Così la Fondazione Veronesi vuole sensibilizzare bambini e adolescenti Il tumore in età pediatrica si sconfigge con il dialogo Spiegare ai ragazzi i rischi e invitarli a dire a un adulto se hanno sintomi prolungati o di dubbia natura. Perché la tempestività fa la differenza di Andrea Milanesi olte volte è un corsa contro il tempo, e nella maggior parte dei casi il risultato finale è la vittoria. Ogni anno in Italia si ammalano di cancro circa 1.600 bambini fino a 14 anni e un migliaio di adolescenti tra i 15 e i 19 anni; i tumori maligni in età pediatrica sono un evento relativamente raro, ma nei Paesi occidentali rappresentano ancora la prima causa di morte per malattia nei bambini. Sono dati che la Fondazione Veronesi conosce molto bene e che hanno portato alla nascita di Gold for Kids, il progetto tenuto a battesimo nel 2014 per sostenere le cure mediche e promuovere l'informazione e la divulgazione scientifica in tema di oncologia pediatrica. Proprio grazie alla ricerca si è passati da una probabilità di sopravvivenza del 20-30% negli anni Settanta a oltre il 70% odierno, con punte che raggiungono F8o-go% per alcune forme di leucemia e linfoma. «Guarire da un tumore infantile oggi è possibile in molti casi», ha affermato Chiara Segré, biologa e supervisore scientifico di Fondazione Veronesi; «tuttavia la chiave del successo sta nel poter ricevere tempestivamente le cure più efficaci, secondo i migliori standard di qualità di livello internazionale, e Al servizio dei più piccoli Da sinistra, la biologa Chiara Segré, supervisore scientifico della Fondazione Veronesi, e Andrea Ferrari, oncologo pediatra fondatore del Progetto Siamo. questo lo si ottiene aprendo i protocolli di cura, che offrono al bambino maggiori probabilità di guarigione e migliore qualità della vita, sia durante le cure che in età adulta». Otre alla raccolta di fondi per sostenere le cure (130 mila euro nell'anno passato), attraverso Gold for Kids la Fondazione Veronesi si prefigge anche il compito di aumentare la sensibilizzazione sul tema dei tumori negli adolescenti, che sono affetti in due terzi dei casi da neoplasie di tipo pediatrico ma che spesso vengono CAMPAGNA WEB L'importanza di "farsi vedere" Si chiama #fattivedere la campagna web organizzata da Fondazione Veronesi per sensibilizzare i ragazzi a riconoscere eventuali sintomi prolungati che sembrano non evidenziare cause apparenti, per parlarne tempestivamente con un adulto. Sostenuta da "youtubers" e blogger del mondo giovanile, con un testimonial d'eccezione come Francesco Facchinetti, l'iniziativa ha come simbolo un braccialetto in ecopelle appositamente realizzato dall'azienda bresciana CaCo Design (in alto a destra). Il ricavato della vendita di questo accessorio sarà devoluto a favore dei progetti di oncologia pediatrica sostenuti dalla Fondazione. invece assistiti in reparti oncologici per adulti, dove i protocolli di cura sono diversi e non sempre adatti alle specifiche esigenze. Un aiuto dai Social. In questa prospettiva, iniziative come la campagna nfattivedere (vedi box) sono promosse dalla Fondazione soprattutto per evitare ritardi nelle diagnosi, il più delle volte dovuti alla resistenza con cui gli adolescenti comunicano agli adulti — medici o genitori — eventuali disagi fisici o la presenza di sintomi persistenti. «La diagnosi precoce spesso può fare la differenza nel successo delle cure», afferma il dottor Andrea Ferrari, oncologo pediatra coordinatore del Progetto Giovani all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e fondatore del Progetto Siamo. «È essenziale quindi sensibilizzare direttamente gli adolescenti sull'importanza di prendere coscienza del proprio corpo e di parlare con un adulto qualora si avvertissero sintomi prolungati nel tempo e senza una spiegazione apparente». Perché la vittoria finale a volte si gioca davvero al fotofinish. @ RIPRODUZIONE RISERVATA
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