Osservatorio congiunturale del Mercato Italiano ed Europeo dell’Auto. Analisi degli andamenti nel 2014. Dopo sei anni consecutivi in perdita il mercato Europeo dell’auto ha chiuso in progresso: 13.006.451 unità immatricolate nell’area UE+Efta, il 5,4% in più del 2013. Da sottolineare che la ripresa era già iniziata nell’ultimo trimestre del 2013 e si è protratta per tutto l’anno passato, con 16 aumenti mensili consecutivi. Ciononostante i volumi di mercato ci riportano indietro di quasi vent’anni. Ma probabilmente a valori che rappresentano la domanda fisiologica del mercato europeo, in assenza di adeguati supporti alle vendite e in presenza di una grave riduzione di redditi e consumi che stentano a riprendersi a fronte di continue manovre di bilancio all’insegna dell’austerità (fi13). In particolare in Italia (Figure 1-6) dove dal 2011 il mercato ha continuato a scendere progressivamente e senza soste fino al 2013 su volumi che ci hanno riportato ai livelli di fine anni ’60, primi anni ‘70 del secolo scorso (vedi Fig. 5,l’anno scorso il trend si è invertito garantendo un volume totale dell’anno superiore del 4,4% al 2013, con 1.359.916 unità immatricolate. Nonostante il progresso del 2014 non si può certo affermare che il mercato italiano sia uscito dalla crisi, una crisi legata alla drammatica caduta di reddito e consumi legata anche alla drammatica politica di austerità che ha bloccato investimenti e PIL, alzando a livelli insostenibile la pressione fiscale su imprese e famiglie, come evidenziato dalla Figura 3. Senza particolari iniziative da parte del Governo per l’anno in corso (vedi esempio nel testo) si prevede un aumento di non più del 3/4%. Nell’anno la quota del gruppo FCA è sceso al 27,82% contro il 28,71% del 2013. Per quanto in ripresa la crisi del mercato dell’auto è paradigmatica della crisi in cui l’economia italiana è sprofondata con anni di austerità, illustrata da pochi parametri: PIL in discesa di un ulteriore 0,5%, disoccupazione salita al 13,4% (44% quella giovanile), potere d’acquisto delle famiglie in continua discesa, arretrato, secondo Nomisma, al livello di 25 anni fa, produzione industriale scesa nell’anno di un altro 0,2% , pressione fiscale ancora cresciuta. A ciò va aggiunta, per quanto riguarda l’auto in particolare, una pressione fiscale fuori controllo, costo dei carburanti ai più alti livelli europei, mitigato sono nell’ultima parte dell’anno dal crollo del prezzo del petrolio, costi crescenti per assicurazioni e pedaggi e IVA cresciuta al 22%. Il Mercato dei veicoli ecologici (Figure 7-9). L’elevato prezzo dei carburanti tradizionali alla pompa, almeno fino all’autunno, ne ha favorito un ulteriore leggero aumento, in particolare di quelli a gas, cresciuti infatti al 14,4% del mercato a fine 2014. Tra gli altri veicoli a trazione alternativa al petrolio in crescita anche gli elettrici e ibridi che rappresentano oggi circa il 10% dei veicoli “ecologici. Si è ripreso anche il diesel che ha chiuso il 2014 con una quota del 55,2%. Le vetture a benzina, che si erano riprese come quota nel 2011, hanno chiuso l’anno 28,7%. In Europa (EU+Efta) (Figure 10-13) Il 2014 è stato l’anno delle svolta: La figura 11 mostra l’andamento mensile delle vendite degli ultimi 4 anni e appare subito evidente che quando con il 2° trimestre del 2013 il Pil in Europa ha ripreso a salire anche il trend delle vendite ha ripreso a salire, con particolare evidenza in Gran Bretagna. La crisi che aveva colpito il settore ormai da 6 anni si è così trasformata in una