US Azzurri - FK Drina 2-0 Le pagelle di D. Marti Daniele Marti: Arriva al campo dopo essere stato al White e riesce ad avere lo 0,0 per mille cosa che non succedeva a un portiere degli Azzurri da ormai 4 anni ! Viene chiamato in extremis a sopperire alle assenze dei portieri e fa un sospiro di sollievo capendo che eviterà il riscaldamento col Simo dopo aver fumato 40 Chesterfield nell’arco della giornata. Il nuovo ruolo non spaventa il Casillas della Riviera che si carica a mille cercando di capire se sia meglio mettere i guantoni da boxe o da portiere. Il mister gli fa una teoria che sembra fisica applicata e lui che già sa cosa fare annuisce come quando rispondi al telefono e parlano quelli dei call center. Nella borraccia che si porta tra i pali scorre del Merlot di Biasca e lui prende la parola come un invito e cerca di volare come un Merlo. Pochi interventi ma nessun rischio per il Marco Pascolo Azzurro che termina la partita a salamini e feldschlösschen. VOLA COME PTICA Igor Mihaljevic: Prima ancora di arrivare al campo il mister gli telefona 14 volte e gli invia 23 messaggi con il suo nome così per non perdere l’abitudine e lui sta pensando seriamente di andare a cambiare nome all’anagrafe. Il Robert Kovač di Biasca si trova ad affrontare una partita difficile sul piano emotivo dopo aver sentito le lamentele di metà squadra sui due crateri che irrigano il campo. Non si scoraggia e dopo un goccio di Medenica è pronto a sentire la teoria del mister che lo nomina più volte di quanto è stato nominato Valerio Scanu all’isola dei famosi. Si piazza sulla sinistra proprio dove ha problemi fisici e bestemmia talmente tanto che la madonnina che c’è alla fine della via crucis di Biascascende e gli sputa in un occhio. “Partita di sostanza e qualità che sono la sua specialità” e con questo slogan si candida di diritto alle elezioni cantonali ! Termina la partita con uno scatto in buvette degno delle giornate dell’atletica che si svolgono sulla pista ai bordi del campo. L’UOMO SENZA NOME Thomas Spreafico: Se dovessimo pensare solo per un attimo di giocare senza di lui penso che ci converrebbe quasi mettere la sconfitta fissa che è anche quotata bene. Non molla mai un centimetro come se dovesse sgomitare per la birra a carnevale. Corre, lotta e chiude con una sicurezza che nemmeno la cassaforte della Raiffeisen ti da. Prende calci e gli fischiano pure i falli contro e lui non ci sta trasformandosi in super Sayan di 4° livello e gli si gonfiano le vene sulla testa. Da sicurezza come un securinoalla festa delle Fragole di S.Antonino e riesce a non farsi accoltellare da nessuno per tutti i 90 minuti. Minaccia in modo pacato il compagno Marti con una bottiglia rotta dicendogli di camminare per prendere il pallone dietro la porta! PROSEGUR Luca Mosca: il Puyol Biaschese scende in campo carico come una molla e si prepara alla solita partita nella quale dovrà fare da ombra all’avversario. Pochi rischi inizialmente tranne quando un avversario prova a sfilargli i parastinchi e la fascia e lui lo colpisce provocando un fallo dal limite. Il mister gli chiede di chiudere l’avversario in ogni zona anche a metà campo se servisse e di non farli girare nemmeno se gli puntano un coltello alla gola. Lui prende il compito sul serio ed esegue gli ordini alla meglio correndo dietro a tutti e tutto, arbitro compreso. Un piccolo battibecco con il compagno Marti che viene chiarito a fine partita a mascate sui denti. MORDI E FUGGI Michael Mercurio: Ritorna titolare dopo l’esclusione dell’amichevole di giovedì scorso a Malvaglia. Il Chiellini di Biasca ci mette impegno e prova a chiudere le offensive avversarie a colpi di naso. Dopo 45 minuti viene sostituito da Cozz e si accomoda in panchina dove si copre come si coprono le gomme delle moto al pit-stop. Il mister lo ributta nella mischia a metà secondo tempo in fascia e lui con insistenza e grinta trova il punto del 2-0 che chiude la partita. Termina la serata ubriacandosi con 3 bottiglie di Rimus analcolico e un post in FB che sa di gioia pura per quel suo