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Giovedì 26 Febbraio 2015 Corriere della Sera
Primo piano Il caso
Polemiche per l’opas di Berlusconi sul 66% della società di infrastrutture tv
La sinistra insorge. L’esecutivo: per decreto il 51% dovrà restare pubblico
Rai Way, l’offerta della discordia

Matteoli
La sinistra
vuole
impedire
a Silvio
anche
di fare
impresa
Bersani
Adesso
aspetto
soltanto
che il Milan
arrivi
a comprarsi
l’Inter
Rai Way resta al 51%, di
proprietà pubblica, cioè della
Rai. Lo ha ribadito il governo
ieri pomeriggio con una nota
ufficiale: «Anche considerata
l’importanza strategica delle
infrastrutture di rete, un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 2 settembre 2014 ha stabilito di mantenere in capo a Rai una quota
nel capitale non inferiore al
51%. L’offerta pubblica per Rai
Way conferma l’apprezzamento da parte del mercato della
scelta compiuta a suo tempo
dal governo di valorizzare la società delle torri Rai facendola
uscire dall’immobilismo nel
quale era confinata. La quotazione in Borsa si è rivelata un
successo». Infatti, come ha
spiegato recentemente il direttore generale della Rai, Luigi
Gubitosi, la vendita del circa
3o% delle azioni Rai Way ha
fruttato un incasso di 280 milioni e una plusvalenza di 200.
L’offerta pubblica di acquisto
e scambio (opas) per la rete di
diffusione del segnale Rai sul
territorio italiano presentata da
Ei Towers (ovvero Mediaset,
che ne controlla il 40%) non potrà andare interamente in porROMA
to così com’è stata formulata
con la richiesta di acquisto del
66%. Il governo è stato chiaro:
bene l’offerta, ma il 51% resta
pubblico. E appare soddisfatto
per aver «smosso le acque Rai»
aprendo al mercato, anche a
costo di attacchi e sospetti. La
sintesi dei renziani è che l’asset
industriale resta solido, ma son
finite le rendite di posizione
dell’era del duopolio.
L’Antitrust ha ricevuto «la
notifica preventiva dell’operazione di concentrazione consistente nell’acquisizione del
controllo esclusivo di Ray
Way». L’operazione sarà valutata entro i termini di legge sulla
tutela della concorrenza per verificare «la costituzione o il rafforzamento di una posizione
dominante sul mercato nazionale, in modo da eliminare o ridurre in modo sostanziale e
durevole la concorrenza». Invece L’Antitrust fa sapere di non
aver ricevuto finora alcuna comunicazione circa «l’eventuale
concentrazione tra Mondadori
e Rcs libri. Laddove venisse notificata sarebbe valutata sulla
base dell’articolo 6 della legge
287/90 che stabilisce il divieto
di operazioni di concentrazione restrittive della libertà di
concorrenza».
La Consob ha già fatto parti-
re gli accertamenti su Rai Way.
È intervenuta anche la Rai, definendo l’opas «non amichevole perché “unsolicited”, cioè
non sollecitata». La proposta
«presenta inoltre problemi per
i multipli bassi, per l’indebitamento e di governance sbilanciata». E poi «l’attuale legge
non consente l’operazione»
La levata di scudi è stata generale. Il primo a capire come
stavano le cose è stato ieri mattina Michele Anzaldi, Pd, segretario della commissione di
Vigilanza, che da anni segue la
tv pubblica: «L’offerta di Mediaset appare poco comprensibile, il governo è stato chiaro. Il
Il consiglio del 2 marzo
Rcs decide sulla vendita dei libri a Mondadori
Rcs MediaGroup deciderà lunedì 2 marzo se avviare una
trattativa per cedere le attività nei libri a Mondadori. Il
consiglio di amministrazione del gruppo è stato
convocato con all’ordine del giorno l’avanzamento delle
cessioni e i progetti strategici in corso. Tra questi ci
sarebbe anche la valutazione dell’offerta non vincolante
arrivata da Segrate. Sulla cessione si è espresso anche
l’amministratore delegato di Unipol (socio di Rcs
MediaGroup con una quota pari al 4,6% del capitale)
Carlo Cimbri secondo il quale è «dovere del
management esplorare tutte le possibili soluzioni».
