Le farmacie - Banca Monte dei Paschi di Siena

Industria Farmaceutica
La catena di valore del farmaco
Un tema cruciale: la distribuzione farmaceutica
Siena, aprile 2015
Area Research & Investor relations
Antibiotico acquistato in farmacia: foto archivio Andrea Dardi
Indice

PRESENTAZIONE E BULLETT POINTS
p.4
La catena di valore del farmaco

Il mercato farmaceutico nel mondo: le vendite nel lungo termine
p.6

Produzione ed esportazioni del settore farmaceutico in Italia
p.8

Le vendite di farmaci nel mondo per classe terapeutica
p.10

Come si crea il valore nel farmaco: gli elementi fondamentali
p.11

Ricerca & sviluppo, produzione
p.12

Costi accessori e oneri commerciali
p.14

La formazione del prezzo nei prodotti farmaceutici: sintesi
p.15

Il contributo dei farmaci alla spesa sanitaria in Italia
p.16

Schemi assicurativi e Sevizi Sanitari Nazionali: il rimborso dei farmaci
p.19

Il rimborso dei farmaci negli USA
p.21

Dal valore al prezzo del farmaco: alcuni casi significativi
p.22

Scenari futuri per il “pricing “ dei farmaci
p.24
La distribuzione farmaceutica

La struttura della distribuzione farmaceutica
p.27

La dimensione del mercato distributivo nel Mondo e in Europa
p.29

Le farmacie: la capillarità della rete distributiva in Europa
p.30

L’indice MPS-PHD per la distribuzione farmaceutica mondiale
p.31

Il commercio parallelo dei farmaci: pro e contro
p.33

Conclusioni
p.34
APRILE 2015
pag. 3
PRESENTAZIONE E BULLETT POINTS
Il settore farmaceutico presenta notevoli motivi d’interesse, sia dal punto di vista economico, che da quello
industriale e commerciale: mobilitando molte tra le migliori energie e menti nel campo della ricerca è
estremamente innovativo, come dimostra il crescente numero di farmaci oggi sul mercato che permettono di
trattare patologie che fino a poco tempo fa non avevano indicazione terapeutica, come l’epatite C, alcune gravi
forme oncologiche e malattie rare.
Il farmaceutico è uno dei settori più globalizzati, questo perchè l’ordine di grandezza degli investimenti e i
tempi necessari per finalizzare e mettere sul mercato un farmaco nuovo sono estremamente rilevanti, ragion
per cui la ricerca e i capitali vengono ottimizzati molto spesso con partnership costituite tra operatori del
settore, e non solo tra le aziende più grandi, le cosiddette “Big Pharma”.
Anche l’Italia è protagonista: nell’attuale panorama economico generalmente caratterizzato da tinte non
propriamente rosee, il farmaceutico si è distinto durante gli ultimi anni per gli elevati tassi di crescita delle
esportazioni e l’innovazione di processo e di prodotto, diventando un “fiore all’occhiello” per tutta l’economia
italiana.
Questo lavoro si propone di discutere il meccanismo alla base delle formazione del valore e del “pricing” dei
farmaci e di affrontare un tema di grande interesse nel contesto attuale , quello relativo alla distribuzione
farmaceutica con la delicata questione del commercio parallelo.
Questi sono gli aspetti rilevanti, dal punto di vista dell’analisi:
 Il processo industriale di ricerca e di produzione del farmaco, e gli altri fattori rilevanti nella formazione del
prezzo;
 Il ruolo delle agenzie governative ed il rimborso dei farmaci in Italia ed USA nel trend della spesa sanitaria;
 La distribuzione dei prodotti farmaceutici e il commercio parallelo.
APRILE 2015
pag. 4
La catena di valore del farmaco

Il mercato farmaceutico nel Mondo e in Italia

I fattori fondamentali che determinano il “pricing”

