23 febbraio 2015

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N UM ER O 31
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Pharma
kronos
Q UO TI DI AN O D’IN FO R M AZI O N E F AR M AC EU T IC A
Olivier Brandicourt
nuovo Ceo
di Sanofi
Il Consiglio di amministrazione
di Sanofi ha nominato all'unanimità Olivier Brandicourt come Chief Executive Officer.
Brandicourt vanta 28 anni di
esperienza globale nel settore
farmaceutico, più di recente
come presidente del Consiglio
direttivo di Bayer HealthCare e
membro del Consiglio direttivo
di Bayer. In precedenza, Brandicourt ha ricoperto numerosi
incarichi di crescente responsabilità all'interno di grandi
gruppi farmaceutici mondiali,
come
Parke-Davis/WarnerLambert e Pfizer. In particolare,
è stato membro del Leadership
Team esecutivo globale di Pfizer dal 2010 al 2013. Di formazione medica, la carriera di Olivier Brandicourt ha incluso diverse posizioni di rilievo in Europa, Canada e Stati Uniti. "Sanofi - evidenzia Serge Weinberg, presidente del Cda Sanofi
- ha intrapreso un rigoroso processo di selezione per identificare la persona giusta per guidare l'azienda in un momento
così importante. Sono molto
lieto che Brandicourt sarà il
prossimo Ceo di Sanofi. La sua
grande esperienza fornirà un
nuovo dinamismo alla strategia
di diversificazione e innovazione di Sanofi". In accordo con il
suo ex datore di lavoro, Brandicourt, che succede a Christopher Viehbacher (rimosso a
ottobre scorso), assumerà il
nuovo incarico il 2 aprile 2015.
(B.D.C.)
Pecorelli, con Aifa a pieno regime aumenta anche il Pil
A breve la nomina del quarto consigliere ‘mancante’ dopo addio Bissoni
"Un'Aifa forte, che funziona a pieno regime, può
voler dire anche un aumento del Pil. Un impegno
che ha preso anche Renzi", quando ha incontrato
nei mesi scorsi rappresentanti dell'industria farmaceutica. A ricordarlo è Sergio Pecorelli, presidente dell'Aifa, che a Pharmakronos parla della
futura 'riforma' dell'ente, in primis con un'iniezione di 250 dipendenti annunciata come imminente dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
"Si tratta, più che di una riforma, di un adeguamento dell'Agenzia alle forti esigenze che abbiamo - spiega Pecorelli - esigenze di personale in
primis, di qualità, come è ovvio, e di una strutturazione tale delle commissioni tecnico-scientifica e
di prezzi e rimborsi, in modo tale che possano
lavorare e produrre di più, mantenendo naturalmente un elevato livello. Su questo si sta lavorando a un'ipotesi: penso sia impossibile trovare per-
sone, a meno che non siano in pensione, che possano dedicare tutto il loro tempo ai lavori delle
commissioni; l'idea percorribile è che ne riservino
la metà. Sarebbe un passo avanti notevole, perché
a oggi le riunioni sono una volta al mese, anche se
per 3-4 giorni. Questo permetterebbe di lavorare
di più e di accelerare le delibere, una cosa dovuta
sia all'industria che presenta i propri farmaci, ma
soprattutto ai cittadini che devono avere più rapidamente a disposizione le nuove cure. Sono cose
ovvie, che però devono trovare una soluzione".
Quanto al consigliere ‘mancante’ dopo le dimissioni di Giovanni Bissoni, nominato subcommissario della sanità laziale, Pecorelli ricorda:
"Spetta alla Conferenza Stato-Regioni proporre al
ministro della Salute" un nuovo nome. I tempi
sono stretti, credo che sia questione di giorni".
Barbara Di Chiara
» ALL’INTERNO
Primo ok a Chiesi per commercializzare prodotto oculistico
E’ made in Italy primo farmaco a base di staminali
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Per sviluppo attività di alta formazione
Farmacisti manager, accordo Altems-Federico II Napoli
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Takeda, studio pubblicato su 'Lancet'
Roflumilast riduce riacutizzazioni e ricoveri Bpco
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Per aggiornare velocemente le informazioni sui prodotti
Ema, info su sicurezza tradotte in tutte le lingue Ue
» PHARMAMARKET No alle liberalizzazioni, arrivano le società di capitali
"Passa la linea del ministro Lorenzin: farmaci di fascia C venduti solo in farmacia, colonna del Sistema Salute".
