Unità Pastorale - Parrocchia di Breguzzo, Bondo, Roncone, Lardaro

NUMERO 13
ANNO 7º
PASQUA 2015
NOTIZIARIO PERIODICO DELLA COMUNITÀ CRISTIANA
CHE VIVE in BREGUZZO l BONDO l RONCONE l LARDARO
EDITORIALE
3 UNITÀ PASTORALE: ESPERIENZA DI COMUNIONE
DAL CONSIGLIO PASTORALE
5 L’UNITÀ PASTORALE COSA, PERCHÉ E COME:
INCONTRO CON DON LAURO
6 ANNUNCIARE DIO IN UN MONDO CHE SEMBRA NON AVERNE BISOGNO:
SECONDO INCONTRO CON DON LAURO:
8 IMMAGINI DELLA FEDE, IMMAGINI DELLA COMUNITÀ
11 LA SCELTA DEL NOME DELLA NUOVA UNITÀ PASTORALE: “ACQUA VIVA”
12 MI INVITI A CENA?
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VITA PASTORALE
LA PRIMA COMUNIONE
LA CRESIMA
LA FESTA DEI BATTEZZATI NEL 2014
BATTESIMI COMUNITARI NELLE NOSTRE PARROCCHIE
SENZA MISURA... DALL’ORATORIO DI RONCONE
PAROLA DI DIO
22 KOINONIA - COMUNIONE
ANNO PASTORALE
23 RENDICONTI ECONOMICI DELLE PARROCCHIE - ANNO 2014
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UNITÀ PASTORALE: PUNTI DI VISTA
PUNTI DI VISTA DI UNA CATECHISTA
È PIÙ BELLO INSIEME
PUNTI DI VISTA DEI GRUPPI MISSIONARI
PUNTI DI VISTA DEI MINISTRI DELLA COMUNIONE
PUNTI DI VISTA ORATORIO L’INCONTRO
LA FUSIONE DEI COMUNI E L’UNITÀ PASTORALE:
numero 13 - anno 7º
Notiziario semestrale
della Comunità Cristiana
che vive in
Breguzzo - Bondo
Roncone - Lardaro
Pasqua 2015
In copertina,
Pala del Santissimo a Roncone.
Opera della fine 1500 e inizio
1600, in parte attribuita
a Naurizio Paolo. La Pala, infatti,
ha conosciuto una ripittura
dei santi. Recentemente
restaurata (primavera 2014)
Per comunicare
con la redazione di
Comunità in Cammino,
per inviare suggerimenti,
consigli, foto o articoli
da pubblicare sui prossimi numeri
[email protected]
oppure attraverso
il forum delle parrocchie
DUE MODELLI A CONFRONTO
www.parrocchia-breguzzobondo-roncone-lardaro.it
LA PAROLA AI LETTORI
40 OM’NGORT
IMPAGINAZIONE
Vita Trentina Editrice sc
Via S. G.Bosco 5 - Trento
APPUNTAMENTI DA NON PERDERE
41 ORARI PASQUA 2015
44 CAMPO GIOIA 2015
44 CAMPEGGI ESTIVI DELL’ORATORIO L’INCONTRO
STAMPA
Nuove Arti Grafiche sc - Trento
Finito di stampare
nel mese di marzo 2015
Unità Pastorale:
esperienza di Comunione
uest’anno il bollettino di Pasqua è quasi monotematico. Infatti, gran parte degli articoli riguardano l’Unità Pastorale
che si costituirà ufficialmente il 26 aprile prossimo.
Un solo pensiero mi sento di offrire a questo riguardo, perché
molti altri leggerete scorrendo le pagine seguenti.
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L’U.P. non sarà la risposta al processo di scristianizzazione,
chiaramente in atto anche nelle nostre comunità, ma potrà essere un valido strumento di testimonianza. Gesù indica poche
“strategie” per portare il Vangelo agli uomini. Una di queste è
indicata proprio durante l’ultima cena pasquale di Gesù nel Vangelo di Giovanni al capitolo tredicesimo: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli
altri”.
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Se sapremo amarci di più fra cristiani, allora sarà più facile esser
riconosciuti come veri discepoli di Gesù e altri si sentiranno di aderire con convinzione alla proposta cristiana. L’U.P. può aiutarci ad
amarci di più, a cercare relazioni nuove, ad aprirci al fratello che non
conosciamo, a creare più fraternità. Tutto questo è annuncio del
Vangelo, è testimonianza viva, è vivere la vita nuova da risorti mediante il Battesimo.
L’U.P. ci potrà aiutare a realizzare meglio la comunione, una
delle dimensioni fondamentali della vita cristiana. Gesù è venuto a creare la comunione, a rendere gli uomini tutti fratelli.
Non per nulla fra gli atti più importanti che compiamo durante
la Messa, il ricevere l’Eucarestia, si chiama proprio fare la comunione. Come noi in casa ci sediamo a tavola e mangiamo o invitiamo a mangiare, chi riconosciamo come nostro amico o
familiare, così fare la comunione a Messa è riconoscere gli altri
come fratelli. La stessa iniziativa della Quaresima: “Mi inviti a
cena?” non è altro che un segno tangibile che va in questa direzione (vedi pag. 12).
Fare comunione significa davvero sentirsi “con-uniti”, essere
uniti agli altri, significa generare unità.
Quando si vedono i cristiani in comunione, cioè più uniti
anche fra le diverse parrocchie, che sanno superare le diffidenze
o pregiudizi, che sanno aprirsi e stringersi la mano, che sanno invitarsi a cena, sanno apprezzare il bene degli altri, allora sarà
più facile creare relazioni autentiche, fare le cose meglio e con
più efficacia, perché insieme si può e si hanno più risorse ed
energie.
Si potrà essere più solidali e attenti, sostenere chi è povero,
specialmente quei bisognosi che non si vedono o non si fanno
vedere. Ci si sentirà davvero parte di un’unica grande famiglia
che ha Dio per Padre: la Chiesa, che siamo noi Popolo di Dio.
Del resto Gesù ha offerto la sua vita proprio per tutti: “Questo è il mio sangue versato per voi e per tutti!” Ha fatto Pasqua
per tutti, per creare un’umanità nuova, più unità, più in comunione, più fraterna.
Buona Pasqua a tutti.
Il vostro Parroco
L’ Unità Pastorale cosa, perché
e come: incontro con Don Lauro
a sera del 6 febbraio le nostre quattro parrocchie sono state invitate a incontrarsi per capire e interrogarsi sul significato dell’Unità Pastorale. Ad
aiutarci in questo don Lauro Tisi, Vicario Generale della Diocesi. Dopo un canto
e una preghiera iniziali, don Lauro ha aperto la riflessione tratteggiando la persona di don Beniamino, parroco per cinquant’anni nella suo paese di nascita,
cui deve la scelta di essere diventato prete. Ne è uscito il ritratto di un sacerdote
sempre presente, punto di riferimento per la parrocchia, intorno al quale ruotavano tutti gli accadimenti della comunità. Oggi, dice don Lauro, questo non
è più possibile,“la figura del sacerdote di venti, trenta anni fa, non esiste più”.Alcuni dati statistici illustrati da Don Lauro aiutano a capire meglio il contesto.
Nel 1990 nella nostra Diocesi si contavano 700 sacerdoti, nel 2000 erano diminuiti a 570 e alla data del 12 marzo 2014, ultima rilevazione, il loro numero
era di 366. Nel 2004 vi erano 146 parroci ad avere una sola parrocchia, diminuiti
a 60 nel 2009, mentre alla rilevazione del 12 marzo 2014 risultavano in numero di 43. Alla stessa data del 12 marzo 2014, vi erano 130 parroci attivi sul
territorio, 14 cappellani, 69 collaboratori pastorali con più di 75 anni di età, 38
sacerdoti che ricoprivano altri incarichi e 74 quelli in quiescenza.
L’età media dei sacerdoti è piuttosto alta, tra i 65 e i 70 anni. Stabile invece
è il numero dei seminaristi (quattro al primo anno di teologia).
La nascita delle Unità Pastorali trae origine da questo forte ridimensiona-
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Assemblea
Pastorale
del 6 febbraio
in teatro
a Roncone
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mento del clero diocesano a cui si aggiunge un sempre minor numero di frequentanti e un calo dei collaboratori laici. L’Unità pastorale, spiega Don Lauro,
nasce dall’esigenza di mettere in rete le comunità, di trasformare in opportunità
la realtà che viviamo evitando l’errore di riproporre la vecchia parrocchia nella
nuova unità. Don Lauro pone all’assemblea degli interrogativi: come possiamo
far sì che le nuove comunità siano attrattive per chi non frequenta? Suscitino interessi e desiderio di avvicinarsi? Per trovare le risposte, continua Don Lauro, occorre una profonda riflessione sui cambiamenti sociali che stiamo vivendo.
Mettere in rete le comunità non significa far venir meno la storia e le specificità di ognuna. Le quattro comunità continuano a coesistere nell’Unità Pastorale. Don Lauro le immagina come quattro fontane ognuna delle quali
dona acqua ma in maniera diversa l’una dall’altra. Le nostre parrocchie non
bastano più a se stesse, aggiunge Don Lauro, né riescono a fare tutto da sole.
L’Unità Pastorale non deve però ridursi ad un’unità di tipo liturgico, ma deve
essere espressione di quel principio di comunione fondamento della Chiesa
che lega noi cristiani e di cui non possiamo fare a meno.
In una società come la nostra sempre più narcisista e individualista, dobbiamo imparare a vedere nell’altro fratello non un competitor e un avversario, ma un’opportunità.
