NUMERO 13 ANNO 7º PASQUA 2015 NOTIZIARIO PERIODICO DELLA COMUNITÀ CRISTIANA CHE VIVE in BREGUZZO l BONDO l RONCONE l LARDARO EDITORIALE 3 UNITÀ PASTORALE: ESPERIENZA DI COMUNIONE DAL CONSIGLIO PASTORALE 5 L’UNITÀ PASTORALE COSA, PERCHÉ E COME: INCONTRO CON DON LAURO 6 ANNUNCIARE DIO IN UN MONDO CHE SEMBRA NON AVERNE BISOGNO: SECONDO INCONTRO CON DON LAURO: 8 IMMAGINI DELLA FEDE, IMMAGINI DELLA COMUNITÀ 11 LA SCELTA DEL NOME DELLA NUOVA UNITÀ PASTORALE: “ACQUA VIVA” 12 MI INVITI A CENA? 14 15 16 19 19 VITA PASTORALE LA PRIMA COMUNIONE LA CRESIMA LA FESTA DEI BATTEZZATI NEL 2014 BATTESIMI COMUNITARI NELLE NOSTRE PARROCCHIE SENZA MISURA... DALL’ORATORIO DI RONCONE PAROLA DI DIO 22 KOINONIA - COMUNIONE ANNO PASTORALE 23 RENDICONTI ECONOMICI DELLE PARROCCHIE - ANNO 2014 29 31 32 33 34 36 UNITÀ PASTORALE: PUNTI DI VISTA PUNTI DI VISTA DI UNA CATECHISTA È PIÙ BELLO INSIEME PUNTI DI VISTA DEI GRUPPI MISSIONARI PUNTI DI VISTA DEI MINISTRI DELLA COMUNIONE PUNTI DI VISTA ORATORIO L’INCONTRO LA FUSIONE DEI COMUNI E L’UNITÀ PASTORALE: numero 13 - anno 7º Notiziario semestrale della Comunità Cristiana che vive in Breguzzo - Bondo Roncone - Lardaro Pasqua 2015 In copertina, Pala del Santissimo a Roncone. Opera della fine 1500 e inizio 1600, in parte attribuita a Naurizio Paolo. La Pala, infatti, ha conosciuto una ripittura dei santi. Recentemente restaurata (primavera 2014) Per comunicare con la redazione di Comunità in Cammino, per inviare suggerimenti, consigli, foto o articoli da pubblicare sui prossimi numeri [email protected] oppure attraverso il forum delle parrocchie DUE MODELLI A CONFRONTO www.parrocchia-breguzzobondo-roncone-lardaro.it LA PAROLA AI LETTORI 40 OM’NGORT IMPAGINAZIONE Vita Trentina Editrice sc Via S. G.Bosco 5 - Trento APPUNTAMENTI DA NON PERDERE 41 ORARI PASQUA 2015 44 CAMPO GIOIA 2015 44 CAMPEGGI ESTIVI DELL’ORATORIO L’INCONTRO STAMPA Nuove Arti Grafiche sc - Trento Finito di stampare nel mese di marzo 2015 Unità Pastorale: esperienza di Comunione uest’anno il bollettino di Pasqua è quasi monotematico. Infatti, gran parte degli articoli riguardano l’Unità Pastorale che si costituirà ufficialmente il 26 aprile prossimo. Un solo pensiero mi sento di offrire a questo riguardo, perché molti altri leggerete scorrendo le pagine seguenti. Q 3 L’U.P. non sarà la risposta al processo di scristianizzazione, chiaramente in atto anche nelle nostre comunità, ma potrà essere un valido strumento di testimonianza. Gesù indica poche “strategie” per portare il Vangelo agli uomini. Una di queste è indicata proprio durante l’ultima cena pasquale di Gesù nel Vangelo di Giovanni al capitolo tredicesimo: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri”. 4 Se sapremo amarci di più fra cristiani, allora sarà più facile esser riconosciuti come veri discepoli di Gesù e altri si sentiranno di aderire con convinzione alla proposta cristiana. L’U.P. può aiutarci ad amarci di più, a cercare relazioni nuove, ad aprirci al fratello che non conosciamo, a creare più fraternità. Tutto questo è annuncio del Vangelo, è testimonianza viva, è vivere la vita nuova da risorti mediante il Battesimo. L’U.P. ci potrà aiutare a realizzare meglio la comunione, una delle dimensioni fondamentali della vita cristiana. Gesù è venuto a creare la comunione, a rendere gli uomini tutti fratelli. Non per nulla fra gli atti più importanti che compiamo durante la Messa, il ricevere l’Eucarestia, si chiama proprio fare la comunione. Come noi in casa ci sediamo a tavola e mangiamo o invitiamo a mangiare, chi riconosciamo come nostro amico o familiare, così fare la comunione a Messa è riconoscere gli altri come fratelli. La stessa iniziativa della Quaresima: “Mi inviti a cena?” non è altro che un segno tangibile che va in questa direzione (vedi pag. 12). Fare comunione significa davvero sentirsi “con-uniti”, essere uniti agli altri, significa generare unità. Quando si vedono i cristiani in comunione, cioè più uniti anche fra le diverse parrocchie, che sanno superare le diffidenze o pregiudizi, che sanno aprirsi e stringersi la mano, che sanno invitarsi a cena, sanno apprezzare il bene degli altri, allora sarà più facile creare relazioni autentiche, fare le cose meglio e con più efficacia, perché insieme si può e si hanno più risorse ed energie. Si potrà essere più solidali e attenti, sostenere chi è povero, specialmente quei bisognosi che non si vedono o non si fanno vedere. Ci si sentirà davvero parte di un’unica grande famiglia che ha Dio per Padre: la Chiesa, che siamo noi Popolo di Dio. Del resto Gesù ha offerto la sua vita proprio per tutti: “Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti!” Ha fatto Pasqua per tutti, per creare un’umanità nuova, più unità, più in comunione, più fraterna. Buona Pasqua a tutti. Il vostro Parroco L’ Unità Pastorale cosa, perché e come: incontro con Don Lauro a sera del 6 febbraio le nostre quattro parrocchie sono state invitate a incontrarsi per capire e interrogarsi sul significato dell’Unità Pastorale. Ad aiutarci in questo don Lauro Tisi, Vicario Generale della Diocesi. Dopo un canto e una preghiera iniziali, don Lauro ha aperto la riflessione tratteggiando la persona di don Beniamino, parroco per cinquant’anni nella suo paese di nascita, cui deve la scelta di essere diventato prete. Ne è uscito il ritratto di un sacerdote sempre presente, punto di riferimento per la parrocchia, intorno al quale ruotavano tutti gli accadimenti della comunità. Oggi, dice don Lauro, questo non è più possibile,“la figura del sacerdote di venti, trenta anni fa, non esiste più”.Alcuni dati statistici illustrati da Don Lauro aiutano a capire meglio il contesto. Nel 1990 nella nostra Diocesi si contavano 700 sacerdoti, nel 2000 erano diminuiti a 570 e alla data del 12 marzo 2014, ultima rilevazione, il loro numero era di 366. Nel 2004 vi erano 146 parroci ad avere una sola parrocchia, diminuiti a 60 nel 2009, mentre alla rilevazione del 12 marzo 2014 risultavano in numero di 43. Alla stessa data del 12 marzo 2014, vi erano 130 parroci attivi sul territorio, 14 cappellani, 69 collaboratori pastorali con più di 75 anni di età, 38 sacerdoti che ricoprivano altri incarichi e 74 quelli in quiescenza. L’età media dei sacerdoti è piuttosto alta, tra i 65 e i 70 anni. Stabile invece è il numero dei seminaristi (quattro al primo anno di teologia). La nascita delle Unità Pastorali trae origine da questo forte ridimensiona- L 5 Assemblea Pastorale del 6 febbraio in teatro a Roncone 6 mento del clero diocesano a cui si aggiunge un sempre minor numero di frequentanti e un calo dei collaboratori laici. L’Unità pastorale, spiega Don Lauro, nasce dall’esigenza di mettere in rete le comunità, di trasformare in opportunità la realtà che viviamo evitando l’errore di riproporre la vecchia parrocchia nella nuova unità. Don Lauro pone all’assemblea degli interrogativi: come possiamo far sì che le nuove comunità siano attrattive per chi non frequenta? Suscitino interessi e desiderio di avvicinarsi? Per trovare le risposte, continua Don Lauro, occorre una profonda riflessione sui cambiamenti sociali che stiamo vivendo. Mettere in rete le comunità non significa far venir meno la storia e le specificità di ognuna. Le quattro comunità continuano a coesistere nell’Unità Pastorale. Don Lauro le immagina come quattro fontane ognuna delle quali dona acqua ma in maniera diversa l’una dall’altra. Le nostre parrocchie non bastano più a se stesse, aggiunge Don Lauro, né riescono a fare tutto da sole. L’Unità Pastorale non deve però ridursi ad un’unità di tipo liturgico, ma deve essere espressione di quel principio di comunione fondamento della Chiesa che lega noi cristiani e di cui non possiamo fare a meno. In una società come la nostra sempre più narcisista e individualista, dobbiamo imparare a vedere nell’altro fratello non un competitor e un avversario, ma un’opportunità. Don Lauro chiude il suo intervento spiegando come sarà organizzata l’Unità Pastorale: in ogni parrocchia ci sarà un piccolo comitato operativo di laici che si farà carico e si preoccuperà delle esigenze di quella comunità coadiuvando così il parroco nella gestione dell’Unità Pastorale. Ogni comitato avrà un responsabile. La creazione di questi comitati è necessaria laddove in prospettiva futura il numero