I viaggi di Turlututù

Periodico del PD Londra & UK - Marzo 2014
www.partitodemocratico.org.uk
LOND
ON ED
ITION
UN NUOVO PD
A LONDRA
MASSIMO CORSINI
L’appuntamento è fissato davanti all’Istituto Italiano di
Cultura. “Dobbiamo fare volantinaggio”, mi dice al telefono Roberto Stasi, segretario del circolo PD Londra
dal Novembre scorso. E chi si aspetta un segretario
burocrate, avvezzo solo alle pubbliche relazioni sbaglia di grosso, perché mentre mi avvicino al portone
dell’ ICC, noto una persona avvolta in sciarpa e cappello, e quella persona è proprio Roberto. “C’è una
conferenza con il maestro Bernardo Bertolucci, e tanti
connazionali ad ascoltare, molti non sanno le procedure per votare alle prossime Europee, ed è compito del
partito dare le indicazioni giuste al di lá dell’ideologia
politica”, mi spiega. Assolto il compito ci spostiamo in
un pub vicino, e lì mi inizia a raccontare la sua storia.
(continua a pag.2)
ApertaMente: Da Persiceto a
Londra
ANDREA CICCIOMESSERE
ApertaMente, il giornale che avete davanti, sbarca
a Londra dopo anni di successo a San Giovanni in
Persiceto, città di quasi 30,000 abitanti a metà strada tra Bologna, Modena e Ferrara.
Un giornale costruito dai ragazzi del PD cittadino; un
giornale fresco, veloce, piacevole e di immediata lettura, che negli anni è cresciuto sempre di più, tanto
da arrivare in ogni casa e da essere letto da tutti, a
prescindere dalla propria appartenenza politica.
E se dalla bassa Bolognese è potuto arrivare fino
a qui, è grazie alla disponibilità del Segretario del
PD di San Giovanni in Persiceto, Dimitri Tartari, che
abbiamo intervistato.
(continua a pag.3)
Un giovane Italiano a Londra
Donne in Parlamento
LUCA ERMACORA
CHIARA CAPRARO
Come si dice? Anno nuovo, vita nuova. Con questo
famoso detto mi sono approcciato al 2013, convinto
e deciso ad emigrare all’estero per cercare lavoro e
sfuggire da una disoccupazione che in Italia assomiglia sempre di più a un cane che si morde la coda.
(continua a pag.2)
Il parlamento attuale è il più rosa della storia della Repubblica. Infatti, con le elezioni politiche 2013
sono entrate in parlamento 198 deputate e 93 senatrici, circa il 30 per cento degli eletti. Un bel progresso se contiamo che solo quindici anni fa, nel 1997
(...)
(continua a pag.2)
Tra i temi scomodi del dibattito sulla legge elettorale
c’è la circoscrizione estero. Essa presenta tre problemi: la sua utilità, la rappresentatività dei votanti e le
conseguenze derivanti dalla peculiare modalità di voto.
Il voto, distribuito su base proporzionale, permette ai
cittadini italiani residenti all’estero di eleggere dodici
deputati e sei senatori; avviene per corrispondenza e
in via anticipata (con la mediazione degli Uffici Consolari), e consente di esprimere due preferenze per ciascuna camera.
(continua a pag.2)
lEGGE ELETTORALE
Il voto all’estero
FEDERICA DI LASCIO
DAL CIRCOLO PD LONDRA
BENVENUTO APERTAMENTE!
ROBERTO STASI
Care amiche ed amici,
da oggi anche care lettrici e lettori di questo piccolo
giornale, che vuole essere un ulteriore mezzo di presentazione del Circolo PD Londra e delle sue attività.
Il circolo PD londra vi da il benvenuto su queste pagine, che ci aiuteranno nei prossimi mesi a diffondere le
attività del Circolo sia a Londra che ne resto del Regno
Unito, nonché a discutere e promuovere proposte, idee
e riflessioni sulla politica italiana ma non solo.
