Anno 2014 Resoconto Elezioni Regionali Maggio 2015 In questo opuscolo, comodo da sfogliare, presento alcuni temi affrontati in Regione nel 2014. Centenario della Grande Guerra “Mi ricandido per la prossima legislatura nella lista del PD Veneto a fianco di Alessandra Moretti! Ho conseguito risultati importanti nelle politiche sociosanitarie e sociali del Veneto e ho accumulato una solida preparazione che mi auguro possa diventare un patrimonio da poter spendere per il futuro del Veneto a sostegno di un Governo alternativo e diverso dall’attuale. Vi ringrazio per l’appoggio che in molti mi avete manifestato e che spero venga moltiplicato durante le elezioni di maggio”. Claudio Sinigaglia Giornata del Volontariato a Padova Con i militanti ai banchetti Gli approfondimenti sugli eventi del 2014 e le notizie sulle iniziative politiche del Consigliere Sinigaglia si trovano su: www.claudiosinigaglia.com Per comunicazioni: [email protected] tel. 041.2701407/08 Claudio Sinigaglia tra i top player del Consiglio regionale che hanno assicurato la loro presenza durante le 219 sedute della legislatura Con Roger De Menech, Mariaelena Boschi e Alessandra Moretti CLAUDIO SINIGAGLIA Consigliere Regionale del PD Introduzione Il 2014 verrà ricordato come l’anno delle elezioni amministrative, degli scandali ( MOSE –Consorzio Venezia nuova su tutti), dei patteggiamenti, Galan, Chisso e molti altri, ma soprattutto come l’anno che ha fatto emergere i fallimenti di Zaia: il nuovo ospedale di Padova, la metropolitana di superficie, il Grande accordo di Padova, i ritardi nei pagamenti dei servizi formativi scolastici, la banda larga, il patto per il lavoro, la meolo- Jesolo… e via dicendo in una lunga serie di INCOMPIUTE! L’altra amara considerazione da fare è l’isolamento al quale Zaia ha condotto il Veneto! Politicamente siamo ridotti all’insignificanza in Europa e nel resto del Paese. In questo momento, per superare la crisi, non possiamo proprio permettercelo. Per questo le elezioni di maggio 2015 saranno decisive per cambiare verso e per dare un futuro alla nostra Regione. Claudio Sinigaglia tra i “Magnifici sette” del Consiglio Regionale del Veneto Anche il Veneto ha i suoi “top player”: sono i consiglieri che hanno fatto registrare il più alto numero di presenze durante i lavori in aula a Palazzo Ferro Fini. Li ha presentati oggi l’Ufficio di Presidenza per voce di Clodovaldo Ruffato durante il tradizionale incontro con i giornalisti del Veneto, in occasione degli auguri natalizi. I “magnifici sette” del Consiglio per l’attuale legislatura sono: Dario Bond, PdL (100% delle presenze in aula); Roberto Fasoli, Pd (100% delle presenze); Costantino Toniolo, NCD (100%); Santino Bozza GM (99,54%); Vittorino Cenci, LN (99,54%); Gustavo Franchetto, FP (99,0%); Claudio Sinigaglia, Pd (99,09%). I top player del Consiglio hanno assicurato la loro presenza alle 219 sedute tenute durante la legislatura. I candidati del PD alle elezioni del Comune di Padova 1 Anno 2014 Resoconto Elezioni Regionali Maggio 2015 In questo opuscolo, comodo da sfogliare, presento alcuni temi affrontati in Regione nel 2014. Centenario della Grande Guerra “Mi ricandido per la prossima legislatura nella lista del PD Veneto a fianco di Alessandra Moretti! Ho conseguito risultati importanti nelle politiche sociosanitarie e sociali del Veneto e ho accumulato una solida preparazione che mi auguro possa diventare un patrimonio da poter spendere per il futuro del Veneto a sostegno di un Governo alternativo e diverso dall’attuale. Vi ringrazio per l’appoggio che in molti mi avete manifestato e che spero venga moltiplicato durante le elezioni di maggio”. Claudio Sinigaglia Giornata del Volontariato a Padova Con i militanti ai banchetti Gli approfondimenti sugli eventi del 2014 e le notizie sulle iniziative politiche del Consigliere Sinigaglia si trovano su: www.claudiosinigaglia.com Per comunicazioni: [email protected] tel. 041.2701407/08 Claudio Sinigaglia tra i top player del Consiglio regionale che hanno assicurato la loro presenza durante le 219 sedute della legislatura Con Roger De Menech, Mariaelena Boschi e Alessandra Moretti CLAUDIO SINIGAGLIA Consigliere Regionale del PD Incontro con suor Lia delle cucine popolari 25 aprile al cippo ricordo di padre Placido Cortese Camposampiero tutti a sostegno di Katia Maccarrone, neo sindaco 25 anni del Centro Aiuto alla Vita Sanità Sanità La telenovela sul nuovo ospedale di Padova: la grande incompiuta notevolmente più brevi (10 contro 20 anni), perché più efficiente e razionale, in linea con le moderne concezioni ospedaliere, perché priva dei pesanti disagi per i pazienti previsti invece nella ristrutturazione, perché priva di vincoli della sovrintendenza che sono pesantissimi invece nel sito attuale. L’ulteriore Dgr 1131 approvata dalla Giunta il 12 giugno 2012 approvava l’individuazione dell’area, Padova Ovest (preferita a quella indicata dalla Provincia in zona Brusegana), la stima dell’intervento (648 milioni compreso esproprio dell’area e la bonifica),la valorizzazione dell’area dismessa (45 milioni di introito) ed incaricava l’azienda ospedaliera di fare da stazione appaltante per esaminare la proposta pervenuta in data 30 marzo 2012 presentata da Finanza di Progetto SpA per realizzare un nuovo ospedale di 1000 posti letto circa su 180.000 mq. Il 