La piattaforma regionale

C A M P A N I A
CAMPANIA
CAMPANIA
PIATTAFORMA REGIONALE AMIANTO DI CGIL, CISL, UIL
Febbraio 2015
PREMESSA : LA DRAMMATICITÀ DEL PROBLEMA
A distanza di 23 anni dall’introduzione della Legge n°257/92, che ha vietato l’utilizzo dell’amianto
su tutto il territorio nazionale, continua ad aumentare il numero di ammalati per malattie correlate
al contatto di amianto sia di lavoratori ex esposti che di cittadini abitanti nelle zone limitrofe ai siti
produttivi.
Infatti, tra l’esposizione all’asbesto e i suoi esiti nefasti, in particolare il mesotelioma, possono
trascorrere più di 40 anni.
In Italia, considerando oltre ai mesoteliomi anche i tumori del polmone, della laringe e dell’ovaio,
indotti da esposizione ad amianto, è possibile dimensionare il fenomeno oltre i 3000 casi l’anno. E’
una gravissima emergenza nazionale ed il numero dei decessi per amianto è superiore ogni anno
rispetto agli infortuni mortali sul lavoro.
Studi e ricerche ci dicono che il peggio deve ancora avvenire e che nei prossimi decenni, stante il
lungo periodo di latenza della malattia, si avrà, anche in Italia, un ulteriore forte incremento dei
decessi provocati dall’amianto, incremento che raggiungerà l’apice intorno al 2025. Ancora poco
si investe e si spende nella ricerca sul mesotelioma, nonché sulla gestione del “Rifiuto Amianto”
nella sua filiera (handling, raccolta, e smaltimento). Fino ad oggi gli studi hanno portato al dato
che nella grande maggioranza dei casi di tumori pleurici, la causa principale è l’esposizione a fibre
di asbesto derivanti dall’utilizzo industriale di questo prodotto e le occasioni di esposizione sono in
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ordine di importanza quella lavorativa e quella ambientale, con un progressivo aumento di
quest’ultima.
Un ruolo strategico nel contrasto all’esposizione di amianto è svolto dall’Inail nazionale, che
finanzia sia progetti di ricerca che progetti che mirano ad eliminare l’amianto nei luoghi di
lavoro.
Il tema della ricerca, dei progetti a sostegno con adeguate risorse mirate e non a pioggia, va posto
all’INAIL della Regione Campania.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato in 176.000 le vittime dell’amianto, di queste il
60% in Europa con 106.000 morti.
Secondo l’Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO), sono circa 120.000 i decessi causati nel mondo
ogni anno da tumori provocati dall’esposizione all’amianto e sono circa 4.000 quelli risultanti in
Italia.
L’Italia si classifica al sesto posto con 10,3 morti ogni milione di abitanti, dopo l’Islanda con 24,5
ogni milione, seguita da Malta (21,3), Regno Unito (18,3), Olanda (15,9).
Il 14 Marzo 2013 è stata approvata a larga maggioranza una Risoluzione del Parlamento Europeo
al fine di mappare la presenza dell’amianto su tutto il territorio europeo, per predisporre
adeguati piani di gestione dei rischi, informare sui rischi i lavoratori ed i cittadini che vi potrebbero
entrare in contatto al fine di un censimento a livello di Stati Membri. Tutto ciò con l’obiettivo finale
di cancellare definitivamente ogni presenza di amianto in Europa entro il 2028. Pertanto si rende
necessaria ed indispensabile una moratoria mondiale per la produzione e lavorazione dell’amianto
e la sua totale e definitiva messa al bando.
IMPEGNO DEL SINDACATO CONFEDERALE
E’ per questo motivo che il Sindacato Confederale è fortemente impegnato per sensibilizzare le
forze politiche e l’opinione pubblica per far emergere ancora di più il problema ed indirizzare la
politica e le Istituzioni competenti nella determinazione di misure efficaci di ricerca e smaltimento.
CGIL CISL UIL della Campania vogliono svolgere un ruolo attivo con una strategia coordinata con il
livello nazionale e di categoria e i Patronati attraverso la partecipazione ai tavoli istituzionali per
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rappresentare la posizione dei lavoratori, degli ex lavoratori e dei cittadini, nei luoghi deputati alle
decisioni da assumere. Un’azione
volta a richiedere in primis la trasparenza e la giusta
informazione che sono la base di partenza per poter al meglio investire le risorse delle bonifiche e
programmare la sorveglianza sanitaria degli esposti ed ex esposti, e la tutela previdenziale.