Criteri guida nel rimborso dei medicinali in Italia ed USA
Area Research
e Investor Relations
Modello di molecola farmacologica organica. Fonte: www.3drivers.com
APRILE 2015
pag. 5
Il mercato farmaceutico nel mondo: le vendite nel lungo termine
1/2
VENDITE FARMACEUTICHE NEL MONDO (MILIARDI USD)
Elaborazioni MPS Research su dati IMS Market Prognosis
 Il grafico mostra chiaramente quanto il mercato farmaceutico sia cresciuto dal 2000 in poi: il valore
delle vendite è raddoppiato il dieci anni superando per la prima volta la barriera dei 1000 miliardi di
USD nel 2014.
 Le proiezioni degli esperti del settore ritengono molto verosimile la conferma del trend per gli anni a
venire: IMS Market Prognosis stima il valore del mercato tra 1200 e 1300 miliardi di USD nel 2018.
APRILE 2015
pag. 6
Il mercato farmaceutico nel mondo: le vendite nel lungo termine
2/2
 Un’attenta analisi critica dei dati presentati nell’ultimo rapporto IMS del novembre 2014 è
fornita dal “Quotidiano della Sanità”, che per correttezza nell’informazione riportiamo
fedelmente nelle parti principali.
 “ La spesa globale per i farmaci si prevede che raggiungerà 1.300 miliardi dollari entro il 2018,
con un incremento di circa il 30% rispetto al livello del 2013: il tasso di crescita annuo potrebbe
arrivare a toccare punte del 7% a fronte del 5,2% registrato nel corsi degli ultimi cinque anni.
Questa crescita sarà dovuta sia all'introduzione di nuovi farmaci che ad una maggiore
accessibilità ad essi da parte dei pazienti, che dovrebbe coincidere anche con una più bassa
incidenza di brevetti scaduti. I mercati sviluppati, guidati da Stati Uniti, i principali cinque mercati
europei (tra cui l'Italia) e il Giappone, saranno i driver principali di questa crescita, mentre i 21
paesi emergenti a livello farmaceutico arriveranno a rappresentare quasi il 50% della crescita
assoluta a livello globale nel 2018.
Tra i mercati quello statunitense si conferma il più grande, rappresentando circa un terzo del
totale a livello mondiale, ed è destinato ad aumentare ancora a un tasso del 5-8% annuo fino al
2018. Una stima di crescita significativamente superiore a quella del 3,6% registrata nel corso
degli ultimi cinque anni. Nei maggiori mercati europei, invece, gli sforzi attuati dal regime di
austerity per limitare la crescita della spesa sanitaria, e in particolare quella per i farmaci, hanno
portato a riduzioni di spesa o ad una bassa crescita, che proseguirà fino al 2018.’’
APRILE 2015
pag. 7
Produzione ed esportazioni del settore farmaceutico in Italia
1/2
Produzione venduta, in valore e quantità nel 2012 e 2013
Valore delle esportazioni, miliardi di euro
Esportazioni: confronto mensile 2013/2014
Elaborazione Area Research BMPS su dati ISTAT
APRILE 2015
pag. 8
Produzione ed esportazioni del settore farmaceutico in Italia
 I numeri del comparto farmaceutico italiano
2/2
rappresentano un’eccellenza nel panorama industriale
nazionale, soprattutto per i risultati ha conseguito dagli anni ‘90 ad oggi, diventando il secondo in Europa dopo
quello della Germania e uno dei primi nel mondo, come i dati forniti dall’ISTAT confermano.
 Con 174 unità produttive di grandi dimensioni, 62 mila addetti nel settore, 60 mila nell’indotto, e 6 mila
tecnici per la ricerca e sviluppo, 27 miliardi di euro di vendite e 2,4 miliardi di euro di investimenti, metà dei
quali destinati alla ricerca e sviluppo, il settore nel 2013 era in piena salute anche se non mancano gli
interrogativi relativi al futuro che attengono ad aspetti quali la futura politica ospedaliera, industriale ed il
quadro normativo che è sempre in evoluzione.
 Molto alta la produttività per addetto del settore in tutto il mondo ed in misura più marcata anche in Italia:
l’innovazione tecnologica e l’alta qualità del capitale umano sono i fattori sui quali si basa il successo del
farmaceutico nazionale.
 Ma la nota più soddisfacente è rappresentata dal grado di apertura verso i mercati esteri: le esportazioni sono
continuamente aumentate anno dopo anno non risentendo dei fattori di crisi internazionale che hanno afflitto
molti altri settori industriali e del commercio, infatti il 72% dell’intera produzione è destinata alle esportazioni,
che nel 2013 ammontavano a poco meno di 20 miliardi di euro, in aumento del 14% rispetto al 2012 e di ben il
65% rispetto al 2008: la grande crisi economica globale del 2008/2009 non ha praticamente avuto alcun effetto
sulle vendite estere del settore che è al quarto posto assoluto tre tutti i comparti esportatori italiani, mentre nel
1991 occupava il 53 esimo. Durante i primi sette mesi del 2014 le esportazioni sono cresciute del 2,8% rispetto
allo stesso periodo del 2013 quando avevano fatto registrare il nuovo massimo assoluto a 19,6 miliardi di Euro: il
tasso di crescita delle esportazioni per l’anno in corso pare in deciso rallentamento.
 Da sottolineare anche l’interesse delle aziende estere per i marchi e i brevetti farmaceutici italiani, interesse
