Leggi il resoconto - Claudio Sinigaglia

Anno 2014
Resoconto
Elezioni Regionali
Maggio 2015
In questo opuscolo, comodo da sfogliare,
presento alcuni temi affrontati
in Regione nel 2014.
Centenario della Grande Guerra
“Mi ricandido per la prossima legislatura nella lista del PD Veneto
a fianco di Alessandra Moretti!
Ho conseguito risultati importanti nelle politiche sociosanitarie e
sociali del Veneto e ho accumulato una solida preparazione che
mi auguro possa diventare un patrimonio da poter spendere per
il futuro del Veneto a sostegno di un Governo alternativo e diverso dall’attuale. Vi ringrazio per l’appoggio che in molti mi avete
manifestato e che spero venga moltiplicato durante le elezioni di
maggio”.
Claudio Sinigaglia
Giornata del Volontariato a Padova
Con i militanti ai banchetti
Gli approfondimenti sugli eventi del 2014
e le notizie sulle iniziative politiche
del Consigliere Sinigaglia si trovano su:
www.claudiosinigaglia.com
Per comunicazioni:
[email protected]
tel. 041.2701407/08
Claudio Sinigaglia tra i top player
del Consiglio regionale
che hanno assicurato la loro presenza
durante le 219 sedute
della legislatura
Con Roger De Menech, Mariaelena Boschi e Alessandra Moretti
CLAUDIO SINIGAGLIA
Consigliere Regionale del PD
Introduzione
Il 2014 verrà ricordato come l’anno delle elezioni amministrative, degli scandali ( MOSE –Consorzio Venezia nuova su tutti), dei patteggiamenti, Galan,
Chisso e molti altri, ma soprattutto come l’anno che ha fatto emergere i
fallimenti di Zaia: il nuovo ospedale di Padova, la metropolitana di superficie,
il Grande accordo di Padova, i ritardi nei pagamenti dei servizi formativi scolastici, la banda larga, il patto per il lavoro, la meolo- Jesolo… e via dicendo
in una lunga serie di INCOMPIUTE!
L’altra amara considerazione da fare è l’isolamento al quale Zaia ha condotto
il Veneto! Politicamente siamo ridotti all’insignificanza in Europa e nel resto
del Paese. In questo momento, per superare la crisi, non possiamo proprio
permettercelo. Per questo le elezioni di maggio 2015 saranno decisive per
cambiare verso e per dare un futuro alla nostra Regione.
Claudio Sinigaglia tra i “Magnifici sette”
del Consiglio Regionale del Veneto
Anche il Veneto ha i suoi “top player”: sono i consiglieri che hanno fatto registrare il più alto numero di presenze durante i lavori in aula a Palazzo Ferro
Fini. Li ha presentati oggi l’Ufficio di Presidenza per voce di Clodovaldo Ruffato durante il tradizionale incontro con i giornalisti del Veneto, in occasione
degli auguri natalizi. I “magnifici sette” del Consiglio per l’attuale legislatura sono: Dario Bond, PdL (100% delle presenze in aula); Roberto Fasoli, Pd
(100% delle presenze); Costantino Toniolo, NCD (100%); Santino Bozza GM
(99,54%); Vittorino Cenci, LN (99,54%); Gustavo Franchetto, FP (99,0%); Claudio Sinigaglia, Pd (99,09%). I top player del Consiglio hanno assicurato la
loro presenza alle 219 sedute tenute durante la legislatura.
I candidati del PD alle elezioni del Comune di Padova
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Anno 2014
Resoconto
Elezioni Regionali
Maggio 2015
In questo opuscolo, comodo da sfogliare,
presento alcuni temi affrontati
in Regione nel 2014.
Centenario della Grande Guerra
“Mi ricandido per la prossima legislatura nella lista del PD Veneto
a fianco di Alessandra Moretti!
Ho conseguito risultati importanti nelle politiche sociosanitarie e
sociali del Veneto e ho accumulato una solida preparazione che
mi auguro possa diventare un patrimonio da poter spendere per
il futuro del Veneto a sostegno di un Governo alternativo e diverso dall’attuale. Vi ringrazio per l’appoggio che in molti mi avete
manifestato e che spero venga moltiplicato durante le elezioni di
maggio”.
Claudio Sinigaglia
Giornata del Volontariato a Padova
Con i militanti ai banchetti
Gli approfondimenti sugli eventi del 2014
e le notizie sulle iniziative politiche
del Consigliere Sinigaglia si trovano su:
www.claudiosinigaglia.com
Per comunicazioni:
[email protected]
tel. 041.2701407/08
Claudio Sinigaglia tra i top player
del Consiglio regionale
che hanno assicurato la loro presenza
durante le 219 sedute
della legislatura
Con Roger De Menech, Mariaelena Boschi e Alessandra Moretti
CLAUDIO SINIGAGLIA
Consigliere Regionale del PD
Incontro con suor Lia
delle cucine popolari
25 aprile al cippo
ricordo di padre Placido Cortese
Camposampiero
tutti a sostegno
di Katia Maccarrone,
neo sindaco
25 anni
del Centro Aiuto alla Vita
Sanità
Sanità
La telenovela sul nuovo ospedale di Padova:
la grande incompiuta
notevolmente più brevi (10 contro 20
anni), perché più efficiente e razionale, in linea con le moderne concezioni
ospedaliere, perché priva dei pesanti
disagi per i pazienti previsti invece
nella ristrutturazione, perché priva di
vincoli della sovrintendenza che sono
pesantissimi invece nel sito attuale.
