Lo Studente, centro dell’Ateneo Quando si parla di Palermo, quasi mai la si definisce una “città universitaria”. Eppure la popolazione studentesca della nostra Università è di poco inferiore alle 50.000 unità! Bisogna avere consapevolezza di questo e rendere gli Studenti protagonisti dell’Ateneo, ma anche della Città. Da Preside della Facoltà di Ingegneria e successivamente Presidente della Scuola Politecnica, ho avuto modo di verificare la centralità degli Studenti e delle loro Associazioni; insieme abbiamo lavorato efficacemente, grazie al loro insostituibile apporto di idee, impegno ed attività, che ha contribuito allo sviluppo della Facoltà e della Scuola. Credo, con assoluta convinzione, che questo rapporto debba essere implementato con un respiro più ampio che coinvolga l’intero Ateneo e la Città. Lo Studente costituisce il focus dell’Ateneo, la sua prima e fondamentale ragione di esistenza, ed è nostro dovere porgere la massima attenzione alle sue esigenze e legittime aspettative. Quest’attenzione va declinata in una serie di azioni riconducibili a vari ambiti: diritto allo studio, attenzione a tutta la filiera della formazione (dall’orientamento al placement), qualità dei servizi, potenziamento delle attività culturali, ricreative e sportive, riconoscimento del diritto di rappresentanza. L’Italia è uno dei paesi europei con il più alto valore medio di tasse universitarie e, al contempo, con uno dei più bassi livelli di sostegno allo studio. Ritengo che lo scarso investimento a sostegno e difesa del diritto allo studio sia una grave pecca del nostro Paese: la formazione superiore è un insostituibile stimolo allo sviluppo sociale ed economico. Sono assolutamente convinto del ruolo dell’Università come ascensore sociale e della valenza sociale della formazione come fondamentale elemento di crescita. Il nostro Ateneo è radicato in una delle aree del Paese in cui il disagio sociale, aggravato dagli effetti della crisi economica, si manifesta con maggiore intensità. I fenomeni delle nuove povertà incidono pesantemente sulle prospettive formative di un numero crescente di giovani. In questa situazione, anche nel pieno rispetto degli articoli 3 e 34 della Costituzione, il nostro Ateneo deve continuare ad essere soggetto attivo per il diritto allo studio delle fasce più disagiate. Questa consapevolezza si traduce nella responsabilità, che pienamente mi assumo, di sensibilizzare le Istituzioni ed in particolare il Governo Regionale affinché le future scelte politiche volte al rilancio della nostra Regione dedichino particolare attenzione e risorse a questo tema. Mi sembra necessario mettere in atto il massimo livello di collaborazione e di integrazione operativa con l’Ente Regionale per il diritto allo Studio (ERSU) con l’intento di ottimizzare la rete dei servizi agli Studenti. Allo stesso tempo, è necessario rivolgere la massima attenzione agli Studenti che scelgono di non iscriversi a Palermo, perché pensano che questo non sia il posto migliore per la loro formazione. Abbiamo il dovere, come cittadini ancor prima che Docenti, di affrontare il fenomeno dell’emigrazione studentesca che rischia di divenire, se non lo fosse già, una vera piaga sociale. Bloccare, se possibile invertire, questo trend è la grande scommessa che siamo chiamati ad affrontare. Una scommessa che si vince insieme, che richiede una risposta sistemica, nella quale l’Università deve svolgere un ruolo primario, affrontando tutte le scelte necessarie nella didattica, nei servizi, nelle strutture formative, nelle ragioni che spingono le famiglie a fare scelte diverse, affrontando costi altissimi e disagi, anche personali, di ogni genere. L’Università di Palermo deve essere la prima scelta di ogni diplomato: nel nostro Ateneo egli deve trovare pieno riscontro al suo desiderio di formazione. In tal senso sono assolutamente convinto che sia fondamentale rafforzare un modello della formazione che punti la sua attenzione sull’intera filiera, che inizia con l’Orientamento dei giovani delle Scuole Superiori, anche attraverso occasioni di formazione comuni e “lezioni aperte” che potranno essere riconosciute nella successiva carriera universitaria, procede con la progettazione di Corsi di Studio attrattivi ed eccellenti e con il monitoraggio continuo della qualità e dell’efficacia della didattica impartita e si conclude con il supporto ai Laureati nella ricerca di collocazione nel mercato del lavoro. E’ necessario affermare definitivamente la centralità dello Studente, come soggetto sul quale e per il quale si fonda l’Università, non già cliente, ma persona. Lo studente va seguito, indirizzato e sostenuto in tutte le fasi del suo percorso formativo. Su questi aspetti (con particolare riferimento al ruolo che devono rivestire i diversi Attori della filiera, dal COT ai Consigli di Corso di Studio, dalle Commissioni Paritetiche al Presidio di Qualità, dai Dipartimenti alle Scuole, dalle Segreterie Studenti alle Biblioteche) e in generale sulla Didattica e sull’Offerta Formativa dell’Ateneo, avrò modo di tornare in un successivo intervento specifico. Qui desidero soffermarmi sull’evidente considerazione che la capacità di attrarre Studenti non dipende soltanto dalla qualità dell’Offerta Formativa, ma anche dalla qualità dei servizi che sono offerti. Su questo tema molto è stato