ANCONA Intervento Emma Cavallaro

“Volontari e Volontariato organizzato tra impegno civico e
gratuità”
Eminenza Reverendissima, gentile Assessore, Autorità tutte e cari amici,
è la prima volta che la ConVol si presenta ufficialmente nelle Marche e più precisamente qui
ad Ancona. Ne sono particolarmente felice e so di dovere un grande grazie a molte persone,
due in particolare: la dr. Biancamaria Ambrosini tesoriera della ConVol e presidente
dell’Avulss di Ancona e il dr. Franco Belluigi vice presidente della ConVol e vice presidente
vicario dell’Avulss. Hanno lavorato tantissimo per preparare questo incontro e sia io
personalmente che la ConVol tutta gliene siamo davvero molto grati, così come lo siamo nei
confronti del Centro Servizi delle Marche che ci ha sostenuto in questo cammino.
La ConVol è nata nel 1991, ad essa aderiscono oggi 22 Associazioni, Federazioni e Reti di
Volontariato che agiscono in campo nazionale e internazionale.
La ConVol ha lo scopo di collegare e di coordinare le realtà che ne fanno parte per le seguenti
finalità:
• Rappresentare le organizzazioni di volontariato aderenti e il volontariato nazionale,
promuovendo azioni politiche anche in rete con altri organismi di rappresentanza.
• Promuovere la cultura della gratuità della solidarietà e della cittadinanza attiva, al fine di
realizzare una convivenza accogliente e rispettosa dei diritti di tutte le persone, senza alcuna
distinzione, anche valorizzando quanto singolarmente espresso dal volontariato ai livelli
nazionale e internazionale, a partire dalle esperienze delle organizzazioni nei territori.
• Promuovere il volontariato, il suo ruolo e le sue funzioni, nel rispetto dell’identità degli altri
soggetti sociali.
• Tutelare il volontariato rispetto a comportamenti delle istituzioni e di qualsiasi altro
soggetto non rispettosi del suo ruolo e dei suoi valori specifici.
• Favorire lo sviluppo di relazioni organiche e continuative di collaborazione fra le
organizzazioni di volontariato, fra queste e gli altri attori sociali: pubblici, privati e del Terzo
settore.
Nel 2013 la ConVol ha deciso di avviare uno studio sulle trasformazioni delle organizzazioni
di volontariato in Italia per realizzare il quale ha coinvolto un gruppo di ricercatori coordinato
dal prof. Ugo Ascoli e composto dal prof. Emmanuele Pavolini, dalla dr.ssa Sabina Licursi e dal
dr. Giorgio Marcello.
Il prof. Ascoli è in anno sabbatico e si trova negli USA, ci ha inviato i suoi saluti ed auguri. Gli
altri esperti sono qui con noi, li ringraziamo davvero di cuore e li ascolteremo tra breve.
La ricerca che è la prima che ha preso in considerazione tutto il territorio nazionale si è
concentrata su due obiettivi: i volontari e le organizzazioni di volontariato, l’obiettivo
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generale della ricerca è stato quello di valutare il rapporto tra trasformazioni organizzative e
caratteristiche identitarie delle OdV, anche al fine di valutare il rapporto tra i percorsi di
funzionamento e di attivazione delle organizzazioni ed il mantenimento/cambiamento della
loro mission originaria. Fra gli obiettivi specifici dell’indagine possono essere richiamati i
seguenti:
Valutare il rapporto tra identità e servizio nelle OdV, anche con riferimento all’attuale
sistema di welfare italiano e alle sue segmentazioni interne;
Verificare l’esistenza di forme di ibridazione delle OdV e l’eventuale indebolimento della loro
capacità innovativa.
Cogliere l’esistenza di analogie e differenze tra macro aree territoriali e per ambiti di
intervento delle OdV.
La ricerca ha evidenziato come, in un contesto di crescente difficoltà del welfare pubblico e di
crescita dei bisogni sociali, il volontariato si delinei come una infrastruttura sociale di
primaria importanza che coinvolge milioni di cittadini.
Inoltre la ricerca ha posto in rilievo l’esistenza di connessioni tra OdV anche molto fitte.
Lo sviluppo di una nuova capacità istituente del volontariato organizzato, ossia
quell’attitudine delle OdV a pensare il cambiamento sociale e a tentare di realizzarlo,
incidendo sul livello istituito dovrà passare attraverso l’irrobustimento delle reti orizzontali,
l’adozione di una strategia di advocacy libera dall’interesse verso particolari categorie di
bisogni e l’investimento di risorse sulla dimensione partecipativa della vita interna alle
organizzazioni.
