Giovedì Santo 2015 - Parrocchia dei Ss Filippo e Giacomo

Parrocchia Ss.Filippo e Giacomo
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Don Lamberto 339-2353031
01019 Vetralla
E-mail
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Giovedì Santo 2015
2 aprile 2015
in preghiera
con
Papa Francesco
1
Da:
Noi come cittadini Noi come Popolo (Papa Francesco)
Dio nella città (Papa Francesco)
Riunioni del Primo Mercoledì del mese
Preparazione alla Festa della Madonna del Carmelo (31 maggio 2015)
Programma parrocchiale per la Quaresima 2015 (tratto dalla Lettera alla
Città di Ancona, dell’Arcivescovo della Diocesi di Ancona e Osimo, il
Card. Edoardo Menichelli)
Orario Adorazione Comunitaria
21,00 - 21,30, Per Fidanzati – Giovani Sposi: 16. 17.
21,30 - 22,00, Per Sorelle e Poretatori della Madonna: 16. 17.
22,00 - 22,430, Per Giovani: 17.
Canti:
Ave Verum Corpus natum de Maria Virgine
Vere passum, immolatum in cruce pro homine,
Cujus latus perforatum unda fluxit et sanguine,
Esto nobis praegustatum in mortis examine.
O Sacrum Convivium in quo Christus sumitur,
recolitur memoria passionis eius.
Mens impletur gratia et futurae gloriae nobis pignus datur.
Panis Angelicus fit panis hominum
Dat panis coelicus figuris terminum.
O res mirabilis! Manducat Dominum
Pauper, pauper, servus et humilis
Pie Jesu Domine dona eis requiem
Sei tu Signore il pane tu cibo sei per noi.
Risorto a vita nuova, sei vivo in mezzo a noi.
2. Nell'ultima sua cena Gesù si dona ai suoi:
"Prendete pane e vino, la vita mia per voi".
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3. "Mangiate questo pane: chi crede in me, vivrà.
Chi beve il vino nuovo, con me risorgerà.
4. E' Cristo il pane vero, diviso qui fra noi:
formiamo un solo corpo e Dio sarà con noi.
5. Se porti la sua croce, in lui tu regnerai.
Se muori unito a Cristo, con lui rinascerai.
6. Verranno i cieli nuovi, la terra fiorirà.
Vivremo da fratelli: la Chiesa è carità.
Stabat Mater:
Vidit suum dulcem natum
moriendo desolatum
dum emisit spiritum.
Stava Maria Dolente,senza respiro e voce,
mentre pendeva in croce, del mondo il Redentor.
E nel fatale istante crudo e materno affetto
Le lacerava il petto Le trafiggeva il cuor.
Signore aiutaci ad amarti di più
Signore aiutaci ad amarci di più
Ascoltalo Signore
Ascoltaci Signore
3
Il testo che sottoponiamo alla preghiera e alla meditazione,
in questo Giovedì Santo, in questa Settimana Santa
e che ascolteremo di nuovo, nel mese di maggio
e nella Processione della Festa della Madonna del Carmelo
è un testo, anche se profondo, non difficile e bello.
E’, praticamente, un estratto da pensieri di Papa Francesco.
Pensieri e parole
che possono smuovere gli animi, le menti, i cuori
e le mani.
Che possono vincere vetuste e inveterate delusioni,
scoraggiamenti, disillusioni.
Vi parliamo di Speranza
e, nella parola di Papa Benedetto, di “Speranza affidabile”.
Nel vocabolario di Papa Francesco
la Speranza Affidabile diviene “Utopia” (vedi N°20).
Utopia realizzabile, e non a parole,
ideale concreto, progetto trasformatore;
guardare al futuro, scriverlo, costruirlo giorno per giorno;
come cercare di anticipare la storia. (Vedi, più ampiamente, N° 20).
4
Da:
Noi come cittadini Noi come Popolo (Papa Francesco)
Nota: Nei testi seguenti
i numeri tra parentesi si riferiscono
al testo di Papa Francesco
Noi come Cittadini, Noi come Popolo.
1. Oggi c’è il primato dell’individuo e dei suoi diritti,
è esaltazione di se stesso, a favore dei propri desideri, in ogni individuo;
è il dominio dell’io ritengo, io penso, io credo;
al di sopra e al di là della realtà e dei precetti di ordine religioso (35).
Dobbiamo, questa dimensione individuale, personale,
farla divenire sociale, collettiva, comunitaria.