Vorremmo, infatti, fare delle nostre pagine un appuntamento periodico che arrivi a tutte le comunita’ italiane
del Regno Unito. Un giornale che svolga una funzione
di servizio civico, spiegando, informando e discutendo
su diritti e doveri degli italiani all’estero. Inoltre raccoglieremo proposte e suggerimenti per gli italiani all’estero ed i loro problemi, commenteremo l’attualità del
nostro Paese e ne solleciteremo il cambiamento con
progetti ed idee. Vogliamo, infine, segnalarvi eventi di
svago, cultura ed impegno sociale che ci facciano sentire una comunità meno distante da casa.
Il Circolo del PD Londra dal 2007 lavora grazie all’entusiasmo e alla disponibilità di tante persone con storie,
convinzioni ed eta’ diverse (siamo dei ragazzini rispetto all’età media presente nei circoli PD) ma uniti dalla
volontà di poter contribuire al dibatto politico del nostro
paese e a creare insieme una comunità solidale .
Vorremo preservare questo impegno che è arrivato fino
ad oggi, invitandovi a partecipare alle nostre attività e
riunioni che sono aperte e libere.
Per questo vi chiediamo di farvi avanti con articoli,
proposte, segnalizioni, domande e curiosità, e di coinvolgere altre persone, portando nella nostra comunità
energie ed idee nuove.
Buona lettura e a presto!
pD LONDRA
La storia personale del nuovo Segretario del PD Londra & UK
UN SEGRETARIO SU MISURA
(continua dalla prima pagina)
Roberto è a Londra dal 2010, arriva da Potenza ma
il suo cammino politico inizia giá nel 2002, a Milano,
con i DS e la sinistra giovanile in ambito universitario.
Il suo primo ricordo politico, invece, risale alla sua terra natia: “Avevo circa 7 anni e davanti al supermarket
l’onorevole Sansa, DC ora in Forza Italia, regalava
braccialetti per la campagna elettorale. Il primo politico di livello Nazionale che ricordo é Spadolini; niente
di politico però, lo ricordo per lo più per l’imitazione
che faceva Gianfranco D’angelo al Drive In su Italia 1”.
Il primo contatto con l’Europa avviene nel 2006, a
Bruxelles, dove si occupa di politiche comunitarie.
Torna poi a Milano e nel 2010, durante il fermento
per le amministrative che si avvicinano, Stasi affianca Pisapia entrando a far parte dello staff delle pri-
marie, dove si occupa di finanza pubblica e fiscalità.
“Decisi di appoggiare Pisapia e non il candidato ufficiale del PD” racconta Roberto “in quanto mi infastidì la mancanza di chiarezza del Partito Democratico
che tergiversò non poco prima di puntare su Boeri.
A quel punto Pisapia era giá in corsa e mi ritrovavo nelle sue idee e nel suo modo di fare politica”.
Dopo le primarie arriva la chiamata di un gruppo bancario di fama mondiale con sede a Londra, e così
Roberto decide di attraversare la Manica. Arrivato in
Inghilterra la voglia di fare politica non viene meno, e
con una semplice ricerca su Google trova i contatti
del PD Londra e dell’allora segretario Andrea Biondi.
Oggi che è segretario ha come obiettivo di svolgere
il suo compito al meglio e di poter essere ricordato
lA STORIA
UN GIOVANE ITALIANO A LONDRA
(continua dalla prima pagina)
Dopo vario cercare su Internet (mia principale fonte
di ricerca) ho trovato un’agenzia che offriva un pacchetto alloggio e lavoro a Londra. Ho mandato il mio
Curriculum Vitae, effettuato tutti i pagamenti e il 21
settembre scorso mi sono trasferito nella capitale
della grande finanza mondiale. Questa agenzia offriva lavoro esclusivamente nel settore della ristorazione. Io non avevo mai lavorato in ristoranti o bar,
salvo qualche lavoretto estivo, ma per me non era
un problema. Ero lì per imparare e per costruirmi
una nuova vita.
I primi trial sono state esperienze dure che è dire poco. Uno,
perché non avendo purtroppo
mai lavorato veramente in vita
mia non possedevo il ritmo lavoro. Due, perché capitavo spesso in luoghi altolocati in cui il capo ti trattava come
l’ultimo appestato. Dopo due settimane di prove e
colloqui ho finalmente trovato lavoro in un fish&chips
ad Enfield Town, estrema periferia nord di Londra.