ripresa mese dopo mese, fino a chiudere l’anno oltre 13 milioni di unità immatricolate. Da sottolineare il caso delle Spagna che, grazie agli incentivi governativi, dopo aver aumentato le immatricolazioni del 3,3% anche nel 2013, anno in cui il totale europeo era sceso dell’1,8% ( che sarebbe stato del -4,2% senza la brillante performance della Gran Bretagna che aveva chiuso il 2013 al +10,8%) le ha aumentate di un altro 18,4% l’anno scorso. Un esempio che forse anche il governo italiano avrebbe dovuto seguire. Per quanto riguarda il futuro le previsioni sono contraddittorie, e comunque al massimo parlano di aumenti contenuti entro un 2/3%. Si susseguono, tra l’altro, le notizie di chiusura di stabilimenti e di riduzioni di personale a fronte di una domanda stagnante anche nei mercati meno colpiti dalla fase recessiva degli anni scorsi. Nota dolente per la FCA Group ulteriore riduzione della sua quota al 6,1%, contro il 6,2% del 2013. I livelli produttivi (Figure 14-16) sono rimasti strettamente correlati alla domanda di mercato, che è stata costantemente negativa. In Europa Occidentale la produzione di autovetture, che era aumentata nel 2011 solo del 2,6%, si è ridotta del 9% nel 2012 stabilizzandosi su quel livello anche l’anno successivo. Abbiamo previso un aumento di circa i 4% per il 2014, sulla base di una estrapolazione dei dati del primo semestre. In Italia la produzione di autovetture si è ripresa a fine anno e chiude a 401.317 unità, il 3,3% in più del 2013, in positivo per la prima volta da decenni. La mobilità delle persone (Figure 17 e 18) Gli ultimi dati pubblicati dall’ITF (International Transport Forum) e dall’Eurostat mostrano andamenti analoghi in Europa e in Italia. In entrambe le aree l’auto privata domina in assoluto, garantendo circa l’80% della mobilità delle persone; aumenta leggermente la ferrovia sia in Europa che in Italia. L’utilizzo degli autobus diminuisce in Europa ma aumenta invece significativamente in Italia nel 2011 e 2012, riportandosi sui valori addirittura superiore agli anni 60. Emilio di Camillo – febbraio 2015 - http://www.centrostudisubalpino.it 1 Il Mercato dell’auto in Italia. 1) I grafici pubblicati in questa pagina mostrano gli andamenti mensili (Fig. 1) e trimestrali (Fig. 2) degli ultimi 4/5 anni. Dopo la contrazione delle vendite legate alla crisi del 2008, nel 2009 l’introduzione degli incentivi garantì solo il mantenimento dei volumi dell’anno precedente. Il 2010, partito meglio dell’anno precedente proprio per l’effetto residuo degli incentivi, assenti invece nel primo trimestre del 2009, si è poi assestato, come indicano le immatricolazioni a partire da aprile, su valori probabilmente fisiologici in presenza di basso sviluppo economico e ridotto reddito disponibile per i consumi, specie di beni durevoli.. Dal 2011 il mercato ha continuato a scendere progressivamente e senza soste fino al 2013 su volumi che ci hanno riportato ai livelli di fine anni ’60, primi anni ‘70 del secolo scorso (vedi Fig. 5). L’anno scorso il trend si è invertito garantendo un volume totale dell’anno superiore del 4,2% al 2013, con 1.359.916 unità immatricolate Figura 1 Andamento mensile immatricolazioni 2011-2014 (migliaia unità) Fonte: Anfia/Unrae 200 V o l u m i 180 160 140 120 i n 100 80 M i g l i a i a 60 40 20 0 Gen Feb Mar Apr Ma Giu Lug Ag Sett Ott Nov Dic 2014 118 118 139 119 132 127 114 53 110 122 108 92 2013 114 109 133 116 137 123 108 53 107 111 103 89 2012 137 131 138 130 148 128 110 56 110 117 107 87 2011 165 161 188 158 172 170 139 71 