Prof. Geol. Massimo Coli LEGGERE LE PIETRE LA NOSTRA E’ UNA CIVILTA’ DELLA PIETRA LA PIETRA QUALE RISORSA PRIMARIA NEL NOSTRO MONDO CIVILTA’ DELLA PIETRA LA NOSTRA E’ UNA CIVILTA’ DELLA PIETRA DIETRO AD OGNI LITOCOSTRUITO C’ E’ UNA CAVA LA CAVA E’ UN LUOGO CULTURALE CONOSCENZA DEL TERRITORIO CONOSCENZA DEI MATERIALI CONOSCENZA DELLE TECNICHE DI LAVORAZIONE CONOSCENZA DELLE TECNICHE DI TRASPORTO CONOSCENZA DELLE TECNICHE DI MESSA IN OPERA CIVILTA’ DELLA PIETRA L’ATTIVITA’ ESTRATTIVA STORICA LOCALE E’ UN CARATTERE DISTINTIVO E CARATTERIZZANTE DI UN TERRITORIO, DI UNA CULTURA DI UNA CIVILTA’ LA PRESENTE TENDENZA AD UNA GENERALE GLOBALIZZAZIONE TENDE AD OBLIARE QUESTE RADICI CULTURALI, STORICHE ED ECONOMICHE DI UN TERRITORIO VALENZA DEL RECUPERO SCIENTIFICO E TECNICO DELLA CONOSCENZA DELLE PROPRIE RADICI CIVILTA’ DELLA PIETRA CONOSCENZA DEL TERRITORIO CARATTERIZZAZIONE DEI MATERIALI LAPIDEI RECUPERO DELLE MODALITA’ D’OPERA CONOSCENZA DEI MANUFATTI DIAGNOSTICA DEL LORO STATO D’ESSERE PROGETTAZIONE DEL RECUPERO/CONSERVAZIONE RIUSO/VALORIZZAZIONE CAVE STORICHE ORIGINE DELL’ATTIVITÀ ESTRATTIVA La materia prima litica entra nella storia dell’Uomo sin dalle origini, nella fase di passaggio dalla natura alla cultura Le prime esperienze di astrazione e di progettualità, tipiche del genere Homo e che lo differenziano dal mondo animale, riguardano la manipolazione della pietra, come materia da elaborare per le strutture monumentali e per i manufatti destinati alle attività quotidiane attraverso tecnologie che vedono uno specifico sviluppo e affinamento durante la preistoria (da 2 Ma sino all’età del Ferro) e nelle varie epoche storiche Il reperimento di risorse lapidee nel territorio, con la sua valenza culturale, storica ed ambientale, va intesa in un’ampia accezione che include varie fonti di approvvigionamento Durante la preistoria, infatti, l’Uomo ha dapprima raccolto materiali in alveo e in affioramento, come in una sorta di cava atipica, per un loro uso diretto, e solo successivamente ha aperto cave a cielo aperto e miniere LA PIETRA QUALE MATERIALE In epoca protostorica vi fu il passaggio all’estrazione razionale della pietra, ora intesa come materia prima da elaborare per un uso successivo, e quindi alla sua coltivazione ed all’apertura di cave Questo processo comportò la creazione di un ciclo lavorativo completo: scelta della pietra giusta, sua coltivazione, estrazione, sbozzatura, trasporto, messa in opera, rifinitura Quindi tutta una serie di azioni coordinate, finalizzate, operate con mezzi e tecniche adeguate al raggiungimento del fine: - I Menhir di Carnac in Bretagna, provenienti da decine di chilometri di distanza - Stonehenge (2.200-1.600 a.C.) con i suoi Triliti costituiti da blocchi arenaria azzurra pesanti circa 26t l’uno e cavati a 240km di distanza! - l’Egitto (III Millennio a.C.) con le Grandi Piramidi costruite con blocchi di granito di diverse tonnellate cavati ad Assuan e trasportati prima per nave e poi per terra per oltre 2.000km - Le misteriose piramidi Azteche, Maya e Birmane - Le perfette costruzioni in pietra degli Incas a Machu Picchu ad oltre 2.400m di altitudine LA PIETRA QUALE MATERIA PRIMA Fu con gli Egizi e con le civiltà Cicladiche, Minoiche ed Anatoliche e soprattutto Greca e Romana che la pietra cominciò ad essere usata anche per il suo valore estetico, divenendo la materia prima per i monumenti celebrativi e religiosi e nelle costruzioni civili L’uso della pietra come materiale da costruzione, sia povero per costruzioni misere e di uso comune, sia pregiato per templi, sepolcri ed edifici di pregio è pertanto legato alla storia stessa dell’uomo: Le cave come luogo di estrazione della materia prima, poi elevata alla dignità di monumento, sono intimamente legate alla storia dell’uomo ed alla sua azione sulla natura Le risorse lapidee rappresentano anche un elemento culturale in quanto impiegate come materia prima per realizzare i capolavori della scultura e dell’architettura che fanno ormai parte del patrimonio culturale dell’umanità, che costituisce uno strumento formidabile di trasmissione