18 novembre 2013 la giunta approvava la programmazione 2012/16 con l’inserimento del nuovo polo ospedaliero di padova di 1000 pl. dopo che si era giunti alla stipula dell’accordo per la sua realizzazione tra Regione, Provincia e Comune di Padova, Università, Azienda e Iov. Ora la stazione appaltante sta concludendo l’esame della proposta di costruzione presentata per inserirla tra le opere di pubblica utilità. Siamo quindi di fronte ad atti legislativi ed amministrativi, a posizioni e decisioni motivate, di fronte alle quali “logicamente” è assurdo tornare indietro. E Zaia lo sa benissimo! Come sa benissimo che la non realizzazione del nuovo ospedale di Padova equivale a sancire “il suo” fallimento politico. Tornare indietro significa arrestare tutto, non far nulla e far precipitare l’eccellenza sanitaria di Padova a livelli di retroguardia. Per alcuni aspetti lo siamo già,privati come siamo, ormai da più di un decennio, di sviluppi tecnologici e di una efficiente organizzazione che consenta di lavorare per per intensità di cure e di assistenza. Con l’accordo della Lega e Forza Italia a Verona, Venezia, Treviso si sono realizzati in questi ultimi dieci anni nuovi ospedali, in project! A Padova non si è fatto nulla. A Padova avviene il fallimento totale di Zaia; altro che posa della prima pietra per il più importante ospedale del veneto! Nel 2014 il suo amico di partito Bitonci, per vincere le elezioni garantisce ai commercianti e a chi abita vicino all’attuale ospedale, di procedere alla ristrutturazione dell’esistente. Solo inganni elettorali. Infatti Bitonci si rimangia tutto e dopo aver presentato due progetti bocciati dalla Regione per ristrutturare il vecchio, si arrende e individua una prima area in zona CUS scartata immediatamente, e poi posiziona il nuovo ospedale in zona san lazzaro… Zaia ha fatto una figuraccia. Come può ricandidarsi a governare il Veneto se non riesce nemmeno a farsi rispettare nemmeno all’interno del proprio partito e rimane vittima delle lotte fratricide leghiste? E intanto tramonta il progetto del nuovo ospedale! Irresponsabili, perché a rischio è la secolare scuola di medicina di Padova e del nostro Paese, è a rischio l’eccellenza sanitaria veneta… ah dimenticavo, Zaia può sempre consolarsi con Verona e Treviso, sommamente privilegiate durante il suo mandato. Il percorso legislativo e amministrativo per costruire il nuovo ospedale di Padova è iniziato nel 2006 e oggi rischia di essere azzerato! Questa la storia in breve. A fine dicembre 2006 il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Padova, Adriano Cestrone, chiede alla giunta regionale di valutare l’ipotesi della realizzazione di un nuovo ospedale. Le motivazioni: frammentazione, scarsa funzionalità per l’assistenza, la didattica e la ricerca, continui spostamenti di pazienti, personale e materiali, duplicazione di servizi diagnostici e terapeutici… deficit (più di 20 milioni all’anno)! La giunta regionale attiva il progetto, costoso, denominato Patavium; l’arrivo di Zaia rigetta quella proposta e attiva uno studio di fattibilità a cura di un gruppo di lavoro con la presenza di Regione, azienda ospedaliera e università di Padova. Il 31 agosto 2011 la giunta approva la Dgr 1367 aderendo così alla proposta del gruppo di lavoro che aveva indicato l’opzione di costruire il nuovo ospedale su un nuovo sito (valore 600 mil. di euro) come preferibile a quella di una ordinaria manutenzione (valore 174 mil di euro) e a quella della ristrutturazione dell’esistente (valore 550 mil. di euro). Perché i tempi sono 2 3 Sanità Sanità Sinigaglia, ispezione sulla situazione protesica del Veneto. I risultati to) delle protesi. Le cartelle cliniche, come già accennato, non vengono eseguite con modalità standard. A volte è impossibile conoscere la data del primo impianto, o la ditta produttrice; non sempre, inoltre, la rimozione/revisione viene eseguita dalla stessa struttura. È fondamentale istituire un tavolo tecnico regionale ed un registro regionale delle protesi impiantate. Nel caso delle revisioni/rimozioni delle protesi all’anca, ben 5 aziende hanno intrapreso azioni legali contro le ditte produttrici: esemplare il caso di Abano e Monselice dello scorso febbraio, quando furono impiantate 1500 protesi pericolose per le quali il consigliere Sinigaglia presentò un’interrogazione in Commissione. Su mia richiesta è stata avviata, alla fine di giugno 2013, un’indagine condotta dall’Istituto Ispettivo Regionale sulla situazione della protesica nel Veneto. L’indagine, condotta per la prima volta nella nostra Regione, si è protratta per sei mesi ed è culminata nella redazione del documento “Ricognizione sui dispositivi protesici impiantabili”. L’analisi si è limitata alle protesi all’anca e al ginocchio realizzate nel triennio 2010-2012; ha coinvolto tutte le Ulss e 7 strutture private convenzionate, una per provincia (Codivilla BL, Eretenia VI, Giovanni XXIII TV, S. Marco VE, Abano PD, Madonna della Salute RO e Sacrocuore VR). I dati sono stati di difficile reperimento, a dimostrazione della necessità di regolamentare la materia. Di particolare rilevanza sono i problemi relativi alle cartelle cliniche: data la bassa qualità informativa e l’incompletezza, è stato possibile visionare solo il 68% delle cartelle relative agli interventi di revisione/rimozione