che potrebbe determinare un ulteriore aumento degli investimenti nel nostro paese.
APRILE 2015
pag. 9
Le vendite di farmaci per classe terapeutica
PROIEZIONI 2016 ( MILIARDI USD)
Elaborazione MPS Research su dati IMS Institute for Healthcare Informatics
 Il grafico mostra le vendite attese delle principali 10 classi terapeutiche nel 2016.
Complessivamente, i farmaci appartenenti a queste categorie generano oltre il 30% delle vendite complessive e
possono essere considerati i “market drivers”.
I farmaci oncologici sono quelli che commercialmente generano il fatturato maggiore: si pensi che il solo
Avastin venduto dalla Roche che è un oncologico di tipo antiangiogenetico ha generato nel 2013 vendite pari a
7 miliardi di USD nel mondo.
 I farmaci oncologici, HIV antivirali e gli immunostimolanti sono farmaci di tipo specialistico (speciality
medicines) che hanno meccanismi d’azione sviluppati in maniera innovativa mediante studi d’avanguardia.
Lo sviluppo di questi farmaci coinvolge la maggior parte dei nuovi investimenti nel settore farmacologico.
APRILE 2015
pag. 10
Come si crea il valore nel farmaco: gli elementi fondamentali
I FATTORI DETERMINANTI NELLA CATENA DI VALORE DEL FARMACO
Diagramma elaborato da Area Research BMPS
APRILE 2015
pag. 11
Ricerca & sviluppo, produzione
1/2
Fiale in produzione . Fonte: www.metronik.net
 Secondo i dati forniti dalla WHO (World Health Organization), la ricerca, sviluppo e la
produzione dei nuovi farmaci incorporano la maggior parte dei costi che contribuiscono alla
formazione del prezzo finale al dettaglio: oltre il 40%.
 Il processo di scoperta e di industrializzazione dei farmaci si protrae molto a lungo nel tempo, ed
è suddiviso in varie fasi, a seconda dei protocolli vigenti. I modelli clinici di riferimento sono due:
quello adottato negli USA dalla FDA (Food and Drug Administration) e quello europeo definito
dall’EMA (European Medicines Agency).
 Lo standard previsto dall’FDA è generalmente considerato il più rigoroso al mondo perché sono
previste una fase preclinica, tre distinte fasi di test clinici ed una fase conseguente alla
commercializzazione.
Tutto l’iter può richiedere fino a vent’anni di tempo e un investimento medio stimato in circa 3
miliardi di USD, secondo i dati forniti da Tuffs Centre for Drug Development.
 Una volta approvato, il farmaco diviene un prodotto industriale: lo stesso istituto di ricerca ha reso
noto che i costi industriali di produzione sono aumentati decisamente durante gli ultimi dieci anni.
APRILE 2015
pag. 12
Ricerca e sviluppo, produzione
2/2
RICERCA & SVILUPPO E PRODUZIONE: CONTRIBUZIONE DELLE SINGOLE COMPONENTI AL COSTO
Elaborazione Area Research BMPS su dati Tuffs Centre for Drug Development
 Il diagramma mostra la ripartizione dei costi di produzione in basa all’analisi del Tuffs Centre for
Drug Development
 L‘ultima ricerca è stata condotta grazie alle informazioni fornite da 10 aziende farmaceutiche su 106
farmaci selezionati casualmente che sono stati testati sull'uomo in qualsiasi parte del mondo fra il 1995 e
il 2007.
 In uno studio precedente che fu eseguito nel 2003, il Tuffs Centre valutò che un costo per ogni nuovo
farmaco nuovo pari a 802 milioni di dollari per prodotti testati fra il 1983 e il 1994. La cifra, 1.044 milioni
di dollari se rapportata al 2013 (anno di riferimento del nuovo studio), indica un incremento del 145% tra
i due periodi verificati, con un tasso di crescita annuo composto del 8,5%
APRILE 2015
pag. 13
Costi accessori e oneri commerciali diversi
 Oltre ai costi di R&S e produzione propriamente detti (circa il 40% del totale), che sono stati
illustrati precedentemente, nella formazione del prezzo dei prodotti farmaceutici hanno rilevanza
anche altri costi. Il ruolo del commercio internazionale ha assunto una rilevanza sempre crescente nel
corso del tempo, sino a concorrere in maniera estremamente significativa alla determinazione del
prezzo finale. In particolare distinguiamo:
 Le componenti CIF (cost, insurance freight, ovvero i costi, le assicurazioni e i noli determinati dallo
shipping). Questi costi possono pesare circa 14% del totale.
 Il margine dell’importatore, mediamente poco sotto il 10% del totale. Trattandosi di un’attività
economica in senso stretto, l’attività di importazione è condotta da operatori specializzati che
logicamente incorporano il loro margine nel prezzo del farmaco. Ci sono casi di importatori che
dispongono di una loro rete di vendita propria ma non è la regola.
 Il margine del distributore. Comprende la remunerazione dell’attività dei rivenditori all’ingrosso e
della loro rete: sono compresi i costi dell’attività logistica di magazzino ed il trasporto ai dettaglianti. Il
costo della distribuzione è circa pari all’ 11% del totale a seconda dell’efficienza della catena
distributiva.
 Il margine del rivenditore al dettaglio, ovvero della farmacia. Si tratta del ricarico che viene
applicato al cliente finale della farmacia, che molto spesso è un paziente. La percentuale è mediamente