L’ambiente è buono, vado d’accordo con tutti i colleghi, però ogni volta devi dare il 100%, non puoi
permetterti la minima pausa o ti arriva il rimprovero
del capo. A volte succede che durante i weekend,
momento di massimo lavoro, si senta un po’ di stress
e volino parole grosse, ma dopo ci si chiarisce sempre e l’incidente finisce lì.
Alla fine si può dire che sto sperimentando sulla mia
pelle la trasformazione dell’Inghilterra industriale del
‘700 fino a fine anni ’70 a quella dei servizi e del
terziario degli anni della Thatcher e di Blair. Sicuramente girano più soldi perché una società come
quella basata solo sull’industria pesante diminuisce
la competitività ed è tutta a carico dello Stato, o quasi. Viceversa, la competitività
spinta annienta molti dei diritti
dei lavoratori e annienta anche
psicologicamente la persona
rendendola astiosa, rancorosa,
egoista e menefreghista, tutta
dedita al profitto.
• “Ero lì per imparare
e per costruirmi una
nuova vita.”
Qui se versi solo un goccio di vino per terra il capo
ti fa la ramanzina su quanti soldi ha perso. Ma direi
che, forse, qui siamo all’eccesso di profitto.
soprattutto per la sua gestione onesta e trasparente della carica pubblica che ricopre. Ad un giovane
che decide di sbarcare a Londra, il consiglio di Roberto è quello di studiare bene l’inglese, di conoscere la città capendone le abitudini e, ovviamente,
di contattare il PD Londra tramite i social network
o il sito internet. Cioè quello che ha fatto lui quando è arrivato a Londra per la prima volta. Il PD, in
una cittá giovane e dinamica, non poteva che avere un segretario così, tagliato proprio su misura.
IL VOTO ALL’
ESTERO
(continua dalla prima pagina)
Da anni vengono rilevate le numerose debolezze di
tale sistema: l’obbligo di essere iscritti all’AIRE per
godere del diritto di voto, che rafforza il peso elettorale delle vecchie comunità di connazionali (ed
esclude le nuove) , ma soprattutto i loro discendenti,
spesso ignari della cultura, della lingua e della realtà politica italiana; la dispersione di voti dovuta ai
cambi di indirizzo; il voto di scambio. L’espressione della preferenza ha privilegiato finora i candidati
maggiormente legati ai sindacati o quanti dispongono di elevati budget per organizzare costose
campagne elettorali in giro per il continente. Il voto
per corrispondenza, insieme alla preferenza, ha alimentato inoltre le mire delle organizzazioni mafiose,
che pagano le schede immacolate per scrivervi le
preferenze (come si evince in sede di spoglio dalla
ricorrente grafia), specialmente in America Latina,
dove l’aumento degli iscritti all’AIRE ha portato alla
conquista di un ulteriore seggio. Ciò detto, vi sono
due posizioni sul futuro della circoscrizione estero:
chi l’abolirebbe, trasformando il voto estero in un
voto “in trasferta”, da contare nei collegi italiani, e
chi desidera mantenerla (la posizione ad oggi prevalente, mantenuta nella bozza sulla nuova legge
elettorale), apportando sostanziali modifiche alle
modalità di voto, puntando al coinvolgimento dei
connazionali temporaneamente all’estero.
8 MARZO
DONNE IN PARLAMENTO
(continua dalla prima pagina)
le donne rappresentavano meno del 10 per cento
degli eletti.
Progresso dovuto sicuramente alla maggiore presenza di donne in politica e nei partiti, a livello locale, regionale e nazionale. Merito anche dell’alternanza uomo/donna nelle liste che il PD ha osservato, anche se non del tutto, con il risultato che tra gli
eletti PD le donne sono il 41 per cento.
