N NE EW WS SL LE ET TT TE ER R1 15 5--2 20 01 15 5 Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo! …ora siamo anche in Facebook!! NOTIZIE DALL’EUROPA E DAL MONDO HOMO STERILIS Che i pesticidi fossero pericolosi per la salute è noto da tempo, ma le analisi in merito erano sempre state condotte su persone che venivano in contatto con questi veleni per ragioni professionali. Ora, per la prima volta, grazie agli studiosi del Dipartimento di nutrizione ed epidemiologia della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston - USA, sono stati presi in esame anche i danni che i pesticidi provocano a chi consuma frutta e verdura. Lo studio pubblicato il 30 marzo 2015 sulla rivista Human Reproduction, edito dalla European Society of Human Reproduction and Embryology (Oxford – GB), ha evidenziato fra i consumatori di frutta e verdura con alti livelli di pesticidi residui come fragole, spinaci e peperoni una percentuale inferiore di spermatozoi rispetto alla norma, e un calo, anche nello sviluppo dei nuovi. I ricercatori hanno utilizzato i dati di 155 uomini che hanno fornito 338 campioni di seme fra il 2007 e il 2012 con tanto di accurate informazioni sulla loro alimentazione. Per classificare le quantità di pesticidi nella frutta e nella verdura i ricercatori hanno utilizzato i dati del Programma Pesticidi del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti, dove peperoni, spinaci, fragole, mele e pere sono classificati ad alto contenuto di pesticidi residui, mentre piselli, fagioli, pompelmi e cipolle hanno un contenuto moderato o basso di pesticidi residui. I risultati hanno mostrato che gli uomini che hanno mangiato più di 1,5 porzioni al giorno di frutta e verdura con alti livelli di pesticidi residui, avevano il 49% di spermatozoi in meno, oltre ad un volume eiaculato minore, e ad una minore percentuale di sviluppo di nuovi spermatozoi rispetto al normale. "Questi risultati non dovrebbero scoraggiare il consumo di frutta e verdura in generale", ha detto Jorge Chavarro, assistente professore di nutrizione ed epidemiologia e senior autore dello studio. E ha proseguito affermando: "Questo suggerisce che l'attuazione di strategie mirate a evitare residui di pesticidi, come ad esempio il consumo di prodotti da agricoltura biologica o evitare i prodotti noti per avere grandi quantità di residui, può essere la strada da percorrere". Grazie a questo studio, è stato quindi finalmente dimostrato uno dei danni che i pesticidi provocano alla salute dei consumatori, tuttavia, il cammino per ottenere un'agricoltura che sia veicolo di salute non può che passare attraverso una assoluta coerenza da parte dei consumatori, che ogni giorno, attraverso la scelta consapevole, non possono esimersi dal sostenere le filiere corte e chi adotta sistemi agricoli naturali. Ormai da molti anni abbiamo attuato un modello di agricoltura industriale non sostenibile che sta creando innumerevoli problemi, dall'aumento della resistenza di parassiti ed infestanti, all'impoverimento della fertilità del suolo. Inoltre questo modo di coltivare che non tiene conto dei ritmi naturali, consuma ingenti quantità di energia e ha contribuito ad inquinare le acque sotterranee. La questione è sotto gli occhi di tutti, ma solo in pochi si stanno rendendo conto del reale pericolo che stiamo correndo. In tutto questo, le multinazionali si pongono sul mercato come fornitrici di semi e prodotti chimici dedicati ad un modello di agricoltura progettata in laboratorio, dove gli OGM vengono pubblicizzati come sicuri ed inevitabili. Lo sviluppo di un’agricoltura che sia ecologica e naturale, dove i metodi tradizionali, insieme ad una collaborazione scientifica che escluda l'uso di pesticidi e diserbanti, deve quindi essere imperativo. Una agricoltura ecologica per un Mondo più sano non è utopia, esistono già delle aziende agricole in tutta Europa che stanno utilizzando sistemi sostenibili, che preservano e utilizzano con successo le efficaci funzioni degli ecosistemi nelle coltivazioni. La salute dell'ambiente, dei cittadini, e un cibo sano, sono quindi gli obiettivi che dobbiamo realizzare per difendere la Vita, sempre che sia vera la nostra appartenenza agli Homo sapiens. Visualizza qui lo studio (da Bio@gricoltura Notizie di AIAB – aprile 2015) TI INTERESSA APPROFONDIRE LE TEMATICHE DEL CONSUMO RESPONSABILE E DELL'AGRICOLTURA BIOLOGICA? VIENI A CONOSCERE BIOREKK E I SUOI PROGETTI! Domenica 12 aprile ci troveremo in Ca'Sana per la nostra Assemblea annuale e per coinvolgerti nelle nostre attività: SitoMato?! la nostra passata di pomodoro apprezzata per un'economia sostenibile per tutti; Formazione i laboratori per bambini nelle