombo. Peccato che all'epoca
non ci fossero i social-network e la
televisione desse scarso risalto alla serie B;
diversamente, quella gemma calcistica
sarebbe stata ammirata ovunque e,
probabilmente, portata ad esempio nelle
scuole calcio. Poi, Lenzi completò il suo
capolavoro, con un altro gol su calcio di
rigore, quasi in chiusura di gara.
In serie B, furono da scintille i duelli
ingaggiati con Melideo, ruvido difensore
dell'Alessandria, marcatore arcigno, tignoso,
un po' provocatore. Si appiccicava addosso
all'avversario fino quasi a soffocarlo, facendo
di tutto per innervosirlo, anche con qualche
epiteto colorito. Neppure Lenzi sfuggì al
"trattamento Melideo" nella gara al Morrone
del 17/03/1963, ventiseiesima giornata
del campionato di serie B. In quella partita
accesa e dai toni agonistici elevati, dalla
tribuna si vide chiaramente Lenzi, in una
pausa di gioco, fare segno con la mano al
difensore alessandrino di stare calmo; ché
la partita non era finita e qualcosa poteva
sempre accadere.
Ed infatti, da lì a poco, al minuto 68, ancora
sullo 0-0, da azione di calcio d'angolo ed in
un'area alessandrina affollata come un
giorno di mercato, una testa bionda andò più
in alto di tutti, colpì il pallone con forza e
precisione e lo mise alle spalle del portiere
ospite Notarnicola. Esultando, con l'indice
puntato verso Melideo, Lenzì urlò qualcosa
come a dire: “Hai visto che non era finita?”
Dopo Gigi Marulla, Lenzi è stato il miglior
marcatore di sempre del Cosenza in
campionati professionistici. Nei suoi quattro
anni di milizia in rossoblu, mise a segno ben
59 reti, vincendo il titolo di capocannoniere
per due anni consecutivi nel girone
meridionale dell'allora sere C (campionati
1959/60 e 1960/61), con 39 gol
complessivi; gli altri 20 li realizzò nei due
anni di serie B (9 nella stagione 1961/62 ed
11 in quella 1962/63). Poi, nella stagione
1963/64 fu ceduto al Pisa ed il Cosenza
retrocesse nella serie inferiore. Forse era
scritto che finisse così.
4
CLASSIFICHE
24°
GARE DI OGGI
SaBato 7 FeBBraio 2015
- cAsertAnA
14:30 cOsenzA
- cAtAnzArO
16:00 mAterA
- pAgAnese
15:00 messInA
Punti
g
v
n
P
gF
gS
+/-
Benevento
50
23
14
8
1
38
20
18
Salernitana
48
23
14
6
3
31
17
14
SQuaDra
Juve StaBia
43
23
12
7
4
33
24
9
CaSertana
41
23
12
5
6
32
18
14
leCCe
39
23
11
6
6
32
23
9
Foggia *1
38
23
10
9
4
34
21
13
Matera
38
23
10
8
5
33
20
13
Catanzaro
33
23
9
6
8
26
23
3
Barletta
31
23
8
7
8
21
18
3
PaganeSe
28
23
7
7
9
20
26
-6
vigor laMezia
27
23
6
9
8
27
31
-4
luPa roMa
27
23
6
9
8
26
35
-9
Martina
26
23
7
5
11
26
28
-2
MelFi *2
25
23
5
12
6
22
25
-3
CoSenza
24
23
5
9
9
24
29
-5
aCr MeSSina
24
23
5
9
9
25
33
-8
Savoia
20
23
4
8
11
20
32
-12
iSChia
19
23
4
7
12
18
31
-13
reggina
18
23
4
6
13
15
33
-18
averSa
12
23
1
9
13
17
33
-16
DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015
12:30
11:00
16:00
14:30
14:30
18:00
AversA
bArlettA
juve stAbIA lecce
sAlernItAnA v. lAmezIA -
fOggIA
reggInA
mArtInA
sAvOIA
IschIA
melfI
DOMENICA 8 FEBBRAIO 2015
20:45 beneventO -
Calil (Salernitana)
11 Moscardelli (Lecce)
8 Marotta (Benvento)
Iemmello (Foggia)
Ciotola (Ischia)
Di Carmine (J. Stab.)
