Anno VI n. 24 Editrice Media Belluno srl Autorizzazione Tribunale di Belluno n. 691/2009 del 26/08/09 PIANTE SPONTANEE la “droga” degli antichi Greci ECONOMIA “applicazione del reverse charge” APPUNTAMENTI Aprile 2015 “Il treno nelle Dolomiti“ ATTUALITA’ Samantha Cristoforetti e la missione Futura SPECIALE SPOSI 06 05 Editoriale Un’idea di sviluppo 06 Appuntamenti Aprile 2015 “Il Treno nelle Dolomiti” 13 08 Musica Educare alla musica con la musica 09 Poesia A voce alta 10 Salute Primavera: tempo di depurazione 22 13 Attualità Samantha Cristoforetti e la missione Futura 14 Attualità L’esperienza del tatuaggio 28 34 2015 Anno VI n. 24 - Editrice Media Belluno srl Autorizzazione Tribunale di Belluno n. 691/2009 del 26/08/09 Iscrizione al R.O.C. Registro Operatori della Comunicazione n. 21851 Marzo Il periodico gratuito di informazione ed attualità delle Dolomiti 21 Economia L’ampliamento dei casi di applicazione del “reverse charge” introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 22 SPECIALE SPOSI 26 Piante Spontanee la “droga” degli antichi Greci 27 Moda Sartoria Capponi 28 Arte Luisa Casati: la Divina Marchesa 30 Il Territorio Il Bellunese: luogo d’incontro tra culture 31 Letto per voi Il cavaliere di San GiovannI 32 Viaggi Viaggio in Provenza 16 Bambini Come affrontare serenamente il dopo parto 34 English? Yes, please! Rosapetra In The Dolomite 18 Personaggi Quando diventeremo aquile 35 Turismo La Borsa Internazionale del Turismo 19 Storia Teutoburgo 9 d.C. 36 Cucina Il Carciofo 20 Prospettive Comeliane La diffusione della pratica degli sport invernali in Comelico 37 Risparmio energetico Finestre Drutex Direttore responsabile Andrea Ferrazzi In redazione Chiara Reolon Direzione e amministrazione Via Monte Grappa, 346 - 32100 Belluno Editore Media Belluno srl Stampa Tipografia Marca Print - Treviso Contatti Tel. 347 6773331 [email protected] www.bellunomagazine.it 38 Oroscopo Marzo 2015 Hanno collaborato a questo numero: Enrico Valmassoi, Paola Celentin, Vincenzo Della Vecchia, Cristina Muratore, Francesca Busetti, Eleonora D’Inca, Elena Vescovi, Chiara Reolon, Daniele Tormen, Guido Buzzo, Lucia Olivotto, Lorena Simonetto, Ettore Saronide, Barbara Meletto, Tomaso Pettazzi, Denis Cappellin, Vasie Naidoo, Francesca Casali, Sebastiano Saviane, Mago Yami Immagine di copertina: Foto e Grafica by Creative Menu Per informazioni sulla tua pubblicità chiama il 340 7788290 Oppure invia una mail a [email protected] Per segnalazioni, consigli ed informazioni scrivi a [email protected] BM è anche su Iscriviti al gruppo per condividere le tue opinioni ed essere sempre aggiornato sulle novità. www.bellunomagazine.it è vietata la riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo, dei testi e materiali presenti nel magazine. © Belluno Magazine Editoriale UN’IDEA DI SVILUPPO di Andrea Ferrazzi è ormai assodato che la crisi iniziata nel 2008 non sia un passaggio congiunturale (al termine del quale è legittimo attendersi che tutto tornerà come prima), ma l’inizio di una transizione verso un nuovo scenario economico. Nel quale le opportunità non mancano. Anzi. L’importante è prendere atto che anche il vecchio modo di fare impresa è tramontato. Questo vale in generale, e ovviamente anche per il Nordest. L’area che è (stata) la locomotiva economica del Paese. E che adesso, però, deve fare i conti con il proprio passato, per ripensare il proprio futuro. Prendendo atto che i fattori che ne hanno favorito una crescita rapida (e spesso frenetica, se non schizofrenica) sono venuti meno: la possibilità di contare su una valuta debole, così come un costo del lavoro contenuto rispetto alla concorrenza internazionale sono tutti elementi su cui non è più possibile fare affidamento. Nel suo ultimo rapporto, la Fondazione Nord Est, sotto la direzione scientifica di Stefano Micelli, ha elaborato una “road map” per dare nuovo slancio all’economia triveneta. Ripartendo dal territorio e diventando protagonista della terza rivoluzione industriale. Si tratta, in sostanza, di ritrovare le ragioni che ne hanno sancito il successo, ricominciando dalla manifattura e da punti di forza come il capitale umano e la forte vocazione all’export, rinnovando le premesse di tanti risultati positivi e accettando il confronto con uno scenario economico profondamente rinnovato. In che modo? Seguendo l’esempio di molte imprese che già sono riuscite a cogliere i contorni delle evoluzioni in atto. Ad iniziare da quella del consumo, con una quota crescente di domanda che si rivolge verso beni capaci di racchiudere valori immateriali, incardinati sulla “produzione culturale” di un territorio, nonché sulla sostenibilità ambientale e sociale. In questa sfida c’è l’aspetto tecnologico, certo. La nuova manifattura sarà, infatti, sempre più digitale: con la diffusione degli strumenti come le stampanti 3D, i laser cutter e le tante frese, oggi sono sempre più economici e accessibili, i mezzi di produzione saranno sempre più digitali e sempre più “personali”. Nel Nord Est la nuova manifattura prende la forma di una bottega artigiana in versione 2.0 più che di una fabbrica automatica. E il rapporto virtuoso fra il saper fare accumulato in questo territorio e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie si manifesta appieno nei settori tipici del cosiddetto “medium tech”, del design e del lusso. Ma c’è di più. Se il Nord Est vuole essere il centro di un modo nuovo di pensare le grandi trasformazioni produttive, è necessario anche qui si investa sullo sviluppo del capitale umano (con particolare attenzione alla cultura tecnica) e sulla costruzione di nuovi rapporti fra manifattura, istituzioni culturali e turismo. Un aspetto, quest’ultimo, che rimanda alla necessità di valorizzare le specificità territoriali, tratto caratteristico del nostro Paese. La rotta è tracciata. Basta seguirla CERIMONIE CRESIME BATTESIMI A PARTIRE DA 23€ NELLE NOSTRE SEDI DI TAIBON AGORDINO E CASONI BELLUNO BM | 5 Appuntamenti di Enrico Valmassoi Aprile 2015 “Il Treno nelle Dolomiti” T ra le iniziative più importanti a carattere culturale promosse dall’A.I.C.S. Associazione Italiana Cultura e Sport, Comitato Provinciale di Belluno, figura la manifestazione “Il Treno nelle Dolomiti”. L’evento, dedicato al Treno, ha visto la sua nascita a Belluno nel 2004, come occasione di visita alla città. Dall’edizione 2009 si è sentita l’esigenza di trasformare la manifestazione in un appuntamento di carattere fieristico. La fattiva collaborazione tra l’A.I.C.S. e l’Ente Fiera di Longarone, ha permesso a questa manifestazione, sapientemente curata negli allestimenti, di diventare uno degli appuntamenti più seguiti ed apprezzati tra quelli dedicati esclusivamente al tema “Il Treno” A noi organizzatori piace considerare la manifestazione l’occasione per ritrovarsi tra vecchi e nuovi amici accumunati dalla stessa passione. Questo modo di proporsi e di condividere l’evento, è la nostra formula vincente visto il costante incremento 6 | BM degli espositori amatoriali e professionali e l’aumento, di edizione in edizione, del numero dei visitatori. Anche per l’appuntamento del 12 aprile 2015 le attrazioni non mancheranno. “Il mercatino di scambio”: un ricco mercatino con la presenza di molti espositori provenienti dal Centro e Nord Italia consentirà ad ogni collezionista di trovare il modello da tempo agognato. “Sezione Diorami”: le più importanti Associazioni di Fermodellismo del Triveneto si daranno appuntamento per esibire le proprie creazioni che in alcuni casi raggiungono dimensioni veramente significative, ma senza tralasciare l’accuratezza nella riproduzione di luoghi caratteristici di famose tratte ferroviarie. “Sezione Vapore Vivo”: saranno esposte in forma statica incredibili riproduzioni in scala perfetta di Locomotive e Locomotori che hanno fatto la storia delle Ferrovie Italiane. Non mancherà inoltre, per la gioia dei più piccini, un circuito ferroviario con convogli in movimento. “Il Treno dei Bambini”: un treno multicolore correrà sferragliando in un circuito dove, tra una galleria e l’altra, ogni bambino, per un giorno, potrà “sentirsi macchinista”. Importante anche la sezione culturale che per l’edizione 2015 sarà dedicata al tema “Il Treno e la Grande Guerra 1915/1918” con una mostra fotografica in collaborazione con TIROL Archiv Photographie di Lienz (A) “Sono passati cento anni dall’entrata in guerra dell’Italia e dell’Austria e vogliamo ricordare le sofferenze dei nostri Popoli che quella guerra combatterono. Popoli ora finalmente riuniti in pace in una casa comune chiamata Europa”. Non mancherà, come per ogni edizione sin dal 2004, l’Annullo Filatelico con le cartoline commemorative. Per questa edizione una cartolina avrà come tema il centenario dello scoppio della Prima Guerra Mondiale (1915-2015) mentre l’altra riprodurrà il bozzetto vincente, a tema ferroviario, di un concorso indetto tra i ragazzi dell’ Istituto “Leonardo da Vinci”. In questa edizione del “Il Treno nelle Dolomiti” parteciperanno due Istituti scolastici: l’Istituto “Leonardo da Vinci” con le realizzazioni artistiche dei suoi alunni e l’Istituto Tecnico Industriale “Girolamo Segato” con alcune “Macchine a Vapore” provenienti dal museo della scuola. Vi sarà spazio per la presentazione di libri a tema ferroviario e convegni. Particolarmente atteso dagli appassionati è “Il Treno Storico a Vapore”: una Locomotiva 740 con 5 carrozze “cento porte” per complessivi 390 posti che giungerà a Longarone alle ore 11,29 via Feltre Belluno per ripartire alle ore 11,59 verso Ospitale di Cadore e giungervi alle ore 12,08. Tutti coloro che fossero interessati potranno acquistare il biglietto presso la sede dell’A.I.C.S. di Belluno in Via Vittorio Veneto 166 (tel.0437/33981) o presso la sede della Proloco di Longarone in Piazza Pietro Gonzaga, 1(tel. 0437/770119). Ai partecipanti verrà offerto a scelta un libro: “1914 - 2014 Belluno - Calalzo di Cadore Una Ferrovia nel cuore delle Do- lomiti” copia anastatica di un libro edito dall’Associazione Ingegneri Ferroviari nel 1915. Pubblicazione assai rara perché edita in concomitanza con scoppio della Prima Guerra Mondiale, è ricca di immagini e spiegazioni di carattere geologico e ingegneristico sulla tratta ferroviaria e sulle numerose opere (ponti e gallerie). “Le Strade Ferrate - Belluno 1842 Il primo testo poetico veneto dedicato al treno” un libro del dr. Marco Perale che commenta un poemetto in versi dedica- to al treno scritto nel 1842 da Don Tommaso Bertoldi, insegnante al Seminario di Belluno. Primo testo Veneto in versi sul tema ferroviario, e terzo in Italia, offre un interessante spaccato della vita del tempo. Ad Ospitale di Cadore, sarà offerto ai partecipanti (compreso nel biglietto) uno spuntino caldo in attesa del rientro a Longarone per le ore 14,21. Il tutto con un contributo di €uro 15,00. Con la manifestazione “Il Treno nelle Dolomiti” proponiamo a tutti gli appassionati e ai cittadini bellunesi una giornata di divertimento ma nel contempo ribadiamo anche una forte testimonianza di affetto per la nostra Ferrovia che tante difficoltà attraversa, augurandoci che il messaggio venga accolto e condiviso attraverso una significativa partecipazione. Per ulteriori informazioni sarà possibile consultare il sito www.iltrenonelledolomiti.it www.bellunomagazine.it Il nuovo magazine NATO in casa BM 2015 Invia il tuo annunco gratuito a [email protected] Annunci gratuiti vendita o affitto case, auto e moto usate, offerte di lavoro lavoro e tanto altro... Prossimamente in tutta la provincia BM | 7 Musica di Paola Celentin Educare alla musica con la musica: lE SCELTE DEL COMPLESSO BANDISTICO “CITTà DI BELLUNO” L’ importanza dell’educazione musicale nella formazione dei bambini è ormai nota ed educare alla musica con la musica è una scelta pedagogica che diventa fondamentale nella crescita cognitiva ed affettiva dei bambini. I nostri laboratori (accreditati al Progetto Nazionale “Nati per la Musica”) non solo prevedono di sviluppare le capacità di ascolto e di riflessione riguardanti il mondo della musica, ma offrono molti spunti per attività motorie e ricreative. Dai 4 anni: “Musicagiocando”, laboratorio che usando canti, filastrocche, giochi di riconoscimento dei suoni e strumenti musicali, avvicina i bambini al magico mondo della musica. Le attività educano l’orecchio dei bambi- ni all’ascolto attento dei brani musicali e dei suoni che ci circondano, fornendo le prime competenze musicali di base per un avvicinamento alla lettura/scrittura musicale e al ritmo. Dai 6 anni: “Adesso…Musica!”, laboratorio che sviluppa le capacità di ascolto e di riflessione attraverso attività motorie e creative. Acquisendo le competenze musicali di base (lettura delle altezze e dei valori delle note sul pentagramma, letture ritmiche, consapevolezza delle caratteristiche principali del suono) i bambini eseguono insieme semplici brani musicali. Dai 7 anni: “Adesso…Suoniamo!”, laboratorio rivolto ai bambini che hanno già frequentato i corsi precedenti e che si avvicineranno allo studio di uno strumento musicale. Attraverso la body-percussion, gli strumenti ritmico-didattici e la lettura dei primi valori musicali i bambini mettono in pratica quanto appreso suonando insieme. DSA e BES: “Musicoterapia & Banda”, progetto nato quest’anno grazie alla collaborazione con una musico terapeuta laureata, in cui anche i bambini e ragazzi che hanno bisogno di maggiore attenzione e di un programma personalizzato, possono avvicinarsi allo studio di uno strumento bandistico e beneficiare degli apporti educativi della musica d’assieme. Il progetto prevede l’individuazione dei bisogni specifici, lezioni individuali personalizzate rivolte alla pratica strumentale nel più ampio contesto della musico-terapia e lezioni di musica d’assieme nella Banda degli Allievi del Complesso Bandistico “Città di Belluno”. Informazioni e contatti www.bandabelluno.it www.facebook.com/ComplessoBandisticoCittaDiBelluno [email protected] AMBITI DI INTERVENTO Incidenti stradali Infortuni sul lavoro Responsabilità sanitaria BELLUNO - via Feltre n. 46 tel. 0437/941903 Indennizzo da polizze