del 18% a seconda della tipologia di farmaco in questione. I ricarichi maggiori di questo canale
riguardano i prodotti cosiddetti “da banco” e una categoria di prodotti parafarmaceutici detti
integratori. Il canale ospedaliero si approvvigiona all’ingrosso ed evita questo passaggio.
 La componente fiscale, circa il 7% del totale. Si tratta delle imposte che vengono applicate dai
governi . Si possono dividere in due categorie, le imposte sul valore aggiunto, che differiscono da
paese a pese, e le tariffe sulle importazioni. Secondo i dati forniti da World bank, questi e sono pari a
zero in ben 56 paesi.
APRILE 2015
pag. 14
La formazione del prezzo nei prodotti farmaceutici: sintesi
CONTRIBUTI MEDI ALLA FORMAZIONE DEL PREZZO AL DETTAGLIO DEL FARMACO
Elaborazione Area Research BMPS su dati forniti da World Health Organization (WHO) e Healthcare Associated Infections (HAI)
APRILE 2015
pag. 15
Il contributo dei farmaci alla spesa sanitaria globale in Italia
1/3
Logo dell’ Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)
 Oltre alle attività di ricerca, produzione e commercializzazione che contribuiscono direttamente alla
formazione del prezzo, i farmaci sono soggetti a un approfondito monitoraggio da parte di organismi
specifici nei singolo paesi. In Italia, esiste l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).
 La mission dell’AIFA, per quanto attiene ai prezzi del farmaci è la seguente: “Il regolamento AIFA,
pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 31 Ottobre 2009, prevede tra le attività interne all’Agenzia quelle di
Health Technology Assessment.
 All’ufficio vengono attribuiti questi compiti:
o il monitoraggio del consumo e della spesa farmaceutica territoriale ed ospedaliera a livello
nazionale e regionale
o le attività di Health Technology Assessment.
o L’ufficio OsMed (Osservatorio sull’impiego del Medicinali)è inoltre in stretto rapporto con
importanti istituzioni /attività europee: Trasparency Committee, Infoprice project, EMINET, Network
of Competent Authorities for P&R. Partecipa attivamente a progetti europei nell’area dei prezzi e
rimborso dei farmaci, con particolare riferimento al settore ospedaliero” (dal sito dell’Agenzia).
APRILE 2015
pag. 16
Il contributo dei farmaci alla spesa sanitaria globale in Italia
2/3
SPESA SANITARIA PUBBLICA PRO-CAPITE, 2000-2011, ITALIA E ALTRI PAESI AREA EURO (USD)
2800
2600
2400
2200
2000
ITALIA
1800
1600
MEDIA ALTRI PAESI AREA
EURO
1400
1200
1000
Elaborazione Area Research BMPS su dati OCSE, System of Health Accounts riportati da Quotidiano della Sanità
 Il diagramma mostra la tendenza della spesa sanitaria pro-capite, misurata in USD (purchasing power
parities): si osserva con immediatezza che la spesa sanitaria in Italia è stata sempre inferiore alla media
europea durante tutto l’arco di tempo considerato e che il divario si è notevolmente ampliato dal 2005
in poi.
 L’Italia spende per la sanità soltanto il 9% del PIL, contro poco meno del 12% dei Germania, Olanda
e Francia. Gli USA spendono addirittura oltre il 17% nel settore (dati OCSE, rapporto statistico 2014)
 La spesa farmaceutica in Italia, che è parte della spesa sanitaria totale, si è addirittura contratta del 3%
nel 2014 rispetto al 2013 in base ai dati forniti da Federfarma.
APRILE 2015
pag. 17
Il contributo dei farmaci alla spesa sanitaria privata in Italia
COMPOSIZIONE SPESA SANITARIA PRIVATA, 2000
3/3
COMPOSIZIONE SPESA SANITARIA PRIVATA, 2011
Elaborazione Area Research BMPS su dati Rapporto OASI 2013
 Il rapporto OASI (Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema Sanitario Italiano) redatto dal CERGAS (Centro Ricerche sulla
Gestione Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi) su base dati ISTAT e RGSP (Relazione Generale Situazione
Economica del Paese) offre degli spunti importanti sui quali ragionare sia a livello di evoluzione della Spesa Sanitaria
Pubblica che di Spesa Sanitaria Privata.
 In base ai dati del rapporto, confermati anche da ‘’Health statistics 2014, dati relativi al 2012’’ la Spesa Sanitaria Nazionale
(privata e pubblica) nel 2012 ammontava a circa il 9,2% del Prodotto Interno Lordo, e la spesa totale per i farmaci
ammontava a 16 miliardi di euro (dato Farmindustria) .
 Per quanto attiene la nostra analisi, i dati rilevanti relativi alla spesa farmaceutica mostrano, come indica il digramma,
che per quanto riguarda la Spesa Sanitaria Privata, la voce relativa ai farmaci rappresentava nel 2000 il 35,3% del totale,
mentre nel 2011 era scesa al 32,7%.
 Intermini relativi , mentre la spesa sanitaria privata è cresciuta del 23% nel periodo 2000-2011, la spesa relativa ai farmaci
solo del 13,9%
APRILE 2015
pag. 18
Schemi assicurativi e Servizio Sanitario Nazionale: il rimborso dei farmaci
1/2
 In Italia, il sistema di rimborso dei farmaci messo a punto dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN), si
è progressivamente evoluto in senso competitivo puntando a conseguire una serie di obiettivi che
