Linguaggio SMS - Scuola Normale Superiore

Fabrizio Franceschini
(Università di Pisa)
[email protected]
SCRIVERE CON LE PAROLE
ttt cmq smpr 4 u – io d +
un’esperienza didattica
a partire dai messaggini
Nota iniziale e istruzioni per l’uso
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Queste diapositive accompagnano la lezione svolta
presso la Scuola Normale il 13 marzo 2014.
L’impostazione di questa prima parte della lezione
riprende quella di un laboratorio didattico svoltosi nel
2012 a Massa, presso il Castello Malaspina.
I riferimenti bibliografici non sono frutto di una ricerca
sistematica ma, in molti casi, frammenti reperiti durante
la preparazione della lezione nel gurgite vasto di
Internet.
Questi materiali sono stati pensati e possono essere
usati per laboratori didattici, con le verifiche e gli
adattamenti opportuni.
SMS: un nuovo ‘testo’ per antonomasia
textum(texo)‘tessuto’>testo, fr. texte, ingl. ted. Text
Short Message Service > SMS, sms [,esem’es]
‘sistema per l’invio di brevi messaggi di testo’
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Inglese
N: SMS, text message ‘messaggio di testo’ > txtmsg, textspeech ‘linguaggio SMS’
V: to textmessage, N. textmessaging ‘invio di SMS’
V: to text, (2)txt, N. texting ‘invio di SMS, comunicazione via SMS’
V to message ‘inviare messaggi via mail, cellulare ecc.’
Francese
N: SMS [εsεmεs] (m.): envoyer un sms, langage sms > ESMiste [esemist] etc.
N: texto (m., texte con suffisso –o:1998): un texto, langage des textos, langage texto
V: envoyer un texto, envoyer des textos, parler par texto
Tedesco
N: SMS, Esemes (f. : die, eine SMS): cfr. die (SMS) Nachricht ‘messaggio’
V: esemesen, simsen, SMSen; texten (già ‘scrivere testi per canzoni’).
Mandami un messaggino col telefonino o fammi uno
squillino: un esempio di reattività e vitalità dell’italiano
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italiano
N: SMS [,εsse,εmme’εsse], in GRADIT (Grande dizionario italiano dell’uso,
Torino, UTET), supplemento Nuove parole italiane dell’uso, VIII 2007
N: messaggio (disambiguato dal contesto)
N: messaggino (GRADIT VII 2003: dal 1996)
V: messaggiare, smessaggiare
Altri “diminutivi tecnologici” vs. termini inglesi
cellulare, telefonino vs. mobile [‘mɘʊbail] (-phone) cellphone, cell [sel]
squillino ‘segnale di arrivo di SMS’ (GRADIT VIII 2007), ‘squillo di
avvertimento sul cellulare’
faccina vs. emoticon, smiley (GRADIT VIII 2007)
penna USB, pennina vs. pen drive, USB flash drive
chiave USB, chiavetta vs. USB key
computerino ‘computer portatile leggero e di piccole dimensioni’
mailino, meilino, melino [me’lino], diminutivo di mail, a sua volta accorciativo
di e-mail (in GRADIT VIII 2007), f. come posta (o m. come messaggio)
La civilización del telefonino
(E. Juliana, “La Vanguardia” Magazine, 17 I 1999)
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Il grammatico settecentesco Domenico Maria Manni (in Lezioni dilingua
toscana, Milano 1824) celebrava “la copia immensa di accrescitivi e di
diminutivi, di vezzeggiativi e di peggiorativi che rendono il parlar nostro […]
abondevole” assai più di altre lingue europee e dello stesso latino;
-ino, -ina “suffisso diminutivo fondamentale e anche quello più radicato,
oltre che nell’uso toscano, nella prosa letterari scritta da toscani
“caratteristica la diffusione di -ino […] nel linguaggio infantile” (L. Serianni,
Grammatica Italiana. Suoni, forme e costrutti, Torino, UTET, 1988, pp. 548-550).
Ai neologismi francesi courriel ‘e-mail’ (Quebec, 1990 < courrier électronique),
clavardage (< clavier+bavardage) ‘chat’
l’italiano risponde coi suffissati in –ino dell’“italiano informatico informale”.
“L’ubiquità da cellulare o la quiete della biblioteca?”