di testimonianze, e quindi di collegamento culturale fra le generazioni passate e quelle future Pertanto, la conoscenza culturale delle risorse lapide, del loro uso, delle loro tecniche di coltivazione, delle loro caratteristiche intrinseche, dall’epoca romana ad oggi, può fornire un ampio panorama del significato storico e culturale di questi materiali, sottolineando l’importanza di un’attività economica assai rilevante nella storia e nelle tradizioni dei popoli Vi sono pietre il cui pregio non dipende dall’attuale domanda di mercato: si tratta delle “pietre storiche”, e cioè delle pietre, spesso non più in coltivazione, che si trovano in opera nei monumenti, nelle opere d’arte, nei siti archeologici e come manufatti di uso comune, e che fanno parte del patrimonio culturale e in particolare di quello storicoartistico-architettonico-archeologico di una società In questi casi il pregio della risorsa lapidea risiede non solo nel significato che essa assume ai fini della salvaguardia e della conservazione, attraverso il restauro, di tale patrimonio, ma, più in generale, nel fatto che le pietre costituiscono un retaggio culturale di un’attività talora assai rilevante nella storia e nelle tradizioni locali e culturali di una civiltà, ormai troppo spesso perso MODI D’USO DEI MATERIALI LAPIDEI USO STRUTTURALE Il materiale lapideo viene usato con funzione di componente strutturale, quale colonne, trabeazioni, muri a conci, anche non facciavista USO FUNZIONALE Il materiale lapideo viene usato in maniera funzionale, quale pietrame nei muri, soglie, cornici, lastrici, piani, pavimentazioni, a volte anche con funzione “estetica” USO INDUSTRIALE Il materiale lapideo viene usato per scopi industriali ed entra a fare parte di un processo lavorativo finalizzato a realizzare un prodotto di vario genere, quali mattoni, CLS, cemento, vetro, filler, slurry, etc… USO ORNAMENTALE Il materiale lapideo viene usato con funzione primaria prettamente ornamentale, quale balaustre, facciavista, pannellature, rivestimenti, tombe, lapidi, etc… L’USO DEI MATERIALI LAPIDEI I MATERIALI LAPIDEI IN BASE ALLE MODALITA’ D’USO HANNO AVUTO NEL TEMPO TRATTAMENTI DIVERSIFICATI: USI FUNZIONALI: sfruttamento ed uso dai materiali locali più prossimi fino all’attuale globalizzazione totale USI ORNAMENTALI: ricerca di materiali rari, preziosi, di remota provenienza per esaltare la potenza mediatica e la funzione pubblica/religiosa dell’opera e/o la grandezza del committente; uso in modo povero, copiativo ed “estetico” con gli stessi obiettivi di esaltazione, fino alla “pietra dipinta” USI INDUSTRIALI: ricerca ed uso dei materiali locali, commercializzazione dei prodotti “industriali” di resulta in un mercato segmentato e protetto; commercializzazione del prodotto grezzo in un mercato unificato ed aperto USI STRUTTURALI: ricerca ed uso appropriato dei materiali migliori per gli usi strutturali, a volte anche con valenza ornamentale e funzionale LE EPOCHE D’USO LA CONOSCENZA E LE CAPACITA’ D’USO DEI MATERIALI LAPIDEI HANNO AVUTO VARI MOMENTI NEI SECOLI: EPOCA CLASSICA: ottima conoscenza dei materiali, uso e sfruttamento dai materiali locali più prossimi fino a materiali remoti di forte impatto mediatico EPOCA BARBARICA: perdita di conoscenza, riuso di materiali da demolizioni di edifici di epoca classica EPOCA MEDIOEVALE E GOTICA: recupero della conoscenza dei materiali e del loro corretto uso e sfruttamento, dopo la peste nera del Boccaccio (1300) perdita di gran parte delle conoscenze, specie a livello costruttivo EPOCA RINASCIMENTALE E BAROCCA: perdita di gran parte delle conoscenze, uso di materiali alla rinfusa, privilegio della funzione estetica globale di edifici intonacati o rivestiti EPOCA NEOCLASSICA: tendenza all’uso prevalente di murature piene di sostegno e di imponenti apparati lapidei di rivestimento EPOCA ATTUALE: uniformazione globale all’insegna dell’uso del CLS e di prodotti lapidei di larga disponibilità a facile commercializzazione CAVA E UTENZA IL RAPPORTO TRA LA RISORSA LAPIDEA, LA SUA ESTRAZIONE ED IL SUO USO HANNO AVUTO VARI