scuole e non; Il nostro GAS: nuovi prodotti in arrivo!; Autoproduzione: i laboratori per il 2015 (non solo seitan e pasta madre); Fare Rete: diamo il nostro contributo per rafforzare la rete dell'economia solidale nel nostro territorio; CineRekk: il cineforum di Biorekk ... attenzione! Contiene idee!; GiteRekk: conosciamo i nostri produttori andando a trovarli nelle loro aziende agricole; E poi i nostri sogni: Un pollaio per Biorekk, Biciclette dal giusto prezzo....e tanto altro che bolle in pentola!. Ecco il Programma della giornata: • • • • Ore 10 - Presentazione del bilancio e delle attività 2014; Ore 10:30 - Presentazione dell'associazione e delle attività; Ore 11.30 -"Riconoscere e cucinare le erbe spontanee che troviamo in campagna e sui Colli": incontro con Albino Turato, esperto di erbe alimurgiche del nostro territorio; Ore 13 - Pranzo con i prodotti che acquistiamo come GAS Gruppo di Acquisto Solidale. Per chi lo desidera, sarà possibile seguire l'assemblea, lasciando i bambini in custodia ad alcune nostre socie volontarie che si occuperanno dell'animazione per i più piccoli. Per organizzarci meglio, sarebbe molto utile se ci faceste sapere quanti bambini, indicativamente, ci saranno e qual è la loro età. Grazie! Ti interessa saperne di più? Ti piacerebbe partecipare? Ti aspettiamo domenica per condividere una giornata di festa! (scarica QUI il volantino di BioRekk) Per ogni informazione, scrivete a: [email protected]. (da BioRekk – aprile 2015) SONDAGGIO: PER I CIBI CHIESTA PIÙ TRASPARENZA IN ETICHETTA Il Ministero delle politiche agricole ha reso noto che si è conclusa la consultazione pubblica online tra i cittadini sull'etichettatura dei prodotti agroalimentari. Sono stati oltre 26.500 i partecipanti che hanno espresso il proprio punto di vista, rispondendo ad un questionario con 11 domande sull'importanza della tracciabilità dei prodotti, della indicazione dell’origine e della trasparenza delle informazioni in etichetta. Oltre il 96% dei consumatori ha dichiarato che è molto importante che sull’etichetta sia scritta in modo chiaro e leggibile l’origine dell’alimento e per l’84% è fondamentale ci sia il luogo in cui è avvenuto il processo di trasformazione. Per 8 italiani su 10 assume un’importanza decisiva al momento dell’acquisto che il prodotto sia fatto con materie prime italiane e sia trasformato in Italia, a seguire il 54% controlla che sia tipico, il 45% verifica anche la presenza del marchio DOP e IGP, mentre per il 30% conta che il prodotto sia biologico. Per 9 su 10 è importante conoscere l’origine per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare, mentre per il 70% è utile per questione etiche, come il rispetto delle normative sul lavoro. Gli italiani quindi vogliono conoscere sempre l’origine delle materie prime in particolare su alcuni prodotti come le carni fresche e il latte fresco (95%), i prodotti lattiero-caseari come yogurt e formaggi (90%), la frutta e verdura fresca tagliata già pronta per l’uso (88%), le carni trasformate come salumi e insaccati, carne in scatola (87%) o il riso (81%). Per quanto riguarda il luogo dove avviene la trasformazione per oltre 18mila persone (70%) è sempre fondamentale che sia indicato in etichetta in modo chiaro, e per l’86% è molto importante avvenga al 100% in Italia. Quasi 22mila persone (82%) hanno poi dichiarato che sono disposte a spendere di più per avere la certezza dell’origine e provenienza italiana del prodotto, con quasi la metà pronta a pagare dal 5 al 20% in più. L'iniziativa fa parte delle misure di 'Campolibero' della Legge Competitività e ha avuto l'obiettivo di coinvolgere la collettività su una questione decisiva come la trasparenza delle informazioni in etichetta sugli alimenti. Un ulteriore effetto della consultazione è allinearsi ai principi generali dell'Unione europea, dove la condivisione dei contenuti delle decisioni pubbliche costituisce da tempo una prassi consolidata. "Abbiamo avuto una partecipazione straordinaria – ha dichiarato il Ministro Maurizio Martina – con più di 26mila consumatori e operatori che ci hanno detto cosa vogliono leggere in etichetta. La risposta è stata univoca: l’indicazione chiara dell’origine della materia prima è un dato fondamentale per un’informazione trasparente e per la prevenzione delle frodi. Oggi siamo più forti, perché presenteremo a Bruxelles questi risultati insieme a delle proposte incisive per rendere le norme nazionali sull’etichetta ancora più efficaci, in linea con le nuove disposizioni dell'Unione Europea. Non si è trattato di un questionario puro e semplice, ma di uno strumento di condivisione con i consumatori degli indirizzi politici su