dei sacerdoti si ridurrà ulteriormente. Monica Mussi “Annunciare Dio in un mondo che sembra non averne bisogno” SECONDO INCONTRO CON DON LAURO on Lauro apre l’incontro dell’11 febbraio riprendendo una frase del Vangelo appena letto, in cui Gesù dice:“Andiamocene altrove!” Gesù non si ferma al consenso ottenuto, ma è in continuo cammino, verso il nuovo. L’U.P. è chiamata a camminare su questa strada. D ANNUNCIARE DIO! QUALE DIO? Il nome di Dio va modernizzato, dandogli una connotazione di concretezza, distinguendo tra fede e religione. La Fede nasce dall’ascolto della Parola! Dio ci parla e ci viene incontro. La fede è un atto personale ma va incontro a Dio che, per primo, ci ha parlato. Fede è l’essere rapiti da un volto, il volto di Gesù, un uomo incredibile (straordinario). Straordinario è Gesù falegname, persona anonima per trent’anni e quando inizia a parlare non è considerato. Eppure Gesù dice:“Chi vede me, vede il Padre”.Ciò significa che Dio non ha bisogno di ottenere consenso con grandi gesta, non ha bisogno di mostrarsi. Dio è nella storia concreta e quotidiana, l’uomo non è altro che la propagazione di Dio, che ci dà la responsabilità di agire. È l’umanità intera in Gesù. A noi è chiesto di cambiare la storia agendo, facendo spazio a Dio, muovendoci nella sua logica. Il cristiano, con la sua fede, costruisce la storia occupandosi del vicino. La vita credente trasforma il mondo. Osserviamo il grande consenso riservato a papa Francesco: dice parole semplici, compie gesti semplici, perché questa è la vita vera. Dio deve essere riconosciuto attraverso segni concreti. Gesù parla di servizio, quel servizio che è lavoro da schiavi secondo l’usanza del suo tempo. Gesù dice:“Io sono il servo, chi mi segue, si faccia servo di tutti”. Questo atteggiamento manca nella nostra società, in chi dovrebbe guidarci ma anche in ognuno di noi. Abbiamo bisogno di amore che diventa gratuità, che nasce da una Fede che ascolta... ANNUNCIARLO IN UN MONDO CHE SEMBRA NON AVERNE BISOGNO Nel pensiero di oggi, è pratica comune crearsi un dio personale, fatto su misura. Il sacro è tornato di moda, purtroppo solo quando fa più comodo, perché la società sembra non tollerare i codici etici, immaginati come giudizi rivolti a noi. Il tema etico è presentato sotto forma di dovere. L’individualismo ha distrutto la relazionalità. Stiamo vivendo il disfacimento relazionale, che porta con sé tutti i problemi odierni: disagio psichico, sessualità come prodotto, problemi familiari, sopraffazione dei più deboli, delle donne in particolare... La parola Dio suscita entusiasmo, non è percepita nella festa e nella gioia. Dio è visto come proiezione del proprio IO. Il problema è che si crede in un dio privato, che ci asseconda, di cui ci ricordiamo in modo vivo solo in poche occasioni: Natale, Pasqua, sagra e sacramenti, ma non nella quotidianità. Ci chiediamo: la logica di Dio in Gesù è comprensibile all’uomo contemporaneo? In quale modo viene interpretata e vissuta? 7 8 Sì, certo, l’uomo di oggi cerca Dio, lo cerca con rabbia contro la corruzione onnipresente, contro gli interessi personali a totale discapito di ognuno... Chiediamo assistenza, servizio e accoglienza... Abbiamo bisogno del Dio storico: ma la nostra comunità è in grado di interpretare e vivere questa umanità di Dio? Grazie allo Spirito Santo, occorre provare a sviluppare e applicare questi valori! Il futuro è una pastorale di segni, di gesti che sono l’inizio per cambiare il mondo, il nostro mondo reale. Il volto di Dio va manifestato in una Chiesa fatta di segni e sacramenti, formata da una comunità che crede in Dio, un Dio che arriva a noi attraverso Gesù Cristo, che è umano, che fa gesti, che si fa servo, che desideriamo perché ne abbiamo bisogno. La nostra Unità Pastorale è chiamata a testimoniare questo volto di Dio. Riflessioni che don Lauro ci ha affidato. Gloria e Silvana Immagini della fede, immagini delle comunità LE COMUNITÀ DI BONDO, BREGUZZO, LARDARO E RONCONE SI INTERROGANO... ra il 2013 e il 2014 diversi gruppi e realtà delle comunità - gruppo missionario di Roncone; gruppo missionario di Bondo; gruppo adorazione di Breguzzo; gruppo anziani di Breguzzo; gruppo misto di Lardaro; catechisti di 2° e 3° elementare; gruppo pulizie di Breguzzo e gruppo pulizie di Bondo; coro di Breguzzo, oratorio di Bondo e Breguzzo; oratorio di Roncone - si sono interrogati su due questioni. L’una, relativa alla fede e cioè “cosa penso di Dio, chi è per me Dio, come me lo immagino” e l’altra, relativa alla Chiesa: “cosa penso della Chiesa, cosa penso della mia comunità, come la vorrei?” Il gruppo di lavoro nominato dal Consiglio Pastorale, era composto da: Gloria Manni, Miriam Pellegrini, Roberta Pederzolli, Ilia Mussi, Agnese Molinari, Ilaria Pedrini, Silvana Zanotti, Monica Ambrosini, don Celestino Riz ed Enrico Delama. Nel giugno del 2013, il gruppo di lavoro aveva organizzato un incontro di confronto con alcuni componenti dell’Unità Pastorale di Strigno e, tra il 2013 e 2014, gli incontri con i diversi gruppi delle nostre comunità, redigendo ogni volta un resoconto. T 9 Assemblea Pastorale del 6 febbraio in teatro a Roncone Tali occasioni hanno generato in alcuni partecipanti un po’ di disagio, poiché spesso abituati ad ascoltare la voce di altri (... del proprio parroco, di altri sacerdoti, di persone più esperte...) ma non preparati a esporre il proprio pensiero, col timore di doverlo sostenere e confrontare durante la comune riflessione. In questo breve resoconto proviamo a riprendere qualcuna delle molteplici sfaccettature e modi di guardare alla fede e alla Chiesa. Emerge che le comunità parrocchiali si stanno modificando ed evolvendo sotto diversi aspetti: a esempio, non solo i giovani, ma anche gli adulti assistono con minor frequenza ai riti religiosi. Motivo per cui il parroco deve cercare un nuovo modo nell’essere vicino alle persone e alle comunità anche quando non gli sarà possibile presenziare di persona. Un nuovo equilibrio occorrerà cercarlo tra le quattro comunità, salvaguardando e valorizzando le loro specificità, preparando e organizzando con cura e attenzione ogni evento da trascorrere insieme e uniti, evitando di esaltare le vecchie e superate diversità, il loro grado di partecipazione. Nascerà spontaneamente l’apprezzamento per l’esserci stato, rafforzando il senso della comunità. Altri, hanno evidenziato i rischi di individualismo e di incoerenza, di tante parole e poca sostanza. Non è mancato chi ha preso le distanze da un certo tipo di Chiesa ritenuta ricca, con una struttura piramidale, una gerarchia che giudica i fedeli, un apparato chiuso e che esclude, preferendo la comunità lo- 10 cale nella quale si respira sincerità e schiettezza e dove si conoscono persone che hanno fatto scelte importanti nella carità. Emergono pure due modi di guardare alla comunità cristiana. Un primo modo vede la comunità a cerchi concentrici con Gesù Cristo al centro. Attorno stanno coloro che frequentano i riti religiosi e si coinvolgono nella parrocchia; gli altri sono fuori della comunità e non si lasciano coinvolgere nelle attività esistenti e attualmente funzionanti. Un secondo modo, pone ancora al centro Gesù Cristo e, a spicchi, tutte le altre parti della comunità; a esempio, la parte composta da chi frequenta i riti e si coinvolge nei servizi esistenti; la parte che è composta da chi sente Dio e prega ma non va in chiesa; la parte composta dai critici che vogliono cambiare; la parte composta da chi non frequenta ma si spende per il bene comune. Tutte hanno il compito di avvicinarsi a Cristo tessendo legami tra loro e coinvolgendosi in ordine a “problemi” sui quali vale la pensa spendersi (a esempio, quello del gioco d’azzardo). Anche per quanto riguarda il modo di guardare alla fede si colgono sfumature diverse. C’è lo sguardo convinto di chi afferma che Dio è al centro della mia vita, lo metto al primo posto, è il compagno di viaggio, un padre vicino, è ovunque in ogni persona, lo si immagina come un Padre buono, misericordioso e come sole splendente... Talvolta lo si immagina più come personalità che come una persona o come una entità non fisica ma spirituale, una sorta di forza a cui tutti siamo legati anche se non ce ne rendiamo del tutto conto... C’è anche lo sguardo di chi