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LA PASQUA GRECA E IL CALCOLO DELLA DATA
Prof. GIORGIO VANNUTELLI, Villasabella - 555 Λιβάδι Μουζάκι, 29092 ΖΑΚΥΝΘΟΣ (ΕΛΛΑΔΑ)
La parola Pasqua significa passaggio e in ebraico si dice Pesach. Gli Ebrei celebrano la Pasqua per commemorare il passaggio del Mar Rosso e la loro liberazione dal giogo della schiavitù
egiziana. La Pasqua veniva celebrata dagli Egiziani ancor prima, e aveva sempre il significato di
passaggio: il passaggio del sole dall'Equatore (cioè l'equinozio di primavera). Gli Ebrei diedero al
loro passaggio lo stesso nome che esisteva in Egitto, e celebravano la Pasqua il 14 del mese Nisàn
(tra marzo e aprile). Arrostivano un agnello, di cui non spaccavano le zampe, e mangiavano erbe
amare e pane azzimo. Il pane non lievitato significava l'esodo frettoloso dall'Egitto, tanto frettoloso
che il pane non faceva in tempo a fermentare, e la verdura amara significava l' amarezza della
schiavitù in Egitto.
Più tardi, per i cristiani l'agnello sacrificato dagli ebrei senza rompergli le zampe simboleggiò l'Agnello di Dio, Cristo, di cui i soldati non spezzarono to le gambe, quando lo crocifissero.
Rispettivamente, per i cristiani il sacrificio sulla croce e la risurrezione di Cristo segnano il
passaggio dalla schiavitù del peccato alla libertà che dona Cristo.
Perché cattolici e ortodossi non celebrano la Pasqua nello stesso giorno? Perché in alcuni
anni le date coincidono? Perché non festeggiare il Natale insieme a Monte Athos, Serbia, Russia,
Bulgaria, Gerusalemme? Il vecchio calendario (giuliano) o il nuovo (gregoriano) calendario sono
corretti?
Prendiamo le cose in ordine:
La determinazione della data della Pasqua cristiana si fa in base alle regole del primo Concilio Ecumenico di Nicea in Bitinia nel 325 d.C., dove fu stabilito che:
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La Pasqua si celebra la prima domenica dopo la prima luna piena che si verifica dopo l'equinozio di primavera (se la luna piena è di domenica allora si celebra la domenica successiva, per non farla coincidere con la Pasqua ebraica);
La Pasqua si celebra da tutti i cristiani nello stesso giorno;
La determinazione del giorno era affidata alla Chiesa di Alessandria d'Egitto.
Perché la chiesa di Alessandria? Perché nel 325 d.C. Alessandria era il centro scientifico del
tempo e toccava ai suoi astronomi il non facile compito di determinare il momento esatto dell'equinozio di primavera e della luna piena.
L'errore di 13 giorni dell'equinozio di primavera
Per calcolare la data della Pasqua, dobbiamo dunque sapere quando cade l'equinozio di primavera e ogni quanto c'è la Luna piena, cose molto difficili da stimare con precisione. Per trovare la
data dell'equinozio di primavera, dobbiamo conoscere l'esatta durata dell'orbita terrestre intorno al
Sole, vale a dire conoscere la durata di un anno. Ipparco di Nicea, padre fondatore dell'astronomia
scientifica (2° secolo a.C.), stimò, con precisione incredibile dati i tempi, che l'anno è di 365,25
giorni, valore utilizzato dall'astronomo alessandrino Sossigene per stilare il calendario giuliano (det-
to così perché promulgato da Caio Giulio Cesare, nella sua qualità di pontifex maximus, nel 46
a.C.). Oggi, con l'aiuto della tecnologia, gli astronomi hanno calcolato che l'anno è 365,242199...
giorni. L'anno secondo Ipparco aggiungeva quindi all'anno reale tre giorni ogni 400 anni, così che
l'equinozio di primavera del 1923 era il 3 aprile, cioè tredici giorni più tardi.
Il vecchio calendario quindi abbisognava di una correzione di tredici giorni1. Nell'Europa
non ortodossa la correzione avvenne nel 1582 dando luogo al calendario gregoriano, dal papa Gregorio XIII che lo promulgò. In Grecia fu eseguita solo nel 1923, dal governo Gonatas, su raccomandazione dell'astronomo e accademico Eginitis: il 16 Febbraio 1923 diventò il 1° marzo del medesimo anno, così risulta che nessun greco è nato fra il 16 e il 28 febbraio 1923! In questo modo,
con 341 anni di ritardo, la Grecia si adeguò al resto dell'Europa.
L'anno successivo la Chiesa Ortodossa adottò il calendario gregoriano per tutti i giorni festivi, tranne che per la Pasqua, che ha continuato a celebrare fino ad oggi secondo il vecchio calendario. La correzione della Pasqua non è stata fatta perché c'erano forti reazioni in molti ambienti della
Chiesa ortodossa greca, secondo cui accettare la riforma gregoriana era come riconoscere il primato
del Papa! Così, per gli Ortodossi, il Natale e diverse altre festività sono comuni con la Chiesa cattolica (ma non la Pasqua). Esistono però ancora confessioni ortodosse che seguono ancora il vecchio
calendario (Monte Athos, Serbia, Russia, ecc), che le celebrano 13 giorni più tardi.
L'errore dei cinque giorni della luna piena.
Un mese lunare, cioè da luna piena a luna piena, dura 29,53059… giorni. La luna piena per
gli Ortodossi si calcola dal ciclo di Metone (5° secolo a.C), secondo cui 19 anni corrispondono a
235 lune piene. Le misurazioni moderne mostrano, per il ciclo metonico, un errore di solo 2,066…
ore ogni 19 anni (anche qui bisogna notare l'incredibile precisione raggiunta ben cinquecento anni
prima di Cristo!). L'errore si è accumulato nel tempo, e ora ha raggiunto i 5 giorni circa. La Chiesa
ortodossa continua però a calcolare la luna piena con il ciclo metonico e quindi cinque giorni più
tardi rispetto a quella reale. Perciò, secondo la Chiesa ortodossa, abbiamo l' equinozio di primavera
in ritardo di 13 giorni rispetto a quello reale e la luna piena cinque giorni più tardi rispetto a quella
reale. Di conseguenza, - sempre per la Chiesa ortodossa - quest'anno 2015 l'equinozio di primvera è
il 2 aprile (invece del 21 marzo) e la successiva luna piena cade l'8 aprile (anziché il 4), così la domenica dopo, 12 aprile, cade la Pasqua ortodossa.
Per la Chiesa cattolica l'equinozio di primavera del 2015 è il 21 marzo, il 4 aprile è la successiva luna piena, così domenica dopo, 5 aprile è Pasqua. A causa di questo errore di 13+5 = 18
giorni, la Pasqua cattolica e quella ortodossa coincidono solo a intervalli di qualche anno (di solito
quattro, ma non è un valore fisso).
Certamente la Resurrezione di Cristo è una sola per tutti i cristiani e secondo le disposizioni
del concilio di Nicea dovrebbe essere celebrata ogni anno contemporaneamente. Speriamo per il futuro.
1
La filastrocca popolare "Santa Lucia, la notte più lunga che ci sia", secondo cui il solstizio d'inverno cadrebbe il 13 Dicembre
(Santa Lucia, per l'appunto) e che sopravvive ancor oggi nella tradizione contadina delle campagne italiane, risale manifestamente a prima della riforma gregoriana.