(Il Sole 24 Ore, 20 V 2012, p. 23)
Secondo una ricerca di Joan H. Lee dell’Università di Calgary (Canada)
pubblicato su Dissertation and features (si tratta di una tesi di laurea,
ripresa dalla stampa), l’abuso di sms limiterebbe l’arricchimento del
linguaggio e creerebbe difficoltà nell’acquisire parole nuove.
Secondo Marilien Bultinck,Il linguaggio degli SMS:il caso dell’italiano e del
francese (Gent 2011, PDF on line) l’introduzione “nei messaggini [di] una
grafia numerale e persino simbolica” nuoce “addirittura alla natura stessa
della scrittura”.
“Scrivere un SMS aumenta l’alfabetizzazione, avvicina alla lettura, alla scrittura
e invita alla sintesi” (Nicoletta Maraschio, Presidente dell’Accademia della
Crusca, “Focus”, aprile 2012, rilancio ADN Kronos 28 aprile).
“La scrittura via sms sviluppa da una parte la creatività, dall’altra la capacità di
sintesi”; il declino, della scrittura, causato dalla TV e dal dominio
dell’immagine nei mass-media, è smentito dalle nuove forme di scrittura (email, chat, sms) che“rilanciano la scrittura ideografica” (Michele Cortelazzo,
“Telèma” V.23, 2000/2001, pp. 102-104).
La scrittura ideografica
degli antichi Egiziani
La scrittura egiziana (2160-1314 a. C.)
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Geroglifici: piccole immagini stilizzate, ben disegnate
circa 730 geroglifici identificati, di cui
220 di uso corrente e 80 molto frequenti;
tra questi 24 indicano un suono consonantico o talora semiconsonatico (in
particolare /j/ jod e /w/ waw, semiconsonanti rispettivamente. palatale e velare).
tre possibili funzioni
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Segno iconico o ideogramma: il geroglifico, in quanto immagine stilizzata, indica
il referente (toro, casa, pesce, occhio, ecc.) e la parola che lo designa: ad es. la
pianta di una casa (tre pareti chiuse e quella anteriore con un’apertura) indica la
casa e la parola pĕrī che significa ‘casa’.
Segno fonetico o fonogramma: il geroglifico esprime solo dei suoni: il segno di
‘casa’ letto pĕrī esprime anche parole omofone o comunque includenti i suoni p r
ī, ad es. l’infinito del verbo ‘uscire’ pirre o la parola per ‘inverno’ prōiĕt.
Segno-senso o determinativo: il geroglifico non corrisponde né a uno specifico
referente né a una realtà fonetica ma veicola una categoria di significato: il
segno di ‘casa’ può accompagnare parole designanti vari edifici, anche per
distinguerle da omofoni, rappresentati dallo stesso geroglifico (cfr. J. Sainte Fare
Garnot in M.Cohen-J. Peignot, Histoire de l’écriture, Paris 2005, pp.505 sgg.).
Dai geroglifici all’alfabeto consonantico
Il principio della scrittura consonantica, già noto alle scrittura
egiziana ma sempre unito a ideogrammi o fonogrammi, viene isolato
nella scrittura delle lingue semitiche, con la formazione di un
alfabeto di una trentina di segni (poi ridotti a poco più di venti),
ciascuno dei quali indica una consonante o semiconsonante (j, w
eventualmente vocalizzate in i, u).
n  Il suono iniziale di una delle parole più comuni viene isolato; il suono
della parola rimane come nome della lettera e la lettera esprime
astrattamente tale suono in quella e di tutte le altre parole che lo
contengono:
esempio immaginario: il disegno di un occhio, stilizzato in O, potrebbe
prendere il nome di ‘occhio’ e indicare il suono /o/ iniziale di occhio;
esempio reale: nelle lingue semitiche, ad es. l’ebreo, ‘occhio’ si dice
‘ayin ‫( עין‬con consonante laringale iniziale) e il disegno relativo,
stilizzato in O (e quindi ‫)ע‬, prende questo nome e indica tale
consonante in questa e in tutte le altre parole che la contengono.
