Squilli Alpini - Santuario Grotta Forno

Lettera del Rettore
E
d ecco che in occasione del Santo Natale
torna nelle nostra case “Squilli Alpini”
dopo il periodo estivo che ha visto il Santuario in piena attività con tanti pellegrini che
per motivi diversi son giunti quassù per incontrare una Madre che tutti accoglie e consola.
È la prima volta che mi rivolgo a voi direttamente come Rettore del Santuario perché
fino ad ora il caro don Piero Delbosco ha
“retto” le gioie e le fatiche della nostra cara
Casa. A lui desidero dire un grosso grazie per il
servizio che ha svolto, di come ha avuto pazienza con me nella fase del lungo
passaggio (10 mesi) e di come mi ha insegnato, in modo discreto come è il
suo stile, alcune cose utili per proseguire il cammino di questo luogo così
caro alla nostra Chiesa. Un augurio particolare a don Piero che è diventato
parroco di quattro Parrocchie a Poirino e mantiene la responsabilità dei Diaconi permanenti.
Insieme a don Piero desidero poi ringraziare le suore, le Missionarie di
Maria Ausiliatrice. Proprio loro, Suor
Gessi, Suor Giuly e Suor Rose Mary hanno
reso il Santuario una “casa” accogliente
per chiunque bussasse alla porta. Torneranno ad aprile per fermarsi nel 2015 fino
a novembre(evviva!!!).
E poi... i volontari... Ho conosciuto
tante persone che in silenzio, gratuitamente hanno regalato del loro tempo, della loro
esperienza e competenze per il Santuario...
A tutti il mio grazie personale che consegno
al Signore che
tutto accoglie e
benedice.
E ancora un grazie al nostro Arcivescovo Cesare che ha regalato al Santuario un prete in più...
don Nino Bergesio (nella foto col Rettore) che essendo stato nominato “addetto” con la sua esperienza pastorale mi aiuterà soprattutto nella parte
liturgico-spirituale che sempre più deve caratterizzare il Santuario.
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Intanto il periodo invernale serve a prepararci alla
nuova stagione che dal 19
aprile 2015 vedrà anche l’Ostensione della Sindone e la
visita di Papa Francesco a Torino il 21 giugno. La nostra
Casa sarà pronta per accogliere tutti quei pellegrini che desidereranno trovare un luogo
dove “fermarsi” per meditare
tuto ciò che lo Spirito ha posto
nei loro cuori.
Gruppo giovani OFTAL in ritiro.
La preparazione riguarda
anche il nuovo sito www.santuariogrottaforno.it che da Natale in avanti
ospiterà tutte le notizie, gli orari, le iniziative del Santuario e della Casa di
Spiritualità.
Termino cogliendo l’occasione per augurare anche a nome di don Nino e
delle Suore un Santo Natale. La memoria viva della nascita di Gesù provochi
la nostra vita affinché la nostra fede sia sempre incarnata e vera.
don Maurizio
PROSSIMI APPUNTAMENTI IN SANTUARIO
11 FEBBRAIO 2015 - FESTA DELLA MADONNA DI LOURDES:
S. Messa Solenne alle ore 11, presieduta da Mons. Valter Danna,
Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Torino, con processione (tempo
permettendo) alla Grotta. Pranzo (per chi lo desidera da prenotare),
e alle ore 15 preghiera del Santo Rosario.
ORARIO SANTE MESSE
Da Ottobre ad Aprile
Domenica e festivi alle ore 16
Da Maggio a Settembre Sabato (Messa festiva) ore 17
Domenica e festivi
ore 17
CASA DI SPIRITUALITA’ «GESU’ MAESTRO»
Centralino 331.76.73.694 - Mamme 011.90.02.328 - Fax 011.93.15.945
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Maria Santissima nel Concilio Vaticano II
Un articolo del Prof. Michael F. Hull (New York)
I
l capitolo VIII della Lumen gentium
VIII (nn. 52-69) ha costituito una
svolta decisiva nella riflessione teologica sulla Beata Vergine Maria. Dopo
un acceso dibattito, il Concilio ha modificato completamente i fondamenti di
Mariologia facendo due semplici cose. In
primo luogo, il Concilio non ha prodotto
un documento separato su Maria, evidenziando in tal modo che la futura Mariologia non avrebbe potuto essere
separata da altri importanti
aspetti teologici. In secondo
luogo, il Concilio ha incorporato le sue istruzioni relativamente brevi su Maria
nella Costituzione Dogmatica su la Chiesa, Lumen gentium. In tal modo la Mariologia è stata collocata nel
contesto del Verbo Incarnato
e del Corpo Mistico, senza
implicare una nuova dottrina
su Maria od ostacolare la riflessione teologica (LG, 54). Infatti,
leggendo questo ottavo capitolo, si sarebbe potuto pensare che la svolta decisiva della Mariologia potesse dare avvio a
nuove e ricche intuizioni, che però non
vennero immediatamente, facendo sì che
l’interesse per la Mariologia scemasse per
un certo periodo di tempo. Sebbene
Paolo VI abbia cercato di risvegliare una
comprensione più profonda con la sua
Esortazione Apostolica Marialis cultus (2
febbraio 1974) e altri scritti, la Chiesa ha
dovuto attendere quasi un quarto di secolo prima che la Lettera Enciclica Redemptoris mater (25 marzo 1987) riaccendesse l’interesse dei teologi per la Mariologia.