Per fare questo dobbiamo essere Cittadini e Popolo. (36)
2. Cittadini, sono le persone;
la Società, della quale spesso parliamo, è soltanto un concetto astratto.
Il Popolo non è un concetto astratto, ma è la storia, reale, vissuta.
Noi parliamo di questo popolo
che, quando è scritto con la P maiuscola, è Popolo di Dio.
3. Non è molto sentito essere Popolo (37)
proprio per questo dobbiamo farci Popolo (38)
e far passare la nostra patria dall’essere patria bambina a Patria adulta.
4. La nostra drammatica storia è piena di contraddizioni, spesso violente (38)
Non possiamo ripetere, ancora, separazioni e contrapposizioni che ci hanno
danneggiato (39)
Per essere Popolo di Dio, radunato nel nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo, radunato come credenti, oggi, dall’Eucaristia, occorre una
cultura dell’incontro e un grande orizzonte utopico condiviso.
5
La parola “utopia” per molti è sogno irrealizzato e, forse, irrealizzabile;
per i Cristiani (nel nome e per mezzo di Gesù Cristo) è dare Risurrezione al
Popolo di Dio e, per mezzo del Popolo di Dio, che siamo noi, dare
Risurrezione a tutte le Persone e a tutto il Creato. (vedi N° 20).
5. Ognuno di noi deve recuperare concretamente l’essere cittadino e l’essere
popolo per divenire sempre più orientati al bene comune (43)
Dobbiamo divenire: Persone convocate a creare una unione che tende al bene
comune.
Per questo ognuno di noi ha un dono da mettere a servizio del bene comune.
6. Non basta sentirci parte di una società; dobbiamo sentirci parte di un Popolo
(45)
Dobbiamo raggiungere una Identità di cittadini appartenenti ad un Popolo: al
Popolo nel quale nasciamo e nel quale viviamo.
Il Cittadino non è il mucchio, la massa; è Popolo, è una cittadinanza
seriamente, consapevolmente impegnata a realizzare un fine comune (45).
7. Fare politica così è agire con carità. E’ una amicizia sociale (47)
Non si tratta di predicare la bontà,
occorre essere buoni!
Occorre lavorare per la Verità, la Bontà, la Bellezza (49) come esperienza
di Popolo, di noi come Popolo (50); non basta essere individui che
compiono il bene.
8. Noi, però,
Abbiamo difetti e vizi che combattono contro l’essere Popolo di Dio: (53-55).
Questi difetti e vizi ostacolano e rallentano il compiersi della Volontà di Dio,
qui sulla Terra come nel Cielo.
Quali difetti?
il primato dell’individuale e del particolare al di sopra di tutto e di tutti
la visione a breve termine (occupare gli spazi della vita comunitaria e
sociale con una visione a breve termine, senza finalità che vanno oltre questo
spazio e questo tempo; vedere la storia come cosa immediata e che si svolge
bene solo quando è a nostro comodo e favore).
la civiltà dell’immagine che attira superficialmente i nostri interessi e non
ci fa accorgere del pericolo di divenire, se non di essere già, un popolo
inconsistente, guidato da dirigenti inconsistenti.
6
9. Dobbiamo, come cristiani convocati, oggi, dall’Eucaristia, proporci un
Progetto:
imparare a sollevare lo sguardo
ricordarci sempre di sognare un paese bello per i nostri figli
darci un piccolo programma reale e realizzabile
crearci una cultura dell’incontro e non della contrapposizione
ricordarci che risolvere i problemi dovrebbe unirci e non
dividerci.
10. Noi oggi siamo invitati a pregare e a celebrare per:
a. Un ideale pieno e sentito, un desiderio di futuro per superare i nostri
limiti (e il limite principale, a Vetralla, è che, in molti, rispondono, o, peggio,
rispondiamo, alle attese: nun se po’ fa’) (61)
Non si possono onorare gli spazi di potere e privilegiarli e cercarli
affannosamente rispetto al cammino che il Popolo di Dio può fare nel tempo.
Dobbiamo imparare ad Avviare processi, più che occupare spazi... se
vogliamo che l’Eucaristia sia vera.
b. Noi oggi siamo invitati a pregare e a celebrare per capire la differenza tra:
L’interesse di quello che debbo fare per me, per la mia utilità,
e quello che è giusto fare.