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Dalla scrittura consonantica delle lingue
semitiche agli alfabeti greco e latino
il sistema grafico delle lingue semitiche, come l’arabo e l’ebraico
attuale, comunemente esprime solo le consonanti delle varie parole;
le vocali sono integrate dai lettori in base al contesto o possono
essere integrate graficamente con appositi sistemi, come quello
detto masoretico adottato per i testi sacri ebraici).
n  L’alfabeto semitico, passato attraverso i Fenici ai Greci, viene
sviluppato verso una piena grafia fonetica utilizzando per le vocali
lettere non più funzionali all’indicazione di consonanti: ad esempio la
stilizzazione dell’occhio O indica non più il suono consonantico
‘ayin ma il suono vocalico /o/. Il geroglifico stilizzato della testa di toro
indica non la consonante alef,prima lettera dell’alfabeto semitico, ma
la vocale /a/,che col nome di alfa resta al primo posto dell’alfabeto.
n  Nella seconda posizione troviamo la lettera beta, stilizzazione del
geroglifico per ‘casa’, indicante la consonante /b/, iniziale della
parola semitica per ‘casa’ (ad es. ebraico ‫ בית‬bayt, beit-).
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Ideogrammi e faccine
Smiley, faccina ‘combinazione di caratteri della tastiera che
esprimono sinteticamente sentimenti o sfumature affidati nella
comunicazione diretta all’intonazione o alla mimica facciale’
n  : - ) ‘sorriso, gioia’ (spesso come formula di saluto, ciao)
n  : - ( ‘broncio, tristezza’
n  Faccina come ideogramma con valore di lessema
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<3 ‘cuore’, quindi ‘amare’ T<3 ‘ti amo’
n  :-* ‘bacio’ > baciare T :-* :-* :-* = bbb = KKK ‘ti bacissimo’
Faccina come categorizzatore semantico o retorico
n  ppr divertente : - ) DAVVERO vs. ppr divertente : - ( PER NULLA
Ideofoni: singoli caratteri (numeri, lettere dell’alfabeto)
indicanti parole omofone rispetto al referente originario
(principio utilizzato nei rebus)
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inglese
4 = four [fɔ:*] omofono di for ‘per’
2 = two [tu:] omofono di to ‘a,per’ ecc., too ‘anche’
U = [ju:] lettera dell’alfabeto, omofono di you ‘tu’
4u ‘for you’, 2u ‘to you’, U2 ‘you too’
anche in composizione: b4 [bi‘fɔ:*] ‘before’
italiano
+ ‘più’ ; d ‘di, quarta lettera dell’alfabeto’ ; d+ ‘di più’
x ‘per’; anche in composizione, ad es. xke ‘perché’
francese
2 = [dø] quasi-omofono di [dɘ] ‘di’, 9 = [nœf] omofono di neuf ‘nuovo’
koi 2 9 ‘quoi de nœuf’ ‘che c’è di nuovo?; L ‘elle’; X ‘croix’ ; LX ‘elle croit’
2m1 de[ux-]-m-un = quasi-omofono di demain ’domani’.
Scrittura consonantica
cmq ‘comunque’ (già negli appunti
studenteschi); smpr ‘sempre’. ttt ‘tutto’, grz
‘grazie’, grz d ttt ‘grazie di tutto’
n  Non c’è bisogno di parlare di
“sacrificio delle vocali” (Pietrini 2001) o di
“écriture ultracryptée” (Petillon 2006), dato
che si tratta di un principio grafico diffuso.
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Altri procedimenti tachigrafici
Acronimi (“Gergo acronimico”: cfr. G. Berruto, Italiano parlato e
comunicazione mediata dal computer, in K. Holger-K. Maaβ, Aspetti
dell’italiano parlato, 2005, pp. 109-124)
tvb ‘ti voglio bene’
n  tvtb ‘ti voglio tanto bene’
n  tvtrb ‘ti voglio troppo bene’
Abbreviazioni (cancellazione del finale di parola)
n  pome
‘pomeriggio’
n  neg ‘negozio’
n  giov prox ‘giovedì prossimo’
n 
Ttt smpr 4 u
io cmq d+
Tutto sempre for you
io comunque di più
La scrittura dei messaggini è da molti ritenuta
povera, dannosa e limitativa delle capacità
espressive dei ragazzi. Una riflessione
metalinguistica sui principi di formazione e
funzionamento della scrittura SMS, rapportati
alla storia della scrittura, può aiutare i ragazzi
a comprendere meglio le regole e il senso di
un’attività che occupa tanto spazio nelle loro
pratiche comunicative e simboliche.