Montalto (Martina)
Caturano (Melfi)
Corona (Messina)
Del Sante (V. Lam.)
lupA rOmA
PROSSIMO TURNO
14/02 15:00 IschIA
14/02 15:00 sAvOIA
14/02 16:00 mArtInA
14/02 16:00 fOggIA
15/02 14:00 cAtAnzArO 15/02 12:30 reggInA
15/02 14:30 lupA rOmA 15/02 16:00 cAsertAnA 15/02 17:00 melfI
-
13/02 20:45 pAgAnese
MARCATORI
12 Eusepi (Benevento)
25°
lecce
AversA
bArlettA
beneventO
v. lAmezIA
cOsenzA
juve stAbIA
mAterA
messInA
sAlernItAnA
U. Eusepi (Benevento)
* punti di penalizzazione
Presidente Onorario
nino rao
Direttore Responsabile
gianfranco Morelli
SETTIMANALE SPORTIVO DI INFORMAZIONE Aut. Trib. di Cosenza n. 654 del 28/09/2000
Hanno Collaborato a questo numero:
Marco Segreto, Davide FranCeSChiello, vincenzo D’atri,
vincenzo Segreto, Mimmo MuSaCChio, enzo Battaglia, Serena a. gaBriele,
Impaginazione: essedi graphic - www.sdgraphic.it
Stampa: tipografia agM - Castrovillari (CS)
Foto: tony Mancina
Serie D - girone I
CLASSIFICHE
Classifica
SQuaDra
torreCuSo
aKragaS
renDe
agroPoli
neaPoliS
MarCianiSe
n. FratteSe
Due torri
roCCella
hinterreggio
leonForteSe
BattiPaglieSe
tiger
Sorrento
nuova gioieSe
noto (-1)
C. Montalto
orlanDina (-2)
Gare di domenica
Punti
g
v
n
S
42
41
38
37
35
33
31
29
28
27
27
23
21
21
19
19
13
6
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
20
13
11
11
11
10
9
9
8
8
7
7
6
5
6
3
5
3
1
3
8
5
4
5
6
4
5
4
6
6
5
6
3
10
5
4
5
4
1
4
5
5
5
7
7
8
7
7
9
9
11
7
10
13
14
21° Prossimo turno
Domenica 8 febbraio 2015 ore 14:30
rende
neApOlIs
hInterreggIO
rOccellA
n. gIOIese
sOrrentO
OrlAndInA
n. frAttese
tIger
tOrrecusO
leOnfOrtese
nOtO
AgrOpOlI
due tOrrI
c. mOntAltO
AkrAgAs
mArcIAnIse
bAttIpAglIese
Marcatori
16 reti
12 reti
Galizia (Torrecuso)
Longo (N. Frattese)
Meloni (Akragas)
11 reti
Improta G. (Neapolis)
10 reti
Tarallo (Agropoli)
9 reti
Caputa (Leonfortese)
Perna (Torrecuso)
Iadaresta (Marcianise)
22°
Domenica 15 febbraio 2015 ore 14:30
n. frAttese
rende
OrlAndInA
hInterreggIO
tOrrecusO
mArcIAnIsew
bAttIpAglIese
c. mOntAltO
sOrrentO
leOnfOrtese
nOtO
tIger
due tOrrI
AkrAgAs
rOccellA
n. gIOIese
neApOlIs
AgrOpOlI
Salvatore Galizia (Torrecuso)
5
6
IL COMMENTO
China pericolosa per il Cosenza
Zona Playout
a cura di
Mimmo Musacchio
I
l verdetto dei risultati dopo la 23^
giornata di campionato non è stato
certamente favorevole al Cosenza.
L’inopinata sconfitta ad Aprilia contro
la Lupa Roma, diretta concorrente nelle
zone basse della classifica, ha innescato
un pericoloso campanello d’allarme, alla
luce anche dei risultati delle altre
squadre pericolanti. Ci saremmo aspettati
un risultato diverso, un impegno diverso.