una materia che incide sulla vita di ogni giorno. Per noi valorizzare l’origine è un tratto distintivo e l’etichettatura è il mezzo che consente al consumatore di scegliere in modo consapevole". “Allo stesso tempo siamo impegnati per il ripristino dell’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione in etichetta. Da un lato portiamo avanti una battaglia in Europa per la modifica del Regolamento e l’inserimento di questa informazione come obbligatoria, dall’altro stiamo lavorando con i tecnici della Commissione Ue per poter introdurre una norma nazionale che valga in Italia. La trasparenza e la correttezza delle informazioni al consumatore – ha concluso Martina – quando si parla di cibo è un diritto che dobbiamo assicurare in ogni modo ai cittadini e continueremo a lavorare sempre in questa direzione”. (dal Bollettino Bio di Greenplanet – aprile 2015) "IL GOVERNO METTA AL BANDO IL GLIFOSATO" Invece di avviare la procedura per mettere al bando il glifosato, dopo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) ne ha decretato la “probabile cancerogenicità”, il nostro Governo si avvia a discutere e mettere in atto un piano di azione nazionale “per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari” che ne prevede ampio uso anche per pratiche definite “sostenibili” e che saranno finanziate dai nuovi PSR. A denunciarlo è il Tavolo delle Associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica di cui fanno parte 14 associazioni nazionali. Il glifosato è l’erbicida più utilizzato al mondo. Dal 1992 al 2012 il suo uso è aumentato di 140 volte solo negli Stati Uniti. Oggi, inoltre, è il fitofarmaco più collegato alle coltivazioni OGM. Per questo Monsanto, la multinazionale che lo produce sotto il marchio commerciale di RoundUp, ha definito il rapporto dello IARC (che fa parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità) “scienza spazzatura”, e pochi giorni fa ha chiesto all’Organizzazione mondiale per la sanità il ritiro del rapporto. “Una reazione di panico giustificata dagli enormi guadagni portati dall’erbicida alla multinazionale. Il nostro Paese e l’Unione europea devono rispondere ad altri interessi – dichiara la portavoce del Tavolo Maria Grazia Mammuccini – cioè agli interessi di milioni di agricoltori esposti direttamente all’uso del glifosato e alle centinaia di milioni di cittadini che nel continente consumano prodotti trattati con questo pesticida”. Il governo italiano per ora non ha raccolto alcuna richiesta che proviene dal mondo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica. Nel Piano di azione nazionale non sono previste azioni concrete per ridurre l’uso dei pesticidi e invece di favorire la diffusione di pratiche che non ne fanno uso come l’agricoltura biologica e biodinamica sostenendo gli agricoltori verso la conversione, si lavora solo per garantire l’obbligo di rispettare le prescrizioni in etichetta con un approccio che alla fine porterà come sempre un nuovo peso economico e burocratico sulle spalle degli agricoltori senza eliminare nessun pesticida. Tra pochi giorni, il 14 aprile, i ministeri delle Politiche agricole, della Salute e dell’Ambiente hanno organizzato assieme al CNR un convegno dal titolo. “Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari: coordinamento, ricerca e innovazione”: nessuna associazione agricola fa parte del panel dei relatori. “Vogliamo veramente programmare un uso sostenibile di probabili cancerogeni?”, chiede la portavoce del tavolo Pan. “Oppure, come sta accadendo in questi giorni in Olanda e come Francia e Brasile si accingono a fare, vogliamo mettere al bando perlomeno quelli probabilmente cancerogeni come il glifosato, ed applicare davvero il principio di precauzione per salvaguardare le condizioni di vita e di lavoro e per evitare l’insorgere di altri tumori?”. Il nostro Paese è - secondo un rapporto dell’Ispra del febbraio 2015 – è il maggiore consumatore tra quelli dell’Europa occidentale di pesticidi per unità di superficie coltivata, con valori doppi rispetto a quelli della Francia e della Germania. Molto alto anche il numero delle sostanze di cui si trovano importanti tracce nelle acque: 175 tipologie di pesticidi nel 2012 a fronte dei 166 del 2010 e di 118 del biennio 2007-2008. E le sostanze che più spesso hanno determinato il superamento sono il glifosato e i suoi metaboliti, il metolaclor, il triciclazolo, l’oxadiazon, la terbutilazina. Del Tavolo fanno parte: AIAB, Associazione per l'Agricoltura Biodinamica, FAI, Federbio, FIRAB, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Slowfood, Touring Club Italiano, Associazione Pro Natura, SIEP UpBio, WWF. (da Terra Nuova – aprile 