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Figli di chi
Andrea
Pietrantoni
marzo 21, 2015
Al Teatro Out Off va in scena lo spettacolo della Compagnia Lumen sulla crisi morale del Nordest.
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Figli di chi è una storia noir ispirata al romanzo Nordest di Massimo Carlotto e Marco Videtta. Il tema dello
spettacolo è il confronto-scontro generazionale tra tre giovani adulti e le loro famiglie, alla luce dell’assenza di
valori di quello che oggi non si può più chiamare ricco Nordest.
La scenografia, basata su due sedie, un appendino e una scrivania sul fondo del palcoscenico, è lo spunto per
l’intreccio della storia di tre personaggi: Giovanna Barovier, una avvocatessa perversa, Adalberto Beggiolin, un
giornalista dalle grandi speranze e Filippo Calchi Renier, figlio atipico di una famiglia nobile e influente. La Barovier
viene uccisa in una fredda notte, il Beggiolin segue la cronaca degli eventi tra errate intuizioni e il Renier, ex
fidanzato della ragazza ammazzata, scopre la torbida verità. Tre vite che si incrociano lungo una discesa morale
dove aristocrazia e borghesia puzzano di una morte fatta di falsi miti, tradimenti sessuali, droga e prostitute, in cui
anche chi vuole salvarsi ne è travolto. È il caso del Renier che si oppone alle trame diaboliche della madre
modellando la creta o del Beggiolin, partito dal Sud con sani principi che subito abbandona pur di fare carriera.
Nessuno riesce a salvarsi. I cognomi troppo importanti e i loro passati errori possono pesare sui figli come macigni
o infettare con una malattia morale anche chi si avvicina ancora puro. Il Karma esce dalle famiglie e si diffonde.
«Chi porta la cravatta può essere più pericoloso di chi non ce l’ha», come dice il Renier. Frequentarlo è un rischio.
Tutti vogliono abbandonare il nido per prendere il volo e tutti si ritrovano schiantati al suolo. Il confronto tra i tre
personaggi e le loro rispettive famiglie è vincente solo nei tentativi iniziali, ma perdente nel finale. Perdono i figli
dei ricchi, ma perde anche chi, come il Beggiolin, proveniente da una famiglia umile, si fa incantare dalle sirene
traditrici di un falso successo. Conta più essere figli di chi che essere figli, con una doppia valenza. Conta
positivamente quando la famiglia attrezza i figli con sani principi, conta negativamente quando la famiglia offre ai
figli una morale corrotta. Nel Nordest di Figli di chi il cancro morale si è diffuso ampiamente, lasciando poche
speranze di salvezza. La malattia di alcune famiglie diventa caratteristica socio-economica di un intero territorio.
Tutto crolla. I tre personaggi interpretati magistralmente da Gabriele Genovese (Adalberto Beggiolin), Ivano la
Rosa (Filippo Calchi Renier) e Carolina Leporatti (Giovanna Barovier) danno ritmo ed energia a una storia che non
sempre risulta chiara nella sua linea drammaturgica. La regia di Elisabetta Carosio compensa questa carenza,
scegliendo giochi di luce e musiche azzeccate che rendono chiara la crisi intima dei personaggi e che ci
trasportano nelle fredde nebbie di quella terra. Le voci off di Renata Coluccini, Nicola Ciaffoni e Giorgio Damato
accentuano il noir.
Tutti siamo potenzialmente i personaggi della storia. Il pubblico lo capisce seguendo attentamente la storia lungo i
75 minuti dello spettacolo e applaude sentitamente nel finale.
Lo spettacolo continua
Teatro Out Off
via Mac Mahon 16, Milano
dal 17 al 22 Marzo 2015
da martedì a venerdì ore 20.45 – sabato ore 19.30 – domenica ore 16
Figli di chi
dal romanzo Nordest di Massimo Carlotto e Marco Videtta
con Gabriele Genovese, Ivano La Rosa e Carolina Leporatti
regia Elisabetta Carosio
voci off Renata Coluccini, Nicola Ciaffoni, Giorgio Damato
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