(Ad esempio, la parabola del buon Samaritano: il prete – passa oltre perché
deve dire Messa; il sacrestano – passa oltre perché deve andare ad aiutare il
prete!!)
E vedere la bellezza di quello che faccio per edificare il bene e il bello, al di là
dell’immediato mio interesse.
Quando il mio interesse personale è in conflitto con la bellezza e la bontà del
tutto, il mio interesse è possibile – è sicuro che sia errato e brutto.
c. Per costruire il bello che nasce dall’Eucaristia del Popolo di Dio debbo
abituarmi a
Pensare alla realtà non solo all’idea e imparare a realizzare l’idea.
Non dobbiamo solo spiegare la realtà, la dobbiamo costruire, e costruirla
bella.
Non possiamo vivere, come in gran parte oggi accade, solo nell’immagine
esteriore e, forse, in una immagine truccata, dobbiamo far conoscere e
7
possedere la realtà bella di Gesù, per mezzo dell’Eucaristia celebrata nel
suo Popolo, che siamo noi. (65)
d. La casa, che siamo noi, non deve essere chiusa all’esterno, a ciò che è fuori,
deve essere invece focolare, lievito, deve mettere in moto la persona per la
comunità.
(né riempirci la coscienza e la bocca pensando e parlando sempre e solo di
tutto il bene che nell’Universo possiamo fare (universalismo generico)
né pensare sempre e solo ai nostri ricordi e a quelli del nostro piccolo ambiente
(localismo folcloristico di memorie passate) ((67).
Ad esempio: il discorso che spesso si fa dicendo: “te ricorde”?). E tutto il
folclorismo paesano delle diverse rievocazioni del Medioevo o, comunque, del
passato.
Unione, invece, delle persone nel cercare il bene comune…
come una processione di singoli che cooperano insieme per un motivo ideale
che tutti riunisce.
Il nostro ideale sarà non dire: “la mia processione è più bella della tua. ..
Guarda che bella processione abbiamo fatto!”
E, non, da parte di altri, dire, con invidia: “Guarda che processione che hanno
fatto”.
Cercare, nella unione, la partecipazione di tutti e di tute le persone o le
associazioni.
11.
L’Eucaristia che oggi celebriamo è
Costruire ponti e non abissi: deve essere lo stile del pensare e del nostro
agire perché Il tutto è superiore alla parte. (67 – 68 - 69)
Essere cittadini: è essere convocati per una scelta, chiamati ad una lotta,
chiamati alla appartenenza ad una società e ad un popolo (che, quando è
convocato dall’Eucaristia diviene Popolo di Dio).
Non siamo chiamati ad essere mucchio,
Non siamo chiamati ad essere massa,
ma popolo e Popolo di Dio che condivide, non contrasta.
12. La nostra Eucaristia è anche Campanilismo:
Il campanilismo non è distruggere il campanile dell’altro, ma farne un altro
bello; come quello o, se possibile, superiore all’altro.
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Sono nemici del bene e del bello (e anche nostri nemici):
il menefreghismo – il lavarsi le mani - il non fare nulla – lo stare a
guardare – il criticare
la lamentela (se invitiamo per le danze - non ballano; se li
convochiamo per un funerale - non piangono).
Ma non si può ballare solo il giorno del matrimonio e piangere solo il giorno
del funerale! (69-69-69-69)
Vivere lamentandosi o fregandosene non è una scelta cristiana e non serve
ad avere una comunità cristiana o sociale più bella!
13. Come fare?
avere il dialogo come metodo
operare una ricerca condivisa di consensi
considerare e stimare più il tempo che lo spazio
considerare e stimare più il tutto che la parte
considerare e stimare più la realtà che l’idea
considerare e stimare più l’unità che il conflitto (74)
14. Il soggetto di tutto questo processo-progetto è il Popolo e la sua
cultura, la sua libertà.
Non si può obbligare qualcuno a qualcosa e pretendere che la condivida.
Grandioso è accordo di vivere insieme: popolo – nazione - nel mondo
contemporaneo (76)
Grandioso è quando questo popolo realizza ideali perché è Popolo di Dio.
15. Ogni Uomo – Tutto l’Uomo (come ci aiutava a capire Papa Paolo VI) è
costruttore del proprio destino.
Ogni persona è costruttrice del proprio destino.