L’ulteriore Dgr 1131 approvata dalla Giunta il 12 giugno 2012 approvava l’individuazione dell’area, Padova
Ovest (preferita a quella indicata dalla
Provincia in zona Brusegana), la stima
dell’intervento (648 milioni compreso esproprio dell’area e la bonifica),la valorizzazione dell’area dismessa (45 milioni di introito) ed incaricava l’azienda
ospedaliera di fare da stazione appaltante per esaminare la proposta pervenuta in data 30 marzo 2012 presentata da Finanza di Progetto SpA per
realizzare un nuovo ospedale di 1000 posti letto circa su 180.000 mq.
Il 18 novembre 2013 la giunta approvava la programmazione 2012/16
con l’inserimento del nuovo polo ospedaliero di padova di 1000 pl. dopo
che si era giunti alla stipula dell’accordo per la sua realizzazione tra Regione, Provincia e Comune di Padova, Università, Azienda e Iov.
Ora la stazione appaltante sta concludendo l’esame della proposta di
costruzione presentata per inserirla tra le opere di pubblica utilità.
Siamo quindi di fronte ad atti legislativi ed amministrativi, a posizioni
e decisioni motivate, di fronte alle quali “logicamente” è assurdo tornare indietro. E Zaia lo sa benissimo! Come sa benissimo che la non realizzazione del nuovo ospedale di Padova equivale a sancire “il suo” fallimento
politico.
Tornare indietro significa arrestare tutto, non far nulla e far precipitare
l’eccellenza sanitaria di Padova a livelli di retroguardia. Per alcuni aspetti
lo siamo già,privati come siamo, ormai da più di un decennio, di sviluppi
tecnologici e di una efficiente organizzazione che consenta di lavorare per
per intensità di cure e di assistenza.
Con l’accordo della Lega e Forza Italia a Verona, Venezia, Treviso si sono
realizzati in questi ultimi dieci anni nuovi ospedali, in project! A Padova non
si è fatto nulla.
A Padova avviene il fallimento totale di Zaia; altro che posa della prima
pietra per il più importante ospedale del veneto! Nel 2014 il suo amico di
partito Bitonci, per vincere le elezioni garantisce ai commercianti e a chi abita
vicino all’attuale ospedale, di procedere alla ristrutturazione dell’esistente.
Solo inganni elettorali. Infatti Bitonci si rimangia tutto e dopo aver presentato due progetti bocciati dalla Regione per ristrutturare il vecchio, si
arrende e individua una prima area in zona CUS scartata immediatamente,
e poi posiziona il nuovo ospedale in zona san lazzaro…
Zaia ha fatto una figuraccia. Come può ricandidarsi a governare il Veneto
se non riesce nemmeno a farsi rispettare nemmeno all’interno del proprio
partito e rimane vittima delle lotte fratricide leghiste?
E intanto tramonta il progetto del nuovo ospedale! Irresponsabili, perché
a rischio è la secolare scuola di medicina di Padova e del nostro Paese, è
a rischio l’eccellenza sanitaria veneta… ah dimenticavo, Zaia può sempre
consolarsi con Verona e Treviso, sommamente privilegiate durante il suo
mandato.
Il percorso legislativo e amministrativo per costruire il nuovo ospedale di
Padova è iniziato nel 2006 e oggi rischia di essere azzerato!
Questa la storia in breve. A fine dicembre 2006 il direttore generale
dell’azienda ospedaliera di Padova, Adriano Cestrone, chiede alla giunta
regionale di valutare l’ipotesi della realizzazione di un nuovo ospedale. Le
motivazioni: frammentazione, scarsa funzionalità per l’assistenza, la didattica e la ricerca, continui spostamenti di pazienti, personale e materiali, duplicazione di servizi diagnostici e terapeutici… deficit (più di 20
milioni all’anno)!
La giunta regionale attiva il progetto, costoso, denominato Patavium;
l’arrivo di Zaia rigetta quella proposta e attiva uno studio di fattibilità a cura
di un gruppo di lavoro con la presenza di Regione, azienda ospedaliera e
università di Padova.
Il 31 agosto 2011 la giunta approva la Dgr 1367 aderendo così alla proposta del gruppo di lavoro che aveva indicato l’opzione di costruire il nuovo
ospedale su un nuovo sito (valore 600 mil. di euro) come preferibile a quella di una ordinaria manutenzione (valore 174 mil di euro) e a quella della
ristrutturazione dell’esistente (valore 550 mil. di euro). Perché i tempi sono
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Sanità
Sanità
Sinigaglia, ispezione sulla situazione
protesica del Veneto. I risultati
to) delle protesi. Le cartelle cliniche, come già accennato, non vengono
eseguite con modalità standard. A volte è impossibile conoscere la data
del primo impianto, o la ditta produttrice; non sempre, inoltre, la rimozione/revisione viene eseguita dalla stessa struttura. È fondamentale istituire un tavolo tecnico regionale ed un registro regionale delle protesi
impiantate. Nel caso delle revisioni/rimozioni delle protesi all’anca, ben 5
aziende hanno intrapreso azioni legali contro le ditte produttrici: esemplare
il caso di Abano e Monselice dello scorso febbraio, quando furono impiantate 1500 protesi pericolose per le quali il consigliere Sinigaglia presentò
un’interrogazione in Commissione.
Su mia richiesta è stata avviata, alla fine di giugno 2013, un’indagine condotta dall’Istituto Ispettivo Regionale sulla situazione della protesica nel
Veneto. L’indagine, condotta per la prima volta nella nostra Regione, si è
protratta per sei mesi ed è culminata nella redazione del documento “Ricognizione sui dispositivi protesici impiantabili”.
L’analisi si è limitata alle protesi all’anca e al ginocchio realizzate nel
triennio 2010-2012; ha coinvolto tutte le Ulss e 7 strutture private convenzionate, una per provincia (Codivilla BL, Eretenia VI, Giovanni XXIII TV, S.