Don Lauro chiude il suo intervento spiegando come sarà organizzata
l’Unità Pastorale: in ogni parrocchia ci sarà un piccolo comitato operativo di laici
che si farà carico e si preoccuperà delle esigenze di quella comunità coadiuvando così il parroco nella gestione dell’Unità Pastorale. Ogni comitato avrà un
responsabile. La creazione di questi comitati è necessaria laddove in prospettiva futura il numero dei sacerdoti si ridurrà ulteriormente.
Monica Mussi
“Annunciare Dio in un mondo
che sembra non averne bisogno”
SECONDO INCONTRO CON DON LAURO
on Lauro apre l’incontro dell’11 febbraio riprendendo una frase del Vangelo appena letto, in cui Gesù dice:“Andiamocene altrove!” Gesù non si
ferma al consenso ottenuto, ma è in continuo cammino, verso il nuovo. L’U.P.
è chiamata a camminare su questa strada.
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ANNUNCIARE DIO! QUALE DIO?
Il nome di Dio va modernizzato, dandogli una connotazione di concretezza, distinguendo tra fede e religione. La Fede nasce dall’ascolto della Parola! Dio ci parla e ci viene incontro. La fede è un atto personale ma va incontro
a Dio che, per primo, ci ha parlato. Fede è l’essere rapiti da un volto, il volto di
Gesù, un uomo incredibile (straordinario). Straordinario è Gesù falegname,
persona anonima per trent’anni e quando inizia a parlare non è considerato.
Eppure Gesù dice:“Chi vede me, vede il Padre”.Ciò significa che Dio non ha bisogno di ottenere consenso con grandi gesta, non ha bisogno di mostrarsi.
Dio è nella storia concreta e quotidiana, l’uomo non è altro che la propagazione di Dio, che ci dà la responsabilità di agire. È l’umanità intera in Gesù.
A noi è chiesto di cambiare la storia agendo, facendo spazio a Dio, muovendoci nella sua logica. Il cristiano, con la sua fede, costruisce la storia occupandosi del vicino. La vita credente trasforma il mondo. Osserviamo il
grande consenso riservato a papa Francesco: dice parole semplici, compie
gesti semplici, perché questa è la vita vera. Dio deve essere riconosciuto attraverso segni concreti.
Gesù parla di servizio, quel servizio che è lavoro da schiavi secondo l’usanza
del suo tempo. Gesù dice:“Io sono il servo, chi mi segue, si faccia servo di tutti”.
Questo atteggiamento manca nella nostra società, in chi dovrebbe guidarci ma
anche in ognuno di noi. Abbiamo bisogno di amore che diventa gratuità, che
nasce da una Fede che ascolta...
ANNUNCIARLO IN UN MONDO CHE SEMBRA NON AVERNE BISOGNO
Nel pensiero di oggi, è pratica comune crearsi un dio personale, fatto su
misura. Il sacro è tornato di moda, purtroppo solo quando fa più comodo, perché la società sembra non tollerare i codici etici, immaginati come giudizi rivolti a noi. Il tema etico è presentato sotto forma di dovere. L’individualismo
ha distrutto la relazionalità. Stiamo vivendo il disfacimento relazionale, che
porta con sé tutti i problemi odierni: disagio psichico, sessualità come prodotto, problemi familiari, sopraffazione dei più deboli, delle donne in particolare... La parola Dio suscita entusiasmo, non è percepita nella festa e nella
gioia. Dio è visto come proiezione del proprio IO. Il problema è che si crede in
un dio privato, che ci asseconda, di cui ci ricordiamo in modo vivo solo in
poche occasioni: Natale, Pasqua, sagra e sacramenti, ma non nella quotidianità.
Ci chiediamo: la logica di Dio in Gesù è comprensibile all’uomo contemporaneo? In quale modo viene interpretata e vissuta?
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Sì, certo, l’uomo di oggi cerca Dio, lo cerca con rabbia contro la corruzione
onnipresente, contro gli interessi personali a totale discapito di ognuno... Chiediamo assistenza, servizio e accoglienza... Abbiamo bisogno del Dio storico: ma
la nostra comunità è in grado di interpretare e vivere questa umanità di Dio?
Grazie allo Spirito Santo, occorre provare a sviluppare e applicare questi valori! Il futuro è una pastorale di segni, di gesti che sono l’inizio per cambiare
il mondo, il nostro mondo reale.
Il volto di Dio va manifestato in una Chiesa fatta di segni e sacramenti,
formata da una comunità che crede in Dio, un Dio che arriva a noi attraverso
Gesù Cristo, che è umano, che fa gesti, che si fa servo, che desideriamo perché
ne abbiamo bisogno.
La nostra Unità Pastorale è chiamata a testimoniare questo volto di Dio.
Riflessioni che don Lauro ci ha affidato.
Gloria e Silvana
Immagini della fede,
immagini delle comunità
LE COMUNITÀ DI BONDO, BREGUZZO,
LARDARO E RONCONE SI INTERROGANO...
ra il 2013 e il 2014 diversi gruppi e realtà delle comunità - gruppo missionario di Roncone; gruppo missionario di Bondo; gruppo adorazione di
Breguzzo; gruppo anziani di Breguzzo; gruppo misto di Lardaro; catechisti di
2° e 3° elementare; gruppo pulizie di Breguzzo e gruppo pulizie di Bondo;
coro di Breguzzo, oratorio di Bondo e Breguzzo; oratorio di Roncone - si sono
interrogati su due questioni. L’una, relativa alla fede e cioè “cosa penso di Dio,
chi è per me Dio, come me lo immagino” e l’altra, relativa alla Chiesa: “cosa
penso della Chiesa, cosa penso della mia comunità, come la vorrei?”
Il gruppo di lavoro nominato dal Consiglio Pastorale, era composto da: Gloria
Manni, Miriam Pellegrini, Roberta Pederzolli, Ilia Mussi, Agnese Molinari, Ilaria Pedrini, Silvana Zanotti, Monica Ambrosini, don Celestino Riz ed Enrico Delama.
Nel giugno del 2013, il gruppo di lavoro aveva organizzato un incontro di
confronto con alcuni componenti dell’Unità Pastorale di Strigno e, tra il 2013
e 2014, gli incontri con i diversi gruppi delle nostre comunità, redigendo ogni
volta un resoconto.
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Assemblea
Pastorale
del 6 febbraio
in teatro
a Roncone
Tali occasioni hanno generato in alcuni partecipanti un po’ di disagio, poiché
spesso abituati ad ascoltare la voce di altri (... del proprio parroco, di altri sacerdoti, di persone più esperte...) ma non preparati a esporre il proprio pensiero, col
timore di doverlo sostenere e confrontare durante la comune riflessione.
In questo breve resoconto proviamo a riprendere qualcuna delle molteplici
sfaccettature e modi di guardare alla fede e alla Chiesa.
Emerge che le comunità parrocchiali si stanno modificando ed evolvendo
sotto diversi aspetti: a esempio, non solo i giovani, ma anche gli adulti assistono
con minor frequenza ai riti religiosi. Motivo per cui il parroco deve cercare un
nuovo modo nell’essere vicino alle persone e alle comunità anche quando
non gli sarà possibile presenziare di persona. Un nuovo equilibrio occorrerà cercarlo tra le quattro comunità, salvaguardando e valorizzando le loro specificità, preparando e organizzando con cura e attenzione ogni evento da
trascorrere insieme e uniti, evitando di esaltare le vecchie e superate diversità,
il loro grado di partecipazione. Nascerà spontaneamente l’apprezzamento per
l’esserci stato, rafforzando il senso della comunità.
Altri, hanno evidenziato i rischi di individualismo e di incoerenza, di tante
parole e poca sostanza. Non è mancato chi ha preso le distanze da un certo
tipo di Chiesa ritenuta ricca, con una struttura piramidale, una gerarchia che
giudica i fedeli, un apparato chiuso e che esclude, preferendo la comunità lo-
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cale nella quale si respira sincerità e schiettezza e dove si conoscono persone
che hanno fatto scelte importanti nella carità.
Emergono pure due modi di guardare alla comunità cristiana.
Un primo modo vede la comunità a cerchi concentrici con Gesù Cristo al
centro. Attorno stanno coloro che frequentano i riti religiosi e si coinvolgono
nella parrocchia; gli altri sono fuori della comunità e non si lasciano coinvolgere nelle attività esistenti e attualmente funzionanti.
Un secondo modo, pone ancora al centro Gesù Cristo e, a spicchi, tutte le
altre parti della comunità; a esempio, la parte composta da chi frequenta i riti
e si coinvolge nei servizi esistenti; la parte che è composta da chi sente Dio e
prega ma non va in chiesa; la parte composta dai critici che vogliono cambiare;
la parte composta da chi non frequenta ma si spende per il bene comune.
Tutte hanno il compito di avvicinarsi a Cristo tessendo legami tra loro e coinvolgendosi in ordine a “problemi” sui quali vale la pensa spendersi (a esempio, quello del gioco d’azzardo).
Anche per quanto riguarda il modo di guardare alla fede si colgono sfumature diverse. C’è lo sguardo convinto di chi afferma che Dio è al centro della
mia vita, lo metto al primo posto, è il compagno di viaggio, un padre vicino, è
ovunque in ogni persona, lo si immagina come un Padre buono, misericordioso
e come sole splendente... Talvolta lo si immagina più come personalità che
come una persona o come una entità non fisica ma spirituale, una sorta di
forza a cui tutti siamo legati anche se non ce ne rendiamo del tutto conto...
C’è anche lo sguardo di chi esprime i propri dubbi su Dio, soprattutto a seguito
di esperienze dolorose, di incidenti e disgrazie che colpiscono le famiglie.