delle protesi all’anca ed il 52% (di cui analizzabili solo il 20%) per gli interventi di revisione/rimozione delle protesi al ginocchio. Altre difficoltà tecniche sono state incontrate a causa della scarsa omogeneità nella regolamentazione dell’uso dei codici specifici. Dall’indagine è inoltre emersa una grossa disparità di costi tra le Ulss. Se il costo medio per una protesi all’anca è di 2.800 euro, vi sono Ulss che arrivano a spenderne 4.400 e Ulss che si limitano ad una spesa di 1.300. Allo stesso modo, se il costo medio di una protesi al ginocchio è di 2.800 euro, vi sono Ulss (come la Aoui veronese) che arrivano a spenderne 4.600. Gli interventi all’anca vedono una maggiore presenza del pubblico, nonostante i tempi d’attesa siano i peggiori in Italia: 106,5 giorni. Gli interventi al ginocchio, invece, vengono effettuati molto più spesso nelle cliniche privateconvenzionate: il 53% del totale (ma si consideri che le strutture convenzionate prese in esame sono solo la metà di quelle esistenti sul territorio). È evidente l’urgenza di rafforzare le aziende pubbliche, soprattutto considerando l’enorme spesa affrontata quando gli interventi avvengono presso il privato convenzionato (la DRG di entrambi gli impianti protesici è di 10.094,16 euro). Se si considera, poi, la difficoltà di reperire le informazioni e l’incompletezza delle cartelle cliniche – e quindi una generale assenza di controllo sul privato – l’urgenza è ulteriormente giustificata. La situazione emerge ancora più complessa dall’ispezione dei casi di revisione (per normale deterioramento) e rimozione (per problemi di impian4 Inaugurazione dell’ospedale di Schiavonia - Este 5 Sociale Sociale La manifestazione è stata un’occasione forte di protesta e di denuncia per i tagli che il sociale sta subendo a causa dell’operato della Giunta Zaia. È stata inoltre un’occasione per lanciare idee economiche e finanziarie in vista del bilancio 2014, ma soprattutto per proporre una nuova politica per il sociale veneto. Rendiamo disponibili qui i video di tutti i preziosi contributi di quanti sono intervenuti, Aldo Mingati, Monica Lazzaretto, Emanuela Tacchetto, Maria Laura Tessarin, Flavio Savoldi, Barbara Maculan, Lucio Babolin, Giulio Nicetto Boarotti e cogliamo l’occasione per ringraziarli. AAA assessore al sociale cercasi Da aprile 2014 la Regione Veneto è priva dell’assessore al sociale, esattamente da quando la delega di Sernagiotto è stata ritirata per consentirgli di partecipare alle elezioni europee. Poi il titolare è volato a Bruxelles e la carica è rimasta lì: da ricoprire! Il risultato? Il sociale nel Veneto è stato azzerato! Il fondo per la non autosufficienza è stato ridotto, le quote per le case di riposo non sono state aumentate né di numero, né di valore; a causa di questo le famiglie pagano 1800/1900 euro al mese per inserire i loro cari nelle case di riposo e devono ringraziare Zaia se dal 2010 non è stata aumentata la quota sanitaria; è stato ridotto lo stanziamento per la disabilità e quello per la domiciliarità. Non è stato ancora approvato il riparto per le scuole d’infanzia e gli asili nido paritari, che rischiano di non aprire a settembre. I centri e le comunità per i minori sono stati tagliati, i contributi per l’associazionismo non esistono praticamente più e quel poco che c’è è il frutto di estenuanti battaglie in Consiglio regionale da parte dell’opposizione. … e potremo proseguire la lunga lista delle inadempienze di Zaia sul sociale. Ma ciò che preoccupa maggiormente è purtroppo l’assenza di una qualsivoglia politica per il sociale e per l’integrazione sociosanitaria. O meglio, l’unica politica che sta emergendo è quello della sua scomparsa ed assorbimento conseguente nella sanità! 6 Non a caso il sociale non ha finanziamenti propri. Sia il fondo per la non autosufficienza sia il contributo per le scuole paritarie e per la disabilità, per la quota spettante ai comuni, è a carico del fondo regionale della sanità. E forse da questo dipende i mancato riparto per le scuole paritarie. Infatti che c’azzecca la scuola con la sanità? Non a caso si vocifera di un azzeramento del dipartimento del sociale. Se prima eravamo la Regione modello per il sociale e per l’integrazione sociosanitaria, con Zaia siamo tra le ultime! Vi ricordate lo slogan: prima il Veneto? Una burla colossale! Istituti polesani di Ficarolo Subito l’ispettivo per far luce su quanto successo a ficarolo e per recedere l’accreditamento. Sono rimasto incredulo e sconcertato nell’apprendere quanto è potuto succedere agli istituti Polesani di Ficarolo. Com’è possibile che in una struttura che riceve continui finanziamenti dalla Regione Veneto non ci siano stati controlli nonostante le numerose segnalazioni pervenute anche tramite articoli di giornale? Zaia dovrebbe assumersi le proprie responsabilità oltre a dire grazie alle forze dell’ordine per l’indagine che hanno brillantemente portato avanti. Oltre ad un interrogazione per ricostruire quanto è successo e per stabilire le responsabilità regionali, attiverò l’ispettivo regionale per una minuziosa ricostruzione della situazione degli istituti polesani di ficarolo per capire se sussistano i presupposti per recedere dall’accreditamento e dalla convenzione con la struttura incriminata. 