Nell’ultimo anno, dopo la decisione incomprensibile della Cassazione sulla prescrizione nel
processo Eternit, il Governo si è impegnato ad intervenire per i reati di disastro ambientale, per il
quale occorre rivedere la legislazione sul versante della prescrizione e della stessa configurazione
di “reato”, e successivamente ha previsto nella Legge di Stabilità per il 2015 un impegno di 45
milioni di Euro destinate alle bonifiche (art. 1 comma 50). Inoltre, ha esteso le “prestazioni
assistenziali del fondo per le vittime dell’amianto ai malati di mesotelioma che abbiano contratto la
patologia, o per esposizione familiare a lavoratori impiegati nella lavorazione dell’amianto ovvero
per esposizione ambientale comprovata” (articolo 1 comma 116).
Le OO.SS. CGIL, CISL, UIL nazionali, aperte alla collaborazione con le Associazioni degli ex esposti
e/o familiari di vittime si sono battute e continuano a farlo per il varo del PNA (Piano Nazionale
Amianto) che però è tutt’ora fermo al tavolo del Ministero dell’Ambiente e che, di fronte al
disastro ambientale, deve essere al più presto sbloccato.
La Regione Campania, con siti produttivi già dismessi come la ex area industriale di Bagnoli (con la
Eternit, Italsider e Cementir), il cemento-amianto, il comparto ferroviario, la navalmeccanica e i
marittimi, la ex Isochimica di Avellino, deve porre la massima attenzione al tema amianto,
intervenendo in maniera organica e con una governance sull’intera materia.
OBIETTIVI DELLA PIATTAFORMA
Gli obiettivi della presente piattaforma, che le Confederazioni CGIL, CISL e UIL intendono
presentare al tavolo della “governance amianto”, sono riconducibili a:
1. La tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini;
2. La tutela ambientale;
3. La tutela assicurativa e previdenziale.
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Per intervenire in maniera seria e fattiva bisogna però partire da ciò che è stato fatto sia dal punto
di vista legislativo sia concretamente nell’attuazione delle norme.
Il problema amianto è complesso e riguarda aspetti sanitari, ambientali e sociali.
E' necessario coinvolgere una pluralità di istituzioni, tra queste, l’Ente Regione che ha le
responsabilità fondamentali in materia di tutela della salute e dell’ambiente e del coordinamento e
verifica delle azioni ad essa mirate.
La tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini
Il Piano Regionale Amianto è stato approvato con Delibera GR n°64 del 2001 e prevede che la
sorveglianza sanitaria per i lavoratori ex esposti ed i cittadini sia svolta da specifiche Unità
Operative Amianto costituite negli ambiti territoriali delle AA.SS.LL. della Campania. Tutto ciò è
stato il risultato anche dell’impegno e delle rivendicazioni del Sindacato Confederale e di categoria
(soprattutto metalmeccanici ed edili) che hanno fatto emergere con forza la drammatica
emergenza sociale riguardante i lavoratori esposti all’amianto.
Il Piano Regionale Amianto prevede inoltre che il coordinamento scientifico delle predette attività
sia svolto dal Registro Regionale dei Mesoteliomi (Delibera della Giunta Regionale n°3901 del 2
Agosto 2002).
Nel 2007 è stato attuato un piano di sorveglianza sanitaria (D.G.R. n° 2133 del 2007) per gli ex
esposti e successiva Delibera (n°330 del 2012) che di fatto rimanda al Piano di Sorveglianza del
2007.
Su questo punto va sottolineata la necessità di aggiornare il Piano di Sorveglianza del 2007, che
non tiene conto delle evoluzioni scientifiche avvenute nel tempo, dei progressi legati all’efficacia
dei controlli, in un’ottica di integrazione con quanto avviene a livello nazionale, attraverso un
aggiornamento del “protocollo sanitario”. Non escludendo una dimensione organizzativa che
favorisca sinergie strutturali tra il Registro Regionale Mesoteliomi e la Sorveglianza Sanitaria.