ASPETTI NEI TEMPI: RADUNA E USA: si radunava il materiale lapideo presente sul terreno e con questo si erigevano ripari, costruzioni, fortezze, … Nuraghi, Giordania, … SCAVA E USA: si scavavano i materiali lapidei “morbidi” per ricavarne ripari e rifugi, con un sottouso degli sfridi di scavo abitazioni trogloditiche, Petra, Sassi di Matera, … TAGLIA E USA: si usava il materiale disponibile in loco, anche con uso diretto sul luogo del taglio mura etrusche e teatro romano di Fiesole, cave di Pietraforte a Boboli e Palazzo Pitti, … TAGLIA E TRASPORTA: il materiale lapideo del territorio contermine veniva tagliato e trasportato “in comodo” per la sua messa in opera cave di Pietra Serena sui colli di Fiesole e suo uso in Firenze, cave di Pietraforte sui colli a sud di Firenze e suo uso in Firenze, … CAVA E UTENZA TAGLIA E SPEDISCI: il materiale lapideo di particolare pregio veniva tagliato, trasportato/spedito a distanza dove acquisiva valenza estetica o mediatica o funzionale Arenarie di Stonehenge, Verde Prato, Marmo di Carrara, basolati romani TAGLIA E COMMERCIA: il materiale lapideo viene cavato e commercializzato al miglior offerente anche con lunghi trasporti graniti africani come piani di bar, … … ma anche: SPOLIA E RIUSA: in mancanza di una organizzazione sociale, o in presenza di situazioni di povertà e di degrado, e di abbondanza di ruderi/resti precedenti si “cava” e si usa materiale lapideo già in opera in epoche precedenti per le nuove costruzioni Colosseo, Circo Massimo, Bosra, … SVILUPPO STORICO Nella preistoria prevaleva il concetto del raccatta ed usa, poi passato a raccatta, sbozza ed usa Quindi si passa al concetto dell’estrarre i blocchi già naturalmente separati in loco per usarli direttamente o con poca sbozzatura La coltivazione intesa come estrarre blocchi dal masso e poi dimensionarli, trasportarli ed usarli appare per prima nell’antico Egitto e poi da lì si diffonde nelle civiltà Cicladica, Minoica, Micenea, Ittita e Greca Incrementi tecnici vengo apportati da Ittiti e Greci e poi si trasferiscono alle altre civiltà, anche con migrazione/ingaggio di manodopera specializzata Fino a Roma Imperiale (I secolo d.C.) i materiali venivano cavati a necessità per specifici progetti, con Roma Imperiale si cavano a priori blocchi di misure standard e si stoccano per una futura vendita sul mercato globale; per monumenti specifici rimane la coltivazione a domanda Indipendentemente dai materiali le tecniche “classiche” di taglio definite dal mondo Egizio, Greco e Romano sono sempre state le stesse, salvo poche variazioni, giù fino al Medioevo e ai tempi recenti SVILUPPO STORICO Paleolitico inferiore (1000÷100 ka a.C.): Homo erectus, primi strumenti di pietra scheggiata raccolta dal terreno Paleolitico medio (100÷35 ka a.C.): Homo sapiens di Neanderthal, strumenti specializzati in pietra scheggiata Sviluppo di cave atipiche per la raccolta/ricerca di selci Paleolitico superiore (35÷10 ka a.C.): Homo sapiens sapiens, tecniche di scheggiatura della pietra, oggetti in pietra incisi SVILUPPO STORICO Mesolitico (9÷7 ka a.C.): Uso di strumenti in pietra di piccole dimensioni Neolitico inferiore (7÷5 ka a.C.): Passaggio da economia nomade di caccia ad economia stanziale di allevamento ed agricoltura con sviluppo di insediamenti stabili; scheggiatura e levigatura della pietra, ceramica SVILUPPO STORICO CIVILTA’ CICLADICA Neolitico medio e tardo (5÷4,5 ka a.C.) Uso di blocchi già lavorati dal mare, i manufatti sono di piccole dimensioni Vengono usati utensili in pietra Diaspro, Dolerite e Ossidiana per incidere; sabbia e pomice per lucidare Queste tecniche si ritrovano anche in Egitto e Mesopotamia 3,0 ka a.C.: Introduzione utensili in rame 2,7÷2,1 ka a.C.: Introduzione utensili in bronzo e del Palanchino per smassare i blocchi da affioramento secondo le fratture naturali SVILUPPO STORICO ANTICO EGITTO Periodo Arcaico (3.100÷2.686 a.C.) Prime cave vere: granito (Assuan) e calcare Uso di utensili di pietra (Dolerite, Diaspro, Ossidiana) e fuoco con acqua (shock termico) IV Dinastia (2.613÷2.494 a.C.) Trasporto dei