Parrocchia Ss.Filippo e Giacomo Piazza G.Marconi, 28.31 Tel. e Fax 0761\477144 Piazza Franciosoni , 13 Tel. 0761\485094 Don Lamberto 339-2353031 01019 Vetralla E-mail [email protected] www.sfeg.it Giovedì Santo 2015 2 aprile 2015 in preghiera con Papa Francesco 1 Da: Noi come cittadini Noi come Popolo (Papa Francesco) Dio nella città (Papa Francesco) Riunioni del Primo Mercoledì del mese Preparazione alla Festa della Madonna del Carmelo (31 maggio 2015) Programma parrocchiale per la Quaresima 2015 (tratto dalla Lettera alla Città di Ancona, dell’Arcivescovo della Diocesi di Ancona e Osimo, il Card. Edoardo Menichelli) Orario Adorazione Comunitaria 21,00 - 21,30, Per Fidanzati – Giovani Sposi: 16. 17. 21,30 - 22,00, Per Sorelle e Poretatori della Madonna: 16. 17. 22,00 - 22,430, Per Giovani: 17. Canti: Ave Verum Corpus natum de Maria Virgine Vere passum, immolatum in cruce pro homine, Cujus latus perforatum unda fluxit et sanguine, Esto nobis praegustatum in mortis examine. O Sacrum Convivium in quo Christus sumitur, recolitur memoria passionis eius. Mens impletur gratia et futurae gloriae nobis pignus datur. Panis Angelicus fit panis hominum Dat panis coelicus figuris terminum. O res mirabilis! Manducat Dominum Pauper, pauper, servus et humilis Pie Jesu Domine dona eis requiem Sei tu Signore il pane tu cibo sei per noi. Risorto a vita nuova, sei vivo in mezzo a noi. 2. Nell'ultima sua cena Gesù si dona ai suoi: "Prendete pane e vino, la vita mia per voi". 2 3. "Mangiate questo pane: chi crede in me, vivrà. Chi beve il vino nuovo, con me risorgerà. 4. E' Cristo il pane vero, diviso qui fra noi: formiamo un solo corpo e Dio sarà con noi. 5. Se porti la sua croce, in lui tu regnerai. Se muori unito a Cristo, con lui rinascerai. 6. Verranno i cieli nuovi, la terra fiorirà. Vivremo da fratelli: la Chiesa è carità. Stabat Mater: Vidit suum dulcem natum moriendo desolatum dum emisit spiritum. Stava Maria Dolente,senza respiro e voce, mentre pendeva in croce, del mondo il Redentor. E nel fatale istante crudo e materno affetto Le lacerava il petto Le trafiggeva il cuor. Signore aiutaci ad amarti di più Signore aiutaci ad amarci di più Ascoltalo Signore Ascoltaci Signore 3 Il testo che sottoponiamo alla preghiera e alla meditazione, in questo Giovedì Santo, in questa Settimana Santa e che ascolteremo di nuovo, nel mese di maggio e nella Processione della Festa della Madonna del Carmelo è un testo, anche se profondo, non difficile e bello. E’, praticamente, un estratto da pensieri di Papa Francesco. Pensieri e parole che possono smuovere gli animi, le menti, i cuori e le mani. Che possono vincere vetuste e inveterate delusioni, scoraggiamenti, disillusioni. Vi parliamo di Speranza e, nella parola di Papa Benedetto, di “Speranza affidabile”. Nel vocabolario di Papa Francesco la Speranza Affidabile diviene “Utopia” (vedi N°20). Utopia realizzabile, e non a parole, ideale concreto, progetto trasformatore; guardare al futuro, scriverlo, costruirlo giorno per giorno; come cercare di anticipare la storia. (Vedi, più ampiamente, N° 20). 4 Da: Noi come cittadini Noi come Popolo (Papa Francesco) Nota: Nei testi seguenti i numeri tra parentesi si riferiscono al testo di Papa Francesco Noi come Cittadini, Noi come Popolo. 1. Oggi c’è il primato dell’individuo e dei suoi diritti, è esaltazione di se stesso, a favore dei propri desideri, in ogni individuo; è il dominio dell’io ritengo, io penso, io credo; al di sopra e al di là della realtà e dei precetti di ordine religioso (35). Dobbiamo, questa dimensione individuale, personale, farla divenire sociale, collettiva, comunitaria. Per fare questo dobbiamo essere Cittadini e Popolo. (36) 2. Cittadini, sono le persone; la Società, della quale spesso parliamo, è soltanto un concetto astratto. Il Popolo non è un concetto astratto, ma è la storia, reale, vissuta. Noi parliamo di questo popolo che, quando è scritto con la P maiuscola, è Popolo di Dio. 3. Non è molto sentito essere Popolo (37) proprio per questo dobbiamo farci Popolo (38) e far passare la nostra patria dall’essere patria bambina a Patria adulta. 