La trattazione della figura di Maria
nella Lumen gentium piuttosto che in un
documento separato, specificamente dedicato alla Mariologia, è avvenuta soltan-
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to dopo molti dibattiti in seno al Concilio. Quello che poi divenne il capitolo
VIII della Lumen gentium nacque inizialmente come una pletora di suggerimenti:
dalla dichiarazione di un nuovo dogma
di Maria quale Mediatrice di tutte le grazie all’idea di non menzionarla affatto.
Spesso si osserva che il capitolo VIII della
Lumen gentium è un compromesso fra
queste due soluzioni estreme. Tuttavia,
quest’osservazione trascura il fatto
che alla fine quella del Concilio
non fu la concessione di una
verità teologica vis-à-vis, ma
la decisione di enfatizzare in
maniera decisa il ruolo di
Maria nella rivelazione di
Gesù Cristo. Il Concilio sottolineò chiaramente che
non intendeva né offrire
una completa esposizione
dottrinale di aspetti mariologici né risolvere le questioni
che i teologi si ponevano allora
(LG, n. 54).
È opportuno ricordare che il capitolo VIII della Lumen gentium non è affatto
un’esposizione debole su Maria e ancor
meno un tentativo di dare chiarimenti in
campo mariologico. Il capitolo VIII della
Lumen gentium VIII è piuttosto, secondo
Giovanni Paolo II, «in un certo senso una
magna charta di Mariologia nella nostra
era» (Discorso in occasione dell’Udienza Generale del 2 maggio 1979). L’enfasi posta
dal Concilio sul ruolo di Maria nella
Chiesa e nella storia della salvezza (passata, presente e futura) mediante il suo inserimento nella Lumen gentium è l’impulso a una speculazione teologica innovativa. Il Concilio ha cercato di risvegliare la Mariologia concentrandosi sul ruolo
di Maria quale parte integrante di quello
del Redentore, di rifondare il suo ruolo significativo nella missione della Chiesa e
di trasformare una devozione culturale,
in un certo qual modo passiva, in un’attiva condotta esemplare.
Quindi, non sorprende che il capitolo
VIII della Lumen gentium non contenga
un nuovo insegnamento su Maria, ma
riassuma quanto la Chiesa ha sostenuto
nel corso dei secoli. Sebbene questo compendio sia divenuto più celebre per quello che ha omesso che per quello che ha
dichiarato, riveste un’importanza notevole. Maria è situata nel mistero della salvezza (Lumen gentium, n. 52). È «riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro della Chiesa» (LG, n. 53).
Il Vecchio e il Nuovo Testamento attestano il suo ruolo nell’economia della salvezza (LG, n. 55). Per volere di Dio, Maria
nasce libera dal peccato originale; la sua
libera cooperazione al piano salvifico di
Dio la rende «madre dei viventi» (LG, n.