blocchi di granito lungo il Nilo da Assuan a Giza per costruire le Piramidi Appare la tecnica dello scavo di trincee laterali (cesure) Viene introdotto dal mondo Minoico l’uso di subbie di rame indurite a martellate (tracce corte e irregolari) e cunei di legno poi bagnati SVILUPPO STORICO ANTICO EGITTO Regno di Amenemhet III (ca.1.810 a.C.) Meri, capospedizione allo Wadi Hammamat, introduce le vie di Lizza per il trasporto al piano dei blocchi Nuovo Regno (1.500 a.C. ) Subbie di bronzo (tracce lunghe a spina pesce) XIX Dinastia (XIII secolo a.C.) Subbie di bronzo più lunghe e forti, tracce oblique ben organizzate e con riseghe VII÷VI secolo a.C. Introduzione degli strumenti in ferro nell’attività di cava (ferro già usato per armi ed altri usi sin dal II millennio a.C.) Periodo Tolemaico e Romano Introduzione della Brocca in ferro dal mondo greco SVILUPPO STORICO CIVILTA’ MINOICA XIX secolo a.C. – Isola di Creta Si lavorano solo rocce tenere: calcareniti eoliche costiere ed arenarie Uso della cesura (tecnica importata dall’Egitto) ed utensili in rame e bronzo Introduzione della Brocca in bronzo a manico lungo a punta e taglio Cave prossime al mare per facilitare il trasporto dei blocchi per nave Prime cave organizzate il modo sistematico Prime cave in sotterraneo ? SVILUPPO STORICO CIVILTA’ MICENEA XIV XII secolo a.C. Primo uso in Grecia di blocchi per costruire Inizialmente uso di blocchi erratici o residuali sbozzati Calcari e conglomerati Poi cave vere e proprie con estrazione, trasporto, taglio e messa in opera complessa: Tholos Uso di strumenti in rame Si cominciano ad usare i Marmi policromi del Peloponneso, ma in manufatti di piccole dimensioni da blocchi raccolti, no estratti! SVILUPPO STORICO CIVILTA’ ITTITA Si sviluppò nel II millennio a.C. a partire dall’Anatolia centrale Grandi blocchi di calcare, conglomerati e basalto da raccolta sul terreno e smassatura Grandi complessi murari a blocchi di pietra Uso di strumenti di pietra (Dolerite), Introduzione della cesura dal mondo Egizio 1400÷1150 a.C. – Nuovo Regno, Impero Ittita Uso di strumenti di bronzo indurito e introduzione dal mondo Miceneo della Brocca In epoca tarda introduzione degli strumenti in ferro e del palanchino Apertura di cave vere e proprie Data la loro posizione a cerniera tra il mondo Egizio e quello Cicladico e Minoico da una parte e quello Mesopotamico dall’altra gli Ittiti hanno avuto principalmente il ruolo di trasferitori di conoscenze e tecnologie SVILUPPO STORICO CIVILTA’ GRECA 1500 a.C. : Blocchi estratti da rocce tenere (calcari e arenarie) tramite la Brocca di bronzo IX secolo a.C. : Introduzione della statuaria dalla Siria e dal mondo Neo-Ittita VII secolo a.C.: Introduzione del ferro e della sua ottima lavorazione dal mondo Assiro introduzione della Brocca in ferro VII÷VI secolo a.C.: Inizio coltivazione a blocchi dei Marmi policromi e bianchi SVILUPPO STORICO CIVILTA’ GRECA VI secolo a.C.: Introduzione dello stacco tramite cunei di ferro Uso sistematico della piccozzetta, tracce di taglio a festone con approfondimento progressivo Specializzazione strumenti di taglio e finitura VI secolo a.C. : Cave ben sviluppate, ma disperse sul territorio e non grandi, si coltiva per l’opera e non per commerciare Solo per le grandi città (Atene, Siracusa) si sviluppano grandi cave di servizio, poi riusate come prigioni (es. Latomie) Prime cave in galleria (Marmo Paros) per seguire i livelli migliori SVILUPPO STORICO CIVILTA’ ROMANA E BIZANTINA I romani "scoprono" la coltivazione e l’uso della pietra con la conquista di Grecia ed Egitto I secolo a.C.: I Romani introducono la coltivazione con stoccaggio per successivo uso o commercio Coltivazione di blocchi e colonne a dimensioni standard da immettere sul mercato Si aprono cave in tutto l’Impero per cercare i materiali migliori e si trasportano e commerciano ovunque in un mondo globalizzato I secolo d.C.: Introduzione della Mazza due punte più velocità di estrazione, più detrito, più mano d’opera (schiavi); tracce a festoni e cesure più larghe (circa 70÷120 cm) industrializzazione Pochi