`Pizi` di Palmi Annarosa Macrì presenta il libro

Al Liceo ‘Pizi’ di Palmi Annarosa Macrì
presenta il libro ‘Da che parte sta il mare’
Venerdì 13 Febbraio 2015
20:24
“Le passioni vanno coltivate e difese. Ai ragazzi dico di individuarle e
alimentarle, qualunque esse siano. Perché la passione è la benzina dell’anima”.
Sono le parole che Annarosa Macrì rivolge agli allievi del liceo “N. Pizi” di Palmi,
diretto dalla preside Maria Corica che, per il terzo appuntamento con il progetto
“Sapere i saperi”, coordinato dalle docenti del liceo Marilea Ortuso e Tina Crea,
ha voluto invitare una tra le più apprezzate giornaliste del panorama nazionale,
nata e vissuta a Reggio Calabria. Ma nell’auditorium del liceo, Annarosa Macrì,
ci è arrivata (anzi, ci è ritornata) soprattutto in veste di scrittrice per presentare il
suo ultimo libro “Da che parte sta il mare” (edito Rubbettino), vincitore del
premio Moncalieri 2014. Interessante il dibattito che ne è scaturito grazie alle
domande poste dai ragazzi che avevano letto e recensito il volume.
“È sempre una grande emozione – esordisce la Macrì – quando un libro ti viene
restituito da chi l’ha letto. Quando finisci di scriverlo lo consegni ai lettori dunque
non sai da chi verrà letto, in quali mani andrà o quali “segni” lascerà. Ma quando
ti viene restituito come voi oggi lo avete restituito a me, capisci che lo hai
lasciato
in
buone
mani”.
“Da che parte sta il mare” è la domanda che la piccola Anna rivolge alla madre
quando dalla Calabria, insieme alla famiglia, si trasferisce a Roma perché il
padre, inseguendo la sua passione per la scrittura, lascia il posto fisso per
diventare giornalista. Una passione che trasmette anche alla figlia di 8 anni ma
che costa cara alla sua stessa famiglia. “Questo è un libro in cui tutti i
protagonisti hanno delle passioni: quella di scrivere del padre, quella per la
cultura della madre”. Ma questo, nell’Italia del secondo Dopoguerra, si traduce
per la famiglia in ulteriori difficoltà economiche e sacrifici. Del resto “la passione
è anche sofferenza”. Una vita fatta di precarietà, quella della piccola Anna, cui è
negata la spensieratezza dei suoi otto anni. Ed il mare, in tutto questo, è l’unico
punto fermo. Una bussola che sa orientare quando sembra di perdere la rotta.
Un libro dai fortissimi richiami autobiografici, che ci parla di un’Italia piegata dalla
guerra conclusa che cerca di rimettersi in piedi. Ma quando si chiede all’autrice
se avesse preferito un’infanzia diversa, lei risponde: “Questa è la storia non solo
mia, ma di un intero Paese. Sono così anche grazie al mio passato. Non
permetterei mai a nessuno di togliermelo”. Leggendo il libro, sembra di essere
catapultati in quei luoghi e in quei momenti, sembra di respirare la stessa aria
dei protagonisti, di sentirne le emozioni. Del resto la stessa preside Maria Corica
descrive la scrittura di Annarosa Macrì “pura poesia” e conclude: “Essere bravi
solo dal punto di vista stilistico può essere facile per molti, ma quando a questo
si aggiunge l’anima, il sentimento, la sensibilità allora scrivere diventa qualcosa
di unico. Dietro agli scritti di Annarosa Macrì c’è sempre un’anima e una persona
che mette se stessa in tutto ciò che fa e questo fa la differenza tra un giornalista
solo di penna e un giornalista di penna e di cuore”.