2015) COMUNICATO STAMPA OPZIONE ZERO 8 aprile: La Orte-Mestre retrocede, bene per i comitati NO Or-Me, ma ora il Governo cancelli definitivamente l’opera. La notizia dello stralcio della Orte-Mestre dal DEF è accolta con soddisfazione da Opzione Zero e da tutte le organizzazioni della Rete nazionale Stop Or-Me, anche se si attende l’esito del Consiglio dei Ministri di venerdì per verificare che non ci siano tranelli. Se confermato, si tratterebbe comunque di un risultato molto importante e per il quale comitati e associazioni ambientaliste lavorano incessantemente da anni mantenendo accesi i riflettori, contro tutto e contro tutti, su tutto ciò che quest’opera poteva significare in termini di impatti ambientali e sociali, di rischi economici, in termini di interessi privati e intrecci malavitosi che da sempre stanno alla base di questo progetto assurdo e devastante. La decisione del Governo potrebbe impantanare seriamente l’iter di approvazione dell’opera allontanando, almeno per il prossimo futuro, il rischio di apertura dei cantieri nel cuore della Riviera del Brenta e di altri territori di pregio. “Questa scelta è per il Governo quasi obbligata seppure non scontata – commentano Rebecca Rovoletto e Lisa Causin, portavoce del comitato - perché l’inchiesta “Sistema” della Procura di Firenze ha letteralmente travolto i protagonisti della vicenda Orte-Mestre, a cominciare dal proponente Vito Bonsignore, al suo amico di partito e ex ministro Maurizo Lupi, per finire con Ercole Incalza, l’uomo chiave che ha curato l’istruttoria della nuova autostrada. Si è finalmente aperto uno squarcio nel muro di gomma che nascondeva tutto il marciume e l’insostenibilità economica dell’affare “Orte-Mestre”, ciò che denunciamo da molto tempo. Di fronte a tanta evidenza sarebbe troppo fare finta di niente anche questa volta”. Opzione Zero dubita infatti del Governo Renzi, lo stesso Governo che pochi mesi fa aveva rimesso “in pista” la nuova autostrada, con l’inserimento di una norma specifica nel Decreto Sblocca Italia finalizzata ad aggirare il parere negativo della Corte dei Conti sul piano economico-finanziario allegato al progetto. Una norma che guarda caso ora compare nelle intercettazioni telefoniche dell'inchiesta “Sistema”. Secondo Mattia Donadel è certamente il momento di festeggiare, ma non certo di smobilitare: “Siamo a un passo da una vittoria straordinaria e forse decisiva per questa vertenza, sarebbe però un errore abbassare la guardia proprio adesso: lo stralcio della Orte-Mestre dal DEF allontana di molto lo spettro dell’autostrada ma non lo cancella. L’opera infatti rimane inserita in Legge Obiettivo, e potrebbe essere ripescata in tutto o in parte più avanti, quando le acque saranno meno agitate. Dobbiamo continuare a lavorare per ottenere la cancellazione definitiva del progetto; soprattutto dobbiamo incalzare ANAS e Regione Veneto per risolvere subito il problema Romea, la pericolosità di questa strada ha raggiunto livelli indegni e insostenibili”. D’altra parte, a conferma di questi timori, Opzione Zero fa notare come proprio questa mattina il Governo abbia chiesto e ottenuto il rinvio del voto sulla mozione parlamentare dell’On. Arianna Spessotto con la quale si chiedeva il ritiro definitivo del progetto; l’ennesima dimostrazione del tatticismo e dell’ambiguità che caratterizzano l’esecutivo e il partito del Presidente del Consiglio, il solito PD. (QUI leggi le ultimissime sulla Orte-Mestre) (dal Comitato Opzione Zero – aprile 2015) LA SPESA PERFETTA? FALLA IN BICICLETTA Sabato 11 aprile andiamo tutti assieme (ed in tanti) a fare la spesa in bici. In quei negozi che sostengono la ciclabilità, “anima del commercio”: è il primo Bike (cash) mob; appuntamento alle 10,45 in piazza Antenore. Libreria, fruttivendolo, giornalaio, negozio di ricambi, bar finale al Portello per l’aperitivo: questi i negozi che incroceremo lungo il nostro percorso. Saremo in tanti, perchè sono 140.000 gli spostamenti che avvengono nella città di Padova, secondo le stime recenti degli uffici comunali. Alcune vie come via Facciolati, Portello, via San Francesco sono delle vere e proprie autostrade ciclabili con punte di oltre 5.000 passaggi giornalieri. Una vera e propria massa che si muove, spende e grazie ai propri acquisti fa vivere i piccoli negozi dei quartieri e del centro storico. Cercare di favorire le automobili per rivitalizzare il commercio è un’idea fuori dalla storia: diversi studi condotti in decine di città dimostrano come gli unici a guadagnare dalla promozione del traffico automobilistico sono i grossi centri commerciali, non certo i piccoli negozi. Infatti dei 140.000 spostamenti totali, più della