Marco VE, Abano PD, Madonna della Salute RO e Sacrocuore VR).
I dati sono stati di difficile reperimento, a dimostrazione della necessità
di regolamentare la materia. Di particolare rilevanza sono i problemi relativi
alle cartelle cliniche: data la bassa qualità informativa e l’incompletezza, è
stato possibile visionare solo il 68% delle cartelle relative agli interventi di
revisione/rimozione delle protesi all’anca ed il 52% (di cui analizzabili solo il
20%) per gli interventi di revisione/rimozione delle protesi al ginocchio. Altre difficoltà tecniche sono state incontrate a causa della scarsa omogeneità
nella regolamentazione dell’uso dei codici specifici.
Dall’indagine è inoltre emersa una grossa disparità di costi tra le Ulss.
Se il costo medio per una protesi all’anca è di 2.800 euro, vi sono Ulss che
arrivano a spenderne 4.400 e Ulss che si limitano ad una spesa di 1.300. Allo
stesso modo, se il costo medio di una protesi al ginocchio è di 2.800 euro,
vi sono Ulss (come la Aoui veronese) che arrivano a spenderne 4.600.
Gli interventi all’anca vedono una maggiore presenza del pubblico, nonostante i tempi d’attesa siano i peggiori in Italia: 106,5 giorni. Gli interventi al ginocchio, invece, vengono effettuati molto più spesso nelle cliniche privateconvenzionate: il 53% del totale (ma si consideri che le
strutture convenzionate prese in esame sono solo la metà di quelle esistenti
sul territorio). È evidente l’urgenza di rafforzare le aziende pubbliche, soprattutto considerando l’enorme spesa affrontata quando gli interventi avvengono presso il privato convenzionato (la DRG di entrambi gli impianti
protesici è di 10.094,16 euro). Se si considera, poi, la difficoltà di reperire
le informazioni e l’incompletezza delle cartelle cliniche – e quindi una generale assenza di controllo sul privato – l’urgenza è ulteriormente giustificata.
La situazione emerge ancora più complessa dall’ispezione dei casi di revisione (per normale deterioramento) e rimozione (per problemi di impian4
Inaugurazione
dell’ospedale
di Schiavonia - Este
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Sociale
Sociale
La manifestazione è stata un’occasione forte di protesta e di denuncia per i tagli che il
sociale sta subendo a causa dell’operato della
Giunta Zaia. È stata inoltre un’occasione per
lanciare idee economiche e finanziarie in vista
del bilancio 2014, ma soprattutto per proporre una nuova politica per il sociale veneto. Rendiamo disponibili qui i video di tutti i
preziosi contributi di quanti sono intervenuti,
Aldo Mingati, Monica Lazzaretto, Emanuela
Tacchetto, Maria Laura Tessarin, Flavio Savoldi, Barbara Maculan, Lucio Babolin, Giulio
Nicetto Boarotti e cogliamo l’occasione per
ringraziarli.
AAA assessore al sociale cercasi
Da aprile 2014 la Regione Veneto è priva dell’assessore al sociale, esattamente da quando la delega di Sernagiotto è stata ritirata per consentirgli
di partecipare alle elezioni europee. Poi il titolare è volato a Bruxelles e la
carica è rimasta lì: da ricoprire!
Il risultato? Il sociale nel Veneto è stato azzerato! Il fondo per la non autosufficienza è stato ridotto, le quote per le case di riposo non sono state
aumentate né di numero, né di valore; a causa di questo le famiglie pagano
1800/1900 euro al mese per inserire i loro cari nelle case di riposo e devono
ringraziare Zaia se dal 2010 non è stata aumentata la quota sanitaria; è stato ridotto lo stanziamento per la disabilità e quello per la domiciliarità. Non
è stato ancora approvato il riparto per le scuole d’infanzia e gli asili nido
paritari, che rischiano di non aprire a settembre. I centri e le comunità per
i minori sono stati tagliati, i contributi per l’associazionismo non esistono
praticamente più e quel poco che c’è è il frutto di estenuanti battaglie in
Consiglio regionale da parte dell’opposizione. … e potremo proseguire la
lunga lista delle inadempienze di Zaia sul sociale.
Ma ciò che preoccupa maggiormente è purtroppo l’assenza di una qualsivoglia politica per il sociale e per l’integrazione sociosanitaria. O meglio,
l’unica politica che sta emergendo è quello della sua scomparsa ed assorbimento conseguente nella sanità!
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Non a caso il sociale non ha finanziamenti propri. Sia il fondo per la non
autosufficienza sia il contributo per le scuole paritarie e per la disabilità,
per la quota spettante ai comuni, è a carico del fondo regionale della sanità. E forse da questo dipende i mancato riparto per le scuole paritarie.
Infatti che c’azzecca la scuola con la sanità?
Non a caso si vocifera di un azzeramento del dipartimento del sociale.
Se prima eravamo la Regione modello per il sociale e per l’integrazione
sociosanitaria, con Zaia siamo tra le ultime! Vi ricordate lo slogan: prima il
Veneto? Una burla colossale!
Istituti polesani di Ficarolo
Subito l’ispettivo per far luce su quanto successo a ficarolo e per recedere l’accreditamento. Sono rimasto
incredulo e sconcertato nell’apprendere quanto è potuto succedere
agli istituti Polesani di Ficarolo.
Com’è possibile che in una struttura che riceve continui finanziamenti dalla Regione Veneto non ci siano
stati controlli nonostante le numerose segnalazioni pervenute anche
tramite articoli di giornale? Zaia dovrebbe assumersi le proprie responsabilità oltre a dire grazie alle forze
dell’ordine per l’indagine che hanno
brillantemente portato avanti.