Rivalsa del datore di lavoro Incidenti di caccia www.giesse.info 8 | BM Poesia di Vincenzo Della Vecchia A voce alta Probabilmente sarai l’unica al mondo adesso, in questo preciso istante a leggere questo verso. Sarai solo tu e questo mio riflesso. Leggilo a voce alta, almeno una volta. La voce nella tua testa non sei tu, e ti dirò di più, non è nemmeno una voce, non esiste! Forza allora, fammi vibrare come che già un tempo hai fatto. “Odio chi grida ma di più odio chi non ha più voglia di gridare” . Adesso ti confesso che ho letto tutto questo con la tua voce. La tua voce non esiste in realtà. è solo un artificio della mia mente. Come artifici ricorrenti sono battiti di silenziose memorie senza ricordo. GELATERIA E B&B a s a c n i o t t a f o t Gela a c i g o l o i b a t t u r f n co Mas di Sedico, Belluno TEL: 0437-87650 [email protected] rvizio modità, un se o c i n g o n o e c Camere, biente caldo m a n u d e e n isio privato, telev re vacanze in st o v le r e p ale ... familiare, ide a breve sosta n u r e p e h c n a montagna, o spiti, favore degli o a a tt e in c u c Offriamo una e nuove!!! camere pulite BM | 9 Salute di Cristina Muratore PRIMAVERA: TEMPO DI DEPURAZIONE F inisce l’inverno e la bella stagione arriva mentre il notro corpo spesso non è ancora pronto e manifesta sintomi di stanchezza, pesantezza ed affaticamento psicofisico. Quindi è arrivato il tempo del rinnovamento! Durante l’inverno tendiamo a muoverci di meno, stare più al chiuso ed anche ad eccedere con cibo ed alcool. La debolezza fisica non incoraggia le attività fisiche, ma bisogna reagire. Innanzi tutto è importante dare il giusto spazio al riposo aiutandosi se serve con prodotti naturali a base di tiglio e passiflora che favoriscono il sonno notturno. Poi di giorno, per ripartire con slancio ci si può affidare ad eleuterococco, guaranà, rodiola, ma anche agli antiossidanti che aiutano ad eliminare tossine e radicali liberi prodotti dal nostro metabolismo. In particolare, si rivelano utili la papaya fermentata e le bacche di Goji, considerate una “fonte dell’eterna giovinezza” nella medicina tradizionale cinese. Presentano infatti un potere antiossidante tra i più alti del mondo vegetale, confermato anche dal ministro della Salute nel documento“Disciplina dell’impiego negli integratori alimentari di sostanze e preparati vegetali”, in cui indica il Goji nella lista degli estratti vegetali impiegabili come integratore antiossidante. Queste bacche sono anche ricche di calcio, ferro e proteine, e contengono 18 amminoacidi, 21 minerali, 6 vitamine antiossidanti. Per quanto riguarda la depurazione, esistono molte erbe che supportano le funzioni del fegato: possono aumentare le funzioni epatiche e diminuire i sintomi di un fegato pigro. In genere si tratta di erbe amare, da assumere durante i pasti per stimolare la digestione, la produzione di bile e il rilascio di bile dalla cistifellea. Si tratta di radici di tarassaco, foglie di carciofo, curcuma, bardana, fumaria, fillanto, etc. dott.ssa Cristina Muratore MARTEDì-VENERDì: 9.00-13.00 / 14.30-19.00 SABATO: 9.00-13.00 / 16.00-19.00 DOMENICA E LUNEDì: CHIUSO SIAMO APERTI ANCHE QUANDO LE FARMACIE SONO CHIUSE!! BELLUNO - Via Cavour, 49 Tel. 0437 291661 - 348 7602943 - [email protected] w w w.p ar af armaci aolisti c a.it f ac eb o ok: p ar af armaci a olisti c a 10 | BM Un’altra erba epato-protettiva che difende il fegato dai danni è il cardo mariano. E’ anche utile, soprattutto per le donne che soffrono di problematiche circolatorie e gonfiore alle gambe, eliminare i liquidi in eccesso e migliorare il tono venoso e capillare. I rimedi naturali per la ritenzione idrica, consistono nello svolgere un’attività fisica regolare e nel seguire un’alimentazione che preveda un’ingente consumo di frutta e verdura e che limiti dolciumi e sale. Oltre a bere almeno 2 litri di acqua al giorno, possibilmente la mattina. Invece gli aiuti provenienti dalla fitoterapia possono essere: 1) Succo di mirtillo: se la ritenzione idrica è legata a problemi di circolazione, che non è in grado di funzionare a dovere per una completa ed efficace eliminazione delle tossine, adatto ad agire positivamente sulle funzionalità dei capillari. 2) Foglie di betulla: infusi, spremute, estratti, oli da massaggio e rimedi fitoterapici adatti a combattere la ritenzione idrica nel caso essa sia legata ad eccessi alimentari, come il consumo di alimenti troppo grassi o salati, oppure a problemi di circolazione. 3) Gambo d’ananas: adatto a contrastare il problema della ritenzione idrica per via delle sue proprietà amtiedematose, che facilitano cioè il drenaggio dei liquidi, favorendo inoltre la circolazione, anche nel caso in cui si tema il pericolo di formazione di coaguli di sangue, e l’eliminazione delle tossine accumulate dall’organismo. 4) Tarassaco: rimedio ideale per chi soffre di problemi di ritenzione idrica e desidera aiutare il proprio organismo a depurarsi (foglie e radici ) 5) Sambuco: è un concentrato di fibre utile per perdere peso, particolarmente indicato per chi vuole affrontare un trattamento depurativo e come coadiuvante nelle diete dimagranti, soprattutto in presenza di stitichezza, anche occasionale. Infatti, grazie al suo contenuto di fibre e acidi organici, aiuta la regolarità intestinale, stimola il metabolismo dei grassi e svolge un’azione drenante e antitossine. Limita inotre l’accumulo di grasso e a promuove al meglio la circolazione infatica, favorendo il drenaggio dei liquidi in eccesso e delle scorie; inoltre placa l’appetito, soprattutto quando la fame è di origine nervosa. Per risultati soddisfacenti e sicuri è opportuno affidarsi al consiglio personalizzato da parte di un farmacista olistico di fiducia Produzione e posa Scale interne e in legno e acciaio inox Via S. 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Tra questi Samantha Cristoforetti, prima donna italiana ad andare nello spazio. L’Italia sembra vivere la vicenda con fermento ed eccitazione, la tensione è palpabile e cresce a mano a mano che il conto alla rovescia si fa stringente. Ma cosa ne pensano i cittadini italiani? Dall’interno di un supermercato, alla fermata di un autobus, a un angolo qualunque di un marciapiede, ecco voci e pensieri raccolti lungo le strade di Trieste in una sera di un giorno feriale. “Sta seguendo questo evento?”. Della missione spaziale molti hanno sentito parlare, tuttavia quasi nessuno sta seguendo la vicenda. “Non ho tempo, lavoro tutto il giorno”. “Ho sentito qualcosa alla televisione, ma di più non so”. “Non rientra nella mia sfera di interessi”. Il fatto che una donna italiana vada per la prima volta nello spazio non sembra suscitare particolare curiosità, a parte in una anziana signora che, totalmente all’oscuro dell’intera vicenda, si emoziona visibilmente e mi chiede conferma della cosa. Ma l’arrivo dell’autobus pone fine all’intervista. “Secondo lei a cosa servono le missioni spaziali?”. Le risposte dei più giovani si assomigliano tutte: “A scoprire nuovi orizzonti”. “A vedere cosa c’è oltre il nostro pianeta”. Qualcuno accenna alla possibilità di andare a vivere al di fuori della Terra. “A placare la curiosità dell’uomo”, afferma una ragazza. C’è l’idea che le missioni possano essere utili, ma non si sa precisamente a cosa. I più anziani appaiono scettici. I soldi scarseggiano e potrebbero essere impiegati in maniera diversa. Le missioni vengono fatte a troppi anni di distanza e a quel punto si è perso di vista l’obiettivo. Un uomo mi risponde in modo lapidario: “A niente. Tempo perso. L’uomo ha dei limiti che non può valicare, lo si è visto anche dopo lo sbarco sulla Luna. Ci siamo andati una volta, e poi?”. Ma dove restano le sensazioni in questo scenario? “Se dico spazio, che emozione suscito in lei?”. I giovani sono accomunati da uno slancio emotivo verso l’universo, che rievoca concetti come infinito, immensità, mistero, fascino. Tutti affermano che, se ne avessero la possibilità, partirebbero senza alcuna esitazione per un viaggio nello spazio. Parlare con le persone più “anziane” fa scoprire un mondo di pensieri più variegato. Una donna mi guarda dritto negli occhi e mi risponde, con un tremolio nello sguardo, ma fermezza nella voce: “Panico”. Un uomo appare affascinato da questa distesa senza limiti che non si può toccare, ma afferma anche, con un sorriso mite, che non partirebbe mai per un viaggio spaziale: “Non sono molto coraggioso… e poi soffro di mal di mare…”. “Emozione? E perché dovrebbe essere un’emozione, usi un altro termine”, incalza quasi provocatorio un anziano signore. Ma poi riflette e riprende: “Un grande vuoto, immenso, di cui non sappiamo nulla… e siamo tanto piccoli…”. Non manca l’opinione razionale di colui che ritiene che lo spazio sia un’altra cosa… non quello sopra di noi, ma quello intorno a noi. Tutti costoro però, uomini e donne, sognanti o disincantati, ricordano con precisione chi è stato il primo uomo ad andare nello spazio, Jurij Gagarin, e hanno un ricordo nitido di quel giorno. “Una grande emozione, la sensazione del raggiungimento di un traguardo impensabile”. “Ricordo benissimo l’uomo che è stato… fu un grande momento, a cui radio e giornali diedero moltissimo risalto”. “Ricordo tutta la preparazione prima della partenza.”. “L’abbiamo vissuto come fantascienza… ma d’altronde, la fantascienza di adesso è l’avvenire”. A microfoni spenti, poi, si raccolgono momenti preziosi. L’intervista è finita ormai, quel registratore che metteva un po’ di soggezione non c’è più. Anche chi appariva più infastidito all’idea di “perdere tempo”, in fondo ha sperimentato un momento della giornata un po’ fuori dal comune. Proprio quell’uomo che appariva più cinico e disincantato, a cui lo spazio appariva come un immenso vuoto dinanzi a cui non siamo nulla, afferma con un sorriso che, se avesse vent’anni, nello spazio ci andrebbe subito. Io lo guardo meravigliata, ma lui prosegue e mi spiega. “È mai stata in montagna? Ecco, prenda ad esempio il Sorapis, lo conosce? Si immagini di essere lassù quando arriva la sera, con tutte quelle stelle sopra di lei e la vista meravigliosa del mondo sotto di lei. … Non ne varrebbe la pena?”. Le interviste si possono ascoltare direttamente dal link: www.oundcloud.com/francybus/interviste BM | 13 Attualità di Eleonora D’Inca L’ESPERIENZA DEL TATUAGGIO: DALLA PARTE DEL TATUATORE N ella nostra società, il tatuaggio, che un tempo rappresentava una sorta di tabù, indice di un’implicita “classificazione sociale”, è stato completamente “sdoganato” sia dalla moda, sia dalle stesse convenzioni presenti all’interno della società. In questo senso, un punto di vista interessante può essere fornito da chi i tatuaggi li crea: Fabio Fava (Tattoo shock è il nome del suo studio a Ponte nelle Alpi) abilissimo tatuatore ed artista a tutto tondo. BM: PARTIAMO DALL’INIZIO, NELLE TRIBÙ INDIGENE, DA SEMPRE IL TATUAGGIO DESIGNA IL SEGNO FISICO DI UN “RITO DI PASSAGGIO” IN CUI IL SOGGETTO CHE SUPERA LA PROVA, LA QUALE SI COSTITUISCE COME IL RITO DI PASSAGGIO STESSO, DEVE MOSTRARE AGLI ALTRI ED ANCHE A SÉ DI AVERE VINTO TALE SFIDA; QUINDI IL TATUAGGIO SEMBREREBBE RAPPRESENTARE UNA SORTA DI EMBLEMA MATERIALE DELL’AVVENUTA MATURAZIONE DEL SOGGETTO. DAL TUO PUNTO DI VISTA, FUNZIONA COSì ANCHE OGGI? VOGLIO DIRE, CHI SI TATUA LO FA PER RIMARCARE QUALCOSA DI BELLO O DI BRUTTO CHE GLI È CAPITATO AL FINE DI RICORDARSELO? F: Secondo me oggi, a differenza delle tribù primitive, l’atto di tatuarsi riguarda più una dimensione basata sulla spiritualità individuale che su quella collettiva; mi spiego meglio: la persona che si tatua lo fa perché ha dei motivi suoi che lo portano a mettere in pratica tale scelta, non è più “vincolato” da motivi legati al senso di appartenenza o meno ad una società. In questo senso, ritornando all’esempio di cui tu parlavi, i membri di una tribù si tatuavano con lo scopo preciso, come il caso del rito di passaggio, appunto, di rimarcare la loro maturazione e quindi il loro essere diventati “parte attiva” della società. Oggi invece tale aspetto riguardante il “gruppo” è scemato, il soggetto che si tatua ha intrapreso una scelta personale, anche nel caso che lo faccia seguendo la moda, finendo così per rientrare, conformemente, a fare parte della società “x”. BM: ESATTAMENTE, L’ASPETTO DEL CONFORMISMO DILAGANTE È PRESENTE NELLE “DEGENERAZIONI” CHE LA MODA, PUNTANDO SEMPRE SULLE APPARENTI NOVITÀ, METTE IN ATTO. TROVI GIUSTO CHE ALCUNI STILISTI ABBIANO PROMOSSO UNA CAMPAGNA VOLTA AD OPERARE SCONTI A VITA A CHI SI TATUA IL LORO LOGO? NON È UNA FORMA DI STRUMENTALIZZAZIONE DEL PROPRIO CORPO, GIUNGENDO AD ESSERE LETTERALMENTE “PUBBLICITÀ VIVENTE”? F: Sai, ognuno è libero di farsi del male come vuole, nel senso che una decisione di questo genere implica una scelta del soggetto che la compie: il tatuaggio, dal mio punto di vista, in primis rispecchia la persona stessa che ha intenzione di farselo; voglio dire: se il soggetto in questione si presenta da me per farsi tatuare un marchio famoso, io, per quanto le nostre idee possano divergere, non mi oppongo, altrimenti limiterei la sua libertà di espressione. Questo mio atteggiamento non è da confondere con un gretto menefreghi- IL VENERDI ED IL SABATO CORSI DI MAGLIA PER ESPERTI E PRINCIPIANTI 14 | BM smo, ma è proprio ciò che mi spinge a non fossilizzarmi mai solo in uno stile preciso, in quanto ogni persona ha delle caratteristiche che la rendono unica e diversa dalle altre ed ha il diritto di esprimersi come preferisce. BM: IN QUESTO SENSO CI SONO DEI LIMITI OLTRE I QUALI NON TI SPINGI? COME AD ESEMPIO PROPRIO IL CASO DEI MARCHI DI CUI ABBIAMO APPENA DISCUSSO? F: Sinceramente no. Ognuno è libero di intraprendere le proprie scelte nel modo che ritiene più consono a se stesso, quindi è libero anche di commettere degli errori, di sbagliare. In relazione a questo ti cito il classico esempio di chi si tatua il nome del fidanzato o della fidanzata: io lo sconsiglio sempre, spiegando il perché, dal momento che è un segno di quella determinata persona che nel soggetto rimarrà impresso in eterno, ma se questo è ciò che vuole io eseguo, in quanto nella mia