BRINDISI In scena il Nabucco

«NABUCCO», AL VERDI SULLE ALI DORATE DELLA LIBERTÀ
Venerdì 27 marzo (ore 20.45) secondo appuntamento al Teatro Verdi di Brindisi con la stagione lirica. In
scena «Nabucco», il capolavoro risorgimentale di Giuseppe Verdi, nell’allestimento di Carlo Antonio De
Lucia
Dopo l’applauditissima prima del «Barbiere di Siviglia», venerdì 27 marzo, alle ore 20.45, come
secondo titolo in cartellone al «NuovoTeatro Verdi» di Brindisi, la stagione lirica tradizionale porta
in scena «Nabucco» di Giuseppe Verdi, opera in quattro atti fra le più rappresentative e conosciute
della prima fase creativa del compositore, in una produzione firmata dall’Amministrazione
provinciale di Lecce. La drammatica storia della sottomissione del popolo ebraico al giogo babilonese
del re Nabucodonosor e dell’amore impossibile tra Ismaele e Fenena è presentata nell’allestimento
di Carlo Antonio De Lucia, sotto la direzione diFrancesco Ledda alla guida dell’Orchestra Sinfonica
di Lecce.
Il cast vedrà protagonista il basso venezuelano Ernesto Morillo nella parte di Zaccaria, mentre nel
ruolo del titolo si cimenterà il baritonoCarmine Monaco. In quello di Abigaille il soprano
tarantino Antonia Cifrone. Nella parte di Ismaele canterà il tenore macedone Gjorgi Cuckovski, il
ruolo di Fenena è affidato al mezzosoprano Patrizia Patelmo, quello del Gran Sacerdote al
baritono Emily De Salve. Il cast è completato da Annalisa Ragione (Anna) e Simon Dongiovanni
(Abdallo). Il Coro lirico di Lecce sarà diretto daAndrea Crastolla.
«Con questa opera si può dire veramente che ebbe principio la mia carriera artistica», scrisse il
giovane Verdi in una lettera autobiografica al suo editore Giulio Ricordi. Composto sul libretto
diTemistocle Solera che l’impresario del Teatro alla Scala,Bartolomeo Merelli, aveva inizialmente
e invano proposto al musicista prussiano Carl Otto Nicolai, «Nabucco» permise al genio di
Busseto di superare un periodo particolarmente doloroso della sua vita, tra gli insuccessi delle opere
precedenti e la perdita della moglie e dei due figlioletti, avviando un’ascesa creativa che porterà,
attraverso trenta melodrammi, alle più alte vette della produzione verdiana.
Il «Nabucco» è considerata, a ragione, l’opera più risorgimentale diGiuseppe Verdi. È proprio qui,
infatti, che il musicista riesce a colpire il cuore degli spettatori creando parallelismi tra l’antica vicenda
narrata e l’attualità storica italiana, non potendo scrivere apertamente contro l’occupazione degli
Austriaci in Lombardia.
L’inno «Va, pensiero» è il canto nostalgico e struggente intonato dal popolo ebraico in schiavitù.
All’epoca della sua prima rappresentazione, il 9 marzo del 1842 al Teatro alla Scala di Milano,
anche il popolo italiano era costretto alla dominazione austriaca, per cui l’inno diventò il canto
doloroso contro l’occupante austriaco e si diffuse rapidamente in tutta la penisola. L’opera aveva
risvegliato il patriottismo degli italiani e ben presto su tutti i muri delle case e dei palazzi apparve la
scritta «Viva Verdi», che in realtà era l’acronimo di «Viva Vittorio Emanuele Re d’Italia». È dunque un
inno contro la tirannide che identifica un popolo unito dalla speranza di un’idea di libertà.
«L’ho fatta diverse volte, l’anno scorso a Trapani - ha sottolineato il regista Carlo Antonio De
Lucia durante la presentazione -. La mia lettura è nota, sempre piuttosto fedele alla tradizione. E così
sarà anche la regia di quest’anno, con qualche richiamo simbolico maggiore. Anche perché ricorre
l’anniversario dell’entrata italiana nella Grande Guerra, e quest’opera richiama valori profondi per la
nostra terra. Verdi rimane un Padre della Patria, e non possiamo trascurarlo».
La causa di Giuseppe Verdi all’unità nazionale fu riconosciuta dalle personalità politiche e statali
dell’epoca. Una volta fatta l’Italia, infatti, il compositore fu invitato a prendere parte al primo
parlamento dell’Italia unita. Giuseppe Verdi, in effetti, fu deputato del neonato Stato italiano per un
lustro, dal 1861 al 1865, anno in cui decise che l’Italia aveva più bisogno di lui in veste di compositore.
Si comincia alle ore 20.45
Durata dello spettacolo: tre ore compresi intervalli (quattro atti)
Foto: Samuele Vincenti
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