Oltre ad un interrogazione per
ricostruire quanto è successo e per
stabilire le responsabilità regionali, attiverò l’ispettivo regionale per
una minuziosa ricostruzione della
situazione degli istituti polesani di
ficarolo per capire se sussistano i
presupposti per recedere dall’accreditamento e dalla convenzione
con la struttura incriminata.
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Sociale
Sociale
Il peggio di Zaia
ga ben 1 milione e settecentomila euro: non facciamoci mancare niente,
soprattutto prima delle elezioni.
Televisioni, stampa, radio, affissioni, internet: Zaia inizia la campagna elettorale in anticipo, e lo fa con i soldi di tutti.
E pensare che la corte dei Conti sta tartassando il Consiglio per molto,
molto meno…
Interessante notare come alcune attività come Expo 2015 dopo lo stanziamento di 5.5 milioni abbia bisogno di altri 50.000 euro, che il sociale spenda
150.000 euro per “non si sa cosa”… che il turismo altri 200.000…
Sobrietà Zaia, sobrietà… certo che 1.700.000 euro son tanti, soprattutto
in periodo di crisi e perciò abbiamo deciso di inoltrare esposto per vederci
meglio.
Barriere architettoniche: Zaia stanzia solo ad personam
“Da quattro anni la Regione Veneto non stanzia un solo euro per aiutare le famiglie dei disabili ad abbattere le barriere architettoniche”. La denuncia arriva da Claudio Sinigaglia (Pd), vicepresidente della commissione
Sanità e sociale, che prendendo spunto dal caso riportato dai quotidiani
locali della ragazza disabile di San Michele al Tagliamento, portata a spalla dai familiari perché impossibilitati a far fronte alle spese per installare
l’ascensore, punta il dito sull’”insensibilità” della giunta Zaia nei confronti delle esigenze dei portatori di handicap. “Inutile illudere i cittadini con
fumose prescrizioni tecniche al piano casa, come quelle presentate oggi
in commissione urbanistica alle associazioni dell’handicap, per agevolare
gli interventi edilizi di riqualificazione o ampliamento degli immobili per
i disabili – polemizza Sinigaglia – La Regione ha azzerato i contributi per
gli interventi più ordinari di mitigazione o superamento di scale e altri impedimenti architettonici. La realtà dei fatti è un’altra: dal 2011 la Regione
Veneto non finanzia più la legge 16 del 2007, “Disposizioni generali in materia di eliminazione delle barriere architettoniche”, che sino al 2010 aveva
contributo con una media di 4 milioni di euro l’anno a rendere accessibili
edifici pubblici e privati, sostenendo iniziative di singoli e enti per oltre 12
milioni di euro. L’azzeramento dei contributi regionali ha paralizzato anche
i cofinanziamenti comunali, peraltro sempre più esigui. Il paradosso è che
ogni anno i Comuni e gli uffici della Giunta regionale continuano a istruire
una documentata ricognizione delle domande di contributo per l’abbattimento delle barriere architettoniche da inoltrare a Roma per concorrere
all’assegnazione dei fondi previsti dalle legge statale 13 del 1989: Nel 2014
– fa notare Sinigaglia – la ricognizione degli uffici tecnici della Regione ha
rilevato e istruito domande di contributo per oltre 906 mila euro. Ma da
quattro anni tutto questo (costoso) lavoro istruttorio è fine a se stesso: senza partecipazione regionale, nemmeno lo Stato eroga. Questa è la sensibilità che la giunta Zaia dimostra nei confronti dell’handicap: illude le famiglie
con promesse di contributi che sa di non poter mantenere”.
Associazionismo… giornata del volontariato a Padova
Comunicazione elettorale
Una scandalosa delibera regionale di luglio consente alla Giunta di comunicare meglio! Sempre e solo (sigh) per motivi istituzionali la giunta si ero8
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Sociale
Sociale
Riforma del terzo settore
La riforma giuridica
“Esiste un’Italia generosa e laboriosa che tutti i giorni opera silenziosamente per migliorare la qualità della vita delle persone. È l’Italia del volontariato, della cooperazione sociale, dell’associazionismo non profit, delle
fondazioni e delle imprese sociali. Lo chiamano terzo settore, ma in realtà
è il primo”.
“Noi crediamo che profit e non profit possano oggi declinarsi in modo
nuovo e complementare per rafforzare i diritti di cittadinanza attraverso la
costruzione di reti solidali nelle quali lo Stato, le Regioni e i Comuni e le
diverse associazioni e organizzazioni del terzo settore collaborino in modo
sistematico per elevare i livelli di protezione sociale, combattere le vecchie
e nuove forme di esclusione e consentire a tutti i cittadini di sviluppare le
proprie potenzialità”.
Tre gli obiettivi dichiarati della riforma del Terzo settore: costruire un
nuovo “welfare partecipativo”, valorizzare il potenziale di crescita e occupazione dell’economia sociale, premiare con incentivi e strumenti di sostegno
i comportamenti “donativi o comunque pro sociali” di cittadini e imprese.
Il servizio civile universale
Tra le linee guida per il perseguimento dei
tre obiettivi, la novità di maggiore interesse è
probabilmente la previsione di “una leva per
la difesa della patria”, un servizio civile universale per 100mila giovani all’anno nel primo triennio, della durata di 8 mesi prorogabili
di 4, al quale possono partecipare anche gli
stranieri. Un periodo di tempo in cui operare
nel terzo settore, e inutile per la formazione:
i giovani coinvolti potrebbero infatti usufruire di crediti universitari, tirocini professionali
o vedersi comunque riconosciute le competenze acquisite durante l’espletamento del
servizio, che potrebbe anche essere svolto in
parte in altri Paesi dell’Unione europea e costituire quindi un’occasione per approfondire
una lingua e sviluppare ulteriori conoscenze.