sono stati fissati, principalmente relativi al contenimento del budget, ma non solo. La legge 326 del
2003 formalizza la negoziazione tra l’ AIFA e le case farmaceutiche. Queste sono le linee guida, come
specificate nel sito web dell’Agenzia :
 “ Il rapporto costo/efficacia positivo: il medicinale è ritenuto utile per il trattamento di patologie per
le quali non esiste alcuna terapia efficace, o fornisce una risposta più adeguata rispetto a farmaci già
disponibili per le medesime indicazioni terapeutiche;
 Rapporto rischio/beneficio più favorevole rispetto a farmaci già disponibili per le stesse indicazioni;
 Valutazione dell’impatto economico sul SSN;
 Il miglior rapporto di costo terapia a confronto con prodotti della stessa efficacia;
 Stima delle quote di mercato acquisibili;
 Confronto con i prezzi e i consumi degli altri Paesi europei.
 Nella valutazione dell’efficacia e del prezzo di un farmaco l’AIFA si avvale del supporto della
Commissione Tecnico Scientifica e del Comitato Prezzi e Rimborso e dei dati dei consumi e della spesa
farmaceutica forniti dall’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali (OsMed)”.
 L’implementazione di questi meccanismi ha consentito di raggiungere risultati ragguardevoli nel
contenimento della spesa sanitaria complessiva in rapporto agli altri paesi europei, come abbiamo
visto nelle slide precedenti. Proprio il termine di paragone internazionale porta a ritenere che la spesa
farmaceutica dell’Italia non sia particolarmente elevata intermini relativi.
 A conferma di questa idea sta il fatto che alcuni farmaci sono molto meno costosi in Italia rispetto
ad altri paesi europei, come la Germania: di ciò si avvantaggia il commercio parallelo, come vedremo
più dettagliatamente in seguito.
APRILE 2015
pag. 19
Schemi assicurativi e Servizio Sanitario Nazionale: il rimborso dei farmaci
2/2
COSTO DEI FARMACI IN ITALIA RISPETTO ALLA MEDIA EUROPEA
Elaborazione Area Research BMPS su dati dello studio CERGAS 2013
 CERGAS (Centro Ricerche sulla Gestione Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi) ha svolto nel 2013
un interessantissimo studio sui prezzi dei farmaci, commissionato da Farmindustria. l’associazione che raccoglie i
produttori italiani.
 L’obiettivo dell’analisi era quello di confrontare i prezzi dei farmaci con obbligo di prescrizione, rimborsabili e
riferiti al mercato in farmacia ed ospedaliero (Classe A e H) in Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito.
L’anno di riferimento è quello mobile aprile 2011-marzo 2012.
 I risultati sono riportati nel diagramma. I farmaci in Italia costano in media il 14,6% in meno che nel resto dei
Paesi europei a noi assimilabili. In particolare, lo “sconto” è del 19% per i farmaci dispensati in farmacia e dell'8% per
quelli ospedalieri. Prezzi italiani più alti solo per i farmaci ospedalieri rispetto alla Spagna (del 15,2%) e per quelli in
farmacia a brevetto scaduto rispetto al Regno Unito (del 12,4%).
APRILE 2015
pag. 20
Il rimborso dei farmaci negli USA
 Le statistiche federali mostrano che la spesa sanitaria negli
USA supera il 17% del Prodotto Interno Lordo, che nel 2014 è
stato superiore a 17 mila miliardi di dollari: vista l’entità delle
cifre coinvolte e il fatto che oggi gli Stati Uniti sono il primo
paese per importanza al mondo nel farmaceutico, ci sembra
opportuno fornire un breve quadro delle politiche di rimborso a
favore dei pazienti.
 Il rapporto “Inform” redatto dalla Drug Information
Association rende noto che USA il sistema è molto complesso
e basato su numerose entità , sia pubbliche che private.
 Il settore pubblico contribuisce per il 50% alla spesa
farmaceutica dei cittadini,
con i programmi Medicare,
Medicaid, Children’s Helth Insurance Program, Bureau of
Indian Affairs, Veteran Health Administration, Tricare and
Public Health Service.
 Malgrado i numerosi programmi di assistenza pubblica, la
maggior parte dei cittadini statunitensi sottoscrivono polizze
sanitarie private: nel 2010 il numero dei cittadini coperti era
pari a 195,6 milioni, mentre 49,9 milioni (il 16,3%) non avevano
alcuna assistenza sanitaria.
 Il passaggio della legge nota come “Affordable Care Act” USA: Sigillo del Dipartimento per la Salute
e i Servizi Umani
(ACA), meglio conosciuta come “Obamacare”, approvata nel
marzo del 2010 ha creato un serie di meccanismi per estendere
la copertura sanitaria ed il rimborso dei farmaci a favore dei
cittadini bisognosi contenendo nel contempo il budget.
APRILE 2015
pag. 21
Dal valore al prezzo del farmaco: alcuni casi significativi
1/2
SPESA TRATTAMENTO ANNUALE PER PAZIENTE DEI 5 FARMACI PIU COSTOSI NEL MONDO (USD)
Elaborazione Area Research BMPS su dati forniti da FiercePharma, 2014
APRILE 2015
pag. 22
Dal valore al prezzo del farmaco: alcuni casi significativi
2/2
 Il diagramma riportato nella slide precedente è importante perché aiuta a comprendere con dati
alla mano le sfide con le quali i Sistemi Sanitari Nazionali e gli schemi assicurativi privati si devono