L’Antitrust ha precisato di non aver ricevuto alcuna
comunicazione. L’operazione porterebbe il gruppo della
famiglia Berlusconi a controllare il 40% del mercato dei
libri in Italia.
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decreto per la privatizzazione
vincola la Rai a mantenere una
quota di Rai Way non inferiore
al 51%». Ma per tutta la giornata
politica e mondo sindacale sono stati in fibrillazione. Il leader della Cgil, Susanna Camusso: «Mi sembra che si confermino le ragioni per cui ci eravamo opposti all’alienazione di
Rai Way». Pier Luigi Bersani su
Twitter: «Prima MondadoriRcs, poi Mediaset-Rai Way: ora
aspetto che il Milan compri
l’Inter». Arturo Scotto, capogruppo alla Camera di Sel:
«Non vorremmo che quel patto
del Nazareno uscito dalla porta
rientrasse dalla finestra».
L’Usigrai, sindacato dei giornalisti Rai : «Chiediamo all’Antitrust di aprire con urgenza un
fascicolo. Si determinerebbe
una concentrazione tale da
mettere a rischio anche la libertà di informazione».
Protesta invece Altero Matteoli, senatore di FI: «La sinistra e
non solo, dopo aver impedito a
Berlusconi di svolgere a pieno
la sua legittima attività politica,
ora vuole impedirgli l’esercizio
di quella imprenditoriale».
Paolo Conti
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Commissione di Vigilanza
Fico: io l’avevo detto
Aspetto ancora
la querela dell’ex premier
La carriera
 Roberto Fico,
40 anni, è un
deputato del
M5S eletto in
Campania. Ha
fondato uno
dei primi meetup «Amici di
Beppe Grillo»
nel 2005
 Da giugno
2013 è
presidente
della
commissione
parlamentare
di Vigilanza Rai
«Mi aspettavo quello che sta succedendo, tant’è che l’avevo denunciato pubblicamente
già a maggio dell’anno scorso e Silvio Berlusconi a Porta a porta per le mie dichiarazioni mi
diede del buffone e minacciò querela. La querela non è mai arrivata, in compenso è arrivata
l’opa di Mediaset tramite EI Towers su Rai
Way...».
Roberto Fico, deputato M5S e presidente della commissione di Vigilanza Rai, è un fiume in
piena. E ribadisce: «Quello che è successo è una
follia».
Lei si è detto pronto a presentare una interrogazione parlamentare. Cosa farete d’altro?
«Chiediamo con forza al ministero dell’Economia, al Cda Rai e all’Antitrust di dire assolutamente no a questa operazione. Stiamo parlando
di una rete dove passano le comunicazioni di
emergenza militari e le intercettazioni ambientali dei magistrati».
Ma il governo sostiene che il 51% di Rai Way
rimarrà comunque in capo alla Rai.
«Di quello che dice questo governo non mi fido. Si è parlato di collocare una quota prima del
10%, poi del 34%, ora del 49%. Si inizia in un modo e poi si finisce in un altro. E vorrei anche ricordare che già in altri casi, con i patti parasociali, alla fine la verità dei fatti è che è il privato
che controlla e non più il pubblico».
Lei tira in ballo il patto del Nazareno.
«Io dico solo che è arrivato Renzi, si è incontrato con Berlusconi e poco dopo Rai Way è finita quotata in Borsa. Come denuncio da molto
tempo, nel patto del Nazareno vedo una trattativa segreta, una trattativa in cui a mio avviso conta solo la politica degli affari al posto della politica del bene comune».
Lei è a capo della Vigilanza Rai. Affronterete la questione anche in quella sede?
«Probabilmente nel corso del prossimo ufficio di presidenza in Vigilanza cercheremo di
convocare il ministro dell’Economia Pier Carlo
Padoan».
Emanuele Buzzi
MILANO
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