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Necessaria e urgente è una riforma giuridica del terzo settore, che vive
ancora una condizione di ambiguità: bisogna specificare meglio i confini
tra volontariato e cooperazione sociale, tra associazionismo di promozione
sociale e impresa sociale.
Nel concreto, la riforma giuridica si realizza cambiando il titolo II del libro
I del Codice civile, anche alla luce dell’articolo 118 della Costituzione, modificando quindi le norme che riguardano la costituzione degli enti non profit
e i criteri per la loro gestione economica. Ma anche costituendo un’Autorità
del terzo settore, che disciplini e controlli. Altra linea guida è la valorizzazione del principio di sussidiarietà “verticale e orizzontale”, per porre fine agli
sprechi generati dall’azione diretta del pubblico nel sociale muovendo verso nuovi modelli di assistenza in cui l’azione pubblica sia affiancata dall’autonoma iniziativa dei cittadini, “per realizzare concretamente la tutela dei
diritti civili e sociali garantita dalla Costituzione”.
Fisco facile e voucher per le imprese sociali
Fondamentale per riformare il settore del sociale è anche il decollo forte
dell’impresa sociale, dimostrando che “capitalismo e solidarietà possono
abbracciarsi in modo nuovo attraverso l’affermazione di uno spazio imprenditoriale non residuale per le organizzazioni private che, senza scopo di lucro, producono e scambiano in via continuativa beni e servizi per realizzare
obiettivi di interesse generale”.
Si prevede, ad esempio, l’ introduzione di nuove modalità per assegnare
alle organizzazioni di terzo settore in convenzione d’uso immobili pubblici
inutilizzati e beni confiscati alla criminalità organizzata.
Inoltre l’istituzione del voucher universale per i servizi alla persona e alla
famiglia, ispirato al francese “Chèque emploi service universel” (CESU),
prevede che i voucher emessi dalle società concessionarie vengano acquistati dalle famiglie o ricevuti dai dipendenti delle imprese e dai destinatari
dei servizi di protezione sociale, per acquistare servizi di cura dei bambini,
degli anziani non autosufficienti o delle persone con disabilità.
Nel concreto bisognerebbe potenziare il 5 per mille, rendendo identificabili gli enti non profit che ne beneficiano. Una sorta di elenco pubblico,
dove chi usufruisce del contributo è ben identificabile e chiaro a tutti.
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Scuola
Scuola
Scuole paritarie
e Centri di Formazione Professionale
euro. “Se la Regione non
erogherà rapidamente
i 42 milioni promessi a
fine anno dall’assessore
Bendinelli – ha scandito
il presidente Cecchin –
non saremo più in grado
di erogare gli stipendi al
personale delle nostre
scuole, che in Veneto
sono frequentate da 2
bambini su 3 in età compresa 6mesi-6anni e fanno risparmiare allo stato
circa mezzo miliardo di
euro l’anno”.
Analoga la richiesta
La squadra di Ivo Rossi
dei centri di formazione
alle elezioni comunali
professionale di Forma
Veneto (Enaip, Ficiap, Cif,
salesiani, Irigem e Dieffe) che contano 19.600 allievi, 2 mila operatori tra
insegnanti e tecnici e rappresentano l’85 per cento dell’offerta formativa
Mille scuole per l’infanzia e cento centri di formazione professionale in
Veneto non riescono più a pagare gli stipendi a insegnanti e operatori e
rischiano di chiudere.
Questo l’allarme lanciato dal presidente della Fism (la federazione delle scuole materne) Stefano Cecchin e dal presidente di Forma Veneto (il
consorzio degli enti di formazione professionale Renato Meggiolaro ai consiglieri di palazzo Ferro-Fini, Il sistema delle scuole paritarie per l’infanzia
(1073 scuole, 91516 alunni e 9280 dipendenti, di cui 6 mila insegnanti) –
hanno spiegato i rappresentanti Fism - attende dalla Regione il pagamento
dei 42 milioni di contributi arretrati per l’’esercizio finanziario 2014 e guarda
con preoccupazione alle ridotte poste di bilancio 2015, dove – stando al
bilancio previsionale stilato dalla Giunta – mancano all’appello 5 milioni di
I Tesori di Padova - Visita all’Orto Botanico
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I Tesori di Padova
Fiera Arte Padova
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Lavoro
Piano Garanzia Giovani
I Tesori di Padova
Fiera Arte Padova
professionale nella Regione: “I nostri centri vantano quasi 65 milioni di euro
di arretrati (su 83 milioni di contributo annuo previsto) nei confronti della
Regione e hanno ormai esaurito le possibilità di fido o anticipazione bancaria – ha riassunto
il presidente di Forma Veneto –
I dipendenti di alcuni enti sono
scesi in piazza perché senza stipendio da mesi. In assenza di
contributi regionali e di tempi
certi di erogazione il sistema
della formazione professionale
rischia il collasso”.
I Tesori di Padova
Visita al museo della Terza Armata
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I Tesori di Padova
Visita alla mostra Corcos
La Youth Guarantee (Garanzia per i Giovani) è la risposta europea alla
crisi occupazionale giovanile, un’iniziativa aperta a tutte le Regioni con un
livello di disoccupazione giovanile superiore al 25%.
Con la Raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 22 Aprile
2013 gli Stati Membri vengono invitati a garantire ai giovani aventi meno
di 29 anni un’offerta qualitativamente valida di lavoro, di proseguimento
degli studi, di apprendistato o tirocinio o altra misura di formazione entro 4 mesi dall’inizio della disoccupazione o dall’uscita del sistema di istruzione formale.