Di seguito si riportano i dati di cui alle Tabelle 1 e 2, rispettivamente del ReNaM (Registro Nazionale
Mesotelioma), dell’incidenza del mesotelioma nelle varie Regioni d’Italia, al netto dell’efficacia del
monitoraggio epidemiologico e sorveglianza sanitaria dei Registri Regionali, e del Prof. Italo
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Francesco Angelillo, presentati nel corso di un’audizione al Senato sul tema, che mostrano un
andamento stazionario dell’incidenza del mesotelioma in Campania.
Tabella 1. Quarto rapporto ReNaM
Tabella 2. Osservatorio Epidemiologico Regione Campania - Dipartimento medicina Sperimentale Università
I casi del mesotelioma acclarati emergono dal lavoro continuo che gli operatori del Registro
Regionale del Mesotelioma devono certificare nelle strutture ospedaliere e nelle AA.SS.LL.. Il
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Registro funziona e si basa sulla sinergia e comunicazione efficace tra le AA.SS.LL., gli ospedali e
l’Osservatorio Epidemiologico Regione Campania.
In Campania ciò avviene ? Quel che è certo è che il Registro del mesotelioma ha funzionato a “fasi
alterne”. Dopo un periodo di “vacatio”, in cui non veniva rinnovata la convenzione, ed a seguito di
interventi del Sindacato Confederale e di Associazioni presso la Prefettura di Napoli, di
un’interrogazione presentata al Presidente della Regione Caldoro da alcuni consiglieri regionali, in
data 27/6/2014 con delibera n. 210 la Regione ha confermato fino al 31-12-2016 l’attività del Registro
Regionale Mesoteliomi (COR) del Registro Nazionale dei Tumori di sospetta origine professionale
ex art. 244 del D.Leg.vo n. 81/2008, nell’ambito della convenzione stipulata tra la Regione
Campania e il Dipartimento di Medicina Sperimentale della Seconda Università degli Studi di
Napoli.
Individuando risorse pari a 300 mila euro per le attività del Registro, ma il tutto condizionata alla
formalizzazione degli atti per la operatività della convenzione.
La trasparenza sulle informazioni è la garanzia per poter condurre indagini serie ed appropriate, ed
è la premessa per poter escludere cattive gestioni di politiche di risanamento ambientale e
sanitarie. In questo senso, la regione Campania dovrebbe essere il detentore del patrimonio
informativo e di conoscenza della tragedia nel nostro territorio.
Il professor Italo Francesco Angelillo, responsabile del Registro Mesoteliomi della Regione
Campania, nonché ordinario di igiene generale e applicata della Seconda Università degli studi di
Napoli, durante l’Audizione del 26/11/2014 davanti alla 12ª Commissione permanente (Igiene e
sanità) del Senato, in merito all’Indagine conoscitiva sugli effetti dell'inquinamento ambientale
sull'incidenza dei tumori, delle malformazioni feto-neonatali ed epigenetica, ha dichiarato che nel
periodo 1993/2013 i casi di mesotelioma maligno censiti in Campania sono stati 1237, dei quali 3 su 4
interessano la popolazione maschile.
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Tabella 3. Osservatorio Epidemiologico Regione Campania - Dipartimento medicina Sperimentale Università
Le patologie riconducibili all’esposizione all’amianto sono state anche analizzate dal punto di vista
del settore produttivo.
La tabella 4 mette in evidenza che in termini percentuali i malati da mesotelioma lavorano
soprattutto nelle industrie del cemento, in quelle
metallurgiche e dei trasporti (ferroviari,
marittimi, terrestri ed aerei).
Tabella 4. Osservatorio Epidemiologico Regione Campania - Dipartimento medicina Sperimentale Università
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Dalla tabella 4 emerge che i casi di mesotelioma maligno sono 257 nel periodo 1993/2013 mentre i
casi di mesotelioma maligno censiti in Campania sono stati 1237, ci si chiede a cosa è dovuto lo
scarto?
Il resto dei casi sono ammalati per esposizioni ambientali? o familiari degli esposti?
In relazione al Registro del Mesotelioma c'è la necessità che il paziente debba essere “preso in
carico” dalla struttura sanitaria e necessitano in tal senso centri di riferimento nelle fasi
diagnostiche, terapeutiche e psicologiche.
Questo modello dev'essere attuato in diverse aree caratterizzate da elevata incidenza ove devono
essere costantemente monitorati i risultati con metodi epidemiologici.