7 Sociale Sociale Il peggio di Zaia ga ben 1 milione e settecentomila euro: non facciamoci mancare niente, soprattutto prima delle elezioni. Televisioni, stampa, radio, affissioni, internet: Zaia inizia la campagna elettorale in anticipo, e lo fa con i soldi di tutti. E pensare che la corte dei Conti sta tartassando il Consiglio per molto, molto meno… Interessante notare come alcune attività come Expo 2015 dopo lo stanziamento di 5.5 milioni abbia bisogno di altri 50.000 euro, che il sociale spenda 150.000 euro per “non si sa cosa”… che il turismo altri 200.000… Sobrietà Zaia, sobrietà… certo che 1.700.000 euro son tanti, soprattutto in periodo di crisi e perciò abbiamo deciso di inoltrare esposto per vederci meglio. Barriere architettoniche: Zaia stanzia solo ad personam “Da quattro anni la Regione Veneto non stanzia un solo euro per aiutare le famiglie dei disabili ad abbattere le barriere architettoniche”. La denuncia arriva da Claudio Sinigaglia (Pd), vicepresidente della commissione Sanità e sociale, che prendendo spunto dal caso riportato dai quotidiani locali della ragazza disabile di San Michele al Tagliamento, portata a spalla dai familiari perché impossibilitati a far fronte alle spese per installare l’ascensore, punta il dito sull’”insensibilità” della giunta Zaia nei confronti delle esigenze dei portatori di handicap. “Inutile illudere i cittadini con fumose prescrizioni tecniche al piano casa, come quelle presentate oggi in commissione urbanistica alle associazioni dell’handicap, per agevolare gli interventi edilizi di riqualificazione o ampliamento degli immobili per i disabili – polemizza Sinigaglia – La Regione ha azzerato i contributi per gli interventi più ordinari di mitigazione o superamento di scale e altri impedimenti architettonici. La realtà dei fatti è un’altra: dal 2011 la Regione Veneto non finanzia più la legge 16 del 2007, “Disposizioni generali in materia di eliminazione delle barriere architettoniche”, che sino al 2010 aveva contributo con una media di 4 milioni di euro l’anno a rendere accessibili edifici pubblici e privati, sostenendo iniziative di singoli e enti per oltre 12 milioni di euro. L’azzeramento dei contributi regionali ha paralizzato anche i cofinanziamenti comunali, peraltro sempre più esigui. Il paradosso è che ogni anno i Comuni e gli uffici della Giunta regionale continuano a istruire una documentata ricognizione delle domande di contributo per l’abbattimento delle barriere architettoniche da inoltrare a Roma per concorrere all’assegnazione dei fondi previsti dalle legge statale 13 del 1989: Nel 2014 – fa notare Sinigaglia – la ricognizione degli uffici tecnici della Regione ha rilevato e istruito domande di contributo per oltre 906 mila euro. Ma da quattro anni tutto questo (costoso) lavoro istruttorio è fine a se stesso: senza partecipazione regionale, nemmeno lo Stato eroga. Questa è la sensibilità che la giunta Zaia dimostra nei confronti dell’handicap: illude le famiglie con promesse di contributi che sa di non poter mantenere”. Associazionismo… giornata del volontariato a Padova Comunicazione elettorale Una scandalosa delibera regionale di luglio consente alla Giunta di comunicare meglio! Sempre e solo (sigh) per motivi istituzionali la giunta si ero8 9 Sociale Sociale Riforma del terzo settore La riforma giuridica “Esiste un’Italia generosa e laboriosa che tutti i giorni opera silenziosamente per migliorare la qualità della vita delle persone. È l’Italia del volontariato, della cooperazione sociale, dell’associazionismo non profit, delle fondazioni e delle imprese sociali. Lo chiamano terzo settore, ma in realtà è il primo”. “Noi crediamo che profit e non profit possano oggi declinarsi in modo nuovo e complementare per rafforzare i diritti di cittadinanza attraverso la costruzione di reti solidali nelle quali lo Stato, le Regioni e i Comuni e le diverse associazioni e organizzazioni del terzo settore collaborino in modo sistematico per elevare i livelli di protezione sociale, combattere le vecchie e nuove forme di esclusione e consentire a tutti i cittadini di sviluppare le proprie potenzialità”. Tre gli obiettivi dichiarati della riforma del Terzo settore: costruire un nuovo “welfare partecipativo”, valorizzare il potenziale di crescita e occupazione dell’economia sociale, premiare con incentivi e strumenti di sostegno i comportamenti “donativi o comunque pro sociali” di cittadini e imprese. Il servizio civile universale Tra le linee guida per il perseguimento dei tre obiettivi, la novità di maggiore interesse è probabilmente la previsione di “una leva per la difesa della patria”, un servizio civile universale per 100mila giovani all’anno nel primo triennio, della durata di 8 mesi prorogabili di 4, al quale possono partecipare anche gli stranieri. Un periodo di tempo in cui operare nel terzo settore, e inutile per la formazione: i giovani coinvolti potrebbero infatti usufruire di crediti universitari, tirocini professionali o vedersi comunque riconosciute le competenze acquisite durante l’espletamento del servizio, che potrebbe anche essere svolto in parte in altri Paesi dell’Unione europea e costituire quindi un’occasione per approfondire una lingua e sviluppare ulteriori conoscenze. 