confrontare in questo campo: nel grafico sono rappresentati i nomi dei farmaci col relativo produttore
(tra parentesi) col loro costo annuo per paziente trattato.
 In questi ultimi dieci anni la scienza farmacologica ha fatto passi da gigante e sono oggi disponibili
trattamenti contro patologie contro le quali fino a poco tempo fa non c’erano opzioni terapeutiche ,
per esempio alcune malattie virali come l’Epatite C, alcune forme oncologiche particolarmente gravi
e alcune malattie rare, ma questi farmaci hanno spesso costi estremamente elevati. A fine 2014, i
farmaci più costosi al mondo erano i seguenti (valori forniti da FiercePharma):
 Achtar Gel, (Mallinckrodt), costo annuale per paziente 205 mila 681 USD. Il farmaco è indicato per
varie patologie come gli spasmi infantili, ricadute nella sclerosi multipla e vari disordini reumatici.
 Cinryze,, (Shire), costo annuale per paziente 230 mila 826 USD. E’ indicato per trattare una malattia
rara nota come angioedema (HAE).
 Kalydeco, (Vertex),costo annuale per paziente 299 mila 592 USD. Viene utilizzato per trattare la
fibrosi cistica, una gravissima malattia polmonare.
 Naglazyme (Biomarin), costo annuale per paziente 485 mila 747 USD. Si tratta di un farmaco
destinato al trattamento di una malattia rara nota come morbo di Maroteaux-Lamy che ha effetti
devastanti sull’organismo.
 Soliris (Alexion), costo annuale per paziente 536 mila 629 USD. Il Soliris è l’unico farmaco esistente
al mondo indicato per trattare una malattia rara nota come emoglobinuria parossistica notturna
(PNH), che determina la morte dei globuli rossi del paziente durante la notte.
 Questi sono casi estremi ma altamente indicativi di tutta una serie di prodotti nuovi, come in nuovi
farmaci per trattare l’epatite C, che hanno un costo molto elevato. Si capisce quindi come i SSN e le
assicurazioni siano impegnati come non mai in negoziazioni molto strette con i produttori per poter
garantire l’erogazione di questi farmaci a tutti i pazienti ai quali sono necessari.
APRILE 2015
pag. 23
Scenari futuri per il “pricing” dei farmaci
 Abbiamo visto in precedenza che la legislazione italiana
nel campo della regolamentazione e monitoraggio dei
prodotti farmaceutici può definirsi all’avanguardia anche
grazie all’ enforcement” dell’AIFA, pochi sono stati i casi che
hanno dato adito a dibattiti dal 2003 ad oggi. Il modello
vigente è comunque quello europeo e questo è un ambito
nel quale i vari paesi dimostrano buona capacità di
coordinamento soprattutto
negli aspetti relativi
all’approvazione e alla diffusione dei farmaci nuovi, perché
per quanto riguarda il costo delle terapie farmacologiche
sussistono ancora, come abbiamo visto, notevoli differenze.
 Non ci addentreremo in questa sede nell’analisi degli
aspetti gestionali relativi ai singoli Sistemi Sanitari nazionali
che possono incidere sui prezzi finali dei farmaci. Quello
che ci preme sottolineare, soprattutto per quanto riguarda le
nuove terapie che sono spesso le più onerose, è che col
passare del tempo l’aumento della concorrenza tra i
produttori, determina un deciso ribasso del prezzo dei
medicinali.
 Ciò vale soprattutto per le patologie di ampia diffusione
per le quali le opzioni terapeutiche sono state sviluppate
negli ultimi anni, e che sono il terreno sul quale le aziende si
confrontano in maniera più aggressiva: un caso eclatante è
dato dal trattamento dell’epatite C, una infiammazione
epatica virale che ha conseguenze gravissime per
l’organismo umano.
APRILE 2015
1/2
Il virus dell’epatite C (da www.medimoon.com)
pag. 24
Scenari futuri per il “pricing” dei farmaci
2/2
Sconto offerto negli USA sul farmaco “HARVONI” (Gliead Sciences) contro l’Epatite C
Elaborazione Area Research BMPS su dati Wall Street Journal, 4 febbraio 2015
 Il “mercato” dei farmaci contro l’epatite C è considerato molto ricco: negli USA si stimano 2,7 milioni di
pazienti (fonte Bloomberg), corrispondenti a un valore terapeutico teorico di oltre 20 miliardi di USD all’anno
(fonte Barrons).
 Una nuova terapia contro questa malattia (farmaco “Harvoni”, prodotto dalla Gilead Sciences), di grande
efficacia è stata approvata dall’FDA lo scorso mese di ottobre 2014: il prezzo base era di 94 mila 500 USD (fonte
FiercePharma) per 12 settimane di trattamento, le compagnie di assicurazione erano state in grado di negoziare
uno sconto del 22% sul prezzo base.
 A dicembre FDA ha approvato un altro farmaco per il trattamento della stessa patologia, il “Viekira Pak”
prodotto da Abbievie, il cui prezzo base era pari a 84 mila USD (fonte Fierce Pharma) per lo stesso periodo di 12
settimane.
 In seguito all’introduzione del farmaco concorrente, Gilead Sciences è stata obbligata ad aumentare lo sconto
del proprio farmaco al 46% rispetto al prezzo base per il 2015: questo è un esempio molto significativo di come la
concorrenza tra produttori nello stesso segmento terapeutico possa generare significativi ribassi dei prezzi.
APRILE 2015
pag. 25
Il Commercio Parallelo nella Distribuzione

