Carmelo: ore 8.30 (Lodi ore 8 e Vespri ore 17 festivi) - Chiesa dell’Immacolata (Salone Carità): alle ore 9.30 Messe feriali: Chiesa parrocchiale: ore 19 - Carmelo: ore 7.15 (Lodi ore 6,45 e Vespri ore 18); - Casa Carità ore 8 - Casa Serena, mercoledì ore 16. Sante messe - Chiesa parrocchiale: sab.: ore 19 - dom. da Ott. a Mag.: ore 10; 11,15; 19 e da Giu. a Set.: ore 10.30 Numeri utili: Canonica 0536.872512 - Fax 0536.986273 - Bar 0536.871979 - Sc. Infanzia “Gesù Bambino” 0536.872265 Società Sportiva 0536.871800 (www.consolata67.it) - www.parrocchie.it/sassuolo/consolata - e.mail: [email protected] La Consolata Bollettino della parrocchia SS. Vergine Maria Consolata - Via Consolata 105 - 41049 Sassuolo (MO) Domenica 8 Marzo - III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO B) Es 20,1-17 Sal 18 1Cor 1,22-25 Gv 2,13-25 Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere Il comportamenti di Gesù nel tempio sorprende, e non solo perché sembra lontano dal suo “stile”. Il tempio di Gerusalemme, centro della fede ebraica e cuore della nazione, vedeva un continuo andirivieni di fedeli, molti dei quali vi recavano animali da offrire in sacrificio: non era pensabile se li portassero da casa, specie se abitavano lontano, mentre quanti intendevano lasciarvi un’offerta in danaro dovevano cambiarlo con l’antica moneta, altrove fuori corso ma la sola accettata nel tempio. In fondo dunque quei mercanti, oltretutto stanziatisi nel più esterno dei cortili del sacro edificio, svolgevano un servizio utile: perché scacciarli? In realtà l’episodio è importante perché Gesù vi si proclama Figlio del “Padrone di casa”, e denuncia lo scandalo del mercanteggiare il rapporto con il Padre suo, o ritenerlo una pratica formale, ridotta al “sentirsi a posto” con il semplice offrirgli qualcosa. In tal senso il monito assume una validità perenne; oggi come ieri incombe sulla coscienza di ciascuno l’illusione di tacitarne i rimproveri con l’osservanza esteriore del culto o magari col metter mano al portafogli. La fede implica ben altro, come appare anche dal seguito dell’episodio. A chi gli chiede conto del suo inusitato comportamento, Gesù risponde: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. E l’evangelista aggiunge: “Egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù”. Ecco: la fede trova in lui il nuovo e perfetto tempio, distrutto dalla croce e ricostruito con la risurrezione; il suo corpo morto e risorto è il “luogo” dove incontrare Dio. Le chiese cristiane differiscono radicalmente dall’antico tempio di Gerusalemme, perché non sono la dimora di Dio, ma la casa della comunità, che vi si raduna per entrare in intima comunione con Gesù morto e risorto, specie nella celebrazione eucaristica. Trascurare la Messa, o parteciparvi solo per distratta abitudine, o sostituirla con pratiche magari in sé buone ma rispondenti piuttosto ai gusti personali, significa non aver compreso il valore del dono, né che di un dono appunto si tratta. Con Dio non si mercanteggia, né si possono seguire opinioni personali; l’atteggiamento appropriato, da parte dei destinatari di un tale dono, è anzitutto la più profonda riconoscenza, che si traduce nell’impegno a vivere in modo coerente con il rapporto profondo che il dono instaura. Intenzioni delle messe nella chiesa parrocchiale SAB. 7 mar.: 1. def. Erminio e Lucia Pinna; 2. def. Fernando; 3. def. Panini Franco; 4. def. Savina e Onofrio; 5. def. Bussoli Aldo e Stauder Sara DOM. 8 mar.: 1. def. Bellini Giuseppe e Virginia; 2. def. coniugi Berselli Angelo e Gina e Bonini Pia; 3. deg. Domenico e Pia Venturelli; 4. def. Olimpio Zamboni; 5. secondo intenzioni offerente LUN. 9 mar.: 1. def. della parrocchia MAR. 10 mar.: S. Messa ore 8.00 Casa della Carità e ore 7.15 al Carmelo MER. 11 mar.: 1. def. Bochicchio Maddalena GIO. 12 mar.: 1. def. Mery, Mimmo, Concetta VEN. 13 mar.: 1. def. Barbieri Olga SAB. 14 mar.: 1. def. Tullio; 2. def. Spezzani Carmen DOM. 15 mar.: 1. def. Giovanni