10 Necessaria e urgente è una riforma giuridica del terzo settore, che vive ancora una condizione di ambiguità: bisogna specificare meglio i confini tra volontariato e cooperazione sociale, tra associazionismo di promozione sociale e impresa sociale. Nel concreto, la riforma giuridica si realizza cambiando il titolo II del libro I del Codice civile, anche alla luce dell’articolo 118 della Costituzione, modificando quindi le norme che riguardano la costituzione degli enti non profit e i criteri per la loro gestione economica. Ma anche costituendo un’Autorità del terzo settore, che disciplini e controlli. Altra linea guida è la valorizzazione del principio di sussidiarietà “verticale e orizzontale”, per porre fine agli sprechi generati dall’azione diretta del pubblico nel sociale muovendo verso nuovi modelli di assistenza in cui l’azione pubblica sia affiancata dall’autonoma iniziativa dei cittadini, “per realizzare concretamente la tutela dei diritti civili e sociali garantita dalla Costituzione”. Fisco facile e voucher per le imprese sociali Fondamentale per riformare il settore del sociale è anche il decollo forte dell’impresa sociale, dimostrando che “capitalismo e solidarietà possono abbracciarsi in modo nuovo attraverso l’affermazione di uno spazio imprenditoriale non residuale per le organizzazioni private che, senza scopo di lucro, producono e scambiano in via continuativa beni e servizi per realizzare obiettivi di interesse generale”. Si prevede, ad esempio, l’ introduzione di nuove modalità per assegnare alle organizzazioni di terzo settore in convenzione d’uso immobili pubblici inutilizzati e beni confiscati alla criminalità organizzata. Inoltre l’istituzione del voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia, ispirato al francese “Chèque emploi service universel” (CESU), prevede che i voucher emessi dalle società concessionarie vengano acquistati dalle famiglie o ricevuti dai dipendenti delle imprese e dai destinatari dei servizi di protezione sociale, per acquistare servizi di cura dei bambini, degli anziani non autosufficienti o delle persone con disabilità. Nel concreto bisognerebbe potenziare il 5 per mille, rendendo identificabili gli enti non profit che ne beneficiano. Una sorta di elenco pubblico, dove chi usufruisce del contributo è ben identificabile e chiaro a tutti. 11 Scuola Scuola Scuole paritarie e Centri di Formazione Professionale euro. “Se la Regione non erogherà rapidamente i 42 milioni promessi a fine anno dall’assessore Bendinelli – ha scandito il presidente Cecchin – non saremo più in grado di erogare gli stipendi al personale delle nostre scuole, che in Veneto sono frequentate da 2 bambini su 3 in età compresa 6mesi-6anni e fanno risparmiare allo stato circa mezzo miliardo di euro l’anno”. Analoga la richiesta La squadra di Ivo Rossi dei centri di formazione alle elezioni comunali professionale di Forma Veneto (Enaip, Ficiap, Cif, salesiani, Irigem e Dieffe) che contano 19.600 allievi, 2 mila operatori tra insegnanti e tecnici e rappresentano l’85 per cento dell’offerta formativa Mille scuole per l’infanzia e cento centri di formazione professionale in Veneto non riescono più a pagare gli stipendi a insegnanti e operatori e rischiano di chiudere. Questo l’allarme lanciato dal presidente della Fism (la federazione delle scuole materne) Stefano Cecchin e dal presidente di Forma Veneto (il consorzio degli enti di formazione professionale Renato Meggiolaro ai consiglieri di palazzo Ferro-Fini, Il sistema delle scuole paritarie per l’infanzia (1073 scuole, 91516 alunni e 9280 dipendenti, di cui 6 mila insegnanti) – hanno spiegato i rappresentanti Fism - attende dalla Regione il pagamento dei 42 milioni di contributi arretrati per l’’esercizio finanziario 2014 e guarda con preoccupazione alle ridotte poste di bilancio 2015, dove – stando al bilancio previsionale stilato dalla Giunta – mancano all’appello 5 milioni di I Tesori di Padova - Visita all’Orto Botanico 12 I Tesori di Padova Fiera Arte Padova 13 Lavoro Piano Garanzia Giovani I Tesori di Padova Fiera Arte Padova professionale nella Regione: “I nostri centri vantano quasi 65 milioni di euro di arretrati (su 83 milioni di contributo annuo previsto) nei confronti della Regione e hanno ormai esaurito le possibilità di fido o anticipazione bancaria – ha riassunto il presidente di Forma Veneto – I dipendenti di alcuni enti sono scesi in piazza perché senza stipendio da mesi. In assenza di contributi regionali e di tempi certi di erogazione il sistema della formazione professionale rischia il collasso”. I Tesori di Padova Visita al museo della Terza Armata 14 I Tesori di Padova Visita alla mostra Corcos La Youth Guarantee (Garanzia per i Giovani) è la risposta europea alla crisi occupazionale giovanile, un’iniziativa aperta a tutte le Regioni con un livello di disoccupazione giovanile superiore al 25%. Con la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 Aprile 2013 gli Stati Membri vengono invitati a garantire ai giovani aventi meno di 29 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento degli studi, di apprendistato o tirocinio o altra misura di formazione entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita del sistema di istruzione formale. Tenuto conto dei tempi di avvio dell’Iniziativa, fissati al 1 maggio 2014, la Giunta Regionale il 15 Aprile 2014 con Deliberazione n. 551 ha approvato lo schema di convenzione tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e la Regione del Veneto per dare esecuzione al Piano Regionale di attuazione della Garanzia Giovani. Il Piano mira a favorire l’attività dei giovani, che a seconda dell’età e delle caratteristiche dei singoli destinatari, potrà tradursi in percorsi o verso il lavoro o verso la scuola attraverso l’attuazione di una serie di misure. Situazione garanzia giovani in data 15 ottobre 2014 Risorse richieste € 6.332.615,90 Progetti presentati 143 Risorse finanziate € 3.882.336,50 Progetti finanziati 77 Aderiamo alla campagna di Confesercenti “Libera la Domenica”! Teniamo chiuso la domenica per continuare ad aprire bene domani. 