4. La nostra drammatica storia è piena di contraddizioni, spesso violente (38) Non possiamo ripetere, ancora, separazioni e contrapposizioni che ci hanno danneggiato (39) Per essere Popolo di Dio, radunato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, radunato come credenti, oggi, dall’Eucaristia, occorre una cultura dell’incontro e un grande orizzonte utopico condiviso. 5 La parola “utopia” per molti è sogno irrealizzato e, forse, irrealizzabile; per i Cristiani (nel nome e per mezzo di Gesù Cristo) è dare Risurrezione al Popolo di Dio e, per mezzo del Popolo di Dio, che siamo noi, dare Risurrezione a tutte le Persone e a tutto il Creato. (vedi N° 20). 5. Ognuno di noi deve recuperare concretamente l’essere cittadino e l’essere popolo per divenire sempre più orientati al bene comune (43) Dobbiamo divenire: Persone convocate a creare una unione che tende al bene comune. Per questo ognuno di noi ha un dono da mettere a servizio del bene comune. 6. Non basta sentirci parte di una società; dobbiamo sentirci parte di un Popolo (45) Dobbiamo raggiungere una Identità di cittadini appartenenti ad un Popolo: al Popolo nel quale nasciamo e nel quale viviamo. Il Cittadino non è il mucchio, la massa; è Popolo, è una cittadinanza seriamente, consapevolmente impegnata a realizzare un fine comune (45). 7. Fare politica così è agire con carità. E’ una amicizia sociale (47) Non si tratta di predicare la bontà, occorre essere buoni! Occorre lavorare per la Verità, la Bontà, la Bellezza (49) come esperienza di Popolo, di noi come Popolo (50); non basta essere individui che compiono il bene. 8. Noi, però, Abbiamo difetti e vizi che combattono contro l’essere Popolo di Dio: (53-55). Questi difetti e vizi ostacolano e rallentano il compiersi della Volontà di Dio, qui sulla Terra come nel Cielo. Quali difetti? il primato dell’individuale e del particolare al di sopra di tutto e di tutti la visione a breve termine (occupare gli spazi della vita comunitaria e sociale con una visione a breve termine, senza finalità che vanno oltre questo spazio e questo tempo; vedere la storia come cosa immediata e che si svolge bene solo quando è a nostro comodo e favore). la civiltà dell’immagine che attira superficialmente i nostri interessi e non ci fa accorgere del pericolo di divenire, se non di essere già, un popolo inconsistente, guidato da dirigenti inconsistenti. 6 9. Dobbiamo, come cristiani convocati, oggi, dall’Eucaristia, proporci un Progetto: imparare a sollevare lo sguardo ricordarci sempre di sognare un paese bello per i nostri figli darci un piccolo programma reale e realizzabile crearci una cultura dell’incontro e non della contrapposizione ricordarci che risolvere i problemi dovrebbe unirci e non dividerci. 10. Noi oggi siamo invitati a pregare e a celebrare per: a. Un ideale pieno e sentito, un desiderio di futuro per superare i nostri limiti (e il limite principale, a Vetralla, è che, in molti, rispondono, o, peggio, rispondiamo, alle attese: nun se po’ fa’) (61) Non si possono onorare gli spazi di potere e privilegiarli e cercarli affannosamente rispetto al cammino che il Popolo di Dio può fare nel tempo. Dobbiamo imparare ad Avviare processi, più che occupare spazi... se vogliamo che l’Eucaristia sia vera. b. Noi oggi siamo invitati a pregare e a celebrare per capire la differenza tra: L’interesse di quello che debbo fare per me, per la mia utilità, e quello che è giusto fare. (Ad esempio, la parabola del buon Samaritano: il prete – passa oltre perché deve dire Messa; il sacrestano – passa oltre perché deve andare ad aiutare il prete!!) E vedere la bellezza di quello che faccio per edificare il bene e il bello, al di là dell’immediato mio interesse. Quando il