esprime i propri dubbi su Dio, soprattutto a seguito di esperienze dolorose, di incidenti e disgrazie che colpiscono le famiglie. L’esperienza della fragilità e del morire suscita interrogativi profondi in se stessi e sulla vicinanza di Dio. In questi casi la fede è intesa come percorso di ricerca con tempi di allontanamento e tempi di avvicinamento a Dio. Per alcuni è Gesù Cristo il punto di riferimento e la porta di entrata verso Dio. Colui che, mediante la sua croce, il suo spirito di accoglienza, il suo farsi compagno di viaggio e il suo Vangelo, rende vicino un Dio altrimenti percepito come lontano. Quanto ascoltato dai gruppi può rappresentare un materiale interessante per costruire comunità in rete a servizio della crescita e del dialogo tra le persone e gli stessi gruppi. Un dialogo che deve tener conto delle diverse sensibilità riguardo la fede e l’esperienza ecclesiale. Enrico Delama Servizio di consulenza socio-pastorale La scelta del nome della nuova Unità Pastorale: “Acqua viva” opo l’Assemblea Parrocchiale del 6 febbraio scorso, il Consiglio Pastorale si è riunito il successivo 26 febbraio: esaminate le diverse proposte e tenuto conto di come l’assemblea si fosse espressa a maggioranza, s’è deciso che “ACQUA VIVA” sia il nome della nostra Unità Pastorale. Perché “Acqua viva”? È innanzi tutto un termine biblico ricco di significati, ci ricorda infatti: w L’acqua che scaturisce dalla roccia e dà vita al popolo di Dio (cfr Es 17,6); w L’acqua battesimale: rinasciamo a vita nuova, il cristiano è rinnovato interiormente (cfr Rm 6,3-11); w L’acqua viva purifica il popolo di Dio, rendendolo “pietre vive” che testimoniano il Vangelo (cfr 1Pt 2,4-9); w L’acqua viva è Cristo stesso, è Lui che ci disseta ed è la risposta ultima a tutti i perché della vita (cfr Gv 4, 10-14) “Gesù rispose alla Samaritana: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: «Dammi da bere!», tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva» [...] «Chiunque beve D 11 12 di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».” w L’acqua viva è un segno e una promessa di vita “Chi crede in me, come dice la Scrittura, dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”. (cfr. Gv 7,38). Le nostre comunità devono essere acqua viva a cui potersi abbeverare. Il nome scelto è stimolante, speriamo aiuti le nostre comunità a identificarsi nell’Unità Pastorale, a diventare segno di Dio in un mondo che sembra non averne bisogno. Il Santo Papa Giovanni XXIII chiamava la Chiesa, o meglio, la Comunità parrocchiale “la fontana del villaggio dove tutti passano e possono abbeverarsi” perché da essa scaturisce acqua viva. E come ha detto don Lauro nell’assemblea parrocchiale: “Le quattro comunità sono come quattro fontane ognuna delle quali dona acqua all’Unità Pastorale sebbene in maniera diversa l’una dall’altra.” Ricordiamo a tutti che domenica 26 aprile, il nostro Vescovo costituirà ufficialmente l’U.P. “Acqua viva” delle parrocchie Bondo, Breguzzo, Lardaro e Roncone. Il Consiglio Pastorale Mi inviti a cena? rmai siamo a buon punto per la costituzione dell’Unità Pastorale delle nostre quattro parrocchie e sempre più si fa chiaro che non si tratta di semplice operazione organizzativa. Ha a che fare - già lo abbiamo sperimentato - con l’essere cristiani, con la nostra fede e il nostro essere “famiglia”. Bella e significativa l’idea di far girare a rotazione, in ciascuna delle chiese, una scatola ben preparata, ognuna riportante il nome di un paese: un modo per imparare a portarci in cuore le altre comunità... Durante un incontro del Consiglio Pastorale ci siamo chiesti, perché non muovere, far girare a rotazione anche le famiglie? Da qui è nata l’iniziativa “Mi inviti a cena?”. La domanda proposta dal titolo è volutamente provocatoria, perché stimola a vincere la nostra ritrosia di montanari e l’eccesso di buone maniere, e ci porta a tornare al passato, quand’era usuale trascorrere del tempo in compagnia riuniti in casa, senza tante formalità. Oggi possiamo confermare che ha funzionato! Molti più di quanto avessimo sperato, sono giunti numerosi foglietti che dichiarano la disponibilità a O 13 I biglietti delle adesioni all’iniziativa ospitare o a essere ospitati presso una famiglia di paese diverso dal proprio, accettando di percorrere fino in fondo questa strada che porta a conoscerci, ad allargare la nostra visione di comunità parrocchiale verso i nuovi confini dell’Unità Pastorale. Esattamente, già 22 famiglie per un totale di 66 persone hanno aderito all’iniziativa e da qui sino a Pasqua si faranno quindi 11 cene allargate... già immaginando che anche in seguito gli inviti potranno moltiplicarsi. Può sembrare poca cosa, ne siamo consapevoli, ma intendiamo ragionare col Vangelo in mano, quando ci sollecita a vedere il tanto che può nascere anche da piccoli gesti. Come prosegue ora l’iniziativa? Ogni famiglia, saputo il nome della famiglia ospite, si accorderà per una serata da trascorrere insieme. Non sarà importante il menù - siamo in Quaresima! - ma conterà il desiderio di conoscersi. Si vorrebbe che tutto avvenisse nella semplicità e senza preoccupazioni di dover contraccambiare: il grazie sarà l’avere scoperto il gusto di aprire la propria casa e di lasciarsi accogliere. Magari diventasse un’abitudine, un contagio! La preghiera che aprirà la cena, sarà il momento di chiedere al Padre il dono di essere “comunione” secondo la Sua volontà. Gesù sarà presente, come aveva promesso, fra quelle persone, riunite nel suo nome e consapevoli che qualunque cosa chiedano nel suo nome, la otterranno dal Padre! Manuela Scalfi, Ilia Mussi, Ilaria Pedrini La Prima Comunione con gioia che portiamo la nostra testimonianza di un’esperienza positiva che ha coinvolto 30 bambini delle nostre quattro comunità. Dopo la celebrazione della Prima Confessione, fatta tutti insieme nella chiesa di Roncone e la Presentazione dei bambini nella chiesa di Bondo, è nato in noi il desiderio di proseguire insieme sino alla celebrazione del sacramento della Prima Comunione. L’idea ci ha entusiasmato, portandoci così verso un cammino fatto di nuove relazioni personali e nuove condivisioni, cammino che ha permesso ai bambini e a noi catechiste di crescere in modo costruttivo nel gruppo e nella comunità. La Prima Comunione è stata celebrata nella chiesa di Breguzzo il 18 maggio 2014. Durante il percorso di preparazione al sacramento, abbiamo condiviso con loro momenti importanti: w nel periodo di Avvento abbiamo organizzato una raccolta viveri, come segno di rinuncia verso chi è meno fortunato; w i bambini hanno collaborato con gli ospiti della Casa di riposo di Strada, per la realizzazione dei crocifissi per la Prima Comunione; w il pane, simbolo di Gesù Eucarestia, è stato preparato dai bambini con la farina data loro dalle mamme, come atto d’amore; w un pomeriggio di festa trascorso con i ragazzi della comunità handicap di Roncone. Piccole cose che hanno reso davvero grande e straordinario il lavoro fatto insieme in un’ottica di grande partecipazione e di visione prospettica verso l’Unione Pastorale, che continua tutt’oggi con la preparazione del cammino che porta al sacramento della Cresima. Le catechiste di Bondo, Breguzzo, Roncone e Lardaro. È 14 La Cresima omenica 14 dicembre 2014 nella Chiesa di S. Andrea a Breguzzo, 29 ragazze e ragazzi delle nostre parrocchie hanno ricevuto il Sacramento della Santa Cresima. La celebrazione è stata particolarmente solenne, ricca di emozioni e di gioia grazie all’importante presenza del nostro Arcivescovo Mons. Luigi Bressan. Il profondo e sentito coinvolgimento dimostrato dai nostri cresimandi ha reso la liturgia un momento di preghiera e spiritualità particolarmente intenso, gli stendardi dal chiaro significato dei sette doni dello Spirito Santo, portati in processione all’inizio della Messa e collocati dietro l’altare, sono stati un richiamo al Dono che i ragazzi hanno ricevuto durante la Cresima e la raffigurazione conclusiva del nostro cammino di catechesi, nel quale abbiamo, appunto, esaminato e approfondito il significato di questi segni. Il nostro Arcivescovo si è rivelato come sempre affabile e aperto, sia con i ragazzi, sia con noi catechiste: eravamo tutti ad attenderlo fuori sul sagrato, quando è arrivato ha cancellato la