tecnica da corsa Le svedesi Vi presentiamo l’analisi tecnica approfondita e il test in pista delle supermotard con cui il Team IPA affronta il Campionato del Mondo Supermoto 86 MARZO 87 MARZO Ecco in bella mostra la 450 in tutto il suo splendore mentre, sotto gli occhi attenti della sorella maggiore da 650 cm3, aspetta di scendere in pista. tecnica da corsa Ñ HUSABERG FS 450-650 SUPERMOTARD bergamasche Matteo Bacchi - Foto: Simone Salotti, Stefano Pelati. tecnica da corsa Una bella piega fotografata a bordo pista permette di vedere le differenze tra la 450 (a sinistra) e la 650 nella parte inferiore della culla del telaio. Si può osservare il secondo contenitore di raccolta sfiati nell’ingombro occupato di solito dall’articolazione progressiva del monoammortizzatore. La Husaberg 650 di Baraccani è pronta per un lancio al banco prova. L’utilizzo di questo strumento è essenziale per verificare le scelte fatte durante la preparazione del motore. N el panorama fuoristradistico a due ruote, quando si parla di Husaberg vengono in mente moto da intenditori che rappresentano lo spirito duro e puro dell’enduro: grosse, possenti e con un motore dalle prestazioni fatte apposta per “strappare le braccia” a chiunque non sia un rude boscaiolo norvegese. 88 MARZO Nel supermotard le “Husby” hanno mantenuto la loro fama grazie a risultati di prim’ordine, che però, negli ultimi anni, faticavano ad arrivare. Almeno fino al 2007, quando il team IPA si è presentato con un eccellente squadrone: Baraccani, Girolami, Testu e il giovanissimo Occhini. I successi non si sono fatti attendere, con un primo posto di manche di Girolami in Francia e una dimostrazione di forza di Occhini tra gli Junior del Supermoto delle Nazioni, oltre a un’altra vittoria di manche in Germania firmata da Testu. Così quando Dario Galezzi, capotecnico di Husaberg Italia e titolare dell’officina Motor Service, ci ha prospettato la possibilità di scoprire le sue creature, non Il cannotto di sterzo viene riposizionato e ha una lungezza di 200 mm contro i 180 mm di serie. La zona delle pedane viene irrobustita con l’adozione di fazzoletti aggiuntivi in prossimità dell’attacco del forcellone. parata da lui stesso. Mentre alle impressioni di guida dedichiamo un box a parte, iniziamo ad analizzare questa monocilindrica preparata ad hoc per primeggiare nel mondiale supermotard. Nel 2007, le moto schierate nel mondiale erano in due cilindrate differenti, pur partecipando nella stessa classe S2 (da 450 a 700 cm3): una 650, preferita da Girolami, Baraccani e Testu, e la 550 scelta da Occhini, che però passerà alla 650 già dal 2008. La Husaberg di serie ha un telaio a doppia culla in acciaio decisamente convenzionale, con la particolarità di alloggiare il filtro dell’aria nella sua trave superiore. La zona in questione, infatti, è uno scatolato e quindi ben si presta ad assolvere la funzione di airbox. Più in particolare, l’elemento filtrante è posizionato nell’apertura superiore. Il telaio originale, pensato per l’utilizzo in fuoristrada, ha caratteristiche di flessibilità che mal si addicono all’impiego in pista, nelle condizioni decisamente esasperate proprie della disciplina del supermotard. Sulla moto che deve competere nel mondiale viene quindi abbondantemente rinforzato, con l’aggiunta sia di fazzoletti in punti nevralgici sia di elementi strutturali 89 MARZO ci siamo fatti scappare l’occasione. Il plurale è d’obbligo perché, oltre alla Husaberg FS 650 ufficiale che arriva direttamente dal mondiale supermoto, abbiamo la possibilità in esclusiva di scoprire la 450 preparata direttamente da Dario con le stesse attenzioni riservate alla sorella maggiore. Oltre all’analisi tecnica delle due moto, abbiamo anche avuto il permesso di strapazzare le “creature” sul circuito di Ottobiano e, per non farci mancare nulla, abbiamo portato con noi una conoscenza di queste pagine, quel Fabio Buda che corre nel campionato italiano con una Honda CRF pre- tecnica da corsa Ñ HUSABERG fs 450-650 SUPERMOTARD Il telaio modificato a confronto con quello originale. Si notano il grosso tubo aggiunto subito dietro al cannotto di sterzo e la “croce” nella parte inferiore della culla. tecnica da corsa Il grosso filtro aria superiore viene integrato con quello aggiuntivo posto al termine del trave del telaio, in corrispondenza dell’attacco del monoammortizzatore. Dario ci confida che il prossimo anno non ci sarà bisogno di questa modifica perché ha risolto il problema in altro modo. Il punto in cui il trave discendente si sdoppia, poco sotto l’uscita dello scarico, viene abbondantemente rinforzato. 