La sorveglianza sanitaria degli ex esposti è prevista dall'art. 29 e 4 del Dlgs 277/91 e dall’ art. 59 del
D.Lgs. 257/2006, secondo cui c’è la "necessità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la
cessazione dell'attività che comporta esposizione alla polvere proveniente dall'amianto o dai
materiali contenenti amianto". Secondo l'art. 259 del D.Lgs.81/2008 « ...all'atto della cessazione del
rapporto di lavoro il Medico Competente deve fornire al lavoratore le indicazioni riguardanti le
prescrizioni mediche da osservare e all'opportunità di sottoporsi a successivi accertamenti
sanitari».
Vi è perciò la necessità, da parte del SSR, di garantire la disponibilità di servizi ai lavoratori ex
esposti.
CGIL, CISL ed UIL chiedono che:
 la Regione in accordo con le OO.SS. Confederali definisca modalità specifiche per il
censimento e la sorveglianza sanitaria dei lavoratori cessati dall’esposizione sulla base di
interventi di provata efficacia.
 La Regione, in accordo con le OO.SS. Confederali e le Aziende dei settori interessati alla
bonifica/inertizzazione/smaltimento, estenda ai lavoratori interessati la sorveglianza
epidemiologica.
 Venga stipulato dalla Regione un protocollo di sorveglianza sanitaria per le attività di
rimozione e manipolazione previste dalla Delibera Giunta Regionale n°751 del 30/12/2014,
coinvolgendo i datori di lavoro.
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 La Regione crei e gestisca un portale sull`Amianto, dandone estesa informazione, sul quale
con la massima trasparenza e garantendo un aggiornamento continuo siano pubblicati tutti
i dati disponibili inerenti la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini; la tutela
ambientale; la tutela assicurativa e previdenziale.
 La Regione potenzi e rafforzi la rete informativa relativa alle strutture di anatomia e
istologia patologica nell’ambito del Registro Regionale Mesoteliomi, coinvolgendo i medici
di famiglia a tutela di pazienti ammalati di patologie polmonari che possano avere origine
da cause lavorative o ambientali al fine di sottoporli a sorveglianza sanitaria.
 La Regione istituisca un Fondo regionale per il risanamento e bonifica degli edifici pubblici
contaminati da amianto a partire dalle scuole di ogni ordine e grado, edilizia residenziale
pubblica, patrimonio IACP (ex), università, ospedali, case di cura, case di riposo, uffici della
pubblica amministrazione, impianti sportivi pubblici, biblioteche pubbliche. In particolare
per quanto riguarda le scuole e i finanziamenti stanziati dal Governo (18 milioni per la
Regione Campania – Art.18 Comma 8 DL 21 Giugno 2013 n°69), si richiede lo stato di utilizzo
di detti fondi.
La tutela ambientale
La prevenzione si attua non solo con la sorveglianza sanitaria ma anche con il controllo ambientale
che la legge e il piano nazionale amianto demanda alle Arpa regionali.
Per ambiente dobbiamo intendere sia i luoghi fisici contaminati per la presenza di presidi industriali
e che lavoravano l’amianto, sia tutte le aree pubbliche e private dove ancora oggi continua ad
essere presente l’amianto (pareti, pavimenti, tetti, ecc, ).
Cgil, Cisl, Uil Campania chiedono che:
 venga attivato, in collaborazione con il SSR, uno sportello informativo presso l'Arpac al fine di
fornire ai cittadini corrette informazioni per limitare quanto più possibile il verificarsi di
condizioni di rischio in relazione alla presenza di materiale contenente amianto.
 Che la Regione renda disponibile su uno specifico portale web la mappatura completa,
aggiornata e quantificata, della presenza qualitativa e quantitativa di amianto sul territorio
regionale distinta per siti pubblici e privati e per tipologia di amianto (Crocidolite, amosite,
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antoffilite, actinolite, gnunerite, balangeroite, ecc., tenendo conto che la tipologia di amianto
più pericolosa in assoluto per l’uomo è la crocido lite, detta anche amianto blu, e,
immediatamente dopo l’amosite detto amianto grigio/bruno)
 Che la Regione renda disponibile su uno specifico portale sul web la mappatura completa
aggiornata e quantificata del numero di siti oggetto di abbandono incontrollato di rifiuti
speciali e di quelli contenenti amianto e venga predisposto una discarica tecnologicamente
aggiornata di prossimità per rifiuti speciali pericolosi e amianto.