Stabilire nelle coscienze una cultura dell’incontro, salvaguardando le
differenze, convergendo sui valori e sulla dignità della persona umana (83),
Partecipazione, dialogo, consenso: formano davvero il progetto città e, da
cristiani, davanti all’Eucaristia, il progetto della Città di Dio e di Dio nella
Città.
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Pagina 87-88 come preghiera
16. Carissimi,
Il tempo che stiamo attraversando, pur in mezzo a tante incertezze e
sofferenze, è “un tempo particolare che il Signore ci mette a disposizione”
per progettare, per sognare;
è un tempo per mettere da parte “posizioni intransigenti e abbandonare
separazioni” che hanno come “unico orizzonte benefici a breve termine” e di
breve durata.
17. Il tempo che stiamo attraversando “E’ una occasione privilegiata, un dono
che non dobbiamo perdere.
Questo tempo apre una grande opportunità, quella di identificare le questioni
irrisolte, tra le quali lo sradicamento della povertà e della disuguaglianza.
Pensiamo in particolare anche ai giovani,
che non hanno opportunità di istruzione e di un lavoro degno e decoroso.
18. Il tempo che stiamo attraversando È l'occasione per chiedere e organizzare
una vita privata e politica e politiche di Stato su temi che devono essere
sottratti agli interessi di parte, agli accordi del momento e alle pressioni
politiche: i temi dell'educazione, della salute, del lavoro e della sicurezza;
Noi oggi, davanti all’Eucaristia solennemente esposta, preghiamo perché
questi temi devono restituirci una società omogenea
e ricostruire il tessuto e il vincolo sociale del nostro popolo.
19. Il tempo che stiamo attraversando È l'occasione per decidere con quale
lavoro, con quali produzioni, con quale livello di valori parteciperemo alla
vita del mondo.
È l'occasione per sostenere una vita sociale e politica di diritti umani che
aiuti la costruzione di un’identità nazionale e cittadina basata sulla
memoria, la verità e la giustizia.
È l'occasione per rileggere la storia secondo una chiave di speranza.
È l'occasione per mobilitare le energie sociali attorno a un progetto più
generoso, ampio, che valorizzi tutte le nostre potenzialità.
20. Questa idea di progetto, che percorre diverse tappe della nostra storia, si
presenta come
Utopia, in concreto realizzabile,
come qualcosa di diverso da un piano o persino da un modello.
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E’ un ideale concreto, papa Benedetto diceva: una
Speranza affidabile.
Un progetto che sia ed è qualitativamente superiore e trasformatore.
Progettare e dare spazio a questa Utopia, a questa Speranza affidabile, è
guardare al futuro, scriverlo, costruirlo giorno per giorno con decisioni e
azioni in dialogo armonico con il dono ricevuto.
Il progetto è la nostra intenzione e speranza,
è come cercare di anticipare la storia.
Esige che vengano adottate strategie con accordi sostanziali e plurali per
procedere un po’ alla volta e crescere progressivamente, senza negare le radici
della nostra identità.
pagina 93 come Preghiera per la Patria
21. Gesù Cristo, Signore della storia, abbiamo bisogno di te.
Ci sentiamo feriti e oppressi.
Abbiamo bisogno del tuo conforto e della tua forza.
Vogliamo essere nazione,
una nazione la cui identità
sia la passione per la verità
e l'impegno per il bene comune.
22. Dacci il coraggio della libertà
dei figli di Dio
per amare tutti senza escludere nessuno,
privilegiando i poveri
e perdonando quelli che ci offendono,
rifiutando l'odio e costruendo la pace.
23. Concedici la saggezza del dialogo
e la gioia della speranza che non delude.
Tu ci convochi.
Siamo qui, Signore,
vicini a Maria,
che, dai monti del Carmelo
e dalla Parola di Dio,
ci dice: Canta e cammina!
Gesù Cristo,
Signore della storia,
abbiamo bisogno di te. Amen.
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Da:
Programma parrocchiale per la Quaresima 2015 (tratto dalla Lettera alla
Città di Ancona, dell’Arcivescovo della Diocesi di Ancona e Osimo, il
Card. Edoardo Menichelli)
Meditiamo nella Parola di Dio di questa sera come riuscire a testimoniare la
Parola di Dioin riferimento alla vita della nostra cittadina e per fare della
nostra Parrocchia un “messaggero di buone notizie”.
Non per comandare, né per ammonire:
per ricordare che, se vogliamo, possiamo avere maestri e testimoni che ci
aiutino a costruire la Città di Dio che comprende e nobilita la Città dell’Uomo.