e Lucia; 2. def. Eugenia; 3. def. Edda Bellini; 4. def. Roli Pia; 5. def. Nello e Virginia; 6. def. Provito Giuseppe La Consolata Azione cattolica diocesana Martedì 10 marzo, ore 20.45 al Centro Giovanni XXIII, V.Prevostura 4 - Reggio E. Incontro con Elsa Belotti sul tema Se non sei “uno” non puoi essere in due Gruppo biblico “Mandorlo in fiore” Ci incontriamo sabato 14 marzo alle ore 21 in sala San Paolo per ascoltare e meditare il 5° capitolo della lettera agli Efesini Incontri per il catechismo dei ragazzi Ore 10: incontro catechesi - ore 11.15: Santa Messa - 15 marzo: 4a elementare - 22 marzo: 3a elementare Ritiri di quaresima Coordinamento Giovani Ritiro di quaresima 14 e 15 marzo Mission is possible a Cinquecerri (Ligonchio), Casa di Vacanze Lo Scoiattoloo - per info e iscrizioni: 340/9787870 Adulti di Azione Cattolica Domenica 22 marzo, dalle 9 alle 12 per concludersi con la Santa Messa, in Seminario a Reggio Emilia guidati da mons. Paolo Rabitti. Il 14 e 15 marzo a Marola ci saranno gli Esercizi spirituali per le famiglie guidati da Giovanna Bondavalli e da due coppie di sposi. Sono già aperte le iscrizioni sul sito. Giornata missionaria domenica 15 marzo pregheremo per i nostri missionari in India, Brasile, Albania, Madagascar, Ruanda, Kosovo. Le offerte delle messe saranno devolute al Centro Missionario Diocesano 08 marzo 2015 Il vescovo incontra i giovani Li amò sino alla fine 13 marzo: La scoperta dell’amore vero (Maria Maddalena) In Cattedrale a Reggio Emilia alle ore 20.45 Caritas Quaresima: Digiuno con un SorRISO Domenica 15 marzo, in laetare (della gioia) la Caritas mette a disposizione dei simpatici sacchetti di riso a offerta libera. Quanto raccolto sarà utilizzato per l’acquisto di generi alimentari distribuiti ai poveri dell’emporio Il Melograno P ARROCCHIE DI S ASSUOLO 24 ORE DI PREGHIERA Dio ricco di misericordia (Ef 2,4) “Non trascuriamo la forza della preghiera di tanti! L’iniziativa 24 ore per il Signore, che auspico si celebri in tutta la Chiesa, anche a livello diocesano, nei giorni 13 e 14 marzo, vuole dare espressione a questa necessità della preghiera.” (Papa Francesco) Il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione propone anche per la Quaresima 2015 le 24 ore per il Signore, nei giorni 13-14 marzo. A livello cittadino: Venerdì 13 e Sabato 14 MARZO in SANT’ ANTONIO con questo programma: - Venerdì 13 marzo ore 18 S.Rosario ore 18,30 S.Messa ed esposizione del SS.mo per la preghiera personale ore 23 Preghiera comunitaria e compieta Continua per tutta la notte l’Adorazione ecuaristica e la preghiera personale. - Sabato 14 marzo - ore 6,30 Ufficio di Lettura ore 7 Lodi Segue l’adorazione personale fino alle ore 18 ore 18 Canto del Vespro e conclusione Saranno presenti sacerdoti per le confessioni. Per una migliore organizzazione (soprattutto per le ore della notte) vi chiediamo di segnalare la vostra disponibilità oraria telefonando alla Segreteria parrocchiale S.Giorgio 0536-881302 (orari d’ufficio: ore 8,30-12,30; 15-19) VICARIATO DI SASSUOLO - VALLE DEL SECCHIA Percorsi Quaresimali 2015 - Il Vangelo della Passione secondo Marco MARTEDÌ 10 MARZO ORE 20:45 Parrocchia Sant’Antonio - “Il Vangelo della Passione parte I” - Don Roberto Ruozi - Biblista MARTEDÌ 17 MARZO ORE 20:45 Parrocchia S.Antonio - “Liturgia Penitenziale per adulti” - Don G. Rossi - Parroco U.P. - Sassuolo centro MARTEDÌ 24 MARZO ORE 20:45 Parrocchia Sant’Antonio - “Il Vangelo della Passione parte II” - Don Matteo Mioni - F.d.C. Biblista MARTEDÌ 31 MARZO ORE 20:45 Piazzale Della Rosa - “Liturgia Penitenziale per giovani” - Don Carlo Menozzi - Resp. Coordinamento Giovani GIOVEDÌ 2 APRILE ORE 20:45 - Processione del Santo Tronco La Consolata Giornata del seminario Il rettore, don Alessandro Ravazzini, ringrazia per le offerte raccolte nella nostra parrocchia che ammontano a euro 1.750,00. Assemblea plenaria dei ministeri Pomeriggio di domenica 15 marzo in Cattedrale Sono invitati i ministri