L’esperienza della fragilità e del morire suscita interrogativi profondi in se
stessi e sulla vicinanza di Dio. In questi casi la fede è intesa come percorso di
ricerca con tempi di allontanamento e tempi di avvicinamento a Dio. Per alcuni è Gesù Cristo il punto di riferimento e la porta di entrata verso Dio. Colui
che, mediante la sua croce, il suo spirito di accoglienza, il suo farsi compagno
di viaggio e il suo Vangelo, rende vicino un Dio altrimenti percepito come lontano.
Quanto ascoltato dai gruppi può rappresentare un materiale interessante
per costruire comunità in rete a servizio della crescita e del dialogo tra le persone e gli stessi gruppi. Un dialogo che deve tener conto delle diverse sensibilità riguardo la fede e l’esperienza ecclesiale.
Enrico Delama
Servizio di consulenza socio-pastorale
La scelta del nome della nuova
Unità Pastorale: “Acqua viva”
opo l’Assemblea Parrocchiale del 6 febbraio scorso, il Consiglio Pastorale si è riunito il successivo 26 febbraio: esaminate le diverse proposte
e tenuto conto di come l’assemblea si fosse espressa a maggioranza, s’è deciso che “ACQUA VIVA” sia il nome della nostra Unità Pastorale.
Perché “Acqua viva”?
È innanzi tutto un termine biblico ricco di significati, ci ricorda infatti:
w L’acqua che scaturisce dalla roccia e dà vita al popolo di Dio (cfr Es 17,6);
w L’acqua battesimale: rinasciamo a vita nuova, il cristiano è rinnovato interiormente (cfr Rm 6,3-11);
w L’acqua viva purifica il popolo di Dio, rendendolo “pietre vive” che testimoniano il Vangelo (cfr 1Pt 2,4-9);
w L’acqua viva è Cristo stesso, è Lui che ci disseta ed è la risposta ultima a
tutti i perché della vita (cfr Gv 4, 10-14) “Gesù rispose alla Samaritana: «Se
tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: «Dammi da bere!», tu
avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva» [...] «Chiunque beve
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di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò,
non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una
sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna».”
w L’acqua viva è un segno e una promessa di vita “Chi crede in me, come dice
la Scrittura, dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva”. (cfr. Gv 7,38).
Le nostre comunità devono essere acqua viva a cui potersi abbeverare.
Il nome scelto è stimolante, speriamo aiuti le nostre comunità a identificarsi nell’Unità Pastorale, a diventare segno di Dio in un mondo che sembra
non averne bisogno. Il Santo Papa Giovanni XXIII chiamava la Chiesa, o meglio,
la Comunità parrocchiale “la fontana del villaggio dove tutti passano e possono abbeverarsi” perché da essa scaturisce acqua viva.
E come ha detto don Lauro nell’assemblea parrocchiale: “Le quattro comunità sono come quattro fontane ognuna delle quali dona acqua all’Unità
Pastorale sebbene in maniera diversa l’una dall’altra.”
Ricordiamo a tutti che domenica 26 aprile, il nostro Vescovo costituirà ufficialmente l’U.P. “Acqua viva” delle parrocchie Bondo, Breguzzo, Lardaro e
Roncone.
Il Consiglio Pastorale
Mi inviti a cena?
rmai siamo a buon punto per la costituzione dell’Unità Pastorale delle
nostre quattro parrocchie e sempre più si fa chiaro che non si tratta di
semplice operazione organizzativa. Ha a che fare - già lo abbiamo sperimentato - con l’essere cristiani, con la nostra fede e il nostro essere “famiglia”.
Bella e significativa l’idea di far girare a rotazione, in ciascuna delle chiese,
una scatola ben preparata, ognuna riportante il nome di un paese: un modo
per imparare a portarci in cuore le altre comunità... Durante un incontro del
Consiglio Pastorale ci siamo chiesti, perché non muovere, far girare a rotazione anche le famiglie? Da qui è nata l’iniziativa “Mi inviti a cena?”.
La domanda proposta dal titolo è volutamente provocatoria, perché stimola a vincere la nostra ritrosia di montanari e l’eccesso di buone maniere, e
ci porta a tornare al passato, quand’era usuale trascorrere del tempo in compagnia riuniti in casa, senza tante formalità.
Oggi possiamo confermare che ha funzionato! Molti più di quanto avessimo sperato, sono giunti numerosi foglietti che dichiarano la disponibilità a
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I biglietti
delle adesioni
all’iniziativa
ospitare o a essere ospitati presso una famiglia di paese diverso dal proprio,
accettando di percorrere fino in fondo questa strada che porta a conoscerci,
ad allargare la nostra visione di comunità parrocchiale verso i nuovi confini dell’Unità Pastorale.
Esattamente, già 22 famiglie per un totale di 66 persone hanno aderito
all’iniziativa e da qui sino a Pasqua si faranno quindi 11 cene allargate... già
immaginando che anche in seguito gli inviti potranno moltiplicarsi. Può
sembrare poca cosa, ne siamo consapevoli, ma intendiamo ragionare col
Vangelo in mano, quando ci sollecita a vedere il tanto che può nascere anche
da piccoli gesti.
Come prosegue ora l’iniziativa? Ogni famiglia, saputo il nome della famiglia
ospite, si accorderà per una serata da trascorrere insieme. Non sarà importante
il menù - siamo in Quaresima! - ma conterà il desiderio di conoscersi.
Si vorrebbe che tutto avvenisse nella semplicità e senza preoccupazioni di
dover contraccambiare: il grazie sarà l’avere scoperto il gusto di aprire la
propria casa e di lasciarsi accogliere. Magari diventasse un’abitudine, un
contagio!
La preghiera che aprirà la cena, sarà il momento di chiedere al Padre il
dono di essere “comunione” secondo la Sua volontà. Gesù sarà presente, come
aveva promesso, fra quelle persone, riunite nel suo nome e consapevoli che
qualunque cosa chiedano nel suo nome, la otterranno dal Padre!
Manuela Scalfi, Ilia Mussi, Ilaria Pedrini
La Prima Comunione
con gioia che portiamo la nostra testimonianza di un’esperienza positiva che
ha coinvolto 30 bambini delle nostre quattro comunità.
Dopo la celebrazione della Prima Confessione, fatta tutti insieme nella chiesa
di Roncone e la Presentazione dei bambini nella chiesa di Bondo, è nato in noi il
desiderio di proseguire insieme sino alla celebrazione del sacramento della Prima
Comunione. L’idea ci ha entusiasmato, portandoci così verso un cammino fatto
di nuove relazioni personali e nuove condivisioni, cammino che ha permesso ai
bambini e a noi catechiste di crescere in modo costruttivo nel gruppo e nella comunità. La Prima Comunione è stata celebrata nella chiesa di Breguzzo il 18 maggio 2014. Durante il percorso di preparazione al sacramento, abbiamo condiviso
con loro momenti importanti:
w nel periodo di Avvento abbiamo organizzato una raccolta viveri, come
segno di rinuncia verso chi è meno fortunato;
w i bambini hanno collaborato con gli ospiti della Casa di riposo di Strada,
per la realizzazione dei crocifissi per la Prima Comunione;
w il pane, simbolo di Gesù Eucarestia, è stato preparato dai bambini con la
farina data loro dalle mamme, come atto d’amore;
w un pomeriggio di festa trascorso con i ragazzi della comunità handicap di
Roncone.
Piccole cose che hanno reso davvero grande e straordinario il lavoro fatto insieme in un’ottica di grande partecipazione e di visione prospettica verso l’Unione
Pastorale, che continua tutt’oggi con la preparazione del cammino che porta al sacramento della Cresima.
Le catechiste di Bondo, Breguzzo, Roncone e Lardaro.
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La Cresima
omenica 14 dicembre 2014 nella Chiesa di S. Andrea a Breguzzo, 29 ragazze e ragazzi delle nostre parrocchie hanno ricevuto il Sacramento
della Santa Cresima. La celebrazione è stata particolarmente solenne, ricca di
emozioni e di gioia grazie all’importante presenza del nostro Arcivescovo
Mons. Luigi Bressan. Il profondo e sentito coinvolgimento dimostrato dai nostri cresimandi ha reso la liturgia un momento di preghiera e spiritualità particolarmente intenso, gli stendardi dal chiaro significato dei sette doni dello
Spirito Santo, portati in processione all’inizio della Messa e collocati dietro
l’altare, sono stati un richiamo al Dono che i ragazzi hanno ricevuto durante
la Cresima e la raffigurazione conclusiva del nostro cammino di catechesi, nel
quale abbiamo, appunto, esaminato e approfondito il significato di questi
segni.
Il nostro Arcivescovo si è rivelato come sempre affabile e aperto, sia con i
ragazzi, sia con noi catechiste: eravamo tutti ad attenderlo fuori sul sagrato,
quando è arrivato ha cancellato la nostra incomprimibile soggezione con un
sorriso bonario, qualche battuta, amichevoli strette di mano e il suo ringraziamento per averlo invitato.
Impartito il sacramento della Cresima, a ogni cresimando ha preso la mano
mettendolo a proprio agio col suo atteggiamento affettuoso.
La celebrazione si è svolta ordinatamente con la sentita partecipazione
dei nostri ragazzi; ognuno aveva un compito: alcuni hanno letto le richieste di
perdono e le preghiere dei fedeli, altri hanno animato l’offertorio e la raccolta
delle elemosine, altri ancora hanno ringraziato il Signore per i doni appena ricevuti. Tanti i momenti intensi ed emozionanti che hanno coinvolto anche la
comunità; noi catechiste abbiamo “affidato” i cresimandi alla grazia dello Spirito Santo chiamandoli ognuno con il proprio nome, essi si sono alzati uno
dopo l’altro e hanno ascoltato in modo attento le parole dell’Arcivescovo, il nostro Buon Pastore.