nostra incomprimibile soggezione con un sorriso bonario, qualche battuta, amichevoli strette di mano e il suo ringraziamento per averlo invitato. Impartito il sacramento della Cresima, a ogni cresimando ha preso la mano mettendolo a proprio agio col suo atteggiamento affettuoso. La celebrazione si è svolta ordinatamente con la sentita partecipazione dei nostri ragazzi; ognuno aveva un compito: alcuni hanno letto le richieste di perdono e le preghiere dei fedeli, altri hanno animato l’offertorio e la raccolta delle elemosine, altri ancora hanno ringraziato il Signore per i doni appena ricevuti. Tanti i momenti intensi ed emozionanti che hanno coinvolto anche la comunità; noi catechiste abbiamo “affidato” i cresimandi alla grazia dello Spirito Santo chiamandoli ognuno con il proprio nome, essi si sono alzati uno dopo l’altro e hanno ascoltato in modo attento le parole dell’Arcivescovo, il nostro Buon Pastore. Per noi è stato commovente vedere queste piccole donne e questi piccoli uomini (che conosciamo da quand’erano bambini, cui siamo affezionate) ricevere compìti ed emozionati il Sacramento della Santa Cresima, tappa importante nella vita di ogni cristiano. In quel momento abbiamo rivolto una preghiera al Signore affinché li proteggesse sempre con il suo Spirito Santo. Il momento dell’Offertorio è stato significativo, gioioso e vivace; i doni che i ragazzi hanno portato all’altare comprendevano la vestina del Battesimo D 15 16 (come legame tra i due Sacramenti), l’immagine del nostro caro Papa Francesco (quale ricordo del Pellegrinaggio a Roma), la bussola (... li attende la scelta della scuola!), il cuore che si apre (per accettare il “dissimile”), un simpatico smile (per sorridere alla vita ...). La cerimonia si è conclusa con i ringraziamenti, le preghiere, la Benedizione del nostro Arcivescovo, poi le foto di rito. Nei nostri cuori una emozione indimenticabile, una nuova e dolce serenità e la consapevolezza che Loris, Emanuele, Rebecca, Deborah, Maddalena, Sara, Giulia, Arianna, Francesco, Iuri, Davidiana, Fabio, Giulia, Leonardo, Mattia e William di Bondo, Breguzzo e Lardaro, e Cristiano, Simone, Ylenia, Martina, Jennifer, Alessandro, Elena, Megan, Maddalena, Consuelo, Gisella, Michela e Gianlorenzo di Roncone sono cristiani adulti e benedetti dalla presenza dello Spirito Santo, che li accompagnerà per sempre in tutti i momenti della loro Vita. Gianna La Festa dei battezzati 2014 n occasione della domenica nella quale si ricorda il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano, da alcuni anni nelle nostre Comunità parrocchiali viene proposta la “Festa dei battezzati”, che quest’anno si è celebrata domenica 11 gennaio nella chiesa parrocchiale di Roncone. I ventitré bambini e bambine delle quattro parrocchie, che hanno ricevuto il battesimo lo scorso anno, sono stati invitati con le loro famiglie per un nuovo I incontro comunitario di rinnovo dello spirito battesimale. Sono giunti in chiesa con il sorriso, evidente espressione di adesione gioiosa all’invito. Alcuni non hanno potuto partecipare, erano comunque presenti nel pensiero e nella preghiera. I fedeli che assistevano alla S. Messa, hanno fatto da contesto partecipando a una celebrazione ricca di significati e di nuovi messaggi. Il battesimo praticato da Giovanni nel Giordano è “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” (Mc 1,4; Lc 3,3) e in esso interviene profondamente il simbolismo dell’acqua “che vivifica e purifica”. Lo scorso anno a gennaio, erano stati i nastri colorati a dare senso comunitario alla celebrazione, quest’anno, come simbolo del rito religioso, è stata scelta proprio l’acqua per la sua triplice simbologia. Perché essendo sul nostro pianeta fonte della vita in ogni sua forma, è per natura simbolo di vita e quindi simbolo della nuova vita spirituale. I cristiani hanno da sempre la consuetudine di battezzare nell’acqua viva, cioè nell’acqua che scorre e che, nel ricordarci il suo ruolo generativo, simboleggia anche con forza la dinamicità della vita. Perché fra gli usi quotidiani che ne facciamo, l’adoperiamo per “lavare” è quindi simbolo di purificazione. In tal senso, l’acqua viva ci introduce nell’idea centrale del battesimo cristiano come mezzo di accesso alla vita divina di Cristo, dove diventa elemento purificatore, che dà la vita e rende l’uomo una nuova creatura. Nella benedizione dell’acqua battesimale, infatti, si recita: lo Spirito santo effonda, attraverso quest’acqua, la grazia di Cristo affinché l’uomo (...) rinasca dall’acqua e dallo Spirito per la vita nuova di figlio di Dio. Infine, perché a causa delle catastrofi di cui spesso essa è fonte con la sua forza distruttrice, è anche simbolo di dolore e di morte. L’acqua distruttrice richiama la morte del peccato, nel battezzando la morte del vecchio uomo, nel battezzato 17 18 Il momento iniziale della celebrazione la nascita di un nuovo uomo. Con il battesimo si sconfigge il peccato originale e la vita rinasce nella luce di Cristo, accompagnata ogni giorno dalla sua Parola e dalla parola e dall’esempio di noi adulti, anche quando lasciamo che questi nostri figlioli compiano libere scelte, nella speranza che sempre siano impegnati nella testimonianza del Vangelo che hanno accettato chiedendo il Battesimo. Nel corso della celebrazione introdotta da alcuni cenni sui significati del rito, don Celestino ha ripreso e chiarito questi straordinari aspetti simbolici dell’acqua. L’acqua è stata presa come riferimento anche per un altro evento importante, quello della nascita dell’Unità Pastorale tra le parrocchie di Lardaro, Roncone, Bondo e Breguzzo. Quattro famiglie accolte da don Celestino all’entrata della chiesa, ognuna con una brocca di vetro, hanno portato verso l’altare dell’acqua limpida e cristallina che hanno versato nella vasca di una fontanella, subito l’acqua è zampillata da quattro bocche di rame, ognuna delle quali portava sovrapposto il nome di uno dei quattro paesi. Quell’acqua che simbolicamente proveniva dalle quattro parrocchie si è fusa in un unico elemento, riunendo indissolubilmente le diverse origini, rafforzandole. A tutti noi piace immaginare che la stessa cosa possa accadere nella nostra realtà, fra noi parrocchiani. La fontana alimentata da quattro bocche. Un esempio di iniziale e concreto impegno dei volontari che l’hanno costruita con perizia, che ha ispirato e poi dato origine al nome della nuova Unità Pastorale. Un emblema di unità cristiana, di unione sociale e culturale, simbolo di uno spirito che si rinnova rispondendo realisticamente ai bisogni del tempo presente e che, sorretta dalla fede e sostenuta dalla speranza, accoglie i nuovi battezzati, diventando per loro e per se stessa esempio e testimonianza quotidiana del Vangelo. La celebrazione, apprezzata dalle famiglie presenti con i loro bambini, si è chiusa presso la canonica con un momento di festa. Severino Papaleoni Battesimi Comunitari nelle nostre parrocchie a nostra comunità cristiana ha accolto con il sacramento del Battesimo questa nuova sorella: L DOMENICA 1 FEBBRAIO 2015 ha ricevuto il battessimo nella chiesa di Breguzzo Viola Salvadori di Massimo e Alessandra Ghezzi Senza misura... dall’Oratorio di Roncone oratorio di Roncone sta vivendo un anno carico di attività che non possiamo raccontare tutte per mancanza di spazio. Ricordiamo con voi le più importanti e significative. Natale 2014: abbiamo trascorso due pomeriggi intensi con gli amici dell’Anfass di Tione e con i ragazzi della Cooperativa Bucaneve. Nei mesi precedenti avevamo preparato tante sorprese: un video ideato e realizzato da noi, tanti lavoretti natalizi che abbiamo confezionato con i nostri ospiti, canti e due feste bellissime. Nel cuore ci sono rimasti i sorrisi, le strette di L’ 19 20 Al mercatino di Rango L’albero della Pace di rami d’ulivo preparato per la veglia mano e l’amicizia che è nata e che sicuramente coltiveremo anche in futuro. Nel periodo che ha preceduto il Natale, abbiamo trascorso cinque fine settimana ai mercatini del Borgo di Rango a vendere i prodotti che la nostra amica Maria produce d’estate in malga: sciroppi, marmellate, sali aromatici, ecc... Il ricavato del nostro impegno e lavoro è stato devoluto a Cristina, Fabrizia, Daniela Salvaterra, missionarie in Kossovo e Perù. Nel