ottica il tatuatore è un “mezzo” che traduce in pratica ciò che esiste solo come idea. Se poi il soggetto se ne dovesse pentire avrà il segno materiale del pentimento stesso, quindi quel tatuaggio potrà comunque avere un preciso significato nella sua vita. BM: PROPRIO A QUESTO PROPOSITO, TROVI GIUSTO O SENSATO CHE ALCUNI SI FACCIANO RIMUOVERE IL TATUAGGIO? BANALMENTE PARLANDO, SE STUFA, SE NON PIACE PIÙ BISOGNAVA CHE LA PERSONA CI AVESSE PENSA- onto c s n i i t a l i f Tanti TO PRIMA… F: Si, sono d’accordo con te, dovrebbe essere una scelta ponderata, cioè bisognerebbe essere consapevoli che è qualcosa che rimane per sempre. Penso che qualsiasi cosa che tu possa compiere nella vita rimanga, compreso il tatuaggio, anche se quest’ultimo a volte può essere il risultato di uno sbaglio, tale sbaglio è proprio il motivo per cui quel tatuaggio esiste ed acquista un senso ed un significato ben precisi; in parole povere, quel tatuaggio stà lì a ricordare l’errore commesso o subito, o quant’altro, dal momento che sono convinto che ognuno è il risultato di ciò che pensa, che agisce, che, quindi è. BM: NON TROVI PERÓ CHE, MODERNAMENTE PARLANDO, IL TATUAGGIO RAPPRESENTI PIÙ UNA MODA E NON PIÙ UN’ARTE? F: No, non credo. Dal mio punto di vista la moda equivale a cercare di uniformare una massa in un contesto nel quale chi non pensa con la propria mente, chi non si forma una sua opinione, non si uniforma e conseguentemente non è nemmeno accettato da quel determinato gruppo sociale. Il tatuaggio rappresenta ciò che il soggetto vuole esprimere non attraverso le parole o un discorso, bensì per mezzo del proprio corpo, quindi, per quanto scontato possa sembrare, esso è realmente un’espressione dell’anima di quella persona, in quanto rappresenta quest’ultima, nel suo intimo, attraverso una visualizzazione, che poi è il concetto base dell’arte stessa. Il tatuatore può essere in grado di compiere un bellissimo disegno, a livello estetico, tuttavia la motivazione, la spiegazione, l’essenza di quel tatuaggio spetta a chi poi lo porterà su di sé, per questo occorre che il soggetto trovi il senso di ciò che vuole impresso sulla pelle (senso che può essere dettato dalla moda, o ricordare l’esperienza di un viaggio, insomma non deve necessariamente implicare un’“illuminazione dell’io”) e solo successivamente decida di tatuarselo. BM: “I TATUAGGI SONO L’ESTERMO TENTATIVO DI INCIDERE UN’IMPRONTA INCANCELLEBILE SU UNA DELLE MATERIE PIÙ EVANESCENTI, IL GRAFFIO ESTREMO DELL’IO CHE PRECIPITA NEL TEMPO TENTANDO, PER RITARDARE LA CADUTA, DI AFFERRARSI ALLA LUCIDA SUPERFICIE DEL NULLA” (G. SCAFAFFIA, DIZIONARIO DEL DANDY). IL CORPO, IN QUESTO CASO PUÓ ESSERE CONCEPITO COME UNA SORTA DI “OGGETTO PREZIOSO” DA TRATTARE CON MOLTA CURA? DATO CHE CHI SI TATUA LO OFFRE, QUINDI È COME SE SI CONCEDESSE COME UN INVOLUCRO… F: Questo è esattamente il motivo per cui tatuo; faccio chiarezza attraverso una metafora: una volta l’uomo utilizzava le cattedrali, dipingendole e rendendole maestose al fine di spiccare agli occhi di Dio, di rendersi importante al suo sguardo, oggi queste cattedrali possono essere assimilate al corpo di ognuno, dal momento che le moderne società tendono all’individualizzazione del singolo. Faccio questo mestiere perché ritengo che sia importantissimo sentire le varie opinioni, i pensieri della gente, cercando di creare qualcosa di visibile e tangibile assieme alla persona stessa che si rivolge a me avendo in mente solo un’idea, questo indipendentemente dal fatto che io sia concorde o meno con ciò che il soggetto vuole. In questa maniera tento di I nostri marchi: H.B. Traunstein Wittmann Brauhaus Kitzmann >> Lagos birre di Baviera >> rivendita ingrosso e dettaglio >> DEGUSTAZIONE visualizzare ciò che egli ha in mente, dandogli forma, facendolo vivere realmente su una superficie “viva”, appunto, come quella del corpo. Ricordo che proprio tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, i tatuatori erano chiamati “apprendisti stregoni”, proprio perché il tatuaggio non è semplicemente uno stampino, ma si configura come il rapporto tra cliente, che ha in mente una determinata cosa, e il tatuatore, il quale cerca di tradurre la cosa teorica in realtà effettiva, al fine di dare vita a una “scheggia d’arte” decifrando ciò che il soggetto esprime a parole. BM: ULTIMA DOMANDA, ALLA LUCE DI QUANTO HAI APPENA DETTO, CREDI CHE IL MESTIERE CHE FAI, L’ARTISTA, IL TATUATORE, POSSA ESSERE PARAGONATO A QUELLO DI UN PITTORE, CON LA DIFFERENZA DERIVANTE DALLA DIVERSITÀ DELLA “MATERIA PRIMA”? F: No, sono due concezioni completamente diverse fra loro: rifacendomi a quanto detto prima, la differenza tra un quadro e un tatuaggio consiste nel fatto che, nel caso del quadro chi lo esegue lo propone come un “pezzo” del proprio sé, di una sua personale visione, mentre il tatuaggio è il prodotto di una relazione tra chi lo esegue e il soggetto che lo pensa e che successivamente lo avrà addosso; esso, in conclusione, è esattamente ciò che risulta da un’opera-lavoro che coinvolge due realtà diverse che mirano ad un’armonia unica. Nuovara apertu FCOV SAS DI Fiabane Cristian in Via Villa n. 54 LIMANA BM | 15 Bambini di Dott.ssa Elena Vescovi Come affrontare serenamente il dopo parto C tuno che ognuna di noi cercasse di considerare e di attivare già dalla gravidanza i seguenti fattori di protezione: A tal proposito, per vivere serenamente il dopo parto sarebbe oppor- W la coppia!... Vivete intensamente e serenamente la forza della vostra relazione con il partner, trovando in lui un compagno e un aiuto anche nella gestione delle vostre emozioni. Coinvolgetelo e preparatelo ad affiancarvi nella gestione pratica di avere un bambino (cambio pannolini, addormentamento del piccolo, bagnetto…) in modo da alternarvi nelle cure al bambino con serenità e corresponsabilità. Condividete all’interno della coppia le vostre emozioni e sensazioni, cercate di dialogare ed aiutarvi reciprocamente nell’affrontare questa meravigliosa avventura che è la genitorialità. W la famiglia!... affrontare una gravidanza e la maternità, può risultare più facile se riusciamo a condividere con i nostri genitori (zii, parenti stretti,…) le gioie, ma anche i timori e i dubbi che questa nuova situazione ci pone. Cercare il sostegno e la vicinanza delle persone a noi care, ci fa sentire accolte e sostenute e ci serve per depotenziare alcuni momenti difficili. W gli amici!... Non appena diventiamo mamme, ci sembra quasi impossibile riuscire a trovare il tempo per vedere gli amici come facevamo un tempo… ma cercate ugualmente are mamme, come ben sapete, la gravidanza e il parto sono momenti unici e indimenticabili per ogni donna. La maternità sancisce una fase evolutiva della donna molto importante e il parto si può semplificare con una parola: spartiacque! Siamo sempre donne, ma con la maternità ci arricchiamo di vissuti, emozioni e pensieri diversi rispetto alla nostra vita precedente. Quando nasce il nostro bambino, siamo spesso travolte da sensazioni ed emozioni molto forti e spesso la novità della situazione ci fa affrontare i primi mesi in una costante ricerca del modo migliore di relazionarci con il nostro “piccolo”. Cambia tutto rispetto al tempo del concepimento: priorità, tempi, pensieri, gestione organizzativa delle nostre giornate … con il tempo e un po’ di pazienza ognuna di noi riesce a creare un nuovo equilibrio con il quale affrontare la nuova vita da mamma. In alcuni momenti ci possiamo anche sentire sopraffatte dalla stanchezza o in parte incapaci di gestire il nostro nuovo ruolo di madri, ma con serenità e qualche accorgimento possiamo far sì che questi brevi momenti di sconforto rimangano appunto… solo dei momenti. di trovare tempi e spazi consoni per condividere con loro questo meraviglioso momento, ma anche per cercare rassicurazioni e momenti di sfogo... i ritmi dei bimbi a volte possono risultare difficili! Inoltre frequentare amiche con bambini o neo mamme come voi, può essere un momento di confronto con donne che vivono probabilmente situazioni simili alla vostre e diventare fonte di rassicurazione e condivisione. Fare attenzione a questi aspetti e trarre giovamento dall’aiuto che tutte queste persone possono offrirci, ci permette inoltre di prevenire un disturbo depressivo che talvolta si presenta in alcune donne nel periodo più bello della loro vita: la depressione post partum. Vorrei spendere alcune parole per spiegare meglio la differenza tra maternity blues e depressione post partum. Il maternity blues si può definire un disturbo psicologico transitorio che si manifesta a 3-4 giorni dal parto. Abbiamo appena partorito, possiamo essere molto stanche o particolarmente “agitate”, siamo contente e al tempo stesso piangiamo e non riusciamo a smettere…. Pensiamo: “Uff! che cosa mi sta succedendo?” Potrebbe essere una manifestazione • Vendita e riparazione macchine per cucire • Macchine per ricamo • Macchine per maglieria • Prodotti per lo stiro DI PRIM AVERA • Presse da stiro ELNA PRESS • Corsi di taglio e cucito PROM OZION I SAREMO PRESENTI AD AGRIMONT 2015 Via Feltre 28/30 - 32100 Belluno Tel. 0437 943062 - Fax. 0437 943062 [email protected] - www.macchinepercuciredemin.com 16 | BM del maternity blues, ma il più delle volte non serve preoccuparsi… Se siete ancora in ospedale, chiedete un consiglio alle ostetriche e al personale che vi circonda. E considerate che queste sensazioni in genere durano alcune ore o alcuni giorni, e ci è sufficiente essere rassicurate e sentire vicino a noi persone care che ci sostengano. La depressione post partum, invece, è un disturbo depressivo che compare entro i primi sei mesi dal parto e può durare setti- mane o mesi. Riconoscere e diagnosticare precocemente la depressione post partum risulta spesso difficile per la natura ambigua e mascherata dei primi sintomi che sono spesso rappresentati da stanchezza e fatica, mancanza di energie e che possono essere imputati al normale e fisiologico aggiustamento del post partum e quindi non essere percepiti come segnali d’allarme. In realtà, attorno alle 8-12 settimane dal parto, compaiono: pianto persistente e immotivato, bassa autostima, sensi di colpa e autorimproveri, ansia, irritabilità, pessimismo, senso di solitudine, difficoltà nel prendere decisioni, disturbi del sonno, disturbi dell’appetito, disturbi della sfera sessuale. Se doveste sentirvi in questo modo e non riusciste a svolgere le vostre abituali attività per almeno una settimana consecutiva, è opportuno rivolgersi a personale qualificato (medici e psicologi) per affrontare e risolvere in maniera adeguata la situazione. E qui nel territorio bellunese ci sono molte ottime realtà con personale preparato alle quali possiamo rivolgerci in caso di necessità: il servizio sanitario, i consultori, le associazioni, i liberi professionisti… insomma: qualora ci fosse un problema, sappiate che c’è sicuramente qualcuno che può aiutarvi! Quindi care mamme e cari papà… il dopo parto è un momento meraviglioso della vostra vita, fatto di amore, di gioia, di serenità, ma anche di dubbi, di incertezze e di alcuni momenti di debolezza… e questi momenti di debolezza non è sempre detto che siano segnali di depressione! A tal proposito vi lascio con una citazione… Il bambino chiama la mamma e domanda: “Da dove sono venuto? … Dove mi hai raccolto?’’ La mamma piange e sorride, stringe al petto il suo bambino e dice: “Eri un desiderio dentro al cuore’’ Rabindranath Tagore ! I C O M A I D IN..TEN Tende da sole - Pergole - Zanzariere - Veneziane - Tende a rullo - Pensiline - Tende interne - Arredo casa. 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Nel 2003, ormai presidente, Oscar decide di vendere tutto all’inglese Dixon Retail (ricavandone qualcosa come 528 milioni di euro) e d’intraprendere con i suoi figli una nuova strada, quella della distribuzione alimentare d’eccellenza. Basti pensare che il punto vendita Eataly a New York vanta trentamila ingressi giornalieri e lì tutto parla italiano: la pasta non si trova in un unico formato, ma si può scegliere tra vari tipi, ognuno con la denominazione tipica della tradizione regionale italiana, come paglia e fieno, trofie, maltagliati, tajarin, mafalde o pici; e il pomodoro per condirla non si chiama tomato sauce, ma passata. Non tutto è sempre andato per il meglio: prima di Eataly, con il progetto fallimentare delle osterie fuori porta, Farinetti acquisisce la consapevolezza dei propri errori. Comprende anche che la vera idea innovativa era a portata di mano, ossia sfruttare quel che certo non difetta nel nostro Paese: le biodiversità. Per noi italiani - intendo italiani che vivono in Italia - sembra impossibile che a Chicago qualcuno sgomiti tra la folla per entrare in un negozio Eataly e che questo sia considerato la cosa più cool da fare durante il weekend. “Gli italiani non si rendono conto della fortuna che hanno avuto a essere nati e cresciuti in questo paese pieno di ricchezze e”, continua Farinetti, “questa è la vera ragione del perché non sanno sfruttarle. La cappa di vittimismo che ci circonda, questo è il vero problema dell’Italia!... Il vero segreto del mio successo? Saper gestire l’imperfezione. Nulla è mai come ci aspettiamo: i progetti falliscono, cambiano e si modificano fino a diventare idee geniali, che a loro volta possono migliorare, perché dobbiamo abituarci a pensare che l’imperfezione è una costante della nostra vita e noi siamo qui per gestirla”. L’inizio di un nuovo anno: basta negatività, scetticismo e pensieri catastrofisti. C’è bisogno di pensare positivo, di agire con il sorriso e di credere nel futuro. Questi sono i buoni propositi per il 2015 di Oscar Farinetti, patron di Eataly, recentemente ospite della rassegna “Belluno e…” nel salotto culturale “Ferruccio Moritsch” dell’Hotel Astor. Certamente l’ottimismo di Farinetti aiuta a sperare che nel nostro Paese non tutto sia perduto, soprattutto per i giovani, ai quali chiede di essere pazienti e, nel frattempo, d’investire nella propria istruzione in Italia e non all’estero, d’imparare dal passato, di custodire i valori della nostra cultura, di costruirsi una coscienza