90 MARZO come il tubo di diametro considerevole, immediatamente a ridosso del cannotto di sterzo. Data la caratteristica disposizione del filtro dell’aria, per garantire la necessaria respirazione al propulsore di maggior cilindrata ai regimi più elevati, è stato leggermente modificato il telaio nella zona dell’attacco del monoammortizzatore, aumentando così il volume della scatola filtro (vedi foto in alto). L’intervento ha reso necessario l’impiego di un secondo elemento filtrante. Una variazione sostanziale che viene eseguita è l’allungamento del tubo del cannotto di sterzo di 20 mm nella parte superiore, per limitare il chattering della ruota anteriore, conferendo maggiore rigidità al sistema di guida. In effetti, tutta la zona del cannotto viene modificata diminuendo anche l’inclinazione dell’asse di sterzo, mantenendo così inalterato l’interasse per non compromettere la trazione e la durata delle gomme. Questa procedura provoca un abbassamento e una rotazione in avanti del propulsore, che porta sostanzialmente a una nuova distribuzione del peso, in modo da conferire un maggior rigore e, nel contempo, aumentare la maneggevolezza. Il telaietto posteriore è parte integrante della struttura e quindi non viene modificato, mentre il forcellone viene completamente sostituito: al posto dell’elemento fuso di serie, viene realizzato un componente spe- Nel 650 le modifiche al telaio non permettono di adottare un unico radiatore come nel modello di serie, così ne vengono utilizzati due di maggiore altezza. Notare la piastra inferiore ottenuta dal pieno. cifico saldando elementi scatolati e componenti ottenuti dal pieno sempre in alluminio. Di questi accorgimenti ciclistici la 450 adotta solo il forcellone scatolato, in quanto il telaio rimane quello di serie, in accordo alla filosofia che ha ispirato Dario nella realizzazione di questa special e cioè di poter ottenere una moto competitiva semplicemente utilizzando i kit predisposti e commercializzati dall’importatore italiano. Le sospensioni sono WP e, mentre per la 450 si tratta dei componenti di serie modificati internamente, la 650 adotta forcella e mono ufficiali; in particolare, all’anteriore è montata la bellissima WP con steli da 50 mm in alluminio. Già le piastre di serie sono ottenute dal pieno, ma nella 650 devono essere realizzate ad hoc a causa La poderosa forcella ufficiale WP upside-down con steli in alluminio da 50 mm. Il forcellone originale, ottenuto per fusione (a sinistra), e quello racing scatolato. Nella zona di collegamento al telaio e del perno ruota, si notano elementi ricavati dal pieno. tecnica da corsa Ñ HUSABERG fs 450-650 SUPERMOTARD Il disco Beringer in ghisa domina l’avantreno insieme alla pinza ad attacco radiale. Anche la pompa al manubrio è radiale e ottenuta dal pieno, così come il tappo del serbatoietto dell’olio. 91 MARZO La piastra di sterzo superiore, anch’essa ricavata dal pieno, che stringe la forcella WP. tecnica da corsa IMPRESSIONI DI GUIDA Per mettere alla frusta il comportamento delle due Husaberg, abbiamo sfruttato l’esperienza di Fabio “Jeff” Buda, che disputa il campionato italiano motard in sella a una Honda da lui preparata e che ha esperienza anche di fuoristrada (mondiale cross 250) e pista (Sport production 600). La pista di Ottobiano è a tutti gli effetti un kartodromo, è quindi molto tortuosa con violente accelerazioni e pochi allunghi. Se a questo aggiungiamo una temperatura decisamente rigida, le condizioni della prova non erano certo ottimali. Le moto, fortunatamente, erano dotate di coperte termiche che hanno permesso, fin dai primi giri, di osare e di iniziare a prendere confidenza con la piccola 450. La moto è maneggevole tra le curve se ci si siede molto avanti, ma la postura data dalla sella originale porta ad arretrare il corpo, così in uscita tende ad allargare. I freni sono potentissimi, quasi