mio interesse personale è in conflitto con la bellezza e la bontà del tutto, il mio interesse è possibile – è sicuro che sia errato e brutto. c. Per costruire il bello che nasce dall’Eucaristia del Popolo di Dio debbo abituarmi a Pensare alla realtà non solo all’idea e imparare a realizzare l’idea. Non dobbiamo solo spiegare la realtà, la dobbiamo costruire, e costruirla bella. Non possiamo vivere, come in gran parte oggi accade, solo nell’immagine esteriore e, forse, in una immagine truccata, dobbiamo far conoscere e 7 possedere la realtà bella di Gesù, per mezzo dell’Eucaristia celebrata nel suo Popolo, che siamo noi. (65) d. La casa, che siamo noi, non deve essere chiusa all’esterno, a ciò che è fuori, deve essere invece focolare, lievito, deve mettere in moto la persona per la comunità. (né riempirci la coscienza e la bocca pensando e parlando sempre e solo di tutto il bene che nell’Universo possiamo fare (universalismo generico) né pensare sempre e solo ai nostri ricordi e a quelli del nostro piccolo ambiente (localismo folcloristico di memorie passate) ((67). Ad esempio: il discorso che spesso si fa dicendo: “te ricorde”?). E tutto il folclorismo paesano delle diverse rievocazioni del Medioevo o, comunque, del passato. Unione, invece, delle persone nel cercare il bene comune… come una processione di singoli che cooperano insieme per un motivo ideale che tutti riunisce. Il nostro ideale sarà non dire: “la mia processione è più bella della tua. .. Guarda che bella processione abbiamo fatto!” E, non, da parte di altri, dire, con invidia: “Guarda che processione che hanno fatto”. Cercare, nella unione, la partecipazione di tutti e di tute le persone o le associazioni. 11. L’Eucaristia che oggi celebriamo è Costruire ponti e non abissi: deve essere lo stile del pensare e del nostro agire perché Il tutto è superiore alla parte. (67 – 68 - 69) Essere cittadini: è essere convocati per una scelta, chiamati ad una lotta, chiamati alla appartenenza ad una società e ad un popolo (che, quando è convocato dall’Eucaristia diviene Popolo di Dio). Non siamo chiamati ad essere mucchio, Non siamo chiamati ad essere massa, ma popolo e Popolo di Dio che condivide, non contrasta. 12. La nostra Eucaristia è anche Campanilismo: Il campanilismo non è distruggere il campanile dell’altro, ma farne un altro bello; come quello o, se possibile, superiore all’altro. 8 Sono nemici del bene e del bello (e anche nostri nemici): il menefreghismo – il lavarsi le mani - il non fare nulla – lo stare a guardare – il criticare la lamentela (se invitiamo per le danze - non ballano; se li convochiamo per un funerale - non piangono). Ma non si può ballare solo il giorno del matrimonio e piangere solo il giorno del funerale! (69-69-69-69) Vivere lamentandosi o fregandosene non è una scelta cristiana e non serve ad avere una comunità cristiana o sociale più bella! 13. Come fare? avere il dialogo come metodo operare una ricerca condivisa di consensi considerare e stimare più il tempo che lo spazio considerare e stimare più il tutto che la parte considerare e stimare più la realtà che l’idea considerare e stimare più l’unità che il conflitto (74) 14. Il soggetto di tutto questo processo-progetto è il Popolo e la sua cultura, la sua libertà. Non si può obbligare qualcuno a qualcosa e pretendere che la condivida. Grandioso è accordo di vivere insieme: popolo – nazione - nel mondo contemporaneo (76) Grandioso è quando questo popolo realizza ideali perché è Popolo di Dio. 15. Ogni Uomo – Tutto l’Uomo (come ci aiutava a capire Papa Paolo VI) è costruttore del proprio destino. Ogni persona è costruttrice del proprio destino. Stabilire nelle coscienze una cultura dell’incontro, salvaguardando le differenze, convergendo sui valori e sulla dignità della persona umana (83), Partecipazione, dialogo, consenso: formano davvero il progetto città e, da cristiani, davanti all’Eucaristia, il progetto della Città di Dio e di Dio nella Città. 