Possiamo e dobbiamo fare di meglio: oggi l’Italia
occupa il ventinovesimo posto in una classifica di
148 paesi per numero di donne parlamentari (disponibile alla pagina http://www.ipu.org/wmn-e/
classif.htm ). Siamo dietro ai soliti noti Islanda e
Norvegia ma anche ad altri meno prevedibili come
Rwanda, Tanzania e Costa Rica, tutti paesi che hanno adottato per legge le quote al 50 per cento. Mentra si parla di una nuova legge elettorale da definire
al più presto è importante che le donne di tutti i partiti
si facciano sentire con forza sull’emendamento che
riguarda l’alternanza nelle liste e il 50 per cento di
donne capilista.
Certamente le quote definite per legge sono fondamentali ma non bastano a creare una cultura politica
consapevole delle differenze di genere in Italia. Dal
basso dei circoli all’alto del parlamento noi donne
abbiamo bisogno non solo di spazio e legittimazione
ma di modalità diverse per far sentire la nostra voce,
e non soltanto sulle tematiche considerate ‘femminili’
come la 194 o la violenza. È necessario un forte
sguardo di genere a 360 gradi: dalle politiche fiscali e del lavoro al sistema welfare, al monitoraggio
dell’offerta e qualità dei servizi pubblici. Una tale
rivoluzione culturale richiede necessariamente un
cambiamento da parte degli uomini, nella società
e in politica: si deve riconoscere che una maggiore presenza femminile in tutti i campi della vita è
necessaria perché il nostro paese sfrutti il proprio
potenziale fino in fondo. Una maggiore partecipazione femminile non può però significare per le
donne adeguarsi a modelli e pratiche maschili ma
far sì che la propria differenza sia riconosciuta e
riesca ad influenzare nuovi modelli di vita più equi,
al lavoro, a casa e nella vita pubblica.
L‘ INTERVISTA
Cos’è e com’è nato il giornale che state leggendo
APERTAMENTE: DA PERSICETO A LONDRA
(continua dalla prima pagina)
Dimitri, prima di tutto grazie per averci “prestato”
ApertaMente. Ci racconti cos’è e com’è nato?
ApertaMente è un periodico di comunicazione
politica, un “giornalino di partito” direbbero alcuni,
ma con la caratteristica di voler parlare a tutti e
di fare informazione locale. Nasce con l’intento
di aggregare ragazze e ragazzi che abbiano
voglia di raccontare il proprio territorio, analizzare
questioni nazionali e internazionali con un punto di
vista di “centro-sinistra”. Un approccio fieramente
schierato ma senza che questo significhi perdere
in approfondimento e obiettività. Uno spazio
aperto, libero e autogestito che mette in relazione
persone che non fanno necessariamente parte
dello stesso gruppo di amici e conoscenti ma che
condividono il piacere di scrivere e raccontare.
Come fa ApertaMente, giornalino del PD locale,
ad essere letto da tutta la cittadinanza senza
distinzione di credo politico? Qual è il “segreto”?
Il “segreto” non esiste, tutto trasparente e limpido.
La formula vincente è aver dato corpo e anima
ad un prodotto editoriale interessante, scritto
bene, impaginato bene e piacevole nella forma
e nella grafica. Il resto, la parte più importante,
la fanno gli autori. Sono loro infatti che scelgono
la linea editoriale, propongono articoli e temi da
trattare, rubriche e nuove forme per diffondere
meglio e in modo più ampio il loro lavoro. Tutti
i cittadini leggono e apprezzano ApertaMente
perché non fa “propaganda” in modo pesante ma
offre contributi di cronaca e di approfondimenti,
oltre ad articoli anche leggeri e su temi generali.
Vista da Londra e dall’UK, San Giovanni in
Persiceto è una piccolissima realtà di provincia,
come tante in Italia. Mi diresti quali sono le 5
caratteristiche che la
rendono particolare?
Persiceto
è
un
piccolo borgo della
pianura
emiliana
che però racchiude
alcuni
elementi
di
eccezionalità e valore
che credo ne facciano
una
realtà
unica.