troppo, pur essendo comunque molto modulabili. L’anteriore è esagerato e la pompa radiale permette di trasferire sul disco una notevole pressione con una minima forza sulla leva, tanto da mettere in crisi la forcella, che in staccata si chiude parecchio. Va detto, comunque, che la forcella di serie è molto scorrevole ma troppo morbida nella fase iniziale e, quando ci si attacca ai freni, 92 MARZO scende velocemente per poi arrivare nella zona di lavoro dell’idraulica che la rende dura; nel mio caso occorrerebbe una molla più rigida. La frizione a comando idraulico, invece, è davvero perfetta, sia nella regolazione dell’antisaltellamento sia nella modulabilità paragonabile a un comando a cavo. Il propulsore spinge subito senza effetto on-off; quando si riprende il gas in mano in uscita, ha una bella erogazione che non mette in crisi l’assetto e permette di avere una buona trazione. In alto, ha un buon allungo che consente di tenere la marcia fino alla curva successiva e continua a spingere senza calare anche dopo la potenza massima. Forse rispetto ai migliori 450 del campionato italiano è un po’ lento a salire di giri, ma va detto che i rapporti erano lunghi per questo circuito. Questa Husaberg è davvero facile da portare al limite e, a mio parere, è la moto perfetta per affrontare le competizioni e, con una buona dose di manetta, ci si possono togliere delle belle soddisfazioni in gara. Salito sulla 650 mi sento molto più a mio agio con la posizione di guida regolata per Occhini. La sella è dritta e dura e facilita gli spostamenti longitudinali, mentre le considerazioni relative ai freni e alla frizione sono le stesse fatte per la 450. Le sospensioni sono ufficiali e si sente; il mono posteriore è più lungo dell’originale e non si schiaccia in accelerazione, pur garantendo una trazione notevole, mentre la forcella da 50 mm non viene messa in crisi dal Beringer anteriore. Il motore spinge con decisione fin dai regimi più bassi e come potenza è ai vertici della categoria, rimanendo comunque progressivo e trattabile fin dai regimi inferiori. Ma la vera differenza rispetto alla 450 non è data dal gap notevole di potenza quanto dalle modifiche apportate alla ciclistica e all’irrobustimento del telaio. Ciò si traduce in una maggiore sensibilità quando si alza il ritmo e soprattutto si può forzare l’entrata senza avvertire chattering. In uscita, poi, la trazione è garantita dalla notevole coppia del motore e soprattutto dal monoammortizzatore che permette di scaricare tutti i cavalli e fiondarsi alla curva successiva grazie anche a un allungo portentoso che si prolunga anche dopo la potenza massima. dell’allungamento del cannotto e della forcella differente. Per completare il quadro ciclistico, va citato l’impianto frenante che, se al posteriore è pressoché di serie, all’anteriore adotta un “full radial” Beringer con disco in ghisa e pinza ad attacco radiale sorretta da un piedino ottenuto dal pieno. La pompa radiale al manubrio è anch’essa ottenuta dal pieno così come quella della frizione a comando idraulico, che è la Magura di serie. Parlando di frizione, viene adottata una Adler antisaltellamento di provenienza KTM con dischi ricavati dal pieno. Per quel che riguarda il propulsore, le modifiche hanno come scopo prestazioni di potenza e coppia ai vertici delle rispettive categorie, ma senza compromettere la qualità dell’erogazione. Il modo in cui viene espressa la potenza è un parametro davvero importante. In questa disciplina, infatti, è necessario il massimo controllo della moto in condizioni di aderenza variabili, poiché il fondo, sullo stesso circuito, presenta sia asfalto sia terra. La preparazione del propulsore inizia dai servizi accessori di entrambe le motociclet- tecnica da corsa Ñ HUSABERG fs 450-650 SUPERMOTARD Il grosso monocilindrico svedese presenta linee semplici e pulite. Si notano i carter uniti secondo un piano verticale, che integrano nella fusione il cilindro, e la presenza sia dell’avviamento elettrico sia della pedivella. La trasmissione secondaria esce sul lato destro. Il tamburo desmodromico è in lega leggera. La scatola cambio è, a tutti gli effetti, “cucita” attorno alle dimensioni degli organi meccanici. 