56). Maria è al fianco del Signore durante
la sua nascita, il suo ministero pubblico e
la sua crocifissione. Resta con i suoi Apostoli fino a quando non riceve lo Spirito
Santo e viene infine assunta in cielo (LG,
nn. 57-59). Il ruolo di Maria quale madre
degli uomini e madre nell’ordine della
grazia deriva dal suo ruolo di madre del
Mediatore e Redentore, Gesù Cristo. La
sua intercessione prosegue ora nei cieli e
quindi ella «è invocata nella Chiesa con i
titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice» (LG, nn. 60-62). Infatti, è
la sua maternità che la rende esemplare
nella Chiesa ed è a lei che i membri della
Chiesa si rivolgono quale «modello di
virtù» mentre progrediscono nella fede,
nella speranza e nella carità (LG, nn. 6365). «Per la grazia di Dio, Maria è stata
esaltata, dopo suo figlio, al di sopra di
tutti gli angeli e gli uomini» (LG, n.66)
Per questo motivo, si è sviluppato in suo
onore un culto che va promosso, evitando però le esagerazioni affinché si continui a promuovere il suo ruolo corretto di
intercessione «a gloria della santissima e
indivisibile Trinità» (LG, nn. 66-69). Di
conseguenza, il capitolo VIII della Lumen
gentium ripete quanto la Chiesa ha sempre creduto, ossia che l’elezione di Maria,
la sua libera cooperazione e la sua intercessione riecheggiano la più grande gloria di Dio.
Poiché Dio si è rivelato pienamente al
suo Popolo mediante Gesù Cristo e la sua
Chiesa, è perfettamente sensato che il
ruolo di Maria nel disegno salvifico di
Dio venga inserito in una Costituzione
Dogmatica che proclama Cristo e la sua
Chiesa quale luce delle nazioni. Alla fine
del Concilio i teologi ebbero il compito
di elaborare quel ruolo. Purtroppo, i teologi furono lenti a svolgerlo. Mentre
dopo il Concilio fiorirono studi cristologici, soteriologici ed ecclesiologici, i teologi non si affrettarono a evidenziare il
ruolo partecipativo di Maria alla persona
di Gesù Cristo, alle sue attività redentrici, alla sua Chiesa. Negli anni immediatamente successivi al Concilio, l’attenzione fu rivolta ad altri temi e quindi la
Mariologia e la devozione mariana conobbero un momento di stasi. Con il dovuto riguardo per i progressi compiuti
dal Concilio sia Paolo VI sia Giovanni
Paolo II hanno cercato di rafforzare il
ruolo della Beata Vergine Maria nello
studio e nella devozione.
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Q
UALCUNO CI HA CHIESTO DI FAR SAPERE QUANTO DEVE ESSERE L’OFFERTA PER IL
BOLLETTINO. Rispondo: anzitutto l’obolo della vedova è sempre accetto, ovvero ognuno
dà quello che può. Comunque: Ordinario 15 € - Sostenitore 50 € - Benemerito 100 €.
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IL NUOVO BEATO PAOLO VI
“Paolo VI, l’uomo che incontrò il mondo”
P
aolo VI è stato il Papa
che meglio ha coniugato l’universalità del
Pontificato con le
proprie radici e identità italiane. Ha impresso al Papato la
svolta universalista del secondo Novecento, ponendo le basi
dei Pontificati successivi, ma
s’è anche immerso come
pochi nella temperie culturale
dell’epoca, aperto alle correnti
di pensiero europee, anzitutto francesi. La sua percezione s’è trasfigurata in
sentimenti di vicinanza, amicizia, partecipazione appassionata alle vicende del
nostro Paese, leggendole sempre con lo sguardo rivolto al futuro, alle sue trasformazioni, alle grandi tragedie come quella del rapimento di Aldo Moro che
ha segnato la conclusione del Pontificato.
Paolo VI ha vissuto più fasi della storia italiana del Novecento, ma non è
mai rimasto legato al passato, ha avuto più di altri il senso dell’evoluzione e del
cambiamento.
Formatosi nella Brescia che superava l’intransigentismo ottocentesco,
Montini inizia la vita sacerdotale tra l’impegno diplomatico, a Varsavia, e nella
Segreteria di Stato, svolge l’attività pastorale nella FUCI che attraversa le tempeste della guerra e del fascismo.
Nell’impegno di quegli anni, Montini porta con sé un tratto che non verrà
mai meno: la fede incrollabile nella Chiesa e l’attenzione al nuovo, la solidità
delle convinzioni e la disponibilità al rinnovamento culturale e pastorale, fino
a divenire, per unanime riconoscimento uno dei massimi
protagonisti della formazione
della nuova classe dirigente
cattolica che sarà chiamata a
dirigere lo Stato sulle macerie della dittatura e del secondo conflitto mondiale.