straordinari della S. Comunione, i lettori, gli accoliti Aleppo urla di dolore: nessuno che spenda parole per i poveri cristiani “Non abbandonateci, non lasciateci soli”: lo ripete come un mantra, monsignor Jean-Clement Jeanbart arcivescovo greco-melkita di Aleppo, una delle città martiri della guerra civile in Siria, mentre dall’altro capo del telefono si sentono chiaramente gli scoppi dei mortai. “È appena caduto un razzo katiuscia - dice mentre la sua voce viene quasi del tutto coperta dal boato -, siamo a circa cento metri dalla linea di demarcazione, al confine della città antica. Ogni giorno muore qualcuno”. La notizia del rapimento di 90 cristiani - “sono 87” corregge prontamente - da parte dello Stato Islamico che ha conquistato alcuni villaggi cristiani nel Khabour (Siria), è arrivata fino ad Aleppo e adesso sale la preoccupazione per la loro sorte. “Speriamo che possano essere liberati e tornare così alle loro case ma dopo quello che abbiamo visto fare da questi barbari dell’Is in Libia, in Siria, in Iraq c’è da aspettarsi di tutto”. Purtroppo, le notizie che giungono non sono rassicuranti e parlano già di alcuni uccisi. Per un attimo monsignor Jeanbart sembra dimenticare quanto gli accade intorno e attacca senza mezzi termini l’inazione europea: “Quando accadono fatti come decapitazioni, crocifissioni, esecuzioni sommarie, voi in Europa siete soliti dormire per non vederli. La gravissima strage di Parigi, a Charlie Hebdo, invece ha richiamato in meno di 24 ore i potenti del mondo. Ma per questa gente innocente, colpevole solo di professare la fede cristiana, nessuno spende mai una parola e ciò è davvero terribile”. La stessa commozione il presule la riserva per la sua città, la più antica del mondo, Aleppo, che non ha mai pensato di abbandonare. E parla di “grave emergenza umanitaria”. “In città manca tutto - racconta srotolando una lunga lista di bisogni - elettricità, cibo, acqua, benzina, medicine. Le industrie sono state chiuse e i loro operai, più di un milione e duecentomila, ora sono privi di reddito. Le infrastrutture colpite e distrutte dai bombardamenti dei ribelli e dei governativi. La vita è sempre più dura, complice anche l’inflazione che ha fatto quadruplicare i prezzi dei generi di prima necessità”. Tutto questo sembra non esistere per i media del mondo. “La città sembra ormai abbandonata a 08 marzo 2015 se stessa, nessuno ne parla più, nessuna riga sulle sofferenze della popolazione. Prima della guerra qui abitavano oltre tre milioni di persone, oggi ne sono rimaste poco meno della metà. Gli altri oggi ingrossano le fila dei profughi e degli sfollati. Come Chiesa facciamo quel che possiamo, forse più delle Ong, delle agenzie umanitarie e anche del Governo stesso, aiutando quanta più gente possibile. Ma non basta”. Mentre dentro la città si vive “nella paura e nella miseria”, nelle zone periferiche si combatte. Da una parte, le forze governative e, dall’altra, quelle di opposizione. Bombardamenti giungono da entrambe le fazioni che controllano diverse zone della città. “Negli ultimi giorni - spiega monsignor Jeanbart l’esercito regolare del presidente Assad sembra avere conquistato il controllo di località e villaggi intorno ad Aleppo così da formare una cinta difensiva con il chiaro scopo di evitare che cada nelle mani dei ribelli o peggio dei miliziani integralisti dello Stato Islamico”. Questi ultimi, in maggioranza stranieri, “rappresentano un nemico anche per gli oppositori di Assad, in larghissima parte siriani, che invece ogni giorno di più lasciano le armi per cercare vie negoziali con il regime. Rischiano meno con le forze regolari del presidente Assad che con i miliziani del Califfo”. Le bandiere nere del Califfato rappresentano un’altra ferita aperta nella già maltrattata carne siriana. “Lo Stato islamico - denuncia l’arcivescovo - fa soldi con la disperazione di tanti poveri che vengono pagati profumatamente, anche in anticipo di mesi, per combattere. Una grande