Per noi è stato commovente vedere queste piccole donne e questi piccoli
uomini (che conosciamo da quand’erano bambini, cui siamo affezionate) ricevere compìti ed emozionati il Sacramento della Santa Cresima, tappa importante nella vita di ogni cristiano. In quel momento abbiamo rivolto una
preghiera al Signore affinché li proteggesse sempre con il suo Spirito Santo.
Il momento dell’Offertorio è stato significativo, gioioso e vivace; i doni che
i ragazzi hanno portato all’altare comprendevano la vestina del Battesimo
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(come legame tra i due Sacramenti), l’immagine del nostro caro Papa Francesco (quale ricordo del Pellegrinaggio a Roma), la bussola (... li attende la
scelta della scuola!), il cuore che si apre (per accettare il “dissimile”), un simpatico smile
(per sorridere alla vita ...).
La cerimonia si è conclusa con i ringraziamenti, le preghiere, la Benedizione
del nostro Arcivescovo, poi le foto di rito.
Nei nostri cuori una emozione indimenticabile, una nuova e dolce serenità
e la consapevolezza che Loris, Emanuele, Rebecca, Deborah, Maddalena, Sara,
Giulia, Arianna, Francesco, Iuri, Davidiana, Fabio, Giulia, Leonardo, Mattia e William di Bondo, Breguzzo e Lardaro, e Cristiano, Simone, Ylenia, Martina, Jennifer, Alessandro, Elena, Megan, Maddalena, Consuelo, Gisella, Michela e
Gianlorenzo di Roncone sono cristiani adulti e benedetti dalla presenza dello
Spirito Santo, che li accompagnerà per sempre in tutti i momenti della loro
Vita.
Gianna
La Festa dei battezzati 2014
n occasione della domenica nella quale si ricorda il Battesimo di Gesù nel
fiume Giordano, da alcuni anni nelle nostre Comunità parrocchiali viene proposta la “Festa dei battezzati”, che quest’anno si è celebrata domenica 11 gennaio nella chiesa parrocchiale di Roncone.
I ventitré bambini e bambine delle quattro parrocchie, che hanno ricevuto
il battesimo lo scorso anno, sono stati invitati con le loro famiglie per un nuovo
I
incontro comunitario di rinnovo dello spirito battesimale. Sono giunti in chiesa
con il sorriso, evidente espressione di adesione gioiosa all’invito. Alcuni non hanno
potuto partecipare, erano comunque presenti nel pensiero e nella preghiera.
I fedeli che assistevano alla S. Messa, hanno fatto da contesto partecipando
a una celebrazione ricca di significati e di nuovi messaggi.
Il battesimo praticato da Giovanni nel Giordano è “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati” (Mc 1,4; Lc 3,3) e in esso interviene profondamente il simbolismo dell’acqua “che vivifica e purifica”.
Lo scorso anno a gennaio, erano stati i nastri colorati a dare senso comunitario alla celebrazione, quest’anno, come simbolo del rito religioso, è stata scelta
proprio l’acqua per la sua triplice simbologia. Perché essendo sul nostro pianeta
fonte della vita in ogni sua forma, è per natura simbolo di vita e quindi simbolo
della nuova vita spirituale. I cristiani hanno da sempre la consuetudine di battezzare nell’acqua viva, cioè nell’acqua che scorre e che, nel ricordarci il suo ruolo
generativo, simboleggia anche con forza la dinamicità della vita.
Perché fra gli usi quotidiani che ne facciamo, l’adoperiamo per “lavare” è
quindi simbolo di purificazione. In tal senso, l’acqua viva ci introduce nell’idea centrale del battesimo cristiano come mezzo di accesso alla vita divina di Cristo,
dove diventa elemento purificatore, che dà la vita e rende l’uomo una nuova
creatura. Nella benedizione dell’acqua battesimale, infatti, si recita: lo Spirito
santo effonda, attraverso quest’acqua, la grazia di Cristo affinché l’uomo (...) rinasca dall’acqua e dallo Spirito per la vita nuova di figlio di Dio.
Infine, perché a causa delle catastrofi di cui spesso essa è fonte con la sua forza
distruttrice, è anche simbolo di dolore e di morte. L’acqua distruttrice richiama
la morte del peccato, nel battezzando la morte del vecchio uomo, nel battezzato
17
18
Il momento
iniziale della
celebrazione
la nascita di un nuovo uomo. Con il battesimo si sconfigge il peccato originale e
la vita rinasce nella luce di Cristo, accompagnata ogni giorno dalla sua Parola e
dalla parola e dall’esempio di noi adulti, anche quando lasciamo che questi nostri figlioli compiano libere scelte, nella speranza che sempre siano impegnati
nella testimonianza del Vangelo che hanno accettato chiedendo il Battesimo.
Nel corso della celebrazione introdotta da alcuni cenni sui significati del rito,
don Celestino ha ripreso e chiarito questi straordinari aspetti simbolici dell’acqua. L’acqua è stata presa
come riferimento anche per
un altro evento importante,
quello della nascita dell’Unità
Pastorale tra le parrocchie di
Lardaro, Roncone, Bondo e
Breguzzo.
Quattro famiglie accolte
da don Celestino all’entrata
della chiesa, ognuna con una
brocca di vetro, hanno portato verso l’altare dell’acqua
limpida e cristallina che
hanno versato nella vasca di
una fontanella, subito l’acqua è zampillata da quattro bocche di rame, ognuna
delle quali portava sovrapposto il nome di uno dei quattro paesi.
Quell’acqua che simbolicamente proveniva dalle quattro parrocchie si è fusa
in un unico elemento, riunendo indissolubilmente le diverse origini, rafforzandole. A tutti noi piace immaginare che la stessa cosa possa accadere nella nostra realtà, fra noi parrocchiani.
La fontana alimentata da quattro bocche. Un esempio di iniziale e concreto
impegno dei volontari che l’hanno costruita con perizia, che ha ispirato e poi
dato origine al nome della nuova Unità Pastorale. Un emblema di unità cristiana,
di unione sociale e culturale, simbolo di uno spirito che si rinnova rispondendo
realisticamente ai bisogni del tempo presente e che, sorretta dalla fede e sostenuta dalla speranza, accoglie i nuovi battezzati, diventando per loro e per se
stessa esempio e testimonianza quotidiana del Vangelo.
La celebrazione, apprezzata dalle famiglie presenti con i loro bambini, si è
chiusa presso la canonica con un momento di festa.
Severino Papaleoni
Battesimi Comunitari
nelle nostre parrocchie
a nostra comunità cristiana ha accolto con il sacramento del Battesimo
questa nuova sorella:
L
DOMENICA 1 FEBBRAIO 2015
ha ricevuto il battessimo nella chiesa di Breguzzo
Viola Salvadori di Massimo e Alessandra Ghezzi
Senza misura...
dall’Oratorio di Roncone
oratorio di Roncone sta vivendo un anno carico di attività che non possiamo raccontare tutte per mancanza di spazio. Ricordiamo con voi le
più importanti e significative.
Natale 2014: abbiamo trascorso due pomeriggi intensi con gli amici dell’Anfass di Tione e con i ragazzi della Cooperativa Bucaneve. Nei mesi precedenti avevamo preparato tante sorprese: un video ideato e realizzato da
noi, tanti lavoretti natalizi che abbiamo confezionato con i nostri ospiti,
canti e due feste bellissime. Nel cuore ci sono rimasti i sorrisi, le strette di
L’
19
20
Al mercatino
di Rango
L’albero
della Pace
di rami d’ulivo
preparato
per la veglia
mano e l’amicizia che è nata e che sicuramente coltiveremo anche in futuro.
Nel periodo che ha preceduto il Natale, abbiamo trascorso cinque fine
settimana ai mercatini del Borgo di Rango a vendere i prodotti che la nostra
amica Maria produce d’estate in malga: sciroppi, marmellate, sali aromatici,
ecc... Il ricavato del nostro impegno e lavoro è stato devoluto a Cristina, Fabrizia, Daniela Salvaterra, missionarie in Kossovo e Perù. Nel cuore c’è rimasto l’incontro con tante persone cui abbiamo potuto raccontare un pezzo
del nostro impegno e il sogno di costruire un mondo più giusto e al servizio
degli altri.
Tanti ricorderanno e
hanno partecipato a “Un
mese per la pace” idea
(che abbiamo fatto nostra) del Gruppo Fratac e
dai frati Cappuccini di
Arco. Tante famiglie si
sono impegnate per un
momento di preghiera
serale per la pace, così
pericolante e necessaria,
nel mondo e nei nostri
cuori. Il mese si è concluso con una veglia in
chiesa celebrata il 13 feb-
braio scorso, preparata da noi e dai ragazzi del Gruppo Fratac. Nel cuore ci rimangono le parole di una giovane coppia: “Grazie, perché questo momento
di preghiera serale ci ha unito di più come sposi e ci ha fatto scoprire la bellezza del pregare insieme”.