93 MARZO Il carter aperto mostra ingombri della camera di manovella e della scatola cambio più vicini a un 2 tempi che a un 4 tempi. Il filtro dell’olio è un ricambio KTM. tecnica da corsa Il carter spoglio mette in evidenza il grosso cuscinetto di banco dell’albero motore e quello (con il paraolio di colore rosso) su cui ruota l’albero con l’ingranaggio di comando della distribuzione e del contralbero di bilanciamento. te, con un vaso di raccolta sfiati anteriore in alluminio, così come l’adozione di un serbatoio del carburante, sempre in alluminio, che ben conosco- no gli amanti del marchio svedese, visto che fino al 2006 veniva- L’albero motore con le maschette circolari e la biella in materiale composito. 94 MARZO no utilizzati di serie serbatoi di grossa capienza che ostacolavano non poco gli spostamenti in sella. Per la sola 650, a causa delle modifiche al telaio, vengono utilizzati due radiatori maggiorati al posto del singolo di serie, utilizzato invece sulla 450. Lo scarico è comune alle due moto; è realizzato in titanio e dispone di un silenziatore singolo che esce dalla fiancatina portanumero sinistra. Il carburatore adottato è un Keihin FCR da 41 mm che, nel caso della 650, viene rialesato. Per la parte elettronica viene adottata un’accensione Kokusan con la centralina racing JD dotata di doppia mappatura selezionabile al manubrio. Visto l’utilizzo prettamente racing, è possibile montare un’accen- La ruota dentata che pilota la distribuzione riceve il moto direttamente dall’albero motore e, nel contempo, aziona il contralbero che altro non è che una mannaia alloggiata nel vano dell’albero motore e coassiale a quest’ultimo. Per la moto da gara, l’albero controrotante viene rimosso perché non è indispensabile.. sione con gli avvolgimenti ridotti al minimo per limitare gli attriti “magnetici” e permettere quindi di raggiungere regimi più elevati con minore sforzo; di solito, però, viene utilizzata la bobina con gli avvolgimenti standard per rendere meno scorbutico il motore da 650. Sul 450 viene montato il pickup della versione cross, a cui vengono aggiunti gli avvolgimenti necessari per ricaricare la batteria indispensabile per l’avviamento elettrico. Il pezzo forte dell’elaborazione di entrambi i monocilindrici è l’adozione di una biella in materiali compositi (ceramica e alluminio) della ditta svedese MX Composites. Tale elemento ha la particolarità di non utilizzare alcun cuscinetto nelle superfici a contatto con l’albero motore, né bronzine né gabbie a rulli, ma di lavorare semplicemente sul meato d’olio. Questa tecnologia è mutuata direttamente dalla Formula Uno e permette di ridurre sensibilmente le masse in movimento; uniche richieste, un’accurata bilanciatura dell’albero e la maggior pressione di lavoro della pompa dell’olio, ottenuta semplicemente spessorando di 8 mm la molla di sovrapressione. Visto che la nuova biella è più lunga di 1 mm, Dario lavora alle macchine utensili il cielo del pi- La biella lavora direttamente a contatto con l’albero motore e con lo spinotto, senza interposizione di cuscinetti. Questa tecnologia è utilizzata anche in Formula Uno. La camera di combustione a tetto con le valvole in titanio. tecnica da corsa Ñ HUSABERG fs 450-650 SUPERMOTARD La biella originale a confronto con quella della MX Composites. Le dimensioni non traggano in inganno: il peso è considerevolmente inferiore, anche rispetto a quella in titanio, con il vantaggio di una durata decisamente superiore. 95 MARZO Il pistone originale (sopra) a confronto con quello lavorato nel cielo per adattarlo alle dimensioni della biella, che risulta più lunga di 1 mm. tecnica da corsa Anche in questa foto, a confronto la testa originale (a sinistra) e quella preparata. Cambiano le dimensioni delle valvole (nel 650) e la finitura dei condotti che vengono lavorati. Il bilanciere originale riceve cure certosine, il martelletto viene sbavato con cura, mentre il dado di regolazione gioco viene sostituito con uno in titanio. Particolare delle valvole in titanio: 35 mm per quelle di aspirazione e 30 mm per quelle di scarico. Le doppie molle in titanio con i piattelli in ergal. 