Piangere sulle topiche arbitrali è ormai
un luogo comune di chi ha perso, semmai
bisognerebbe
analizzare
altre
componenti certamente più importanti.
Personalmente non sono un denigratore
del tecnico il quale ha ereditato un
parco giocatori scelto da altri ed ha
cercato in qualche modo di sopperire a
lacune strutturali, rispolverando giocatori
posti nel dimenticatoio dall’ex di
Tortoreto. Quanti danni! Perciò non
fasciamoci la testa, nessuno ha la
bacchetta magica, questi sono i giocatori,
bisogna solamente amalgamarli ed
utilizzarli nel proprio ruolo secondo le
loro caratteristiche tecniche. Io non
propendo per nessuno, avevo
polemicamente condannato la sciagurata
conduzione dell’ex Cappellacci, non mi
sento invece di mettere alla gogna un
tecnico serio, preparato quale Roselli. Ho
visto sul web, su alcuni forum specifici
attacchi anche virulenti contro l’attuale
allenatore rossoblù. Non li condivido.
D’altronde il Presidente Guarascio, al
quale tutti i tifosi hanno un debito di
riconoscenza per quello che ha potuto
fare e per l’abnegazione che ha verso il
Cosenza, -di allestire una compagine
con i pochi mezzi economici a
disposizione-, per potersi salvare
agevolmente. Ma il Presidente non è un
tecnico, si è per forza dovuto adeguare
alle scelte che hanno i suoi più stretti
collaboratori. Del resto Guarascio ha
sempre dichiarato: “Sono solo, ma non
farò morire il calcio a Cosenza. I tifosi e
la città meritano traguardi più ambiti”.
Perciò nel calcio mercato appena
conclusosi, nessun botto, nessun
calciatore eclatante, bensì tutto
nell’ottica dell’economia, del resto il
badget è quello che è. Ci sono state
partenze importanti, però un sacrificio
l’avrei fatto: Biccio Arcidiacono! L’urlo
dopo la rete al Catanzaro è un segnale da
“libro Cuore”. Il Cosenza del futuro dovrà
partire da lui. Dunque un mercato in
sordina, però ora serve ricompattare la
squadra, l’ambiente, la tifoseria,
l’obiettivo iniziale era quello della
salvezza, resta oggi soltanto questo. Chi
vuol bene al Cosenza non deve
fomentare polemiche pretestuose, né
alimentare sospetti, sfiducia, maldicenze,
congetture, bisogna stare uniti sapendo
che sarà un anno difficile, di sacrificio, di
transizione. Ho sentito, ho letto le critiche
verso Roselli per non aver utilizzato
alcuni giocatori chiave. In particolare De
Angelis e Fornito. Soltanto su questo
resto d’accordo. Sono giocatori
importanti e meritano ben altre
attenzioni. Sicuramente Roselli avrà
sentito i rumors e certamente converrà
che qualche cambio tattico sarà
necessario.
A proposito, è doveroso da parte mia
porgere le scuse al ds Meluso, reo di aver
ingaggiato il calciatore Carrieri e di
avergli stipulato un contratto biennale.
Le colpe non sono sue bensì da
addebitarsi a chi lo aveva preceduto. Ora
non resta che concentrarsi sulla difficile
gara con la Casertana. Una partita
casalinga importantissima per la
classifica. I campani per le zone di
classifica che contano, il Cosenza per la
salvezza. Del resto in tante gare con
squadre blasonate abbiamo dimostrato
di non meritare una posizione così
precaria in classifica. Ho fiducia nelle
scelte tecniche di Roselli, alla luce dei
ricambi necessari richiesti a gran voce da
buona parte della tifoseria e dagli addetti
ai lavori ma, soprattutto, nella
professionalità dei giocatori.
Perciò tutti al San Vito a sostenere la
nostra squadra del cuore. Sempre un solo
grido: “Forza Lupi!”.
AMARCORD
Erano gli anni 60!