Struttura della Distribuzione Farmaceutica

Indice MPS-PHD per la distribuzione farmaceutica mondiale

Il Commercio Parallelo
Area Research
e Investor Relations
Il moderno stabilimento Pfizer di Grange Castle in Irlanda
APRILE 2015
pag. 26
La struttura della distribuzione farmaceutica
1/2
TRE DIFFERENTI MODELLI DISTRIBUTIVI
Diagramma elaborato da Area Research BMPS su schema www.FDA.com
APRILE 2015
pag. 27
La struttura della distribuzione farmaceutica
2/2
 La struttura della catena distributiva del farmaco può essere “relativamente diretta”, “intermedia” e
“complessa”, cioè articolata in varie fasi ricorsive che interagiscono prima dell’ultimo passaggio: la Food
and Drug Administtion (FDA) statunitense, caratterizza la distribuzione in base ai seguenti elementi:
produzione, ingrosso, dettaglio, ri-confezionamento (o“repackaging”) ed altre forme di
approvvigionamento.
 Il primo caso illustrato è quello che consiste nella vendita diretta dal produttore a dettagliante: si tratta
del modello prevalentemente teorico perché in realtà non ci molti casi di aziende farmaceutiche
manifatturiere che dispongono di una propria rete vendita diretta al pubblico.
 Il secondo modello comprende altri elementi, il grossista e la società di ri-confezionamento. Si tratta di
un sistema che dispone di tutti gli elementi reali che caratterizzano la distribuzione farmaceutica, con il
passaggio ingrosso-dettaglio ma anche con il ri-confezionamento dei prodotti che tanta importanza ha
nelle moderne pratiche commerciali, soprattutto per quei prodotti che si basano su molecole non più
coperte da brevetto che sono vendute simultaneamente da più aziende con nomi commerciali diversi e con
proprio packaging. Il distributore fornisce il medicinale al “repackager” che lo restituisce con la confezione
desiderata, si ha poi il passaggio finale dall’ingrosso al dettaglio.
 Il diagramma mostra infine la situazione più complessa, quella nella quale oltre al ri-confezionamento è
presente un canale esterno composto da farmacie “istituzionali”, che agiscono da veri e propri rivenditori
nei confronti dei grossisti, e dall’estero, che si approvvigiona direttamente dai produttori e rivende
all’ingrosso. Naturalmente la funzione del “repackaging” non è cambiata ma in questo caso interagisce con
due livelli di grossisti: il primo livello è costituito da coloro che acquistano in via ufficiale dai rivenditori
esteri e produttori industriali, il secondo dall’importazione parallela il cui funzionamento verrà preso in
esame in maniera dettagliata in seguito. La distribuzione all’ingrosso che corrisponde al commercio
parallelo esercita una vera e propria attività di “trading” sui prodotti farmaceutici, collegando anche il
repackaging col dettaglio, ove i rivenditori finali ritengano che i farmaci non più coperti da brevetto
possano avere un maggiore appeal commerciale se confezionati in maniera diversa.
APRILE 2015
pag. 28
La dimensione del mercato distributivo nel Mondo e in Europa
 In un rapporto pubblicato di recente, il gruppo informativo britannico “Visiongain” stima il
valore del mercato della distribuzione farmaceutica all’ingrosso e al dettaglio in oltre 900
miliardi di USD nel 2018, una crescita costante guidata dallo sviluppo del mercato dei farmaci
prescrivibili nei paesi emergenti e dall’introduzione di nuovi farmaci negli USA, i Europa e
Giappone. Il rapporto prevede un aumento del numero di nuovi farmaci destinati alla cura
delle patologie gravi che hanno elevata marginalità economica; ciò potrebbe essere bilanciato
parzialmente dalla scadenza dei brevetti destinati ad aumentare il numero delle medicine
generiche (di minor costo) e alla regolamentazione verosimilmente più restrittiva dei governi a
contenimento dei budget di spesa.
 L’analisi di Visiongain prevede anche un aumento della dimensione media delle aziende
della distribuzione farmaceutica, aumento che dovrebbe verificarsi con fusioni e acquisizioni di
entità più piccole e meno capitalizzate. Ciò ha già cominciato a verificarsi, basta ricordare
l’acquisizione del 77,6% del capitale di Celesio, la terza azienda del settore per importanza da
parte del gruppo Mc Kesson, il più importante, avvenuta nel febbraio 2014.
 L’Euopean Medicine Information Network (EMINET), che fa capo alla Commissione Europea,
svolge importanti indagini informative periodiche sul mercato farmaceutico europeo.
Il rapporto “The Pharmaceutical Distribution Chain in The European Union: Structure and
Impact on Pharmaceutical Prices”, pubblicato nel marzo 2011, descrive il mercato della
distribuzione farmaceutica in Europa come molto frammentato soprattutto al livello del
commercio al dettaglio, con forti differenziazioni nei singoli paesi.
Il processo di consolidamento è comunque già cominciato a livello verticale con distributori
che hanno acquisito farmacie e catene di farmacie, ed è probabile che il processo si intensifichi
con il passare del tempo.
APRILE 2015
pag. 29
Le farmacie: la capillarità della rete distributiva europea
Europa: numero di farmacie presenti in ciascuno stato
Elaborazione Area Research BMPS su dati Nielsen, 2010
 Anche se i dati rappresentati sono di qualche anno fa, la distribuzione territoriale delle farmacie in Europa
descrive efficacemente l’estensione della rete farmaceutica a livello di vendite al dettaglio.
 Al primo posto nel 2010 era la Francia con 22 mila 689 farmacie seguita da Germania ( 21 mila 590), Spagna (19
mila 200) e Italia ( 16 mila 500). In totale, negli stati citati erano presenti oltre 104 mila farmacie.
APRILE 2015
pag. 30
L’indice MPS-PHD per la distribuzione farmaceutica mondiale
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Indice MPS-PHD sulla distribuzione farmaceutica mondiale, 200-2015, dati mensili
Elaborazione Area Research BMPS su dati Bloomberg
APRILE 2015
pag. 31
L’indice MPS-PHD per la distribuzione farmaceutica mondiale
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 L’indice MPS-PHD è una media aritmetica ponderata e normalizzata delle chiusure
mensili dei prezzi di borsa dei tre principali gruppi della distribuzione farmaceutica