Accanto a questi eventi continua la “quotidianità” oratoriana. Tutti i venerdì ci troviamo in oratorio per passare allegramente due ore insieme. Tante
sono le attività: laboratorio di intaglio del legno con il nostro amico Rudy che
ci insegna quest’arte con tanta pazienza, laboratorio del fimo (lavorazione artigianale di pasta sintetica) in cui abbiamo creato collane bellissime, poi i giochi, i canti, la preparazione della festa di Don Bosco e del Carnevale, della Via
Crucis... I nostri incontri si concludono sempre nella cappella dell’Oratorio per
un momento di preghiera. A sera torniamo a casa, sempre con qualcosa che
ha arricchito la nostra giovinezza. Quest’anno per noi è stato un anno particolare perché abbiamo dovuto salutare, anche se a malincuore, Marta e Maria,
le nostre animatrici che ci hanno seguito per anni con passione e amore. La
loro scelta di andare a vivere in un oratorio a Brescia, in una comunità in cui
quasi tutti sono immigrati e di mettersi al loro servizio nel doposcuola, nell’assistenza alle famiglie e nell’animazione della vita parrocchiale è per noi
tutti un esempio di come la fede cambia la vita e le scelte. Abbiamo capito soprattutto che la misura dell’Amore è quella di amare senza misura.
L’Oratorio
21
L’Oratorio
al Carnevale
di Tione
Koinonia - Comunione
oinonia è una parola greca che ricorre soprattutto nel
Nuovo Testamento e che prevalentemente è tradotta con il
termine Comunione. Essa indica l’intimo legame e la relazione
fraterna dei primi cristiani, la loro solidarietà e il senso di corresponsabilità e di partecipazione alla vita della comunità cristiana.
Talvolta esprime una azione comune o il comune possesso di
una cosa.
Esprime anche il modo di vivere, gli atteggiamenti, la condizione di reciprocità tra i cristiani e il loro comune legame con
Cristo. In questo caso significa comunione di cuori e di beni, partecipazione ai bisogni dei fratelli, comunanza di intenti e di vedute; ma soprattutto comunione con Cristo, partecipazione al
suo corpo e al suo sangue, al suo Spirito, alle sue sofferenze, all’impegno missionario, al perdono dei peccati, alla speranza di resurrezione.
Il testo più famoso che esprime la relazione tra i primi cristiani si trova negli Atti degli Apostoli (2,42): “Erano perseveranti
nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione (Koinonia),
nello spezzare il pane e nelle preghiere”.
Ma anche altri due versetti ci aiutano a comprendere la profondità di questa parola. Si trovano nella Prima Lettera ai Corinzi
(1,9;10,16) dove indicano il legame profondo con Gesù: “Degno
di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione (Koinonian) con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!”; “Il pane
che noi spezziamo, non è forse comunione (Koinonian) con il
corpo di Cristo?”.
Un altro versetto particolare dove ricorre il nostro termine, si
trova nella Lettera ai Romani (15,26). Qui il significato riguarda
un’azione comune che porta alla condivisione-comunione dei
beni: “La Macedonia e l’Acaia infatti hanno voluto fare una colletta (Koinonian) a favore dei poveri che sono nella comunità di
Gerusalemme”.
L’Unità Pastorale è cercare di realizzare questa Comunione,
fare Koinonia, cioè: vita fraterna (di Chiesa), vita di fede (in Gesù),
vita solidale (con i fratelli).
K
22
BONDO – RENDICONTO ECONOMICO 2014
GESTIONE ORDINARIA
ENTRATE
ELEMOSINE, CANDELE
OFFERTE SACRAMENTI, LIBERE, BENEDIZIONI
RIFUSIONI E RIMBORSI
OFFERTE CON DESTINAZIONE SPECIFICA
INTERESSI ATTIVI DA CONTI CORRENTI E DEPOSITI
Totale
€
€
€
€
€
€
9.480,02
3.153,00
71,50
1.912,00
42,82
14.659,34
USCITE
REMUNERAZIONE PARROCO
RIMBORSO SPESE
SPESE ORDINARIE DI CULTO (OSTIE, CANDELE, ECC.)
SPESE ELETTRICITÀ, ACQUA, GAS, RISCALDAMENTO, RIFIUTI
SPESE UFFICIO, CANCELLERIE, POSTALI, TELEFONICHE, FOTOCOPIE
SPESE MANUTENZIONE ORDINARIA BENI ISTITUZIONALI
SPESE ASSICURAZIONE RC TERZI - INFORTUNI
SPESE PER ATTIVITÀ PASTORALI (CATECHESI, GITE, ECC.)
SPESE BOLLETTINO E RIVISTE
COMPENSI ORDINARI A PROFESSIONISTI
RITENUTE SU COMPENSI PROFESSIONISTI
CONTRIBUTO DIOCESANO 2%
IMPOSTE E TASSE (ICI - IRES- IRAP)
SPESE C/C BANCARI E C/C POSTALI
Totale
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
312,00
1.800,00
2.277,52
4.684,90
255,12
1.247,14
573,00
310,10
865,40
244,00
44,00
153,00
2.025,67
100,72
14.892,57
Disavanzo
€
- 233,23
ENTRATE
CONTRIBUTI PAT PER TETTO CHIESA VECCHIA (SALDO)
Totale
€
€
10.196,14
10.196,14
USCITE
MANUTENZIONE TETTO CHIESA PRADIBONDO
Totale
€
€
10.262,56
10.262,56
Disavanzo
€
- 299,65
GESTIONE STRAORDINARIA
23
OFFERTE PER GIORNATE SPECIFICHE
Rendiconti economici delle Parrocchie anno 2014
24
DEL SEMINARIO
PER LA CARITÀ DEL PAPA
DI SOLIDARIETÀ FRA PARROCCHIE
DELLA CARITÀ
MISSIONARIA (OTTOBRE)
MISSIONARIA PER L’INFANZIA
PER TERRA SANTA
Totale
€
€
€
€
€
€
€
€
167,00
93,00
171,00
60,00
279,00
653,37
175,00
1.598,37
BREGUZZO – RENDICONTO ECONOMICO 2014
GESTIONE ORDINARIA
ENTRATE
ELEMOSINE E CANDELE
OFFERTE SACRAMENTI, LIBERE, BENEDIZIONI
Totale
€
€
€
€
€
€
€
€
€
5.624,60
2.263,00
150,00
500,00
600,00
386,00
2.185,00
739,41
12.448,01
USCITE
REMUNERAZIONE PARROCO
SPESE ORDINARIE DI CULTO (OSTIE, CANDELE, ECC.)
SPESE ELETTRICITÀ, ACQUA, GAS, RISCALDAMENTO, RIFIUTI
SPESE UFFICIO, CANCELLERIE, POSTALI, TELEFONICHE E FOTOCOPIE
€
€
€
€
276,00
1.895,77
5.840,80
207,85
ALTRE OFFERTE ORDINARIE
ELARGIZIONI DA ENTI
RIFUSIONI E RIMBORSI
OFFERTE CON DESTINAZIONE SPECIFICA
RENDITE TERRENI
INTERESSI ATTIVI DA CONTI CORRENTI E DEPOSITI
SPESE MANUTENZIONE ORDINARIA BENI ISTITUZIONALI
SPESE ASSICURAZIONE RC TERZI - INFORTUNI
SPESE PER ATTIVITÀ PASTORALI (CATECHESI, GITE, ECC.)
SPESE BOLLETTINO
COMPENSI PROFESSIONISTI
CONTRIBUTO DIOCESANO 2%
IMPOSTE E TASSE (ICI - IRES- IRAP)
SPESE C/C BANCARI E C/C POSTALI
Totale
€
€
€
€
€
€
€
€
€
1.415,11
687,50
168,90
744,40
244,00
274,00
9.012,24
100,72
20.867,29
Disavanzo*
€
- 8.419,28
ENTRATE
CONTRIBUTO PAT PER LAVORI CAMPANILE
CONTRIBUTO COMUNE PER LAVORI CAMPANILE
CONTRIBUTO PAT PER LAVORI RISTRUTTURAZIONE ASILO
CONTRIBUTO CURIA PER LAVORI RISTRUTTURAZIONE ASILO
Totale
€
€
€
€
€
15.549,00
8.500,00
285.596,20
50.000,00
359.645,20
USCITE
LAVORI ASILO
LAVORI SOSTITUZIONE BRUCIATORE CALDAIA CHIESA
Totale
€
€
€
277.995,01
2.392,39
280.387,40
Avanzo
€
+ 68.838,52
GESTIONE STRAORDINARIA
OFFERTE PER GIORNATE SPECIFICHE
DEL SEMINARIO
PER LA CARITÀ DEL PAPA
DI SOLIDARIETÀ FRA PARROCCHIE
MISSIONARIA (OTTOBRE)
DELLA CARITÀ
MISSIONARIA PER L’INFANZIA
Totale
€
€
€
€
€
€
€
58,00
125,00
102,00
84,00
310,00
590,00
1.269,00
* Il disavanzo così significativo è dovuto all’Imposta dell’ICI arretrata 2009 – 2012
pagata per l’Asilo (6.788,00 €).
25
LARDARO – RENDICONTO ECONOMICO 2014
GESTIONE ORDINARIA
Rendiconti economici delle Parrocchie anno 2014
26
ENTRATE
ELEMOSINE E CANDELE
OFFERTE SACRAMENTI, LIBERE, BENEDIZIONI
OFFERTE CON DESTINAZIONE SPECIFICA
OFFERTE PER SPESE PASTORALI
RENDITE TERRENI
INTERESSI ATTIVI DA CONTI CORRENTI E DEPOSITI
Totale
€
€
€
€
€
€
€
4.793,00
665,00
806,42
19,00
45,00
51,19
6.379,61
USCITE
SPESE ORDINARIE DI CULTO (OSTIE, CANDELE, ECC.)
SPESE ELETTRICITÀ, ACQUA, GAS, RISCALDAMENTO, RIFIUTI
SPESE UFFICIO, CANCELLERIE, POSTALI, TELEFONICHE E FOTOCOPIE
SPESE MANUTENZIONE ORDINARIA BENI ISTITUZIONALI
SPESE ASSICURAZIONE RC TERZI - INFORTUNI
SPESE PER ATTIVITÀ PASTORALI (CATECHESI, GITE, ECC.)