metà sono di coloro che usano la bici per andare al lavoro o all’università, mentre un buon 26% usa le due ruote per acquisti o per commissioni. L’idea secondo la quale tutti vanno a fare la spesa in auto ormai è legata al passato: a Graz, cittadina austriaca delle dimensioni di Padova, i commercianti stimavano che il 56% dei loro clienti si muovesse in auto, mentre era solo il 32%. Tutti gli studi economici condotti nel mondo, da Dublino a San Francisco, passando per la Nuova Zelanda per arrivare a Bristol in Inghilterra, dimostrano come i negozi a misura di bicicletta guadagnano di più, perché se è vero che nella singola spesa l’automobilista spende qualche soldo in più, è anche vero che i ciclisti tendono a fidelizzare il negozio e tornare più spesso (senza considerare che dove parcheggia un auto possono parcheggiare 6 ciclisti, ovvero 6 clienti). Proprio in virtù di questi dati, sabato realizzeremo un’iniziativa simbolica: insieme a i nostri volontari andremo tutti insieme a fare la spesa in bicicletta in negozi che si sono dimostrati amici delle due ruote: il nostro messaggio vuole essere chiaro. Anche noi consumiamo e d’ora in poi premieremo i negozi che hanno a cuore le biciclette. I soldi che non spenderemo in benzina li spenderemo in pane, frutta e verdura per sostenere i commercianti che hanno capito che una città a misura di bici è una città meno inquinata e più bella. Partecipano all’iniziativa: Associazione Progetto Portello, ASU, #Salvaiciclisti, La Mente Comune, Studenti Per – Udu Padova, Rete degli Studenti Medi Padova, Associazione Mimosa, Equality Cooperativa Sociale Onlus (da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – aprile 2015) SULLA FAME NON SI SPECULA! C'è una finanza casinò, che usa il cibo come moneta e che scommette sui prezzi dei beni alimentari. E in questo modo si gioca il futuro di intere famiglie e popolazioni vulnerabili. A denunciarlo con un video, che Banca Etica ha contribuito a produrre insieme ad Etica SGR e altre organizzazioni, è "Sulla fame non si specula", la campagna che da anni sensibilizza per il diritto al cibo e contro la speculazione finanziaria. Il video di animazione, disegnato da Davide Pascutti, gioca sul duplice significato di “future”: da una parte il futuro di intere famiglie che nei Paesi più vulnerabili è minacciato dalla volatilità dei prezzi del cibo, dall’altra i titoli derivati, i cosiddetti “futures”, che sui mercati finanziari possono essere usati per scommettere sulle fluttuazioni dei beni alimentari. Non solo video, ma anche uno spettacolo teatrale che si terrà a Milano il 22 maggio per parlare di cibo e finanza, e di un problema che non ha ancora trovato soluzione: la speculazione finanziaria sui beni alimentari. Lo spettacolo teatrale sarà realizzato in collaborazione con l’Associazione Popeconomix, che da due anni racconta la crisi finanziaria con una performance che gira tutta Italia. A Milano il “Popeconomix live Show” parlerà di cibo e finanza con una nuova versione dello spettacolo che si terrà Venerdì 22 maggio nel teatro del Pime di Milano, all’interno di “Tutta un’altra festa family”, festa del commercio equo e solidale. §§§ LA COOPERAZIONE ITALIANA SCEGLIE BANCA ETICA PER IL MICROCREDITO IN PALESTINA Banca Etica è stata scelta dall'Unità Tecnica Locale del Consolato d'Italia a Gerusalemme come partner per l'avvio di un programma che ha scopo di rispondere ai bisogni di credito di categorie vulnerabili come donne, neo-laureati e cooperative agricole che oggi sono esclusi dal sistema bancario. Il programma rientra nell'iniziativa "START UP - Strumenti finanziari e assistenza tecnica per promuovere l’occupazione e la generazione di reddito in Palestina” e prevede l'erogazione di microcrediti per un totale di 3 milioni di euro a favore di piccole imprese operanti in Palestina. In questa prima fase Banca Etica si occuperà dell'analisi delle attuali condizioni di accesso al credito per le piccole imprese palestinesi, con particolare attenzione alle realtà cooperative attive nell'ambito nella raccolta di risparmio ed erogazione di crediti. Successivamente Banca Etica formulerà una proposta tecnica relativa ai meccanismi per l'erogazione dei microcrediti e per mitigare i rischi. Il progetto è stato illustrato il 1 aprile scorso presso la sede di Banca Etica a Padova da Gabriele Giuglietti, Responsabile delle relazioni internazionali di Banca Etica, e da Marco Azzalini del Dipartimento per la Cooperazione allo Sviluppo in Palestina del Ministero degli Affari Esteri. **leggi anche: COHOUSING SOLIDARIA - FAMIGLIE INSIEME PER UN VIVERE COMUNE (da Bancanote News di Banca Etica – aprile 2015) UN CIBO BUONO PULITO