Siamo a metà strada tra Bologna, Modena e
Ferrara, aspetto che rende il territorio un punto di
passaggio naturale, luogo di contaminazione e di
opportunità, da sempre centro culturale (con un
teatro storico che risale alla prima metà del XVII
secolo) alternativo alle città capoluogo di provincia;
Siamo in campagna, di questo ne è
evidenza il paesaggio tipicamente
rurale, gli spazi aperti verdi e i
campi coltivati, le viti e gli alberi
da frutto ma anche i caseifici e le
produzioni tipiche locali. Il melone
e il cocomero di San Matteo della
Decima (rinomati in tutto il mondo
e D.O.P.) ma anche gli insaccati,
le carni ed i formaggi. I numerosi
locali tipici, le osterie e ristorantini
caratterizzano oggi il centro città
La Piazza di San Giovanni in Persiceto come luogo di svago e relax.
Abbiamo
uno
dei
Carnevali più antichi
del mondo, quest’anno
siamo alla 140° edizione, la cui peculiarità risiede
nello “spillo” e cioè in una gara tra le diverse “società”
carnevalesche che consiste in una rappresentazione
di alcuni minuti nella piazza centrale del Paese e nella
trasformazione completa del carro. Maggiori dettagli
e alcuni video qui: http://www.carnevalepersiceto.it/;
Abbiamo un associazionismo ed un volontariato
eccezionali; parliamo di oltre 180 associazioni e di
migliaia e migliaia di cittadini che sono coinvolti in
società sportive, gruppi di interesse, associazioni
di volontariato sociale, gruppi giovanili. Non poco
per una cittadina di meno di 30,000 abitanti;
Me ne chiedi solo cinque, ma potrei proseguire
all’infinito.
ApertaMente inizia quindi questa sua avventura
Londinese e Britannica con uno sguardo alle
proprie origini. Origini che sono le nostre, quelle
di chi ha collaborato a questo numero (e di chi
lo farà con i prossimi) e quelle di chi invece sta
leggendo. Perché, in fondo, questo è un giornale
fatto da tutti noi, che ci rispecchia e che ci racconta.
iL PD IN EUROPA
L’INCONTRO DEI CIRCOLI EUROPEI A PARIGI
A fine gennaio a Parigi si è tenuto un incontro
tra i Circoli europei del Partito Democratico,
organizzato da Andrea Burzacchini (PD
Friburgo), Francesco Cerasani (PD Bruxelles),
Massimiliano Picciani (PD Parigi), Roberto Stasi
(PD Londra) Giovanni Tinella (PD Ginevra) e
Stefano Vaccaro (PD Lussemburgo).
I lavori sono stati svolti secondo il metodo
“world café”, attorno a tre tavoli tematici:
Europa ed elezioni Europee ; legge elettorale
e rappresentanza istituzionale per gli italiani
all’estero; servizi ai cittadini all’estero e nuova
emigrazione.
Per ogni tavolo, composto di 10 persone circa,
erano presenti un responsabile di tema ed un
facilitatore; nel corso della mattinata si sono
svolte tre fasi di circa 45 minuti. Al termine di
ognuna i partecipanti si spostavano su altri tavoli,
in modo da permettere ad ogni partecipante di
poter ragionare ed esprimere liberamente su tutti
e tre i temi.
Le prime due fasi sono servite a raccogliere le
riflessioni, i pensieri e le problematiche relative
ai vari temi discussi; l’ultima, invece, per fare una
sintesi finale. Le conclusioni dei tavoli sono state
poi illustrate in seduta plenaria a tutti i presenti
all’incontro.
Questo format ha così permesso di discutere
diversi argomenti; in particolare, per quanto
riguarda il tema Europa ed elezioni europee, è
emerso quanto la campagna per queste elezioni
debba essere veramente una campagna europea:
è la prima volta che si voterà per il Parlamento
Europeo dopo l’entrata in vigore del Trattato di
Lisbona. È fondamentale, quindi, usare questa
occasione per affrontare a viso aperto le questioni
essenziali sul futuro dell’Europa e le opzioni in
campo per una visione alternativa all’impostazione
liberista e conservatrice dell’ultimo decennio. In
particolare è stato posto l’accento sulla scelta
dei candidati: sarà importante che le candidature
espresse dal Partito Democratico al Parlamento
Europeo siano davvero di profilo “europeo” ovvero
possano tenere in considerazione l’esperienza
degli Italiani residenti nei Paesi dell’Unione
Europea. In questo senso sarebbe auspicabile la
candidatura nelle liste del PD di cittadini stranieri
con forti relazioni con l’Italia o di Italiani residenti
all’estero.