SPESE BOLLETTINO E RIVISTE
SPESE DECANALI E INTERPARROCCHIALI
REMUNERAZIONE PARROCO
RIMBORSO SPESE
COMPENSI ORDINARI A PROFESSIONISTI
CONTRIBUTO DIOCESANO 2%
SPESE C/C BANCARI E C/C POSTALI
Totale
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€ 420,50
€ 3.226,02
56,72
€ 268,80
€ 67,50
€ 215,00
€ 250,70
€ 27,94
€ 96,00
35,00
€ 97,60
€ 80,00
€ 100,72
4.942,50
Avanzo
€
+ 1.437,11
ENTRATE
CONTRIBUTI PAT PER IMPIANTO DI AMPLIFICAZIONE E ANTIINTRUSIONE €
CONTRIBUTI CURIA PER IMPIANTO DI AMPLIFICAZIONE E ANTIINTRUSIONE €
Totale
€
5.836,00
7.073,70
12.909,70
GESTIONE STRAORDINARIA
USCITE
Totale
€
€
22.498,40
0,00
Disavanzo
€
- 9.588,70
REALIZZAZIONE IMPIANTO DI AMPLIFICAZIONE E ANTIINTRUSIONE
OFFERTE PER GIORNATE SPECIFICHE
DEL SEMINARIO
PER LA CARITÀ DEL PAPA
DI SOLIDARIETÀ FRA PARROCCHIE
DELLA CARITÀ
MISSIONARIA (OTTOBRE)
UN PANE PER AMOR DI DIO
PER I POVERI DELLA COMUNITÀ
Totale
€
€
€
€
€
€
€
€
47,00
102,00
58,00
90,00
232,00
288,00
559,00
1.376,00
RONCONE – RENDICONTO ECONOMICO 2014
GESTIONE ORDINARIA
ENTRATE
ELEMOSINE E CANDELE
OFFERTE SACRAMENTI, LIBERE, BENEDIZIONI
OFFERTE CON DESTINAZIONE SPECIFICA
OFFERTE PER SPESE ORATORIO
RIFUSIONE SPESE CANONICA, INTERPARROCHIALI
INTERESSI ATTIVI DA CONTI CORRENTI E DEPOSITI
Totale
€
€
€
€
€
€
€
10.139,01
9.724,00
2.833,00
2.459,00
3.185,53
280,02
28.620,56
USCITE
REMUNERAZIONE PARROCO
SPESE ORDINARIE DI CULTO (OSTIE, CANDELE, ECC.)
SPESE ELETTRICITÀ, ACQUA, GAS, RISCALDAMENTO, RIFIUTI
SPESE UFFICIO, CANCELLERIE, POSTALI, TELEFONICHE E FOTOCOPIE
SPESE MANUTENZIONE ORDINARIA BENI ISTITUZIONALI
SPESE PER ATTIVITÀ PASTORALI (CATECHESI, GITE, ECC.)
SPESE BOLLETTINO E RIVISTE
COMPENSI A PROFESSIONISTI
CONTRIBUTO DIOCESANO 2%
ASSICURAZIONI
IMPOSTE E TASSE (ICI - IRES- IRAP)
SPESE C/C BANCARI E C/C POSTALI
Totale
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
672,00
5.759,61
14.773,80
1.697,04
6.772,45
599,20
3.573,10
716,72
308,00
1.421,71
477,53
100,72
36.871,88
Disavanzo*
€
- 8.251,32
27
GESTIONE STRAORDINARIA
ENTRATE
CONTRIBUTO PAT RESTAURO SEI DIPINTI
Totale
Rendiconti economici delle Parrocchie anno 2014
28
€
€
17.068,00
17.068,00
€
USCITE
CAPPELLA S. ROCCO INTERVENTO DI MANUTENZIONE
RESTAURO DIPINTI DELLA CHIESA
Totale
€
3.123,72
19.496,24
22.619,96
Disavanzo
€
- 5.551,96
OFFERTE PER GIORNATE SPECIFICHE
DEL SEMINARIO
PER LA CARITÀ DEL PAPA
DI SOLIDARIETÀ FRA PARROCCHIE
MISSIONARIA (OTTOBRE)
MISSIONARIA PER L’INFANZIA
DELLA CARITÀ
TERRA SANTA
UN PANE PER AMOR DI DIO
FONDO NECESSITÀ PARTICOLARI
GRUPPO MISSIONARIO
Totale
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
92,00
168,00
190,00
495,00
1.967,30
82,00
253,00
2.039,00
4.540,00
2.000,00
11.826,30
* Il disavanzo così significativo è dovuto soprattutto ai costi alti dell’Energia su cui
si fatica a risparmiare e ai lavori di manutenzione ordinaria, tra cui rientra la spesa
significativa dell’acquisto di microfoni per la chiesa e per il teatro e di un videoproiettore per un totale di 2.989,00€.
Punti di vista di una catechista
prossimi mesi ci vedranno protagonisti di grandi mutamenti nelle nostre
vite comunitarie. Cambiamenti che, per una coincidenza particolare, riguarderanno sia la nostra vita civile, sia quella cristiana.
È proprio questa importante duplice trasformazione che in me, di natura
solitamente conservatrice e poco portata alle novità, suscita sentimenti alquanto contrastanti. Se da un lato sono consapevole della necessità di unire
le nostre comunità per i motivi che ormai tutti conosciamo, sono peraltro preoccupata che si possa intaccare o peggio ancora, perdere la singola identità,
la storia, le tradizioni dei nostri paesi e delle nostre parrocchie.
Per questo numero del Bollettino parrocchiale in gran parte dedicato al
tema, come catechista è stato chiesto il mio punto di vista sull’Unità Pastorale
che ci accingiamo a formare.
Sono ormai alcuni anni che l’attività di catechesi delle nostre parrocchie
segue un percorso in comune, sia per quanto riguarda la formazione dei catechisti, sia per l’uniformità dei programmi specifici per l’età dei ragazzi.
In questo siamo stati molto aiutati dai corsi che periodicamente si tengono a livello decanale, cui i catechisti partecipano puntualmente, corsi molto
utili per rinnovare e motivare lo spirito di chi si appresta a svolgere questa attività, che ci propongono nuove idee e metodi più consoni, per far sì che i ragazzi partecipino agli incontri di catechesi più consapevoli e interessati
all’importante messaggio che viene loro trasmesso.
Un caso a se stante sono i ragazzi di Roncone e Lardaro, ora in prima
media, che hanno effettuato un cammino catecumenale e proseguono ora
con la mistagogia, approfondendo maggiormente il significato dei sacramenti
che hanno ricevuto. Dato questo loro particolare percorso, la formazione dei
I
29
Un gruppo
di catechesi
in visita
al campanile
di Breguzzo
30
Un gruppo
di ragazzi
durante
un incontro
di catechesi
catechisti e il programma da seguire sono diversi per i ragazzi di Bondo e Breguzzo che seguono un cammino parallelo ai ragazzi dell’Unità Pastorale Madonna del Lares.
Cosa succederà ora con l’Unità Pastorale? A mio parere non ci saranno
grandi cambiamenti, poiché come già detto, per la formazione cristiana dei ragazzi già si lavora in modo comunitario e posso affermare senza smentita che,
anche in rapporto alla mia esperienza passata, la situazione è notevolmente
migliorata. Lavorando insieme c’è più possibilità di confronto, di appoggio, di
condivisione di successi e problematiche. La presenza di Don Celestino è preziosa ma anche discreta e con lui si possono serenamente discutere pensieri,
perplessità e anche problemi tecnici o logistici.
Qual è la mia aspettativa? Don Lauro Tisi, particolarmente vicino alle nostre comunità che si preparano ad affrontare questa “ristrutturazione” ci dice:
“l’Unità Pastorale deve avere come obiettivo la generazione della fede attraverso la costruzione di comunità che abbiano il tratto della fraternità.” Il gravoso compito del catechista è proprio questo! Riuscire a trasmettere ai ragazzi
il senso di appartenenza alla comunità. Insegnare la “fiducia” in se stessi e
nelle proprie capacità, che devono però essere messe a disposizione degli altri,
dei compagni, degli amici ma soprattutto delle persone che fanno parte della
propria Comunità. Questo nostro impegno deve essere però certamente condiviso con le famiglie dei ragazzi, perché sappiamo che il miglior insegnamento è l’esempio.
Mi piacerebbe che l’Unità Pastorale che ci accingiamo a formare non sia
solo “formale” ma realmente congiunta alla relazione umana, alla collaborazione, alla fraternità. Obiettivo non facile, ma le sfide sono belle proprio per
questo. Io sono fiduciosa!
Norma
È più bello insieme
el percorso che ci sta portando all’Unità tra le nostre parrocchie, uno dei
primi “esperimenti” proposti dal Consiglio Interparrocchiale e messo subito in atto è stato quello che ha visto protagonisti i cori parrocchiali. Quattro
realtà differenti, quattro stili non sempre vicini, un unico obiettivo: l’animazione
della Liturgia attraverso il canto. Da questo punto di partenza i maestri dei
cori, i coristi e i musicisti hanno ideato una serie di occasioni per trovarsi insieme e cantare. Certo, non è stato sempre semplice: i maestri hanno avuto un
ruolo importante nel trovare canti adatti ai cori e nel motivare tutti i coristi a
partecipare alle prove aggiuntive, che sono state per molti il punto dolente di
tutto l’esperimento.