cuore c’è rimasto l’incontro con tante persone cui abbiamo potuto raccontare un pezzo del nostro impegno e il sogno di costruire un mondo più giusto e al servizio degli altri. Tanti ricorderanno e hanno partecipato a “Un mese per la pace” idea (che abbiamo fatto nostra) del Gruppo Fratac e dai frati Cappuccini di Arco. Tante famiglie si sono impegnate per un momento di preghiera serale per la pace, così pericolante e necessaria, nel mondo e nei nostri cuori. Il mese si è concluso con una veglia in chiesa celebrata il 13 feb- braio scorso, preparata da noi e dai ragazzi del Gruppo Fratac. Nel cuore ci rimangono le parole di una giovane coppia: “Grazie, perché questo momento di preghiera serale ci ha unito di più come sposi e ci ha fatto scoprire la bellezza del pregare insieme”. Accanto a questi eventi continua la “quotidianità” oratoriana. Tutti i venerdì ci troviamo in oratorio per passare allegramente due ore insieme. Tante sono le attività: laboratorio di intaglio del legno con il nostro amico Rudy che ci insegna quest’arte con tanta pazienza, laboratorio del fimo (lavorazione artigianale di pasta sintetica) in cui abbiamo creato collane bellissime, poi i giochi, i canti, la preparazione della festa di Don Bosco e del Carnevale, della Via Crucis... I nostri incontri si concludono sempre nella cappella dell’Oratorio per un momento di preghiera. A sera torniamo a casa, sempre con qualcosa che ha arricchito la nostra giovinezza. Quest’anno per noi è stato un anno particolare perché abbiamo dovuto salutare, anche se a malincuore, Marta e Maria, le nostre animatrici che ci hanno seguito per anni con passione e amore. La loro scelta di andare a vivere in un oratorio a Brescia, in una comunità in cui quasi tutti sono immigrati e di mettersi al loro servizio nel doposcuola, nell’assistenza alle famiglie e nell’animazione della vita parrocchiale è per noi tutti un esempio di come la fede cambia la vita e le scelte. Abbiamo capito soprattutto che la misura dell’Amore è quella di amare senza misura. L’Oratorio 21 L’Oratorio al Carnevale di Tione Koinonia - Comunione oinonia è una parola greca che ricorre soprattutto nel Nuovo Testamento e che prevalentemente è tradotta con il termine Comunione. Essa indica l’intimo legame e la relazione fraterna dei primi cristiani, la loro solidarietà e il senso di corresponsabilità e di partecipazione alla vita della comunità cristiana. Talvolta esprime una azione comune o il comune possesso di una cosa. Esprime anche il modo di vivere, gli atteggiamenti, la condizione di reciprocità tra i cristiani e il loro comune legame con Cristo. In questo caso significa comunione di cuori e di beni, partecipazione ai bisogni dei fratelli, comunanza di intenti e di vedute; ma soprattutto comunione con Cristo, partecipazione al suo corpo e al suo sangue, al suo Spirito, alle sue sofferenze, all’impegno missionario, al perdono dei peccati, alla speranza di resurrezione. Il testo più famoso che esprime la relazione tra i primi cristiani si trova negli Atti degli Apostoli (2,42): “Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione (Koinonia), nello spezzare il pane e nelle preghiere”. Ma anche altri due versetti ci aiutano a comprendere la profondità di questa parola. Si trovano nella Prima Lettera ai Corinzi (1,9;10,16) dove indicano il legame profondo con Gesù: “Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione (Koinonian) con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!”; “Il pane che noi spezziamo, non è forse comunione (Koinonian) con il corpo di Cristo?”. Un altro versetto particolare dove ricorre il nostro termine, si trova nella Lettera ai Romani (15,26). Qui il significato riguarda un’azione comune che porta alla condivisione-comunione dei beni: “La Macedonia e l’Acaia infatti hanno voluto fare una colletta (Koinonian) a favore dei poveri che sono nella comunità di Gerusalemme”. L’Unità Pastorale è cercare di realizzare questa Comunione, fare Koinonia, cioè: vita fraterna (di Chiesa), vita di fede (in Gesù), vita solidale (con i fratelli). K 22 BONDO – RENDICONTO ECONOMICO 2014 GESTIONE ORDINARIA ENTRATE ELEMOSINE, CANDELE OFFERTE SACRAMENTI, LIBERE, BENEDIZIONI RIFUSIONI E RIMBORSI OFFERTE CON DESTINAZIONE SPECIFICA INTERESSI ATTIVI DA CONTI CORRENTI E DEPOSITI Totale € € € € € € 9.480,02 3.153,00 71,50 1.912,00 42,82 14.659,34 USCITE REMUNERAZIONE PARROCO RIMBORSO SPESE SPESE ORDINARIE DI CULTO (OSTIE, CANDELE, ECC.) SPESE ELETTRICITÀ, ACQUA, GAS, RISCALDAMENTO, RIFIUTI SPESE UFFICIO, CANCELLERIE, POSTALI, TELEFONICHE, FOTOCOPIE SPESE MANUTENZIONE ORDINARIA BENI ISTITUZIONALI SPESE ASSICURAZIONE RC TERZI - INFORTUNI SPESE PER ATTIVITÀ PASTORALI (CATECHESI, GITE, ECC.) SPESE BOLLETTINO E RIVISTE COMPENSI ORDINARI A PROFESSIONISTI RITENUTE SU COMPENSI PROFESSIONISTI CONTRIBUTO DIOCESANO 2% IMPOSTE E TASSE (ICI - IRES- IRAP) SPESE C/C BANCARI E C/C POSTALI Totale € € € € € € € € € € € € € € € 312,00 1.800,00 2.277,52 4.684,90 255,12 1.247,14 573,00 310,10 865,40 244,00 44,00 153,00 2.025,67 100,72 14.892,57 Disavanzo € - 233,23 ENTRATE CONTRIBUTI PAT PER TETTO CHIESA VECCHIA (SALDO) Totale € € 10.196,14 10.196,14 USCITE MANUTENZIONE TETTO CHIESA PRADIBONDO Totale € € 10.262,56 10.262,56 Disavanzo € - 299,65 GESTIONE STRAORDINARIA 23 OFFERTE PER GIORNATE SPECIFICHE Rendiconti economici delle Parrocchie anno 2014 24 DEL SEMINARIO PER LA CARITÀ DEL PAPA DI SOLIDARIETÀ FRA PARROCCHIE DELLA CARITÀ MISSIONARIA (OTTOBRE) MISSIONARIA PER L’INFANZIA PER TERRA SANTA Totale € € € € € € € € 167,00 93,00 171,00 60,00 279,00 653,37 175,00 1.598,37 BREGUZZO – RENDICONTO ECONOMICO 2014 GESTIONE ORDINARIA ENTRATE ELEMOSINE E CANDELE OFFERTE SACRAMENTI, LIBERE, BENEDIZIONI Totale € € € € € € € € € 5.624,60 2.263,00 150,00 500,00 600,00 386,00 2.185,00 739,41 12.448,01 USCITE REMUNERAZIONE PARROCO SPESE ORDINARIE DI CULTO (OSTIE, CANDELE, ECC.) SPESE ELETTRICITÀ, ACQUA, GAS, RISCALDAMENTO, RIFIUTI SPESE UFFICIO, CANCELLERIE, POSTALI, TELEFONICHE E FOTOCOPIE € € € € 276,00 1.895,77 5.840,80 207,85 ALTRE OFFERTE ORDINARIE ELARGIZIONI DA ENTI RIFUSIONI E RIMBORSI OFFERTE CON DESTINAZIONE SPECIFICA RENDITE TERRENI INTERESSI ATTIVI DA CONTI CORRENTI E DEPOSITI SPESE MANUTENZIONE ORDINARIA BENI ISTITUZIONALI SPESE ASSICURAZIONE RC TERZI - INFORTUNI SPESE PER ATTIVITÀ PASTORALI (CATECHESI, GITE, ECC.) SPESE BOLLETTINO COMPENSI PROFESSIONISTI CONTRIBUTO DIOCESANO 2% IMPOSTE E TASSE (ICI - IRES- IRAP) SPESE C/C BANCARI E C/C POSTALI Totale € € € € € € € € € 1.415,11 687,50 168,90 744,40 244,00 274,00 9.012,24 100,72 20.867,29 Disavanzo* € - 8.419,28 ENTRATE CONTRIBUTO PAT PER LAVORI CAMPANILE CONTRIBUTO COMUNE PER LAVORI CAMPANILE CONTRIBUTO PAT PER LAVORI RISTRUTTURAZIONE ASILO CONTRIBUTO CURIA PER LAVORI RISTRUTTURAZIONE ASILO Totale € € € € € 15.549,00 8.500,00 285.596,20 50.000,00 359.645,20 USCITE LAVORI ASILO LAVORI SOSTITUZIONE BRUCIATORE CALDAIA CHIESA Totale € € € 277.995,01 2.392,39 280.387,40 Avanzo € + 68.838,52 GESTIONE STRAORDINARIA OFFERTE PER GIORNATE SPECIFICHE DEL SEMINARIO PER LA CARITÀ DEL PAPA DI SOLIDARIETÀ FRA PARROCCHIE MISSIONARIA (OTTOBRE) DELLA CARITÀ MISSIONARIA PER L’INFANZIA Totale € € € € € € € 58,00 125,00 102,00 84,00 310,00 590,00 1.269,00 * Il disavanzo così significativo è dovuto all’Imposta dell’ICI arretrata 2009 – 2012 pagata per l’Asilo (6.788,00 €). 