Nel decennio montiniano,
fino al 1934, la FUCI assol-ve,
con l’Azione Cattolica, a una
funzione di radicamento creaPaolo Vi parla all’ONU (ottobre 1965).
tivo nella società. Riporta la
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Chiesa nelle Università,
con l’inaugurazione di
Sant’Ivo alla Sapienza in
Roma e l’istituzione delle
Cappelle Universitarie, e
Montini giudica il rapporto tra i cattolici, la cultura, l’Università, assai
«sintomatico per l’orientamento di tante intelligenze nei riguardi della fede
nostra». Essa resiste a
Un sessione del Concilio Vaticano II.
vessazioni e violenze del
regime che vede nelle leve universitarie cattoliche l’avversario naturale della
propria visione del mondo. E s’impegna a dare al pensiero cristiano un assetto
nuovo, con l’apertura alle conoscenze e ai risultati della scienza, con l’indirizzo
cristiano della vita, lavorando per una società più giusta. La democrazia italiana resta debitrice per il lavoro di Montini alla FUCI, capace di formare una classe intellettuale capace di dirigere una società che respinge il totalitarismo.
Montini è accostato spesso, con ragione, al pensiero di Jacques Maritain,
e alle correnti del cattolicesimo democratico europee, e su queste basi contribuisce a porre le basi dell’unità europea – nella quale molti oggi non credono
purtroppo più – che annovera tra i fondatori grandi cristiani come Adenauer,
Schumann, De Gasperi. Ma accompagna anche, dalla Segreteria di Stato a
servizio di Pio XII, da Arcivescovo di Milano, infine da Pontefice, la vita italiana come un riferimento sicuro, rassicurante, nelle trasformazioni del dopoguerra che conoscono il radicamento della democrazia, l’apertura alle classi
subalterne, l’incontro tra culture diverse e, a volte, contrapposte.
Compie la sua opera limando, stemperando, arricchendo i protagonisti, fiducioso che la possibilità di cambiamento è per tutti. Coglie la necessità che
l’Italia attui i principi costituzionali di libertà ed eguaglianza religiosa, modifichi i Patti lateranensi nelle parti storicamente superate, apra le porte ad altre
religioni. Sul finire del Pontificato, la revisione del Concordato è già pronta,
tarderà a concludersi per motivi parlamentari, ma impulso e basi della riforma sono sue, perché spinge, incoraggia, favorisce intese per attuare gli articoli
7 e 8 della Costituzione.
La vicenda del rapimento di Moro è la più drammatica della storia repubblicana, Paolo VI fa l’impossibile per giungere a un esito positivo, e quando
ogni tentativo risulta vano eleva la sua parola a Dio con un dolore che riassume la sofferenza dell’Italia intera. Ma il rapporto con l’Italia, la partecipazione
di Paolo VI alla vita del nostro Paese, prima e dopo l’elezione al Pontificato, è
ricco, ha un valore spirituale, culturale, unico nel suo genere.
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Tre settimame... esplosive... con Progetto Giada
rande festa c’è stata
domenica 31 agosto
al Santuario Piccola
Lourdes: Messa cantata e
Coro Gospel, mototrial acrobatico, scene di combattimenti medioevali, appetitosi pasti serviti dagli Alpini e
succulente merende.
Non è il programma di
una sagra di paese ma una
delle ventuno giornate organizzate dall’Associazione
Progetto Giada ONLUS per i
bimbi e le famiglie affette da patologie
oncologiche. Una tessera del grande
mosaico che il Progetto Giada ha realizzato in collaborazione con Diocesi di
Torino, Comuni di Coazze e Giaveno,
Alpini della sezione Giaveno-Coazze,
G
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Croce Rossa Italiana e Protezione Civile di Giaveno, Torino ed Avigliana: una
rigenerante e salutare permanenza tra
i monti suddivisa su tre settimane, dal
22 al 29 giugno, dal 24 al 30 agosto e
dal 31 agosto al 5 settembre. I destinatari di questi esplosivi soggiorni gratuiti, sono stati, per la prima e la terza
settimana, i bambini con patologie oncologiche provenienti dagli Ospedali
infantili di Torino, Genova, Milano e
Monza, per la seconda i bambini con
genitori affetti da patologie oncologiche inviati dalla Fondazione F.A.R.O. e
dalla CPD, Consulta Persone in Difficoltà, di Torino.
Fondamentale e magistrale è stata
la passione con cui gli Alpini di Giaveno hanno preso parte all’organizzazione di questi eventi, non solo nella preparazione dei più appetitosi pasti personalizzati ad personam ma anche nell’accoglienza presso la loro sede in numerose occasioni, nei servizi di trasporto e servizio pasti ovunque anche
a Pian Neiretto.