E GIUSTO IN DIFESA DI PRODUTTORI E CONSUMATORI Nella maggior parte dei consumatori è ancora salda la convinzione che alimentarsi con prodotti di qualità e ottenuti nel rispetto dell’ambiente sia appannaggio delle sole persone facoltose e che comunque questi prodotti non possano costituire il cibo di tutti i giorni. Insomma un lusso che in tanti oggi non possono permettersi. D’altro canto ci sono tanti agricoltori, allevatori, artigiani che si cimentano nella produzione di pane, pasta, latte, olio, frutta e verdura mettendo in campo qualità, sostenibilità ambientale ed eticità, che fanno fatica a tenere in piedi la propria attività a causa di prezzi che non li remunerano adeguatamente e di difficoltà burocratiche che rendono complicato l’accesso al mercato. Partendo da queste considerazioni, le industrie alimentari sembrerebbero le uniche a poter mantenere un ruolo importante nella produzione e nella trasformazione del cibo quotidiano. Esse possono infatti sfruttare le economie di scala, anche se questo comporta sacrifici in termini di costi sociali e ambientali, come la perdita di biodiversità, maggiori emissioni di CO2, appiattimento verso il basso della qualità, spopolamento delle aree rurali. Sono proprio questi sacrifici, invece, che ci portano a dire che bisogna invertire la rotta e assicurare, attraverso strumenti educativi, culturali e normativi, maggiori benefici e opportunità agli anelli più deboli della catena della produzione, della distribuzione e del consumo del nostro cibo quotidiano, nel segno dell’equità e della solidarietà. Per queste ragioni dedicheremo il prossimo Slow Food Day, che si svolgerà il 18 aprile nelle piazze delle principali città italiane, al cibo quotidiano buono, pulito e giusto: un momento di riflessione per provare a modificare gli attuali sistemi alimentari che penalizzano sia produttori di piccola scala, impegnati a difendere la biodiversità e la sostenibilità ambientale, sia i consumatori, che hanno visto ridursi sempre più la possibilità di scelta e la qualità alimentare al momento della spesa. (da Slow Food – aprile 2015) MIELIZIA A MILANO: SPRECO ZERO, IMPARIAMO DALLE API Cresce l'attenzione sui temi degli sprechi alimentari, di un consumo più razionale e consapevole e della tutela dell'ambiente e della biodiversità. Temi analizzati nell'evento organizzato da Mielizia il 26 marzo a Milano, con il coinvolgimento dello chef stellato Pietro Leemann, grande interprete della cucina naturale, l'agro-economista Andrea Segrè e l'apicoltore Diego Pagani, in occasione della presentazione della nuova confezione da 100 g, completamente biodegradabile, della linea 'Noi apicoltori'. Cos'hanno in comune uno chef filosofo, il più famoso sostenitore dello 'spreco zero', un apicoltore e un vasetto di miele in carta 100% biodegradabile? Come si possono ridurre al minimo gli sprechi in cucina? Quale contributo offrono le api alla preservazione delle colture agricole e alla vita stessa del pianeta? Se ne è parlato appunto nell'inedito 'Talk & Cooking Show', moderato da Allan Bay, giornalista e scrittore di cucina, che ha messo a confronto le esperienze di Pietro Leemann, chef alimentarista fondatore del ristorante stellato Joia, il professor Andrea Segrè, agro-economista, presidente e fondatore di Last Minute Market, sui temi dello spreco alimentare e della sostenibilità in cucina insieme a Diego Pagani, apicoltore e presidente di Conapi, Consorzio Nazionale Apicoltori. L'occasione è stata la presentazione in anteprima delle nuove confezioni da 100 g di mieli monoflora della linea "Noi apicoltori" Mielizia, brand di Conapi, Consorzio Nazionale Apicoltori. Al termine, Pietro Leemann, grande interprete dell'alta cucina naturale, nominato chef ambassador di Expo 2015, ha proposto una 'performance live' con la degustazione di tre creazioni a spreco zero (battezzate in modo originale: Il Lato Dolce del Buono, To Bee or Not To Bee e Un Miele al Giorno toglie il Medico di Torno) in linea con il rispetto della natura e l'ottimizzazione delle risorse, alla base della sua filosofia olistica. Quelli al centro del dibattito sono temi cruciali. In Italia ogni anno vengono buttati 650 g di cibo settimanali in media per ogni nucleo familiare, corrispondenti a circa 6,5 euro, per un valore totale stimato di 8,1 miliardi di euro (fonte: Rapporto 2014 Waste Watcher, Osservatorio Last Minute Market - Swg). Da qui una crescente sensibilizzazione sull'importanza di ridurre al minimo gli sprechi di cibo - positivo, in questo senso, il calo degli sprechi, visto che nel 2013 eravamo a quota 8,7 miliardi di euro - il cui impatto sulla biodiversità e sul clima è ormai accertato. Se ne stanno