1. Città di Vetralla “pronuncia il nome di Dio compiendo azioni singolari.
Parliamo per l’esercizio della testimonianza di fede e della fraternità,
attraverso il ministero della Parola, la gioiosa fedeltà a Cristo che incoraggia
nella speranza parlando alla coscienza personale e a quella collettiva.
Questo compito è consegnato ad ognuno dalla Parola di Dio che abbiamo
accolto e che è via maestra per la vita personale e di popolo.
2. L’uomo non è solo nella storia; le sue ferite sono sanate dalla misericordia
di Dio.
Risuona per noi, provocante la domanda di Cristo Risorto a Maria di
Magdala: “Donna perché piangi?”
Il problema, carissimi, è proprio questo:
non ci accorgiamo più che Dio in Gesù è fra noi.
Abbiamo occhi sempre in lacrime, perché pronti a guardare le nostra miseria
e fintanto che guardiamo a questo noi non potremo mai essere dei risuscitati!
3. La presenza di Dio non è un automatismo spiritualista, è un
convincimento dell’anima. Oggi soggiaciamo alla disperazione e al lamento,
perché abbiamo perso Dio, lo abbiamo quasi estromesso dalla nostra storia e
perché le cose e le persone alle quali ci siamo affidati ci hanno tradito.
Dico a questa città tutta: a. dì il nome di Dio, prendi Dio a sostegno e luce per
la tua storia, racconta Dio ai tuoi giovani figli perché non si ammalino di
solitudine e non si ritrovino schiavi di pericolose libertà; prega non per essere
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una città religiosa, piuttosto una città lieta e bella, dove splende la bellezza e
la dignità di uomini e donne che sono e vivono la paternità.
b. Compi il bene che evangelicamente ha cifre singolari che molto
scandalizzano e provocano: per vincere occorre perdere; dare invece di
ricevere; non guadagnare per non rovinarsi; non conquistare ma servire.
Tutto ciò non programma per la pigrizia, né campo aperto per le violenze dei
furbi, né sogni di fatui spiritualismi.
E’ piuttosto “progetto di vero bene” che facciamo fatica ad accogliere ma che
contempliamo gioiosi nelle figure dei Santi che hanno segnato la storia (es. S.
Francesco).
Questo “compiere il bene” può essere ben preso come progetto della
cosiddetta “società civile” o, se si vuole, come progetto-città.
La città “bella” non è la città simile a quella costruita da Caino. Una città
così ha bisogno della cosmesi delle parole e finisce per non essere
riconosciuta come abitato dal bene.
La città di oggi non ha bisogno di un lamentoso pettegolezzo, né di
asservimento a stanche ideologie né tanto meno di privilegiati e storici
arroccamenti.
La città, oggi, ha bisogno di me!
La città ha bisogno di una Chiesa serva della verità di Dio e della Sua
misericordia;
ha bisogno di solidarietà per un recupero di felicità più diffusa;
ha bisogno di una politica di condivisione misurata sulla persona e non
sulle appartenenze;
ha bisogno di una cultura che metta la scienza e il sapere al servizio di
tutti;
ha bisogno di prossimità per essere attenti samaritani e non frettolosi ed
egoisti analisti del sociale;
ha bisogno di bellezza, goduto risultato di una personale attenzione e
partecipazione verso l’arredo urbano.
La città ha bisogno di essere casa serena ed educante
verso le nuove generazioni che custodiscono speranza,
ma che sembrano invecchiate da infeconde soddisfazioni”.
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Da:
Riunioni del Primo Mercoledì del mese
Dalla Preparazione alla Festa della Madonna del Carmelo (31 maggio 2015)
Carissimi,
i testi riportati ci avvicinano alla parola di Papa Francesco, che
meditiamo ogni primo mercoledì del mese, e che introduce nei nostri cuori
riflessioni sullo stato delle cose nella nostra città e nelle nostre comunità
cristiane, ma, molto di più, introduce a sogni realizzabili e futuri, non lontani
dalle nostre mani e dai nostri cuori.
Il desiderio sincero di non disprezzare ciò che siamo,
ma, insieme, di costruire,
con certezza di Speranza affidabile,
con Utopia
ciò che saremo,
ci spinge a narrare ideali condivisi.