Una passione protratta nel tempo
a cura di
Enzo Battaglia
p
er ogni “tifoso”, potrebbe essere
abbastanza curioso tentare di recuperare iniziali frammenti di una
passione che, nel caso personale,
dura ormai da oltre mezzo … secolo!! Così
datati, alcuni flashback di quei “fasti”, appaiono idonei a poter stimolare memorie
di tifosi coetanei! L’intreccio di varie storie,
personaggi e curiosi frangenti, sembrano
tradotti da migliaia di volti, da immagini e
da significati tali da poter redigere nutriti
volumi di esperienze e di aneddoti! L’intento naturalmente, non dovrebbe essere
quello di annoiare ma di destare un timido interesse (soprattutto per i tifosi silani più imberbi) e, magari, qualche nostalgico e passionale strascico, appunto,
per i più … maturi! E’ il caso, allora, di riportare “a galla” alcuni personaggi o curiose situazioni di un tempo “pedatorio”
ormai trascorso. Al quesito di quale possa
essere stato il personale nutrimento calcistico agli albori di un tale percorso da tifoso (e da sportivo), le virtuali immagini, si
legano, velocemente, ad un distacco dalla
“serie cadetta” (era l’inizio degli anni 60)
che aveva lasciato tanta amarezza nel
cuore dei tifosi! Allora bambino, rimanevo
a cullare le speranze di un immediato ritorno in palcoscenici calcistici capace di
“contare”! In realtà, si trattava di sogni che
finirono per scortare un’infanzia, una
prima ed una tarda adolescenza sino a
raggiungere l’età di giovane uomo (occorsero, infatti, oltre 25 anni) per divenire realtà! Durante quel tempo, tuttavia, parlare
di Tom Rosati, di Oscar Montez, di Renato
Campanini, di Vanni Peressin, di Sergio Codognato o di Mauro Pantani (anche se per
quest’ultimo grandissimo calciatore, la me-
7
moria si accosta a periodi ancora più bui,
addirittura, del non professionismo) rappresentava (e lo è tuttora) un immenso
piacere ed un nutrimento di calcio (e, per
le peculiarità umane di alcuni di essi, non
solo!) di grandissimo spessore. Proseguendo, fu possibile poter incontrare tanti
altri “esempi”, sino ad arrivare a mostri sacri come Di Marzio e Bruno Giorgi! Si tratta
di autentiche “icone” che hanno aiutato a
donare qualità ad una passione già consolidata da “cuori” trepidanti di gioia e di
nuove attese! Calcio e stile, football e
prerogative, sport e modelli, tutto sembrava confluire in quell’essere immensi
protagonisti e veri interpreti della materia!
Corti, Vita, Gioannetto…! Così, in quei tempi
(e di domenica!) iniziava ad annunciare lo
speaker di un San Vito appena affidato ai
pulsanti battiti dei tifosi rossoblù! E da allora, altri infiniti fremiti hanno inteso accompagnare sequenze di gioia, di trepidazione ma anche di sofferenza e di
mortificazioni! Proprio come quelle due
lunghe squalifiche del terreno di gioco
(Internapoli e Paganese) che hanno arrecato dispiacere, tante difficoltà e segnato
“sconvenientemente” le pagine di una società calcistica che ambiva soltanto alla
gloria ed a dignitose affermazioni! Oggi, in
verità, il gioco del calcio appare abbastanza trasformato. Tra accresciuti interessi, manie di cambiamenti e spezzatini
vari, continua ad essere fatalmente minato nella propria essenza. Il tifo, no! Non
più esserlo perché impegna la forza e l’autenticità del cuore!!
E, quando si tratta di sentimenti veri, è davvero impossibile poter pensare a manipolazioni ed … inganni! Una riflessione, rivolta soprattutto ai giovani tifosi che,
inconsciamente, mentre sale la passionale
febbre di un attaccamento verso quei precisi colori, forse non badano al fatto che
inevitabilmente provano a colmare le pagine di un “diario”di inestimabile valore!
Intensità, slancio e lealtà dovranno sempre
raffigurare quegli aspetti per poter rivivere, un domani, bellissimi ricordi e tante
straordinarie emozioni.