mondiale: McKesson, Cardinal Health e Ameriusource Bergen, si tratta di “corporations”
fondate negli USA che hanno attività distributive a livello globale. Insieme, queste tre
aziende capitalizzano oltre 100 miliardi di USD, e la capitalizzazione di borsa costituisce la
base del sistema di ponderazione dell’indice.
 Il diagramma permette di osservare che dal 2011 in poi si è materializzato un deciso
trend rialzista: soltanto nel 2014 l’indice è aumentato del 36%, a testimonianza della
salute di cui gode questo settore. La performance dell’indice è particolarmente
sorprendente se si pensa che da gennaio 2011 a gennaio 2015 il valore dell’indice è più
che triplicato.
 Interessante quello che è accaduto in Europa a livello di “large corporate”: nel 2007 il
gruppo britannico Alliance-Boots, primo distributore di farmaci a livello europeo, è stato
acquistato dall’imprenditore italiano Stefano Pessina mediante un deal di private equity
con KKR per 22 miliardi di USD, la più grande operazione di questo genere mai fatta in
Europa.
 Il secondo maggior gruppo a livello europeo, Phoenix Group con sede in Germania,è
invece controllato da privati, la famiglia Merckle.
 Per questi motivi la distribuzione farmaceutica europea, che è seconda soltanto a quella
degli Stati Uniti a livello mondiale, è sottorappresentata nei mercati borsistici perché le
aziende più importanti del settore non sono quotate essendo detenute da privati.
APRILE 2015
pag. 32
Il commercio parallelo dei farmaci: pro e contro
 Un tema molto delicato che è divenuto recentemente oggetto di pubblico dibattito è quello
“dell’importazione parallela” dei farmaci, che in questa sede preferiamo definire “commercio parallelo”
perché coinvolge tutti gli aspetti del “trade” sui farmaci, e non solo quelli relativi all’importazione.
Esiste un “paper” di riferimento a livello documentale per questo argomento è “Domande e Risposte
sulla Distribuzione Parallela”, pubblicato dall’EAEPC (European Association of Euro-Pharmaceutical
Companies) nel 2014.
 Il commercio parallelo in campo farmaceutico consiste nel reperire farmaci su mercati dove hanno
minor costo e rivenderli su altri mercati dove i prezzi degli stessi farmaci sono più elevati. Questa
pratica è una normale attività che sui mercati è conosciuta come “arbitraggio” e mira sfruttare le
differenze di prezzo per generare un profitto con un rischio molto limitato. Il commercio parallelo è
perfettamente legale a livello europeo e regolamentata dalle autorità in maniera da facilitare la
concorrenza nel mercato farmaceutico dell’Unione.
 Il documento dell’EAEPC fornisce le cifre di questo particolare settore commerciale che
rappresenta circa il 3% dell’intero mercato farmaceutico europeo, con fatturato che lo scorso anno era
di circa 4,5 miliardi di Euro all’anno. La Germania è il più grande importatore sul canale parallelo con
circa l’11% di quota di mercato, che in Italia è circa dell’ 1%.
 Malgrado la dimensione relativamente piccola del mercato parallelo rispetto al totale del
farmaceutico, questa attività ha numerosi detrattori perché le si attribuisce la responsabilità della
“scomparsa” di alcuni farmaci dal mercato italiano, che essendo già presenti in quantità esigua,
vengono comprati per essere rivenduti in Germania, dove i prezzi sono, come abbiamo visto, più
elevati che in Italia.
 Alcuni di questo farmaci sono “salvavita” come gli anticoagulanti, è ciò ha dato inizio a un dibattito
di carattere etico se i farmaci possano essere considerati alla stregua di una merce convenzionale
oppure no.
APRILE 2015
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Conclusioni
 In un mercato farmaceutico mondiale che è fortemente cresciuto superando per la prima volta i
1000 miliardi di USD di vendite nel 2014 che le proiezioni danno in continua ascesa anche negli anni
a venire, la comprensione delle componenti fondamentali che stanno alla base della creazione del
valore è molto importante.
 Alla formazione del prezzo al dettaglio dei farmaci contribuiscono infatti non soltanto i costi di
ricerca & sviluppo e produzione (circa il 40%), ma anche i margini dovuti al commercio che sono
incorporati nel prezzo finale: importazione, ingrosso, dettaglio e tasse incidono per il restante 60%
circa.
 La spesa farmaceutica dipende dalla spesa sanitaria complessiva, che differisce molto a seconda dei
paesi: negli USA è addirittura del 17% rispetto al PIL mentre l’Italia è uno dei fanalini di coda tra i
paesi più sviluppati perché la spesa sanitaria globale è solo il 9% del Prodotto Interno Lordo, una delle
percentuali più basse. Anche a livello Europeo il divario tra l’Italia e gli altri paesi si è ampliato.
 Per quanto riguarda il prezzo medio dei farmaci ci sono forti differenze tra i singoli paesi, anche in
Europa: uno studio svolto nel 2013 dell’istituto CERGAS, che fa capo all’Università Bocconi, ha
dimostrato che i prezzi dei farmaci in Italia sono più bassi del 14,6% rispetto alla media degli altri paesi
europei.
 Alcuni farmaci di nuova generazione destinati al trattamento di patologie che fino a pochi anni fa
non avevano opzioni terapeutiche, offrono un esempio significativo dei livelli di prezzo elevatissimi
che possono essere raggiunti in questo settore, con le conseguenti pressioni sugli enti pubblici e privati
preposti al rimborso dei farmaci a favore dei pazienti: solo la concorrenza tra case farmaceutiche può
contribuire ad abbassare il livello dei prezzi, come l’esperienza dei nuovi farmaci destinati al
trattamento dell’epatite C dimostra,
 L’andamento dell’indice MPS- PHD testimonia lo stato di salute del settore a livello mondiale. Due
temi fondamentali sono la capillarità della rete distributiva ed il commercio parallelo.
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Contatti
Autore Pubblicazione
Andrea Dardi
Email: [email protected]
Tel:+39 0577-294352
Credits: Si ringrazia in particolare IMS Institute for Healthcare Informatics per il lavoro fondamentale
“Understanding the pharmaceutical Value Chain”, del novembre 2014, e tutte le altre fonti di
informazione citate.
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