MARCHEdomani 26 NOVEMBRE 2008 PAGINA 13 Un’analisi del presidente di Confindustria Marche, Federico Vitali, in occasione dell’Energy Expo di Civitanova Claudio Schiavoni, presidente Giovani Imprenditori marchigiani “Ora interventi correttivi” “La soluzione è il nucleare” N elle ore in cui andiamo in stampa si svolge al quartiere fieristico di Civitanova Marche la prima edizione di Energy Expo, primo salone del mercato energetico e prima rassegna dell’efficienza energetica. Ricco il programma di convegni, seminari e work shop, alla manifestazione presenti un centinaio di espositori per una panoramica di soluzioni in tema di energia sostenibile. Tra i partecipanti il presidente di Confindustria Marche, Federico Vitali. “Le Marche –afferma Vitalirappresentano la regione più manifatturiera di tutta Italia, e negli ultimi anni ha registrato un incremento medio dei consumi superiore a quello nazionale. Tale situazione è indice positivo perché evidenzia una crescita produttiva e sociale di tutto il territorio regionale, anche se l’attuale congiuntura negativa sicuramente porterà con sé flessioni significative della domanda di energia. In particolare, gli ultimi dati della rilevazione trimestrale del Centro Studi Confindustria Marche segnalano una contrazione della produzione del 3,8 per cento, comunque inferiore rispetto al dato nazionale (-5,2 per cento). In flessione risulta essere anche l’attività commerciale con un calo del 6,4 per cento, più lieve nel mercato interno (- Federico Vitali 3,8 per cento), rispetto a quello estero (-8,2 per cento). Questo quadro rende indispensabile massimizzare l’efficienza all’interno delle singole imprese, ma anche come sistema regionale”. “Il nostro deficit energetico regionale –precisa Vitali- si attesta al 55 per cento, nonostante una produzione interna di energia elettrica, aumentata con l’entrata in produzione della Igcc dell’Api e della Sadam-Edison. Restiamo ancora la penultima Regione (prima della Campania) per maggior deficit elettrico. Altro dato fortemente negativo è lo stato della rete regionale di trasmissione, che dai dati Istat Infrastrutture 2008 ci pone al terz’ultimo posto su base nazionale. La situazione della rete è piuttosto critica: obsoleta e carente. Inoltre, essendo una regione deficitaria dal punto di vista della genera- zione elettrica, registra una forte importazione da regioni limitrofe aggravando ulteriormente i problemi di rete”. “Il Pear –sostiene Vitali- si è posto obiettivi ambiziosi, puntando sulla tendenziale autosufficienza energetica e al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto. Il Pear si è dimostrato, come peraltro da noi temuto, troppo ottimista nel puntare tutto su alcuni assi portanti: centrali di microcogenerazione; fonti rinnovabili; risparmio energetico; esclusione di impianti di media-grande taglia. Queste linee programmatiche non hanno prodotto i risultati sperati, anche perché non adeguatamente accompagnate da incentivi pubblici o iter procedurali compatibili con le esigenze delle imprese. Da quanto ci risulta, rispetto alle altre regioni, la nostra situazione non sembra migliorare, soprattutto in termini di effettiva realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia. Per quanto riguarda le centrali di microcogenerazione dobbiamo ricordare che quanto da noi affermato sulla scarsa redditività di tali impianti si è avverato, ed abbiamo avuto, ad oggi, pochissime domande presentate, sicuramente non incisive sulla riduzione del deficit. L’eolico si scontra con difficoltà legate alle presenza di vincoli nazionali e re- Il ruolo della Carifac nello scenario economico del territorio. Rinnovabili: importanza prioritaria “Sviluppo con fonti pulite” “Nello scenario economico attuale, che coinvolge imprese e famiglie, quello delle energie rinnovabili è senza dubbio un fattore di prioritaria importanza. Puntare su fonti energetiche nuove e ‘pulite’, oltre a costituire un atto di necessaria sensibilità sociale, è una lungimirante opportunità di sviluppo strategico in un contesto dove le fonti energetiche tradizionali sono sempre più esposte alle instabilità dei mercati e l’attenzione di tutti i protagonisti della vita economica e civile deve tornare ad essere rivolta all’economia reale e agli investimenti concreti. E’ in questo contesto che il mondo del credito gioca un ruolo fondamentale anche nell’accompagnare i processi di diversificazione e innovazione delle risorse energetiche. Un ruolo che per quanto con- cerne le Marche ci è proprio nel contesto della nostra vocazione di banca di territorio: di istituto di credito che si pone come punto di riferimento per le collettività locali nell’individuare e concretizzare ogni opportunità di sviluppo comprese quelle riguardanti