civica e, appena pronti, di spiccare il volo ed esportare nel resto del PARRUCCHIERA CLAUDIA Farinetti si sofferma poi su uno dei tasti dolenti del nostro Paese: l’abbandono della questione meridionale, elogiando il Sud e le sue qualità. Riconoscendone le potenzialità poco sfruttate, lascia intendere come la politica e le stesse istituzioni non siano mai state in grado di affrontare efficacemente i problemi di questa parte fondamentale dell’Italia. “In fondo” ricorda Farinetti “Io sono famoso perché esporto in tutto il mondo pasta e pizza. Non posso che ringraziare il Sud per averle inventate”. Oscar Farinetti ha di sicuro fatto riflettere chi l’ha ascoltato sulla necessità di abbandonare qualsiasi negatività: se si vuole avere successo e trasformarsi “da pipistrelli in aquile”, come ama dire lui, forse bisogna davvero cercare di fare almeno un pensiero positivo al giorno. © Belluno Magazine 2015 DI SALET CLAUDIA Via Don Natale Carli, 4 Paderno di San Gregorio Nelle Alpi (Bl) Tel 0437806210 [email protected] 18 | BM DELICATA COME I TUOI CAPELLI Storia di Daniele Tormen Teutoburgo 9 d.C. L e recenti analisi e discussioni sulle diverse inclinazioni culturali, sociali ed economiche tra il c.d. mondo mediterraneo e quello nordico hanno un’origine anche in vicende del nostro ancestrale passato. Le differenze, le sensibilità e un approccio spesso antitetico ai problemi del mondo nascono anche da un ben identificato avvenimento storico, in specie una battaglia occorsa il 9 d.c. in piena epoca augustea. In quell’anno infatti, con le legioni romane in piena espansione verso Nord, il comando in Germania era nelle mani del proconsole Publo Quintilio Varo; contrapposta ai Romani si frapponeva una composita ed eterogenea compagine di popolazioni germaniche, tra di loro spesso in contrasto e poco inclini a fare fronte comune. In questo contesto però si erge a protagonista Hermann, (Arminio nella versione latinizzata), re dei Cherusci il quale, nonostante fosse alleato dei romani e anzi avesse ottenuto la piena cittadinanza, decide di coalizzare le litigiose tribù teutoniche e di tendere una mortale trappola contro l’ingombrante, apparente, alleato. Convince così il proconsole, del quale era un ufficiale, a deviare dalle vie di comunicazione principali e conosciute per dirigersi ad ovest attraverso sentieri inesplorati per domare una rivolta, fatta scoppiare sapientemente ad arte dallo stesso capo dei Cherusci. In marcia su territori ostili, completamente dipendenti dalle guide locali e dallo stesso Armino che, fino all’ultimo, era ritenuto fedele ed affidabile compagno, tre legioni romane (XVII, XVIII e XIX) con truppe ausiliarie al seguito per un totale di circa 25.000 uomini, si avventurano entro la selva di Teutoburgo, nella zona oggi compresa tra Bassa Sassonia e Renania settentrionale. Sottoposti ad attacchi ripetuti da nemici sfuggenti e continuando ad avanzare senza nemmeno riuscire a schierarsi in formazione da battaglia, i Romani vengono massacrati e lo stesso governatore Varo preferirà il suicidio alla resa. La battaglia segna l’arresto dell’avanzata romana in Germania: nonostante la rivincita ottenuta da Germanico proprio contro lo stesso Arminio il 16 d.c. con la vittoria di Idistaviso, la sconfitta di Teutoburgo, oltre che una delle più gravi disfatte della storia di Roma, avrà conseguenze epocali. Infatti, da quel momento, la penetrazione romana, invero anche per altre ragioni, subirà una battuta d’arresto definitiva e sul limes settentrionale ci si limiterà a una difesa attiva: il Reno non sarà mai superato in via stabile e l’opera di romanizzazione delle terre alte non sarà portata a compimento. Arminio, pur senza riuscire a ottimizzare la vittoria per le divisioni interne dei fieri guerrieri del Nord e vittima lui stesso di una congiura, resterà un mito per i popoli germanici tanto che nel XIX secolo, all’alba della rinascita dell’impero tedesco verrà eretta, proprio in prossimità della zona della battaglia, l’Hermanndenkmal, un monumento al leggendario liberatore della Germania. Della battaglia resta anche il racconto di un Augusto piangente che vagando per il palazzo imperiale a Roma geme invocando nella notte: “Varo Varo, rendimi le mie legioni!”. BM | 19 Prospettive Comeliane di Guido Buzzo La diffusione della pratica degli sport invernali in Comelico N ell’ambito degli sport invernali in Comelico non è mai stato portato in primo piano e a conoscenza del pubblico il ruolo avuto, nella diffusione della pratica sportiva e agonistica capillare, avuto dalla Propaganda Sciistica Valligiana lanciata dalla Brigata Alpina Cadore, denominata “Campanili Alpini”. In Comelico la Valligiana venne sistematicamente organizzata dal 1955 con la presenza in tutti i paesi, attraverso un responsabile sul posto, naturalmente appassionato delle discipline sciistiche. Il centro dell’organizzazione era a Santo Stefano con un coordinatore generale e con la base e il supporto logistico del Battaglione Alpini della caserma “Carlo Calbo”. C’erano tanti bambini e ragazzi che volevano praticare lo sci di fondo e di discesa, ma non tutte le famiglie potevano dare ai figli gli sci e l’equipaggiamento, per cui l’arrivo dell’iniziativa della Brigata Alpina venne salutata con entusiasmo dai genitori che incoraggiarono i figli a partecipare all’addestramento sciistico. La Brigata assicurava l’equipaggiamento completo dagli sci, ai guanti, alla cioccolata e un’equipe di sottotenenti istruttori, a loro volta preparati presso la Scuola Militare Alpina di Aosta, la SMALP, e con la collaborazione di giovani sottufficiali, sergenti, sergenti maggiori, altrettanto preparati negli sport invernali. Uno staff poderoso, giovane, entusiasta, appoggiato dalle famiglie, che riuscì ad entusiasmare i ragazzi con una preparazione teorica e pratica, sui campi da neve dei singoli paesi del Comelico. Alla fine dei cicli di addestramento annuali venivano effettuate le selezioni, per la partecipazione alle conclusioni generali provinciali, nella piana di Gei e sulla pista “Fontane” a Santo Stefano. Le gare provinciali veramente agonistiche, competitive, di centinaia di ragazzi, venivano perfettamente organizzate, stile militare, ad Arabba con alloggio e pernottamento nella caserma degli Alpini e sul Nevegal con appoggio alla caserma Fantuzzi di Belluno, a cura della Brigata 20 | BM Alpina Cadore che faceva affluire i ragazzi addestrati sciisticamente, con pullman propri posti a disposizione. Lo scopo degli Alpini era la formazione dei ragazzi alla pratica e all’uso degli sci in modo tale che al loro arrivo al servizio militare di leva si trovavano già praticamente con i reparti alpini sciatori già pronti ed addestrati. L’azione della Propaganda sciistica durò con successo diversi anni, con riflessi nell’ambito civile e i frutti maturarono nel tempo a beneficio della FISI. Infatti molti ragazzi grazie alla Valligiana, attinsero e raggiunsero una impostazione e formazione sciistica eccellente, sia di sci nordico, sia di sci alpino e molti ebbero successo e divennero campioni, azzurri, istruttori, maestri di sci. Provengono dalla Valligiana gli azzurri di sci di fondo Bruno Pomarè e Daniele Doriguzzi, campioni fortissimi fondisti, Alessandro Doriguzzi di Danta e Checchi Pomarè di Campolongo, l’azzurro bobbista Emilio Pomarè, maestri di sci Fausto De Zolt di Presenaio, Silvano Fontana di Santo Stefano e altri, nonché tecnici nel settore degli sport invernali in varie località. Un vero successo dell’iniziativa della Brigata Alpina Cadore che a tutti i ragazzi partecipanti rilasciava l’attestato di frequenza. La sottolineatura dei successi è d’obbligo. Infatti nel 1957 lo squadrone dei fondisti comeliani vinse sul Nevegal il Trofeo Provinciale Valligiani. Negli anni successivi i ragazzi del Comelico conquistarono il primo e il secondo posto alle finali provinciali che vennero organizzate, per il prestigio raggiunto dalla Valligiana, a Cortina d’Ampezzo e altresì conquistarono addirittura il secondo posto, alle finali nazionali dei Campanili Alpini di Roccaraso. Il 29 novembre 2014 a Campolongo di Cadore, all’inaugurazione del Mostra Sport Invernali, presso il Caffè Letterario Bar 2000, alla presenza di numerosi appassionati delle specialità sportive sciistiche, fondisti, campioni, azzurri, olimpionici, Maurilio De Zolt “il Grillo”, Giuseppe Puliè, e Roberto De Zolt, ideatore della Comelgo Loppet, è stata illustrata l’azione fondamentale della Propaganda Sciistica Valligiana, per la diffusione delle discipline e degli sport invernali in Comelico attestata con riconoscenza dall’azzurro presente, Bruno Pomarè e da Marcello Pomarè speaker sportivo anche lui allievo della Valligiana. Piace evidenziare che il primo azzurro della sci di fondo del Comelico fu Arminio Cesco da Mare di San Pietro di Cadore e la prima azzurra di tale disciplina del Comelico Elena Gant da Padola. Arabba 1957. Finali della Propaganda Sciistica Valligiana. Fondisti del Comelico. Da sinistra: col numero 16 Fausto De Zolt da Presenaio, Bruno De Candido del Monaco Sport Hotel di Santo Stefano, Guido Buzzo, col 25 Alfio De Zolt da Campolongo, Ivo Baldissarutti, Walter Baldissarutti, Silvano Fontana e abbassato Aldo Comis, tutti da Santo Stefano. Guido Buzzo, giornalista, grafico ed esperto di turismo, ha iniziato la sua attività pubblicistica sul Gazzettino nel 1951. Corrispondente della Gazzetta dello Sport, scrive ancora oggi su Amico del Popolo e su altri giornali locali (Il Cadore, La Conquista). Dal 1980 al 1987 è stato responsabile dell'Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo Val Comelico, è autore di numerose pubblicazioni socio-turistiche, nonché di interventi grafico-giornalistici per libri e riviste. Ha promosso ed è curatore del Museo Regianini Surrealismo a Costalissoio. Economia di Lucia Olivotto L’ampliamento dei casi di applicazione del “reverse charge” introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 C hiediamoci prima di tutto: che cos’è il “reverse charge”? In italiano tradotto con “inversione contabile” è un sistema applicato in materia di IVA attraverso il quale l’assolvimento dell’imposta avviene per mezzo del cliente/cessionario e non secondo la regola generale tramite il cedente/prestatore. Normalmente è il cedente/fornitore che applica l’Iva in fattura; viene incassata dal cliente e versata allo Stato, inserendola tra le voci a debito della liquidazione periodica nella quale l’operazione confluisce. Il cliente paga la fattura comprensiva di Iva e porta in detrazione l’Iva pagata al fornitore nella propria liquidazione periodica. Con il sistema di reverse charge il fornitore/ cedente non evidenzia l’Iva in fattura - la quale invece espone la norma secondo la quale si applica l’inversione contabile – ma sarà il cliente/cessionario che integrerà la fattura del fornitore con l’importo dell’Iva e la inserirà nella propria liquidazione periodica sia tra le voci a debito che tra quelle a credito. L’operazione è dunque neutrale – esattamente secondo la natura dell’Iva che, tranne poche eccezioni, non è un costo per gli operatori economici ma rappresenta solo un passaggio finanziario – ma tutto viene svolto in capo al cliente/cessionario che, assolvendo l’imposta attraverso il reverse charge, evidenzia l’Iva di cui si discute sia negli importi a debito - ciò che normalmente fa il cedente/fornitore – che negli importi a credito - come normalmente viene eseguito dal cliente/cessionario. Questo sistema viene già applicato in diversi casi; il più frequente riguarda i subappalti in edilizia. Analogo sistema si applica anche per l’assolvimento dell’imposta negli acquisti intracomunitari. La legge di Stabilità 2015 ha esteso l’applicazione del reverse charge alle seguenti attività: - prestazioni di servizi di pulizia - demolizione - installazione di impianti (verosimilmente anche le manutenzioni) - completamento di edifici. L’applicazione prescinde sia dalla tipologia contrattuale adottata dalle parti che dall’attività svolta da esse; le operazioni vanno individuate in base ad un criterio oggettivo. Va invece posta attenzione al fatto che il legislatore nazionale ha circoscritto l’ambito dela norma alle suddette prestazioni di servizi effettuate su edifici. Ne discende che la pulizia di un ufficio vedrà l’applicazione del reverse charge, mentre lo stesso servizio relativo ad un parco o ad un piazzale sarà assoggettato normalmente all’Iva. Così installare un impianto in uno stabilimento sarà soggetto alle nuove norme, mentre l’installazione di un’illuminazione viaria vedrà l’Iva in fattura. Le nuove fatture in regime di reverse charge saranno emesse senza applicazione dell’imposta indicando l’articolo 17 del DPR 633/72 commi 5 e 6 lettera a)ter. Il regime di reverse charge si applica solo nei confronti di soggetti passivi di imposta (tipicamente i titolari di partita IVA) quindi non verso privati, né ad esempio ai condomìni. Nella legge di Stabilità è inoltre prevista l’applicabilità del reverse charge alle cessioni di beni a ipermercati, supermercati e discount che però enterà in vigore subordinatamente all’autorizzazione da parte della UE. Mese del benessere OLISTICO DEL VISO con Melatonina e Snailina • Trattamento singolo in istituto € 58,00 • Protocollo di 5 trattamenti in istituto € 290,00 comprensivo di NUTRICREMA E NUTRISERUM in Omaggio per il mantenimento domiciliare BM | 21 Maison by Look Sposa by Pronovias Fashion Group e tanti altri... Bassano del Grappa (Vi) Tel. 0424 566429 Montecchio Precalcino (Vi) Tel. 0445 865097 www.looksposa.it 22 | BM SPECIALE SPOSI di Lorena Simonetto Via Roma, 21 PEDAVENA (BL) Tel. 328.9128521 w w w. e l l e - e s s e . n e t O vunque venga celebrato, a qualunque ora del giorno, indipendentemente dalla data, qualunque siano le condizioni meteo, indipendentemente dalla quantità di persone che assisteranno…l’incedere della sposa, l’attesa trepidante dello sposo sono attimi sospesi in un tempo immortale, e come un dipinto prende forma, così il matrimonio diviene arte…l’arte delle emozioni. Come in un dipinto, effettivamente, si comincia da una tela bianca, o nel mio caso, da