Tenuto conto dei tempi di avvio dell’Iniziativa, fissati al 1 maggio 2014, la
Giunta Regionale il 15 Aprile 2014 con Deliberazione n. 551 ha approvato
lo schema di convenzione tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e
la Regione del Veneto per dare esecuzione al Piano Regionale di attuazione
della Garanzia Giovani. Il Piano mira a favorire l’attività dei giovani, che a
seconda dell’età e delle caratteristiche dei singoli destinatari, potrà tradursi
in percorsi o verso il lavoro o verso la scuola attraverso l’attuazione di una
serie di misure.
Situazione garanzia giovani
in data 15 ottobre 2014
Risorse richieste
€ 6.332.615,90
Progetti presentati
143
Risorse finanziate
€ 3.882.336,50
Progetti finanziati
77
Aderiamo alla campagna di Confesercenti “Libera la Domenica”!
Teniamo chiuso la domenica per
continuare ad aprire bene domani.
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Cento anni Grande Guerra
Gioco d’azzardo
Padova, città della pace
Gioco d’azzardo, avviato finalmente
l’iter per la legge regionale
Quale significato assumeranno a Padova le celebrazioni dei 100 anni della
Grande Guerra? Saranno
solo retorica? Diventeranno
un esercizio di ricostruzione
storica per appassionati ed
intellettuali?
Penso che il tema centrale durante le celebrazioni
del centenario della prima
guerra mondiale a Padova
dovrà essere l’Armistizio firmato il 3 novembre 1918 a
villa Giusti!
Questo atto che pose
fine alla Grande Guerra fa
della nostra città, la città
della Pace. E questo valore
deve diventare il filo conduttore delle celebrazioni
per conoscere, ricordare,
capire e dare significato alla
costruzione del futuro della
nostra comunità.
Propongo perciò che il programma delle celebrazioni padovane si caratterizzi sul valore della Pace e si concluda con manifestazioni a carattere
locale, regionale, nazionale ed internazionale avendo come fulcro “Padova,
Città della pace”!
Come scriveva Giuliano Lenci «…un doloroso ed eroico tratto della storia
di Padova che ha dato ragione, per la sua sede dell’armistizio, di un titolo
altamente onorifico, non solo di acquisita vittoria di una tremenda guerra,
ma di quello che allora, dopo la guerra, fu inteso nelle speranze dei popoli:
“Padova, Città della pace”».
Non perdiamo questa grande occasione che la storia ci ha consegnato!
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Finalmente è stato avviato l’iter della legge regionale per contrastare il
fenomeno del gioco d’azzardo patologico. Tra i punti condivisi del testo
unico ci sono il piano triennale, con le azioni di prevenzione e di informazione alla popolazione sui rischi del gioco d’azzardo e l’individuazione dei
compiti di Comuni, Ulss e terzo settore. Manca ancora il passaggio in commissione Bilancio per verificare la norma finanziaria e le possibilità di misure
premiali per gli esercenti che disinstallano videopoker e slot machines. Si
tratta di un testo atteso da tempo, vista l’urgenza di contrastare in modo
efficace un’emergenza dai numeri rilevanti in Veneto.
In Veneto, nei primi dieci mesi del 2014, sono stati spesi per videolottery
e slot machine oltre 3,3 miliardi di euro, con una spesa pro-capite di 670
euro (nell’interno Paese il fatturato del gioco d’azzardo nel 2013 ha fatto segnare i 90miliardi di euro). Il gioco d’azzardo patologico, che in Italia coinvolge circa 800mila soggetti, fa segnare proprio nel Nord-Est il suo record
di penetrazione, registrando il 38% dei giocatori a rischio di dipendenza
(dati CONAGGA, Coordinamento nazionale gruppi per Giocatori d’Azzardo). Sono cifre e percentuali impressionanti, che indicano come la nostra
regione sia l’osservato speciale numero Uno di questo comportamento patologico dei nostri tempi.
Questi dati sono purtroppo seguiti una constatazione: nonostante sia a
così forte rischio di “contagio”, il Veneto è ad oggi una delle poche regioni
senza una legge regionale di riferimento e contrasto, nonostante sia stata
la primissima ad aver registrato (già nella primavera del 2013) proposte
legislative in merito.
“Oggi abbiamo in mano una proposta in 14 articoli che prevede uno
stanziamento annuo di 250mila euro e punta sul coinvolgimento del privato
sociale, degli enti locali, delle scuole e delle Ulss. È una proposta che si basa
su meccanismi di premialità per quegli esercizi commerciali che rifiutano le
slot machine, e penalizzazione come deterrente per fermarne l’ulteriore diffusione. La legge vedrà la luce – come già accaduto ad esempio in Lombardia, Toscana, Lazio, Puglia – oppure rimarrà una pia speranza mentre i Sert,
le forze dell’Ordine e gli psicanalisti del Veneto continueranno a registrare
casi di tragedie e fallimenti di aziende provocati dalle malattie da gioco?”
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SFMR
SFMR
SFMR:
Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale
“Il Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) è un progetto,
in attuazione e finanziato principalmente dalla Regione Veneto, che prevede l’attivazione di un servizio ferroviario regionale/suburbano ad elevata frequenza (ogni 15/30 minuti) con orario cadenzato lungo alcune linee
ferroviarie nella Regione Veneto. La rete ferroviaria sfrutta le ferrovie già
esistenti integrate da nuove tratte e da nuove stazioni in corso di realizzazione, in progetto o già realizzate. Il progetto è integrato da interventi di
riqualificazione della rete stradale (ad esempio l’eliminazione dei passaggi
a livello) e dalla riorganizzazione del trasporto automobilistico pubblico.”
Questo che avete letto è l’inizio della pagina di Wikipedia dedicata
al SFMR, la rete ferroviaria che la Regione ha inaugurato da pochi mesi.
Come molti progetti, questo è l’ennesimo fallimento.