fonte di reddito per le famiglie di provenienza che per questo li spingono nelle braccia di al-Baghdadi. Lo stipendio mensile di un combattente Is si aggira sui 500 dollari, circa 150mila lire siriane. Una cifra enorme rapportata al salario medio in Siria che adesso è di 15mila lire. Sono tanti soldi nelle mani di ragazzi di 16 o 17 anni ai quali vengono date anche droghe e poi mandati a morire. Una cosa indegna”. Tra molte ombre qualche luce sembra trasparire. È il caso dell’annuncio dell’inviato speciale dell’Onu per la Siria, Staffan de Mistura, su una possibile e imminente tregua di sei settimane ad Aleppo. Se ciò dovesse accadere la città vedrebbe innanzitutto l’apertura di corridoi umanitari e di rifornimenti per i civili. “Se de Mistura dovesse riuscire a mettere d’accordo regime e ribelli, sarebbe un grande risultato - dichiara l’arcivescovo - e potrebbe preludere ad accordi più importanti. La gente qui ha bisogno che la vita riprenda subito, che si riparino gli ospedali, le strade, le scuole, che ad Aleppo sono circa 2.000. Che riparta l’economia, il lavoro, la ricostruzione e soprattutto che si cerchi la riconciliazione. Abbiamo bisogno di tornare a sognare un Paese sereno e riconciliato, solo così tutto il sangue versato dall’una e dall’altra parte non sarà stato versato invano”. “Sogniamo - e qui la voce s’incrina - un Paese nuovo, dove tutti i cittadini abbiano gli stessi diritti e doveri, dove nessuno sia più prevaricato, dove il dialogo tra le fedi non sia fatto solo di convenevoli ma di scambio di convinzioni. In questo impegno la Chiesa avrà sempre la mano tesa verso l’altro, senza differenza alcuna”. La Consolata 08 marzo 2015 «L’abbandono è la malattia più grave dell’anziano» Papa Francesco, discorso Accademia della vita - 5 marzo 2015 Cari Fratelli e sorelle, vi saluto cordialmente in occasione della vostra Assemblea generale, chiamata a riflettere sul tema “Assistenza all’anziano e cure palliative”, e ringrazio il Presidente per le sue cortesi parole. Mi piace salutare specialmente il cardinale Sgreccia che è un pioniere...Grazie.Le cure palliative sono espressione dell’attitudine propriamente umana a prendersi cura gli uni degli altri, specialmente di chi soffre. Esse testimoniano che la persona umana rimane sempre preziosa, anche se segnata dall’anzianità e dalla malattia. La persona infatti, in qualsiasi circostanza, è un bene per sé stessa e per gli altri ed è amata da Dio. Per questo quando la sua vita diventa molto fragile e si avvicina la conclusione dell’esistenza terrena, sentiamo la responsabilità di assisterla e accompagnarla nel modo migliore. Il comandamento biblico che ci chiede di onorare i genitori, in senso lato ci rammenta l’onore che dobbiamo a tutte le persone anziane. A questo comandamento Dio associa una duplice promessa: «perché si prolunghino i tuoi giorni» (Es 20,12) e - l’altra - «tu sia felice» (Dt 5,16). La fedeltà al quarto comandamento assicura non solo il dono della terra, ma soprattutto la possibilità di goderne. Infatti, la sapienza che ci fa riconoscere il valore della persona anziana e ci porta ad onorarla, è quella stessa sapienza che ci consente di apprezzare i numerosi doni che quotidianamente riceviamo dalla mano provvidente del Padre e di esserne felici. Il precetto ci rivela la fondamentale relazione pedagogica tra i genitori e i figli, tra gli anziani e i giovani, in riferimento alla custodia e alla trasmissione dell’insegnamento religioso e sapienziale alle generazioni future. Onorare questo insegnamento e coloro che lo trasmettono è fonte di vita e di benedizione. Al contrario, la Bibbia riserva una severa ammonizione per coloro che trascurano o maltrattano i genitori (cfr Es 21,17; Lv 20,9). Lo stesso giudizio vale oggi quando i genitori, divenuti anziani e meno utili, rimangono emarginati fino all’abbandono; e ne abbiamo tanti esempi! La parola di Dio è sempre viva e vediamo bene come il comandamento risulti di stringente attualità