• “Tre tavoli tematici:
Europa, legge elettorale
e servizi ai cittadini
all’estero”
Sul secondo tema, legge elettorale e
rappresentanza istituzionale per gli italiani
all’estero, si è partiti analizzando la mozione votata
nella direzione nazionale del PD del 17 gennaio
scorso, con la quale il partito si è impegnato a
mantenere la rappresentanza parlamentare
per gli italiani all’estero. La discussione è stata
incentrata sul disegno di legge riguardante le
modalità del voto all’estero, presentato nella
scorsa legislatura e riproposto in questa dal PD.
Una delle più importanti novità è la decisione di
prevedere l’inversione dell’opzione in base alla
quale il residente estero, per esprimere il proprio
voto nella circoscrizione Estero, debba iscriversi
ad una lista degli elettori, e che questa iscrizione
debba essere fatta periodicamente.
Nell’ultimo tavolo la discussione è stata
concentrata su Consolati e servizi; nuova
emigrazione; Aire; Com.It.Es. e rappresentanze
sociali locali; Istituti Italiani di Cultura. Qui, oltre
all’analisi delle maggiori problematiche, si è
cercato di trovare delle soluzioni concrete. Degna
di nota è la preoccupazione di molti Circoli per le
chiusure di diverse sedi consolari in Europa. I criteri
decisionali adottati nella razionalizzazione delle
risorse da parte del Ministero, allo stato attuale,
non sono chiari e non sembrano sottostare a
considerazioni relative né al numero degli utenti,
né alla sostenibilità economica delle strutture
consolari. Una possibile soluzione è sostenere
una maggiore autonomia della gestione delle
risorse da parte dei singoli Consolati.
L’incontro di Parigi ha rappresentato una grande
opportunità di confronto e di impegno su temi
di grande rilevanza e attualità per i circoli PD
d’Europa. È anche attraverso questo genere di
iniziative che è possibile concretizzare l’idea di
un’Europa più vicina alle esigenze dei cittadini e
più concreta. Un legame tra dimensione locale
(i circoli) e dimensione globale (l’Europa nel suo
insieme). Auspichiamo che in futuro iniziative di
questo tipo possano ripetersi e produrre proposte
per l’agenda politica nazionale ed europea.
Jessica Nazzari
L‘ INIZIATIVA
METTI IN CIRCOLO IL PITTORE
Immaginatevi un Paese che sia la culla dell’Arte, di
ogni epoca, di ogni stile. Immaginatevi un Paese in
cui ci siano 3,400 musei, 2,100 aree e parchi archeologici, 43 siti Unesco. Immaginatevi di immergervi in
un museo all’aria aperta camminando per le strade
e i vicoli delle città di questo Paese. Immaginatevi il
ritorno economico che potrebbe avere un Paese così.
Ora smettete di immaginare. In quel Paese l’indice di ritorno economico è 16 volte inferiore a quello degli Stati Uniti, 4 quello francese, 7 volte sotto quello inglese. Quel Paese purtroppo è l’Italia.
Un Paese in cui le varie riforme scolastiche hanno
portato ad una drastica riduzione delle ore di Storia
dell’Arte nelle scuole superiori italiane. L’insegnamento della Storia dell’Arte non accarezza quindi il
percorso di studi di oltre metà degli studenti italiani,
ovvero quelli iscritti a Istituti Professionali e Tecnici. Il percorso di studi dovrebbe invece tendere alla
comprensione e all’analisi del nostro patrimonio artistico, principale fonte di ricchezza del nostro Paese.
Queste
riforme
hanno
considerato
ancora una volta la Cultura come una semplice voce di spesa e non come un investimento.