25 LARDARO – RENDICONTO ECONOMICO 2014 GESTIONE ORDINARIA Rendiconti economici delle Parrocchie anno 2014 26 ENTRATE ELEMOSINE E CANDELE OFFERTE SACRAMENTI, LIBERE, BENEDIZIONI OFFERTE CON DESTINAZIONE SPECIFICA OFFERTE PER SPESE PASTORALI RENDITE TERRENI INTERESSI ATTIVI DA CONTI CORRENTI E DEPOSITI Totale € € € € € € € 4.793,00 665,00 806,42 19,00 45,00 51,19 6.379,61 USCITE SPESE ORDINARIE DI CULTO (OSTIE, CANDELE, ECC.) SPESE ELETTRICITÀ, ACQUA, GAS, RISCALDAMENTO, RIFIUTI SPESE UFFICIO, CANCELLERIE, POSTALI, TELEFONICHE E FOTOCOPIE SPESE MANUTENZIONE ORDINARIA BENI ISTITUZIONALI SPESE ASSICURAZIONE RC TERZI - INFORTUNI SPESE PER ATTIVITÀ PASTORALI (CATECHESI, GITE, ECC.) SPESE BOLLETTINO E RIVISTE SPESE DECANALI E INTERPARROCCHIALI REMUNERAZIONE PARROCO RIMBORSO SPESE COMPENSI ORDINARI A PROFESSIONISTI CONTRIBUTO DIOCESANO 2% SPESE C/C BANCARI E C/C POSTALI Totale € € € € € € € € € € € € € € € 420,50 € 3.226,02 56,72 € 268,80 € 67,50 € 215,00 € 250,70 € 27,94 € 96,00 35,00 € 97,60 € 80,00 € 100,72 4.942,50 Avanzo € + 1.437,11 ENTRATE CONTRIBUTI PAT PER IMPIANTO DI AMPLIFICAZIONE E ANTIINTRUSIONE € CONTRIBUTI CURIA PER IMPIANTO DI AMPLIFICAZIONE E ANTIINTRUSIONE € Totale € 5.836,00 7.073,70 12.909,70 GESTIONE STRAORDINARIA USCITE Totale € € 22.498,40 0,00 Disavanzo € - 9.588,70 REALIZZAZIONE IMPIANTO DI AMPLIFICAZIONE E ANTIINTRUSIONE OFFERTE PER GIORNATE SPECIFICHE DEL SEMINARIO PER LA CARITÀ DEL PAPA DI SOLIDARIETÀ FRA PARROCCHIE DELLA CARITÀ MISSIONARIA (OTTOBRE) UN PANE PER AMOR DI DIO PER I POVERI DELLA COMUNITÀ Totale € € € € € € € € 47,00 102,00 58,00 90,00 232,00 288,00 559,00 1.376,00 RONCONE – RENDICONTO ECONOMICO 2014 GESTIONE ORDINARIA ENTRATE ELEMOSINE E CANDELE OFFERTE SACRAMENTI, LIBERE, BENEDIZIONI OFFERTE CON DESTINAZIONE SPECIFICA OFFERTE PER SPESE ORATORIO RIFUSIONE SPESE CANONICA, INTERPARROCHIALI INTERESSI ATTIVI DA CONTI CORRENTI E DEPOSITI Totale € € € € € € € 10.139,01 9.724,00 2.833,00 2.459,00 3.185,53 280,02 28.620,56 USCITE REMUNERAZIONE PARROCO SPESE ORDINARIE DI CULTO (OSTIE, CANDELE, ECC.) SPESE ELETTRICITÀ, ACQUA, GAS, RISCALDAMENTO, RIFIUTI SPESE UFFICIO, CANCELLERIE, POSTALI, TELEFONICHE E FOTOCOPIE SPESE MANUTENZIONE ORDINARIA BENI ISTITUZIONALI SPESE PER ATTIVITÀ PASTORALI (CATECHESI, GITE, ECC.) SPESE BOLLETTINO E RIVISTE COMPENSI A PROFESSIONISTI CONTRIBUTO DIOCESANO 2% ASSICURAZIONI IMPOSTE E TASSE (ICI - IRES- IRAP) SPESE C/C BANCARI E C/C POSTALI Totale € € € € € € € € € € € € € 672,00 5.759,61 14.773,80 1.697,04 6.772,45 599,20 3.573,10 716,72 308,00 1.421,71 477,53 100,72 36.871,88 Disavanzo* € - 8.251,32 27 GESTIONE STRAORDINARIA ENTRATE CONTRIBUTO PAT RESTAURO SEI DIPINTI Totale Rendiconti economici delle Parrocchie anno 2014 28 € € 17.068,00 17.068,00 € USCITE CAPPELLA S. ROCCO INTERVENTO DI MANUTENZIONE RESTAURO DIPINTI DELLA CHIESA Totale € 3.123,72 19.496,24 22.619,96 Disavanzo € - 5.551,96 OFFERTE PER GIORNATE SPECIFICHE DEL SEMINARIO PER LA CARITÀ DEL PAPA DI SOLIDARIETÀ FRA PARROCCHIE MISSIONARIA (OTTOBRE) MISSIONARIA PER L’INFANZIA DELLA CARITÀ TERRA SANTA UN PANE PER AMOR DI DIO FONDO NECESSITÀ PARTICOLARI GRUPPO MISSIONARIO Totale € € € € € € € € € € € 92,00 168,00 190,00 495,00 1.967,30 82,00 253,00 2.039,00 4.540,00 2.000,00 11.826,30 * Il disavanzo così significativo è dovuto soprattutto ai costi alti dell’Energia su cui si fatica a risparmiare e ai lavori di manutenzione ordinaria, tra cui rientra la spesa significativa dell’acquisto di microfoni per la chiesa e per il teatro e di un videoproiettore per un totale di 2.989,00€. Punti di vista di una catechista prossimi mesi ci vedranno protagonisti di grandi mutamenti nelle nostre vite comunitarie. Cambiamenti che, per una coincidenza particolare, riguarderanno sia la nostra vita civile, sia quella cristiana. È proprio questa importante duplice trasformazione che in me, di natura solitamente conservatrice e poco portata alle novità, suscita sentimenti alquanto contrastanti. Se da un lato sono consapevole della necessità di unire le nostre comunità per i motivi che ormai tutti conosciamo, sono peraltro preoccupata che si possa intaccare o peggio ancora, perdere la singola identità, la storia, le tradizioni dei nostri paesi e delle nostre parrocchie. Per questo numero del Bollettino parrocchiale in gran parte dedicato al tema, come catechista è stato chiesto il mio punto di vista sull’Unità Pastorale che ci accingiamo a formare. Sono ormai alcuni anni che l’attività di catechesi delle nostre parrocchie segue un percorso in comune, sia per quanto riguarda la formazione dei catechisti, sia per l’uniformità dei programmi specifici per l’età dei ragazzi. In questo siamo stati molto aiutati dai corsi che periodicamente si tengono a livello decanale, cui i catechisti partecipano puntualmente, corsi molto utili per rinnovare e motivare lo spirito di chi si appresta a svolgere questa attività, che ci propongono nuove idee e metodi più consoni, per far sì che i ragazzi partecipino agli incontri di catechesi più consapevoli e interessati all’importante messaggio che viene loro trasmesso. Un caso a se stante sono i ragazzi di Roncone e Lardaro, ora in prima media, che hanno effettuato un cammino catecumenale e proseguono ora con la mistagogia, approfondendo maggiormente il significato dei sacramenti che hanno ricevuto. Dato questo loro particolare percorso, la formazione dei I 29 Un gruppo di catechesi in visita al campanile di Breguzzo 30 Un gruppo di ragazzi durante un incontro di catechesi catechisti e il programma da seguire sono diversi per i ragazzi di Bondo e Breguzzo che seguono un cammino parallelo ai ragazzi dell’Unità Pastorale Madonna del Lares. Cosa succederà ora con l’Unità Pastorale? A mio parere non ci saranno grandi cambiamenti, poiché come già detto, per la formazione cristiana dei ragazzi già si lavora in modo comunitario e posso affermare senza smentita che, anche in rapporto alla mia esperienza passata, la situazione è notevolmente migliorata. Lavorando insieme c’è più possibilità di confronto, di appoggio, di condivisione di successi e problematiche. La presenza di Don Celestino è preziosa ma anche discreta e con lui si possono serenamente discutere pensieri, perplessità e anche problemi tecnici o logistici. Qual è la mia aspettativa? Don Lauro Tisi, particolarmente vicino alle nostre comunità che si preparano ad affrontare questa “ristrutturazione” ci dice: “l’Unità Pastorale deve avere come obiettivo la generazione della fede attraverso la costruzione di comunità che abbiano il tratto della fraternità.” Il gravoso compito del catechista è proprio questo! Riuscire a trasmettere ai ragazzi il senso di appartenenza alla comunità. Insegnare la “fiducia” in se stessi e nelle proprie capacità, che devono però essere messe a disposizione degli altri, dei compagni, degli amici ma soprattutto delle persone che fanno parte della propria Comunità. Questo nostro impegno deve essere però certamente condiviso con le famiglie dei ragazzi, perché sappiamo che il miglior insegnamento è l’esempio. Mi piacerebbe che l’Unità Pastorale che ci accingiamo a formare non sia solo “formale” ma realmente congiunta alla relazione umana, alla collaborazione, alla fraternità. Obiettivo non facile, ma le sfide sono belle proprio per questo. Io sono fiduciosa! Norma È più bello insieme el percorso che ci sta portando all’Unità tra le nostre parrocchie, uno dei primi “esperimenti” proposti dal Consiglio Interparrocchiale e messo subito in atto è stato quello che ha visto protagonisti i cori parrocchiali. Quattro realtà differenti, quattro stili non sempre vicini, un unico obiettivo: l’animazione della Liturgia attraverso il canto. Da questo punto di partenza i maestri dei cori, i coristi e i musicisti hanno ideato una serie di occasioni per trovarsi insieme e cantare. Certo, non è stato sempre semplice: i maestri hanno avuto un ruolo importante nel trovare canti adatti ai cori e nel motivare tutti i coristi a partecipare alle prove aggiuntive, che sono state per molti il punto dolente di tutto l’esperimento. Fortunatamente non abbiamo dovuto iniziare da zero: la Santa Messa di Santa Cecilia è da anni il momento di unione per eccellenza delle realtà musicali dei nostri paesi. Quindi ci siamo chiesti: perché non provare qualcos’altro? Il risultato è stato per tutti molto soddisfacente e i nostri confratelli lo hanno potuto ascoltare durante la Messa di inizio anno pastorale. Ma non è stato solo udito, bensì anche notato visivamente: più di quaranta coristi, numerosi musicisti e maestri che si sono alternati nella direzione non sono stati difficili da scorgere. Tutto questo ci ha motivati a riprovare. L’adrenalina, la gioia e la soddisfazione derivate dal buon successo ci hanno spronati a cercare altre occasioni, a dicembre siamo stati chiamati per la Santa Cresima. Appariva un azzardo: N 31 I quattro cori parrocchiali durante la Cresima 32 l’inizio dell’anno pastorale ad ottobre, Santa Cecilia a fine novembre, la Santa Cresima ad inizio dicembre, il Santo Natale alle porte... abbiamo messo troppa carne (anzi, troppa musica) al fuoco! Non si sa come, ci siamo riusciti. Ovviamente si fa per dire, conosciamo bene la ricetta: moltissimo impegno, prove