146 133 133 111 Figura 2 Immatricolazioni trimestrali (migliaia unità) Fonte: ANFIA Mercato Italiano dell'auto - andamento per trimestri m i g l i a i a u n i t à 30 800 700 20 600 10 500 400 0 300 100 Volumi . % -10 q / -20 q 200 0 I n c r 1 2 10 3 4 1 2 11 3 4 1 2 12 3 4 1 2 13 3 4 1 2 14 -30 3 4 668508382417514503352378407407274310355374271304377378277322 Incr%q/q 24 -16 -20 -24 -23 -1 -8 -9 -21 -19 -22 -18 -13 -8 -1 -2 5,8 1,1 2,2 6,1 Nonostante il progresso del 2014 non si può certo affermare che il mercato italiano sia uscito dalla crisi, una crisi legata alla drammatica caduta di reddito e consumi legata anche alla drammatica politica di austerità che ha bloccato investimenti e PIL, alzando a livelli insostenibile la pressione fiscale su imprese e famiglie, come evidenziato dalla Figura 3. 2 gen-07 Magg Sett gen-08 Magg Sett gen-09 Magg Sett gen-10 Mag Set gen-11 Mag Set gen-12 Mag Set gen-13 Mag Set gen-14 Mag Set Alcune cifre: PIL in continua discesa dal 2011 e caduto di un ulteriore 0,5% l’anno scorso e previsto salire solo dello 0,4% quest’anno; disoccupazione salita al 13,4% (quasi 44% quella giovanile) record assoluti dal 1977, potere d’acquisto delle famiglie sceso del 12,7% dal 2007 e arretrato, secondo Nomisma, al livello di 25 anni fa, produzione industriale scesa nell’anno di un altro 0,2%, pressione fiscale ancora cresciuta per finanziare l’ulteriore aumento della spesa pubblica. A ciò va aggiunta, per quanto riguarda l’auto in particolare, una pressione fiscale fuori controllo, costo dei carburanti, che anche se sceso per il crollo del prezzo del barile degli ultimi mesi dello scorso anno, rimane ai più alti livelli europei, costi crescenti per assicurazioni e pedaggi e IVA (un ulteriore aumento dell’1,3% dei pedaggi dal 1 gennaio di quest’anno), e debito pubblico salito a oltre 2200 miliardi di Euro a fine anno, nonostante le promesse del Governo Renzi.. La figura a fianco, che Figura 3 - Immatricolazioni e PIL mostra gli andamenti Elaborazioni Centro Studi Subalpino su dati Anfia e Eurostat 1550 2600 d’immatricolazioni e PIL, M sottolinea (con una i 2400 1500 m correlazione di 0,87) g 2200 i l quanto le prime siano 1450 l i 2000 condizionate i a a dall’andamento del i 1800 1400 r a reddito. La correlazione d 1600 risulterebbe poi ancora 1350 i u maggiore se a fine 2009 n 1400 € 1300 non fossero stati varati i 1200 t gli incentivi, i cui effetti si à 1000 1250 sono trascinati fino al 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 primo trimestre del 2010. Infatti le immatricolazioni Volumi PIL Poli. (Volumi) del 2009 si sono mantenute praticamente al livello del 2008 nonostante la caduta verticale del PIL proprio per l’effetto incentivi. Il modesto aumento del Figura 4 - Immatricolazioni mensili da 2007 - Fonte Anfia 300 PIL previsto per m quest’anno ci fa quindi i prevedere un ulteriore g 250 l modesto aumento della i domanda di mercato a 200 (attorno al 3%) sempre i che le clausole di a 150 salvaguardia non facciano u nuovamente aumentare n 100 l’IVA e le accise sui i t carburanti che per à 50 fortuna sono diminuiti sensibilmente dallo scorso autunno. Ma, come più volte ribadito, senza una consistente ripresa dell’economia e dei consumi, di cui l’auto è una componente non irrilevante, il ritorno a medio termine a valori di vendita che dovrebbero essere fisiologici, stimati dalle associazioni di categoria attorno al 1.800.000, rimarranno una chimera. E, in effetti, anche la difficile situazione economica rende urgenti le iniziative per rilanciare