un foglio. Non importa quanti matrimoni si siano organizzati, ognuno sarà completamente differente dal precedente, ma ogni volta giunti alla conclusione, il cuore ha un battito in più… e nonostante le molte ore di lavoro frenetico dove tutto si concentra in non più di tre giorni, anche se il tutto è partito mesi prima, ecco alla fine, una misteriosa forza, quel battito in più che hai rubato agli sposi gioendo della loro emozione, si scatena e si è pronti a ripartire. Il primo incontro con una futura sposa è fatto di conoscenza, di date, numeri, colori e appunti…tanti! Così nasce un progetto che giorno dopo giorno prenderà sempre più forma, passando attraverso mille cambiamenti, altalene umorali, dubbi, risate, scelte a volte piccole, quasi insignificanti, altre determinanti, attraverso notti al telefono per sostenere momenti difficili o nuove pianificazioni, passando attra- verso tante prove. La più importante sicuramente è quella dell’abito. Ricordate care donne, non è mai troppo presto per stabilire gli appuntamenti in Atelier. L’abito va scelto con molta calma e le modifiche hanno bisogno di tempo. Per ogni sposa esiste un solo abito e la ricerca a volte può essere difficile a meno che non vi affidiate all’esperienza trentennale dello staff di LOOK SPOSA, un’ atelier raffinato il cui personale estremamente cortese saprà accompagnarvi nella scelta giusta, ascoltando le vostre preferenze e grazie alla sartoria interna sarà in grado anche di trasformare in realtà ogni vostro desiderio creando interamente a mano, un abito secondo le vostre indicazioni, ma avrete la possibilità di scegliere anche tra una vasta proposta di abiti delle migliori griffes internazionali e del Made in Italy tra cui spiccano: Atelier Aimèe, Montenapoleone, Tosca Sposa, Elisabetta Polignano, La Sposa di Pronovias e Eddy K. Da non sottovalutare poi ci sono gli accessori per i quali sarà rivolta la stessa attenzione dell’abito e nell’atelier LOOK SPOSA potrete scegliere quello che più si addice al vostro carattere e abito, affinché ognuna di voi sia unica e originale. Dovendo parlare di tradizioni invece, non bisogna dimenticare che la sposa non va lasciata sola nella scelta ma non deve neppure essere accompagnata dal futuro marito. L’entourage, dovrà essere costituito da poche persone, possibilmente molto intime ed affini con la fortunata. L’abito dell’uomo invece andrebbe proprio scelto con la fidanzata che avendo già le idee ben chiare sulla propria mise saprà indirizzare il futuro marito nella giusta direzione. Facendo intendere, se lo si è scelto, il colore segue.. Destinazione Luna di Miele Via Montelungo, 6 – 32032 Feltre BL - Tel.0439 84 02 16 [email protected] - wwwwgarbinviaggi.com BM | 23 SPECIALE SPOSI dominante per quel giorno. Qualche accenno, come calze nella nuance giusta, cravatta e fazzolettino saranno il tocco che farà di ogni dettaglio la perfezione. Da non dimenticare: la camicia dello sposo sarà l’ultimo regalo della fidanzata mentre i gemelli possono essere regalati dalla mamma. L’aspetto della sposa deve essere il più naturale possibile, l trucco deve essere delicato e gli accessori non dovranno appesantire la figura, stabilite il primo incontro con estetista e parrucchiera almeno sei mesi prima e con loro studiate il risultato che vorrete ottenere. Queste due professioniste, insieme al flor artist dovranno sapere come sarà il vostro abito per creare un look che non stoni con la vostra scelta. I capelli raccolti o sciolti devono essere luminosi e curati per questa ragione la cura del capello deve essere seguita da persone competenti e non improvvisata all’ultimo momento, per questo il mio consiglio è di rivolgervi al salone della Parrucchiera Gianna a Mel, con un’esperienza ben radicata nel tempo è in grado, con il suo staff e un maestro di fama internazionale, mago nelle acconciature da sposa: Filippo Sepe, di analizzare non solo i vostri capelli, ma studiare quali pettinature meglio si prestano alla forma del vostro volto. Dai trattamenti benessere con massaggi “mille petali” a trattamenti curativi mirati e personalizzati, saranno in grado anche attraverso il make-up Via Tempietto 126/D - Mel (BL) tel. 0437 749257 cell. 389 2603418 24 | BM e la manicure di realizzare il total look che desiderate. Il giorno del Si, è uno dei giorni più magici nella vita e le persone che lo vivono direttamente ne serberanno il ricordo per sempre. Tutti i sensi ne sono coinvolti e per questa ragione nulla deve essere lasciato al caso. Ogni cosa deve trovare la propria dimensione, attraverso lo studio dei singoli particolari, affinché ne abbiano a godere non solo i protagonisti indiscussi, ma tutti coloro i quali sono chiamati a parteciparvi. Negli anni il cadeaux agli invitati ha ottenuto sempre più importanza, infatti, la coppia desidera lasciare di sé e del proprio giorno, un oggetto che meglio la rappresenti. Passeggiando per il centro di Feltre, è possibile imbattersi in un negozio dal nome che evoca serenità e lascia intendere che ogni sogno sarà realizzato: Arcobaleno, che da anni riesce in questo intento, offrendo ai propri Clienti un valido aiuto nella scelta della bomboniera, vantando marchi prestigiosi, quali Thun, Swarovski e Millefiori Milano, accontentando ogni tipo di richiesta. Inoltre per genitori e testimoni si possono scegliere collezioni d’arte dei maestri vetrai Venini. Nella tradizione la sposa arriverà all’altare portando con sé un bouquet fiorito, ultimo dono prima del matrimonio da parte del fidanzato. La boutonniere dello sposo sarà costituita da uno dei fiori utilizzato per il bouquet, lo stesso vale per il padre della sposa. Differenti invece saranno quelle del padre dello sposo e dei testimoni, eventualmente accompagnate ai fiori delle testimoni. I fiori di tutto l’allestimento sono importanti e vanno scelti con la coppia. Si deve poter percepire un filo conduttore lungo tutta la giornata che si potrà continuare a vedere successivamente nelle foto. Il fotografo è un altro dei professionisti importanti che vi accompagneranno lungo tutta la giornata, con lui andranno studiate le locations tempo prima e di lui bisogna avere piena fiducia. Egli sarà quasi una figura eterea che vi seguirà ma non oscurerà, sarà in grado di carpire i momenti più suggestivi senza però impedire ai vostri invitati di gustarli con voi. Ne otterrete un servizio impeccabile e osservando gli scatti potrete assaporare le emozioni a nudo senza pose artefatte. Luca Schenal è un giovane fotografo di talento che ha fatto della propria passione un lavoro ed è in grado di cogliere l’attimo. Con lui potrete studiare un servizio unicamente vostro e successivamente scegliere il book più vicino alle vostre aspettative. Luca è la scelta più giusta quando si vuole ottenere non solo un album ma una serie di scatti artistici, attimi rubati e immortali. Potrete anche scegliere di fare alcuni scatti pre-matrimoniali da utilizzare negli inviti personalizzati. A questo proposito, ricordo che gli inviti andrebbero consegnati a mano almeno tre mesi prima del Si, vanno spediti solo nel caso in cui le persone !!! o z ez r p l a lo so ti r a m r fe on N !! io z vi r se e tà li a u q ta Confron Via Cavassico Inferiore Centro Commerciale INCON 32028 Trichiana Tel.: 0437 555327 - [email protected] siano molto lontane. Anche in questo caso cercate di inserire un elemento o colore che si leghi poi al tema del matrimonio. La location del ricevimento va scelta accuratamente, infatti vi trascorrerete la maggior parte della giornata. Dovrà risultare piacevole per gli invitati e comoda per voi. Scegliendo un servizio catering d’eccezione, perla della provincia di Belluno: ViPa avrete la possibilità di scegliere locations suggestive come Ville settecentesche, castelli, ma anche ambienti a voi più affini senza rinunciare all’eleganza e alla raffinatezza. Quando il giorno lascia il posto alla notte quando anche l’ultimo invitato se ne sarà andato, allora anche gli sposi potranno finalmente tornare a casa ed entrare nella loro nuova vita come marito e moglie. La prima casa sarà proprio l’incontro del gusto dei due. Possiederà un’anima che continuerà ad esistere nei decenni e vivrà ogni anniversario, l’arredamento deve essere fatto per durare, deve poter vivere la famiglia che cresce ed adattarsi ad essa. L’amico Legno è in grado di soddisfare questi requisiti, studiando con la coppia un progetto personalizzato per ogni stanza, avvalendosi delle grandi firme ma realizzando anche arredi su misura prodotti interamente nella propria falegnameria. La garanzia di un mobile che durerà nel tempo e con il giusto equilibrio qualità-prezzo: Camere, Cucine, Soggiorni, Bagni e Studi, ogni ambiente parlerà di voi, della vostra storia e del vostro amore. Sistemate le ultime formalità sarà una gioia poter partire per la Luna di Miele. Il viaggio di nozze, rappresenta l’inizio di una nuova vita, un momento di intimità per la coppia, qualunque sia la destinazione scelta, la coppia potrà finalmente rilassarsi, dopo mesi di stress e ansia è il tipo di vacanza che si fa una sola volta. Negli ultimi anni la tradizionale lista nozze è stata sostituita dalla “lista viaggio”, infatti è possibile farsi donare la luna di miele da parenti e amici. Questo è uno dei servizi offerto dall’ Agenzia Garbin Viaggi, che vi guiderà attraverso le infinite mete a disposizione, ascoltando i vostri sogni e trasformandoli in realtà, affidate il viaggio più importante della vostra vita in mani esperte. E ricordate, il Si pronunciato quel giorno, deve essere ripetuto ogni giorno, il matrimonio non è un traguardo bensì un punto ben preciso da dove si smette di camminare soli e si inizia a camminare in due. Felicitazioni. BM | 25 Piante Spontanee di Ettore Saronide L’UTILIZZO DELLE PIANTE SPONTANEE E DEI FUNGHI NELLA CULTURA POPOLARE BELLUNESE LA “DROGA” DEGLI ANTICHI GRECI A roma pungente, steli lunghi e sottili e un nome che mette simpatia: stiamo parlando del crescione (Nasturtium officinale per i botanici), una pianta aromatica già nota ai tempi degli Antichi Persiani che le attribuivano incredibili proprietà nutritive per il corretto sviluppo dei bambini. La buona fama del crescione si tramandò anche ai Greci, e ai Romani, secondo i quali era un ottimo rimedio per mantenere la mente sveglia e attiva. Il Nasturtium officinale godette sempre fama di essere alimento nutri- Pubblichiamo l'ultimo articolo scritto da Ettore Saronide, apprezzato collaboratore di Belluno Magazine recentemente scomparso. Gli editori e la redazione si uniscono al dolore della famiglia. Grazie Ettore. ente e antiscorbutico e questo contribuì a diffonderne la coltivazione, che pare risalga addirittura al tempo dei Romani. Columella, infatti, nel suo De Re Rustica cita la pianta come un ortaggio da seminare nei luoghi umidi prima delle calende di marzo. In realtà essa era già conosciuta dalla medicina greca in quanto un ortaggio ricchissimo di vitamine e sali minerali e per questo utilizzata dagli atleti prima dei giochi olimpici. Contiene, infatti, in buone quantità le vitamine B e C, ferro e zinco e per questo considerata anche un potente afrodisiaco naturale, e ancora oggi è apprezzata dai buongustai come alimento energetico nonché di piacevole sapore anche se non mancò di provocare dei seri inconvenienti. La pianta, infatti, vive spontanea in acque paludose e spesso può ospitare agenti parassiti e fungere da trasmettitrice, nel caso venga mangiata cruda e non ben pulita, di alcune forme epatiche (Fascicola hepatica). È bene, pertanto, utilizzare solo le piantine che crescono nei ruscelli freschi di montagna lontani dai pascoli. Noi, naturalmente usiamo la pianta solo per scopi alimentari. I getti teneri di crescione, infatti, vengono mangiati crudi nelle insalate miste, usati per guarnire piatti di carne bollita, come aromatizzanti di salse con maionese, ricotta e burro e per arricchire insalate di patate, pomodori e lattuga. La pianta è ottima anche nella frittata che si realizza prendendone una grossa manciata, ovviamente ben lavata, che andrà tagliata in modo grossolano e messa quindi da parte. Si triterà poi un etto di prosciutto cotto, facendolo rosolare a fuoco basso con 50 grammi di margarina, pepe e sale. Durante questa fase sarà necessario spruzzare il tutto con del vino bianco. Dopodiché si sbatteranno 5 uova con un pizzico di sale e uno di pepe, aggiungendovi un cucchiaio di farina temperata in un po’ di latte e il crescione appena preparato assieme ad alcune infiorescenze di timo sbriciolate. Il tutto andrà versato nella pentola del prosciutto con l’aggiunta di un paio di cucchiai di olio. La frittata andrà cotta prima da una parte e poi dall’altra. È un piatto molto appetitoso da consumare con un bianco secco come il Soave veronese, la cui temperatura non deve superare i 12 gradi, quindi è bene che la bottiglia rimanga prima per un certo tempo in frigorifero. ntari e m li a à t li a i c Offriamo spe unese ll e b l e n e t t o prod VIA CORTINA,55 - PIEVE DI CADORE - TEL. 0435 500179 WWW.BARBIANCOCADORE.COM SEGUICI SU FACEBOOK 26 | BM Moda Sartoria Capponi è venuto Il momento di scegliere il vestito da sposo. E’ importante fare la scelta giusta per sentirsi a proprio agio in un’occasione che si preannuncia carica d’emozioni. I matrimoni sono una delle rare occasioni per l’uomo di indossare un abito o comunque vestirsi in modo formale. Sebbene esistano delle differenze a seconda del ruolo (sposo, padre della sposa, ospite) il dress code dei matrimoni è piuttosto chiaro. La regola che si sente citare più spesso è che gli ospiti non devono essere più eleganti degli sposi. Detto questo , se gli sposi scelgono uno stile particolarmente eccentrico in completo contrasto con la tradizione (magari perchè sono appassionati di Heavy Metal e vogliono improntare il loro matrimonio su questa passione) l’ospite si troverà di fronte a un dilemma: uniformarsi o no? In questi casi è bene chiedere ai futuri sposi che tipo di cerimonia abbiano in mente. Nel caso la coppia metallara del nostro esempio si vesta con T-shirt Slayer e gilet di pelle, l’ospite non dovrà mettersi chissà cosa