Con questo tweet lo staff del ministro della Salute ha rotto il silenzio nel primo pomeriggio di venerdì, quando si
attendeva la decisione del Consiglio dei ministri sul Ddl concorrenza. Il ministro dello Sviluppo economico Guidi
ha poi confermato l’assenza di provvedimenti in tema di distribuzione dei medicinali e sulla pianta organica, “ma
ci sembrava 'moderno' togliere il vincolo esistente delle 4 licenze per la titolarità di farmacie, e questo tetto viene
eliminato. E abbiamo inserito anche per le farmacie la possibilità di avere società di capitali".
focus
Primo ok a Chiesi per commercializzare prodotto oculistico
E’ made in Italy primo medicinale a base di cellule staminali
E' 'made in Italy' ed è frutto di una
partnership pubblico-privato il primo farmaco a base di cellule staminali autorizzato nel mondo occidentale. La Commissione
europea ha infatti notificato a Chiesi Farmaceutici Spa l’autorizzazione condizionata per l’immissione in commercio di una
terapia avanzata a base di cellule staminali
autologhe in grado di restituire la vista a
pazienti con gravi ustioni della cornea. Il
farmaco (Holoclar) è prodotto nei laboratori di Holostem terapie avanzate s.r.l.,
spin off dell’università di Modena e Reggio Emilia, presso il Centro di medicina
rigenerativa 'Stefano Ferrari' (Cmr)
dell’ateneo modenese. "Questo primato dice Andrea Chiesi, direttore R&D portfolio management di Chiesi Farmaceutici
Spa e ad di Holostem Terapie Avanzate ci dimostra che la partnership tra pubblico
e privato non solo è possibile, ma è anche
la sola vincente in un campo complesso
come quello delle cellule staminali, in particolare autologhe, e della medicina rigenerativa. Holostem si pone ora come business model internazionale per portare in
clinica i risultati della ricerca scientifica in
questo campo". Alla base del nuovo far-
maco ci sono più di vent’anni di ricerca
d’eccellenza, si legge in una nota. "L’iter
autorizzativo, in cui siamo stati veri e propri pionieri, è stato lungo e complesso, ma
il risultato ottenuto oggi ci dimostra che le
cellule si possono coltivare secondo standard farmaceutici in grado di garantire ai
pazienti sicurezza ed efficacia – aggiunge
Michele De Luca, direttore scientifico e
cofondatore di Holostem oltre che direttore
del Cmr dell’ateneo modenese – e, in un
periodo di grande confusione sulle reali
possibilità terapeutiche delle cellule staminali come quello che stiamo vivendo, poter
dimostrare che curano davvero e senza
rischi per la salute è più importante che
mai". "Dopo aver messo a punto colture
cellulari a base di cellule staminali epiteliali per la cura di diverse patologie a carico
degli epiteli di rivestimento, dalla pelle per
i grandi ustionati alla ricostruzione
dell’uretra, abbiamo scoperto che le cellule
staminali che consentono la rigenerazione
della cornea risiedono in una piccola area
al confine tra la cornea (la parte trasparente al centro dell’occhio) e la congiuntiva (la
parte bianca attigua) che si chiama limbus", spiega Graziella Pellegrini, coordina-
trice della terapia cellulare al Cmr nonché direttrice R&D e cofondatrice di Holostem, che ha ideato, insieme al professor De Luca, tutte le fasi di sviluppo del
prodotto. "Quando ustioni termiche o
chimiche della superficie oculare - aggiunge - danneggiano irreversibilmente
la riserva di staminali la superficie corneale smette di rigenerarsi e la congiuntiva a poco a poco comincia a ricoprire la
cornea con una patina bianca che rende
impossibile la visione e provoca dolore e
infiammazione cronici. Se almeno in uno
dei due occhi del paziente è rimasto anche un residuo piccolissimo di limbus
non danneggiato, siamo in grado di ricostruire in laboratorio l’epitelio che ricopre la superficie corneale, grazie alle
cellule staminali raccolte da una biopsia
di 1-2 mm2. Questo lembo di epitelio,
Holoclar appunto, che assomiglia a una
sorta di lente contatto, viene poi trapiantato nel paziente e consente di ottenere
una cornea trasparente stabile nel tempo
e un pieno recupero della capacità visiva, senza provocare nessuna reazione di
rigetto perché costituito dalle cellule del
paziente stesso".
(R.A.)
costi".