cavatori esperti liberi lavoratori a dirigere e controllare e massa di schiavi per lavori grezzi e movimentazione blocchi e detriti Ampio sviluppo di cave in galleria, anche di grande estensione SVILUPPO STORICO Nell’Impero Romano le Pietre Ornamentali ebbero grande importanza I Romani fecero una sistematica ricerca di Pietre Ornamentali in tutto l’Impero I Romani sfruttarono e commercializzarono Pietre Ornamentali per tutto l’Impero ATTIVITA’ ESTRATTIVA INIZIALE E CLASSICA I PRIMORDI L’inizio dell’attività estrattiva fu legato alla raccolta dal suolo di pezzame e sassi di naturale disfacimento ed al loro uso per la costruzione di ripari, focolari e attrezzi Usi iniziali sono ad esempio le capanne dell’ homo abilis, quelle neolitiche sarde e delle tribù dancale attuali LA SELCE LA SELCE di Monte Arci, Sardegna Nell’Età della Pietra la Selce è stata un elemento primario per la storia e l’evoluzione dell’Uomo La selce è stata oggetto di grande diffusione e di ampio commercio nel mondo antico ASSETTO GEOLOGICO E DIFFUSIONE Legenda: 1. Perlite e Ossidiana 2. Riolite e Riodacite 3. Andesite e Dacite 4. Trachite e Trachiriolite LA COLTIVAZIONE DELL’OSSIDIANA DI MONTE ARCI E’ DATATA AL NEOLITICO (VI-II millennio a.C.) 5. Basalto 6. Lave basiche sottomarine 7. Sedimenti alluvionali 8. Sedimenti marini LA SUA COLTIVAZIONE “INDUSTRIALE” E DIFFUSIONE E’ ASCRITTA AL TARDO NEOLITICO (II millennio a.C.) RACCATTA E USA I PRIMI USI PROGETTATI SONO LE STELE, I DOLMEN, LE TOMBE … Sardegna: mazza a mano di basalto per lavorare le quarziti RADUNA E USA In seguito, al momento del passaggio da pastorizia nomade ad agricoltura stanziale, tale attività fu razionalizzata radunando tramite forza animale i grandi blocchi residuali presenti sul territorio ed arrivando alla costrizione di ripari/rifugi/edifici complessi ed articolati, con minima lavorazione del materiale lapideo, spesso accumulato sfruttando anche affioramenti rocciosi naturali o blocchi maggiori Tale attività fu anche funzionale alla ripulitura del terreno per l’agricoltura LE TORRI MEGALITICHE GIORDANE TIPICO ESEMPIO DEL RADUNA ED USA, CON MINIMA LAVORAZIONE FUNZIONALE ALLA BISOGNA I NURAGHI NE E’ DA RIVALUTARE IL VALORE CULTURALE INTESO COME PUNTO FORTE DI UN VILLAGGIO E LUOGO DI DIFESA ESTREMA E DI CONTROLLO DEL TERRITORIO MICENE Tre fasi costruttive: I) 1350 a.C. – palazzo reale in blocchi raccolti ed appena sbozzati di calcare locale II) 1250 a.C. – porta dei Leoni, porta nord e zona delle Tombe Reali in conci di conglomerati III) 1200 a.C. – mura della zona NE in blocchi raccolti ed appena sbozzati alla bisogna di calcari locali Non conoscenza dell’arco; volte a tumulo come i Nuraghi Gallerie scavate con volta a camino I CELTI IN GALIZIA: SANTA TECLA Tipico villaggio Celtico Capanne circolari con muri a pietra e fango e tetto in legno e paglia Muro di circonvallazione spesso 1,6 m no difensivo ma di perimetrazione Pietre raccolte in zona e messe in opera con un minimo di sbozzatura per adattarle all’uso Questa tipologia costruttiva è dei primi secoli a.C., ma perdura anche sotto la dominazione romana dopo il I secolo a.C. SCAVA E USA CAPPADOCIA I SASSI DI MATERA PETRA Lo scava e usa implica un negativo del costruito, si scava in materiali teneri e si ricava in vuoto quanto serve - Cappadocia: solo scavo utilitaristico del necessario, senza uso in costruzione del materiale scavato - Matera: inizialmente solo scavo utilitaristico, poi anche riuso dello scavato per costruire - Petra: solo scavo, ma con pregevole arricchimento estetico esterno e misure interne di scavo predefinite CAPPADOCIA Regione centrale dell’altopiano anatolico è caratterizzata da estesi depositi di ceneri, tufi e lave dei vulcani Erciyes, Keciboyduran, Develi, Göllü Dagi e Melendiz datate a circa 10 Ma, poi erose Abitata sin dal Paleolitico fu occupata da Hatti, Ittiti, Persiani, Macedoni; fu poi regno indipendente e dominio Romano L’uso del sottosuolo cominciò in epoca antica, ne parla Senofonte nell’Anabasi Nel IX secolo, in epoca Bizantina, fu usato per scopi monastici, in seguito le popolazioni