raddoppiate per molte settimane, moltissima pazienza da parte di tutti e un unico desiderio: cantare insieme, stare insieme, confrontarsi, a volte scontrarsi e crescere insieme, non solo come cantori, musicisti e maestri, ma soprattutto come persone. Questo è il messaggio che vogliamo trasmettere, questa l’essenza dell’Unità Pastorale: stare insieme, anche se non sempre è facile, anche se costa molta energia e impegno, anche se diventa necessario spostarsi. Ma ne vale la pena. Stare da soli non è vivere, rinchiudersi nei confini dei nostri paesi non è essere Comunità Cristiana. Perché è questo che siamo: un popolo solo, un’anima sola che si riunisce perché crede in un messaggio importante, quello di Gesù, e Lui, sicuramente, non aveva paura del confronto, non temeva di perdere la propria identità dialogando con personalità differenti. Allora impariamo da Lui, uniamoci, confrontiamoci, cresciamo! E se in alcuni momenti avremo qualche timore, ricordiamo a noi stessi perché lo facciamo e proviamo a mormorare il ritornello di una canzone: “È più bello insieme, è un dono grande l’altra gente”! Noi siamo impazienti di cantare di nuovo insieme e se qualcuno ama la stessa cosa, basta che chieda di potersi unire a noi... Sarà ben accetto! Da chi ci crede e prova a cantarlo a gran voce! Punti di vista dei Gruppi Missionari uando ci è stato chiesto di scrivere un articolo su come vediamo e pensiamo, come gruppo, l’Unità Pastorale delle nostre quattro parrocchie, eravamo incerte su cosa rispondere. Poi, mettendoci all’opera, ci siamo rese conto che già da tempo stiamo procedendo con un percorso in comune con gli altri gruppi, infatti seguiamo gli stessi orientamenti e le direttive del centro missionario diocesano e… già da alcuni anni abbiamo lo stesso parroco. La nostra finalità, appunto, è quella, come credenti, di coltivare l’impegno Q missionario, animare e promuovere iniziative a sostegno delle missioni. Ogni mese ci troviamo con gli altri gruppi per programmare le iniziative da realizzare insieme: l’ottobre missionario, la Quaresima di fraternità, la cena del povero con testimonianza missionaria, la Via Crucis dei martiri missionari, le veglie missionarie e la messa dei popoli cristiani. Altro simbolo della nostra presenza presso le comunità, molto apprezzato, è quella di dare il benvenuto ai nuovi nati con un piccolo segno, le “babbucce” fatte a mano da noi. Missione quindi non è solo chi parte, ma anche chi resta e s’impegna nelle proprie comunità affinché tutte le persone abbiano l’indispensabile per vivere una vita dignitosa. Siamo anche convinte che in ogni parrocchia ci debba essere un gruppo missionario, che sia di riferimento e di stimolo per tutta la comunità. La Chiesa è missionaria per definizione, per noi come gruppo è naturale fare comunità con le parrocchie vicine, infatti è da tempo che si collabora a livello decanale per le diverse iniziative. Ben venga l’Unità Pastorale! Dal Gruppo missionario di Roncone Punti di vista dei Ministri della Comunione e nostre quattro comunità conoscono già da qualche anno i “ministri della Comunione”.Ma chi sono? Sono persone normalissime che sentono il desiderio di essere a fianco del prossimo che vorrebbe avvicinarsi all’incontro con il Signore nell’Eucarestia, ma non ne hanno la possibilità perché malati o anziani. Inoltre affiancano il parroco nella distribuzione della Comunione durante le S. Messe. Per questo, in accordo con il parroco, hanno frequentato un percorso che li ha accompagnati e abilitati a questo servizio. In questi ultimi mesi si è decisa l’Unità Pastorale, ma per noi cosa potrà significare? Per noi ministri non cambierà molto, tranne la possibilità di un aiuto reciproco quando una parrocchia fosse temporaneamente scoperta nel servizio dei ministri. Ma vorremmo dire a ognuno di noi, delle attuali quattro comunità: “Teniamo aperti i nostri occhi e il nostro cuore” così che nessuna persona possa L 33 34 trovarsi nella propria casa in solitudine, malattia o disagio. Aiutateci ad essere vicini a “tutti” coloro che desiderano ricevere la S. Comunione, che sentono il bisogno di parlare col parroco, che hanno altra necessità o occorrenza, senza alcuna distinzione di appartenenza. L’attenzione e la sensibilità verso questi nostri fratelli allargherà il nostro cuore e ci sentiremo veramente più vicini e nella nostra Unità Pastorale crescerà l’amore vero. Adelina e Fernanda Punti di vista Oratorio l’Incontro nche a noi è stato chiesto di contribuire con un articolo su l’Unità Pastorale e l’oratorio, credo che il modo migliore per iniziare sia quello di ripensare al significato delle parole Unità Pastorale. Le parole unità-unione significano mettere insieme, in modo da formare un tutto, unico e partecipe. Pastorale significa prendersi cura l’uno dell’altro in modo solidale, amorevole. Al termine Unità Pastorale diamo il significato di insieme di parrocchie vicine, con abitanti e territorio confinanti e un unico parroco. Detto questo sembra tutto fatto, le nostre quattro parrocchie sono topograficamente vicine, le condizioni di vita della nostra gente sono molto simili, un unico parroco: ... evviva, allora abbiamo già realizzato l’Unità Pastorale! Sì, esiste la scatola o l’involucro, come lo vogliamo chiamare, ora bisogna riempirlo di contenuti. Unità, unione, termini in questi ultimi tempi molto gettonati in vari ambiti, sembra che sia stata scoperta la parola magica “unità”. A Unire ci fa sentire più grandi e potenti, unire ci fa risparmiare, si razionalizzano i costi, ma molto spesso ci dimentichiamo che questa unità deve partire dalle persone. Sono le persone che devono stringersi insieme con idee, pensieri, vincoli morali, condividere, accettare, aiutare gli altri, magari rinunciando a un poco del nostro tempo, delle nostre abitudini, delle nostre comodità. Allora inizieremo a riempire questa scatola chiamata Unità Pastorale. Una scatola comunque che deve, a parer mio, conservare qualcosa di specifico di ognuna delle comunità che la compongono, non tutto può essere accentrato, unificato, ogni società deve ritrovare il proprio riferimento nell’ambito della propria comunità originaria, questa è una garanzia affidata alle capacità e all’abilità del Parroco. Anche come “Oratorio l’Incontro” cerchiamo di contribuire, cerchiamo di unire, di amalgamare,di far condividere gli stessi principi cristiani,di fratellanza e di rispetto in tutti i giovani, sia che frequentino l’oratorio o che si ritrovino solamente al campeggio. Gli animatori stessi, facendo gruppo e partecipando quando possibile alle attività di preparazione organizzate dal noi, cercano di testimoniare come sia importante l’accettare gli altri, cercare di aiutare chi ne ha bisogno, o più semplicemente, essere disponibili a dedicare agli altri un poco del proprio tempo. Parole ripetitive forse, dette tante volte, ma sempre attuali in questa epoca, dove esiste solitudine interiore, dove si predilige isolarsi davanti al computer, al cellulare, preferibilmente per un video gioco, piuttosto che cercare di coltivare un rapporto interpersonale diretto con altre persone. Valter 35 La fusione dei Comuni e l’Unità Pastorale: due modelli a confronto 36 usione, unione di comuni, sono termini molto ricorrenti in questi ultimi mesi. La riorganizzazione dell’assetto amministrativo del nostro Trentino passa attraverso l’incentivazione delle fusioni, l’alternativa è la Gestione Associata Obbligatoria. Anche i nostri quattro paesi di Roncone, Bondo, Breguzzo e Lardaro sono impegnati in questo importante obiettivo, precorso da quello delle omonime quattro parrocchie, finalizzato alla costituzione dell’Unità Pastorale. F Esiste un parallelo tra questi due percorsi e conseguentemente tra i due traguardi? Per rispondere è doveroso soffermarsi con alcune riflessioni. Per le quattro comunità amministrative, si arriverebbe alla costituzione di un unico comune attraverso l’auspicata formula della fusione. Un solo consiglio comunale, una sola giunta, un solo sindaco, un solo apparto tecnico e amministrativo. La nuova Amministrazione Comunale sarà chiamata ad attuare e gestire politiche amministrative e di sviluppo riferite a un territorio e a una comunità di cittadini molto più allargata: da Lardaro a Breguzzo. Per gli organi politici (consiglio e giunta) significherà ragionare e programmare su una scala diversa, superando i pregressi confini comunali e organizzando le strutture tecnico amministrative in modo da rispondere efficacemente alle domande di una comunità prossima alle tremila unità. 