9 Pagina 87-88 come preghiera 16. Carissimi, Il tempo che stiamo attraversando, pur in mezzo a tante incertezze e sofferenze, è “un tempo particolare che il Signore ci mette a disposizione” per progettare, per sognare; è un tempo per mettere da parte “posizioni intransigenti e abbandonare separazioni” che hanno come “unico orizzonte benefici a breve termine” e di breve durata. 17. Il tempo che stiamo attraversando “E’ una occasione privilegiata, un dono che non dobbiamo perdere. Questo tempo apre una grande opportunità, quella di identificare le questioni irrisolte, tra le quali lo sradicamento della povertà e della disuguaglianza. Pensiamo in particolare anche ai giovani, che non hanno opportunità di istruzione e di un lavoro degno e decoroso. 18. Il tempo che stiamo attraversando È l'occasione per chiedere e organizzare una vita privata e politica e politiche di Stato su temi che devono essere sottratti agli interessi di parte, agli accordi del momento e alle pressioni politiche: i temi dell'educazione, della salute, del lavoro e della sicurezza; Noi oggi, davanti all’Eucaristia solennemente esposta, preghiamo perché questi temi devono restituirci una società omogenea e ricostruire il tessuto e il vincolo sociale del nostro popolo. 19. Il tempo che stiamo attraversando È l'occasione per decidere con quale lavoro, con quali produzioni, con quale livello di valori parteciperemo alla vita del mondo. È l'occasione per sostenere una vita sociale e politica di diritti umani che aiuti la costruzione di un’identità nazionale e cittadina basata sulla memoria, la verità e la giustizia. È l'occasione per rileggere la storia secondo una chiave di speranza. È l'occasione per mobilitare le energie sociali attorno a un progetto più generoso, ampio, che valorizzi tutte le nostre potenzialità. 20. Questa idea di progetto, che percorre diverse tappe della nostra storia, si presenta come Utopia, in concreto realizzabile, come qualcosa di diverso da un piano o persino da un modello. 10 E’ un ideale concreto, papa Benedetto diceva: una Speranza affidabile. Un progetto che sia ed è qualitativamente superiore e trasformatore. Progettare e dare spazio a questa Utopia, a questa Speranza affidabile, è guardare al futuro, scriverlo, costruirlo giorno per giorno con decisioni e azioni in dialogo armonico con il dono ricevuto. Il progetto è la nostra intenzione e speranza, è come cercare di anticipare la storia. Esige che vengano adottate strategie con accordi sostanziali e plurali per procedere un po’ alla volta e crescere progressivamente, senza negare le radici della nostra identità. pagina 93 come Preghiera per la Patria 21. Gesù Cristo, Signore della storia, abbiamo bisogno di te. Ci sentiamo feriti e oppressi. Abbiamo bisogno del tuo conforto e della tua forza. Vogliamo essere nazione, una nazione la cui identità sia la passione per la verità e l'impegno per il bene comune. 22. Dacci il coraggio della libertà dei figli di Dio per amare tutti senza escludere nessuno, privilegiando i poveri e perdonando quelli che ci offendono, rifiutando l'odio e costruendo la pace. 23. Concedici la saggezza del dialogo e la gioia della speranza che non delude. Tu ci convochi. Siamo qui, Signore, vicini a Maria, che, dai monti del Carmelo e dalla Parola di Dio, ci dice: Canta e cammina! Gesù Cristo, Signore della storia, abbiamo bisogno di te. Amen. 11 Da: Programma parrocchiale per la Quaresima 2015 (tratto dalla Lettera alla Città di Ancona, dell’Arcivescovo della Diocesi di Ancona e Osimo, il Card. Edoardo Menichelli) Meditiamo nella Parola di Dio di questa sera come riuscire a testimoniare la Parola di Dioin riferimento alla vita della nostra cittadina e per fare della nostra Parrocchia un “messaggero di buone notizie”. Non per comandare, né per ammonire: per ricordare che, se vogliamo, possiamo avere maestri e testimoni che ci aiutino a costruire la Città di Dio che comprende e nobilita la Città dell’Uomo. 1. Città di Vetralla “pronuncia il nome di Dio compiendo azioni singolari. Parliamo per l’esercizio della testimonianza di fede e della fraternità, attraverso il ministero della Parola, la gioiosa fedeltà a Cristo che incoraggia nella speranza parlando alla coscienza personale e a quella collettiva. Questo compito è consegnato ad ognuno dalla Parola di Dio che abbiamo accolto e che è via maestra per la vita personale e di popolo. 