la crescita, e il sostegno allo 3 sviluppo del Paese non può prescindere da una forte azione strutturale di rilancio del comparto automotive, che rappresenta – con tutta la filiera – uno dei settori più rilevanti e determinanti per la crescita dei consumi e del Pil in Italia. Prima di chiudere il capitolo è interessante analizzare il grafico delle immatricolazioni, partendo dal 1966, primo anno in cui fu superata la soglia del milione di unità immatricolate. Da quell’anno il trend si è mantenuto costantemente in aumento, interrotto solo dalle varie crisi economiche mondiali che si sono succedute negli ultimi quarantacinque anni, le più gravi delle quali sono state: 1. Shock petrolifero del 1973/74 2. Recessione mondiale del 1982/83 3. Recessione mondiale del 1993 4. Crisi Globale del 2008/9 e massimo storico del prezzo del petrolio. Ma nel caso del crollo dal 2011 al 2013 questo è imputabile quasi esclusivamente alle manovre fiscali degli ultimi anni. E’ anche interessante notare i benefici effetti prodotti dagli incentivi (vedi colonne in verde), varati nel 1997, 2002, 2007 e 2009. 2.500.000 Figura 5 - Mercato Italia - Immatricolazioni auto da 1996 Fonte Anfia 2.300.000 2.100.000 1.900.000 1.700.000 1.500.000 1.300.000 1.100.000 900.000 700.000 500.000 Chiaramente il succedersi delle crisi economiche dal 1990 ad oggi ha colpito anche l’Europa, ma sia nel 93 (manovra del Governo Amato) che negli scorsi anni con le manovre del Governo Monti prima(che ha avuto effetti anche più dirompenti di quelli già pesanti del Governo Amato) e successivamente del Governo Letta, l’Italia ha avuto conseguenze molto più gravi, tanto che oggi la quota delle immatricolazioni dell’Italia sul totale della UE a 15+Efta, che nel passato si era mantenuta in media su di un valore attorno al 16%, scende ancora nel 2014 a poco più dell’11%. Rispetto all’anno migliore, il 2007, mentre il dato per l’Europa Occidentale (EU15+Efta) parla di un calo del 18,2%, per l’Italia la caduta è addirittura del 45,4%. 4 Figura 6 - Immatricolazioni Italia su totale UE15+Efta 19 Centro Studi Subalpino su dati Acea 18 17 16 15 14 13 Da sottolineare che gli effetti della manovra del governo Amato di fine 92 si erano fatti sentire per ben 4 anni, e che solo il varo degli incentivi nel 97 ha riportato il mercato italiano sui valori ante crisi. 12 C’è da augurarsi che manovre tipo quella 10 proposta da Unrae lo 91 92 93 94 95 96 97 98 99 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 scorso novembre e più % Italia 17 18 15 14 14 14 18 17 15 16 16 16 16 16 15 16 17 16 16 15 14 12 11 11 sotto riassunta, possano trovare ascolto presso le sedi opportune per garantire un minimo di rilancio del settore automotive in Italia.. 11 o detraibilità 10% del costo di acquisto fino ad un massimo di 2.000 € in 4 anni o acquisto di un’auto nuova con emissioni fino a 120 g/Km di CO2 o contestuale rottamazione di un’auto Euro 0, 1 o 2. Con i seguenti vantaggi previsti. Un’aggiuntività di 100.000 unità per il primo anno e poi via via a scalare fino a 55.000 unità nel medio termine. Inoltre, per le casse dello Stato a fronte di un impegno iniziale di 64 milioni di euro, equivalenti al 5 per mille investito dallo stesso per le ristrutturazioni delle abitazioni nel 2013, si recupera man mano un maggior gettito IVA capace di generare un flusso positivo di 22 milioni di euro in 4 anni”. Evidenti, inoltre, i benefici che un più accelerato ricambio del parco delle famiglie genera in relazione alla minore incidentalità e minore mortalità, alla