Fortunatamente non abbiamo dovuto iniziare da zero: la Santa Messa di
Santa Cecilia è da anni il momento di unione per eccellenza delle realtà musicali dei nostri paesi. Quindi ci siamo chiesti: perché non provare qualcos’altro? Il risultato è stato per tutti molto soddisfacente e i nostri confratelli lo
hanno potuto ascoltare durante la Messa di inizio anno pastorale. Ma non è
stato solo udito, bensì anche notato visivamente: più di quaranta coristi, numerosi musicisti e maestri che si sono alternati nella direzione non sono stati
difficili da scorgere.
Tutto questo ci ha motivati a riprovare. L’adrenalina, la gioia e la soddisfazione derivate dal buon successo ci hanno spronati a cercare altre occasioni,
a dicembre siamo stati chiamati per la Santa Cresima. Appariva un azzardo:
N
31
I quattro
cori parrocchiali
durante
la Cresima
32
l’inizio dell’anno pastorale ad ottobre, Santa Cecilia a fine novembre, la Santa
Cresima ad inizio dicembre, il Santo Natale alle porte... abbiamo messo troppa
carne (anzi, troppa musica) al fuoco! Non si sa come, ci siamo riusciti. Ovviamente si fa per dire, conosciamo bene la ricetta: moltissimo impegno, prove
raddoppiate per molte settimane, moltissima pazienza da parte di tutti e un
unico desiderio: cantare insieme, stare insieme, confrontarsi, a volte scontrarsi
e crescere insieme, non solo come cantori, musicisti e maestri, ma soprattutto
come persone.
Questo è il messaggio che vogliamo trasmettere, questa l’essenza dell’Unità Pastorale: stare insieme, anche se non sempre è facile, anche se costa
molta energia e impegno, anche se diventa necessario spostarsi. Ma ne vale
la pena. Stare da soli non è vivere, rinchiudersi nei confini dei nostri paesi non
è essere Comunità Cristiana. Perché è questo che siamo: un popolo solo,
un’anima sola che si riunisce perché crede in un messaggio importante, quello
di Gesù, e Lui, sicuramente, non aveva paura del confronto, non temeva di perdere la propria identità dialogando con personalità differenti. Allora impariamo da Lui, uniamoci, confrontiamoci, cresciamo! E se in alcuni momenti
avremo qualche timore, ricordiamo a noi stessi perché lo facciamo e proviamo
a mormorare il ritornello di una canzone: “È più bello insieme, è un dono
grande l’altra gente”!
Noi siamo impazienti di cantare di nuovo insieme e se qualcuno ama la
stessa cosa, basta che chieda di potersi unire a noi... Sarà ben accetto!
Da chi ci crede e prova a cantarlo a gran voce!
Punti di vista
dei Gruppi Missionari
uando ci è stato chiesto di scrivere un articolo su come vediamo e pensiamo, come gruppo, l’Unità Pastorale delle nostre quattro parrocchie,
eravamo incerte su cosa rispondere.
Poi, mettendoci all’opera, ci siamo rese conto che già da tempo stiamo
procedendo con un percorso in comune con gli altri gruppi, infatti seguiamo
gli stessi orientamenti e le direttive del centro missionario diocesano e… già
da alcuni anni abbiamo lo stesso parroco.
La nostra finalità, appunto, è quella, come credenti, di coltivare l’impegno
Q
missionario, animare e promuovere iniziative a sostegno delle missioni.
Ogni mese ci troviamo con gli altri gruppi per programmare le iniziative
da realizzare insieme: l’ottobre missionario, la Quaresima di fraternità, la cena
del povero con testimonianza missionaria, la Via Crucis dei martiri missionari,
le veglie missionarie e la messa dei popoli cristiani.
Altro simbolo della nostra presenza presso le comunità, molto apprezzato,
è quella di dare il benvenuto ai nuovi nati con un piccolo segno, le “babbucce”
fatte a mano da noi.
Missione quindi non è solo chi parte, ma anche chi resta e s’impegna nelle
proprie comunità affinché tutte le persone abbiano l’indispensabile per vivere una vita dignitosa.
Siamo anche convinte che in ogni parrocchia ci debba essere un gruppo
missionario, che sia di riferimento e di stimolo per tutta la comunità.
La Chiesa è missionaria per definizione, per noi come gruppo è naturale
fare comunità con le parrocchie vicine, infatti è da tempo che si collabora a livello decanale per le diverse iniziative.
Ben venga l’Unità Pastorale!
Dal Gruppo missionario di Roncone
Punti di vista
dei Ministri della Comunione
e nostre quattro comunità conoscono già da qualche anno i “ministri
della Comunione”.Ma chi sono? Sono persone normalissime che sentono
il desiderio di essere a fianco del prossimo che vorrebbe avvicinarsi all’incontro con il Signore nell’Eucarestia, ma non ne hanno la possibilità perché malati o anziani. Inoltre affiancano il parroco nella distribuzione della Comunione
durante le S. Messe. Per questo, in accordo con il parroco, hanno frequentato
un percorso che li ha accompagnati e abilitati a questo servizio.
In questi ultimi mesi si è decisa l’Unità Pastorale, ma per noi cosa potrà significare? Per noi ministri non cambierà molto, tranne la possibilità di un aiuto
reciproco quando una parrocchia fosse temporaneamente scoperta nel servizio dei ministri.
Ma vorremmo dire a ognuno di noi, delle attuali quattro comunità: “Teniamo aperti i nostri occhi e il nostro cuore” così che nessuna persona possa
L
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trovarsi nella propria casa in solitudine, malattia o disagio. Aiutateci ad essere
vicini a “tutti” coloro che desiderano ricevere la S. Comunione, che sentono il
bisogno di parlare col parroco, che hanno altra necessità o occorrenza, senza
alcuna distinzione di appartenenza.
L’attenzione e la sensibilità verso questi nostri fratelli allargherà il nostro
cuore e ci sentiremo veramente più vicini e nella nostra Unità Pastorale crescerà l’amore vero.
Adelina e Fernanda
Punti di vista
Oratorio l’Incontro
nche a noi è stato chiesto di contribuire con un articolo su l’Unità Pastorale e
l’oratorio, credo che il modo migliore per iniziare sia quello di ripensare al significato delle parole Unità Pastorale.
Le parole unità-unione significano mettere insieme, in modo da formare un
tutto, unico e partecipe.
Pastorale significa prendersi cura l’uno dell’altro in modo solidale, amorevole.
Al termine Unità Pastorale diamo il significato di insieme di parrocchie vicine,
con abitanti e territorio confinanti e un unico parroco.
Detto questo sembra tutto fatto, le nostre quattro parrocchie sono topograficamente vicine, le condizioni di vita della nostra gente sono molto simili, un unico
parroco: ... evviva, allora abbiamo già realizzato l’Unità Pastorale! Sì, esiste la scatola o l’involucro, come lo vogliamo chiamare, ora bisogna riempirlo di contenuti.
Unità, unione, termini in questi ultimi tempi molto gettonati in vari ambiti,
sembra che sia stata scoperta la parola magica “unità”.
A
Unire ci fa sentire più grandi e potenti, unire ci fa risparmiare, si razionalizzano
i costi, ma molto spesso ci dimentichiamo che questa unità deve partire dalle persone. Sono le persone che devono stringersi insieme con idee, pensieri, vincoli morali, condividere, accettare, aiutare gli altri, magari rinunciando a un poco del nostro
tempo, delle nostre abitudini, delle nostre comodità.
Allora inizieremo a riempire questa scatola chiamata Unità Pastorale. Una scatola comunque che deve, a parer mio, conservare qualcosa di specifico di ognuna
delle comunità che la compongono, non tutto può essere accentrato, unificato, ogni
società deve ritrovare il proprio riferimento nell’ambito della propria comunità originaria, questa è una garanzia affidata alle capacità e all’abilità del Parroco.
Anche come “Oratorio l’Incontro” cerchiamo di contribuire, cerchiamo di unire,
di amalgamare,di far condividere gli stessi principi cristiani,di fratellanza e di rispetto
in tutti i giovani, sia che frequentino l’oratorio o che si ritrovino solamente al campeggio. Gli animatori stessi, facendo gruppo e partecipando quando possibile alle
attività di preparazione organizzate dal noi, cercano di testimoniare come sia importante l’accettare gli altri, cercare di aiutare chi ne ha bisogno, o più semplicemente, essere disponibili a dedicare agli altri un poco del proprio tempo.
Parole ripetitive forse, dette tante volte, ma sempre attuali in questa epoca,
dove esiste solitudine interiore, dove si predilige isolarsi davanti al computer, al cellulare, preferibilmente per un video gioco, piuttosto che cercare di coltivare un rapporto interpersonale diretto con altre persone.
Valter
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La fusione dei Comuni
e l’Unità Pastorale:
due modelli a confronto
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usione, unione di comuni, sono termini molto ricorrenti in questi ultimi
mesi. La riorganizzazione dell’assetto amministrativo del nostro Trentino
passa attraverso l’incentivazione delle fusioni, l’alternativa è la Gestione Associata Obbligatoria.
Anche i nostri quattro paesi di Roncone, Bondo, Breguzzo e Lardaro sono
impegnati in questo importante obiettivo, precorso da quello delle omonime
quattro parrocchie, finalizzato alla costituzione dell’Unità Pastorale.
F
Esiste un parallelo tra questi due percorsi e conseguentemente tra i due
traguardi? Per rispondere è doveroso soffermarsi con alcune riflessioni.
Per le quattro comunità amministrative, si arriverebbe alla costituzione di
un unico comune attraverso l’auspicata formula della fusione. Un solo consiglio comunale, una sola giunta, un solo sindaco, un solo apparto tecnico e amministrativo.