fatto dall’attuale Amministrazione ma ancora c’è tanto da fare. Il confronto tra il nostro Ateneo e gli altri presenti nel territorio nazionale evidenzia alcune criticità: da una parte le aule, gli stessi servizi igienici, i laboratori e le attrezzature didattiche in molti casi sono inadeguati; dall’altra, sono ancora insufficienti gli spazi di aggregazione e di studio per gli studenti, ciò che invece caratterizza le più avanzate Università nazionali e straniere. Se si eccettua l’importante e positivo esempio delle Biblioteche, la cui attività va sostenuta e rafforzata, gli Studenti hanno a disposizione pochi spazi attrezzati in cui poter studiare nelle ore tra una lezione e l’altra e soprattutto nel pomeriggio. Abbiamo il dovere di lavorare su questi servizi, che dobbiamo agli Studenti, i quali manifestano un sincero attaccamento al nostro Ateneo e chiedono di esercitare il loro diritto allo studio nel modo più idoneo. L’Ateneo, le Scuole e i Dipartimenti devono farsi carico di questo problema, ripensare la loro organizzazione interna e trovare le risorse necessarie per migliorare i servizi e individuare nuovi spazi di aggregazione e di studio per gli Studenti, nel pieno rispetto di tutte le esigenze connesse alla sorveglianza ed alla sicurezza. Occorre, d’altra parte, mettere in atto ogni sforzo in favore degli Studenti con abilità diverse, attraverso il potenziamento delle politiche che garantiscano loro pari opportunità di accesso agli studi e ai servizi di Ateneo: quest’azione, ben avviata dall’attuale Amministrazione, dovrà essere rafforzata con l’obiettivo di rimuovere ogni barriera, fisica e psicologica, e permettere la piena integrazione di questi Studenti con il resto della popolazione studentesca. E’ poi necessario agire sul fronte dello sviluppo della comunicazione. Il portale, principale canale d’interazione tra Studenti e Ateneo, deve essere potenziato (anche nella versione in lingua inglese) e reso più facilmente accessibile per diventare una piacevole ed efficace interfaccia digitale quotidiana tra l’Ateneo e gli Studenti. In tal senso la collaborazione degli Studenti può essere di grande ausilio, dal momento che sono gli utilizzatori a sapere più compiutamente che cosa cercano sul sito e come è più facile trovarlo. La collaborazione con gli Studenti e le loro Associazioni deve svilupparsi anche sul fronte della gestione degli spazi di aggregazione e di studio, in modo da renderla più efficace e flessibile; molto interessante è anche il potenziamento delle opportunità di stage da svolgersi all’interno dell’Ateneo. Ancora, ritengo necessario dare grande impulso alla vita culturale, ricreativa e sportiva degli Studenti che vivono a Palermo una parte importante della loro vita e in un periodo molto fertile, pieno di passioni e di curiosità. Non possiamo nasconderci la circostanza che la scelta di un Ateneo da parte dello Studente dipende certamente dal prestigio dell’Ateneo e dei suoi Docenti, dai servizi che è in grado di erogare, ma anche dalla qualità della vita studentesca che riesce a offrire, dalle occasioni di animazione culturale che offre, talvolta vere e proprie anticipazioni del percorso lavorativo. Le Associazioni degli Studenti devono aggiungere alla funzione di rappresentanza e di difesa dei diritti quella di animatori culturali e di gestori di spazi e servizi, essere protagoniste della vita universitaria. Oggi molte Università straniere parlano di edutainement, realizzando la crasi tra education ed entertainement. L’Ateneo, in collaborazione con le Associazioni Studentesche, ha il compito di promuovere iniziative culturali, ricreative e sportive, naturalmente coinvolgendo il Centro Universitario Sportivo e confrontandosi con la Città, ed in particolare gli Enti e le Associazioni competenti. Bisogna dare vigore alla vita studentesca cittadina, cercando le condizioni per valorizzare la Città come Città Universitaria. Gli Studenti devono essere protagonisti di Palermo, Città Universitaria. Dal punto di vista concreto, uno dei modi con cui potrà essere rafforzato il rapporto tra Università e Città, tra didattica e vita quotidiana, sarà quello di aprire sempre più, con i naturali controlli e in forme innovative, il Campus di Viale delle Scienze come vero e proprio quartiere della cultura per gli Studenti, ma anche per le loro Famiglie e per i loro Amici. Penso, ad esempio, al ricongiungimento, già avviato, con il Parco Cassarà. Penso anche al ruolo essenziale dell’Orto Botanico, autentico fiore all’occhiello dell’Ateneo. Ma su questo aspetto tornerò in una successiva occasione. Ritengo infine estremamente importante l’aspetto relativo alla rappresentanza studentesca negli Organi di Governo. Da questo punto di vista, in particolare, credo debba essere preso in esame il tema della rappresentanza degli Studenti all’interno del Consiglio di Dipartimento, che costituisce l’organo collegiale responsabile, a livello periferico, dell’attività didattica. Mi sembra improprio che gli Studenti non partecipino al Consiglio di Dipartimento e non abbiano la possibilità di esprimere il loro punto di vista, almeno limitatamente alle questioni che riguardano la sfera della didattica. Su questo intendo impegnarmi, ponendo il tema all’attenzione degli Organi di Governo dell’Ateneo.
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