Nelle riunioni del primo mercoledì di ogni mese abbiamo chiesto agli
intervenuti e, per mezzo loro, a tutta la città, di fare in modo che la Festa della
Madonna del Carmelo, il 31 maggio, sia una testimonianza di vita cristiana, sia
una conclusione festosa di un anno di impegno.
Non solo questo, però, che è già cosa bella e doverosa,
ma, ancor più, sarà necessario che, in ogni festa e in tutta la vita,
riusciamo a dare una impronta nuova alla vita della cittadina
e della comunità cristiana in cui viviamo
per scrollarci di dosso una mentalità pauperistica e desolante
e che possiamo infondere nelle menti e nei cuori
desideri di sviluppo formativo ed educativo
alla vita cristiana e ad una vita sociale accettabile.
Avvisi per la vita parrocchiale fino al mese di Giugno
Momenti importanti e forti
che ci avvicineranno alla Festa della Madonna del Carmelo (31 maggio
2015) saranno:
A. Riunioni formative, preghiera e celebrazioni (vedere anche Calendario
Parrocchiale – chi non lo ha, lo ritiri in sacrestia):
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oltre il Calendario Parrocchiale, un nuovo impegno:
un Corso per la formazione di Catechisti e Animatori Cristiani;
inizialmente con orario: Martedì 7-14-21 aprile; alle ore 15,30
ma che, a vostra richiesta, al limite anche una richiesta individuale, può
essere realizzato in altri orari e giorni.
B. La prossima riunione sarà mercoledì
nella Cappella della Madonna del Carmelo.
8 aprile alle ore 18,30
C. Impegni pratici:
Lettere ai Sacerdoti e alle Comunità Parrocchiali di Vetralla (don
Lamberto) per invitare alla partecipazione al Mese di Maggio e alla
Processione altre Comunità e Associazioni.
Lettere alle Associazioni Partecipanti (don Lamberto) per invitare alla
partecipazione al Mese di Maggio e alla Processione altre Comunità e
Associazioni.
Testi preghiere e Testi per le tre soste di meditazione (don Lamberto)
Giornale Parrocchiale “Come un Giornale” – Festa della Madonna 2015 –
Coordinamento (don Lamberto, Alfredo Moretti, Adelmo Frateiacci)
Giuria Infiorata: Jessica Di Tofano, Chiara Evangelisti, Giuseppina Petito,
Riccardo Quagliarella, Stella Rubini.
Squadre Portatori (in base alle altezze)
I. (da mt 1 a mt 1,10):
V.
II.
VI.
III.
VII.
IV.
VIII. (da mt 2 a mt 2,10):
Cavalletti Portatori per le soste: Francesco Petito, Riccardo Quagliarella?,
Stendardo Portatori
Stendardo Sorelle
Stendardo La Fiorita
Stendardo Madonna
Stendardo Sacro Cuore
Croce 1+1
Candele 2+2
Distribuzione foglietti per la preghiera e la meditazione
Distribuzione Santini
Guida Processione con Trasmettitori radio
Voci per la preghiera
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Voci per le tre Meditazioni
Guide per i Bambini della Prima Comunione
Ordinamento Processione Ragazzi
Voce per la Preghiera Finale in Piazza
Preparazione Luci facciata chiesa
Preparazione Bandierine
Preparazione Mercatini
Preparazione Spettacolo Catechismo
Preparazione Concerto Banda Musicale Pistella
Preparazione Spettacolo Teatrale
Luci Spettacolo Teatrale
Preparazione Concerto Roma
Preparazione Concerto XXXV° Corale Vetrallese (Preparazione fascicolo con
OperaExtravaganza).
Amplificazione su Macchina Processionale Madonna (2)
Soste di meditazione su testi Papa Francesco:
Piazza della Rocca
Piazza Vittorio Emanuele
Chiesa delle Murelle, chiesa della Madonna del Carmelo.
Se si trovano altri compiti da svolgere e chi li svolge tutto è gradito perché
tutto ci porta ad una migliore vita di Comunità di Cristiani credenti e
praticanti la fede.
Carissimi,
stiamo vivendo giorni di testimonianza: cerchiamo di offrirla ed offrirla in
forma efficace.
Cerchiamo di educare noi e gli altri non a chiacchierare, ma a realizzare,
sapendo ciò che vogliamo.
Preghiamo perché quello che vogliamo corrisponda a quello che il Signore
vuole da noi per il Regno di Dio.
Post scriptum:
e … Buona Pasqua
di Risurrezione
per tutto e per tutti!!
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