riduzione dell’impatto ambientale ed al saving occupazionale, che l’UNRAE ha quantificato insieme al Censis. Per quanto riguarda il costo sociale dell’incidentalità, si è rilevato che nel periodo 2015-2018 a seguito dell’attuazione del piano proposto si potrebbe registrare un risparmio per la collettività pari a oltre 77 milioni di euro per l’evidente riduzione di vittime e feriti derivanti da incidenti. Anche la filiera automotive ne avrebbe comunque un beneficio nell’area dell’occupazione: l’aggiuntività derivante dal piano consentirebbe un significativo saving occupazionale, permettendo di recuperare circa 1.000 addetti nei soli settori della distribuzione e dell’assistenza autorizzata dei veicoli. 5 2) Il Mercato Italiano dei Veicoli Ecologici Il mercato dei veicoli a gas ha avuto crescite esponenziali soprattutto a partire dal 2007, quando gli incentivi governativi erano particolarmente rivolti a garantire un deciso miglioramento del parco dal punto di vista ambientale. 500000 450000 400000 350000 300000 250000 200000 150000 100000 50000 0 Metano GPL Totale gas 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 12130 22679 26619 60653 79154 127836 65713 38351 53727 68088 72377 381 1825 3479 29949 74231 339295 280720 56593 129325 116164 124635 12511 24504 30098 90602 153385 467131 346433 94944 183052 184252 197012 Figura 7 – Andamento del mercato dei veicoli a Gas – Fonte Unrae La fine dell’effetto incentivi ha riportato nel 2011 il volume dei veicoli a gas a poco più del 5% del mercato (5,4%) e una concomitante forte ripresa del diesel. Figura 8 – Quote di mercato per tipo di alimentazione Il drammatico aumento del prezzo dei 90 carburanti tradizionali 80 dopo la seconda metà del 2011 ha favorito la 70 ripresa dei veicoli 60 ecologici, e in 50 particolare di quelli a 40 gas, cresciuti infatti al 13% a fine 2012, al 30 14,1% nel 2013 e al 20 14,4% l’anno scorso. La 10 diminuzione dei prezzi 0 dei carburanti 199 199 199 199 199 199 200 200 200 200 200 200 200 200 200 200 201 201 201 201 201 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 alternativi sta Gasoline 91,1 89,7 83,7 82,6 77,5 70,6 66,1 62,8 56,6 51,4 41,3 40,4 40,5 40,7 42,2 36,2 36,2 38,9 33,2 30,5 28,7 comunque incidendo Diesel 8,9 10,3 16,3 17,4 22,4 29,1 33,4 36,6 43 48,3 58,1 58,5 58,2 55,7 50,6 41,8 45,9 55,4 53,4 54,1 55,2 sulla quota dei veicoli a Gas 0,1 0,3 0,55 0,56 0,36 0,31 0,56 1,09 1,29 3,63 7,07 21,7 17,6 5,4 13 14,1 14,4 gas. Nel frattempo è aumentata fino al 55,2% la quota del diesel a fine anno. Le vetture a benzina, che si erano riprese come quota nel 2011, hanno chiuso il 2013 al 30,5% e al 28,7% l’anno scorso. 100 6 Tra gli altri veicoli a trazione alternativa al petrolio, il “mito” dell’elettrico rimane confinato a poco più di 1100 unità, e gli ibridi di vario tipo a poco oltre le 21000 unità, ben lontani comunque dai valori delle vetture a GPL o a metano (vedi figura 9), anche se in decisa crescita nel 2013 e 2014, quando hanno triplicato la loro quota sulle motorizzazioni “verdi” (dal 3,9 al 10%). A nostro avviso nell’anno in corso si potrebbe assistere a un ulteriore leggera crescita di quei veicoli, e soprattutto di quelli ibridi e a metano (vedi figura 10). Figura 9 - Immatricolazione veicoli a trazione alternativa Centro Studi Subalpino su dati UNRAE 500000 450000 400000 350000 300000 250000 200000 150000 100000 50000 0 Gas Ibride elettriche 2009 2010 2011 2012 2013 2014 467131 346433 94944 183052 184252 197377 7620 5009 5244 6865 15171 21307 30 72 291 524 874 1101 Figura 10 - Motorizzazioni ecocompatibili Elettrici e ibridi 10% Metano 33% GPL 57% 7 3) Il Mercato Europeo Figura 11- UE27+Efta - Andamento mensile immatricolazioni 2011-2014 – migliaia unità Fonte: ACEA In Europa (EU+Efta) la crisi che aveva colpito il Fonte ACEA settore ormai da 5 anni si era ulteriormente 1600 aggravata nel 2013, 1400 con un calo dell’1,8%, dopo la discesa del 1200 7,8% nel 2012 e dell’1,4% nel 2011. In 1000 totale nel 2013 si erano 800 immatricolate 12.308.215 unità. 