8
IN PRIMO PIANO
segue da pag. 1
a cura di
Marco Segreto
Il campionato è entrato nel vivo (Reggina
docet!) e gli alibi servono a poco. Si dirà che
ad Aprilia l’arbitro Capillupo di Lecce (da
fermare per un periodo di riposo, signori
dell’AIA!) non ha concesso un calcio di rigore
nettissimo su Magli. Si dirà che il gol di
Ciancio era regolare. Ma se ti fai infilare da una
squadra come la Lupa Roma -con tutto il
rispetto, per carità- che potrebbe navigare
tranquillamente in serie D, significa che
qualcosa non ha funzionato. E le sconfitte in
trasferta aumentano col passare delle
settimane. Fin qua 7 delle quali 4 sotto la
gestione Roselli: Lecce, Benevento, Foggia e
Lupa Roma. I conti non tornano e la classifica
piange. Se a tutto ciò si aggiunge che il
Cosenza è atteso da un ciclo terribile di partite,
Casertana, Catanzaro e Reggina, il quadro è
completo. Spetterà a Roselli rimettere in
pista dal punto di vista mentale un gruppo
che ultimamente è apparso scarico. Qualcuno,
forse, si era illuso di avere già in tasca la
salvezza. Non e così! Il mercato invernale per
il Cosenza non ha detto granché. Inseguito
Arcidiacono per più di un mese, alla fine si è
focalizzata l’attenzione su Statella proveniente
dalla Pro Vercelli. Un esterno d’attacco che
Roselli conosce bene per averlo avuto alle
dipendenze due anni fa a Pavia, ma che in
Piemonte in un anno e mezzo ha giocato 20
partite. L’altro atleta arrivato in città è Serpieri,
giovane promettente della Primavera della
Lazio, reduce da un lungo infortunio. Un
difensore di prospettiva, ma la rosa è
comunque striminzita. 21 calciatori in tutto
dopo le partenze di Alessandro, Mosciaro,
Bertolucci e Sassano.
Molti i diffidati: Arrigoni, Calderini, Corsi,
Sperotto, Tortolano e Zanini. Occhio ai
cartellini gialli. Ospite del S. Vito la Casertana
di Sasà Campilongo, un allenatore scafato, un
“lusso” per la categoria. Ultimamente i
“Falchetti” stanno andando a corrente alterna.
Pari con Reggina e Aversa Normanna, sconfitta
con la Juve Stabia, vittoria interna nel derby
con la Paganese. Campani comunque in
piena zona playoff, decisi a dare continuità al
risultato dell’ultimo turno. Rientreranno
elementi importanti (domenica scorsa 5 gli
squalificati), col Cosenza che dovrà fare
attenzione alle giocate di Mancino, Murolo e
Caccavallo, un ex. Roselli dovrà sciogliere
alcuni dubbi. Magli, ad esempio, che si è
allenato poco in settimana per noie al
ginocchio, e Sperotto che lamenta una
lesione muscolare all’addome. Ma è davanti
che il tecnico dovrà incidere con le scelte
giuste. De Angelis scalpita, mentre a
centrocampo Fornito potrebbe rappresentare
la fantasia che nell’ultimo periodo nel
Cosenza è mancata. Poi ci sarà da gestire il
“caso” Calderini, se di caso si può parlare,
tenendo sempre presente gli “equilibri” in
campo tanto cari a Roselli. Arbitrerà Baroni di
Firenze, sperando che sia in giornata di vena.
Determinazione, grinta ed impegno
potrebbero far (ri)tornare il Cosenza alla
vittoria che manca al S. Vito dal giorno
dell’Epifania (2-0 col Melfi). Un mese esatto.