96 MARZO stone standard per abbassarlo della misura necessaria, il tutto per portare il rapporto di compressione a 13,5:1 per la 450 e 11,5:1 per la 650. L’impiego agonistico ha portato all’eliminazione del contralbero di bilanciamento. Alla testa vengono dedicate le solite attenzioni che fanno la differenza tra un motore preparato e uno di serie, quindi lucidatura dei condotti, adozione di alberi a camme con diagrammi più spinti e valvole in titanio. Le valvole adottate all’aspirazione possono avere un diametro standard di 35 mm oppure da 37 mm, a seconda dello step di preparazione; quelle allo scarico sono da 30 mm come sulla La pressione sui dischi è esercitata da quattro molle elicoidali, di opportuna rigidezza. Altra caratteristica di questa frizione sono i dischi ottenuti dal pieno. L’accensione della 450 è quella adottata sulla moto da cross con l’aggiunta degli avvolgimenti necessari all’avviamento elettrico. Le dimensioni sono ovviamente molto contenute. moto di serie. Per ridurre ulteriormente le masse degli organi in movimento, le molle valvole singole originali vengono sostituite con molle doppie concentriche in titanio che lavorano su piattelli in ergal. Nei bilancieri vengono sbavati con cura i martelletti, mentre i dadi per il registro del gioco vengono sostituiti con gli analoghi in titanio. Dopo queste cure, il grosso monocilindrico 650 dalle misure caratteristiche di 100,0 x 82,0 mm permette di erogare più di 70 CV a circa 10.500 giri/min, che la dicono lunga sulle prestazioni di una moto dalla massa di poco più di 119 kg in allestimento gara con 5 litri di benzina. Per la piccola 450, invece, le misure caratteristiche sono 100,0 x 57,2 mm e la potenza erogata è di circa 60 CV a 11.000 giri/min, con la possibilità di tecnica da corsa Ñ HUSABERG fs 450-650 SUPERMOTARD La frizione Adler antisaltellamento a confronto con quella originale. 97 MARZO L’albero a camme originale (a sinistra) a confronto con quello “racing”, che presenta un diagramma più spinto sia all’aspirazione sia allo scarico. tecnica da corsa Gli avvolgimenti di serie vengono utilizzati anche nella versione da gara. spingersi oltre. Va detto che la 450 provata non dispone di un grado di preparazione così spinto come la Factory 650, ma viene preparata facendo uso esclusivamente di componenti presenti nel catalogo PowerParts e quindi è in pratica già possibile “crearla” partendo da una FE 450 di serie (dalla versione 2005 in poi) e acquistando i kit predisposti. è proprio questo l’obiettivo che Dario si è prefissato nella realizzazione di questa splendida 450, che nulla ha da invidiare Questa è una prova fatta da Dario per limitare l’usura delle pedanine che strisciano sull’asfalto. Un set di pedane regge giusto il tempo di un weekend di gara! 98 MARZO Il modulo accensione Kokusan e centralina JD “racing”, con switch al manubrio per la selezione della mappatura più idonea alle condizioni del fondo. Il serbatoio in alluminio è una vecchia conoscenza degli affezionati del marchio svedese. Lo scarico in titanio è sdoppiato all’uscita del cilindro, mentre il silenziatore è unico e di grandi dimensioni per contenere il rumore e rientrare nei limiti fonometrici. Il giusto tributo al creatore di questa 450 cm3 davvero competitiva. Dario Galezzi ha allestito questo gioiello nel tempo libero e con pezzi a catalogo PowerParts. Pensare che sia possibile ottenere la stessa moto partendo da un usato (dal 2005 in poi) con l’aggiunta dei kit specifici fa venire un certo prurito al polso destro ai più pistaioli. tecnica da corsa Ñ HUSABERG fs 450-650 SUPERMOTARD alle più blasonate giapponesi o austriache, e cioè mettere a disposizione una serie di kit preconfigurati che trasformano una moto di serie in una vera racing con cui è possibile iniziare a cimentarsi nelle competizioni. Anche la preparazione del motore e del telaio è orientata a ottenere una moto sfruttabile e affidabile e che è possibile spremere al limite anche senza essere professionisti della derapata. Visto che da bravi “Mototecnici” siamo peggio di San Tommaso, abbiamo voluto verificare queste considerazioni direttamente in pista e per questo vi rimandiamo al già citato box con le impressioni di guida. ■ 99 MARZO Il riepilogo finale: la moto intera e il motore smontato in ogni sua parte.
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