Nonostante i vari utilissimi e autorevoli appelli, la situazione è rimasta invariata. Gli ultimi governi non
hanno approvato alcun provvedimento che consideri un investimento nell’Arte e nella Cultura italiana.
Noi abbiamo deciso di non rimanere fermi. Da iscritti
vOCI DALL’UK - GLASGOW
Difendiamo Arte, Scuola e Cultura
IN BREVE
Il PD nel PSE
ed elettori del Partito Democratico e da cittadini italiani, dall’idea del giovane Antonio Sicilia, abbiamo deciso di ospitare l’arte nei Circoli del PD del nostro territorio fino al tanto sperato ripristino nelle scuole italiane.
Qualche settimana fa il PD ha preso una storica
decisione: quella di entrare nella famiglia Socialista
Europea. Con il voto della direzione nazionale prima, e con il congresso del PSE di Roma poi, il Partito Democratico ha quindi chiuso una storia lunga 7
anni. E’ quantomeno curioso che questa decisione
sia arrivata grazie a Renzi, un Segretario che non
viene dalla cultura comunista o socialista, bensì da
quella cattolica.
Ma mentre il PD, neo-membro del PSE, decide di
sostenere Schulz alla carica di Presidente della
Commissione Europea alle prossime elezioni di
maggio, il Labour, storico membro della famiglia Socialista Europea, non lo farà. Cosa succederà, quindi, se Schulz dovesse vincere ma dovesse ricorrere
ad una coalizione per avere la maggioranza in Parlamento? E cosa succederebbe se i voti dei membri Inglesi diventassero decisivi? Insomma, qual è il
motivo di questa decisione?
“Metti in Circolo il Pittore” è il nome della nostra sfida. Ogni Circolo PD d’Italia aderente all’iniziativa,
ospiterà nel proprio Circolo inziative o lezioni di Arte
tenute da Insegnanti, Artisti e qualsiasi altra figura professionale in grado di rendere più comprensibile e apprezzabile il nostro patrimonio artistico.
Il 2 marzo c’è stato il lancio dell’iniziativa, che coinvolgerà oltre 60 Circoli in Italia e nel Mondo.
A Londra stiamo organizzando una serie di iniziative
ed eventi, a partire dalla visita all’Estorick Collection
of Italian Modern Art che si è tenuto il 2 Marzo. Questa galleria, aperta nel 1998 ad Highbury & Islington, è conosciuta internazionalmente perchè ospita
opere Futuriste, così come per l’arte figurativa e la
scultura risalente agli anni 1890 – 1950. Tra le maggiori opere esposte qui, ritroviamo i protagonisti del
Futurismo: Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo
Carrà, Gino Severini, Luigi Russolo e Ardengo Soffici
così come lavori di Giorgio de Chirico, Amedeo Modigliani, Giorgio Morandi, Mario Sironi e Marino Marini.
A questa prima iniziativa ne seguiranno altre dedicate alla promozione dell’Arte e della cultura Italiana.
Il referendum Scozzese
In Scozia è quasi tutto pronto. Il 18 Settembre si terrà il referendum con il quale i cittadini residenti in
Scozia (Sir Sean Connery, ad esempio, non potrà
votare) decideranno se diventare uno Stato indipendente o se rimanere nel Regno Unito.
Ad oggi, quando mancano 6 mesi, tutti i sondaggi
mostrano un largo vantaggio dei contrari all’indipendenza. E voi, come la pensate? Fatecelo sapere,
scriveteci a apertamente@partitodemocratico.
org.uk .
Jessica Nazzari
I COMMONWEALTH GAMES STANNO ARRIVANDO
“This is our moment to shine”. Ed è con questo motto
che Glasgow e la Scozia si preparano all’evento
sportivo di quest’estate, i Commonwealth Games.
Il riferimento è chiaro; Londra 2012 non è solo un
evento che si è tenuto due anni fa. No, è un vero
e proprio convitato di pietra per i Glaswegian. Tutto
quello che verrà fatto, tutti i successi (o i fallimenti)
organizzativi saranno inevitabilmente comparati a
quella che è stata un’Olimpiade organizzata quasi
saranno solo i media dei Paesi del Commonwealth.