goal. NASCA AERODINA..MIKA Nicola Ruberto: Anche lui di rientro da un infortunio che lo ha tenuto fermo la settimana precedente si presenta al Vallone con una piccola emozione nel vedere quel manto erboso così perfetto…occhi pieni di gioia per uno che ha sempre giocato sui campetti di Mesoraca dove il sasso più piccolo a volte viene scambiato per il pallone. Il Gattuso di Biasca ha il compito di difendere principalmente e bloccare il caro Vas (che come detto dal mister) è quello che fa il gioco in mezzo al campo. Il nostro Maritato amico cerca il suo avversario per buona parte del primo tempo e quando si accorge che è in panchina cade in crisi e si scola una bottiglia di vino calabro a fiato intonando le canzoni di Totò Marino. CUM’ERA BELLA ROSINA MIA Jonathan Maida: Torna a formare la coppia centrale con Nico e quando sentono parlare gli avversari in Slavo si scambiano parole in dialetto stretto di Satriano così che possano scambiare le tattiche che preferiscono senza farsi capire. Gioca un buon primo tempo cercando la conclusione più volte e trovando quasi la via del goal. A inizio secondo tempo si trova a dover correre per la fascia sinistra e dimentica completamente quello che ha detto il mister in spogliatoio…lo scorda proprio completamente e inizia a tirare palloni da 40metri in stile football americano. Preso dai crampi viene sostituito e può finalmente concentrarsi sul suo smartphone a controllare i risultati della 3a lega Kazaka nella quale ha giocato 4+ espulsioni. BET & WIN Christian Saini: La Pulce Rivierasca si presenta al Vallone accompagnato dai genitori pensando di partecipare all’allenamento della scuola calcio ma si ritrova subito circondato dal fumo delle sigarette del mister avversario e scoppia in lacrime. Schierato laterale a metà campo inizia la sua personale sfida contro il record di falli subiti in una partita. Corre su e giù per tutta la fascia che sembra quasi di vedere Titti nel film di Space Jam quando passa tra le gambe degli avversari. A fine primo tempo conta 63 falli e mostra un ginocchio lievemente gonfio ma non si rende conto che 4 sicari sono già stati pagati e armati di giacca in pelle e tirapugni lo aspettano ogni volta che varca la metà campo. Quando gli avversari alzano il piede per più di 40cm rischiano sempre di colpirlo nelle parti intime ma lui non si scoraggia. Termina la partita a bagasce e Cigarillos . MI È SEMBLATO DI VEDELE UN NANO Srdjan Josipovic: Ci sono partite che certi giocatori non vorrebbero mai giocare, vuoi per sentimenti, vuoi per passati burrascosi, ma lui il Senad Lulic Biaschese quando si trova davanti i propri paesani cerca sempre di fare la differenza e rischia il collasso in una sfida testa a testa a chi beve più grappini con Ribic. Corre e cerca sempre di aiutare i compagni in difesa, cerca di saltare l’uomo ma lui che è un casanova Balcanico preferisce saltare le donne e così non conclude a rete nessuna delle sue azioni. Quando si trova davanti il tipo che gli ha rubato il posteggio al Boomerang, dopo essersi accertato che non sia cugino di una nonna di 4a generazione, gli rifila una ginocchiata sotto il mento e diciamo che non ha alzato nemmeno la gamba. Quando il mister lo richiama la prima volta per il cambio fa finta di non sentire come fosse ubriaco di Law alle 6 del mattino. A fine partita svuota la buvette bevendo anche la birra che aveva comprato il Nicolino nel 2004 per il Biasca. BALLO IL KOLO MA MAI DA SOLO Marco Mosca: Finalmente arriva al campo con dei capelli QUASI decenti e con la determinazione di chi vuole vincere. Il Tevez di Biasca viene spostato di ruolo più di quanto si spostano i pusher in città per non farsi braccare. Si trova davanti nel suo ruolo naturale e cerca con insistenza il goal andando alla conclusione più volte senza mai trovare la rete, un po’ come quando sei vergine e prima di beccare il buco giusto picchi un po’ ovunque. A parte gli scherzi è comunque il migliore in campo nel primo tempo cerca e trova gli scambi con i compagni. La sua partita è una prova di qualità e quel salto