può scegliere ciò che ritiene più adatto. Se gli sposi per primi non badano al dress code, può andar bene anche un abbigliamento casual. Per quanto sia importante rispettare i criteri degli sposi non ha senso fare i salti mortali per adeguarsi: molto meglio, a quel punto, non accettare l’invito. Matrimoni Civili I matrimoni civili in passato non erano che una formalità amministrativa, sbrigata con indosso l’abbigliamento di tutti i giorni. I signori (lo sposo e gli ospiti di sesso maschile) indossavano l’abito scuro, sebbene d’estate fosse accettabile anche un abito di colore più chiaro. Queste stesse regole possono averle anche oggi: l’abito formale è sempre sato appannaggio dei matrimoni religiosi. E’ anche vero che ormai molte coppie rinunciano al rito religioso e che il matrimonio civile spesso oggi ha la solennità della cerimonia in chiesa, con tanto di “predica” del funzionario, abito bianco e damigelle. In simili circostanze l’abbigliamento adatto per una cerimonia religiosa lo sarebbe altrettanto per il rito civile, sebbene in origine non fosse cosi. Matrimonio in Chiesa Di norma i matrimoni religiosi si celebrano durante il giorno e sia lo sposo sia gli ospiti indossano abiti da giorno formali. Il più formale tra questi è il Tight, sebbene sia consentito anche l’abito scuro. In certi paesi vige la consuetudine di indossare lo smoking ai matrimoni celebrati in chiesa, sebbene tecnicamente sia una scelta sbagliata: lo smoking dovrebbe essere indossato solo come abito da sera. Nel caso di un matrimonio celebrato durante l’estate o fuori città o un contesto rurale, si può indossare un abito di colore più chiaro o addirittura casual al posto dell’abito scuro, anche se l’effetto non è molto elegante. Attualmente è molto di moda anche il tight in satin oro con gilet ricamato, nonostante manchi un po’ di buon gusto. La Sartoria Capponi crea abiti da sposo da più di 50 anni, da quando il capo di sartoria era usanza comune e continua a farlo ora, in un tempo in cui il prête-à-porter regna pressoché sovrano. Ciò che ci permette di continuare a farlo è l’aver saputo adeguarci, a nostra volta, ai cambiamenti dei tempi. Quello che la Sartoria Capponi riesce a proporre oggi non è diverso da quello che proponeva cinquant’anni fa: l’esclusività di un abito su misura, forgiato con i migliori tessuti e confezionato a regola d’arte. Ciò che è stato reinterpretato e adeguato alle nuove esigenze è il processo che porta alla creazione di quell’abito. Tutto parte sempre da ago, filo e tagli di stoffa. Tutto prende ancora forma dalle mani del sarto e si modella attorno al corpo. Ma l’utilizzo di strumenti più avanzati e la velocizzazione di alcune fasi della lavorazione consentono ora la consegna dell’abito in tempi più rapidi e a prezzi in linea con il mercato. Con gli stessi vantaggi, quindi, della moda pronta a negozio, ma con in più il lusso di una creazione fatta su misura. Vi aspettiamo per una Vostra visita senza impegno presso la nostra sede in via F.lli Rosselli 152 a Belluno, tel. 0437 941710 - cell 3474165533 BM | 27 Arte di Barbara Meletto Luisa Casati: la Divina Marchesa Nel 1901 ebbero la loro unica figlia, Cristina, ma il ruolo di dama di corte non le si confaceva e la bella Luisa decise di intraprendere la sua personale strada, seminando scandalo e sconcerto ovunque andasse. Fatale e trasgressiva, Luisa Casati fu soprattutto una grande sostenitrice ed appassionata d’arte, intesa come blasone di nobiltà. L’arte fu la dea alla quale votò l’intera vita, allo stesso tempo fine e mezzo per mettere in opera il più grande spettacolo dell’esistenza. Incarnazione autentica della femme fatale, capace di superare chimere, meduse, Salomè e Cleopatre che popolarono l’immaginario figurativo di fine secolo, la divina Marchesa elaborò un modus vivendi atto a sfidare e vincere l’ordinaria e comune realtà: la vita come un immenso teatro nel quale mettere in atto la propria autocelebrazione. Affascinante, misteriosa, amante del lusso e dello sfarzo, studiava abbigliamenti e pose volutamente eccentriche. Vestiva in modo provocatorio e amava travestirsi: i balli masche- rati e i carnevali veneziani erano la sua scena preferita. Ovunque si recava non passava di certo inosservata: per un certo periodo usò cingersi il collo di un boa vivo, poi passò ai ghepardi da passeggio; camminava per Venezia scortata dai suoi fidi camerieri neri dalla pelle spruzzata d’oro; di notte soleva fare gite in gondola totalmente nuda sotto la pelliccia aperta. Dinanzi al suo fascino si prostrarono i protagonisti del Novecento: da Alberto Martini a Giacomo Balla, da Umberto Boccioni a Kees van Dongen, da Cecil Beaton a Man Ray, da Jack Kerouac a Filippo Tommaso Marinetti. Ma fu soprattutto con il vate, Gabriele D’Annunzio, che la Casati instaurò una relazione molto intensa e duratura; non fu amore, nel senso tradizionale del termine, ma una sorta di gioco erotico ed intellettuale ad armi pari, nel quale nessuno dei due partner risultava prevalere sull’altro. La sfuggente e misteriosa marchesa, con le sue mises stravaganti, i suoi leopardi al guinzaglio, una lunga sigaretta di marijuana tra le dita, non poté certo lasciare indifferente il grande poeta, così piccino e calvo, di un’eleganza leziosa e ricercata, instancabile grafomane ed erotomane. Da D’Annunzio battezzata Coré, come la divinità degli Inferi rapita da Plutone, la Marchesa, pericolosa azzan- Erotic Dream Sex Shop Erotic Ti aspettiamo da noi, troverai tutto ciò che desideri. Via San Gervasio, 9 - Belluno Tel: 0437 291434 - [email protected] www.sexshopbelluno.it 28 | BM © Belluno Magazine B isogna fare la propria vita come si fa un’opera d’arte. Bisogna che la vita di un uomo di intelletto sia opera di lui. La superiorità vera, è tutta qui.” (Gabriele D’Annunzio, “Il Piacere”, 1888) L’ occasione di una mostra in corso a Venezia a palazzo Fortuny, La Divina Marchesa: Arte e vita di Luisa Casati dalla Belle Époque agli Anni folli, giunge come ottimo richiamo per proporre il ritratto non di un artista, ma di una donna che dedicò l’intera esistenza a fare della propria vita un’opera d’arte. Protagonista delle scene mondane ed artistiche internazionali, fu la donna più ritratta; spregiudicata ed intrigante, fu il personaggio più ammirato e conteso nei salotti cittadini. Luisa Amman nacque il 23 gennaio del 1881 in una Milano frenetica e raffinata che stava vivendo un momento di forte espansione economica e culturale. Figlia di Alberto Amman, ricco produttore cotoniero, e di Lucia Bressi, rimase prematuramente orfana dei genitori, divenendo, assieme alla sorella Francesca, l’ereditiera più ricca d’Italia. Educata in casa da istitutrici, come si conveniva a tutte la famiglie benestanti dell’epoca, nel 1900 andò in sposa al marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, più interessato alla caccia e ai suoi cavalli che alla giovane moglie. www.barbarainwonderlart.com natrice di uomini, venne da lui immortalata nel suo “Libro segreto”. “O Coré, inafferrabile come un’ombra dell’Ade e desiderabile come il frutto coronato, tu sai che il mio studio di te assiduo dura dal tempo delle cacce lombarde, quando il Ticino improvvisamente apparito dinanzi ai galoppi sembrava ti avvolgesse come una sciarpa azzurrina a te offerta dalla brughiera color di bronzo mal dorato. E il mio studio ha il senso latino. Ardere studio dicevano i Latini per ardere di attenzione e di brama.” (Gabriele D’Annunzio) Ciò che D’Annunzio metteva nei suoi romanzi la Casati lo profondeva nella sua stessa vita, come ben notava Jean Cocteau “aveva saputo crearsi un tipo all’estremo. Non si trattava più di piacere o non piacere, e tantomeno di stupire. Si trattava di sbalordire.” E di aneddoti su di lei ne giravano parecchi, aneddoti che non facevano altro che alimentare il mito che aveva intessuto attorno alla sua figura, divenendo il simbolo di un’epoca: gli ultimi bagliori della mondana frivolezza di una società folle e scostumata che si stava avviando verso il baratro della prima guerra mondiale. Lo spirito dirompente ed aristocratico, a metà strada fra l’idolo pagano e la dea ieratica, fecero della Marchesa la musa di pittori, fotografi, scultori, poeti e romanzieri, tanto che fu una delle donne più rappresentate della storia dopo la vergine Maria. Dai celebri ritratti di Giovanni Boldini, agli splendidi disegni di Alberto Martini, e poi ancora i dipinti di Augustus John, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Ignacio Zoulaga, Jacob Epstein, Romaine Brooks, Léon Bakst, Julio de Blaas, solo per citarne alcuni, e ancora i ritratti fotografici di Cecil Beaton, del Barone de Meyer e di Man Ray. Quest’ultimo, vittima di un errore fotografico, ritrasse la Casati con tre occhi: una svista che mortificò Man Ray, ma che entusiasmò la donna che si vide perfettamente “ritratta nell’anima”. Una vita profondamente vissuta tra stravaganze e trasformismi: l’esistenza come un’opera d’arte da sperimentare continuamente e continuamente rinnovare. Nel suo immenso narcisismo e nell’identificarsi con le arti, la Marchesa occupò un ruolo di primo piano nella storia del costume, un ruolo oggi purtroppo dimenticato, tanto da essere considerata come una sorta di leggenda, una magnifica eccezione, forse frutto della fantasia di un qualche visionario artista. “La vita non si trova al piano di sopra: è qui, in questo momento, ogni volta che si pronuncia la parola, ogni volta che ci si lascia andare.” (Henry Miller, Sexus, 1947) 1) Giovanni Boldini,Ritratto di Luisa Casati 2) Mariano Fortuny y Mandrazo, laMarchesa. 3) Augustus John, Ritratto di Luisa Casati, 1919 4) Giovanni Boldini, Ritratto di Luisa Casati, 1914 5) Jean de Gaigneron, Ritratto di Luisa Casati, 1912 6) Kees van Dongen, Luisa Casati, 1921 7) Man Ray, Ritratto di Luisa Casati, 1922 8) Mario Natale Biazzi, Ritratto di Luisa Casati, 1939 9) Romaine Brooks, Ritratto di Luisa Casati, 1920 BM | 29 Il Territorio di Tomaso Pettazzi Il Bellunese: luogo d’incontro tra culture I l Bellunese fu un singolare luogo di incontro tra la cultura veneta e quella, soprattutto tedesca, proveniente dal nord. Ciò diede stimolo anche alla realizzazione di strade che mettevano in comunicazione i due mondi. Tralascio volutamente la Claudia Augusta Altinate e la Strada di Alemagna, già conosciute dai più, e mi concentro su alcune meno conosciute ma non per questo meno importanti per i riflessi che ebbero sulle nostre popolazioni. Molti nei millenni lasciarono il segno: Romani, Longobardi, crociati, soldati di ventura, eserciti, mercanti, pellegrini, diplomatici, giovani europei di buona famiglia durante il loro “grand tour”. Nei secoli così si verificò un’osmosi, uno scambio ed una compenetrazione di esperienze, di abitudini, tra viaggiatori ed indigeni, che hanno lasciato il segno indelebile in molti campi: solo per citarne alcuni folklore, cibo, toponomastica, architettura, arte. Una strada importante era quella che dalla Valbelluna, attraverso l’Agordino, Cencenighe e la Val Bios, valicando i passi San Pellegrino o Valles, giungeva a Trento, attraversando le valli di Fiemme e Fassa. Il Passo di Valles, in particolare, ebbe notevole importanza nel ‘700 e nell’800 quando da qui transitava il carbone ricavato dal legname della Foresta di Paneveggio, carbone utilizzato per la fusione dei metalli estratti dalle miniere dell’Agordino. La pista del passo, però, rimase sempre una mulattiera, soprattutto nel versante della Val Travignolo. Con la Prima Guerra Mondiale, per esigenze militari, venne tracciata una vera e propria strada che dopo il 1920 venne resa completamente agibile d’estate; solo dal 1967 si cominciò a tenere sgombra la strada dalla neve nel periodo invernale. Secondo il defunto prof. Giuliano Palmieri anch’essa ha origini romane, dai tempi dell’imperatore Druso. In località Castei la storia documenta fortificazioni dal XIII secolo; lo storico Florio Miari le attesta dal VI; ritrovamenti archeologici ne fanno supporre l’esistenza fin dal 1000 a.C. (Giuliano Dal Mas). Era talmente importante che il Duca d’Austria Leopoldo d’Asburgo la scelse più volte, tra il 1376 ed il 1381, per scendere in difesa dei Bellunesi dagli attacchi di Venezia. In quelle occasioni accordò agli ospizi presenti lungo il tragitto privilegi, esenzioni e protezione. Tre di questi erano raccolti in fazzoletto di terra all’imbocco della valle del Cordevole: Vedana, Candaten ed Agre; il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi ha realizzato un itinerario tematico denominato “La via degli Ospizi”, che permette di approfondire il tema delle antiche strutture di accoglienza sorte in epoca medioevale per viandanti, crociati e pellegrini che percorrevano la Val Cordevole. Questa situazione unica è un altro esempio di peculiarità che distingue il nostro territorio. L’ospizio di Vedana venne poi acquisito nel 1456 dai padri Certosini che lo trasformarono in Certosa, qui nacque nel 1792 Girolamo Segato, inventore della pietrificazione dei cadaveri. Sopravvissuta ad alterne vicende, la Certosa è tuttora convento di clausura certosino (femminile) ed è uno dei pochi esistenti in Italia. Accenno poi alla “Strada del Patriarca”, realizzata a partire dal 1274, che metteva in collegamento Polcenigo, e quindi la pianura friulana, per il Cansiglio e l’Alpago, con la vallata bellunese e la strada di Alemagna. Attraverso questa si poteva quindi raggiungere la Baviera e in special modo Bramberg, ricco centro commerciale. Polcenigo era feudo del Vescovo di Belluno, così ci fu un accordo tra i due prelati per realizzare un itinerario, libero da dazi, che eliminasse la difficoltà di transito attraverso la Val Lapisina, che aveva in Serravalle una strozzatura ove dapprima i da Camino cercavano di esercitare un blocco al transito dei mercanti friulani verso nord ed in seguito Venezia attuava il boicottaggio nei confronti di chi provenisse da Aquileia. Nell’ottobre 1354 il Patriarca Nicolò e il fratello Carlo IV di Boemia la migliorarono a tal punto che divenne transitabile anche a carri di medie dimensioni. Quando Venezia si appropriò di Serravalle, il passaggio per la val