600 Il 2014 è stato l’anno Jan Feb Mar April May June July Aug Sept Oct Nov Dec delle svolta 2014 968 895 1490 1130 1134 1230 1082 701 1270 1113 989 997 La figura a fianco (Figura 2013 920 829 1350 1081 1087 1179 1024 688 1197 1047 978 950 11) mostra l’andamento 2012 1003 923 1499 1062 1152 1254 973 722 1132 999 966 838 mensile delle vendite degli 2011 1074 1017 1602 1128 1253 1273 1050 787 1271 1045 1075 998 ultimi 4 anni e appare subito evidente che quando con il 2° trimestre del 2013 il Pil in Europa ha ripreso a salire anche il trend delle vendite ha ripreso a Figura 11 bis - Andamento PIL nelle maggiori aree europee salire, con particolare Fonte Eurostat 12/2014 5 evidenza in Gran Bretagna. Va sottolineato, infatti, che 4 senza i buoni risultati in 3 quel paese la perdita 2 complessiva del 2013 si 1 sarebbe attestata al -4,2%. 0 Nel totale dell’anno era migliorata anche la -1 posizione della Spagna. -2 In complesso quindi il -3 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 consuntivo del 2013 ha UK 1,9 1,6 0,7 1,7 3,1 2,7 2,5 confermato che la crisi del Germany 4,1 3,6 0,4 0,1 1,3 1,1 1,8 mercato dell’auto si stava Spain 0 -0,6 -2,1 -1,2 1,2 1,7 2,2 aggravando in tutta Europa, France 2 2,1 0,3 0,3 0,3 0,7 1,5 con la sola eccezione della Italy 1,7 0,6 -2,3 -1,9 -0,4 0,6 1,1 Gran Bretagna che è Euro area 2 1,6 -0,7 -0,6 0,8 1,1 1,7 rimasto il miglior mercato EU 28 2,1 1,7 -0,4 0 1,3 1,5 2 del continente, e che resta ora stabilmente il secondo mercato europeo, e della Spagna, grazie agli incentivi promossi dal Governo. Mercato auto UE+Efta - Immatricolazioni mensili La svolta, come già in precedenza segnalato è venuta con la ripresa economica dell’area europea come anche il grafico delle vendite per trimestre mostra con chiarezza: 8 Figura 12 Immatricolazioni Trimestrali Europa (UE+Efta, migliaia unità) Fonte: Acea A partire dalla metà del 2013 il trend si è 4000 10 progressivamente 3800 invertito permettendo il 3600 5 recupero che ha 3400 permesso al 2014 di chiudere con 3200 0 13.006.451 unità, il 3000 5,4% in più del 2013 dopo sei anni di 2800 -5 vacche magre. 2600 Cumulativamente 2400 -10 nell’anno il miglior mercato in termini di 2200 aumento percentuale 2000 -15 è stato la Spagna che 1o 1o 1o 1o 2 3 4 2 3 4 2 3 4 2 3 4 11 12 13 14 è salita del 18,4%, Immatr. 3697 3660 3113 3112 3428 3468 2828 2803 3101 3341 2902 2975 3353 3494 3053 3099 sempre sostenuta Diff%q/q -1,9 -1,8 2 -3,3 -7,3 -5,2 -9,2 -10 -9,5 -3,7 2,6 6,1 8,1 4,5 5,2 4,2 dagli incentivi governativi che sono proseguiti fino a fine anno, seguita da vicino dall’area della UEa13 che è salita del 14,2%. Particolarmente brillanti tra i nuovi membri della UE i risultati della Romania (+21,6%), dell’l’Ungheria (+20,2%), della Repubblica Ceca (+16,7%) e Mercato auto UE+Efta - immatricolazioni 2014 della Polonia (+12,9%). La Gran M Fonte ACEA i Bretagna si consolida al 3500 20,0 g secondo posto nella graduatoria l 18,0 I 3000 i n europea, con un aumento 16,0 a c nell’anno del 9,3%, continuando 2500 14,0 r i ad ampliare