locali intensificarono questo uso per difesa dalle incursioni arabe Il massimo sviluppo dell’uso del sottosuolo fu legato alla difesa dalle invasioni Selgiuchide nel XII-XIV secolo CAPPADOCIA Città sotterranee Le città sotterranee si sviluppano per piani orizzontali sottoposti fino a profondità di circa 80-90 m dove raggiungono la falda acquifera locale Nei livelli sotterranei sono presenti intere abitazioni divise tra loro e collegate da corridoi (strade !) Sono presenti sale da pranzo, chiese, cucine annerite dalla fuliggine, presse per il vino e olio, cantine, botteghe di alimentari, scuole, saloni e locali di ritrovo La falda sottostante garantiva l’approvvigionamento idrico Erano stati realizzati anche ottimi sistemi di ventilazione (sono stati scoperti 52 fonti di aerazione) CAPPADOCIA Insediamenti rupestri I paesaggi della Cappadocia sono pieni di cavità, grotte e pinnacoli (Camini delle Fate) I tufi sono abbastanza teneri da consentire un facile scavo per uso abitativo, dando vita a insediamenti rupestri, piuttosto che a edifici innalzati da terra I SASSI DI MATERA Matera ha origini risalenti al Paleolitico (1,5 Ma) e presenta un iter evoluzionistico dello sfruttamento delle risorse lapidee della zona che è possibile seguire fino ai giorni nostri Matera sorge su un alto morfologico, tettonicamente rappresentato da un horst; tale struttura degrada verso ovest nell’avanfossa Bradanica, mentre ad est è delimitata dalla gravina di Matera, una profonda incisione dalle pareti scoscese alte decine di metri lungo le quali affiora con continuità la successione sedimentaria: alla base sono presenti i Calcari di Altamura (Cretaceo Superiore) a cui seguono in discordanza le Calcareniti di Gravina (Pliocene Superiore-Pleistocene Inferiore), le Argille Subappenniniche (Pleistocene Inferiore) e quindi i Depositi terrazzati continentali (Pleistocene Inferiore e Medio) LO SCAVO DEI SASSI Le Calcareniti hanno scarsa durezza e facile lavorabilità, ed è lì che quindi si sono sviluppati i primi insediamenti rupestri a) Sin dall’epoca preistorica si scavava la calcarenite per ricavarne ripari e rifugi; in questo modo si otteneva un negativo del costruito con lo scarto del materiale estratto a testimonianza di un uso ancora primitivo della risorsa lapidea b) Successivamente, al fine di ampliare gli spazi abitativi e renderli più confortevoli si cominciò a sfruttare il materiale estratto con uso diretto sul luogo di taglio; in un primo tempo, furono proprio le grotte occupate a fornire tale materiale per completare e tamponare l’entrata; si ha ancora un uso funzionale del materiale lapideo c) Infine l’area abitativa fu ingrandita all’esterno con il “lamione” I SASSI DI MATERA Lo scavo interno veniva proseguito con numerose diramazioni; in ogni caso valeva il principio generale per cui, mentre per le zone più a valle lo scavo avveniva pressoché in piano, per tutte le altre, veniva realizzato in leggera discesa, mediante la realizzazione di più piani terrazzati e, anche e soprattutto, seguendo un’inclinazione tale per cui i raggi solari estivi non superassero l’entrata della grotta, mentre quelli invernali più bassi, potessero giungere sino al fondo di quest’ultima, portando luce e calore Dal periodo greco si passo all’estrazione in blocchi da vere e proprie cave, attive in zona fino ad oggi raggi solari cisterne Il Mannarello I SASSI DI MATERA Al totale svuotamento concluso negli anni 1960, seguirono decenni di abbandono e degrado; pur senza alcuna separazione fisica fra i Sassi ed il resto della città, questi erano completamente avulsi dalla vita della città e dei suoi cittadini Le nuove generazioni non li hanno conosciuti, e pur se in teoria erano il centro storico della città, la quasi totalità delle persone non vi si recava mai Dagli anni 1980 è cominciato il recupero culturale e fisico dei Sassi, inseriti nel 1993 nella lista UNESCO, con finanziamenti e interventi legislativi mirati Oggi i Sassi sono nuovamente un luogo di vita e di attrazione turistica e mediatica (The Passion di Mel Gibson) e si avviano ad una seconda vita