Numerosissimi gli intrattenitori che
hanno animato le giornate a cominciare dai Vigili del Fuoco di Giaveno, protagonisti di martedì 2 settembre, con
dimostrazioni di spegnimento incendi
e giochi d’acqua, proseguendo con i
mototrialisti del Motoclub Giaveno, artisti, pittrici, addestratori di animali e
molti altri. La magia è intervenuta in
più momenti alternandosi con esibizioni di eccezionali gruppi musicali, di artisti, prestigiatori e giocolieri.
La natura ha fatto da cornice all’evento con la lussureggiante flora estiva che circonda la Casa “Gesù Maestro” e con la fauna, del posto e non,
che in più occasioni ha calamitato l’attenzione dei bimbi: unità cinofile della
Croce Rossa Italiana, falchi, cani addestrati, cavalli e moltissimi pesci. Questi
ingredienti e molto altro hanno saputo
ridonare alle famiglie oncologiche l’energia a loro indispensabile per ricaricare le pile per affrontare il lungo periodo di cure.
Tre le uscite sul territorio realizzate
una per ciascuna settimana, la prima,
presso il Mulino della Bernardina di
Giaveno, presso la Bottega del Cioccolato di G. Castagna, presso Pian Neiretto; la seconda grazie a validissimi
Coazzesi ed all’Amministrazione comunale di Coazze, ha visto la visita all’Accademia di Fido, Centro di Addestramento cani di Giaveno, all’Incubatoio ittico di Trana, nuovamente alla
Bottega del Cioccolato, il giro su cavallo carrozza organizzata dalla scuderia
“Il Bruco” di Coazze; la terza presso la
caserma dei Vigili del Fuoco di Giaveno e presso la Sacra di San Michele.
A far da sfondo a questi entusiasmanti periodi è stato la carica spirituale che avvolge il Santuario, esaltata
dai numerosi momenti di preghiera,
personali e comunitari, e dalle Sante
Messe celebrate dal Rettore e dai sacerdoti, trai quali l’arciprete di Coazze,
che qui si sono recati per portare il
loro saluto ai bimbi.
Concluso l’ultimo soggiorno, il cammino del Progetto Giada prosegue
ininterrottamente aiutato da chi ha
compreso ed aderito alle sue finalità
come le persone generose che si prendono cura del Santuario e del negozio
di articoli religiosi, che oltre ad aver
premiato i bambini con videocassette
e doni, continuano a sostenere l’operato dell’Associazione che tutti i mesi
incontra i suoi bimbi in eventi giornalieri di divertimento e distrazione.
Caro fedele che sali a Forno di Coazze per volgere il tuo sguardo a Maria,
innalza la Tua preghiera alla Vergine
per la salute di questi bambini e delle
loro famiglie e aiutaci a trovare le
energie umane ed economiche per sostenere quest’opera che ha bisogno
del contributo e della preghiera di
tutti!
Progetto Giada
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Preghiera a MARIA di San Giovanni Paolo II
AVE MARIA, Donna povera ed umile, benedetta dall’Altissimo!
Vergine della speranza, profezia dei tempi nuovi,
noi ci associamo al tuo cantico di lode per celebrare le misericordie del Signore,
per annunciare la venuta del Regno e la piena liberazione dell’uomo.
AVE MARIA, umile serva del Signore, gloriosa Madre di Cristo!
Vergine fedele, dimora santa del Verbo, insegnaci a perseverare nell’ascolto della Parola,
ad essere docili alla voce dello Spirito, attenti ai suoi appelli nell’intimità della coscienza
e alle sue manifestazioni negli avvenimenti della storia.
AVE MARIA, Donna del dolore, Madre dei viventi!
Vergine sposa presso la Croce, Eva novella, sii nostra guida sulle strade del mondo,
insegnaci a vivere e a diffondere l’amore di Cristo,
a sostare con Te presso le innumerevoli croci sulle quali tuo Figlio è ancora crocifisso.
AVE MARIA, Donna della fede, prima dei discepoli!
Vergine Madre della Chiesa, aiutaci a rendere sempre ragione della speranza che è in noi,
confidando nella bontà dell’uomo e nell’amore del Padre.
Insegnaci a costruire il mondo dal di dentro:
nella profondità del silenzio e dell’orazione, nella gioia dell’amore fraterno,
nella fecondità insostituibile della Croce.
SANTA MARIA, Madre dei credenti, Nostra Signora di Lourdes, prega per noi.