per la società contemporanea, dove la logica dell’utilità prende il sopravvento su quella della solidarietà e della gratuità, persino all’interno delle famiglie. Ascoltiamo, dunque, con cuore docile, la parola di Dio che ci viene dai comandamenti i quali, ricordiamolo sempre, non sono legami che imprigionano, ma sono parole di vita. “Onorare” oggi potrebbe essere tradotto pure come il dovere di avere estremo rispetto e prendersi cura di chi, per la sua condizione fisica o sociale, potrebbe essere lasciato morire o “fatto morire”. Tutta la medicina ha un ruolo speciale all’interno della società come testimone dell’onore che si deve alla persona anziana e ad ogni essere umano. Evidenza ed efficienza non possono essere gli unici criteri a governare l’agire dei medici, né lo sono le regole dei sistemi sanitari e il profitto economico. Uno Stato non può pensare di guadagnare con la medicina. Al contrario, non vi è dovere più importante per una società di quello di custodire la persona umana. Il vostro lavoro di questi giorni esplora nuove aree di applicazione delle cure palliative. Fino ad ora esse sono state un prezioso accompagnamento per i malati oncologici, ma oggi sono molte e variegate le malattie, spesso legate all’anzianità, caratterizzate da un deperimento cronico progressivo e che possono avvalersi di questo tipo di assistenza. Gli anziani hanno bisogno in primo luogo delle cure dei familiari – il cui affetto non può essere sostituito neppure dalle strutture più efficienti o dagli operatori sanitari più competenti e caritatevoli. Quando non autosufficienti o con malattia avanzata o terminale, gli anziani possono godere di un’assistenza veramente umana e ricevere risposte adeguate alle loro esigenze grazie alle cure palliative offerte ad integrazione e sostegno delle cure prestate dai familiari. Le cure palliative hanno l’obiettivo di alleviare le sofferenze nella fase finale della malattia e di assicurare al tempo stesso al paziente un adeguato accompagnamento umano (cfr Lett. enc. Evangelium vitae, 65). Si tratta di un sostegno importante soprattutto per gli anziani, i quali, a motivo dell’età, ricevono sempre meno attenzione dalla medicina curativa e rimangono spesso abbandonati. L’abbandono è la “malattia” più grave dell’anziano, e anche l’ingiustizia più grande che può subire: coloro che ci hanno aiutato a crescere non devono essere abbandonati quando hanno bisogno del nostro aiuto, del nostro amore e della nostra tenerezza. Apprezzo pertanto il vostro impegno scientifico e culturale per assicurare che le cure palliative possano giungere a tutti coloro che ne hanno bisogno. Incoraggio i professionisti e gli studenti a specializzarsi in questo tipo di assistenza che non possiede meno valore per il fatto che “non salva la vita”. Le cure palliative realizzano qualcosa di altrettanto importante: valorizzano la persona. Esorto tutti coloro che, a diverso titolo, sono impegnati nel campo delle cure palliative, a praticare questo impegno conservando integro lo spirito di servizio e ricordando che ogni conoscenza medica è davvero scienza, nel suo significato più nobile, solo se si pone come ausilio in vista del bene dell’uomo, un bene che non si raggiunge mai “contro” la sua vita e la sua dignità. È questa capacità di servizio alla vita e alla dignità della persona malata, anche quando anziana, che misura il vero progresso della medicina e della società tutta. Ripeto l’appello di san Giovanni Paolo II: «Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà vera, pace e felicità!» (ibid., 5). Vi auguro di continuare lo studio e la ricerca, perché l’opera di promozione e di difesa della vita sia sempre più efficace e feconda. Vi assista la Vergine Madre, Madre di vita e vi accompagni la mia Benedizione. Per favore, non dimenticate di pregare per me. Grazie. Il bollettino è anche online: http://www.parrocchie.it/sassuolo/consolata/bollettino.pdf
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