PETRA Petra one of the most outstanding UNESCO World Heritage Site Petra had been an important trading point since 6th century B.C., here the caravan routes from Egypt, the Red Sea and Arabia met to proceed to Syria PETRA Petra, the “Rose City”, was carved in the Ram Sandstone The Siq first passes through the white Disi Sandstone and then across the underlying thick Umm Ishrin Sandstone (Cambrian), a reddish quartzite of eolian origin, into which most of the monuments of Petra were carved PETRA Petra is one of the best examples in the world of “rock-cut architecture”, every room, column and façade was directly carved into the rock, like a sculpture There was no chance of making mistakes in “building” it, the architectural design only took into account how and how much rock was to be cut away Interiors were carved out by starting from the roof and then working downward PETRA The Romans built their Petra using the natural stone from quarries that were opened in the same rock of the carved town Blocks and column stems were placed with sedimentary layers horizontally, in order to have the best rock-strength vertically, according to the main stress induced by the buildings PETRA The Romans used natural stone of external provenance but with a high mediatic impact for a few columns made of granite of remote provenance and for the stonepaving of the Siq made with limestone coming from 35km away COLTIVA, TRASPORTA E USA Questa fase è legata all’uso classico della risorsa lapidea, con sviluppo di una intera catena operativa che prevede: individuazione nel territorio del migliore materiale disponibile per quei particolari usi e scopi la sua coltivazione razionale, organizzata e finalizzata il suo trasporto-commercio la sua messa in opera in monumenti progettati a priori secondo misure e canoni precisi SPOLIA E RIUSA Il generale crollo demografico e delle interrelazioni sociali post caduta dell’Impero Romano e fino al Medioevo ed oltre, fece si che nelle grandi ex città ci fosse sovrabbondanza di materiale lapideo, anche di pregio, in opera su costruzioni non più in uso, ma di facile reperibilità per le nuove esigenze costruttive, specie ove fossero richiesti materiali non facilmente reperibili il loco (marmi, graniti, …) Questo portò alla sistematica spoliazione degli edifici precedenti, ora usati come “cava” di materiali lapidei di pregio facilmente disponibili Quod non fecerunt barbari fecit Barberini! GLI STRUMENTI GLI STRUMENTI Nella pratica di coltivazione gli strumenti erano semplici ma ben specializzati, ed erano usati con maestria, privilegiando non l’uso della forza ma quello della tecnica, sfruttando i peli naturali della roccia e la forza di gravità di impatto dei martelli Sono disponibili svariati studi che correlano i vari strumenti al loro uso ed alle relative tracce lapicidee GLI STRUMENTI UTENSILI E TRACCE LAPICIDEE GLI STRUMENTI GLI STRUMENTI Gli strumenti di coltivazione e lavorazione a mano sono sostanzialmente rimasti gli stessi dal mondo classico fino ad ora L’uso di alcuni è perdurato nel tempo, altri invece hanno avuto uso in periodi alterni a secondo delle lavorazioni richieste LE TECNICHE DI TAGLIO Pulizia della superficie dal terreno vegetale Isolamento di un blocco sui quattro lati per mezzo di tagli/cesure fino alla profondità di stacco Possibile realizzazione di un grigliato di tagli/cesure profondo fino alla profondità di stacco In caso di lavorazione a piano: approfondimento di un piano realizzazione di cave a fossa con problemi di evacuazione del detrito; allargamento laterale della cava In caso di lavorazione a fronte: avanzamento del fronte con eventuale scoperchiatura o sbassamento del piano cava ed accumulo del detrito alle spalle; allargamento laterale della cava o, dopo una certa altezza del fronte, proseguimento in galleria LE TECNICHE DI TAGLIO La Brocca, introdotta dai Greci nel VI secolo a.C., penetrava poco e obbligava il cavatore a muoversi lungo il taglio; ne risultavano tracce di lavorazione corte allineate orizzontalmente L’uso della Brocca consentiva tagli accurati e la