37 38 Significa attuare le famose economie di scala, con conseguenti riduzione dei costi e con un recupero di efficienza. In termini qualitativi, politiche di sviluppo molto più omogenee, riduzione delle mediazioni, delle conflittualità e delle estenuanti attese su scelte che coinvolgevano anche municipalità confinanti, la valorizzazione delle complementarietà territoriali e ambientali, l’acquisizione di una maggior autorevolezza politica e la conseguente maggior capacità contrattuale con le Comunità di Valle e la Provincia. Le parole chiave della fusione dei comuni sono: integrazione, razionalizzazione, coesione e omogeneizzazione. Per le quattro parrocchie il corrispondente percorso ormai giunto a termine che porta all’Unità Pastorale, ha come obiettivo la generazione della fede attraverso la costruzione di comunità che abbiano il tratto della fraternità. Mi limito a considerare l’obiettivo della fraternità. Vale a dire promuovere attraverso programmi, strategie, forme organizzative, relazioni durature di benevolenza, mutuo aiuto e di affetto. Trattandosi poi di vita religiosa, significativa deve essere l’offerta di liturgie, di incisive e autentiche forme di carità, di convinte compartecipazioni alle attività parrocchiali, e non ultimo di un costante e approfondimento della Parola. Particolari problematiche potrebbero trovare soluzione o attenuazione nell’Unità. Mi riferisco alla preoccupante contrazione del clero attivo, alla onerosa e complessa gestione del consistente patrimonio strutturale; situazioni queste, che obbligano le parrocchie ad una condivisione delle risorse materiali e umane. Si tratta di un processo assai complesso che richiede una gestione partecipata all’interno dell’Unità Pastorale. Anche l’annuncio del Vangelo deve assumere una forma più comunitaria. Così si è espresso a questo proposito Mons. Lauro Tisi in una sua relazione: “occorrono comunità dove ciascuno si senta, dal primo all’ultimo, protagonista nell’annuncio del Vangelo. Un annuncio non affidato soltanto al prete o agli operatori pastorali, ma che si presenti come annuncio di una intera comunità che dall’interno intende vivere la profezia della fraternità”. Le Parrocchia e l’Unità Pastorale non sono organi di offerta di servizi e di gestione socio politica. Sono un’unità di persone impegnate nella solidarietà e nell’aiuto reciproco, che sanno dare concreta attuazione alla fede e a quell’amore del prossimo, il Comandamento più grande che Cristo ci ha dato. L’Unità Pastorale intende promuovere una maggiore apertura verso gli altri, in particolare verso le altre comunità, e può rappresentare una vera “rivoluzione” culturale permanente. Dovrebbe inibire il nascere di piccoli egoi- 39 smi, di paure ingiustificate dell’altro, di “comodi” preconcetti che iniziano dai campanili sino ai pregiudizi verso chi proviene da lontano o ha un diverso colore della pelle. Le U.P. non dispongono di un programma politico, bensì di un catechismo paragonabile a un albero con radici secolari, dalle chiome continuamente rinnovate, in grado di offrire ristoro, freschezza mentale e guida morale a chi trova troppo impervia e tortuosa la strada verso una evangelica fraternità. Non vi sono percorsi alternativi; il divenire della comunità cristiana è quello di una comunità fraterna, dove gli individui che decidono di farne parte si riconoscono fratelli, in quanto figli dello stesso Padre. Nella comunità civile invece, il rapporto tra individui può essere anche di concorrenza, modalità di rapporto con l’altro che a volte genera regresso anziché progresso umano. Ne discende che se vi è parallelismo tra i due percorsi (fusioni comunali e unità pastorale) questo riguarda certamente gli aspetti organizzativi e gestionali volti a garantire una maggiore efficienza e una più larga compartecipazione delle persone. Su questi aspetti organizzativi la lunga via dell’Unità Pastorale può affiancarsi su un piano culturale al percorso delle Fusioni dei comuni. Essa però deve arricchirsi di quella dimensione verticale che noi cristiani non possiamo dimenticare. Il successo dell’Unità Pastorale, attraverso questo nuovo volto della comunità cristiana si riverbererà anche nella comunità civile, corroborandola con la sua proposta di fede. Bazzoli Giovanni Om ’Ngort 40 Òm ‘ngort! Te credeve che ‘l temp nol finighèse mai, che ‘l to viac ‘l fus sènza fine. La toa unica fé l’era de muciar, raspar la tèra coma ‘n tas famà, sol muciar... e amó muciar! Te è sbaglià su tut! No tale ‘nsegnà gnent le formighe che le mucia sol qual che ocor par vivar? Le lanterne dala vita ie tute istèse: ghe quale che se smòrza n’atimo prima e quale che se smòrza n’atimo pu tardi, ma ala fin dala fera le se smòrza tute e i muc i se sfanta de par èi. Òm ‘ngort! No te mai pasà par ‘l cò che l’ultim vestì che i altri i te metarà le sènza tasche? Fiore Bonenti UOMO INGORDO Uomo ingordo! Credevi che il tempo non finisse mai, che il tuo viaggio fosse senza fine. L’unica tua fede era accumulare, raspare la terra come un tasso affamato. Solo accumulare... e ancora accumulare! Hai sbagliato tutto! Non ti hanno insegnato niente le formiche che accumulano solo quel che serve per vivere? Le lanterne della vita sono tutte uguali ci sono quelle che si spengono un attimo prima e quelle che si spengono un attimo più tardi ma alla fine si spengono tutte e i mucchi si disfano da soli! Uomo ingordo! Non ti è mai passato per la testa che l’ultimo vestito che gli altri ti metteranno è senza tasche? Le celebrazioni della Settimana Santa DOMENICA DELLE PALME Sabato 28 marzo LARDARO ore 19.30 Benedizione degli olivi e S. Messa RONCONE ore 9.30 BREGUZZO ore 11.00 BONDO ore 19.30 Domenica delle Palme 29 marzo Benedizione degli olivi nel piazzale dell’oratorio e S .Messa con presentazione bambini 1ª Comiunione Benedizione degli olivi e S. Messa Benedizione degli olivi e S. Messa GIOVEDÌ SANTO 2 aprile Giorno dell’Istituzione dell’Eucarestia (adorazione e riflessione) l BONDO S. Messa: ore 20.00 Lavanda dei piedi Segue Adorazione Durante la Messae nei giorni successivi, nelle diverse parrocchie, verranno raccolti i salvadanai della Quaresima di Fraternità VENERDÌ SANTO 3 aprile Giorno della morte di Gesù in croce (digiuno e astinenza) Offerte per la Terra Santa BONDO ore 15.00 Via Crucis LARDARO ore 18.00 Via Crucis RONCONE ore 20.00 Celebrazione della Passione e processione per le vie del paese l 41 SABATO SANTO 4 aprile È giorno di attesa della vittoria di Cristo (silenzio e sobrietà) BREGUZZO ore 21.00 Solenne celebrazione della Veglia Pasquale l 42 DOMENICA DI PASQUA 5 aprile Questo è il giorno di Cristo Signore! Alleluia, Alleluia, Alleluia! RONCONE ore 9.30 S. Messa Solenne BREGUZZO ore 11.00 S. Messa Solenne BONDO ore 11.00 S. Messa Solenne LARDARO ore 19.30 S. Messa Solenne l LUNEDÌ DI PASQUA 6 aprile ore 10.30 S. Messa e Battesimi l LARDARO Confessioni di Pasqua Giovedì Santo 2 aprile FONTANEDO ore 15.30 – 16.30 RONCONE ore 16.30 – 18.00 Venerdì Santo 3 aprile BONDO ore 16.00 – 18.00 BREGUZZO ore 18.00 – 19.00 Sabato Santo BONDO RONCONE BREGUZZO LARDARO RONCONE 4 aprile ore 8.30 – 10.30 ore 10.45 – 12.00 ore 14.30 – 15.30 ore 15.30 – 17.00 ore 17.00 – 19.00 Comunione agli ammalati Lunedì santo 30 marzo Martedì santo 31 marzo Mercoledì santo 1 aprile mattina mattina mattina BONDO BREGUZZO RONCONE e LARDARO (Il parroco porterà la comunione agli ammalati. Eventualmente non fosse sufficiente la mattinata, provvederà nel pomeriggio) Adorazione Eucaristica Lunedì Santo 30 marzo BREGUZZO dopo la Messa delle ore 8.30 Martedì Santo 31 marzo BONDO dopo le Lodi delle ore 8.30 Mercoledì Santo 1 aprile BREGUZZO dopo le Lodi delle ore 8.30 43 Ci ritroveremo ogni giorno, pranzo e merenda compresi, dalle ore 9 alle 17. Le iscrizioni saranno aperte dal 25 maggio. Per esigenze organizzative, quando avremo raggiunto il numero massimo, le iscrizioni verranno chiuse. PER ISCRIZIONI E INFORMAZIONI Suore Operaie della S. Casa di Nazareth - 030653147
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