La nuova Amministrazione Comunale sarà chiamata ad attuare e gestire
politiche amministrative e di sviluppo riferite a un territorio e a una comunità
di cittadini molto più allargata: da Lardaro a Breguzzo. Per gli organi politici
(consiglio e giunta) significherà ragionare e programmare su una scala diversa, superando i pregressi confini comunali e organizzando le strutture tecnico amministrative in modo da rispondere efficacemente alle domande di
una comunità prossima alle tremila unità.
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Significa attuare le famose economie di scala, con conseguenti riduzione
dei costi e con un recupero di efficienza. In termini qualitativi, politiche di sviluppo molto più omogenee, riduzione delle mediazioni, delle conflittualità e
delle estenuanti attese su scelte che coinvolgevano anche municipalità confinanti, la valorizzazione delle complementarietà territoriali e ambientali, l’acquisizione di una maggior autorevolezza politica e la conseguente maggior
capacità contrattuale con le Comunità di Valle e la Provincia. Le parole chiave
della fusione dei comuni sono: integrazione, razionalizzazione, coesione e
omogeneizzazione.
Per le quattro parrocchie il corrispondente percorso ormai giunto a termine
che porta all’Unità Pastorale, ha come obiettivo la generazione della fede attraverso la costruzione di comunità che abbiano il tratto della fraternità.
Mi limito a considerare l’obiettivo della fraternità. Vale a dire promuovere
attraverso programmi, strategie, forme organizzative, relazioni durature di benevolenza, mutuo aiuto e di affetto. Trattandosi poi di vita religiosa, significativa deve essere l’offerta di liturgie, di incisive e autentiche forme di carità, di
convinte compartecipazioni alle attività parrocchiali, e non ultimo di un costante e approfondimento della Parola.
Particolari problematiche potrebbero trovare soluzione o attenuazione
nell’Unità. Mi riferisco alla preoccupante contrazione del clero attivo, alla onerosa e complessa gestione del consistente patrimonio strutturale; situazioni
queste, che obbligano le parrocchie ad una condivisione delle risorse materiali e umane. Si tratta di un processo assai complesso che richiede una gestione partecipata all’interno dell’Unità Pastorale.
Anche l’annuncio del Vangelo deve assumere una forma più comunitaria.
Così si è espresso a questo proposito Mons. Lauro Tisi in una sua relazione:
“occorrono comunità dove ciascuno si senta, dal primo all’ultimo, protagonista nell’annuncio del Vangelo. Un annuncio non affidato soltanto al prete o agli
operatori pastorali, ma che si presenti come annuncio di una intera comunità
che dall’interno intende vivere la profezia della fraternità”.
Le Parrocchia e l’Unità Pastorale non sono organi di offerta di servizi e di
gestione socio politica. Sono un’unità di persone impegnate nella solidarietà
e nell’aiuto reciproco, che sanno dare concreta attuazione alla fede e a quell’amore del prossimo, il Comandamento più grande che Cristo ci ha dato.
L’Unità Pastorale intende promuovere una maggiore apertura verso gli
altri, in particolare verso le altre comunità, e può rappresentare una vera “rivoluzione” culturale permanente. Dovrebbe inibire il nascere di piccoli egoi-
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smi, di paure ingiustificate dell’altro, di “comodi” preconcetti che iniziano dai
campanili sino ai pregiudizi verso chi proviene da lontano o ha un diverso colore della pelle.
Le U.P. non dispongono di un programma politico, bensì di un catechismo
paragonabile a un albero con radici secolari, dalle chiome continuamente rinnovate, in grado di offrire ristoro, freschezza mentale e guida morale a chi
trova troppo impervia e tortuosa la strada verso una evangelica fraternità.
Non vi sono percorsi alternativi; il divenire della comunità cristiana è quello
di una comunità fraterna, dove gli individui che decidono di farne parte si riconoscono fratelli, in quanto figli dello stesso Padre. Nella comunità civile invece, il rapporto tra individui può essere anche di concorrenza, modalità di
rapporto con l’altro che a volte genera regresso anziché progresso umano. Ne
discende che se vi è parallelismo tra i due percorsi (fusioni comunali e unità
pastorale) questo riguarda certamente gli aspetti organizzativi e gestionali
volti a garantire una maggiore efficienza e una più larga compartecipazione
delle persone. Su questi aspetti organizzativi la lunga via dell’Unità Pastorale
può affiancarsi su un piano culturale al percorso delle Fusioni dei comuni. Essa
però deve arricchirsi di quella dimensione verticale che noi cristiani non possiamo dimenticare.
Il successo dell’Unità Pastorale, attraverso questo nuovo volto della comunità cristiana si riverbererà anche nella comunità civile, corroborandola
con la sua proposta di fede.
Bazzoli Giovanni
Om ’Ngort
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Òm ‘ngort!
Te credeve che ‘l temp nol finighèse mai,
che ‘l to viac ‘l fus sènza fine.
La toa unica fé l’era de muciar,
raspar la tèra coma ‘n tas famà,
sol muciar... e amó muciar!
Te è sbaglià su tut!
No tale ‘nsegnà gnent le formighe
che le mucia sol qual che ocor par vivar?
Le lanterne dala vita ie tute istèse:
ghe quale che se smòrza n’atimo prima
e quale che se smòrza n’atimo pu tardi,
ma ala fin dala fera le se smòrza tute
e i muc i se sfanta de par èi.
Òm ‘ngort!
No te mai pasà par ‘l cò
che l’ultim vestì che i altri i te metarà
le sènza tasche?
Fiore Bonenti
UOMO INGORDO
Uomo ingordo! Credevi che il tempo non finisse mai, che il tuo viaggio
fosse senza fine. L’unica tua fede era accumulare, raspare la terra come un
tasso affamato. Solo accumulare... e ancora accumulare! Hai sbagliato tutto!
Non ti hanno insegnato niente le formiche che accumulano solo quel che
serve per vivere? Le lanterne della vita sono tutte uguali ci sono quelle che si
spengono un attimo prima e quelle che si spengono un attimo più tardi ma
alla fine si spengono tutte e i mucchi si disfano da soli! Uomo ingordo! Non
ti è mai passato per la testa che l’ultimo vestito che gli altri ti metteranno è
senza tasche?
Le celebrazioni
della Settimana Santa
DOMENICA DELLE PALME
Sabato 28 marzo
LARDARO
ore 19.30
Benedizione degli olivi e S. Messa
RONCONE
ore 9.30
BREGUZZO ore 11.00
BONDO
ore 19.30
Domenica delle Palme
29 marzo
Benedizione degli olivi nel piazzale
dell’oratorio e S .Messa con
presentazione bambini 1ª Comiunione
Benedizione degli olivi e S. Messa
Benedizione degli olivi e S. Messa
GIOVEDÌ SANTO 2 aprile
Giorno dell’Istituzione
dell’Eucarestia
(adorazione e riflessione)
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BONDO
S. Messa:
ore 20.00
Lavanda dei piedi
Segue Adorazione
Durante la Messae nei giorni successivi, nelle diverse parrocchie,
verranno raccolti i salvadanai della Quaresima di Fraternità
VENERDÌ SANTO 3 aprile
Giorno della morte di Gesù in croce
(digiuno e astinenza)
Offerte per la Terra Santa
BONDO ore 15.00 Via Crucis
LARDARO ore 18.00 Via Crucis
RONCONE ore 20.00 Celebrazione della
Passione e processione
per le vie del paese
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SABATO SANTO 4 aprile
È giorno di attesa della vittoria di Cristo (silenzio e sobrietà)
BREGUZZO ore 21.00 Solenne celebrazione
della Veglia Pasquale
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DOMENICA DI PASQUA 5 aprile
Questo è il giorno di Cristo Signore!
Alleluia, Alleluia, Alleluia!
RONCONE
ore 9.30
S. Messa Solenne
BREGUZZO
ore 11.00
S. Messa Solenne
BONDO
ore 11.00
S. Messa Solenne
LARDARO
ore 19.30
S. Messa Solenne
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LUNEDÌ DI PASQUA 6 aprile
ore 10.30 S. Messa e Battesimi
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LARDARO
Confessioni di Pasqua
Giovedì Santo 2 aprile
FONTANEDO ore 15.30 – 16.30
RONCONE
ore 16.30 – 18.00
Venerdì Santo 3 aprile
BONDO
ore 16.00 – 18.00
BREGUZZO ore 18.00 – 19.00
Sabato Santo
BONDO
RONCONE
BREGUZZO
LARDARO
RONCONE
4 aprile
ore 8.30 – 10.30
ore 10.45 – 12.00
ore 14.30 – 15.30
ore 15.30 – 17.00
ore 17.00 – 19.00
Comunione agli ammalati
Lunedì santo 30 marzo
Martedì santo 31 marzo
Mercoledì santo 1 aprile
mattina
mattina
mattina
BONDO
BREGUZZO
RONCONE e LARDARO
(Il parroco porterà la comunione agli ammalati. Eventualmente
non fosse sufficiente la mattinata, provvederà nel pomeriggio)
Adorazione Eucaristica
Lunedì Santo 30 marzo
BREGUZZO
dopo la Messa delle ore 8.30
Martedì Santo 31 marzo
BONDO
dopo le Lodi delle ore 8.30
Mercoledì Santo 1 aprile
BREGUZZO
dopo le Lodi delle ore 8.30
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Ci ritroveremo ogni giorno, pranzo e merenda compresi, dalle ore 9 alle 17.
Le iscrizioni saranno aperte dal 25 maggio. Per esigenze organizzative,
quando avremo raggiunto il numero massimo, le iscrizioni verranno chiuse.
PER ISCRIZIONI E INFORMAZIONI
Suore Operaie della S. Casa di Nazareth - 030653147