ATTUALITà
Sport e disabilità
Una frontiera da abbattere
a cura di
Serena A. Gabriele
O
rmai da diversi anni, nel nostro
paese e non solo, si è diffusa la
pratica sportiva per atleti
diversamente abili, ognuno dei quali
recante una tipologia e un grado diversi di
disabilità. Percorriamo insieme le principali
tappe storiche che hanno trasformato le
attività ludico-motorie per disabili in vere e
proprie discipline sportive, raggiungendo
livelli di eccellenza al pari delle pratiche per
normodotati. La comparsa di attività finalizzate
alla pratica sportiva per i diversamente abili è
un fatto abbastanza recente nella storia dello
sport, e gli affetti da paralisi spinale traumatica
furono tra i primi a prendervi parte in modo
sistematico, nel 1944, nell’ospedale inglese di
Stoke Mandeville, grazie all’intervento del
neurochirurgo Ludwig Guttmann. Tra i
partecipanti alle attività sportive, vi figuravano
giovani di entrambi i sessi recanti lesioni
belliche. Merito del noto dottore, fu di aver
scoperto una relazione di causa-effetto tra
l’attività sportiva e la motivazione psicologica
del malato: grazie alla pratica motoria e alla
partecipazione attiva, i portatori di handicap
superavano con relativo successo il trauma
psichico causato dal loro stato di salute e
vivevano meglio la loro condizione
permanente. Ricreando delle discipline
calibrate al tipo di handicap posseduto, si
allestisce un ambiente salutare e favorevole
affinché il soggetto diminuisca gradualmente
la depressione psichica. Il 28 luglio 1948 si
tennero i primi Giochi di Stoke Mandeville per
atleti disabili, e nel 1960 tali giochi si tennero
alle Olimpiadi di Roma. Nacque allora la
Federazione Internazionale dei Giochi di Stoke
Mandeville (ISMGF), comprendente vari tipi di
sport; prima, solo per atleti affetti da handicap
del midollo spinale e, dopo, per tutti coloro i
quali presentavano tipi diversi di disabilità. Fu
così fondata l'ISOD nel 1964, e nel 1980
nacquero l'IBSA ed il CP-ISRA. Nel 1982 venne
fondato il Comitato Internazionale di
Coordinamento (ICC) delle organizzazioni
sportive mondiali per disabili.
Grazie alla nascita di tali federazioni, i
diversamente abili cominciarono a partecipare
regolarmente e attivamente alle Olimpiadi. Dal
’76 in poi, con l’introduzione graduale di
nuove discipline, si istituirono i Giochi Olimpici
Invernali per disabili. Oggigiorno, le principali
pratiche sportive svolte dai diversamente
abili sono le seguenti: automobilismo, atletica
leggera, bocce, bowling, calcio, canoa, ciclismo,
curling, equitazione, judo, lotta, nuoto,
pallacanestro, pallanuoto, pallavolo, pattinaggio,
scherma, sci alpino, sci nautico, slittino,
sollevamento pesi, tennis da tavolo, tiro a
segno, tiro con l'arco e hockey sul ghiaccio. In
Italia tali attività sono gestite dalla Federazione
Italiana Sport Handicappati, che si occupa di
disabilità psichiche e motorie, fondata nel
1980, dalla Federazione Italiana Ciechi Sportivi,
fondata nel 1980, e dalla Federazione Italiana
Sport silenziosi , per atleti non udenti, fondata
nel 1929. Dal 1990, tali Federazioni sono
rappresentate da un organismo unitario
denominato Federazione Italiana Sport Disabili.
Di notevole rilevanza fu il fatto che, nel corso
del tempo, le varie Federazioni allargarono le
attività sportive riservando un posto anche alle
donne portatrici di handicap di vario tipo.
Recentemente, si sono messi in evidenza i
problemi e le difficoltà tecniche provenienti
dall’integrazione di attività da svolgersi
contemporaneamente sia per atleti sani, e sia
per i portatori di handicap. A tale problema, ha
cercato di porvi rimedio la FISARCO,
organizzando attività integrate, in modo tale da
eliminare o quantomeno lenire la distanza
psicologica tra normodotato e diversamente
abile, e per promuovere con manifestazioni
annuali lo sport per handicappati.
Tra gli atleti diversamente abili di fama
internazionale, ricordiamo l’ungherese Oliver
Halassy nello sport della pallanuoto,
l’americano Jeff Float, nel nuoto stile libero,
l’italiana Paola Fanato, per quanto riguarda il
tiro con l’arco femminile, e la sudafricana
Natalie Du Toit, nel nuoto di fondo.