20 febbraio: i barbari sono tornati a Roma! di Valerio Cianfanelli Disagi a campo dei fiori e piazza di Spagna. A pagarne le conseguenze maggiori è stata la splendida fontana della “Barcaccia”, a Piazza di Spagna. E' una giornata di sole a Roma e cosa c'è di più bello di un giro nel centro storico per ammirare gli scorci, le rovine e i monumenti più belli del mondo? A quanto pare per i tifosi del Feyenoord, giunti in trasferta per la gara di andata valida per i sedicesimi di Europa League contro la Roma, qualcosa di meglio da fare c'era e come. E allora via con litri di birra, cori da stadio e inciviltà, radunati attorno ad una delle tante meraviglie della Capitale, la Fontana della Barcaccia del Benini a piazza di Spagna. Il disagio che si sta creando è chiaro; la polizia accerchia i tifosi, ma la carica non parte, si teme per i numerosi turisti, per le persone e per i bambini alle uscite dalle scuole. Le forze armate in tenuta antisommossa sono lì, inermi, non possono far altro che guardare in faccia il degrado che si sta sviluppando pian piano che le ore passano. Gesta imperdonabili da parte di gente che, come si dice tanto in giro, non si possono ritenere tifosi, ma che non possono ritenersi neanche persone. Una persona, un uomo, guarderebbe la meraviglia di Roma con gli occhi di un bambino che vede per la prima volta la sua immagine allo specchio. Sicuramente non può, non deve distruggere e portare al degrado una città così bella, ma già piena di problemi come la Capitale d'Italia. Venditti cantava, dall'alto del suo amore per la città: "Roma capoccia del mondo infame". E mai queste parole sembrano più adatte. Un mondo infame in cui non si rispetta e non si preserva neanche più la bellezza oggettiva di un luogo. Al di là del tifo, al di là della partita, qui c'è in gioco qualcosa di molto più importante: il rispetto. Rispetto che qualsiasi turista dovrebbe avere di una nazione ospitante. Su molti social è comparso un post dopo gli avvenimenti di giovedì a Roma: "Adesso andiamo in Olanda, facciamo sesso con le loro donne, pisciamo sui loro muri e imbrattiamo le loro città... Un momento, già lo facciamo". E' autoironico chiaramente, ma questo sottolinea il problema. Noi Italiani quando andiamo all'estero siamo davvero tanto meglio di quell'orda di barbari con la maglia del Feyenoord? Non si può fare una generalizzazione così grande, questo pare evidente, ma dovrebbe essere un punto di riflessione. Non ci si può lamentare di qualcosa quando si è, probabilmente, i primi a farla. Alla vigilia della partita di ritorno tra Feyenoord e Roma c'era molta paura per un'ipotetica vendetta che i tifosi romanisti avrebbero potuto attuare per un orgoglio nazionale. Ma l'orgoglio nazionale si può dimostrare prima di tutto facendo l'opposto di quello che è successo a Roma; ma soprattutto si può portare in alto la bandiera Italiana e il popolo italiano rispettando sempre le città in cui ci ritroviamo ospiti al di là del tifo e della fede calcistica. Ci deve sempre essere rispetto per la bellezza e per le tradizioni di popoli che non sono il nostro. Dovrebbe essere scontato, ma purtroppo non lo è. Annotazione “postdatata”: scrivere online con uscite ogni due settimane (almeno ci di prova ndD) ha un suo vantaggio. Per esempio dopo aver scritto questo articolo prima della partita di ritorno, qualche dubbio e incertezza sul come organizzare il pezzo c’era eccome. Il rischio era quello di essere banale, con le solite frasi fatte già espresse da molti commentatori in TV o sui giornali. Avremmo potuto fare una pessima figura parlando male dei tifosi del Feyenoord con il rischio che magari i tifosi della Roma avrebbero potuto far anche di peggio. Così la decisione è stata quella di indirizzare il tutto verso qualcosa di universale: il rispetto. Quello che, adesso, dopo aver visto il ritorno della partita di Europa League tra Feyenoord e Roma, mi rendo conto che i tifosi della squadra olandese non sanno neanche cosa sia. E così banane gonfiabili in campo come insulto razzista verso i molti giocatori di colore della Roma; fischi, insulti, disagi nelle tribune e nelle curve tanto che la partita è stata interrotta due volte dall' arbitro. Ma poi la “giustizia divina”, che tante volte si invoca nelle partite di calcio, ha fatto si che la Roma vincesse, non con qualche difficoltà, e passasse il turno. La punizione più grande per quei tifosi indisciplinati che meritavano solo l'uscita da questa competizione. Così la bandiera italiana è stata portata in alto quella sera, non solo dalla Roma ma anche dalle altre quattro nostre squadre presenti nella competizione. Da citare in particolare è la grande impresa del Torino fuori casa con il Bilbao dopo che la gara di andata si era conclusa 2-2, la squadra di Ventura ha sorpreso tutti vincendo 2-3 in un campo sempre stato ostico per le squadre italiane. In conclusione, a volte non sbilanciarsi troppo paga, ma i messaggi contenuti nel pezzo, ovvero quelli di rispetto per Paesi che non sono il nostro, devono rimanere nella mente del lettore in modo che, prima o poi, qualcosa nella nostra mentalità di tutti.
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