15 Cento anni Grande Guerra Gioco d’azzardo Padova, città della pace Gioco d’azzardo, avviato finalmente l’iter per la legge regionale Quale significato assumeranno a Padova le celebrazioni dei 100 anni della Grande Guerra? Saranno solo retorica? Diventeranno un esercizio di ricostruzione storica per appassionati ed intellettuali? Penso che il tema centrale durante le celebrazioni del centenario della prima guerra mondiale a Padova dovrà essere l’Armistizio firmato il 3 novembre 1918 a villa Giusti! Questo atto che pose fine alla Grande Guerra fa della nostra città, la città della Pace. E questo valore deve diventare il filo conduttore delle celebrazioni per conoscere, ricordare, capire e dare significato alla costruzione del futuro della nostra comunità. Propongo perciò che il programma delle celebrazioni padovane si caratterizzi sul valore della Pace e si concluda con manifestazioni a carattere locale, regionale, nazionale ed internazionale avendo come fulcro “Padova, Città della pace”! Come scriveva Giuliano Lenci «…un doloroso ed eroico tratto della storia di Padova che ha dato ragione, per la sua sede dell’armistizio, di un titolo altamente onorifico, non solo di acquisita vittoria di una tremenda guerra, ma di quello che allora, dopo la guerra, fu inteso nelle speranze dei popoli: “Padova, Città della pace”». Non perdiamo questa grande occasione che la storia ci ha consegnato! 16 Finalmente è stato avviato l’iter della legge regionale per contrastare il fenomeno del gioco d’azzardo patologico. Tra i punti condivisi del testo unico ci sono il piano triennale, con le azioni di prevenzione e di informazione alla popolazione sui rischi del gioco d’azzardo e l’individuazione dei compiti di Comuni, Ulss e terzo settore. Manca ancora il passaggio in commissione Bilancio per verificare la norma finanziaria e le possibilità di misure premiali per gli esercenti che disinstallano videopoker e slot machines. Si tratta di un testo atteso da tempo, vista l’urgenza di contrastare in modo efficace un’emergenza dai numeri rilevanti in Veneto. In Veneto, nei primi dieci mesi del 2014, sono stati spesi per videolottery e slot machine oltre 3,3 miliardi di euro, con una spesa pro-capite di 670 euro (nell’interno Paese il fatturato del gioco d’azzardo nel 2013 ha fatto segnare i 90miliardi di euro). Il gioco d’azzardo patologico, che in Italia coinvolge circa 800mila soggetti, fa segnare proprio nel Nord-Est il suo record di penetrazione, registrando il 38% dei giocatori a rischio di dipendenza (dati CONAGGA, Coordinamento nazionale gruppi per Giocatori d’Azzardo). Sono cifre e percentuali impressionanti, che indicano come la nostra regione sia l’osservato speciale numero Uno di questo comportamento patologico dei nostri tempi. Questi dati sono purtroppo seguiti una constatazione: nonostante sia a così forte rischio di “contagio”, il Veneto è ad oggi una delle poche regioni senza una legge regionale di riferimento e contrasto, nonostante sia stata la primissima ad aver registrato (già nella primavera del 2013) proposte legislative in merito. “Oggi abbiamo in mano una proposta in 14 articoli che prevede uno stanziamento annuo di 250mila euro e punta sul coinvolgimento del privato sociale, degli enti locali, delle scuole e delle Ulss. È una proposta che si basa su meccanismi di premialità per quegli esercizi commerciali che rifiutano le slot machine, e penalizzazione come deterrente per fermarne l’ulteriore diffusione. La legge vedrà la luce – come già accaduto ad esempio in Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia – oppure rimarrà una pia speranza mentre i Sert, le forze dell’Ordine e gli psicanalisti del Veneto continueranno a registrare casi di tragedie e fallimenti di aziende provocati dalle malattie da gioco?” 17 SFMR SFMR SFMR: Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale “Il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) è un progetto, in attuazione e finanziato principalmente dalla Regione Veneto, che prevede l’attivazione di un servizio ferroviario regionale/suburbano ad elevata frequenza (ogni 15/30 minuti) con orario cadenzato lungo alcune linee ferroviarie nella Regione Veneto. La rete ferroviaria sfrutta le ferrovie già esistenti integrate da nuove tratte e da nuove stazioni in corso di realizzazione, in progetto o già realizzate. Il progetto è integrato da interventi di riqualificazione della rete stradale (ad esempio l’eliminazione dei passaggi a livello) e dalla riorganizzazione del trasporto automobilistico pubblico.” Questo che avete letto è l’inizio della pagina di Wikipedia dedicata al SFMR, la rete ferroviaria che la Regione ha inaugurato da pochi mesi. Come molti progetti, questo è l’ennesimo