Una risorsa che non è nemmeno stata colta dal Governo nella Riforma della legislazione del
Terzo Settore, convertita in Proposta di Legge dalla XII Commissione della Camera (Affari
sociali) ed attualmente all’esame del Parlamento.
Su tale Proposta di Legge la ConVol ha fatto una attenta riflessione e ha presentato le sue
idee sia in una Audizione alla Camera con la XII Commissione, sia con comunicati stampa, sia
sempre alla Camera con la XII Commissione ed esperti vari per la presentazione del numero
unico della rivista “No Profit Paper” sulla riforma.
Accanto al Decreto del Governo sono state depositate due proposte di legge. La prima a
firma di Capone, Patriarca ed altri che propone una revisione generale della 266/91 che a noi
sembra accettabile anche se non siamo d’accordo su tutto. Di fatto la proposta ribadisce la
peculiarità dell’identità delle odv e riconosce l’autonomia del volontariato. Non entro in
maggiori particolari perché il tempo non lo permette, ma vi rinvio al sito dove troverete tutte
le nostre prese di posizione.
La seconda a firma Maestri ed altri che vuole modificare la 266/91 legge quadro del
volontariato attualmente in vigore per inserire un articolo che prevede la possibilità di
rimborsi forfettari fino ad una cifra di 2.000 euro annuali senza che la spese siano
“preventivamente autorizzate e successivamente documentate” così come è attualmente
previsto. Voi capite che questo significa scardinare il valore della gratuità del volontariato e
metterne in discussione la sua particolare identità.
Anche su questo siamo più volte intervenuti come ConVol.
Quello che ci tengo a dirvi con molta chiarezza, convinzione e forza è che ci troviamo ad un
bivio molto particolare.
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Il Disegno di Legge di fatto escluderà le altre proposte che potranno forse influire sulla
modifica di alcuni articoli e noi ci sentiamo chiamati a difendere il volontariato vero, il
“nostro” volontariato quello che si fonda sulla gratuità, sul dono, sul rispetto dell’altro
accolto e preso in carico come persona con tutte le sue fragilità, i suoi diritti e i suoi bisogni.
Credo di poter dire che oggi non sono tanto in discussione progetti di legge ma criteri e
valori fondanti, cioè molto più di quello che appare, quello che ci ha fatto scegliere di operare
come volontari in una organizzazione di volontariato, nel volontariato organizzato. Voler
mescolare e confondere, come fa il Decreto volontariato e Associazioni di promozione
sociale, voler cancellare il volontariato organizzato, dando spazio ai singoli volontari, inserire
“un principio e un criterio direttivo” che guiderà il riordino legislativo “riconoscendo la
specificità e le tutele dello status di volontario all’interno delle organizzazioni di Terzo
Settore”, ignorando totalmente il volontariato organizzato è contrario alla nostra comune
ispirazione e alle più profonde motivazioni che guidano noi tutti. Non abbiamo mai pensato
che il volontariato sia una lobby, quando chiediamo lo facciamo sempre per le persone di cui
ci occupiamo.
A me sembra che tutto questo oggi non è affatto percepito da chi dovrebbe invece sentirsi
fortemente chiamato in causa e di fatto noi in questa “battaglia” siamo lasciati soli.
Sono convinta che dobbiamo incidere maggiormente in questa discussione, altrimenti
rischiamo molto, e non tanto come singole odv, ma come credenti e cittadini di questo Paese
che ha una sua storia ed identità molto precise delle quali il volontariato è parte integrante.
Rischiamo che la solidarietà si trasformi in un’esule dalla realtà dei nostri figli e nipoti e che il
profit divenga una regola di vita che potrà anche prevedere dei momenti di sporadica
beneficienza, magari nelle emergenze.
Rischiamo di ritrovarci con un mondo di persone che si sentiranno a posto con la loro
coscienza dando per “carità” quello che invece è dovuto per giustizia.
Dobbiamo impegnarci tutti a tutti i livelli in cui viviamo a non tacere e a fare tutto quello che
possiamo.
A livello nazionale come ConVol, stiamo facendo il possibile ma bisogna che tutti sentiamo il
dovere di tenere vivo il problema e sensibilizzare oltre che le nostre realtà di base anche
tutte le istituzioni locali, i deputati dei nostri collegi, le nostre Chiese locali: Vescovi, Parroci e
le nostre comunità cristiane e tutte le “persone di buona volontà”.
Questo è il tempo per farlo, il tempo che ci è dato è l’oggi, non lasciamolo passare, senza il
nostro impegno.
Ancona 11 aprile 2015
Emma Cavallaro
Presidente nazionale Conferenza Permanente delle Associazioni Federazioni e Reti di
Volontariato
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