Farmacisti manager, accordo Altems-Federico II
Per sviluppo attività di alta formazione
Farmacisti manager per investire in salute. La
scuola di economia e management dei sistemi
sanitari Altems ha siglato un accordo con la
Facoltà di Farmacia dell’Università Federico II
di Napoli per lo sviluppo delle proprie attività
di alta formazione nell’ambito del management
della farmacia e lo sviluppo del modello di
competenza del farmacista. Obiettivo della collaborazione è integrare i programmi di alta
formazione post-laurea che Altems già propone
in questo ambito. Fin da 2012, infatti, in collaborazione con Federfarma, con la Federazione
degli ordini dei farmacisti italiani, con Fenagifar, con Utifar, con Csf Sistemi, Credifarma,
Assofarm e Sinfarma, ha attivato il Master universitario di II livello in Pharmacy Management
la cui III edizione si avvierà nel mese di marzo
2015. In particolare, il programma formativo
fornisce gli strumenti e le competenze necessari
al governo delle problematiche economiche ed
organizzative della farmacia. La collaborazione
con la Facoltà di Farmacia della Federico II e
sotto l’egida della Conferenza dei Presidi delle
Facoltà di Farmacia italiane, rappresenta
un’importante evoluzione del programma per
venire incontro alle nuove esigenze della professione del farmacista. Come sottolinea il diret-
tore Americo Cicchetti "Altems, ritiene che
l’attuale rete delle farmacie possa fornire un
fenomenale contributo al funzionamento del
Ssn grazie allo sviluppo della farmacia dei servizi. Purtroppo il modello stenta a decollare per
diverse ragioni tra cui anche quella della mancanza di competenze gestionali nella professione del farmacista". "Altems in collaborazione
con la Federico II – continua Cicchetti – ha elaborato un nuovo modello di competenze del
farmacista che può sviluppare i suoi benefici
nel contesto di un modello di farmacia caratterizzata da bacino di utenza stimato tra i 33003500 abitanti. Questa è infatti la dimensione
minima per garantire l’economicità dei servizi
grazie a vantaggi di scala rispetto a prestazioni
che andrebbero così ad alleggerire le attività di
presa in carico delle Asl per una vasta gamma
di casi". "E’ evidente - conclude Cicchetti - che
l’attuale progetto di liberalizzazione delle farmacie proposto dal governo, potrebbe rappresentare un serio ostacolo a un processo di cambiamento ed evoluzione della farmacia, renderebbe impossibile cogliere le opportunità del
nuovo modello di farmacia e delle nuove competenze del farmacista".
(M.L.)
» INFO SICUREZZA TRADOTTE
» PROMETTENTE VACCINO HIV
Allerta sulla sicurezza dei farmaci in tutte le
lingue del vecchio continente. L'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha infatti iniziato a tradurre le modifiche consigliate alle
informazioni di prodotto in base alla valutazione delle segnalazioni di sicurezza in ognuna delle lingue ufficiali dell'Unione europea. Le traduzioni potranno essere utilizzate
dalle aziende farmaceutiche per aggiornare le
informazioni sui loro prodotti. L'iniziativa è
stata presa per accelerare l'attuazione delle
modifiche ai foglietti illustrativi e per garantire la coerenza tra i vari paesi dell'Ue, determinando in tal modo una migliore informazione ai pazienti. Il servizio offerto dall'Ema ridurrà gli oneri amministrativi e i costi
per le aziende farmaceutiche che, fino a ora,
hanno dovuto effettuare le traduzioni individualmente.
Un approccio radicalmente nuovo alla vaccinazione consente di proteggere completamente le scimmie dal virus Hiv. Lo riportano
su 'Nature' scienziati dello Scripps Research
Institute. I vaccini normalmente 'allenano' il
sistema immunitario a combattere l'infezione,
mentre i ricercatori hanno agito modificando
il Dna dei primati per dare alle loro cellule la
capacità di combattere l'Hiv. La nuova tecnica utilizza la terapia genica per introdurre
una nuova sezione di Dna all'interno delle
cellule muscolari sane. Questa striscia di Dna
contiene le istruzioni per la fabbricazione
degli strumenti in grado di neutralizzare
l'Hiv. Gli esperimenti hanno mostrato che in
questo modo le scimmie sono protette da
tutti i tipi di Hiv per almeno 34 settimane.
Roflumilast riduce
riacutizzazioni e
ricoveri in malati
gravi Bpco
L'anti-Bpco roflumilast riduce significativamente le riacutizzazioni
e le ospedalizzazioni nei pazienti
con broncopneumopatia cronica
ostruttiva a rischio di frequenti e
severe esacerbazioni, già in terapia
inalatoria con Ics/Laba (corticosteroide inalatorio/beta-agonista a
lunga durata d'azione) in combinazione, o oppure in tripla terapia
(Ics/Laba/Lama, antagonista muscarinico a lunga durata d'azione).
Lo dimostrano risultati dello studio
'React', pubblicati online su Lancet.
Nel trial - riferisce Takeda in una
nota - si è osservato in particolare
che roflumilast riduce del 24,3% il
tasso di riacutizzazioni gravi e del
23,9% il tasso di riacutizzazioni che
richiedono l'ospedalizzazione, riducendo l'impatto clinico ed economico della malattia. Nei pazienti
che ricevevano tripla terapia, roflumilast ha ridotto significativamente il tasso di riacutizzazioni
gravi del 23,3%, dimostrando come
i pazienti con Bpco grave possano
trarre beneficio dall'aggiunta di
roflumilast ai loro regimi terapeutici."Roflumilast
rappresenta un
nuovo farmaco antinfiammatorio
con un meccanismo d'azione specifico che consiste nella inibizione
della fosfodiesterasi - spiega Leonardo Fabbri, policlinico universitario e Clinica di malattie respiratorie
dell'università di Modena e Reggio
Emilia - Il farmaco contribuisce al
miglioramento della Bpco agendo
su un meccanismo non modificato
dalle terapie esistenti, e infatti costituisce l'unico farmaco orale disponibile da aggiungere alla massima
terapia inalatoria oggi raccomandata per questi pazienti".
Paola Olgiati