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Il luogo
La Certosa di Garegnano è tra i monumenti meno conosciuti di Milano, ma non per questo poco
significativa. Qui si fondono le dimensioni storica, artistica e spirituale. Una meraviglia inaspettata. Per la
presenza di notevoli quadri e affreschi, la Certosa viene definita "La Cappella Sistina del Nord Italia”.
La Certosa si trova a Garegnano, un tempo un piccolo borgo nella campagna che si estendeva a ovest di
Milano. Quando fu costruita, la zona si chiamava Garegnano Marcido, frazione di Musocco. Il nome di
Marcido deriva dalle marcite”, il tipico sistema di coltivazione delle pianure lombarde utilizzato dai frati
della Certosa. Garegnano dopo l’unità d’Italia fu prima aggregato al Comune di Musocco e poi annesso
definitivamente a Milano nel 1923; oggi è un quartiere posto tra il Cimitero Maggiore e l’autostrada dei
laghi.
Nei secoli precedenti la Certosa, inserita nel Bosco della Merlata e non molto distante dalla strada postale
che congiungeva Milano, Varese e Gallarate, costituiva un rifugio sicuro per viandanti e pellegrini in una
zona battuta da briganti e malintenzionati.
La storia
Fu fondata il 19 settembre del 1349 da Giovanni Visconti, Signore e Arcivescovo di Milano, il quale, si
racconta, lo fece per non avere l’obbligo di pregare, incaricando i monaci di farlo in sua vece.
Era stata costruita lontano dalla città per consentire ai monaci della comunità di religiosi, retta dall’ordine
dei Certosini, di poter vivere e pregare in silenzio e solitudine.
Nel 1367 vi fu consacrata l’adiacente grande chiesa dedicata a Santa Maria Assunta; l’edificio è
caratterizzato da una navata unica, voltata a botte e senza transetto.
Il convento, invece, ampliato verso la fine del Cinquecento, forse su progetto di Pellegrino Tibaldi, fu
soppresso nel 1779 e, dopo varie vicissitudini, fu quasi completamente demolito.
Miglior sorte ebbe invece la chiesa che dal 1562, nel corso degli anni, fu rielaborata; si aggiunsero un
importante atrio porticato, un maestoso vestibolo e una facciata che ancora oggi si può ammirare e ancora
fregi, statue e obelischi che richiamano un chiaro stile barocco. Santa Maria Assunta in Certosa di
Garegnano è considerata uno dei grandi monumenti nella storia dell’arte ambrosiana.
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Il complesso ospita opere di grande interesse artistico; è il caso del ciclo pittorico dell'interno eseguito in
due tempi da Simone Peterzano, maestro del celebre Caravaggio, e delle pareti della navata decorate con
affreschi di Daniele Crespi (1629) che raccontano storie di certosini e di San Brunone, fondatore dell’ordine.
La sala capitolare conserva nella volta un bellissimo affresco con San Michele, opera di Bernardino Zenale
(principio del XVI secolo).
La facciata, attribuita a Galeazzo Alessi e a Vincenzo Seregni, fu realizzata tra la fine del sec. XVI e l’inizio del
sec. XVII e si presenta divisa in tre ordini simmetrici scandita nei due inferiori da coppie di paraste in granito
con capitelli in pietra gialla d’Angera.
Nell’ordine inferiore si apre un solo portale, due colonne in granito, un altorilievo in marmo di Candoglia
raffigurante il riposo della Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto. Nella parte mediana, al centro, si trova
una finestra con balconata in pietra rossa d’Angera, a destra in una nicchia San Carlo Borromeo e, a sinistra,
Sant’Ambrogio, in marmo di Candoglia. Nella parte superiore un bassorilievo che raffigura la Maddalena. La
facciata è completata dalla statua della Vergine Maria affiancata da due angeli.
L’attuale campanile fu edificato nel 1845 ed è fregiato da un elegante cupolino a logge sottolineato da
balaustra in marmo. Le cinque campane originarie furono sostituite nel 1921 da sei campane. Rimosse nel
1942 per necessità belliche, furono ripristinate nel 1954.
Il complesso fu restaurato nel 1930 da Ambrogio Annoni. L’ultimo restauro è del 1982.
Aneddoti e Curiosità
La Certosa accoglieva, al suo interno, la Prioria e il Grande Chiostro, simile a quello della Certosa di Pavia, su
cui si affacciavano le celle dei monaci. Nel 1783 il cenobio fu soppresso e i certosini furono estromessi. Il
convento venne parzialmente demolito e in parte adibito a uso abitativo.
A creare l’aurea di splendore e santità attorno alla comunità monastica contribuì sicuramente anche il
Petrarca, il quale visitò diverse volte questo monastero e, dopo aver visto anche la Grande Chartreuse,
affermò: "Son dunque stato in Paradiso: ho visto gli Angeli di Dio in terra; ho visto viventi in corpi Terrestri,
coloro che presso il Cielo sarà loro dimora". La tradizione narra che il Petrarca si recasse in Certosa ogni
settimana e che nel monastero avesse libero accesso.
Fonte: Portale del Turismo di Milano
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