fallimento. “Mentre Zaia inaugura l’ennesima opera stradale, noi abbiamo deciso di venire qui, in uno dei luoghi-simbolo delle fallimentari politiche sul trasporto pubblico in Veneto. Porta Ovest doveva infatti rappresentare uno degli snodi cruciali di un nuovo sistema di collegamenti e di interscambio tra ferro e gomma: ma a distanza di un decennio dalla sua apertura si è rivelata una piccola cattedrale nel deserto”. A dirlo i consiglieri regionali del PD che oggi, in contemporanea con l’inaugurazione della Valdastico Sud, si sono ritrovati presso la stazione ferroviaria di Porta Ovest, presso Oriago di Mira (Ve). Coperti di pettorine con la scritta ‘Zaia ci lascia a piedi’, gli esponenti democratici, con in testa il capogruppo Lucio Tiozzo ed il vice presidente della Commissione Trasporti, Bruno Pigozzo, hanno organizzato l’iniziativa per denunciare una serie di flop del governo veneto. A partire dalla SFMR, di cui la stazione Porta Ovest doveva rappresentare appunto uno dei fiori all’occhiello: SFMR OPERA INCOMPIUTA: “Il progetto della Metropolitana regionale di superficie fu inserito nel 1990, dunque 25 18 anni fa, nel Piano veneto dei Trasporti, ed ancora lontanissimo dalla sua realizzazione. Dopo l’avvio in pompa magna dei lavori nel 2001, l’opera si è completamente arenata: ad oggi non è stata neppure completata la prima fase delle tre previste. La controprova schiacciante emerge peraltro dallo stesso Rapporto regionale sugli appalti pubblici 2013, nel quale si riporta che sono ben 9 gli interventi incompiuti che riguardano la metropolitana di superficie: una voragine da 70 milioni di euro”. ORARIO CADENZATO INEFFICACE: “Ad un anno esatto dalla sua introduzione, l’orario cadenzato – hanno sottolineato i consiglieri PD – non ha fatto segnare sostanziali miglioramenti. Questo, proprio perché la mancata realizzazione della SFMR rende praticamente impossibile il raggiungimento dell’obiettivo, ovvero realizzare collegamenti ogni 30 minuti tra centri urbani e aree periferiche. Siamo di fronte ad un servizio a macchia di leopardo e ben lontano dall’essere efficace, soprattutto nell’interscambio tra diversi mezzi di trasporto”. 30 MILIONI GETTATI AL VENTO: “Ciliegina sulla torta i 30 milioni che la Regione deve ora pagare per i contenziosi persi proprio in ambito di progettazione ferroviaria. Un colpevole spreco di soldi pubblici che si som19 SFMR Futura 2014 mano alle pesanti difficoltà legate alla crisi e alla recessione. Si tratta di un danno che poteva essere limitato se Zaia fosse intervenuto nel correggere in tempo la rotta. Ma evidentemente a lui, come al suo predecessore, interessano di più le grandi opere e il taglio dei nastri”. ZERO INVESTIMENTI: “Di fatto, anche con l’assestamento di bilancio che verrà approvato in questi giorni e condizionato appunto da questo mega risarcimento, la Giunta veneta, a differenza di altre Regioni, non metterà un euro per investire in una nuova mobilità su ferro. Sono ormai croniche – questa la denuncia dei democratici – sia la riluttanza del governo regionale nell’inserire a bilancio risorse proprie sia le lamentele, che sanno di alibi, nei confronti di Trenitalia e dei governi nazionali. Il risultato è che il materiale rotabile non viene rinnovato così come manca l’ammodernamento delle linee, molte delle quali ancora a binario unico e non elettrificate. Ecco spiegati i continui ritardi e le soppressioni, frutto di infrastrutture obsolete che ormai non reggono più. Non è un caso che la tratta Portogruaro-Venezia sia entrata nella top ten delle peggiori linee d’Italia, secondo il rapporto Pendolaria 2014 di Legambiente”. BIGLIETTO UNICO RESTA CHIMERA: “L’unica cosa certa è che quando manca una strategia, la Regione investe buttando via i soldi. Il caso della bigliettazione unica ne è l’ulteriore esempio: tante risorse spese per consulenze e progetti e nessun risultato concreto. La possibilità per i cittadini di usufruire con un solo biglietto di differenti mezzi di trasporto resta una chimera”. PENDOLARI INASCOLTATI SU NUOVO ORARIO INVERNALE: “Oggi parte anche il nuovo orario invernale – hanno ricordato gli esponenti del PD Veneto – e, tanto per cambiare, le richieste e le osservazioni di pendolari e sindaci del territorio veneto sono rimaste lettera morta. Come sempre presidente e assessori non ascoltano chi vive ogni giorno sulla propria pelle i disagi. Anche questo segnale la dice lunga sulla scelta politica del centrodestra di privilegiare il trasporto privato su strada lasciando nell’abbandono quello ferroviario. Non è così che il Veneto può pensare di ripartire verso un nuovo sviluppo”. Al Veneto serve un nuovo governo anche in questo settore, per affrontare con coraggio un tema così strategico ed urgente, per far ripartire lo sviluppo del Veneto in termini sociali, produttivi, economici, ambientali. 