il settore dell’energia. In termini operativi la Carifac mette a disposizione linee di finanziamento ad hoc per privati, imprese, enti pubblici e condomini che intendono investire nel settore delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. Una linea di ‘innovation credit’ pensata in maniera particolare per sostenere i nuovi impianti fotovoltaici, giacché rappresentano di fatto le fonti di energia rinnovabile maggiormente alla portate delle famiglie e della piccola-media impresa. Le nostre soluzioni sono destinate alla copertura di tutte le spese dalla progettazione all’installazione dell’impianto, valutando caso per caso le garanzie a presidio, e contengono una copertura assicurativa completa. Una migliore e più lungimirante politica energeticoambientale non può che passare per scelte concrete nelle grandi progettualità come nelle piccole azioni quotidiane. Va in questo senso anche il nuovo servizio ‘Documenti on line’, che la Carifac ha attivato a partire dalla scorsa estate: un servizio gratuito che nel lungo periodo consente un importante risparmio di carta andando a tutto vantaggio della tutela delle risorse ambientali”. Pierluigi Caferri Direttore commerciale Carifac Fiera internazionale Ecomondo - Vanessa Scrosta, Ad della Sibe srl, all’appuntamento di Rimini “Puntiamo sulle biomasse” Sei le realtà imprenditoriali del territorio anconetano, che, sotto l’egida della Camera di commercio dorica, erano presenti a “Ecomondo”, la Fiera internazionale del recupero di materia, energia e dello sviluppo sostenibile, tenutasi a Rimini. Le aziende partecipanti si sono contraddistinte come “best practice” nel settore della responsabilità ambientale e sociale d’impresa. Tra le sei aziende presenti, la Sibe srl (Sistemi innovativi biomasse energetiche), società di spin-off universitario nata da un’idea tra ricercatori e professori al fine di mettere a disposizione del settore produttivo i risultati di ricerche elaborate in ambito universitario. “Operiamo nel settore delle energie rinnovabili con particolare attenzione alle biomasse di origine agricola, forestale e agroindustriale -specifica l’amministratore delegato di Sibe, Vanessa Scrosta-; a livello del settore agroforestale, studiamo l’utilizzo di residui di origine agricola e forestale per la produzione di energia e l’utilizzo di prodotti energetici, che vengono opportunamente caratterizzati dal punto di vista chimico-fisico, ottenuti da coltivazioni de- dicate. Le imprese di spin-off hanno come caratteristica principale quella di essere, per definizione, innovative, operando all’interno dell’università ed essendo supportate nelle loro attività dalle linee di ricerca che vengono sviluppate nella struttura che le ospita. Si generano così delle collaborazioni tra azienda di spin-off ed università che creano delle sinergie”. Le altre cinque imprese presenti alla fiera di Rimini, ricordiamo: Andelini Spa, Atena, Gruppo Gola della Rossa, Litargini e Cir33. Linda Carlucci gionali e a tutt’oggi solo il progetto del Parco di Camerino è stato approvato. Il solare, per quanto interessante, non produrrà mai mw significativi. L’idroelettrico è di fatto già utilizzato al massimo e difficilmente andrà oltre. Sulle biomasse e il biogas vi sono problemi di vario genere, e in ogni caso la realizzazione delle opere non produrrà quantità di energia in grado di incidere sostanzialmente sul panorama regionale. Questo è lo stato di attuazione, per quanto di nostra conoscenza”. “Il Pear –conclude Vitali- in oltre tre anni non è stato in grado di colmare, almeno in modo significativo, questo deficit che espone a pesanti penalizzazioni per la sicurezza del rifornimento elettrico e per uno sviluppo economico e sociale della stessa regione. Mi sembra che anche la politica abbia compreso i limiti del Piano. Le dichiarazioni di prima dell’estate del presidente Spacca e dell’assessore Giaccaglia ci confortano e ci fanno ben sperare su una valutazione attenta dei risultati effettivamente conseguiti per adottare le opportune misure correttive e di stimolo. Confindustria Marche sta effettuando, a tale proposito, uno studio sulla dipendenza energetica e sull’attuazione del Pear, che presenteremo a breve”. Nel 2006 i Giovani Imprenditori di Confindustria Marche sottolineavano l’importanza di risolvere le problematiche legate al fabbisogno energetico con il forum “Energeticamente”, cui partecipava il futurologo americano Jeremy Rifkin, assertore della necessità di sostituire le centrali energetiche tradizionali con le fonti alternative. A due anni di distanza da quell’importante appuntamento, un punto della situazione con il presidente dei Giovani Imprenditori marchigiani, Claudio Schiavoni. Come considera la prospettiva delle energie