mentale che finalmente gli permette di far la differenza in squadra. Aveva pronto il ciuccio nei pantaloncini per l’esultanza alla Tevez ma quando si ricorda di non aver figli a cui dedicare l’esultanza lo sostituisce con un preservativo per evitare il tutto. MOSCHINO BIRICHINO Giuseppe D’Antino: Il buon Giuse inizia la partita affiancando Moschino e l’intesa sembra esserci. Trova quasi il goal della vita in acrobazia ma quando atterrando si sloga 42 ossa si accorge che forse è meglio andare di testa e ci riprova poco più tardi. Corre e si sbatte come si sbatte shakerando il mojito al Vanilla e fa la sua partita di sacrificio cercando di aiutare il più possibile la squadra andando a pressare alto sui difensori. Quando uno di questi cerca di vendergli un Audi 80 con 350’000km non collaudata a 6'000.facendogliela passare come un VERO AFFARE lui si innervosisce e viene sostituito. Nota positiva NESSUN cartellino giallo per reclamazioni o come ha detto il difensore avversario LAMENTAZIONI. PEPPO PIG Paolo Sansari: Arriva diretto da lavoro e ancora ha addosso le fiale di cianuro che tratta alla Helsinn. Il mister a 10 minuti dalla fine del primo tempo gli chiede di scaldarsi e lui che si chiede perché non possa farlo durante la pausa toglie la tuta e inizia a fare stretching, si perché il suo riscaldamento si basa su questo. Entra a inizio ripresa e mette subito radici a metà campo come un pino del parco dell’Adula. È suo il goal che sblocca il match, palla al piede finta di tiro stile tarantella e rasoterra incrociato che si infila in rete dopo aver accarezzato il palo. Nel movimento si porta fuori un anca e rischia di vomitare la pepata di cozze mangiata a lavoro. IL PICCOLO CHIMICO Christian Cozzaglio: subentra a Mika nel secondo tempo e subito ha un diverbio con un avversario che aveva beccato a scavalcare i cancelli d’entrata allo Spartyto per evitare di pagare l’entrata. Con quel gesto non ha potuto comprare le gomme invernali alla macchina ed è caduto in crisi iniziando a bruciare copertoni all’aria aperta. Solita grinta in campo che gli permette di chiudere in sicurezza gli interventi. Rispetto alla partita di preonzo riesce a uscire con tutti i denti e senza cicatrici, è inoltre l’unico compagno felice di vedere quei bei 2 buchi nel campo. SE SCAVALCHI TI RIBALTI Francesco Manini: il mister lo manda a scaldare perché ha necessità immediata di sostituire un infortunato e lui pensando di essere a lavoro se la prende comoda e dopo un piscio e 18ore per mettere 2 parastinchi è pronto. Entra in campo per fare la differenza, data la sua velocità e il fatto che gli avversari si sono allenati l’ultima volta in dicembre dovrebbe vedersi più volte dalle parti del portiere avversario ma non riesce nemmeno questa volta a timbrare il cartellino. Si consola chiudendo la serata a cicchetti di Amaro del Capo. SCENDI IL CANE CHE LO PISCIO Domenico Garieri: Arriva al campo con una macchina che non comprerebbe nemmeno Bocelli (per chi non lo sapesse è CIECO!!) e con lo stress delle 253 auto vendute durante la giornata. Durante la messa in moto il mister si avvicina, lui pensa che voglia cambiare auto e lo saluta dandogli del LEI, invece gli viene detto che oggi partirà dall’inizio e così il nostro cipollone di Tropea si scalda al meglio per poter essere pronto. Quando in spogliatoio poi il mister dice 425 nomi diversi nella formazione non capisce più niente, toglie le Nike e mette le Hogan. HULK HOGAN Sergio Camboni: stavolta non si fa fregare dagli eventi e non si scola la solita bottiglia di Mirto Sardo. Il mister lo chiama in causa per sostituire un esausto Igor. Non ha nemmeno messo piede in campo che viene minacciato da Dani sul fatto di andare su ogni pallone e di mettere il piede. Lui non ci sta e allora organizza una missione punitiva mandando l’ANONIMA SEQUESTRI a sequestrare la famiglia dell’avversario di fascia. Termina il match ubriacandosi di Cannonau e cantando le canzoni dei Tazenda. DELL’EMMENTALER NON MI FIDO MANGIO SOLO PECORINO
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