2. L’uomo non è solo nella storia; le sue ferite sono sanate dalla misericordia di Dio. Risuona per noi, provocante la domanda di Cristo Risorto a Maria di Magdala: “Donna perché piangi?” Il problema, carissimi, è proprio questo: non ci accorgiamo più che Dio in Gesù è fra noi. Abbiamo occhi sempre in lacrime, perché pronti a guardare le nostra miseria e fintanto che guardiamo a questo noi non potremo mai essere dei risuscitati! 3. La presenza di Dio non è un automatismo spiritualista, è un convincimento dell’anima. Oggi soggiaciamo alla disperazione e al lamento, perché abbiamo perso Dio, lo abbiamo quasi estromesso dalla nostra storia e perché le cose e le persone alle quali ci siamo affidati ci hanno tradito. Dico a questa città tutta: a. dì il nome di Dio, prendi Dio a sostegno e luce per la tua storia, racconta Dio ai tuoi giovani figli perché non si ammalino di solitudine e non si ritrovino schiavi di pericolose libertà; prega non per essere 12 una città religiosa, piuttosto una città lieta e bella, dove splende la bellezza e la dignità di uomini e donne che sono e vivono la paternità. b. Compi il bene che evangelicamente ha cifre singolari che molto scandalizzano e provocano: per vincere occorre perdere; dare invece di ricevere; non guadagnare per non rovinarsi; non conquistare ma servire. Tutto ciò non programma per la pigrizia, né campo aperto per le violenze dei furbi, né sogni di fatui spiritualismi. E’ piuttosto “progetto di vero bene” che facciamo fatica ad accogliere ma che contempliamo gioiosi nelle figure dei Santi che hanno segnato la storia (es. S. Francesco). Questo “compiere il bene” può essere ben preso come progetto della cosiddetta “società civile” o, se si vuole, come progetto-città. La città “bella” non è la città simile a quella costruita da Caino. Una città così ha bisogno della cosmesi delle parole e finisce per non essere riconosciuta come abitato dal bene. La città di oggi non ha bisogno di un lamentoso pettegolezzo, né di asservimento a stanche ideologie né tanto meno di privilegiati e storici arroccamenti. La città, oggi, ha bisogno di me! La città ha bisogno di una Chiesa serva della verità di Dio e della Sua misericordia; ha bisogno di solidarietà per un recupero di felicità più diffusa; ha bisogno di una politica di condivisione misurata sulla persona e non sulle appartenenze; ha bisogno di una cultura che metta la scienza e il sapere al servizio di tutti; ha bisogno di prossimità per essere attenti samaritani e non frettolosi ed egoisti analisti del sociale; ha bisogno di bellezza, goduto risultato di una personale attenzione e partecipazione verso l’arredo urbano. La città ha bisogno di essere casa serena ed educante verso le nuove generazioni che custodiscono speranza, ma che sembrano invecchiate da infeconde soddisfazioni”. 13 Da: Riunioni del Primo Mercoledì del mese Dalla Preparazione alla Festa della Madonna del Carmelo (31 maggio 2015) Carissimi, i testi riportati ci avvicinano alla parola di Papa Francesco, che meditiamo ogni primo mercoledì del mese, e che introduce nei nostri cuori riflessioni sullo stato delle cose nella nostra città e nelle nostre comunità cristiane, ma, molto di più, introduce a sogni realizzabili e futuri, non lontani dalle nostre mani e dai nostri cuori. Il desiderio sincero di non disprezzare ciò che siamo, ma, insieme, di costruire, con certezza di Speranza affidabile, con