“Mentre Zaia inaugura l’ennesima opera stradale, noi abbiamo deciso
di venire qui, in uno dei luoghi-simbolo delle fallimentari politiche sul trasporto pubblico in Veneto. Porta Ovest doveva infatti rappresentare uno
degli snodi cruciali di un nuovo sistema di
collegamenti e di interscambio tra ferro e
gomma: ma a distanza di un decennio dalla
sua apertura si è rivelata una piccola cattedrale nel deserto”. A dirlo i consiglieri regionali del PD che oggi, in contemporanea con
l’inaugurazione della Valdastico Sud, si sono
ritrovati presso la stazione ferroviaria di Porta
Ovest, presso Oriago di Mira (Ve). Coperti di
pettorine con la scritta ‘Zaia ci lascia a piedi’,
gli esponenti democratici, con in testa il capogruppo Lucio Tiozzo ed il vice presidente
della Commissione Trasporti, Bruno Pigozzo,
hanno organizzato l’iniziativa per denunciare
una serie di flop del governo veneto. A partire dalla SFMR, di cui la stazione Porta Ovest
doveva rappresentare appunto uno dei fiori
all’occhiello: SFMR OPERA INCOMPIUTA:
“Il progetto della Metropolitana regionale
di superficie fu inserito nel 1990, dunque 25
18
anni fa, nel Piano veneto dei Trasporti, ed ancora lontanissimo dalla sua
realizzazione. Dopo l’avvio in pompa magna dei lavori nel 2001, l’opera si è
completamente arenata: ad oggi non è stata neppure completata la prima
fase delle tre previste. La controprova schiacciante emerge peraltro dallo
stesso Rapporto regionale sugli appalti pubblici 2013, nel quale si riporta
che sono ben 9 gli interventi incompiuti che riguardano la metropolitana di
superficie: una voragine da 70 milioni di euro”.
ORARIO CADENZATO INEFFICACE: “Ad un anno esatto dalla sua introduzione, l’orario cadenzato – hanno sottolineato i consiglieri PD – non ha
fatto segnare sostanziali miglioramenti. Questo, proprio perché la mancata
realizzazione della SFMR rende praticamente impossibile il raggiungimento
dell’obiettivo, ovvero realizzare collegamenti ogni 30 minuti tra centri urbani e aree periferiche. Siamo di fronte ad un servizio a macchia di leopardo
e ben lontano dall’essere efficace, soprattutto nell’interscambio tra diversi
mezzi di trasporto”.
30 MILIONI GETTATI AL VENTO: “Ciliegina sulla torta i 30 milioni che
la Regione deve ora pagare per i contenziosi persi proprio in ambito di
progettazione ferroviaria. Un colpevole spreco di soldi pubblici che si som19
SFMR
Futura 2014
mano alle pesanti difficoltà legate alla crisi e alla recessione. Si tratta di un
danno che poteva essere limitato se Zaia fosse intervenuto nel correggere
in tempo la rotta. Ma evidentemente a lui, come al suo predecessore, interessano di più le grandi opere e il taglio dei nastri”.
ZERO INVESTIMENTI: “Di fatto, anche con l’assestamento di bilancio che
verrà approvato in questi giorni e condizionato appunto da questo mega
risarcimento, la Giunta veneta, a differenza di altre Regioni, non metterà
un euro per investire in una nuova mobilità su ferro. Sono ormai croniche –
questa la denuncia dei democratici – sia la riluttanza del governo regionale
nell’inserire a bilancio risorse proprie sia le lamentele, che sanno di alibi, nei
confronti di Trenitalia e dei governi nazionali. Il risultato è che il materiale
rotabile non viene rinnovato così come manca l’ammodernamento delle
linee, molte delle quali ancora a binario unico e non elettrificate. Ecco spiegati i continui ritardi e le soppressioni, frutto di infrastrutture obsolete che
ormai non reggono più. Non è un caso che la tratta Portogruaro-Venezia
sia entrata nella top ten delle peggiori linee d’Italia, secondo il rapporto
Pendolaria 2014 di Legambiente”.
BIGLIETTO UNICO RESTA CHIMERA: “L’unica cosa certa è che quando
manca una strategia, la Regione investe buttando via i soldi. Il caso della
bigliettazione unica ne è l’ulteriore esempio: tante risorse spese per consulenze e progetti e nessun risultato concreto. La possibilità per i cittadini
di usufruire con un solo biglietto di differenti mezzi di trasporto resta una
chimera”.
PENDOLARI INASCOLTATI SU NUOVO ORARIO INVERNALE: “Oggi
parte anche il nuovo orario invernale – hanno ricordato gli esponenti del
PD Veneto – e, tanto per cambiare, le richieste e le osservazioni di pendolari e sindaci del territorio veneto sono rimaste lettera morta. Come sempre
presidente e assessori non ascoltano chi vive ogni giorno sulla propria pelle
i disagi. Anche questo segnale la dice lunga sulla scelta politica del centrodestra di privilegiare il trasporto privato su strada lasciando nell’abbandono
quello ferroviario. Non è così che il Veneto può pensare di ripartire verso un
nuovo sviluppo”. Al Veneto serve un nuovo governo anche in questo settore, per affrontare con coraggio un tema così strategico ed urgente, per
far ripartire lo sviluppo del Veneto in termini sociali, produttivi, economici,
ambientali.
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Sport
Sport
Commissione approva articolato della legge
per promozione attività sportiva
sportivi in cui venga praticata attività motorio-ricreativa,
nonché l’introduzione di requisiti di sicurezza degli impianti stessi. “Si tratta di un
provvedimento
importante
– ha sottolineato Claudio Sinigaglia primo firmatario del
La Strapadova viva
PdL presentato dal PD – che
modifica la precedente normativa del 1993, riconoscendo allo sport valore
agonistico, educativo e relazionale per la crescita personale e della comunità, in grado di superare disagi e discriminazioni. Mi auguro quindi, vista
anche l’ampia condivisione a questo testo di legge emersa in Commissione,
che possa essere approvato dal Consiglio nel più breve tempo possibile”.