Anche la RAI, ad esempio, seguirà le gare.
alla perfezione. Non è con l’edizione precedente che
dovrà fare i conti (sarebbe stato facile fare meglio
di New Delhi 2010), ma con un evento che non è
paragonabile a nessun’altro.
Purtroppo, però, il successo o meno dei
Commonwealth Games sarà usato dal Governo
Scozzese in chiave politica, per il referendum
sull’indipendenza. Evidentemente per la politica è
impossibile stare fuori da quella che dovrebbe essere
solo una festa dello sport.
Andrea Cicciomessere
Chiuse le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Sochi,
chiusi i Mondiali di calcio in Brasile, dal 23 luglio al 3
agosto gli occhi del mondo saranno quindi su Glasgow.
Infatti, la città scozzese ha già un record: sarà l’edizione
più seguita nella storia della manifestazione. Non ci
lA RECENSIONE
The precariat: the new dangerous class”
Il libro di Guy Standing (Bloomsbury 2011) è un’opera
straordinaria, il primo studio comparato sulla nascita
di una nuova “class-in-the-making”, il precariato
appunto, che rischia di diventare pericolosa se non
ascoltata, capita e supportata. Secondo l’autore, vi
sarebbero cinque nuove classi che archiviano upper,
middle e working class: élite (i super-ricchi), salariat
(alta borghesia), proficians (professionisti e tecnici
con lavori sicuri, diritti e benefits), manual workers (i
residui della vecchia working class), precariat (tutti gli
altri). Sullo sfondo, la trasformazione epocale ispirata
al lavoro di Karl Polanyi e una crescente disparità di
redditi e ricchezza, di sicurezza economica, lavorativa
e di rappresentatività, e lo slittamento di parte del
ceto medio nel precariato, soprattutto con i giovani.
Ma vi sono anche i migranti, quanti hanno impieghi
occasionali miseramente retribuiti, i lavoratori part-
time, i rifugiati, gli operatori dei call-center, chi fa
volontariato o lavori socialmente utili non riconosciuti
come tali. Standing è capace di descrivere la
condizione del precario contemporaneo con empatia,
senza scadere nella commiserazione, rispettoso della
dignità delle persone di cui parla, pur sapendo che
sono i poveri del futuro. Anziché restare imbrigliato
nella definizione di “lavori buoni a cattivi”, egli rimette
in discussione il concetto stesso di lavoro, utilizzando
la distinzione inglese di “labour” e “work”, chiedendo
che il lavoro torni ad essere un’attività riproduttiva in
senso ecologico e sociale (non solo commerciale,
come avviene oggi), che conferisca piena cittadinanza
ed equa sussistenza, e garantisca a tutti il controllo
su spazio e tempo privato, in modo da esercitare
pienamente tale cittadinanza, senza stress, ansia,
aggressività e risentimento, avendo così la possibilità
e la serenità di condurre attività che favoriscano
socializzazione, creatività, e non ultima quella
pigrizia (nel senso di Bertrand Russell) che permette
di pensare, contemplare, inventare. Pena la “politics
of Inferno”, dove Standing prefigura un sempre più
folto esercito di precari nel mondo, che finisce per
essere abbindolato e manipolato da leader populisti
e neofascisti, prima di tutto col voto di frustrazione.
L’alternativa auspicata è la “politics of Paradise”, a
partire dall’adozione del reddito minimo (nelle sue
varianti), considerato non un benefit calato dall’alto o
un freno all’impiego, ma l’equa compensazione - da
affiancare all’incostante reddito dei lavori saltuari o
mal retribuiti - per le disparità e distorsioni provocate
dall’attuale mercato del lavoro. Il tutto da finanziare
con la tassazione sulle rendite finaziarie, la Tobin tax
o secondo altre formule già sperimentate.
Federica di Lascio
PARTECIPA ANCHE TU!
COORDINATORE: Andrea Cicciomessere
hanno collabrato a questo numero: Chiara Capraro, Massimo Corsini, Luca Ermacora, Federica di Lascio, Jessica Nazzari,
Roberto Stasi.
Per commentare gli articoli
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