 Che la Regione renda pubblico lo stato di avanzamento delle bonifiche dei siti pubblici e
privati interessati da inquinamento da Amianto in relazione al Piano adottato con Delibera
della Giunta Regionale n. 129 del 27/05/2013.
 Che la Regione convochi un tavolo, con le Organizzazioni sindacali Confederali, l’Inail, l’Arpac
per coordinare l’attività delle Amministrazioni Comunali in relazione alla rimozione e allo
smaltimento dell’amianto così come previsto dalla normativa vigente, dalla delibera regionale
del 30/12/2014 e dal relativo protocollo tecnico.
 Alle Amministrazioni Comunali del territorio campano l’istituzione di tavoli tecnici con le OO.SS
confederali, l’Inail e l’Arpac per discutere lo stato di avanzamento dei lavori di rimozione e
smaltimento di prodotti in cemento amianto di modeste dimensioni così come previsto dalla
normaiva e dalla delibera di giunta Regionale n. 751 del 30/12/2014.
 Che la Regione definisca un programma di accelerazione delle bonifiche. Programma che
potrebbe, inoltre, creare posti di lavoro nel campo delle bonifiche, degli impianti di
smaltimento della salute e sicurezza per rilanciare in parte l’economia del settore edile, in crisi
profonda, come le stesse categorie hanno denunciato nelle loro iniziative.
 Che la Regione definisca intese con le parti sociali per trasparenza e contenimento dei prezzi
 Che la Regione definisca incentivi per la sostituzione delle coperture in amianto con impianti
fotovoltaici.
 Che la Regione fornisca i dovuti indirizzi all`ARPAC al fine di qualificazione del Laboratorio
Regionale Amianto e Inquinamento Atmosferico del Dipartimento Provinciale di Salerno, ai
sensi della Legge 257/1992 e smi, DM 6/11/1994, DM 14/5/1996, DM 7/7/1997, in relazione alle
attività di campionamento e alle metodiche analitiche accreditate anche ai sensi della norma
UNI EN ISO IEC 17025.
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La tutela assicurativa e previdenziale
In relazione alla tutela previdenziale e assicurativa la Legislazione Nazionale è intervenuta con le
norme contenute nella Legge 257 del 1992 sul versante dell’accesso anticipato alla pensione dei
lavoratori soggetti ad asbestosi e sul versante addizionale dei contributi pensionistici secondo
quanto previsto dai commi 7 e 8 dell’art.13 della citata Legge. Questo intervento legislativo ha
consentito la gestione dell’impatto prodotto dalla messa al bando della produzione del cementoamianto nel nostro Paese a seguito di forti mobilitazione del Sindacato Confederale sul tema.
Successivamente il Dl 201/2011 ha limitato l’efficacia dei benefici con particolare riferimento alla
fattispecie del pensionamento anticipato.
Recentemente, con la Legge di Stabilità, al comma 117, ha previsto per il 2015, in deroga alle
disposizioni in materia di accesso alle pensioni del D.l. 201/2011, che le stesse non trovano
applicazione per gli ex lavoratori (ammalati con tipologia asbesto- correlata) occupati nelle
imprese che hanno svolto attività di scoibentazione e bonifica e che hanno cessato il rapporto di
lavoro. Per questi lavoratori trova applicazione comma 2, art.13 della Legge 257/92 che ha disposto
per i lavoratori con almeno 30 anni di anzianità contributiva la possibilità di richiedere la pensione
con una maggiorazione dell’anzianità assicurativa e contributiva pari al periodo necessario per la
maturazione del requisito dei 35 anni.
In sostanza, il comma 117 riapre, per i lavoratori che si trovano nelle predette condizioni, i termini
per conseguire il diritto alla decorrenza della pensione (prepensionamento), nel corso dell’anno
2015, secondo le disposizioni di cui all’art. 13, comma 2, della Legge 257/92.
A nostro avviso, per i lavoratori che abbiano contratto malattie professionali a causa
dell'esposizione all'amianto documentate dall'Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli
infortuni sul lavoro (INAIL) non devono essere applicate le disposizioni contenute nel D.l. 201/2011
(cd. Decreto Fornero).
Un ruolo di stimolo e di informazione in relazione all’emersione delle malattie professionali e
quindi anche quelle correlate all’asbesto è svolto dai Patronati che possono svolgere un ruolo di
osservatorio privilegiato e banca dati da condividere sinergicamente con le Istituzioni preposte.
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