Amen.
S. GIOVANNI PAOLO II (Lourdes 2004)
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Cori Parrocchiali a Forno
I PELLEGRINI
RACCONTANO
Domenica 28 settembre i
Cori Parrocchiali di Airasca,
Cardè, Casalgrasso, None,
Osasio, Vigone e Virle Piemonte hanno animato, per
il settimo anno consecutivo,
la Santa Messa al Santuario
di Forno di Coazze: un’esperienza ric-ca di entusiasmo
in questo luogo dedicato
alla Madonna di Lourdes
dove si è potuto respirare un’atmosfera di spiritualità ed il canto si è fatto preghiera.
È seguito poi un incontro conviviale che ha dato modo di trascorrere tutti insieme un momento di fraternità e di amicizia in serenità.
Il ritrovo dei Cori Parrocchiali al Santuario di Forno è diventato ormai un festoso appuntamento annuale ed una importante occasione per condividere le
motivazioni che consentono di rafforzare il comune obiettivo ed impegno del
canto al servizio delle nostre comunità.
La celebrazione, presieduta da don Maurizio De Angeli, attuale Rettore del
Santuario, è stata particolarmente seguita e partecipata con l’esecuzione corale
dei canti liturgici, strumenti che aiutano ad elevare la mente verso Dio per trovare in Lui le ragioni della nostra speranza ed il sostegno nelle difficoltà della vita.
Un doveroso ringraziamento va ai tanti che hanno
collaborato per la buona riuscita di questa giornata e a
tutti coloro che hanno voluto trascorrere con noi questa
bella festa comunitaria.
Auspichiamo fortemente
che altri Cori Parrocchiali
aderiscano in futuro a questa iniziativa in modo tale
che la partecipazione ai
prossimi incontri sia sempre
più numerosa.
Coro Alpini Abruzzo
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C’ERA UNA VOLTA L’AMORE...
L’Amore abitava in una casa pavimentata di stelle e adornata di sole.
Un giorno l’Amore pensò ad una cosa più bella. Che strana idea quella dell’Amore!
E fece la terra, e sulla terra, ecco fece la carne, e nella carne ispirò la vita,
e nella vita impresse l’immagine della sua somiglianza. E la chiamò: uomo!
E dentro l’uomo costruì la sua casa:
piccola, ma palpabile, inquieta, insoddisfatta, come l’Amore.
E l’Amore andò ad abitare nel cuore dell’uomo
e ci entrò tutto là dentro, perché il cuore dell’uomo è fatto di infinito.
Ma un giorno... l’uomo ebbe invidia dell’amore.
Voleva impossessarsi della casa dell’Amore,
la voleva solo per sé, voleva per sé la felicità dell’Amore,
come se l’Amore potesse vivere da solo. E l’Amore fu scacciato dal cuore dell’uomo.
L’uomo allora cominciò a riempire il suo cuore,
lo riempì di tutte le ricchezze della terra, ma era ancora vuoto.
L’uomo triste si procurò il cibo col sudore della fronte,
ma era sempre affamato e restava col cuore terribilmente vuoto.
Un giorno l’uomo... decise di condividere il suo amore con le creature della terra.
L’Amore venne a saperlo... Si rivestì di carne, e venne anche lui
a ricevere il cuore dell’uomo. Ma l’uomo riconobbe l’Amore e lo inchiodò sulla croce.
E continuò a sudare per procurarsi il cibo.
L’Amore allora ebbe un idea: si travestì di cibo,
si travestì di pane e attese silenzioso.
Quando l’uomo affamato lo mangiò,
l’Amore ritornò nella sua casa, nel cuore dell’uomo.
E il cuore dell’uomo fu riempito di vita,
perché la vita è… AMORE!
E il Verbo si fece carne…
BUON NATALE!
SQUILLI ALPINI - Bollettino del Santuario “Grotta di N. S. di Lourdes” - Coazze fraz. Forno (TO) • Direttore responsabile: mons. Piero Delbosco • Aut. Pres. Trib. Torino 29-7-1948 N. 304 • Stampa: Edigraph snc (Andezeno -TO)
ANNO LXVII - N. 4 - OTTOBRE-NOVEMBRE-DICEMBRE 2014 – Poste Italiane. Spedizione in abbonamento
postale - Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - Filiale di Torino - n. 4/2014 [spedito: dicembre 2014]
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso CMP Torino NORD. Il mittente si impegna a pagare la tassa dovuta.