alternative? “Sono molto favorevole, anche se non è con le energie rinnovabili che si risolve la questione del risparmio energetico, semmai solo in parte: le centrali ecosostenibili coprono il 10% scarso della richiesta energetica marchigiana. Un altro problema è il trasporto dell’energia, che incide pesantemente sul costo. Per evitare la dispersione di energia è indispensabile che la fonte sia vicina al luogo di impiego”. Sono compatibili le energie rinnovabili con il mondo dell’industria? “L’industria ha bisogno di molta energia e i costi delle centrali rinnovabili non sono competitivi. Le fornisco alcuni dati: 1 watt di energia rinnovabile costa 6 euro, 3 kw 18mila euro, per 50 kw servono mille mq di pannelli fotovoltaici. Il cittadino medio può trarre grossi benefici dalle fonti rinnovabili, per sé e per l’ambiente, ma l’industria ha un altro ordine di necessità da assolvere, a cui Claudio Schiavoni le nuove frontiere ecosostenibili possono solo in parte andare incontro”. Quali soluzioni propone agli imprenditori? “La soluzione è in un mix che abbini l’impiego dei combustibili fossili con le energie alternative. Il problema di oggi è che sono aumentati i consumi ma le risorse sono sempre le stesse. Sono favorevole allo sviluppo delle energie rinnovabili, ma l’unica vera soluzione è percorrere la strada del nucleare”. Qual è il nodo del problema energetico marchigiano? “Nel nostro territorio la realizzazione di centrali tradizionali è poco accettata per diverse ragioni che sfiorano il pregiudizio. Spesso si gioca sull’ignoranza delle persone, che tendono a lasciarsi impressionare da paure irrazionali. Ma anche per le centrali ecosostenibili esiste un pericolo, quello della speculazione”. Caterina Melappioni Il progetto del Gruppo Loccioni: la prima casa abitabile autosufficiente dal punto di vista energetico Ecco la Leaf House E’ la prima casa abitabile autosufficiente dal punto di vista energetico, senza emissioni di anidride carbonica, e rientra nel progetto Leaf Community (Life Energy and Future) ideato dal marchigiano Gruppo Loccioni. Si tratta della prima comunità eco-sostenibile italiana creata in piena armonia con l’ambiente. “Tre anni fa –spiega Enrico Loccioni, presidente del Gruppo- l’idea di un edificiolaboratorio per ospitare i nostri collaboratori che rispondesse all’obiettivo di produrre tutta l’energia necessaria, sfruttando ciò che la natura ci offre, e a zero emissioni di Co2. La ‘Leaf House’ ha richiesto due anni di progettazione ed uno di realizzazione. Le persone coinvolte sono state circa 800 e in un momento di crisi del mercato del lavoro siamo riusciti a creare nuove opportunità occupazionali”. Il Gruppo Loccioni è noto per la sua attenzione all’innovazione continua e per la sensibilità alle esigenze emergenti. Da sei anni è inserito tra i migliori ambienti di lavoro in Italia; nel 2007 ha ricevuto, tra gli altri riconoscimenti, il premio “Valore Lavoro”, come una tra le 10 migliori “Buone pratiche aziendali” delle Marche, guadagnando, inoltre, anche quest’anno, così come nel 2005, la nomination come finalista del Sodalitas Social Award nelle categorie “Processi interni di responsabilità sociale” e “Iniziative di sostenibilità”. Presente con istallazioni in oltre 40 paesi nel mondo, dall’America Latina all’Estremo Oriente, e su vari settori (auto, bian- Enrico Loccioni mente performanti e co, ambiente, sanità), la l’ambiente adatto ad at“sartoria tecnologica” tività propense ad una Loccioni sviluppa e readiversificazione e a trolizza soluzioni personalizvare nuove soluzioni teczate sulle esigenze del nologiche. L’approvvicliente, integrando comgionamento di energia ha petenze e ricerca nell’amun costo sempre più alto; bito della misura per il già dieci anni fa noi abcontrollo qualità, dell’aubiamo iniziato a cercare tomazione, delle infrasoluzioni ingegnerististrutture di rete. Trasforche in grado di tenere il mare i dati in valore per passo con le esigenze di il benessere delle persoconsumo ma a costi mine, del territorio, dell’amnori”. Integrazione delle biente è l’impegno che tecnologie rinnovabili muove il Gruppo Loccioper la sostenibilità enerni verso il futuro. getica degli edifici, tra i “L’energia è fonte di svifronti dell’impegno anluppo e di conseguenza – che la ‘building autocommenta Loccioni- è dimation’ per il risparmio ventata fonte d’interesse. energetico con storicizLa liberalizzazione del zazione dei dati, oltre almercato permette di acl’installazione di misuraquistare energia, di protori energetici e al condurla e di risparmiarla. In trollo in remoto dei dati un contesto sempre più di consumo. competitivo gli impianti Giacomo Giambartolomei devono essere maggior-
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