la distanza dalla a 12,0 e 2000 m Francia, che sale solo dello 10,0 e u 0,3%. Nell’anno l’Italia è 1500 n 8,0 n cresciuta del 4,2% e del 2,9% la i t 6,0 1000 Germania. Scende invece t i 4,0 à leggermente dello 0,4% la zona 500 2,0 % Efta. Continuano ad essere 0,0 0 ottimi i risultati in Portogallo Germ U.K. Fran Italia Spag EU13 Altri (+34,8%) e Irlanda (+29,8%). Più 2014 3037 2476 1796 1360 855 893 2589 modesti, ma sempre positivi, i 2013 2952 2265 1790 1305 723 782 2520 risultati nella gran parte dei %Diff. 2,9 9,3 0,3 4,2 18,4 14,2 2,7 paesi del Nord Europa; rimangono sotto il livello del 2013, e in peggioramento anche nel mese, quelli dell’Olanda, tra i pochi paesi in Europa a segnalare un dato negativo nel periodo (-6,9%), sempre accompagnata dal Belgio, sceso nell’anno dello 0,6% . ll grafico sotto riportato mostra comunque come il mercato dell’Europa Occidentale (solo l’area della UEa15 più Efta permette confronti sin dal 1990) si stia strutturalmente posizionando su volumi che riportano ai valori di 20 anni fa’, all’epoca della precedente crisi globale. Mercato Europeo dell'auto (UE+Efta) - andamento per trimestri 9 EU15+Efta - Mercato Auto e PIL Fonte ACEA, Eurostat 16000 5 4 15000 3 2 14000 1 13000 0 -1 12000 -2 -3 11000 -4 10000 199 199 199 199 200 200 200 200 200 200 200 200 200 200 201 201 201 201 201 6 7 8 9 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 1 2 3 4 -5 Immatr. 1280 1341 1436 1506 1474 1481 1439 1421 1452 1450 1476 1479 1356 1366 1298 1281 1177 1155 1211 PIL 1,7 2,7 3 3 3,9 2,1 1,2 1,2 2,4 1,8 3,1 3 0 -4,3 2 1,6 -0,7 -0,6 0,8 10 4) Produzione Autovetture Volumi Produttivi Europa Figura 14 – Produzione (e immatricolazioni) Europa Occidentale (UE15+Efta) – Fonte Oica, Acea, Eurostat, Anfia 16.000 V o l u m i i n m i g l i a i a 5 4 15.000 3 2 14.000 1 13.000 0 -1 12.000 -2 -3 11.000 A n d a m e n t o P I L -4 10.000 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014* -5 Produzione 14.779 14.939 14.741 14.602 14.665 14.222 13.935 14.216 12.849 11.038 12.139 12.451 11.330 11.341 11.800 Immatr PIL 14747 14818 14399 14213 14524 14505 14763 14794 13561 13666 12985 12813 11772 11554 12113 3,8 2 0,9 0,7 2,2 1,7 3,2 3 0 -4,3 2 1,6 -0,7 -0,6 0,8 Strettamente correlati alla domanda di mercato, i livelli di produzione delle autovetture si sono fortemente contratti a partire dalla seconda metà del 2008, per poi riprendersi nella seconda metà del 2009, in presenza di varie iniziative di supporto nei diversi paesi europei. In totale nel 2010 la produzione di autovetture è aumentata del 10% sul 2009, ma con trend in discesa nella seconda parte dell’anno per la contrazione della domanda che ha fatto seguito alla fine degli incentivi. Infatti nel 2011 la produzione di autovetture è aumentata solo del 2,6%. Dal 2012 la produzione è nuovamente diminuita (-9%), stabilizzandosi su quel livello anche l’anno successivo. Abbiamo previso un aumento di circa i 4% per il 2014, sulla base di una estrapolazione dei dati del primo semestre. Da sottolineare che fino al 2004 la produzione è regolarmente aumentato più delle vendite. Dal 2005 si è indubbiamente proceduto ad un alleggerimento progressivo delle scorte, in particolare nel 2009. Ad oggi la produzione si è ridotta di circa il 20% rispetto all’inizio del millennio, anche a seguito della chiusura di alcuni siti produttivi, anche se permane un eccesso di capacità produttiva che, alla luce della debolezza della domanda che dovrebbe ancora protrarsi nell’anno in corso, fa prevedere ulteriori riduzione degli