facendo carico numerose iniziative, come la campagna europea di sensibilizzazione 'Un anno contro lo spreco' di Last Minute Market a cui aderisce anche Mielizia. Non stupisce quindi che le abitudini di consumo e le modalità stesse dello shopper stiano cambiando, complice non solo la crisi economica. Così, la grande spesa periodica all'ipermercato cede il passo ad acquisti quotidiani e si rileva una crescente richiesta di piccoli formati, che possano soddisfare un consumo a breve termine e 'antispreco' senza, tuttavia, rinunciare alla qualità. In questo contesto le api giocano un ruolo davvero importantissimo: pochi sanno che sono responsabili dell'impollinazione di almeno 70 delle 100 principali colture agricole. Senza di loro non esisterebbe la maggior parte di frutta, ortaggi, foraggi per animali e colture per usi industriali, come il cotone o la soia. Le api sono dunque indispensabili non solo per la biodiversità e la ricchezza alimentare, ma anche per l'economia mondiale: una sola arnia contribuisce a un incremento produttivo delle colture agricole stimato in 1.200 euro l'anno. Le api sono anche formidabili sentinelle dell'ambiente: le morie che hanno colpito anche il nostro Paese sono un forte segnale di allarme. “Questo evento - ha affermato Diego Pagani - rappresenta una tappa molto importante nel nostro percorso di sensibilizzazione sull'importanza della salvaguardia dell'ambiente, che passa anche attraverso la promozione di un consumo responsabile e la necessità di tutelare il nostro patrimonio apistico, che sta vivendo anni difficili. Per questo sosteniamo campagne come 'Un anno contro lo spreco' di Last Minute Market e iniziative come il 'Treno Verde' di Legambiente. Il lancio dei vasetti di carta per il nostro miele, tra l'altro, è una evidente dimostrazione di come innovazione e ricerca possano ricoprire un ruolo preziosissimo utile anche alla salvaguardia dell'ambiente”. “La mia visione di una società a spreco zero si applica perfettamente alla relazione ape, apicoltore e miele - ha dichiarato Andrea Segrè - perché è l’esempio più straordinario e concreto di economia verde circolare: ovvero un’economia non più lineare ma senza sprechi e dove le risorse naturali vengono gestite in modo sostenibile e la biodiversità viene protetta, valorizzata e ripristinata. Dobbiamo copiare la natura, che perciò va protetta e proprio le api sono parte importante dell’ecosistema naturale. Per questo mi spingo a dire che sono la parte fondamentale del nostro capitale naturale, ben più importante di quello economico o finanziario che da un momento all’altro può svanire. Se invece svaniscono le api, perdiamo non solo gli apicoltori e il miele ma anche la stessa Natura”. (dal Bollettino Bio di Greenplanet – aprile 2015) ORTI DIDATTICI: L’AMORE PER LA NATURA E IL CIBO GENUINO SI IMPARANO A SCUOLA Realizzare l’orto a scuola è un modo efficace di insegnare ai bambini educazione ambientale e alimentare e, al tempo stesso, multidisciplinare. Insegnare loro a coltivare frutta e verdura significa non solo educarli alla tutela dell’ambiente, al rispetto della natura e dei suoi ritmi, ad un’alimentazione sana e genuina e alla stagionalità del cibo, ma anche insegnare loro materie scolastiche “classiche” come scienze, matematica, geografia, storia attraverso un approccio insolito e coinvolgente: all’aperto e a diretto contatto con la terra. Anche in Italia l’orto scolastico è ormai una realtà diffusa e sono decine e decine gli istituti comprensivi – dalle scuole dell’infanzia fino alle superiori e agli istituti tecnici – che stanno sperimentando con successo la coltivazione di ortofrutta come efficace strumento educativo. I ragazzi vivono la coltivazione dell’orto come un gioco, ma imparano valori importanti come il senso di responsabilità, il lavoro di gruppo e la collaborazione, la tutela dell’ambiente e il rispetto per la natura e i suoi ritmi. Tra i tanti progetti esistenti in Italia segnaliamo le esperienze di Lucca, Milano, Bergamo e del Cilento. A Lucca esiste l’iniziativa “Ortiscolastici.it”, nata dal progetto “L’Orto delle Meraviglie”, un’esperienza di orticoltura didattica iniziata nel 2008. A Bergamo è attivo il progetto educativo sviluppato dall’Orto Botanico “Lorenzo Rota” nel 2012 in collaborazione con l’Ufficio scolastico territoriale che oggi coinvolge una trentina di scuole, per un totale di 90 classi di vario ordine e grado. A Milano troviamo “MiColtivo, Orto a Scuola” – un programma di educazione alimentare ed ambientale dedicato ai bambini lanciato nel 2012 e patrocinato dal Comune di Milano – e gli “Orti didattici di Via Siderno” che organizzano percorsi didattici per le scuole materne