realizzazione di fronti verticali senza grande produzione di detriti durante la lavorazione La Brocca consentiva di estrarre blocchi già a dimensione; in caso di blocchi dell’ordine decimetrico il taglio poteva essere largo fino a 10 cm e profondo alcune decine di cm; in caso di blocchi metrici il taglio poteva essere largo fino a 50÷60 cm e profondo fino al paio di metri La Brocca implicava pochi cavatori esperti oppure cave con grandi superfici lavorabili, ma comunque con operai che lavoravano singolarmente LE TECNICHE DI TAGLIO Verso la fine del I secolo d.C. venne introdotta dai Romani la Mazza a due punte, pesante e leggera L’uso della Mazza a due punte implicava la creazione di profonde cesure larghe fino a 50÷60 cm e profonde anche oltre il metro, ma consentiva la lavorazione contemporanea di più operai L’uso della Mazza a due punte produceva profondi solchi a festoni, leggibili nella loro orientazione di lavoro, in genere alternata La Mazza a due punte implicava l’uso di una grande forza lavoro (schiavi) e grandi produzioni, anche di detrito, ma brevi tempi di produzione industrializzazione LE TECNICHE DI TAGLIO STACCO DEI BLOCCHI Tramite l’uso di una superficie naturale di discontinuità spacco naturale regolare Tramite cunei di legno (Sicomoro in Egitto) inseriti in appositi alloggi e poi bagnati spacchi irregolari Tramite tronchi inseriti nelle cesure e poi bagnati spacchi irregolari Tramite taglio a tergo od alla base se con disponibilità di spigoli liberi blocchi regolari Tramite cunei di ferro inseriti in appositi alloggi e poi battuti a forzare spacchi irregolari Tramite cunei di ferro inseriti in appositi alloggi collegati da puntate e poi battuti a forza spacchi regolari Tramite cunei ferro forzati tra lamine di ferro inserite in brevi cesure spacchi regolari Tramite punciottatura spacchi regolari IL TRASPORTO Il materiale, già sbozzato, veniva trasportato a spalla o per mezzo di carri speciali, trainati da buoi, o per mezzo di slitte (Lizze) tirate o frenate per mezzo di funi, in situazioni speciali per mezzo di appositi “imballi” IL TRASPORTO Anche per quanto riguarda il trasporto le tecniche ed i mezzi sono rimasti gli stessi dagli Egiziani, ai Greci, ai Romani, al Medioevo, fino alla prima metà del XX Secolo d.C., dopo furono introdotti in massa i mezzi motorizzati IL TRASPORTO Il materiale lapideo era sbozzato in cave alle misure finali e poi trasportato grezzo in modo da evitare trasporto di peso inutile e graffi alla superficie finale, la finitura era poi fatta in posto, in cantiere o una volta in opera Il trasporto per nave (Navi Lapidarie) consentiva economie e trasporti su lunghe distanze lungo fiumi e nell’area mediterranea LA LAVORAZIONE Gli scalpellini hanno sempre lavorato i loro pezzi singolarmente, ma con una quasi identità di stile In antico, l'orario di lavoro comprendeva tutte le ore di luce e liberi cittadini, meteci e schiavi, lavoravano l'uno accanto all'altro di comune accordo secondo un piano prestabilito Tutt’oggi in Etiopia ed in Egitto si lavora in modo identico a quello classico LA LAVORAZIONE IL LAVORO Atene, 409-407 a.C.: Salario di una giornata di lavoro: 1 dracma (€ 25,00) Cannellatura di una colonna a cinque operai: 90 dracme (€ 2.700) Scultura di una statua: 60 dracme (€ 1.500) Scultura di un fregio di un tempio: 3.300 dracme (€ 80.000) Schiavo: 115÷240 dracme (€ 2.800÷6.000) Schiava: 135÷220 dracme (€ 3.300÷5.500) Schiavo bambino 72 dracme (€ 1.800) LA MOVIMENTAZIONE - in verticale Per sollevare il materiale venivano usati argani e gru con varie serie di carrucole per moltiplicare la forza applicata, che in genere era di natura umana LA MOVIMENTAZIONE - in orizzontale Per movimentare il materiale venivano usati argani, leve e rulli per ridurre l’attrito e moltiplicare la forza applicata, che in genere era di natura umana LA MOVIMENTAZIONE - l’aggancio L’aggancio dei blocchi poteva essere per imbracatura diretta oppure tramite uncini a forbice, bozze laterali, incavi di ritenuta dei canapi o di agganci metallici
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