stabilimenti di produzione europei . Volumi Produttivi in Italia Per l’Italia i volumi produttivi si sono pure pesantemente contratti a partire dal 2° trimestre del 2008, come ben evidenziato dal grafico qui sotto, per riprendersi solo nel secondo semestre del 2009, con una perdita complessiva nei due anni 2008/2009 di oltre 500.000 veicoli e mantenendo nel 2009 sostanzialmente lo stesso volume di produzione di auto (661.000 unità) dell’anno precedente. Nel 2010 la produzione di autovetture è calata a 573.169 unità (-13,3%) a seguito della costante contrazione della domanda, contrazione che è proseguita nel 2011 e 2012 facendo scendere il volume della produzione rispettivamente a 485.606 unità, pari ad una diminuzione del 15,3% rispetto al 2010, e a 396.817 unità nel 2012, pari ad una ulteriore flessione del 18,3%. La produzione è poi scesa anche 11 nel 2013 a 388.465, -2,1% Negli ultimi mesi del 2014 la svolta: per la prima volta sul totale annuo la produzione sale del 3,3%, a 401.317 unità, soprattutto per merito di Fiat 500X e Jeep Renegade. Dal 2007 si sono perse quindi quasi 2.000.000 di vetture rispetto al livello della produzione del 2007, anno che ha preceduto la crisi globale, pari a diversi punti di PIL. Figura 15 - Produzione Mensile autovetture in Italia da 2007 Fonte: ANFIA Mercato Italia - Produzione mensile auto da 2007 Fonte Anfia 100000 90000 80000 70000 60000 50000 40000 30000 20000 10000 0 G 07 L G 08 L G 09 L G 10 Unità L G 11 L G 12 L G 13 lu G 14 lu Poli. (Unità) . Confrontando la curva delle immatricolazioni con quella della produzione nazionale si nota immediatamente il loro andamento depresso e pressoché parallelo (indice di correlazione 0,89.) In pratica le marche nazionali producono oggi in Italia una quantità di vetture sostanzialmente identico alle immatricolazioni, anche se parte dell’immatricolato viene da altri paesi. Qualcosa potrebbe cambiare con le nuove 500X e la Jeep Renegade, per cui sono stati promessi aumenti di produzione a Melfi con relativi ulteriori assunzioni nei prossimi mesi. 12 Figura 16- Italia - Produzione e Immatricolazioni autovetture nazionali. Mercato Italia - Produzione e Immatricolazione Auto - Fonti Anfia 2.000 1.800 1.600 1.400 1.200 1.000 800 600 400 200 0 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Produzione 1.875 1.633 1.477 1.117 1.341 1.422 1.318 1.574 1.402 1.410 1.422 1.272 1.126 1.026 834 725 893 911 659 661 573 490 397 370 401 Immatric 628 718 782 692 711 596 519 416 374 380 1194 1020 1024 778 734 757 737 1024 924 826 856 839 695 631 638 13 5) Mobilità delle persone Gli ultimi dati pubblicati dall’Eurostat mostrano andamenti molto differenti in Europa e in Italia. In entrambe le aree l’auto privata domina in assoluto, garantendo circa l’80% della mobilità delle persone; però cala notevolmente in Italia a favore degli Autobus; tende a salire leggermente la ferrovia sia in Italia che in Europa . Diminuisce l’utilizzo degli autobus in Europa, ma aumenta invece significativamente in Italia. Figura 18- Italia – Quote Modalità – Source Eurostat Figura 17- Europa – Quote Modalità Source ITF- Eurostat 90,0 80,0 90,0 70,0 80,0 60,0 70,0 50,0 60,0 40,0 50,0 30,0 40,0 20,0 30,0 10,0 20,0 - 1970 1990 2000 2012 Autovetture 76,7 80,2 83,5 78,9 10,0 - 1970 1990 2000 2012 Autobus 11,6 12,9 11 15 Autovetture 69,5 77,3 83 83,3 Ferrovia 11,7 6,9 5,5 6,1 Autobus 16,1 13,1 9,9 9,2 Ferrovia 14,4 9,6 7,1 7,4 Emilio di Camillo – Centro Studi Subalpino – Febbraio 2015 14
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