Utopia ciò che saremo, ci spinge a narrare ideali condivisi. Nelle riunioni del primo mercoledì di ogni mese abbiamo chiesto agli intervenuti e, per mezzo loro, a tutta la città, di fare in modo che la Festa della Madonna del Carmelo, il 31 maggio, sia una testimonianza di vita cristiana, sia una conclusione festosa di un anno di impegno. Non solo questo, però, che è già cosa bella e doverosa, ma, ancor più, sarà necessario che, in ogni festa e in tutta la vita, riusciamo a dare una impronta nuova alla vita della cittadina e della comunità cristiana in cui viviamo per scrollarci di dosso una mentalità pauperistica e desolante e che possiamo infondere nelle menti e nei cuori desideri di sviluppo formativo ed educativo alla vita cristiana e ad una vita sociale accettabile. Avvisi per la vita parrocchiale fino al mese di Giugno Momenti importanti e forti che ci avvicineranno alla Festa della Madonna del Carmelo (31 maggio 2015) saranno: A. Riunioni formative, preghiera e celebrazioni (vedere anche Calendario Parrocchiale – chi non lo ha, lo ritiri in sacrestia): 14 oltre il Calendario Parrocchiale, un nuovo impegno: un Corso per la formazione di Catechisti e Animatori Cristiani; inizialmente con orario: Martedì 7-14-21 aprile; alle ore 15,30 ma che, a vostra richiesta, al limite anche una richiesta individuale, può essere realizzato in altri orari e giorni. B. La prossima riunione sarà mercoledì nella Cappella della Madonna del Carmelo. 8 aprile alle ore 18,30 C. Impegni pratici: Lettere ai Sacerdoti e alle Comunità Parrocchiali di Vetralla (don Lamberto) per invitare alla partecipazione al Mese di Maggio e alla Processione altre Comunità e Associazioni. Lettere alle Associazioni Partecipanti (don Lamberto) per invitare alla partecipazione al Mese di Maggio e alla Processione altre Comunità e Associazioni. Testi preghiere e Testi per le tre soste di meditazione (don Lamberto) Giornale Parrocchiale “Come un Giornale” – Festa della Madonna 2015 – Coordinamento (don Lamberto, Alfredo Moretti, Adelmo Frateiacci) Giuria Infiorata: Jessica Di Tofano, Chiara Evangelisti, Giuseppina Petito, Riccardo Quagliarella, Stella Rubini. Squadre Portatori (in base alle altezze) I. (da mt 1 a mt 1,10): V. II. VI. III. VII. IV. VIII. (da mt 2 a mt 2,10): Cavalletti Portatori per le soste: Francesco Petito, Riccardo Quagliarella?, Stendardo Portatori Stendardo Sorelle Stendardo La Fiorita Stendardo Madonna Stendardo Sacro Cuore Croce 1+1 Candele 2+2 Distribuzione foglietti per la preghiera e la meditazione Distribuzione Santini Guida Processione con Trasmettitori radio Voci per la preghiera 15 Voci per le tre Meditazioni Guide per i Bambini della Prima Comunione Ordinamento Processione Ragazzi Voce per la Preghiera Finale in Piazza Preparazione Luci facciata chiesa Preparazione Bandierine Preparazione Mercatini Preparazione Spettacolo Catechismo Preparazione Concerto Banda Musicale Pistella Preparazione Spettacolo Teatrale Luci Spettacolo Teatrale Preparazione Concerto Roma Preparazione Concerto XXXV° Corale Vetrallese (Preparazione fascicolo con OperaExtravaganza). Amplificazione su Macchina Processionale Madonna (2) Soste di meditazione su testi Papa Francesco: Piazza della Rocca Piazza Vittorio Emanuele Chiesa delle Murelle, chiesa della Madonna del Carmelo. Se si trovano altri compiti da svolgere e chi li svolge tutto è gradito perché tutto ci porta ad una migliore vita di Comunità di Cristiani credenti e praticanti la fede. Carissimi, stiamo vivendo giorni di testimonianza: cerchiamo di offrirla ed offrirla in forma efficace. Cerchiamo di educare noi e gli altri non a chiacchierare, ma a realizzare, sapendo ciò che vogliamo. Preghiamo perché quello che vogliamo corrisponda a quello che il Signore vuole da noi per il Regno di Dio. Post scriptum: e … Buona Pasqua di Risurrezione per tutto e per tutti!! 16
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