Con l’approvazione dell’articolato è proseguito in Commissione Sport
l’iter del progetto di Legge per l’attività motoria e sportiva, sintesi di due
distinti PdL, il n.457 presentato dalla Giunta regionale e il n. 408 presentato
da Sinigaglia del Gruppo democratico.
Con questo provvedimento la Regione, nel ribadire il riconoscimento
dello sport come funzione sociale per la crescita e lo sviluppo individuale e
l’aggregazione sociale, intende dotarsi di un adeguato strumento normativo in grado di porre in essere azioni sempre più mirate ed incisive per soddisfare le mutate esigenze del mondo sportivo. Il provvedimento si rivolge
infatti non solo alle 11.200 società sportive del Veneto e ai quasi 2 milioni
di pratiche sportive, ma anche ai circa 700 mila studenti dei 1.900 istituti
scolastici. Tra le novità previste dal provvedimento, il Piano pluriennale per
lo sport, la costituzione della Consulta e dell’Osservatorio regionale per lo
sport, la Carta etica dello sport veneto, la definizione dei criteri per la gestione degli impianti sportivi comunali, il piano pluriennale dell’attività antidoping. Riconosciuto anche lo sport di cittadinanza come attività motoria e
ricreativa svolta in spazi aperti anche in assenza di specifici impianti. A livello
finanziario previsto l’ampliamento dei possibili
soggetti beneficiari dei
contributi regionali, sia
in materia di impiantistica sia di pratica sportiva,
la promozione di eventi, progetti e campagne
promozionali a favore
dello sport, la promozione della pratica sportiva in ambito scolastico,
contributi per la pratica
sportiva degli atleti con
disabilità. Previste infine norme a tutela della
salute delle persone che
frequentano
impianti
La Tonazzo Volley Padova è in A1
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Agevolazioni fiscali a sostegno dell’attività sportiva
Il consiglio regionale il 28 novembre 2014 ha approvato la legge regionale n° 36 che interviene a favore dell’associazionismo sportivo, incentivando
le sponsorizzazioni alle società sportive tramite agevolazioni fiscali e riattivando quindi il circuito di reciprocità tra impresa ed associazioni.
E’ prevista l’introduzione di un’agevolazione fiscale che opera in termini
di credito d’imposta sull’I.R.A.P. (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) per chi effettua erogazioni liberali o stipuli contratti di sponsorizzazione
con le associazioni sportive dilettantistiche (di cui alla legge n.289/2002)
con preferenza per quelle che hanno almeno il 50% dei tesserati di età inferiore ai diciotto anni. Il credito d’imposta è misurato nella percentuale del
5% dell’importo della erogazione liberale o del contratto di sponsorizzazione. L’importo massimo di sponsorizzazione è di 50.000 euro. A tutela del
corretto adempimento della procedura è stata prevista una convenzione fra
Regione del Veneto e Agenzia delle entrate.
Bando sport disabili
La Giunta regionale, con propria deliberazione n. 2499 del 23/12/2014,
pubblicata sul B.U.R. n. 11 del 27/01/2015, ha approvato il piano degli interventi per la promozione e lo sviluppo della pratica sportiva delle persone
con disabilità per l’anno 2014.
È l’esito del bando attivato grazie al finanziamento di 100.000 euro proposti dal consigliere PD Claudio Sinigaglia in sede di bilancio.
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Fondi Europei 2014-2020
La Strategia Europa 2020:
I target da raggiungere entro il 2020
Target Italia
Target UE
% di investimenti in
Ricerca e Sviluppo
3%
1,53%
<10%
15-16%
% di laureati di 3034 anni
40%
26-27%
promuovere un'economia più
efficiente sotto il profilo delle
risorse, più verde e più
competitiva
% di energia da
fonti rinnovabili sul
consumo finale
20%
17%
crescita inclusiva
Tasso di
occupazione tra 20
e 64 anni
75%
67-69%
crescita intelligente
sviluppare una economia
basata sulla conoscenza e
sull’innovazione
% di giovani che
lasciano gli studi
Stato dell’Arte
Spesa Veneto 2010:
1,04%*
Popolazione 18-24
Veneto 2012: 14,2%*
Popolazione 30-34
Veneto 2012: 21,4%*
crescita sostenibile
promuovere un'economia con
un alto tasso di occupazione
(miglioramento delle capacità
lavorative, lotta all'esclusione
ed alla povertà)
Popolazione a
rischio povertà o
esclusione sociale
% Italia sul consumo
finale: 11,5%*
Occupazione 20-64
Veneto 2012
69,3%*
riduzione di
2,2mln
riduzione
di 20 mln
Popolazione a
rischio Veneto
2011: 786.000; 15,9%*
*Fonte: Elaborazioni Regione Veneto - Direzione Sistema Statistico Regionale su dati Eurostat e Istat
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Le priorità del Veneto: prima simulazione
Realizzazioni 07-13 concentrate su 4 priorità
Obiettivo Tematico
Asse prioritario
8
Occupazione
9
Inclusione Sociale
Competenze per l’innovazione (apprendistato di
alta formazione, inserimento ricercatori, progetti
per le imprese)
Mobilità
Work-experience
Politiche attive per il ricollocamento e
reinserimento lavorativo dell’utenza
disoccupata e a rischio di marginalità
Sostegno agli allievi svantaggiati
10
24
Istruzione e
Formazione
Formazione iniziale
Orientamento
Certificazione delle competenze
Educazione permanente
Alternanza scuola-lavoro/IFTS/ITS
Formazione formatori
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