ed elementari dal 2006. L’esperienza degli orti didattici e sinergici nel cuore del Cilento nasce nel 2007, dopo l’arrivo della preside Maria De Biase all’Istituto comprensivo Teodoro Gaza di San Giovanni a Piro (Salerno). Qui, oltre ai tanti progetti avviati e alle buone pratiche di sostenibilità, parte dei prodotti degli orti e del frutteto coltivati dai bambini costituiscono l’eco-merenda quotidiana di alunni. Anche la Regione Marche realizza un’offerta formativa destinata alle scuole con il progetto “Ortoincontro”. Inoltre, in molti casi il cibo prodotto dagli studenti viene servito direttamente alla mensa scolastica, come all’Istituto comprensivo statale “G. Binotti” di Pergola (in provincia di Pesaro Urbino) dove i ragazzi mangiano regolarmente i prodotti dell’orto, curato da una decina di classi di scuola primaria e una di secondaria. E non dimentichiamo Slow Food che, “Orto in attraverso il progetto Condotta” ha realizzato – dal 2004 ad oggi – oltre 500 orti didattici in tutta Italia, coinvolgendo un centinaio di Condotte (qui il video illustrativo). Oltre alle iniziative di singoli Istituti e di privati, anche il MIFAAP-Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il MIUR-Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca hanno deciso di lanciare a livello nazionale, per l’anno scolastico 2014-2015, il progetto “Orti nelle scuole”… (continua QUI la lettura dell’articolo) (da Italia che Cambia – aprile 2015) 18 APRILE 2015 – GIORNATA DI AZIONE GLOBALE Le persone e il pianeta prima del profitto! Giornata di azione contro i Trattati di Libero Scambio. serva allo sviluppo dei popoli e del pianeta. Noi, associazioni della società civile, sindacati, agricoltori, giovani, donne, movimenti locali, semplici attivisti invitiamo tutti a partecipare ad una Giornata di azione globale il 18 Aprile 2015 per fermare le trattative sulla liberalizzazione degli scambi commerciali e degli investimenti e promuovere una economia che Nel recente passato sono stati imposti accordi segreti sul commercio e sugli investimenti sotto la pressione delle grandi imprese e dei Governi, calpestando i nostri diritti e danneggiando l’ambiente. In questi ultimi anni abbiamo dovuto combattere per la sovranità alimentare, per i beni comuni, per difendere il nostro lavoro, i nostri territori, la libertà della rete e il diritto alla democrazia. Strada facendo siamo cresciuti come movimento, abbiamo alzato la nostra voce ottenendo risultati e vittorie. Tutti insieme possiamo fermare gli accordi che si stanno negoziando e rovesciare le pesanti conseguenze degli accordi già presi. Tutti insieme possiamo realizzare modelli di società basati sui diritti delle persone e non sui privilegi dei gruppi di potere. Invitiamo tutte le organizzazioni, i cittadini, le associazioni a partecipare alla Giornata di azione globale organizzando localmente eventi in tutti i continenti. E’ benvenuta ogni tipo di iniziativa e di azione a livello mondiale in grado di far crescere la consapevolezza, di coinvolgere e mobilitare dovunque le persone per costruire nuovi modelli di sviluppo commerciale ed economico, a favore delle persone e del pianeta. Unitevi alla Giornata di azione globale e partecipate alla mobilitazione. Comunicate le vostre iniziative a: [email protected] QUI TROVI TUTTE LE INIZIATIVE IN ITALIA (scarica QUI il volantino per il 18 aprile) QUI il link al sito internazionale (da Stop TTIP Italia – aprile 2015) … non dimenticate di leggere le ultime notizie, qui sotto riportate… Ritorno al futuro: l’Antropocene si avvicina… ma i suoi guai sono già arrivati e Perché gli elettori preferiscono votare gli “idioti” da Greenreport.it – aprile 2015 Scopri il Marchio 2015: quanto sono etiche le 10 multinazionali del cibo? Le nuove pagelle da Greenme.it – aprile 2015 La crescita economica? E’ dietro l’angolo da Low Living High Thinking – aprile 2015 Olio Igp Puglia. Per dare valore da Olioofficina.it – aprile 2015 Xylella, l’Europa smentisce la Regione Puglia e Xylella, un caso complesso che si è voluto semplificare? da MicroMega di Repubblica.it – aprile 2015 L’Idrovia Padova-Mare: un grande vantaggio per tutti da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – aprile 2015 B a !!!!!!!! urra ettttu a lle na on uo Bu Per farvi trascorrere un lieto fine settimana Vi postiamo questo simpatico invito (SCARICALO QUI) domenica 12 aprile Inaugurazione di “Colonia Agricola” Bottega del Biologico – Ristorantino - Caffetteria in Via Cardinal Callegari 32 a VASCON DI CARBONERA (TV) è una proposta dalla Cooperativa Agricola Alternativa che da anni collabora con noi del Tamiso.
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