Lapisina fu preferito alla strada del Patriarca, che perse il valore transfrontaliero, mantenendo- Strada della vena presso Andraz-geolocation.ws ne solo uno locale. Essa era ancora transitabile nel 1566 (documenti in Caneve), ma solo a cavallo o a piedi. Nell’800 si segnalavano solo “tracce e rottami dell’antica viabilità”, anche se nel 1851 la mappa del Catasto austriaco segnava ancora in modo chiaro il tracciato. Tuttora è possibile rintracciare resti delle spallette e del fondo stradale e pietre confinarie (in prossimità di Crosetta, ai confini del Cansiglio, in località Pietra Incisa”, vi è un bel masso confinario). La strada del Patriarca (ipotesi personale) forse può essere la riutilizzazione medioevale di un tracciato, attraverso la pedemontana d’Alpago, ben più antico, addirittura venetico, se consideriamo che in località “Pian de la Gnela”, sopra Pieve d’Alpago, esisteva un insediamento, interessato da anni a scavi archeologici da parte della competente sovraintendenza ai beni culturali, il cui reperto più importante è una situla rintracciata nella necropoli, con eccezionali ed uniche rappresentazioni di un rapporto sessuale tra individui di alto rango. Pian de la Gnela, Tambre e Cansiglio sono infatti da sempre collegati con un tracciato pedemontano. In questo senso la Strada del Patriarca è un’ulteriore dimostrazione che il nostro territorio è stato da tempi immemori la cerniera di collegamento tra i territori mediterranei e quelli del nord Europa. Una via del tutto particolare era la Via del Ferro, che fin dal medioevo attraversava le Dolomiti; è l’itinerario attraverso cui il minerale del ferro e i prodotti derivati venivano condotti ai luoghi di lavorazione e commercio. Dalle miniere vari percorsi si dipartivano verso sud alla volta dello Stato veneto attraverso l’Agordino e Zoldo. Verso nord la via che muoveva dalle miniere del Fursil raggiungeva il castello di Andraz, il passo di Valparola, continuava poi in Val Badia e da lì proseguiva alla volta dei mercati di Brunico e di Bressanone. Il tratto della Via del ferro che dalle miniere giungeva al passo Valparola resta nella tradizione ladina col nome di “Via de la Bibliografia “La Strada del Patriarca: testimonianze medievali e tracce archeologiche” “La Via degli ospizi” “Mes Alpes a Moi” “Tra Cansiglio e Val Lapisina: funzionalità storica di una terra di confine” “Uso dei valichi alpini orientali” “Viaggio alla montagna veneta” FALCADE (BL) Corso Roma, 76/78 Tel 0437 599777 M.Baccichet, in Aa. Vv., Caneva, Società Filologica Friulana, 1997 T.De Nardin, G.Poloniato, G.Tomasi, Parco nazionale Dolomiti Bellunesi, Duck Edizioni, S.Giustina Bell.se, 2002 E.Cason, Fondazione G.Angelini-Centro Studi sulla Montagna, Cierre Grafica, Verona, 1998. G.Tonon,Tesi di Laurea in Topografia dell’Italia antica, Facoltà di Lettere e Filosofia, Unipd, 2006 a cura di E. Cason, Forum-Editrice Universitaria Udinese srl, 2002 R.Boschi, E. Turri, D. Zumiani; Fondazione Cariverona, 2006 ALLEGHE (BL) Piazza Kennedy, 11 Tel 0437 723805 AGORDO (BL) Piazza Libertà, 15 Tel 0437 640900 www.dolomitissime.it 30 | BM Vena”, oggi comodamente percorribile grazie agli interventi di recupero operati di recente dalla Comunità montana Agordina. SEDICO (BL) Via Agordina, 45 Tel 0437 852971 Letto per voi Letto i per vo O Il cavaliere di San GiovannI ggi parliamo del libro “Il cavaliere di San Giovanni”, un romanzo storico ambientato nella Belluno del XII° secolo. L’opera, scritta da Taras Stremiz, inizia con il viaggio di ritorno da Venezia di una famiglia bellunese, andata nel capoluogo lagunare a commerciare legname, una delle poche fonti di lavoro medievali dell’allora contea di Belluno. Valicato il passo di Praderadego un atroce fatto di sangue sconvolge l’esistenza della piccola famiglia, segnando per sempre il futuro del piccolo Jacopo ancora in fasce e dell’intera vallata bellunese. Di li un turbinio di intrighi, sotterfugi e guerre sconvolgeranno la cittadina montana, accompagnando il ragazzo attraverso il dolore della perdita della madre, l’amicizia quasi paterna dell’Abate Anselmo fino a conoscere l’amore per Giulia. La guerra però incombe e Jacopo verrà affascinato dall’onore e la fede dei più grandi guerrieri della cristianità, i Cavalieri Ospitalieri, da qui il titolo “Il cavaliere di San Giovanni”. Il romanzo accompagna il lettore nella reale storia medievale bellunese, attraverso gli occhi di vescovi, nobili, abati e persone comuni, uno spaccato dettagliato della vita ai tempi dell’età dei comuni. Curiose e interessanti le descrizioni di cibi, erbe medicinali, credenze e piccoli dettagli sui commerci e usi quotidiani completamente differenti dal giorno d’oggi. Un romanzo avvincente ed accattivante, un ottimo modo per imparare la storia divertendosi. Il libro è anche stato finalista di un premio letterario nazionale “Raffaele Artese città di San Salvo” CH Il Cavaliere di San GIovanni di Taras Stremiz CIESSE edizioni BM | 31 Viaggi Consigliato da Denis Cappellin Viaggio in Provenza Belluno – Nice: 7,5 Heures Arrivo a Nizza. Per un soggiorno rapido a Nizza si può scegliere l’Ibis Hotel – “Nice Aeroport”, albergo senza grandi pretese sufficiente però per far tappa una notte. Da visitare: Prommenade des Anglais, centre ville, plage et Villa Rotshild. In quest’ultima sono molto belli gli interni ed i giardini attigui con superba vista sul mare. Jour 2: Nice – Cannes - Aix en Provence Da visitare: a Cannes, suggerisco solo un passaggio veloce in quanto molto simile a Nizza. Suggerisco invece una tappa a Monaco Montecarlo, presso l’hotel Fairmont. L’Hotel è prossimo al Casinò che può essere raggiunto a piedi. Visitata velocemente Cannes e/o Saint Tropez o Antibes, suggerisco di proseguire per Aix en Provence e dintorni. Ad Aix en Provence prenotate alla Bastille du Roi Réné dove è possibile far colazione sotto gli ombrelloni della propria camera. Visitate i dintorni di Aix en Provence e dedicate le ore serali alla visita della città dove vi attendono locali tipici e ottimi ristoranti dove cenare all’aperto. Jour 3: Vaucluse, Roussillon, Gordes, Luberon Nei dintorni di Aix si trovano campi di lavanda e piacevoli colline. Dedicate una giornata a visitare la zona del Roussillon, Isle sur la Sorgue, Gordes, Rustrel. Isle sur la Sorgue è una cittadina attraversata da canali e mulini ad acqua, che per alcuni aspetti ricorda Annecy. Lasciata Isle sur Sorgue suggerisco un salto a Gordes, dove fu girato il film “Un ottima annata” con Russel Crow, sede delle scene la Jour 4: Avignon Lasciata Aix, dirigetevi verso Avignone dove suggerisco di cercare un hotel per la notte. Avignone è una città piacevole: le tappe più note sono il palazzo dei papi, il ponte ed il centro storico. Se il tempo è bello consiglio un giro in battello per vedere la città dal fiume. Jour 5: Camargue, Aigues Mortes, S.te Marie de la Mer, Arles villa con tenuta denominata “Le coin perdu”. Se visitate Gordes non perdetevi un salto al Cercle Republicain, bistrot dalla cui piccola terrazza si gode di una meravigliosa vista sulla vallata, da non perdere! Proseguendo 4 Km a nord di Gordes merita un’occhiata anche l’abazia di Notre dame de Sénanque, costruita nel 1148 ed attorniata dai campi di lavanda. Terminata la visita potete visitare Rustrel, Bonnieux oppure ritornare ad Aix en Provence per la cena. Siete arrivati nella suggestiva zona della Camargue, dove potrete ammirare i famosi cavalli camarghesi e, se farete tappa al parco ornitologico lungo la D570 e successiva D85a, potrete ammirare i fenicotteri rosa. Arrivati a Les S.tes Maries de la Mer potete scegliere se visitare la cittadina, passeggiare lungo la costa, fare una passeggiata a cavallo o un salto fino al faro (in auto). A seguire la tappa verso Aigues Mortes, citta di pianta rettangolare, completamente murata e situata a ridosso della laguna che, a suo tempo, era il punto di partenza delle crociate PONTE NELLE ALPI - Viale Dolomiti 44/B - Tel. 0437 981121 SEDICO - Via Agordina 41/B - Tel. 0437 852036 32 | BM © Belluno Magazine Premier jour: Se hai un viaggio da consigliare scrivi a [email protected] organizzate daLluigi IX nel 1248 e 1270. La città, suggestiva già dall’esterno, lo diventa ancor più attraversando le mura. Tappa successiva: ARLES. Situata sulla strada di ritorno per Avignone è una piacevole città con un romantico centro storico, l’arena romana, ed il caffè Van Googh. Il centro città è molto bello, l’arena è ben conservata, ne sconsiglio la visita all’interno, in Italia ve ne sono di più belle. Propongo invece due passi in centro, magari sorseggiando una bibita al caffè Van Gogh. Jour 6: PONT SUR LE GARD Questo bellissimo ponte romano, strutturato su tre livelli in modo da consentire il passaggio dell’acquedotto sulle arcate in alto ed il passaggio di carri su quelle in basso è ancora perfettamente conservato. Qui proporrei di noleggiare un kayak a monte, discendere il torrente Gard passando sotto il ponte. Il torrente non è turbolento, anche chi non ha pratica nel pagaiare può tranquillamente affrontare la discesa che consente di visionare il ponte da varie angolazioni. Un veicolo vi riporterà a monte ove avete parcheggiato. Jour 7: MOUSTIER S.TE MARIE Tornando verso casa suggerisco di passare a Moustier S.te Marie, a nord di Cannes, incantevole paesino diroccato ai piedi delle montagne, famoso per la lavorazione delle porcellane e molto pittoresco. Jour 8 Ritorno a casa o Carcassonne? Carcassonne! Se disponete di altri due giorni di ferie, siete appassionati di storia medievale, di città dalle maestose cinte murarie, di vicissitudini dei templari, di leggende e storia dei Catari non esitate! Rifornitevi di carburante, virate con prua ad ovest e... motori avanti tutta alla volta di Carcassonne! Le prime tracce di insediamento nella regione di Carcassonne, sono state datate al 3500 a.C. Attorno all’800 a.C., la collina di Carsac divenne un importante luogo di scambi commerciali. Carcassonne divenne strategicamente importante quando i Romani fortificarono la cima della collina attorno all’anno 100 a.C. e resero il centro capitale della colonia di Julia Carcaso, in seguito Carcasum. La parte principale delle mura settentrionali risale a quell’epoca. All’inizio del VII secolo, i Visigoti presero il controllo della zona e costruirono ulteriori fortificazioni, tuttora esistenti. Grazie a queste riuscirono a respingere gli attacchi dei Franchi. I Saraceni presero Carcassonne nel 725, ma Pipino il Breve li scacciò nel 759. Nel 1067 Carcassonne divenne, tramite un matrimonio, proprietà di Raimond Roger Trencavel, Visconte di Albi e Nîmes. Nei secoli successivi la famiglia Trencavel si alleò alternativamente con Barcellona o Tolosa. I Trecanvel fecero costruire il Castello Comitale (Chateau Comtal) e la Basilica di Saint-Nazaire. Carcassonne divenne famosa per il suo ruolo nella Crociata albigese, quando la città era una roccaforte dei Catari francesi. Nell’agosto 1209, l’esercito crociato di Simone di Montfort costrinse i cittadini alla resa. Monfort fece uccidere Trencavel e divenne il nuovo Visconte. Egli ampliò le fortificazioni. Carcassonne divenne una cittadella di frontiera tra Francia e Aragona. Nel 1240 il figlio di Trencavel cercò di riconquistare il vecchio dominio ma senza successo. La città si sottomise al potere del Re di Francia nel 1247 e Luigi IX di Francia fondò la parte nuova della città oltre il fiume. Luigi e il suo successore Filippo III costruirono le mura più esterne. Secondo i contemporanei la fortezza era considerata inespugnabile. Nel 1355, durante la Guerra dei cent’anni, Edoardo il Principe Nero non riuscì a prendere la città, anche se le sue truppe distrussero la Città Bassa. Nel 1659, il Trattato dei Pirenei trasferì la provincia di confine del Rossiglione alla Francia, e l’importanza militare di Carcassonne venne ridotta. Le fortificazioni vennero abbandonate e la città divenne principalmente un centro economico, incentrato sull’industria tessile JOUR 9/10: il ritorno Per il ritorno verso l’Italia suggerisco una tappa relax presso albergo con piscina nei boschi ad Est di Aix en Provence presso Villa Rampale . L’albergo, ad un quarto d’ora da Aix en P. a sud dei monti dipinti da Monnet, è molto originale. Le nove camere sono molto curate e la colazione favolosa. Il costo per camera confrontato con i costi in Italia è un po’ alto (130-160 euro) ma se desiderate un giorno di puro relax con passeggiata tra gli ulivi e bagno in piscina ne vale la pena. Donc, à la fin, bon voyage ! Perchè la vista è preziosa Viale Alpago, 220 - 32015 Puos D’Alpago (BL) - Tel e fax 0437 46978 - [email protected] www.ottipolzotto.com BM | 33 English? Yes, please! ROSAPETRA di Vasie Naidoo Insegnante di inglese madrelingua e autrice del libro “Laugh and learn”. IN THE DOLOMITE N estled in the heart of Cortina, is Rosapetra resort and spa centre, which immediately transmits a feeling of paradise as you enter. the amazing elegant beauty of natural wooden beams, which covers the interior so cosy, and clean the surroundings of the rocks and woods, in Rosapetra is captured and fully understood. In harmony, tradition,and respect with nature blends, like life-long, happy respectful friends Rosapetra SPA resort is a world of its own, internally,cleverly captures the beauty of the Dolomite zone. Magic, innovation, tradition, pamper and enjoyment, are the words that best describe this enviornment. Enticing, natural and very chic, if your’e navigating its the site to click! Greeted by the staff so helpful, frendly and warm, creating an atmosphere so inviting and calm. The perfume, and relaxation of the spa resort is to try, transmitting an emotion and thrill that one cannot buy. the beautiful, romantic restaurant prepares such good traditional food enough to put one in the very right mood!! This hospitable, charming holiday resort nestled in the dolomite zone, so beautiful, relaxing and enticing,you just can’t feel alone Rosapetra Spa Resort is opened everyday to ensure you have a wonderful stay. The name Rosapetra inspired by the surrounding mountain peaks which v.i.p,mountain trekkers, sport-lovers and easy, lazy people seek. The rock faces of the Dolomites that changes colours during the day, as if an artist is putting his splendid colours at play. At sunrise and sunset the rocks turn into a firey pink. With awe and admiration we stare and blink, this magnificient beauty in Rosa Petra you’ll certainly find sure to remain forever in your heart and mind !! ©zoomfotocor tin Vallesella di Cadore (BL) Tel. 348 7391008 - [email protected] - www.letaie.com La nostra azienda si occupa da venti anni di pavimenti in legno e rivestimenti e dal 2010 ha creato un marchio per commercializzare tavole in plancia con i legni locali nuovi e di recupero che scegliamo nelle segherie locali. Il cliente ottiene un prodotto artigianale di filiera corta. 