20 21 Sport Sport Commissione approva articolato della legge per promozione attività sportiva sportivi in cui venga praticata attività motorio-ricreativa, nonché l’introduzione di requisiti di sicurezza degli impianti stessi. “Si tratta di un provvedimento importante – ha sottolineato Claudio Sinigaglia primo firmatario del La Strapadova viva PdL presentato dal PD – che modifica la precedente normativa del 1993, riconoscendo allo sport valore agonistico, educativo e relazionale per la crescita personale e della comunità, in grado di superare disagi e discriminazioni. Mi auguro quindi, vista anche l’ampia condivisione a questo testo di legge emersa in Commissione, che possa essere approvato dal Consiglio nel più breve tempo possibile”. Con l’approvazione dell’articolato è proseguito in Commissione Sport l’iter del progetto di Legge per l’attività motoria e sportiva, sintesi di due distinti PdL, il n.457 presentato dalla Giunta regionale e il n. 408 presentato da Sinigaglia del Gruppo democratico. Con questo provvedimento la Regione, nel ribadire il riconoscimento dello sport come funzione sociale per la crescita e lo sviluppo individuale e l’aggregazione sociale, intende dotarsi di un adeguato strumento normativo in grado di porre in essere azioni sempre più mirate ed incisive per soddisfare le mutate esigenze del mondo sportivo. Il provvedimento si rivolge infatti non solo alle 11.200 società sportive del Veneto e ai quasi 2 milioni di pratiche sportive, ma anche ai circa 700 mila studenti dei 1.900 istituti scolastici. Tra le novità previste dal provvedimento, il Piano pluriennale per lo sport, la costituzione della Consulta e dell’Osservatorio regionale per lo sport, la Carta etica dello sport veneto, la definizione dei criteri per la gestione degli impianti sportivi comunali, il piano pluriennale dell’attività antidoping. Riconosciuto anche lo sport di cittadinanza come attività motoria e ricreativa svolta in spazi aperti anche in assenza di specifici impianti. A livello finanziario previsto l’ampliamento dei possibili soggetti beneficiari dei contributi regionali, sia in materia di impiantistica sia di pratica sportiva, la promozione di eventi, progetti e campagne promozionali a favore dello sport, la promozione della pratica sportiva in ambito scolastico, contributi per la pratica sportiva degli atleti con disabilità. Previste infine norme a tutela della salute delle persone che frequentano impianti La Tonazzo Volley Padova è in A1 22 Agevolazioni fiscali a sostegno dell’attività sportiva Il consiglio regionale il 28 novembre 2014 ha approvato la legge regionale n° 36 che interviene a favore dell’associazionismo sportivo, incentivando le sponsorizzazioni alle società sportive tramite agevolazioni fiscali e riattivando quindi il circuito di reciprocità tra impresa ed associazioni. E’ prevista l’introduzione di un’agevolazione fiscale che opera in termini di credito d’imposta sull’I.R.A.P. (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) per chi effettua erogazioni liberali o stipuli contratti di sponsorizzazione con le associazioni sportive dilettantistiche (di cui alla legge n.289/2002) con preferenza per quelle che hanno almeno il 50% dei tesserati di età inferiore ai diciotto anni. Il credito d’imposta è misurato nella percentuale del 5% dell’importo della erogazione liberale o del contratto di sponsorizzazione. L’importo massimo di sponsorizzazione è di 50.000 euro. A tutela del corretto adempimento della procedura è stata prevista una convenzione fra Regione del Veneto e Agenzia delle entrate. Bando sport disabili La Giunta regionale, con propria deliberazione n. 2499 del 23/12/2014, pubblicata sul B.U.R. n. 11 del 27/01/2015, ha approvato il piano degli interventi per la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva delle persone con disabilità per l’anno 2014. È l’esito del bando attivato grazie al finanziamento di 100.000 euro proposti dal consigliere PD Claudio Sinigaglia in sede di bilancio. 23 Fondi Europei 2014-2020 La Strategia Europa 2020: I target da raggiungere entro il 2020 Target Italia Target UE % di investimenti in Ricerca e Sviluppo 3% 1,53% <10% 15-16% % di laureati di 3034 anni 40% 26-27% promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva % di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale 20% 17% crescita inclusiva Tasso di occupazione tra 20 e 64 anni 75% 67-69% crescita intelligente sviluppare una economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione % di giovani che lasciano gli studi Stato dell’Arte Spesa Veneto 2010: 1,04%* Popolazione 18-24 Veneto 2012: 14,2%* Popolazione 30-34 Veneto 2012: 21,4%* crescita sostenibile promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione (miglioramento delle capacità lavorative, lotta all'esclusione ed alla povertà) Popolazione a rischio povertà o esclusione sociale % Italia sul consumo finale: 11,5%* Occupazione 20-64 Veneto 2012 69,3%* riduzione di 2,2mln riduzione di 20 mln Popolazione a rischio Veneto 2011: 786.000; 15,9%* *Fonte: Elaborazioni Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale su dati Eurostat e Istat 7 Le priorità del Veneto: prima simulazione Realizzazioni 07-13 concentrate su 4 priorità Obiettivo Tematico Asse prioritario 8 Occupazione 9 Inclusione Sociale Competenze per l’innovazione (apprendistato di alta formazione, inserimento ricercatori, progetti per le imprese) Mobilità Work-experience Politiche attive per il ricollocamento e reinserimento lavorativo dell’utenza disoccupata e a rischio di marginalità Sostegno agli allievi svantaggiati 10 24 Istruzione e Formazione Formazione iniziale Orientamento Certificazione delle competenze Educazione permanente Alternanza scuola-lavoro/IFTS/ITS Formazione formatori 39
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