34 | BM a Turismo di Francesca Casali La Borsa Internazionale del Turismo Belluno punta su cibo, tecnologia e turismo d’alta quota B elluno 13 febbraio 2015 – Il futuro della ricettività nella provincia di Belluno non può non tenere conto della forte influenza che il prossimo Expo 2015 avrà anche in questa zona del nord Italia. Alla Borsa Internazionale del Turismo, tenutasi a Milano dal 12 al 14 febbraio, la Regione Veneto ha proposto iniziative legate proprio all’atteso Expo con uno sguardo particolare alla ristorazione, all’utilizzo della tecnologia e alle Dolomiti. L’iniziativa pensata per i “foodies”, amanti del cibo e del buon vino, si chiama “Veneto Positive Food”: il progetto, promosso dalla Regione per contribuire allo spirito dell’Expo 2015, vuole rilanciare il ruolo della ristorazione come canale di valorizzazione della cultura alimentare del territorio locale con occhio attento ai prodotti tipici e alla qualità del servizio offerto. Nella nostra provincia è il ristorante “La Gioi” di Feltre il primo ad avere i requisiti necessari per partecipare al progetto (tra i quali avere un proprio sito web e proporre un menu di degustazione veneta), assieme ad altri 7 in regione. L’obiettivo è presen- tarsi al via dell’Expo con almeno 100 nomi, facendo leva sulla consapevole crescita del trend del turismo enogastronomico, in aumento nell’ultimo anno in Veneto e presente per il 33% sul totale. La tecnologia e gli strumenti sono quelli di ormai uso comune, come smartphone e tablet: a identificare il ristorante ci sarà un QR code, sul quale basta un click per trovare informazioni sulla struttura, sulle tipicità agro-alimentari del territorio, la provenienza dei cibi serviti e sulle persone che hanno fatto la storia del cibo. In più, è possibile selezionare nel menu quali sono i piatti adatti a chi ha intolleranze o allergie per assaporare le delizie locali senza incertezze. L’Expo sarà sicuramente una cartina tornasole per il turismo in Italia e per quest’estate anche le Dolomiti Bellunesi si preparano ad accogliere turisti curiosi da ogni parte del mondo. “Di certo Belluno non sarà una meta ovvia per chi visiterà l’esposizione milanese, - afferma Fabrizio Piller Roner, presidente del Consorzio Dolomiti - che magari preferirà i canali di Venezia o l’arena di Verona. Ma le nostre montagne sono uniche e sappiamo di poter garantire agli appassionati escursioni indimenticabili, il nostro “piatto forte” assieme ad altre attività come l’arrampicata e la mountain bike. In particolare, a chi non va proprio giù di mettere via gli sci in estate consigliamo lo skiroll in alta quota.” BM | 35 Cucina di Sebastiano Saviane Chef Ristorante “La Nicchia” di Belluno Il Carciofo STORIA E CARATTERISTICHE: Il carciofo appartiene alla famiglia delle composite ed il suo nome scientifico è cynaria scolymus. È una verdura usata fin dall’antichità e il suo nome deriva dal neo-latino articactus. Viene particolarmente coltivato in zone mediterranee, come Italia, Francia e Spagna. Praticamente sconosciuto allo stato selvatico, si pensa che derivi da una serie di selezioni derivanti dalla coltura del cardo selvatico. È una pianta erbacea perenne, con formazione di rizoma, dalle cui gemme si sviluppano i getti chiamati “carducci”. Il fusto può essere alto da 50 a 150 cm e si presenta forte e robusto con striature in senso longitudinale, dotato di foglie grandi, di colore verde più o meno intenso e in alcuni casi grigie nella parte superiore, più chiare e con la classica “barbetta” in quella inferiore; le foglie hanno la caratteristica di essere piuttosto “spinose”. Il carciofo esige un clima mite a abbastanza umido ma resiste bene anche a temperature più basse anche intorno 0 gradi. PROPRIETà NUTRIZIONALI: I carciofi sono una vera e propria miniera di principi attivi e vantano particolari virtù terapeutiche. Adatti alle diete per il loro scarsissimo valore calorico, sono fortemente saporiti ed hanno molte fibre, oltre ad una buona quantità di minerali quali: calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio. Hanno buone proprietà diuretiche e sono consigliati nelle diete di persone che soffrono di problemi di diabete, colesterolo, cellulite, ipertensione e sovrappeso. Inoltre sono molto utilizzati per la capacità di stimolare il fegato, calmare la tosse e contribuire alla purificazione del sangue, fortificare il cuore, dissolvere i calcoli. I carciofi contengono molto ferro grazie a due sostanze: la coloretina e la cinarina. Queste sostanze sono in grado di provocare un aumento del flusso biliare e della diuresi e in particolare la cinarina (che è la sostanza che da al carciofo il suo gusto amaro) svolge un ruolo importante poiché riesce ad abbassare il livello del colesterolo. La qualità “bardana” del carciofo, particolarmente apprezzata, ha un effetto depurativo soprattutto per quanto riguarda la pelle, specialmente quella molto grassa, ma anche in caso di acne e foruncoli in genere. Se si vuole “spezzare” il languore prima dei pasti, non c’è nulla di meglio del carciofo. Si consiglia di mangiarlo crudo, con un po’ di limone per attutire il gusto amaro e anche perché in questo modo possono essere conservati integri tutti i suoi principi nutritivi che altrimenti andrebbero persi con la cottura. Occorre però sceglierli con accortezza: devono essere molto freschi cioè il gambo si deve spezzare con la pressione di un dito e non si deve piegare. Con “solo” 22 calorie per 100 gr. di prodotto sarebbe opportuno mangiare anche il gambo e le foglie, ricche di sostanze salutari APPLICAZIONE: CARPACCIO DI CARCIOFI E GAMBERETTI AL PROFUMO DI AGRUME: II tuo corpo in forma una tua scelta centro benessere estetico LONGARONE - Piazza 9 ottobre, 15 info-line: 04371844070 email: [email protected] wwww.aestheticalongarone.it 36 | BM Gastronomia applicata: storia, tradizione e applicazione CELLULITE trattamento + crema anticellulite TONIFICARE trattamento + crema tonificante ADIPOSITà trattamento + crema dimagrante GAMBE PESANTI trattamenti + crema drenante PELLE LISCIA trattamento + crema levigante INGREDIENTI: • 10 carciofi nani (“castradure”) • 20 gamberetti medio-grandi (con la buccia) • mezza arancia grattata • 1 carota • 1/2 cipolla 1 gamba di sedano • 1 foglia di alloro • 1/2 bicchiere di vino bianco • olio q.b. • aceto balsamico q.b. • sale e pepe q.b. ESECUZIONE Mettere in un tegamino con un litro di acqua la carota, 1/2 cipolla, la foglia di alloro, 1/2 bicchiere di vino bianco e i gamberetti; portare ad ebollizione tutto finchè i gamberetti non saranno cotti. Scolare, far raffreddare il tutto e sgusciare i gamberetti. Prendere i baby carciofi, togliere le foglie esterne, tagliare due centimetri della parte terminale del carciofo (cime) del carciofo, successivamente a metà e poi a fettine molto fini, metterle su un terrina ed unire la buccia dell’arancio grattata, i gamberetti tagliati a metà, olio, aceto, sale e pepe. Conservare in frigo per un paio d’ore e servire. VINO IN ABBINAMENTO Gewurtztraminer VARIANTE DELLO CHEF Aggiungere delle patate lesse tagliate a pezzi (a temperatura ambiente) e un pugno di noci sgusciate. Questo andrà a conferire al carpaccio una maggiore omogeneità di gusto trasformando così questa pietanza in una comoda insalatona. Prenota il tuo prodotto di Bellezza Corpo Riceverai il trattamento corpo a solo 29€ ed accedi entro 30 gg a 3 trattamenti corpo con sconto 20 % OR ARIO dì 9/19 cole ì e mer 21 marted e venerdì 9/ ì gioved to 9/15 se) er saba oni div (salvo zi prenota A GRADIT IONE A T NO Z LA PRE Risparmio energentico Finestre Drutex By Earth Tec Srl I l ruolo dei serramenti nel bilancio energetico di un edificio/abitazione è decisivo. La scelta degli infissi si rivela quindi determinante sia nelle nuove costruzioni sia nelle ristrutturazioni. Ristrutturare secondo criteri di risparmio energetico significa isolare al meglio la struttura esterna dell’edificio. A questo scopo è necessario istallare finestre in pvc di alta qualità con doppia o tripla vetratura a isolamento termico e assicurare una tenuta ottimale all’aria, al vento e ai rumori. Solo attraverso un isolamento ottimale è possibile evitare la formazione di MUFFA e CONDENSA, consentendo di vivere in un ambiente più salubre. Grazie all’eccellente valore d’isolamento termico e alla struttura rifinita di camere e guarnizioni, le finestre in pvc assemblate con i profili Energy e Iglo 5 garantiscono che il calore rimanga esattamente dove serve, senza pregiudicare la necessaria traspirazione delle pareti esterne dell’immobile: questo consente di creare un clima abitativo piacevole all’interno dell’abitazione e di ridurre i costi di riscaldamento. I profili finestra pvc Drutex sono quindi ideali per le case a basso consumo energetico, le case passive e la ristrutturazione di abitazioni tradizionali orientate al massimo risparmio energetico. Le nostre finestre offrono il massimo del confort abitativo anche grazie all’istallazione di speciali vetri isolanti che assicurano eccellenti livelli di insonorizzazione. Le moderne guarnizioni di tenuta bloccano le correnti d’aria, evitando al contempo l’accumulo di polvere e l’infiltrazione dell’acqua; per soddisfare le esigenze di sicurezza specifiche del cliente è possibile istallare speciali elementi di bloccaggio e componenti antieffrazione. La nostra azienda offre il pacchetto “chiavi in mano” Richiedi un preventivo gratuito ad un nostro consulente, saprà guidarvi alla scelta più adatta alle vostre esigenze. Inoltre Vi informiamo che potrete beneficiare della detrazione fiscale per tutto il 2015 dal 50 al 65% Potete contattarci alla mail [email protected] oppure al numero verde © Belluno Magazine www.earthec.net BM | 37 Oroscopo di Mago Yamil [email protected] 2015 Marzo AMORE: Si dice che l’orgoglio sia solamente una maschera, l’invito è di parlare con il cuore. LAVORO: Probabile opportunità favorevole e attesa da tempo, prendetela al volo senza indugi, è un treno che non passa due volte. SALUTE: Dieta? Si è il momento di pensarci, anche con il giusto moto fisico. AMORE: Evitate di tirare troppo la corda con il partner, meno tracotanza e più modestia. LAVORO: Troverete il modo di dialogare con persone troppo convinte nelle loro posizioni. Mantenete il vostro ottimismo. SALUTE: Vi sentite dinamici e pieni di voglia di fare. AMORE: Il quotidiano vi impegna parecchio tempo, trovate il modo di non toglierne troppo al vostro partner.LAVORO: Siete chiamati alla prudenza per scovare insidie poco apparenti. Agite con scaltrezza. SALUTE: Cercate di trascorrere del tempo all’aria aperta, qualche giorno di vacanza sarebbe ideale. AMORE: Potrete cercare parole di conforto da amici, pur di non affrontare discussioni, che in questo periodo sono proprio da evitare. LAVORO: Qualche tensione negli affari, evitate di incolpare soci o colleghi, ma di trovare soluzioni. SALUTE: Gli astri vi vedono più sensibili agli arti inferiori. Forse è la circolazione. AMORE: Siete chiamati alla massima lealtà e pazienza per evitare incomprensioni. LAVORO: Di fronte alle responsabilità potreste temere di non farcela, con calma ci riuscirete. SALUTE: Ottima forma fisica, possiamo dire che siete d’esempio. AMORE: La monotonia e nervosismo possono essere superati, distraetevi con gli amici più veri. LAVORO: Decisioni da parte dei vostri superiori non condivise, cercate di assecondare con ragionevolezza. SALUTE: Lo stress si può combattere anche progettando in anticipo un viaggio, questo vi distrarrà. AMORE: Desiderio di trascorrere con piacevolezza e giocosità il rapporto. LAVORO: Sono possibili incomprensioni e strategie erronee, se potete aspettate a prendere decisioni importanti. SALUTE: Cattiva digestione probabilmente dovuta allo stress del periodo. AMORE: Se ci sono state incomprensioni, è ora il momento del romanticismo e dolcezza. LAVORO: Si aprono nuove e positive opportunità, ricordate di rispettare anche le necessità altrui. SALUTE: Nulla di importante, ma il suggerimento di portare attenzione all’alimentazione per preservarvi da noie future. AMORE: Anche il vostro partner può vivere periodi meno passionali, cercate di comprendere la situazione. LAVORO: Siete chiamati alla coerenza e alla concretezza, quindi, niente distrazioni. SALUTE: La forma è buona e con energia positiva. AMORE: Cercate di prestare più attenzione alle esigenze di chi vi sta vicino, rischiate che sia il partner a ricordarvelo. LAVORO: Ottime e vincenti intuizioni sul lavoro, andate dritti per la vostra strada anche se cercheranno di sviarvi. SALUTE: Possibili disturbi per reazioni allergiche. AMORE: La situazione attuale vi fa sentire forti, attenti però, a seminar vento si raccoglie tempesta. LAVORO: Cercate la collaborazione, anche se preferireste fare di testa vostra. SALUTE: Meglio inserire una dieta più vegetariana nelle vostre abitudini alimentati. Vasta gamma di piante da orto, anche biologiche! Un ricco assortimento di piante fiorite, per giardino e balcone! Garden Margherita di Stafano Bortolin Via dei Tigli a Santa Giustina - tel.: 0437/858000 38 | BM AMORE: Le esigenze del partner vanno anche ascoltate, cercate insieme la miglior soluzione. AVORO: Buon momento per portarvi avanti con il lavoro arretrato, mantenete però la giusta attenzione. SALUTE: Abbastanza bene, purché non esageriate con il cibo spazzatura.
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